Il florido commercio di armi ed armamenti, di Giuseppe Gagliano

Nonostante la guerra in corso tra Russia e Ucraina, l’import-export di armi procede, anche se non senza qualche difficoltà dovute alle implicazioni della guerra stessa. Vi sono casi in cui l’esportazione di armi assume una valenza strutturata e non episodica, come ad esempio quello che vede coinvolta l’Argentina: il ministro dell’Economia argentino Massa ha deciso di inviare una delegazione in Danimarca allo scopo di acquisire ben 12 aerei F-16 da Lockheed Martin. Questa decisione non deve sembrare peregrina o casuale, poiché è anche il risultato sia delle pressioni esercitate dagli Stati Uniti che dalla vice presidente Cristina Kirchner. A proposito del ruolo degli Stati Uniti non va dimenticato che una volta nominato ministro, Sergio Massa è andato negli Stati Uniti per cercare il sostegno di Joe Biden per la sua candidatura alle primarie che si terranno in Argentina nel 2023. Questa richiesta di sostegno è stata accettata e condivisa almeno fino a questo momento da Biden, ma tale appoggio è condizionato dalla volontà da parte Argentina di boicottare qualunque partnership con la Cina.
Tra la Germania e la Germania è invece in funzione un sistema di contenimento anti-turco, con Berlino disposta a vendere alla Grecia carri armati Leopard e 205 veicoli da combattimento KF-41 Lynx infantry (IFV) di Rheinmetall. L’uomo chiave di questa relazione bilaterale è l’amministratore delegato dell’industria greca EODH, Andreas Mitsis, che ha un rapporto di stretta collaborazione con due importanti industrie militari tedesche e cioè la KMW e la Rheinmetall.
Mitsis non è stato soltanto un imprenditore di successo, bensì è stato consigliere dell’ex ministro della Difesa greco Akis Tsochatzopoulos, del partito socialdemocratico Pasok e segretario generale per l’Industria. Questi ruoli gli hanno consentito di avere rapporti molto stretti non solo con il Ministero della Difesa greco, ma anche con le principali industrie militari tedesche.
Indipendentemente dai rapporti tra l’imprenditore greco e i vertici del potere politico, rimane però il fatto che la crisi energetica legata all’attuale guerra in Ucraina potrebbe costituire un ostacolo serio per la Grecia nel finalizzare gli ordini con la Germania. Il fatto che il capo di Stato maggiore della Marina greca, Stylianos Petrakis, abbia chiesto all’industria navale tedesca ThyssenKrupp Marine Systems di abbassare il prezzo richiesto per modernizzare quattro fregate di classe Hydra (MEKO 200HN), da 700 milioni di euro a 600 milioni di euro, dimostra oggettivamente le difficoltà nelle quali si trova attualmente la Grecia.
Il fatto poi che la Grecia abbia rinunciato, almeno al momento attuale, ad acquistare le corvette proposte sia da Fincantieri che da Naval Group è una ulteriore dimostrazione della difficoltà in cui versa Atene.

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