BALTENDEUTSCHE (1 e 2 di 4), di Daniele Lanza
BALTENDEUTSCHE
(tedeschi del Baltico*) (cap. 1 di 4).
[visto l’interesse riscosso dalle note sulla storia di Prussia aggiungo questo in merito all’elemento germanico nel Baltico]
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Premessa essenziale : se anche al profano (penso) è nota la presenza e profonda influenza storica dell’elemento tedesco nel continente russo, è necessario sottolienare che l’espressione “origini tedesche” può significare cose assai differenti.
Il punto è che storicamente la presenza germanica in terra russa è il risultato, sintesi di fenomeni migratori avvenuti in epoche differenti ed in circostanze del tutto differenti il che da vita a gruppi sociali ed identità divergenti nonostante l’apparentemente comune ascendenza etnica. Nella sostanza i due nuclei più importanti sono i “Tedeschi del Volga” (universalmente noti, credo) e quelli del Baltico : di questi ultimi offro una breve descrizione oggi.
Signori e signore…………i più attenti tra voi avranno più o meno seguito le mie scanzonate sintesi sulla storia di PRUSSIA : ebbene, torniamo là al principio di tutto, facciamo un lunghissimo passo indietro fino agli albori…………
Ancora PRIMA della conquista vera e propria delle tribù prussiane da parte dell’ordine teutonico era già iniziata una penetrazione germanica nel Baltico, in forma di iniziativa militare : per esser esaurienti, Papa Innocenzo III assai prima che il suo successore (una generazione dopo) autorizzasse l’impresa teutonica, aveva già emesso a sua volta una bolla a proposito della cristianizzazione della terra LIVONICA (o patria dei “livi”. Con “livonico” allora si intendeva tutto l’elemento umano che oggi conosciamo come “estoni” e “lettoni”, grossomodo…..) : all’appello risponde un ordine cavalleresco germanico, nato come lontana branca dell’ordine templare inizialmente, ma poi divenuto entità indipendente sotto il nome di “FRATELLI DELLA SPADA”. Più precisamente “Fratres militiæ Christi Livoniae”, ossia fratelli livonici della spada (varianti in diverse lingue). Quando il pontefice riconosce quest’ordine guerriero, corrono gli stessi anni dell’organizzazione della 4° crociata….ossia 1202-1204. Le cose sono fatte in contemporanea.
I fratelli della spada, iniziano la loro piccola crociata da Riga e per una generazione mietono successi, arrivando a fondare laddove si trovavano le popolazioni livoniche pagane (la vecchia Livonia) un proprio territorio autonomo che assumerà il nome di “TERRA MARIANA” (Maarjamaa, l’appellativo estone romantico del XIX°-XX° sec., di questo antico potentato).
Questa “Terra mariana” verrà poi ancora gradualmente ingrandita da provincie limitrofe fino a comprendere uno spazio geografico che corrisponde più o meno alla Lettonia ed Estonia di oggi.
Insomma, decadi prima che i teutonici si mettessero all’opera, i fratelli livonici della spada si erano già costruiti una propria Terrasanta un po più a nord, ponendo le fondamenta di una duratura penetrazione germanica nella regione : nel 1215 è dichiarato territorio sotto il controllo di Roma e della Santa sede (nominalmente, chiaro).
D’altra parte tuttavia grava il fatto che i fratelli della spada non possiedono i numeri e le risorse per attuare una politica di germanizzazione su grande scala (paragonabile a quella teutonica in Prussia), rimanendo in tal modo l’elemento germanico una sottilissima presenza su una massa nativa sempre sul piede di guerra : in effetti a 30 anni dall’inizio dell’impresa la nostra cosiddetta Terra mariana è un territorio ancora NON del tutto pacificato.
Una battaglia dall’esito infelice (Saule) contro i lituani ancora pagani, rischia di annientare l’ordine e tutto quanto ha tentato di costruire : a questo punto il contesto storico offre loro una sola via di salvezza, che pare essere la più congeniale………..
I fratelli della spada accettano di fondersi nel più fortunato alveo dell’ordine teutonico : in breve, l’ordine livonico dei frateli della spada, sconfitto e morente si “salva” trasformandosi in una branca autonoma (conservano il nome , come un marchio) dell’ordine teutonico e portando in dote quanto sono riusciti a creare in una generazione ; la Terra mariana per logica conseguenza diventa parte della sfera di influenza teutonica, come una vicina colonia che diverrà presto parte dello stato monastico teutonico (pur mantenendo la propria denominazione). Correva l’anno 1236.
Da questo punto in avanti i fratelli della spada e la loro culla in terra mariana divenuti un sottoinsieme della potenza teutonica ne seguono fortune e cadute nel corso dei secoli successivi, fino alla conclusione storica di quest’ultima, ovvero il suo tracollo geopolitico nel tardo medievo a seguito delle sconfitte contro i monarchi polacchi nel corso del 400.
Attenzione ! La fine della potenza teutonica (e la scomparsa dello stesso ordine livonico della spada) NON comporta tuttavia la scomparsa dell’elemento germanico ormai insediatosi nel Baltico, anzi…………
(prosegue).
BALTENDEUTSCHE
(tedeschi del Baltico*) (cap. 2 di 4).
[visto l’interesse riscosso dalle note sulla storia di Prussia aggiungo questo in merito all’elemento germanico nel Baltico]
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Ricapitoliamo : dopo 200 anni di successi, lo stato monastico dell’ordine teutonico collassa nel giro di una cinquantina di anni (secolo XIV°).
Nel suo disfacimento e declassamento a ducato vassallo dei re di Polonia, esso perde tutti i territori aggregati alla Prussia nel corso dell’età d’oro…..in primo luogo la nostra vecchia Livonia (o terra mariana). Se l’esistenza di una potenza germanica è (per il momento) tramontata sullo sponde del Baltico, non lo è tuttavia la presenza fisica e sociale di un elemento germanico sul territorio…….proviamo a spiegarne per quanto possibile questa dinamica.
Nel corso di 2 secoli sotto l’ombrello teutonico, era andata rafforzandosi una presenza tedesca nel territorio mariano : nulla di impressionante su un piano prettamente numerico, giusto una scarsa minoranza in mezzo alla massa autoctona (paragonabile ad un sottile foglio di carta appoggiato ad uno spesso tavolo), ma dotata di TUTTO il potere che la compagine socioculturale medievale può loro dare. I tedeschi nella Livonia costituiscono l’elite, la classe dominante (etno-culturalmente ben demarcata) la cui durata supererà il mezzo millennio (700 anni, tutti).
Dedico giusto una riga in più solo per sottolineare la particolarità di questa “durata”.
La minoranza tedesca del Baltico pur mantenendo salda coscienza della propria origine si fonde gradualmente con la massa autoctona. ATTENZIONE : “fondersi” in questo caso non significa “sciogliersi” all’interno di tale massa, bensì più cautamente appoggiarvisi sulla superficie, aderirvi fino ad apparire una cosa sola (l’elemento germanico non si preclude di cooptare ed aggregare elementi nativi laddove serva) : i tedeschi, per così dire, diventano parte integrante delle terre che abitano, parte dell’ecosistema (!) assieme (quasi in “armonia”, perlomeno nella compagine pre-moderna) all’elemento nativo estone/lettone preesistente a loro, pur mantenendo una linea di divisione.
Riformulo in modo ancor più essenziale : l’elemento tedesco anzichè mantenersi del tutto “straniero” (cosa che l’avrebbe condannato), diventa tutt’uno col proprio territorio e quindi col substrato etnico estone/lettone, senza tuttavia rinunciare al proprio status etno/sociale, configurandosi pertanto come un lenzuolo che va a ricoprire il mobile (…). In pratica essi diventano “lo strato superiore del substrato” (passatemi il gioco di parole).
I tedeschi diventano “baltici” tanto quanto gli autoctoni (questi ultimi tuttavia ridotti al duro servaggio della gleba) rispetto ai quali esiste una divisione sociale che tra l’altro, parla anche un’altra lingua (pare una contraddizione in termini…..”unità nella divisione”). Ritengo che sia il cuore dell’etnogenesi del “tedesco del baltico”.
Tale processo porta un vantaggio storico non calcolabile.
Divenendo i tedeschi “parte integrante” del territorio, la loro presenza NON è più dipendente dalle fortune di una specifica potenza dominante o da una particolare congiuntura storico-politica, bensì è un elemento FISSO che trascende le sorti del dominatore di turno : non importa CHI il turbine della storia designi come vincitore del momento (che sia il re di Polonia o lo zar di Russia o i monarchi svedesi)………i tedeschi del Baltico rimangono sempre lì, inamovibili, in fin dei conti al servizio di chi prevarrà nella determinata situazione.
L’artistocrazia baltica (totalmente tedesca), slegata dalle mutevoli sorti dei regnanti russi, svedesi o polacchi, naviga senza troppe scosse i flutti della storia, in privilegiata beatitudine……
Ragion per cui, il collasso dello stato teutonico, tanto quanto i cambiamenti di bandiera e gli assestamenti geopolitici dei 250 anni che seguono NON alterano la struttura fondamentale della società baltica.
Nessuno tuttavia è del tutto immune alla storia, naturalmente, in quanto le dinamiche che si mettono in moto a partire da Pietro il grande porteranno novità di grande rilievo nella vita di questa piccola comunità…
(prosegue).
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