Massimo Morigi commenta il podcast di Gianfranco Campa “una dinastia in bilico”
Nell’ottimo ed illuminante dodicesimo podcast dell’ “Italia e il Mondo” “Una dinastia in bilico”, Gianfranco Campa ( http://italiaeilmondo.com/2017/09/15/755/) , illustrando le attività de facto criminose della Clinton Foundation si pone la domanda del perché Hillary Clinton. che avrebbe apparentemente tutto l’interesse a che sulla sua figura ed il clan Clinton, dopo la terribile sconfitta elettorale, scendesse un rassicurante oblio, abbia velocemente dismesso la prudente – ancorché mai completamente e convintamente praticata tattica di inabissamento e abbia di nuovo cercato di comparire sotto i riflettori dei media e della pubblica opinione. Giustamente Gianfranco Campa “giustifica” questa mossa avventata col tentativo dei Clinton di fare da apripista per una futura carriera politica della loro figlia Chelsea, e in questo c’è molto di vero, nel senso che è pressoché impossibile che le dinastie politiche accettino di piombare nell’oblio (con lessico marxistico d’ antan si sarebbe detto di essere gettati nella “pattumiera della storia”) e non e certo necessario nemmeno scomodare il pensiero elitaristico di Gaetano Mosca e di Michels per avere conferma che, anche in questo caso, le élite al potere sono gruppi autoreferenziali e chiusi e che fanno di tutto per perpetuarsi all’infinito. Ma se ci fermassimo solo a questo livello di analisi, la vicenda dei Clinton, in fondo, altro non sarebbe che l’ennesima conferma delle dinamiche esclusiviste di qualsiasi ceto politico e questo non ci restituisce la natura vera del potere dei Clinton ( e, in extenso, senza voler forzare la mano, della natura intimamente criminale del potere politico presidenziale negli Stati uniti), natura vera che ci viene restituita dal luogo comune – ma per questo non meno vero, risultando anzi verissima quella “legge”di sociologia politica più certa della legge newtoniana di gravitazione universale – che dice che dalla criminalità organizzata, per l’Italia leggi mafia, non ci si può ritirare, pena conseguenza gravi, molto gravi. Rapportato l’adagio popolare alla vicenda Clinton e alla loro benemerita fondazione questo significa: 1) Attraverso la Fondazione si erano fatte delle promesse, queste promesse vanno onorate e l’unica possibilità di onorarle almeno in parte non sta certo rimanendo nell’ ombra e perdendo potere ma dimostrando che la ditta Clinton è ancora on business; 2) Per rimanere on business è necessario avere ingenti risorse e solo una fondazione che faccia da sfondo ad una ditta Clinton assertivamente e sfacciatamente su piazza può sperare di invertire, almeno in parte, il crack seguito alla mancata elezione alla presidenza degli Stati uniti di Hillary Clinton. Insomma, negli Stati uniti se si perde il potere, e questo non vuol banalmente dire non essere più presidenti di quel paese ma perdere rovinosamente una elezione dimostrando così di non poter in alcun modo onorare gli occulti patti collusivi che si erano presi o durante la presidenza o nel tentativo di ottenerla si rischia grosso, molto grosso … Una lezione, quella sull’ intrinseca pericolosità di cadere rovinosamente dal più alto scranno della politica americana, che ha ben presente anche Trump ed in questo, nonostante le apparenti differenze di facciata, il neoeletto presidente e la mancata prima presidente donna degli Stati uniti sono paradossalmente molto simili, una sorta di “gemelli diversi”. Da entrambi per molto tempo ancora siamo destinati a vedere delle belle (ancorché pericolose ed inspiegabili a meno che non si impieghi un semplice ancorché ficcante realismo politico come quello da sempre mostrato da Gianfranco Campa) e buffe piroette … Massimo Morigi – 18 settembre 2017