Italia e il mondo

Trump-UE: il tavolo sbagliato Con Marco Pugliese

Il recente accordo tra Donald Trump e von der Leyen in Scozia, svoltosi nell’intervallo tra due partite di golf, ha sancito un vero e proprio atto di sottomissione e di resa senza dignità della Unione Europea. Un evidente atto di disprezzo e insulsaggine dal quale Giorgia Meloni avrebbe fatto bene a distanziarsi. Ancora più deprimente è la speranza recondita, posta nei corridoi di Bruxelles, che i contenuti dell’accordo possano in parte essere disattesi surrettiziamente dai nostri prodi condottieri. E’ cominciata, intanto, la rincorsa dei vari capi di stato europei, a cominciare da Germania e Francia, a rattoppare in proprio gli strappi dolorosi creati dall’intesa. Giorgia Meloni, da proclamarsi artefice dell’interesse nazionale, si sta riducendo sempre più a reggere il cerino di un personaggio cosi anodino come l’attuale presidente della Commissione Europea. L’UE è stata costruita per annichilire le potenzialità delle nazioni europee, soprattutto di alcune rispetto ad altre. Dobbiamo attendere ulteriori conferme a questo suicidio?_Giuseppe Germinario

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Un calcio al barattolo?_ di WS

Altra preziosa chiosa di WS all’ultimo articolo di Simplicius_Giuseppe Germinario

Non solo tutti i dubbi di Simplicius sono fondati ma a me tutto questo teatro , sembra addirittura una intenzionale “nebbia di guerra”.

Non è infatti possibile che la Russia accetti di avere “la NATO-€uropa in Ucraina” , sotto qualunque “cappello” ciò venisse giustificato; questo sarebbe la certificazione di una sua ” sconfitta strategica”.

Ma c’ è anche di più! Putin fa sempre “buone offerte” che se rifiutate non saranno mai più riproposte una volta che lui sia costretto a trovare nuove soluzioni ai suoi problemi. E’ una questione di serietà e di quel legalismo al quale lui tiene moltissimo.

Possiamo quindi escludere che ci possa essere un accordo uguale a quello, stracciato dagli ucraini, di “Istambul” , per il semplice fatto di aver costretto la Russia ad altri 3 inutili anni di guerra del cui costo l’ Ucraina dovrà accollarsi, questo è una questione di serietà, l’onere. In aggiunta ci saranno altri documenti firmati con i plenipotenziari di Zelensky, un presidente scaduto e illegittimo.

Quindi possiamo essere sicuri anche che non ci sarà nessun incontro Putin-Zelensky prima che anche questa “quisquilia” non venga almeno “formalmente” sanata.

Qualunque accordo che venga poi firmato non può prescindere dal fatto che la Russia non è stata sconfitta e che quindi l’onere di quella famosa “ sconfitta strategica” che “l’ occidente combinato”, anche U$A, voleva infliggergli se lo dovrà accollare qualcun altro.

Certo, nemmeno la NATO-ucraina è stata ancora sconfitta ma la sua debacle nella attuale guerra di usura è inevitabile. Qualunque accordo la Russia firmerà non può consentore di lasciare l’ attuale regime in carica: i Nato-Nazi se ne devono andare!

Ma ripeto, c’è comunque una ” sconfitta strategica” che qualcuno degli sponsors della NATO-Ucraina dovrà in seguito accollarsi; se la Russia in modo realistico è disposta a far finta che gli USA ne possano uscire ” candidi e vincenti” il ” perdente” non può che essere la NATO-€uropa vassalla degli U$A (*)

Queste strutture ( NATO , €uropa) con cui si è articolato l’ impero U$A nel continente europeo dovranno comunque non solo” pagare il conto” ma proprio certificare formalmente la propria sconfitta e ritirata, elemento che è l’ unica vera garanzia per la Russia di aver chiuso con successo la “questione NATO-ucraina”.

La questione è infatti puramente militare e ciò che resterà dell’Ucraina sarà qualcosa di strettamente vincolato alla neutralità; non ci dovranno essere sotto nessuna copertura forze NATO/ europee in Ucraina.

Nessuna contrarietà invece a “ l’adesione “ dell’Ucraina alla UE; “il conto” del sostentamento di questo stato fallito dovrà poggiare solo sulle spalle di chi lo ha sostenuto.

Ma domandiamoci : può oggettivamente ORA Trump “ mediare” tutto questo ?

Ammettiamo pure che ad Anchorage abbia accettato questo quadro: l’ “offerta russa ” è allettante per gli USA.

Gli Stati Uniti porterebbero a casa un sacco di soldi dell‘€uropa, un rapporto commerciale privilegiato con la Russia e soprattutto un aura di superpotenza non “macchiata” dalla “ ritirata” in Ucraina.

Ma gli U$A , “ l’ impero” vero artefice della crisi ucraina ne tornerebbe comunque sconfitto e non solo nei suoi tentacoli NATO e U€ . Se infatti la proposta russa salva la faccia agli USA non salva quella degli U$A sia nel mondo che nel suo stesso centro imperiale, gli stessi USA.

Quindi per quanto Trump e il MAGA possano essere realmente interessati, il rischio è appunto che un debole Trump non sia in grado di imporsi al suo Deep State e che tutto questo “teatro” sia solo “un calcio al barattolo”.

Guardiamo infatti come tutti gli €uroQuisling hanno reagito con violenza ad “Anchorage”.

Non è il prezzo che essi dovranno COMUNQUE far pagare ai propri popoli a metterli nel panico, ma la certezza che un ritiro USA dall’Ucraina sarebbe la loro fine politica.

Anche se ha già accumulato enormi ricchezze “ off-shore” questa elite “coloniale” non è disposta a fare fagotto; anzi, esattamente come i Natoisti istallati a Kiev, creerà una narrazione di guerra alla Russia per trincerarsi al potere in attesa che i loro “ padrini” in Usa eliminino “l’anomalia” Trump.

Come quelli di Kiev creeranno una NATO-€uropa e una narrazione di guerra che alla fine non potrà che sfociare in una guerra vera, non importa quanta sofferenza ne derivasse ai popoli europei che già adesso sgovernano con cinico disprezzo.

Anche per loro un “calcio al barattolo” è meglio.

(*) ho gia spiegato altrove la differenza che pongo tra USA (stato) e U$A ( impero finanziario) di chi controlla gli USA

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Zelensky porta il circo itinerante in città per un ultimo bis_di Simplicius

Zelensky porta il circo itinerante in città per un ultimo bis

18 agosto
 
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L’amministrazione Trump sta costruendo una narrativa di massa critica secondo cui una tregua e la fine della guerra sarebbero sempre più vicine. Witkoff e Rubio hanno lanciato un’offensiva mediatica, descrivendo per la prima volta vari dettagli dei presunti accordi di cessate il fuoco.

In primo luogo, ricordiamo l’aspetto più evidente, ovvero che la principale vittoria confermata dalla Russia nei negoziati – contrariamente alle varie ipotesi che circolano attualmente – è stata quella di allineare gli Stati Uniti alla richiesta di Putin di un «accordo prima del cessate il fuoco», piuttosto che alla richiesta rivale di Zelensky e dell’Europa di un «cessate il fuoco prima dell’accordo».

Questo da solo è stato un grande cambiamento a cui Trump e compagni hanno immediatamente aderito nell’ambito della revisione strategica in corso.

Ora diversi media mainstream stanno riportando i contorni dell’accordo e le concessioni dichiarate dalla Russia come segue—da Reuters:

Reuters pubblica le proposte di Putin sull’Ucraina, presentate a Trump durante il vertice:

– Non è previsto alcun cessate il fuoco prima della firma di un accordo definitivo.

– Le forze armate ucraine si ritireranno dalle regioni di Donetsk e Luhansk.

– La Russia congelerà le linee del fronte nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia.

– Restituire all’Ucraina il controllo delle zone nelle regioni di Sumy e Kharkiv.

– Riconoscimento formale della sovranità della Russia sulla Crimea.

– Cancellazione di almeno una parte delle sanzioni contro la Russia.

– All’Ucraina sarà vietato aderire alla NATO.

– Putin sembra essere stato disponibile a concedere all’Ucraina alcune garanzie di sicurezza.

– Lo status ufficiale della lingua russa in alcune parti dell’Ucraina o in tutto il territorio ucraino, nonché i diritti della Chiesa ortodossa russa di operare liberamente.

L’affermazione che sta suscitando più clamore è che la Russia sarebbe pronta a fare concessioni rinunciando a perseguire il resto delle zone non ancora conquistate di Zaporozhye e Kherson in cambio di tutto il territorio di Donetsk e Lugansk. Il fronte di Zapo e Kherson rimarrebbe congelato nella sua posizione attuale.

Se fosse vero, ciò rappresenterebbe ovviamente un enorme cambiamento rispetto alle precedenti richieste della Russia. È difficile da credere, tuttavia, perché Putin ha già inserito sia Zaporozhye che Kherson con i loro confini amministrativi nella costituzione russa, e quindi non esiste un meccanismo reale per abbandonare quelle porzioni non conquistate.

Ci sono diversi punti di vista su questo argomento. Innanzitutto, ricordiamo che le “notizie” riportate dai media sulle presunte concessioni russe si sono rivelate false ogni volta. L’abbiamo visto più volte: i media affermano che Putin è pronto a “cedere” e poco dopo un alto funzionario russo dichiara che tutte le precedenti richieste “Istanbul plus” sono ancora valide.

Ma questa volta le affermazioni non provengono dai media e dalle loro “fonti” ambigue, bensì direttamente dalla delegazione di Trump.

Una possibilità è che Witkoff e compagni stiano agendo in modo ambiguo per mantenere l’aura di “successo” degli sforzi in corso di Trump. Una teoria è che Trump e Putin abbiano stretto un accordo segreto per fingere che la Russia sia disposta a fare concessioni al fine di intrappolare Zelensky e l’Europa, facendo apparire entrambi come oppositori della pace, in modo che Trump possa poi esercitare un maggiore margine di manovra politica scaricando il conflitto su di loro.

Un’altra possibilità è che la Russia sappia che questi scambi si protrarranno per così tanto tempo che Putin potrà fingere di essere favorevole a determinate “concessioni”, sapendo che per vari motivi non saranno mai realizzate: innanzitutto, Zelensky è considerato dalla Russia legalmente illegittimo persino a firmare qualsiasi documento, il che presupporrebbe, da parte della Russia, che qualsiasi accordo definitivo dovrebbe comunque attendere un successore legalmente accettabile. In tal caso, la Russia è forse fiduciosa di aver conquistato la maggior parte delle regioni contese al centro delle “concessioni”.

Essendo Putin un leader altamente “legalista”, è difficile immaginare che possa abrogare contemporaneamente due realtà giuridiche esistenti, ovvero la legittimità di Zelensky e la costituzionalità delle regioni amministrative di Kherson e Zaporozhye. Ci sono semplicemente troppi “salti logici” per immaginare che la Russia possa concedere tutto, comprese cose come la smilitarizzazione e la denazificazione, che non sono state menzionate durante le discussioni. Questioni minori come la protezione e la codificazione della lingua russa nelle regioni ucraine sono state menzionate dai media, il che implicherebbe che le altre questioni non lo sono state. Questo sembra chiaramente un passo troppo lungo.

Quindi, se è un ponte troppo lontano, cosa sta succedendo esattamente?

L’unica spiegazione logica è quella sopra: che la Russia sa che non si potrà mai raggiungere un accordo e quindi sta prendendo tempo fingendo di fare concessioni per apparire pacificatrice e trasferire la responsabilità all’Ucraina e all’Europa. Perché non può essere raggiunto? Lo stesso Zelensky ha appena ribadito che nessun territorio non conquistato può essere ceduto, come sancito dalla Costituzione ucraina. In precedenza, aveva già affermato più volte che anche la smilitarizzazione è assolutamente fuori discussione. Ora, i “partner” europei hanno ribadito ancora una volta la loro intenzione di schierare immediatamente truppe sul territorio ucraino alla cessazione delle ostilità.

“La coalizione dei volenterosi” ha dichiarato la disponibilità a inviare truppe in Ucraina dopo il cessate il fuoco

“Essi (i partecipanti alla coalizione – NdR) hanno ribadito ancora una volta la loro disponibilità a dispiegare forze di sicurezza dopo la cessazione delle ostilità, nonché a contribuire a garantire la sicurezza dello spazio aereo e marittimo dell’Ucraina e a ripristinare le forze armate ucraine”, si legge nella dichiarazione rilasciata al termine della riunione della coalizione.

Il messaggio afferma inoltre che il dispiegamento delle truppe rientrerà nelle garanzie di sicurezza promosse dagli Stati Uniti.

“I leader hanno inoltre accolto con favore l’impegno del presidente Trump a fornire all’Ucraina garanzie di sicurezza, nell’assicurare le quali la ‘Coalizione dei volenti’ svolgerà un ruolo importante attraverso le forze multinazionali in Ucraina e altre misure”, ha riferito la coalizione.

RVvoenkor

Ciò significherebbe che le truppe offensive della NATO sarebbero direttamente al confine con la Russia, il che va contro uno dei motivi principali per cui la Russia ha intrapreso questo conflitto esistenziale. Quindi, chiaramente qualcosa sta succedendo: o queste notizie e le dichiarazioni di Witkoff sono invenzioni, oppure la Russia e gli Stati Uniti stanno mettendo in atto un piano.

Si noti la disparità molto strana e senza precedenti tra i risultati apparenti dell’incontro in Alaska e le reazioni e le dichiarazioni di entrambe le parti. A prima vista, l’incontro sembrava essere stato un fallimento totale, eppure entrambe le parti lo hanno lodato come se fossero state smosse le montagne nel dialogo; c’è una strana dissonanza, che quasi fa pensare a qualche accordo segreto tra Stati Uniti e Russia, soprattutto considerando quanto sembrassero amichevoli i partecipanti di entrambe le parti.

Ora Zelensky e i leader europei starebbero volando a Washington per una riunione di emergenza. È stato reso noto che la congrega europea ha espressamente vietato a Zelensky di incontrare Trump da solo perché temono che Trump possa costringere e intimidire Zelensky a fare concessioni e ad accettare un accordo di pace sfavorevole alla cabala europea.

Il loro compito è quello di costringere Zelensky a non fare alcuna concessione. Credono che la guerra possa ancora continuare perché considerano il potenziale degli ucraini tra i 18 e i 25 anni ancora inesplorato: c’è ancora molto da spremere per dissanguare la Russia e ritardare di qualche anno il collasso dell’UE malata; o almeno così credono.

Zelensky ha già iniziato a cedere un po’ di terreno: ora afferma che i negoziati possono iniziare con l’attuale linea del fronte, il che implica che la Russia potrebbe mantenere tutto ciò che ha attualmente, ma che l’Ucraina semplicemente non rinuncerà al nuovo territorio che la Russia non ha ancora liberato:

Ricordate il mio continuo martellare sull’improbabilità che l’Ucraina rinunci alle città di Kherson e Zaporozhye. Ma un altro aspetto che pochi hanno considerato è che anche rinunciare al resto dell’oblast di Donetsk richiederebbe all’Ucraina di abbandonare completamente sia Slavyansk che Kramatorsk, un passo quasi altrettanto impensabile.

Queste città sono simboliche per l’Ucraina e i suoi nazionalisti in quanto bastione contro la Russia, dove la parte cinetica del conflitto è stata essenzialmente innescata quando gli uomini di Strelkov hanno preso il controllo dell’edificio amministrativo di Slavyansk. Perdere queste città sarebbe un duro colpo simbolico per l’Ucraina e i suoi nazionalisti, in particolare per coloro che potrebbero non perdonare Zelensky per il “tradimento” di aver consegnato queste città al nemico.

L’esperto politico ucraino Vladislav Olenchenko sostiene che a Zelensky verrà offerta una via d’uscita per avviare il processo di pace:

Durante la visita di Zelensky a Washington, gli verrà offerto di firmare un accordo di pace, annunciare le elezioni in Ucraina e lasciare la scena politica.

Lo afferma il politologo ucraino Vladislav Olenchenko durante una trasmissione televisiva con la giornalista Natalia Moseychuk.

“Lunedì, a Zelensky verrà offerto di firmare un accordo di pace ampio e completo e di annunciare le elezioni in Ucraina, per il bene della pace.

Ecco cosa gli prometteranno in cambio: garanzie totali per la sua sicurezza personale, quella dei suoi familiari, la salvaguardia del suo patrimonio e l’opportunità di diventare un regista di Hollywood o un politico. Cercheranno di “comprarlo”, convincendolo che non ha altra via d’uscita.

Zelensky sarà inoltre scoraggiato dal partecipare alle nuove elezioni.

A proposito, come ulteriore prova delle notizie false che si rincorrono, è apparsa un’altra notizia secondo cui la Russia sarebbe pronta a dichiarare un cessate il fuoco aereo, notizia che il consigliere presidenziale di Zelensky ha immediatamente smentito:

È chiaro che il campo dell’informazione è stato letteralmente saturato di rumore, forse intenzionalmente da parte di alcuni soggetti che cercano di fomentare l’ambiguità di massa per nascondere i propri fallimenti o l’incapacità di compiere progressi reali con tutta questa farsa politica.

Ci sono contraddizioni e confusione ovunque, anche da parte russa. Ad esempio, la Russia sostiene con fermezza la linea dell’«accordo prima del cessate il fuoco», ma allo stesso tempo ha apertamente promesso di dichiarare un cessate il fuoco totale se l’Ucraina dovesse anche solo ritirare le sue truppe dal Donbass. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che Putin considera questo tipo di cessate il fuoco temporaneo a fini «negoziatori» come un rischio basso se accompagnato dall’acquisizione di nuovi territori. L’ISW ha espresso la stessa idea:

Ciò significa che la Russia potrebbe conquistare senza spargimenti di sangue un altro vasto territorio solo per tentare ulteriori negoziati sulle altre questioni principali. Se questi fallissero, la Russia sarebbe libera di riprendere il conflitto, ma questa volta con tutto il Donbass già alle sue spalle: una sorta di scenario vantaggioso per tutti. L’unico ostacolo sarebbe il fatto che, come affermato in precedenza, la NATO è pronta a inviare truppe in Ucraina nel momento in cui cesseranno le ostilità, ma non conosciamo l’opinione dello Stato Maggiore russo al riguardo. Per quanto ne sappiamo, potrebbe non interessargli minimamente ed essere pronto a riprendere le ostilità anche con la presenza di truppe europee, perché ritiene bassa la minaccia proveniente dai paesi europei. Ma la domanda è: la Russia vorrebbe davvero finire in una situazione così complicata?

Il WSJ ora propone due scenari possibili per la fine del conflitto, rispetto ai cinque o più che questi media avevano presentato con tanta sicurezza poche settimane fa:

https://www.wsj.com/world/how-finirà-la-guerra-in-ucraina-due-scenari-2bcc0d99

L’Ucraina potrebbe perdere territorio, ma sopravvivere come Stato nazionale sicuro e sovrano, anche se ridotto.

In alternativa, potrebbe perdere sia il territorio che la sovranità, ricadendo nella sfera di influenza di Mosca.

Il primo lo chiamano “Partizione con protezione”:

Ciò consentirebbe alla Russia di godere di un controllo “de facto” sui territori già conquistati, mentre l’Ucraina otterrebbe garanzie di sicurezza.

L’altro lo chiamano “Partizione con subordinazione”:

Qui l’Ucraina viene ancora divisa, ma anche lo “Stato residuo” diventa un “protettorato” russo. Sono volutamente vaghi sui dettagli, ma si presume che intendano dire che l’Ucraina verrà smilitarizzata e governata da un fantoccio insediato dalla Russia, consentendo all’Ucraina di cadere completamente sotto il controllo della Russia.

È interessante notare che l’urgenza della situazione ha costretto questi organi di informazione a rendersi conto che l’unica alternativa possibile è una scelta così drastica.

In ogni caso, Zelensky rimane fermo sulla sua posizione: prima di tutto deve esserci un cessate il fuoco prima di qualsiasi altra cosa e ha ora annunciato la sua intenzione di convincere Trump di questo durante il loro incontro di lunedì. Ciò significa che, qualunque cosa accada, assisteremo sicuramente a dei fuochi d’artificio nel corso della prossima settimana tra il direttore del circo, il clown e le disperate iene europee di questo sconcertante circo itinerante.

Passiamo ora ad alcune notizie dall’ultima ora.

Zelensky ha ordinato praticamente a tutti i membri delle sue “brigate” d’élite rimasti di stabilizzare la zona di “sfondamento” a nord di Pokrovsk. Sono riusciti a riconquistare circa un terzo delle “orecchie di coniglio”, ma per farlo sono state necessarie risorse immense.

La solitaria 132ª brigata russa dell’avanzata contro tutto questo:

Noterete le brigate più elite dell’82° e 79° assalto aereo, 92° e 93°, ecc. – molte di queste erano tra le unità “addestrate all’estero” della controffensiva di Zaporozhye del 2023, armate con tutti i migliori carri armati e gadget della NATO. L’urgenza è tale che è stata inviata anche l’unità speciale di “polizia” Kord, essenzialmente una squadra SWAT d’élite ucraina.

Un’altra variante:

Dalla mappatura dello Stato profondo ucraino:

Come detto, sono riusciti a tagliare la parte superiore delle orecchie del coniglio, come si vede sotto, riconquistando Zolotyi Kolodyaz, Vesele, Hruzke e parte di Nove Shakhove:

Il motivo, secondo quanto riferito, era che la Russia non era ancora in grado di fornire sufficienti risorse di supporto dal retro, in particolare unità di droni di alto livello. Di conseguenza, la punta avanzata dell’avanzata è rimasta un po’ isolata, senza molto sostegno, ed è stata costretta a ritirarsi sotto i pesanti contrattacchi di queste unità d’élite ucraine.

In breve: erano troppo espansi, il che è una conseguenza naturale di un progresso così rapido.

La perdita più grave è stata la riconquista da parte dell’Ucraina dell’area delimitata di seguito nei pressi di Rodinske, che aveva tagliato la MSR del settore:

Tuttavia, alcune delle riconquiste dichiarate potrebbero essere false. Ad esempio, gli analisti russi hanno notato che uno dei video di “geolocalizzazione” ucraini relativi a un’altra zona riconquistata mostra un campo verde, mentre quel campo è stato successivamente bruciato dai combattimenti: l’immagine sopra mostra il campo attuale, mentre quella sotto è tratta dal video ucraino:

Alcuni drammi su chi controlla Iskra sul fronte sud di Donetsk.

È stato annunciato che sono stati catturati dall’RFAF l’altro giorno, mentre gli Hohols hanno pubblicato un video in cui posano con bandiere nella parte sud e orientale del villaggio.

“Armed Gunsmith”…è sospettoso del loro video poiché li mostra in posa vicino a un prato con erba verde, mentre nel video russo la stessa area è bruciata a causa dei combattimenti….il che suggerisce che il video ucraino sia stato girato in precedenza, quando l’area era sotto il controllo delle AFU (l’erba non avrebbe potuto ricrescere così rapidamente)

Come sempre, i “nuovi” rinforzi ucraini sono stati inviati a costo di essere ritirati da altre zone, con conseguenti perdite territoriali su altri fronti importanti.

Nella direzione di Konstantinovka, alcune fonti riferiscono che le truppe russe hanno già colmato il divario tra la città di Predtechyne, recentemente conquistata, e il primo quadrante esterno della città di Konstantinovka stessa:

È troppo presto per dire quanto questo sia definitivo, quindi dovremo aspettare e vedere.

Il movimento più consistente si è registrato nelle direzioni delle foreste di Seversk e Serebriansky. Secondo quanto riferito, le truppe russe avrebbero conquistato l’insediamento di Serebryanka, circondando lentamente Seversk:

E sopra, l’area cerchiata in rosso mostra dove, secondo quanto riferito, le truppe ucraine stanno iniziando a ritirarsi in massa. Se ciò dovesse accadere, praticamente l’intera foresta sarebbe conquistata e Seversk subirebbe una forte pressione dal nord.

Il famoso analista ucraino Myroshnykov scrive:

Nelle direzioni di Siversky e dell’adiacente Lyman, la situazione continua a peggiorare.

Il nemico continua a premere su Grigorivka e sta ora attaccando il villaggio di Serebrianka. (ed: qui sembra che egli sia in ritardo rispetto agli eventi.)

Nella foresta omonima sulla riva settentrionale del Siverskyi Donets, la situazione è quasi critica.

Il nemico ha conquistato quasi metà della foresta e si sta spostando verso la zona di fronte al villaggio di Dronivka, dove ovviamente cercherà di attraversare il fiume.

Queste azioni combinate consentiranno loro di circondare parzialmente Siversk e di iniziare a combattere per la città.

Quella sezione deve essere rinforzata perché Siversk è uno dei nodi difensivi più importanti dell’intera regione di Donetsk.

Alcune ultime cose:

Continuano a circolare voci secondo cui l’Ucraina avrebbe ammassato un’altra “forza fantasma” di qualche tipo al confine con la Russia, per tentare nuovamente di conquistare territorio russo, questa volta potenzialmente a Bryansk:

Diversi canali riportano che le forze armate ucraine hanno ammassato un gruppo di 20.000-25.000 soldati al nostro confine. La direzione dell’attacco è sconosciuta o non è stata annunciata dalla nostra parte. Nell’ultima settimana si sono registrate tensioni al confine con la regione di Bryansk.

Se fosse vero, la motivazione sarebbe ovvia: dare a Zelensky un’altra ultima mano di “carte” nelle trattative in corso. Gli consentirebbe di sottrarsi alla rinuncia al territorio – almeno nella sua mente – offrendo alla Russia di restituirle il proprio territorio in cambio di qualsiasi cosa la Russia chieda all’Ucraina. Ricordiamo che lo stesso Syrsky ha recentemente promesso di lanciare ulteriori “offensive” contro la Russia perché, come ha spiegato, una guerra non può essere vinta solo con la difesa.

Un rapporto più dettagliato da parte russa:

Il corrispondente militare Alexander Yaremchuk scrive:

Stanno arrivando informazioni estremamente interessanti secondo cui il nemico si sta preparando a compiere un altro tentativo di avanzata in territorio russo nel prossimo futuro.

In primo luogo, come l’ultima volta, il CIPSO è diventato attivo e, attraverso vari canali, riferisce di una prevista avanzata a Belgorod, Bryansk o ancora a Kursk, cercando di distogliere l’attenzione delle nostre forze dalla direzione principale dell’attacco.

In secondo luogo, il nemico sta colpendo le torri cellulari e i trasformatori nelle zone di confine, il che potrebbe anche indicare un’imminente offensiva.

In terzo luogo, diversi gruppi di fanteria hanno recentemente tentato di sondare la difesa nella zona di confine, il che può essere considerato come una ricognizione in condizioni di combattimento.

Le nostre forze stanno osservando tutto questo, analizzando e preparandosi per ogni possibile scenario.

Se siete pronti a scartare il potenziale di una simile mossa, ecco che lo stesso Apti Alaudinov ne conferma la possibilità:

Ricordiamo che in uno dei recenti rapporti ho menzionato come la Russia stia conducendo attacchi sistematici contro il potenziale ucraino che di solito passano inosservati, in particolare contro importanti progetti di armamento come i missili su cui l’Ucraina lavora da molto tempo. C’è un motivo per cui l’Ucraina ricorre ad attacchi contro la Russia con droni economici e improvvisati: la Russia ha sistematicamente compromesso i progetti di armamento più importanti sin dall’inizio.

Ora possiamo finalmente dare una prima occhiata dietro le quinte di una di queste campagne, in cui una serie di attacchi balistici russi ha distrutto un complesso produttivo ucraino impegnato nella fabbricazione di un potenziale sistema missilistico a lungo raggio:

Grande vittoria: l’FSB e il Ministero della Difesa russo hanno distrutto la produzione di missili a lungo raggio dell’Ucraina, sventando i piani occidentali.

I dati ottenuti dall’FSB hanno permesso alle forze armate russe di distruggere la produzione di missili a lungo raggio dell’Ucraina, che era stata sviluppata con l’aiuto di uno dei paesi dell’Europa occidentale.

A seguito di un’operazione congiunta dell’FSB e del Ministero della Difesa russo in Ucraina, sono state colpite quattro imprese produttrici di missili “Sapsan”: due nella regione di Dnipropetrovsk e due nella regione di Sumy. È stato colpito anche un sito di riserva dello stabilimento chimico di Pavlohrad nella regione di Zhytomyr.

La distruzione della produzione di missili a lungo raggio di Kiev ha impedito la minaccia di attacchi in profondità nel territorio russo. Le autorità ucraine hanno pianificato questi attacchi con il permesso della NATO.

Il Ministero della Difesa russo ha riferito che nel mese di luglio sono stati effettuati attacchi massicci e coordinati con armi di precisione contro uffici di progettazione, impianti di produzione di combustibile per missili e strutture di assemblaggio di armi missilistiche del complesso militare-industriale ucraino. Contemporaneamente, sono stati distrutti i sistemi di difesa aerea di fabbricazione occidentale schierati dalle forze armate ucraine per difendere queste strutture. Nella sola regione di Dnipropetrovsk sono stati distrutti quattro lanciatori del sistema SAM Patriot e un sistema radar multifunzionale AN/MPQ-65 prodotto negli Stati Uniti.

RVvoenkor

Non si è trattato di un singolo episodio, ma di una serie di attacchi che hanno messo fuori uso una vasta rete di complessi coinvolti in questo progetto.

Un video di SouthFront spiega:

Questo video contiene l’audio intercettato di ufficiali ucraini che discutono della distruzione della loro fabbrica all’inizio (purtroppo la traduzione automatica qui è relativamente scadente). Al minuto 1:50 si sente un funzionario dei servizi speciali russi che descrive l’operazione, e al minuto 3:18 le immagini satellitari reali del prima e del dopo:

Solo i BDA satellitari:

Questo in particolare era spaventoso: cosa pensi che ci fosse dentro?


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Riassumendo il summit_a cura di Marat Khairullin

Riassumendo il Summit

Editoriale

Zinderneuf16 agosto · Marat Khairullin Substack
East Calling analizza le loro previsioni e offre spunti sui risultati del vertice Trump-Putin ad Anchorage.
16 agosto
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Come avevamo ipotizzato la scorsa settimana, la Russia manterrà le proprie posizioni. E Lavrov lo ha confermato ancora una volta prima del vertice.

A Trump è stata data la possibilità di prendere le distanze dal conflitto e di dedicarsi a questioni più pratiche, che avrebbero giovato a tutti ( tranne che agli evidenti perdenti nell’UE ). Trump ha concordato con Putin sulla necessità di una pace forte e stabile in Ucraina, non di un cessate il fuoco, che contraddice la posizione europea di prolungare il conflitto a qualsiasi costo (ma meglio a spese degli Stati Uniti, ovviamente).

In generale, il principale perdente è l’UE, in quanto i suoi piani per risolvere le crisi sistemiche (siamo onesti, c’è una crisi sistemica in Occidente, ma ha colpito soprattutto l’UE, poiché anche quei paesi che sono riusciti a mantenere la loro produzione industriale sono estremamente dipendenti dalle risorse straniere). Il mercato azionario è un bel giocattolo, ma solo se si ha un’economia reale forte. L’UE, come affermiamo costantemente dal 2022, non ce l’ha. E se prima del crollo del gasdotto Nord Stream c’erano alcune possibilità per l’UE di riprendersi in qualche modo, non ne vediamo alcuna nelle circostanze attuali. L’era degli idrocarburi a basso costo iniziata con Breznev è finita e il gas, se venduto, sarà venduto al prezzo di mercato e, molto probabilmente, a condizioni piuttosto sfavorevoli. In effetti, nessuno è interessato all’UE come economia industriale, né gli Stati Uniti né la Cina. L’UE è costretta a riequilibrarsi ed è sull’orlo del fallimento, quindi può ancora acquistare alcuni beni, ma sarà privata (diciamo che è già stata privata) della possibilità di influenzare qualcosa su scala globale. Aggrapparsi a paesi come la Moldavia, l’Armenia, ecc. è un vicolo cieco e non porterà altro che ulteriori problemi all’UE.

Qui, la frattura già esistente tra le élite nazionali europee e la burocrazia dell’UE si approfondirà. Potremmo supporre che, a un certo punto, l’UE verrà decostruita e i paesi vivranno in una sorta di unione, ma molto meno regolamentata e unita. Ciò andrà a vantaggio dei singoli stati, ma solo di quelli intelligenti. In generale, pensiamo che gli europei dovrebbero essere moralmente preparati a redditi più bassi e a un livello di vita più basso in generale. Vivere a proprie spese è doloroso.

A proposito di Ucraina, funzionari russi, e più volte lo stesso Putin, hanno affermato che l’ accordo di Istanbul 2022 potrebbe rappresentare un punto di partenza per trovare una soluzione. Vorremmo qui richiamare la vostra attenzione sull’articolo 1, punto 3:

3. Ai sensi del paragrafo 1 del presente articolo, l’Ucraina, in quanto Stato permanentemente neutrale, si impegna:

a) non intraprendere attività che sarebbero contrarie allo status giuridico internazionale di neutralità permanente;

b) porre fine ai trattati e agli accordi internazionali incompatibili con la neutralità permanente;

Non dimentichiamo che l’Ucraina ha una formulazione così interessante nella Costituzione :

curando il rafforzamento della concordia civile sul suolo ucraino e confermando l’identità europea del popolo ucraino e l’irreversibilità del corso europeo ed euro-atlantico dell’Ucraina,

{Paragrafo 5 del Preambolo come modificato dalla Legge n. 2680-VIII del 7 febbraio 2019

Quindi, tenendo conto della realtà sul campo e risalendo alle cause profonde del conflitto, presumiamo che la Costituzione ucraina sarà, molto probabilmente, rivista. Non possiamo affermarlo, ma possiamo supporre. Inoltre, tornando a Minsk-2 (purtroppo, il documento è disponibile solo in russo, vedi punto 11 e nota a piè di pagina), per riassumere, si parla di decentramento dell’Ucraina. Il decentramento non è mai stato menzionato a Istanbul 2022, ma l’articolo 17 afferma:

3. A partire dalla data di consegna al depositario dei documenti sulla ratifica del presente Trattato da parte dell’Ucraina (dopo l’approvazione dello status dell’Ucraina come Stato permanentemente neutrale durante un referendum panucraino e l’introduzione di opportuni emendamenti alla Costituzione dell’Ucraina) e della maggioranza degli Stati garanti (inclusa la Russia), il presente Trattato entra in vigore per l’Ucraina e tali Stati garanti.

Possiamo quindi supporre che anche i punti sul decentramento possano essere inclusi nel referendum. Questo è solo un suggerimento, ovviamente, poiché qui entriamo nel campo delle speculazioni, che non ci piace affrontare. Ma seguendo la semplice logica, poiché una risoluzione a lungo termine del conflitto avviene sulla base di Istanbul, è comunque necessario modificare la Costituzione ucraina.

Quindi, questa è solo una mia opinione personale. Se siamo riusciti a indovinare o meno, lo scopriremo molto presto.

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Dichiarazione del Presidente Macron, del Primo Ministro Meloni, del Cancelliere Merz, del Primo Ministro Starmer, del Presidente Stubb, del Primo Ministro Tusk, del Presidente Costa, del Presidente von der Leyen

I ventriloqui in azione_Giuseppe Germinario

Questa mattina presto, il Presidente Trump ha tenuto un debriefing con noi e con il Presidente Zelenskyy dopo l’incontro con il Presidente russo in Alaska il 15 agosto 2025.

I leader hanno accolto con favore gli sforzi del Presidente Trump per fermare le uccisioni in Ucraina, porre fine alla guerra di aggressione della Russia e raggiungere una pace giusta e duratura.

Come ha detto il Presidente Trump, “non c’è accordo finché non c’è un accordo”. Come previsto dal Presidente Trump, il passo successivo deve essere quello di ulteriori colloqui con il Presidente Zelenskyy, che incontrerà presto.

Siamo anche pronti a lavorare con il Presidente Trump e il Presidente Zelenskyy per un vertice trilaterale con il sostegno dell’Europa.

È chiaro che l’Ucraina deve avere garanzie di sicurezza di ferro per difendere efficacemente la propria sovranità e integrità territoriale. Accogliamo con favore la dichiarazione del Presidente Trump secondo cui gli Stati Uniti sono pronti a fornire garanzie di sicurezza. La Coalizione dei Volenterosi è pronta a svolgere un ruolo attivo. Non dovrebbero essere poste limitazioni alle forze armate dell’Ucraina o alla sua cooperazione con Paesi terzi. La Russia non può avere un veto sul percorso dell’Ucraina verso l’UE e la NATO.

Spetterà all’Ucraina prendere decisioni sul proprio territorio. I confini internazionali non possono essere modificati con la forza.

Il nostro sostegno all’Ucraina continuerà. Siamo determinati a fare di più per mantenere l’Ucraina forte, al fine di ottenere la fine dei combattimenti e una pace giusta e duratura.

Finché le uccisioni in Ucraina continueranno, siamo pronti a mantenere la pressione sulla Russia. Continueremo a rafforzare le sanzioni e le misure economiche più ampie per fare pressione sull’economia di guerra della Russia fino a quando non ci sarà una pace giusta e duratura.

L’Ucraina può contare sulla nostra incrollabile solidarietà mentre lavoriamo per una pace che salvaguardi gli interessi vitali dell’Ucraina e dell’Europa in materia di sicurezza.

Ipocrisia, il tuo nome è Europa_di Larry C. Johnson Trump è “America First”_di Christian Whiton

Ipocrisia, il tuo nome è Europa

Larry C. Johnson17 agosto
 
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Questa immagine dice tutto. Gli Stati Uniti non hanno firmato il trattato dell’ICC… anzi, minacciano l’ICC e i suoi procuratori con sanzioni e arresti. L’Europa, al contrario, ha firmato, ma sembra pronta a ignorare le accuse legittime contro Netanyahu per il suo ruolo nel genocidio palestinese. L’Europa è diventata un pozzo nero di turpitudine.

Avete sentito le teste esplodere in tutta Europa venerdì alla conclusione del vertice tra Putin e Trump? Anni di massiccia propaganda coordinata per dipingere il presidente Putin come la reincarnazione di Adolf Hitler e Joseph Stalin sono stati demoliti dalle immagini dei due presidenti sorridenti che si scambiavano calorosi saluti e dalle dichiarazioni preparate di Vladimir Putin alla conferenza stampa conclusiva.

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Sono abbastanza sicuro che Trump sia arrivato al primo incontro con Putin in Alaska convinto di poter persuadere Vladimir – perché lui è Trump, il maestro dei negoziati – ad accettare un cessate il fuoco. Ciò che Trump non aveva previsto era che Putin fosse pronto a spiegare nei minimi dettagli le cause profonde della guerra, ovvero il rifiuto da parte di Joe Biden, nel gennaio 2022, della bozza di trattato di Putin per garantire la sicurezza della Russia e dell’Europa, e la volontà della Russia di negoziare una fine definitiva della guerra… non solo in Ucraina, ma anche con la NATO.

John Helmer ha fatto un’osservazione acuta, come solo lui sa fare, sottolineando che Trump ha cambiato il programma dell’incontro bilaterale con Putin in una riunione a tre, alla quale hanno partecipato Lavrov e Ushakov per la parte russa e Rubio e Witkoff per quella americana. Perché? Perché Trump si è reso conto che non poteva gestire Putin da solo.

Putin ha presentato di persona lo stesso accordo delineato nel suo discorso del 14 giugno 2024 ai funzionari del Ministero degli Esteri russo, ovvero il riconoscimento delle cinque ex regioni ucraine come territorio permanente della Russia, il ritiro delle forze ucraine a ovest del fiume Dnieper e l’impegno fermo a non far entrare l’Ucraina nella NATO. Pur mantenendo questa posizione come una richiesta irrinunciabile della Russia, Putin ha sottolineato la sua disponibilità a impegnarsi con Trump in un negoziato globale sulla sicurezza che, se concluso con successo, rappresenterebbe un risultato storico e consacrerebbe Donald Trump come leggendario artefice della pace. Tutto ciò che Trump deve fare è convincere gli europei. Il che, per usare un eufemismo, sarà una sfida.

Lunedì è ora previsto un nuovo giorno di frenesia mediatica frenzy. Il circo dei buffoni europeo sta caricando i bagagli e si sta dirigendo verso Washington, con Zelensky, alias il Green Goblin, al seguito. Eserciteranno un’enorme pressione su Trump affinché imponga le sanzioni devastanti che aveva minacciato di applicare alla scadenza del termine di dieci giorni, venerdì scorso. Spero che Trump abbia un po’ di spina dorsale e respinga la loro richiesta, soprattutto ora che, grazie al suo incontro con Putin, ha capito che i russi non sono preoccupati per ulteriori sanzioni, perché hanno resistito a tutto ciò che gli Stati Uniti e l’Europa hanno imposto alla Russia negli ultimi 42 mesi. Nel frattempo, la Russia continuerà la sua operazione militare in Ucraina, forte della piena convinzione che gli Stati Uniti e l’Europa non possano fare nulla per impedire l’inevitabile collasso dell’esercito ucraino.

Ecco altri tre podcast che ho registrato venerdì (ho fatto otto interviste in totale).

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Trump ha messo l’America al primo posto nel vertice di Putin

Sembra che i commentatori neoconservatori e il partito repubblicano del Congresso non abbiano ricevuto alcun promemoria su America First e MAGA.

Christian Whiton16 agosto
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Su Fox Business: Molte delle supposizioni sulla pressione economica e politica in Russia sono errate. Video:https://www.foxbusiness.com/video/6376968893112

Nonostante l’insoddisfatto clamore che la Casa Bianca non ha mai promosso e le prediche su ciò che il presidente Donald Trump “deve fare” da parte dei globalisti neoconservatori, completamente assenti nelle elezioni se non quando condannati dagli elettori, ma che appaiono in modo prominente nei notiziari via cavo e al Congresso, il vertice di Trump con il presidente russo Vladimir Putin ha segnato un discreto successo per due motivi:

In primo luogo, ha affrontato la realtà. In secondo luogo, Trump ha messo l’America al primo posto.

La copertura mediatica si è concentrata sull’incapacità di Trump di ottenere un accordo unilaterale di cessate il fuoco da Putin. Trump, in effetti, lo desiderava, e lo ha ribadito fin dalla sua vittoria elettorale. Tuttavia, ha sempre contestualizzato la questione in un obiettivo più ampio: porre fine alle uccisioni in Ucraina, il che significa porre fine alla guerra. Per riuscirci, sarebbe stato necessario un accordo globale, un concetto su cui Trump e Putin erano d’accordo.

Porre fine alla guerra è un modo per mettere l’America al primo posto, perché permetterà agli Stati Uniti di continuare a seppellire la politica estera “Europa prima di tutto” dell’ex presidente Joe Biden, imprudente perché ignorava la Cina come principale minaccia per il mondo libero e sconsiderata perché rischiava una guerra con la Russia, che possiede più armi nucleari di qualsiasi altra nazione. La politica di Biden prevedeva anche l’invio di centinaia di miliardi di dollari all’Ucraina corrotta, autoritaria e antidemocratica, in qualche modo in nome della democrazia, continuando a lasciare che i parassiti europei pagassero per la propria difesa. Porre fine alla guerra porrà anche fine all’imbarazzante rivelazione da parte della Russia del fatto che la NATO è una tigre di carta, con gli Stati Uniti e forse la Turchia come unici membri importanti.

Quanto all’iniettare realtà in situazioni irreali – un marchio di fabbrica di Donald Trump da tempo immemorabile – entrambi i leader presenti in sala si sono resi conto che la Russia sta (molto) lentamente vincendo la guerra in Ucraina. Questo è stato a malapena riportato dai media disonesti – sia quelli di destra che quelli di sinistra – ma è un dato di fatto. Nell’ultimo anno, la Russia ha pazientemente chiuso l’unica seria incursione dell’Ucraina in Russia, avvenuta nei pressi di Kursk. Più a sud, la Russia sta lentamente erodendo il territorio ucraino. Nulla indica che questa erosione si fermerà. Anzi, c’è altrettanta probabilità di un improvviso collasso ucraino, simile a quello che colpì la Germania nell’ottobre del 1918 dopo anni di stallo nella Prima Guerra Mondiale.

Prometti il tuo sostegno

Pertanto, la realtà è che la Russia è titubante nel dichiarare un cessate il fuoco mentre guadagna terreno, il che darebbe all’Ucraina più tempo per rafforzare le sue capacità difensive.

Poi c’è la realtà: molto altro di ciò che è stato detto dai globalisti non riformati, sia nei partiti del Congresso che dagli analisti dei media falchi – la maggior parte dei quali non ha alcuna esperienza con i processi decisionali di alto livello – è stato fuorviante. Tra queste affermazioni:

– Trump può facilmente schiacciare l’economia russa.

– L’economia russa è già stata schiacciata, con un’inflazione dilagante e un forte declino.

– L’economia russa è in procinto di essere schiacciata dalle sanzioni secondarie imposte ad alcuni consumatori di petrolio russo.

– Trump ha rimesso in riga l’Europa e ora sono i nostri vice, pronti a fare una sortita con risolutezza.

– Abbiamo in un certo senso l’obbligo di porre fine a questa guerra a condizioni favorevoli al governo ucraino.

– Putin è un assassino con cui non si può fare alcun accordo.

Ecco la realtà:

– Il rublo russo si è apprezzato di circa il 40% quest’anno rispetto al dollaro. A differenza degli Stati Uniti, che hanno come banchiere centrale il ” grande perdente ” Jerome Powell, la Russia ha una diligente custode della valuta, Elvira Nabiullina, al timone della sua banca. Se fosse stata di qualsiasi altra nazionalità, avrebbe vinto il Premio Nobel per l’economia.

– Quando si parla di statistiche, è importante ricordare che tutti mentono su tutto durante una guerra. Ciononostante, la Russia ha ufficialmente registrato una crescita della produzione economica del 3,6% nel 2023 e di circa il 4% nel 2024. Anche se gonfiata, questa cifra difficilmente riflette un collasso.

– L’inflazione in Russia si avvicina al 10%, un livello doloroso, ma non critico, soprattutto in una cultura che può invocare il sentimento nazionalista per sopportare sacrifici (ad esempio, la Russia). L’inflazione si è leggermente attenuata durante l’estate, consentendo a Nabiullina di tagliare i tassi di interesse da un massimo del 21% al 18%.

– La Russia esporta circa la metà del petrolio che produce e circa un terzo di queste esportazioni è destinato all’India. Queste esportazioni ammontano ad appena il 2,5% del PIL russo. Sebbene Trump abbia imposto ulteriori dazi “secondari” del 25% sull’India, portando il totale al 50%, non vi è alcuna indicazione che l’India (anch’essa di cultura moderna e nazionalista come la Russia) si adeguerà. Anche se lo facesse, la Russia potrebbe trovare altri consumatori del suo petrolio. Il principale cliente della Russia è la Cina, che consuma circa la metà delle esportazioni russe. Trump finora non è disposto a minacciare la Cina con dazi secondari, poiché punta a un accordo commerciale globale con Pechino e a un vertice di successo con il leader cinese Xi Jinping entro la fine dell’anno.

– Altre misure, come la sospensione di più entità russe dal meccanismo di trasferimento bancario SWIFT o il sequestro di denaro russo detenuto presso istituti statunitensi (ovvero, un “furto” in assenza di una dichiarazione di guerra contro la Russia), non farebbero altro che accelerare la ricerca di alternative a SWIFT e l’uso del dollaro statunitense negli scambi internazionali, anticipando la data della crisi finanziaria a causa delle difficoltà di rifinanziamento dell’ingente debito pubblico statunitense. Anche la Russia si è dimostrata resiliente a misure come queste negli ultimi tre anni e mezzo. (Vedi sopra a proposito di Elvira Nabiullina.)

– L’Europa è per lo più solo chiacchiere e il suo sistema politico è in crisi. La Germania ha parlato a lungo di una spesa extra per la difesa di 116 miliardi di dollari all’inizio della guerra. Si è rivelata una finzione. Ora parla di una spesa cinque volte superiore. Questa è una bufala tanto quanto le promesse europee di destinare il 5% della produzione nazionale alla difesa. Tutti i principali governi europei sono profondamente impopolari presso i loro elettori perché si rifiutano di abbandonare l’impresa globalista che include cose come un’immigrazione permissiva e l’attenzione alle guerre altrui invece che alle preoccupazioni interne.

– Nessuno dei falchi del partito unico che appaiono in TV e sulla stampa è in grado di definire un interesse nazionale statunitense convincente e vitale in Ucraina. Di solito non ci provano nemmeno perché non sanno come farlo.

Lunedì, il leader ucraino Volodymyr Zelensky indosserà la sua più elegante canottiera verde per apparire alla Casa Bianca. Ancora la scorsa settimana, Capitan Canottiera aveva dichiarato che il suo governo non avrebbe accettato un accordo di pace che riconoscesse il controllo russo su territori che facevano parte dell’Ucraina, inclusa la Crimea, sotto il controllo russo dal 1783 in poi.

Questa richiesta è irrealistica. Perdere le guerre ha delle conseguenze. L’Ucraina dovrà probabilmente cedere gran parte, se non tutto, del territorio controllato dalla Russia. Se Zelensky non fa marcia indietro – e la sua passata insolenza e ingratitudine verso gli americani e i ripetuti tentativi di porre fine alla carriera politica di Trump indicano che non lo farà – le opzioni di Trump sono andarsene, continuare il coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra così com’è, o segnalare all’esercito ucraino che Zelensky deve andarsene. L’ultimo passo evoca brutti ricordi, come quando gli Stati Uniti si rifiutarono di fermare il colpo di stato contro il presidente sudvietnamita Ngo Dinh Diem nel 1963 (e il suo omicidio incidentale) – una delle infinite lezioni storiche che illustrano perché non avremmo mai dovuto essere coinvolti in questa guerra in primo luogo.

Trump ha lasciato intendere che cercherà di aiutare Zelensky a vedere la realtà. Tornando a casa dall’Alaska, il presidente ha commentato: “Ora tocca davvero al presidente Zelensky farlo”.

In tutta questa vicenda, l’Europa ha svolto un ruolo profondamente inutile, soprattutto incoraggiando l’intransigenza del Capitano Undershirt. Il Primo Ministro britannico Keir Starmer, altamente impopolare, si è pavoneggiato con Trump nei giorni scorsi sul sostegno europeo all’Ucraina. Un portavoce ha dichiarato:

Il Primo Ministro ha chiarito che il nostro sostegno all’Ucraina è incrollabile: i confini internazionali non devono essere modificati con la forza e l’Ucraina deve disporre di garanzie di sicurezza solide e credibili per difendere la propria integrità territoriale, come parte di qualsiasi accordo.

Tutte queste assurdità non hanno senso con i russi. È chiaro che la forza può cambiare i confini. E una potenziale o di fatto alleanza occidentale con l’Ucraina è il motivo per cui la Russia ha invaso l’Ucraina. Anche la dichiarazione di Starmer è una triste e patetica pretesa di rilevanza. Cosa farà esattamente Londra se non complottare per convincere l’America a spendere più sangue e denaro per lei? Dovremmo riconoscere che Gran Bretagna, Francia e Germania hanno collaborato contro Trump per porre fine a questa guerra. Allo stesso modo, hanno collaborato contro Trump durante il suo primo mandato per indebolire le sanzioni statunitensi all’Iran. Gran Bretagna e Francia ci hanno trascinato in guerra in Libia, un disastro comunque. In definitiva, l’Europa pensa alle vacanze, non al futuro. Dovrebbero andare a offrire altro vino e formaggio ai turisti e occuparsi dei propri problemi.

Qui sta la vera incognita del vertice in Alaska: se Trump e i suoi luogotenenti di alto rango abbiano parlato anche con i russi del futuro dopo la guerra in Ucraina, se questa terminerà quest’estate o tra qualche anno. L’Europa si è chiaramente separata dalla Russia e non si può tornare indietro. La Russia, come l’America, ora guarda all’Asia, al Medio Oriente e all’Africa per il suo futuro. Sebbene non vi siano indicazioni che Stati Uniti e Russia cesseranno di essere avversari, i leader potrebbero intravedere una parte futura del nuovo ordine mondiale che si sta delineando.

In questo contesto, mettere l’America al primo posto significa cercare di mettere una certa distanza tra Russia e Cina e porre fine alla Corea del Nord che cerca di capire come usare i droni in guerra attraverso la pratica sul campo di battaglia in Ucraina. Mettere l’America al primo posto significa anche riconoscere l’inutilità dell’Europa e porre fine alla guerra, anziché assecondare le pretese degli ucraini.

Accadrà? Forse. Trump ha una solida reputazione nel mettere l’America al primo posto.

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Appunti del capitalista azionario di Christian Whiton

Il vertice USA-Russia è “come un incontro”, ma ciò che non si ottiene dopo il servizio fotografico non si ottiene comunque._di Shen Yi

Il vertice USA-Russia è “come un incontro”, ma ciò che non si ottiene dopo il servizio fotografico non si ottiene comunque.

Fonte: Esclusivo dell’Osservatore

16/08/2025 18:09

沈逸

Shen YiAutore

Professore, Dipartimento di Politica Internazionale, Università Fudan

[Articolo/Colonnista di Observer.com Shen Yi]

L’incontro tra Trump e Putin in Alaska ha suscitato grande interesse, con al centro il conflitto tra Russia e Ucraina: come negozieranno le due parti? Come si risolverà la guerra?

Nel 2021, subito dopo l’elezione a Presidente degli Stati Uniti, Biden si recò in Svizzera per incontrare Vladimir Putin, e in quell’occasione tutti parlavano della cosiddetta “alleanza con la Russia contro la Cina”, di cui si discuteva in modo decente. E prima degli attuali colloqui in Alaska, argomenti simili erano di nuovo nell’aria. La logica alla base di queste discussioni è un classico dilemma: come fa un topo a mettere una campana a un gatto?

Tutti possono immaginare cosa succede quando la campana viene legata al collo del gatto. Ma nella pratica della diplomazia si rimane sempre bloccati a questo punto: chi e come lega la campana al collo del gatto? Qual è il prezzo da pagare?

Guardando alle relazioni tra Stati Uniti e Russia oggi, sia che i colloqui tra Stati Uniti e Russia si svolgano nel 2014 o nel 2021, l’essenza della domanda è la stessa: quanto sono disposti a pagare gli Stati Uniti per raggiungere le loro ambizioni strategiche dichiarate? Il prezzo in questo caso non è costituito da promesse verbali, né da denaro o altri beni commerciabili, ma da terra, territorio – il valore più centrale di uno Stato sovrano.

In termini pragmatici, il controllo effettivo del territorio si ottiene principalmente con mezzi militari, almeno nella pratica delle società occidentali. Il ruolo dei mezzi pacifici diversi dalla forza – siano essi diplomatici, legali o politici – risiede nel riconoscimento del fatto compiuto dopo il raggiungimento di un controllo effettivo del territorio.

Le condizioni poste da Putin per il 2021 sono infatti molto chiare: gli Stati Uniti riconoscono la Crimea come appartenente alla Russia e agiscono di conseguenza, cioè revocando una serie di sanzioni imposte alla Russia a seguito dell’incidente. Questa logica è evidente nel quadro della giurisprudenza internazionale occidentale. Per gli Stati Uniti, tuttavia, tutti i problemi che devono affrontare riguardano una premessa fondamentale: come definire la Russia come Stato? Se la Russia viene considerata un nemico degli Stati Uniti, è improbabile che tale soluzione possa essere concordata e accettata.

Putin e Trump si stringono la mano all’aeroporto visione Cina

Nessun passo avanti su questioni fondamentali, ma l’abilità diplomatica di Putin ha la meglio

Il tema centrale di questi colloqui in Alaska è la stessa attenzione al conflitto russo-ucraino. Si ritiene che sia gli Stati Uniti che la Russia vogliano risolvere il conflitto e non vogliano che continui. Questo è vero, ma le due parti hanno ruoli, richieste, percezioni e aspettative molto diverse. La Russia è parte e partecipante diretta al conflitto e ciò che intende per “risolvere e porre fine al conflitto russo-ucraino” è essenzialmente ottenere una vittoria e raggiungere quello che Clausewitz chiamava “il punto in cui la guerra si ferma”. Questo è esattamente ciò che ho sottolineato in precedenza, ovvero che è difficile trovare un chiaro punto di arresto in questa guerra.

Quando la Russia non vuole più combattere, deve affrontare la sfida di convincere la controparte a non farlo. Che cos’è la “persuasione”? Quando la Russia ha combattuto fino a conquistare un territorio sufficiente, dice: “Ok, voglio questa terra e tu devi accettare il mio programma”. Ma su quale base?

A parte la dimensione militare, a meno che la controparte non sia militarmente ed economicamente incapace di rifiutare (cioè sia completamente esausta), può ancora essere diplomaticamente e politicamente inaccettabile, impegnarsi in un rifiuto politico e legale e permettere alla Russia di continuare a essere consumata. Se il periodo di esaurimento è sufficientemente lungo, la Russia sarà in grado di trarre maggiori benefici dall’esaurimento a lungo termine oppure, dopo un periodo di tempo sufficientemente lungo, i benefici saranno nulli o addirittura diventeranno un asset strategico negativo.

Putin sa che non si tratta di “fermarsi in tempo”, ma di “mettere il sacco nel sacco”. Vuole che gli Stati Uniti riconoscano ufficialmente il loro controllo sui territori occupati. A tal fine, è disposto a discutere la questione con Trump di persona.

Qual è dunque la merce di scambio in mano a Trump? Ciò che sembra essere chiaro al momento è il cosiddetto “programma di scambio territoriale”, che all’inizio della sua presidenza ha affermato di poter porre fine al conflitto russo-ucraino entro 24 ore con una sola telefonata. Questo programma prevede che la Russia faccia concessioni territoriali limitate nelle aree interessate (non solo in direzione di Kharkov e Sumy, ma anche di Zaporizhia e Kherson). Tra gli esempi, lo scambio del controllo delle centrali nucleari, il controllo delle dighe, ecc.

La Russia ha già stabilito che Zaporozhye e Kherson sono territorio russo attraverso il suo processo costituzionale interno, quindi non erano possibili concessioni sostanziali. Questo ha portato alla situazione che vediamo oggi: un vertice sfarzoso, cerimonioso e pieno di dettagli, ma che è stato buono per una cosa e cattivo per un’altra: i colloqui, che erano stati programmati per durare sei o sette ore, sono durati in realtà solo due ore e 47 minuti, cioè più della metà del tempo.

In secondo luogo, l’accordo originale prevedeva che le due parti inviassero una delegazione di cinque o sei persone per avere un incontro a tu per tu – Putin e Trump, più solo gli interpreti delle due parti, per un totale di quattro persone, utilizzando l’interpretazione consecutiva. Di conseguenza, all’ultimo minuto, l’uno contro uno è stato cambiato in tre contro tre (in realtà quattro contro quattro) perché gli Stati Uniti non hanno permesso a Trump di incontrare Putin da solo. Se si considerano le otto persone coinvolte nel calcolo, la durata totale è di circa 180 minuti, il tempo di parola medio per persona è di soli 20 minuti (dopo aver dedotto il tempo di interpretazione consecutiva, il tempo di parola effettivo per persona è di circa 10 minuti), in pratica solo sufficiente per elaborare le rispettive posizioni.

La conferenza stampa congiunta che è seguita è stata un po’ più caotica: Putin, come ospite, ha parlato per circa otto minuti, mentre Trump, il padrone di casa, ha parlato per poco più di tre minuti, con il primo che ha più che raddoppiato la durata del secondo. Putin ha colto l’occasione per pronunciare la posizione della Russia, segnando tutti i punti per l’occasione diplomatica, mentre da parte di Trump non c’è stata una prova generale, né sono arrivate fiches che potessero essere scambiate in modo sostanziale.

I colloqui al vertice sono culminati in una visione tre contro tre della Cina.

Putin ha mostrato iniziativa diplomatica e il controllo del ritmo si riflette in diversi dettagli, come il fatto che non si è preoccupato di andare in giro con Trump. Anche Trump si è dato da fare: c’era una piccola gara a chi tirava di più, un tappeto rosso ed elementi dell’Alaska per quanto riguarda la disposizione della sede, e B-2 e F-22 in volo. dopo l’incontro si è tenuta una conferenza stampa congiunta, ma gli accordi per il pranzo sono stati cancellati. Tra la fine della conferenza stampa e l’imbarco di Putin sull’aereo per la partenza, è stato inserito un segmento: non accompagnato da Trump, Putin si è recato da solo in un cimitero dell’Alaska che commemora i piloti sovietici caduti nella Seconda Guerra Mondiale, deponendo fiori individualmente davanti a ogni lapide e inginocchiandosi per pregare in modo cerimonioso.

Il Presidente russo Vladimir Putin depone una corona di fiori al cimitero nazionale di Fort Richardson, vicino ad Anchorage, in Alaska, negli Stati Uniti, sulla tomba dei piloti sovietici morti in Alaska durante l’addestramento o il trasporto di aerei di fabbricazione statunitense sul fronte orientale, in base al Lend-Lease Act, durante la Seconda Guerra Mondiale.

Nel complesso, il vertice non ha fatto breccia sulle questioni centrali, ma ha aperto un varco nella diplomazia dei vertici tra Stati Uniti e Russia. Da questa apertura si può chiaramente osservare che la leadership russa nelle occasioni diplomatiche, la capacità di padroneggiare, la capacità di presentare programmi e la capacità di giocare con gli Stati Uniti, ovviamente, sono molto più alte delle sue controparti americane e dei loro team, il divario è abbastanza considerevole. Questa è la conclusione che possiamo osservare direttamente.

Il secondo punto, sebbene Trump sia fortemente desideroso di promuovere la diplomazia dei vertici con Putin, ma la sua alfabetizzazione diplomatica – la percezione e la comprensione della diplomazia, se si dice che fallisce può essere troppo meschina, ma è ancora in una fase relativamente introduttiva. Sa come creare un’atmosfera, allestire il palcoscenico, mettere in evidenza la foto cerimoniale “fuori dal film”, insistere per tenere una conferenza stampa congiunta. Il suo volto si illumina di eccitazione per questi eventi grandiosi.

Tuttavia, per quanto riguarda la sostanza della diplomazia, Trump è ancora nella fase introduttiva. Resta da vedere quanto tempo avrà a disposizione nel suo secondo mandato per completare la sua “introduzione” alla diplomazia dei vertici.

Il terzo punto, in vista dei futuri vertici diplomatici tra Stati Uniti e Russia, è che Putin ha già detto che inviterà Trump a visitare Mosca. Per Trump sarà un viaggio panoramico che nessun precedente presidente degli Stati Uniti ha mai fatto. Tuttavia, non dobbiamo speculare su questo tipo di diplomazia dei vertici in base al senso comune, né trarre analogie con la diplomazia dei vertici incentrata sulla sostanza sviluppata dagli studiosi cinesi sulla base della loro profonda esperienza pratica e di ricerca. In sostanza, per Trump questo tipo di diplomazia dei vertici è più incentrata sullo scattare foto, posare per le immagini, acquisire nuove esperienze, mostrare il suo carisma personale e soddisfare il semplice desiderio di un uomo d’affari del settore immobiliare che non ha esperienza diretta in diplomazia di aspirare a grandi occasioni diplomatiche. In genere è così che funziona.

Implicazioni per le relazioni strategiche Cina-Stati Uniti-Russia

Per quanto riguarda la preoccupazione per le relazioni strategiche tra Cina, Stati Uniti e Russia, o per altri cambiamenti nell’equilibrio macro-potenziale internazionale, questo vertice può essere definito un “tale incontro”.

Dopo l’incontro, il presidente russo Vladimir Putin e il presidente statunitense Donald Trump hanno tenuto una conferenza stampa congiunta.

Da un lato, la posizione della Russia si è sempre basata su una chiara comprensione della sua posizione strategica, che è “in vendita”. Naturalmente, la Russia è anche molto chiara: in ultima analisi, sono solo gli interessi nazionali della Russia a determinare il suo comportamento e la sua posizione. Per questo motivo, Putin ha dimostrato un alto grado di flessibilità, elasticità e resilienza.

D’altra parte, la cosiddetta “riunione” del vertice, manifestata da Trump, non ha una sfera di cristallo “corruzione in magia” – alcune questioni non possono essere negoziate non è negoziata, non può essere negoziata dopo la questione di Non può essere risolto è non risolto, alcune relazioni non cambieranno è non cambiato. Possiamo mantenere la piena forza strategica e la fiducia in questo.

In terzo luogo, per quanto riguarda il conflitto russo-ucraino: le indicazioni attuali sono che il conflitto ha iniziato ad avviarsi verso una conclusione o una soluzione diplomatica. Nonostante il mancato raggiungimento di una soluzione, è stato chiaramente dimostrato l’atteggiamento degli Stati Uniti d’America, che non sono disposti a disperdersi continuando a indulgere inutilmente nel conflitto russo-ucraino. Questo atteggiamento avrà di per sé un impatto sullo sviluppo futuro del conflitto e, in particolare, influenzerà in modo significativo la percezione dell’Ucraina e dell’Europa.

Dal punto di vista della Russia, l’obiettivo è chiaramente quello di massimizzare fermamente i propri interessi, lavorando al contempo per tradurre le dinamiche favorevoli del campo di battaglia in risultati sostanziali che alla fine saranno costantemente cementati nella forma di un trattato scritto.

Le sfide di questo processo sono molte e più complesse delle soluzioni sul campo di battaglia. Francamente, la Russia non possiede ancora capacità, risorse o posizione dominante sufficienti per indurre, reprimere o consumare gli Stati Uniti ad accettare pienamente la sua offerta. Di conseguenza, in futuro potremmo vedere il conflitto russo-ucraino continuare per qualche tempo in modo non conforme alle aspettative degli Stati Uniti, dell’Ucraina o della stessa Russia. Naturalmente, la Russia potrebbe occupare una posizione tattica relativamente favorevole.

Per quanto riguarda l’Ucraina e l’UE, come durante questo vertice USA-Russia, possono solo guardare e aspettare ansiosamente da lontano, senza poter partecipare al tavolo, accettando passivamente il risultato, forse con limitati vincoli agli Stati Uniti per non svendere incondizionatamente i loro interessi.

Si tratta di un grande spettacolo geopolitico che dimostra che sia gli Stati Uniti che la Russia hanno chiari obiettivi geopolitici e che entrambi i Paesi rimangono sottopotenziati rispetto alle forze necessarie per raggiungere i rispettivi obiettivi. Trump è un presidente non convenzionale, ma non può trasformare una situazione negativa in una buona. In una telefonata tra il presidente russo e il nostro leader prima di questo incontro, la Cina ha espresso il saggio giudizio che “non esistono soluzioni semplici a problemi complessi”. Questa affermazione merita di essere ricordata e assaporata da tutte le parti.

O Yalta o la WW3-atto III_di WS

Altro illuminante commento di WS all’aggiornamento di Simplicius

Come facilmente prevedibile “Anchorage” è stata solo una “photo opportunity” dove c’è stato di sicuro un confronto “franco”, come nella migliore diplomazia di un tempo; si sono cioé poste, almeno la parte russa l’ha sicuramente fatto, le basi di una politica NON disruptiva che dovrebbe essere il principio informatore tra due potenze in grado di annichilire il mondo e se stesse.

Che sia questo realismo politico a muovere la dirigenza russa ormai non ci dovrebbero essere dubbi, sebbene permangano dubbi sulla controparte americana.

Nella fattispecie molto probabilmente Trump è mosso da uno spirito realista. Il suo MAGA non è solo un trucco acchiappavoti, come da tradizione di quella “democrazia”, ma esprime genuinamente il disagio della America “profonda” e una volontà di porvi “rimedio”; il che nella sostanza NON può non essere che quel “ salvare il capitalismo americano da se stesso” che fu di Roosevelt.

Il suo problema però è che non lo potrà fare “ alla Roosevelt”. Trump non può salvare insieme “Wall Street” e “ Main Street”, perché nella “america profonda” non c’è più un enorme esercito industriale pronto ad essere rimesso in moto.

E tanto meno lo potrà fare “come Roosevelt”, preparando e favorendo, quindi, una guerra mondiale aldilà degli oceani in cui poi entrare quando tutti i propri concorrenti geopolitici ci si saranno avviluppati in modo inestricabile.

Ho già detto chi e per quale motivo spinge per un conflitto globale; per sintetizzare, volendo risolvere l’ attuale “equazione” geopolitica in una formula, noi oggi abbiamo la seguente proporzione:

CINA: U$A = U$A: RUSSIA

laddove 90 anni fa, agli albori della WW2 , era invece:

USA: £GB=£GB : GERMANIA

Cosa era allora £GB e sono oggi gli U$A? Imperi finanziari ormai improduttivi dediti solo ad estrarre ricchezza dalle proprie “colonie” .

Cosa erano/sono USA , GERMANIA , CINA , RUSSIA? Stati nazionali in forte ripresa sotto un governo “autocratico” e qui qualcuno potrebbe obbiettare su Roosevelt “autocrate” , ma sbaglierebbe: “autocrazia” è solo la definizione di un potere incentrato su di un “uomo solo al comando” per una diretta investitura popolare e a cui le élites sono associate nel potere solo in condizione di “vassallaggio”.

Ma se i problemi di £GB e U$A sono gli stessi, contenere l’emergere geopolitico dei due termini esterni della proporzione, le circostanze non sono esattamente le stesse.

Ad esempio GERMANIA aveva un buon potenziale umano ma scarse risorse fisiche, mentre USA aveva abbondanza di entrambe. Invece oggi CINA ha un grande potenziale umano e scarse risorse fisiche mentre RUSSIA si colloca all’esatto contrario.

E qui si potrebbe estendere il modello per capire verso dove evolverà il conflitto; è evidente, però, come gli U$A di oggi non siano gli USA di ieri e che non occupano lo stesso posto nella proporzione.

Ma torniamo ad “Anchorage” e alla realtà di oggi nel caso Trump, anche sotto la spinta del suo Deep State, scegliesse la via di Roosevelt (WW). Trump non riuscirebbe nei suoi scopi strategici.

Gli U$A non sono più gli USA e non potranno più tornare a quello che erano perché il passato pregiudica sempre il futuro in quanto i Fatti hanno sempre Conseguenze che spesso non possono essere più rimosse.

Ma se “ tornare indietro” non si può, per “andare avanti” occorre una spietata presa d’atto della realtà e la capacità di ricostruire un nuovo progetto partendo appunto dalla “situazione di fatto”.

E anche questo ancora manca a Trump.

Se infatti Putin non fosse andato ad esibirsi con lui nella rappresentazione di Anchorage, Trump oggi sarebbe legato mani e piedi dal suo Deep State per uno scontro totale con la Russia; scontro di cui Trump sa bene di non aver bisogno, ma il suo Deep State si.

La domanda che già mi posi in altra occasione è infatti : perché Putin è andato ad Anchorage? E la risposta ancora è la stessa (+), anche se è evidente che ad Anchorage Putin abbia realizzato, con gravi rischi che io non gli avrei consigliato, un successo di immagine.

Successo però di cui lui, molto più attento alla realtà che alle apparenze, non aveva in realtà grande bisogno.

Al di là di tutti i simbolismi adottati, la gestione pubblica del potere deve contenere sempre “il messaggio”, dalla scelta dell’Alaska a Lavrov con la “maglietta CCCP “, il vero scopo di Putin ad Anchorage era aiutare Trump a divenire l “autocrate“ in grado di riportare gli U$A ad essere USA , non solo perché gli U$A devono rinsavire dal loro maligno “eccezionalismo”, ma anche perché, per smontare la suddetta “proporzione”, la Russia ha bisogno che tornino gli USA “che furono”.

(+) avevo scritto :

Putin è infatti un attendista , sa che per tutto occorre tempo e tutte le cose devono maturare. E se non si vuole una WW3 ci vuole una “ Yalta” e per una “Yalta” ci vuole un presidente americano autorevole e spregiudicato; per ora Trump è quanto di meglio ci sia sul mercato politico USA.

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L’incontro Putin-Trump in Alaska lascia l’Ucraina nel ghiaccio, di HG

L’incontro Putin-Trump in Alaska lascia l’Ucraina nel ghiaccio

Ad Anchorage, Putin ha insistito sul ruolo della NATO e sulle “radici” dell’Ucraina, mentre Trump ha definito i colloqui “produttivi” ma non ha proposto alcun accordo, sollevando dubbi sulle mosse successive.

16 agosto
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Perché la Russia si espande: la geopolitica della sopravvivenzaPerché la Russia si espande: la geopolitica della sopravvivenzaPaolo Aguiar·4 agostoLeggi la storia completa
Come le grandi potenze evitano la guerra: lezioni dal modello del concertoCome le grandi potenze evitano la guerra: lezioni dal modello del concertoPaolo Aguiar·12 luglioLeggi la storia completa

Borderland Brief fornisce aggiornamenti e analisi puntuali e puntuali sull’evoluzione della situazione in Ucraina e nei suoi dintorni, affrontando con chiarezza e precisione gli sviluppi militari, i cambiamenti geopolitici e gli impatti regionali.


Quello che è successo

Il 15 agosto, presso la base congiunta Elmendorf-Richardson di Anchorage, in Alaska, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin. Inizialmente, l’incontro era stato pianificato come un incontro individuale, ma è stato poi ampliato a un formato a tre. Tra i partecipanti aggiuntivi figuravano il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il consigliere presidenziale Yuri Ushakov, per la parte russa, e il segretario di Stato americano Marco Rubio e l’inviato speciale per il Medio Oriente Steve Witkoff, per la parte statunitense.

  • Dopo l’ampia discussione, Kirill Dmitriev, CEO del Fondo russo per gli investimenti diretti e riconosciuto come uno dei principali negoziatori russi, ha dichiarato che i colloqui sono andati ” straordinariamente bene “.

Dopo l’incontro, i due leader hanno tenuto una conferenza stampa congiunta. Putin ha parlato per primo, in russo .

  • Ha fatto riferimento alla vicinanza geografica dell’Alaska alla Federazione Russa e ha ricordato la cooperazione militare tra Stati Uniti e Unione Sovietica durante la Seconda guerra mondiale.
  • Ha affermato che le “cause profonde” della guerra in Ucraina sono l’espansione verso est della NATO e la discriminazione nei confronti dei russofoni in Ucraina, e ha accusato gli stati europei di tentare di indebolire i negoziati.
  • Ha ribadito la sua opinione secondo cui Russia e Ucraina condividono le “stesse radici” e ha descritto l’Ucraina come una nazione “fraterna”, in linea con i temi da lui sottolineati dal 2021, incluso nel suo saggio del luglio 2021 Sull’unità storica di russi e ucraini , che ha caratterizzato ucraini e bielorussi come parte di uno spazio storico e spirituale comune.

Trump ha poi rilasciato una dichiarazione più breve .

  • Ha descritto l’incontro come “produttivo”, osservando che le delegazioni avevano raggiunto un accordo su “molti punti”, pur essendo in disaccordo su altri, e ha confermato che non era stato raggiunto alcun accordo. Non ha specificato i punti di accordo o di disaccordo.
  • Ha affermato che avrebbe informato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e gli stati della NATO in merito alla conversazione, aggiungendo che qualsiasi accordo sull’Ucraina sarebbe “in ultima analisi dipeso da loro”.
  • Ha ribadito che eventuali accordi economici bilaterali con la Russia saranno conclusi solo dopo la fine della guerra.


Al termine della conferenza stampa, Putin si è rivolto a Trump in inglese e lo ha invitato a Mosca .

  • I leader se ne sono andati senza rispondere alle domande del pubblico.
  • Secondo quanto riferito, il pranzo previsto per seguire la riunione è stato annullato.
  • Non è stato emesso alcun comunicato congiunto, accordo o tabella di marcia.



Perché è importante

L’incontro di Anchorage è stato organizzato per dimostrare un coinvolgimento di alto livello, pur mantenendo il massimo controllo sui risultati e sulla comunicazione pubblica . La riformattazione della sessione – da una conversazione prevista solo per il leader a un incontro in piccoli gruppi con assistenti senior – insieme all’assenza di un periodo di domande e alla mancanza di risultati, indica una progettazione che privilegia la disciplina del messaggio e lo spazio di manovra del negoziatore. In un contesto del genere, l’obiettivo immediato non è finalizzare compromessi, ma testare la ricettività della controparte e modellare l’ambiente informativo per i contatti successivi.

La Russia ha sfruttato l’evento per spostare la discussione dalle contingenze sul campo di battaglia alla struttura a monte della sicurezza europea . Inquadrando l’allargamento della NATO e il trattamento riservato dall’Ucraina ai russofoni come “cause profonde” del conflitto, Mosca ha impostato l’agenda a livello di geometria dell’alleanza, basi e vincoli di forza, piuttosto che a livello di pause operative o accordi localizzati.

Questa inquadratura è in linea con una logica di sicurezza russa di lunga data, radicata nella geografia. Il nucleo russo è esposto perché il territorio a ovest e a sud è pianeggiante e aperto. Questo territorio offre scarsa protezione naturale, lasciando alla Russia uno spazio di manovra limitato e un tempo di preavviso minimo in caso di avanzata di forze ostili.

  • Da questa posizione privilegiata, se l’Ucraina fosse pienamente integrata nella NATO, le forze e gli equipaggiamenti occidentali potrebbero essere posizionati molto più vicino ai principali centri militari e industriali della Russia. Ciò ridurrebbe il tempo a disposizione della Russia per rilevare e rispondere a potenziali minacce, aumentando al contempo la concentrazione di sistemi di sorveglianza e attacco in prossimità dei suoi confini.
  • Di conseguenza, la Russia preferisce accordi che le garantiscano maggiore profondità strategica e prevedibilità. Questi includerebbero garanzie di neutralità ucraina, divieti di basi straniere e sistemi d’attacco sul territorio ucraino, e meccanismi di controllo sufficientemente solidi da sopravvivere a cambiamenti nel governo ucraino o a cambiamenti nella politica occidentale.

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L’invocazione di Putin di radici storiche comuni con l’Ucraina svolge una funzione strategica all’interno di questo quadro di sicurezza . L’affermazione non opera semplicemente come commento storico, ma come dottrina che considera l’allineamento tra Russia e Ucraina come la norma prevista per la stabilità nello spazio di sicurezza contiguo. Affermando la continuità civile e amministrativa, Mosca segnala che l’orientamento esterno dell’Ucraina non è una questione periferica, ma una variabile strettamente legata ai requisiti di difesa perimetrale e di allerta della Russia.

  • La persistenza di questi temi indica che le condizioni minime imposte dalla Russia per un accordo restano incentrate sull’allineamento e sulla progettazione delle forze dell’Ucraina, piuttosto che esclusivamente sulle linee di controllo territoriali.

La scelta di mettere in risalto la vicinanza dell’Alaska e di ricordare la cooperazione tra Stati Uniti e Unione Sovietica in tempo di guerra serve a un secondo obiettivo : normalizzare un canale bilaterale tra grandi potenze, con Washington come sede decisiva. Un formato a due potenze riduce i punti di veto, consente compromessi trasversali e consente un controllo dell’agenda più difficile da ottenere in contesti multilaterali.

L’affermazione che alcuni stati europei stiano ostacolando i negoziati funge da tattica difensiva, incoraggiando Washington a perseguire colloqui bilaterali diretti con Mosca. In base a questo accordo, gli Stati Uniti sarebbero responsabili di mantenere allineati i propri alleati in seguito, mentre la Russia si concentrerebbe sui negoziati diretti con Washington sugli accordi di sicurezza fondamentali che ritiene più importanti.

Le tattiche di comunicazione adottate durante l’incontro sono in linea con la diplomazia coercitiva basata sulla gestione del rischio .

  • L’asimmetria nel tempo di parola ha permesso alla Russia di presentare le sue narrazioni e i suoi limiti senza impegnarsi in dettagli specifici, mentre l’assenza di una sessione di domande e risposte aperta ha ridotto il rischio di impegni non programmati che avrebbero potuto limitare le opzioni future.
  • L’invito a Mosca segnala continuità nel processo e offre alla Russia vantaggi procedurali nella definizione dell’agenda e nel controllo del protocollo.

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La Russia tratta il tempo stesso come una risorsa . Il suo approccio enfatizza la capacità di resistere, di adattare la propria industria della difesa e di attendere che emergano divisioni all’interno delle coalizioni contrapposte, man mano che i loro cicli politici e di bilancio cambiano. Allo stesso tempo, Mosca cerca legami più forti con i partner non occidentali e adegua i propri sistemi commerciali e finanziari per attenuare l’impatto delle sanzioni e rafforzare le proprie opzioni di ripiego in caso di fallimento dei negoziati. Da questa prospettiva, un lungo conflitto può effettivamente aumentare le possibilità di un accordo, poiché la stanchezza tra gli oppositori della Russia potrebbe alla fine modificare il loro modo di valutare i costi e i rischi della continuazione della guerra.

Sull’asse militare, l’obiettivo operativo è la negazione piuttosto che l’assorbimento territoriale continuo : la creazione di zone cuscinetto, configurazioni demilitarizzate e limitazioni applicabili all’integrazione degli attacchi a lungo raggio. I negoziati che non riescono a integrare tali vincoli strutturali rischiano di produrre solo pause temporanee, consentendo agli avversari di ricostituirsi sotto protezioni esterne ISR e di attacco sempre più efficaci. Di conseguenza, gli esiti preferiti da Mosca combinano questioni di status politico con misure tecnico-militari concrete, garantendo che le concessioni in un ambito siano accompagnate da limiti applicabili in un altro.

La posizione degli Stati Uniti ad Anchorage ha bilanciato flessibilità e gestione dell’alleanza . Dichiarando l’incontro “produttivo” ma riconoscendo la possibilità di un “no deal”, omettendo dettagli su aree di accordo o disaccordo e impegnandosi a informare Zelensky e gli stati membri della NATO, Trump ha fatto capire che qualsiasi mossa sarà coordinata con i partner e non pregiudicherà l’operato dell’Ucraina.

La sequenza indicata – normalizzazione economica solo dopo la fine della guerra – preserva la leva economica e si allinea a un approccio che privilegia la sicurezza. Questa posizione riduce il rischio di fratture con gli alleati europei e contribuisce a preservare una posizione negoziale unitaria su sanzioni, assistenza militare e obiettivi finali accettabili.


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Il quadro strategico che emerge è di stabilità piuttosto che di svolta . La Russia continua a cercare il riconoscimento delle sensibilità dei buffer e dei limiti codificati alla penetrazione dell’alleanza nei suoi territori limitrofi, mentre gli Stati Uniti danno priorità alla coesione alleata e condizionano qualsiasi passo bilaterale a consultazioni più ampie e a cambiamenti nel contesto della sicurezza.

In queste condizioni, i vertici funzionano principalmente come segnalazione controllata e gestione narrativa . In assenza di cambiamenti nella geografia del teatro o nella coesione delle coalizioni esterne, è probabile che i round successivi riproducano la stessa logica: impegno per gestire il rischio e sondare le opportunità, unito a persistenti disaccordi strutturali sull’allineamento, la definizione delle basi e l’architettura della sicurezza europea.

Il vertice Putin-Trump: un trionfo per Putin, un disastro per i neoconservatori, di Larry C Johnson

Il vertice Putin-Trump: un trionfo per Putin, un disastro per i neoconservatori

Larry C. Johnson16 agosto
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Se guardavate i canali di “informazione” statunitensi (metto questa parola tra parentesi per enfatizzare il sarcasmo), la preparazione alla conferenza stampa è stata l’equivalente di una vergine in attesa della sua prima esperienza sessuale. Accidenti, che delusione, dopo ore di frenetica attesa, quando Putin e Trump finalmente si sono parlati. Ho scelto di guardare Fox News e non sono rimasto deluso dalla schiuma, dalla furia e dalle falsità espresse da una schiera di idioti, tra cui il generale Jack Keane e Trey Gowdy. Prima che Trump e Putin comparissero davanti alla stampa riunita, i commentatori hanno ripetutamente attaccato Putin definendolo un mostro, un assassino, un autoritario malvagio e un assassino di bambini. E i loro insulti sono stati ripresi da molti dei cosiddetti giornalisti e conduttori. È stato patetico.

Tutti coloro che hanno parlato durante la copertura di Fox News hanno anche rigurgitato la propaganda secondo cui Putin si trovava in una situazione disperata; che l’economia russa era vicina al collasso; e che l’esercito russo non stava riuscendo a sconfiggere i coraggiosi ucraini. Mia moglie pensava che stessi avendo un ictus perché urlavo contro la TV in risposta a questa stupidità.

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Quando Putin si è avvicinato al microfono e ha iniziato a parlare, il mondo neocon è imploso. Invece di un Putin mortificato che implorava Trump di dare una mano, il presidente russo ha parlato con calma, concentrandosi inizialmente sull’importanza storica dell’Alaska come ponte aereo che ha fornito alla Russia rifornimenti essenziali durante la Seconda Guerra Mondiale. Nel corso del suo intervento, Putin ha elogiato Trump per essere stato un negoziatore affidabile e per aver avviato un dialogo che prometteva relazioni normalizzate. Putin non ha ritrattato una sola posizione precedentemente presentata in merito alle richieste della Russia di porre fine alla guerra in Ucraina. Ha ribadito che il nocciolo della questione sono le cause profonde , ovvero l’espansione della NATO a est.

Trump ha piantato la punta d’argento nel cuore dei vampiri neoconservatori, che sbavavano nell’attesa di sapere che Trump aveva costretto Putin ad accettare un cessate il fuoco, perché Putin, almeno nel loro mondo delirante, era disperato e voleva un accordo. Niente affatto. Trump ha elogiato Putin e ha affermato che le loro conversazioni erano state produttive, sebbene alcune questioni rimanessero irrisolte.

Ecco un esempio della reazione delusa dei propagandisti della carta stampata:

15 agosto 2025, 19:12 ET1 ora fa

David E. Sanger

Reportage dalla base congiunta Elmendorf-Richardson

Dopo tre ore di colloqui, il presidente Trump e il presidente russo Vladimir Putin hanno dichiarato ai giornalisti di aver fatto progressi su questioni non specificate, ma non hanno fornito dettagli, non hanno risposto alle domande e, cosa più importante, non hanno annunciato alcun cessate il fuoco.

15 agosto 2025, 19:11 ET1 ora fa

Katie Rogers

In viaggio con il presidente Trump. Entrambi hanno fatto riferimento a un accordo, senza però fornirne i dettagli. Trump ha ignorato le urla su quanto accaduto e in cosa consistesse l’accordo. Quelli di noi che viaggiavano con lui sono appena stati catapultati verso l’Air Force One. Era una lunga strada da percorrere. Trump ha fatto il possibile per raggiungere l’obiettivo e se ne torna a casa a mani vuote.

15 agosto 2025, 19:10 ET1 ora fa

Maggie Haberman

Il giornalista della Casa Bianca Putin ha portato a casa dall’incontro alcune vittorie. Ha ottenuto una visita negli Stati Uniti – nientemeno che in una base militare – e ha ricevuto un caloroso benvenuto da Trump, oltre all’ennesimo rinvio delle sanzioni secondarie contro la Russia.

15 agosto 2025, 19:07 ET1 ora fa

Erica L. Green

Reporter della Casa Bianca Sebbene non sia chiaro quali accordi siano stati presi, se ce ne sono stati, Putin sta dimostrando di non voler cedere sulla sua posizione secondo cui, a prescindere da ciò che Trump dice, sta perseguendo i propri obiettivi nella guerra. Ha affermato che, sebbene Trump, che ha sottolineato i benefici economici per la Russia nel fermare l’invasione, sia interessato alla prosperità dell’America, Trump comprende anche che “la Russia ha i suoi interessi nazionali. Tra questi, anche la confisca di territori all’Ucraina”.

15 agosto 2025, 19:03 ET1 ora fa

Anatolij Kurmanaev

Mentre Putin parla della necessità di eliminare le “cause profonde” della guerra in Ucraina, usa il suo solito linguaggio abbreviato per elencare una serie di richieste che sono state categoricamente respinte dall’Ucraina e dall’Europa. Questo suggerisce che stia mantenendo la sua posizione intransigente.

15 agosto 2025, 20:09 ET6 minuti fa

Costante Méheut

Reportage da Kiev, Ucraina. Ora aspettiamo di sentire Zelensky e altri leader europei, che Trump ha detto che avrebbe chiamato per informarli del suo incontro con Putin. Ma la natura inconcludente dell’incontro suggerisce ad alcuni in Ucraina che un accordo di pace rimane altamente improbabile. “Sembra che Putin si sia guadagnato più tempo”, ha scritto sui social media Oleksiy Honcharenko, un deputato ucraino. “Non è stato concordato alcun cessate il fuoco o alcun tipo di de-escalation”.

È semplicemente esilarante vedere la stampa agitarsi e rigirare le carte. La triste verità è che l’establishment occidentale è così contaminato da un odio profondo verso Putin e la Russia da essere incapace di ascoltare davvero ciò che Putin ha detto. Kelly Anne Conway, ad esempio, si è macchiata di disonore ridicolizzando il Presidente Putin per aver menzionato l’importanza del cristianesimo ortodosso come parte della cultura russa.

Il prossimo incontro, se ci sarà, sarà a Mosca… Probabilmente a fine settembre o inizio ottobre. Prevedo che il ciclo di notizie del fine settimana sarà consumato da urla di indignazione da parte della maggior parte dei leader europei e di Zelensky e della sua squadra. Questa non è altro che frustrazione alimentata dall’impotenza.

Ecco solo il 50% dei podcast che ho realizzato oggi, con la maggior parte dei commenti incentrati su cosa aspettarsi dal summit. Includo anche una chiacchierata che ho avuto mercoledì con l’ Expat American , un cittadino della Florida emigrato in Russia, dove ora vive con la sua famiglia:

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Summit storico: uno spettacolo di pubbliche relazioni vuoto e deludente, ma comunque positivo per le relazioni, di Simplicius

Summit storico: uno spettacolo di pubbliche relazioni vuoto e deludente, ma comunque positivo per le relazioni

Simplicius 16 agosto
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Il tanto atteso vertice Trump-Putin si è svolto ad Anchorage, in Alaska:

La messa in scena caricaturale del coordinamento dell’evento è stato un altro “speciale” di Trump, tratto direttamente dal manuale del suo sogno febbrile da adolescente, con l’accatastamento di aerei da guerra come giocattoli di una scatola di fiammiferi e persino l’organizzazione di un rudimentale sorvolo di un B-2 Spirit e di un bombardiere stealth F-35 sopra la testa di Putin, proprio mentre scendeva dal corridoio preparato in fretta, come una sorta di “mossa di potere” da uomo forte.

Questo tipo di buffonata invecchia molto male: è un espediente, poco motivante e segnala alla controparte – in questo caso, Putin – che si tiene più all’immagine interna che a stabilire un clima di vero rapporto e cooperazione; in altre parole, è più una dimostrazione di spavalderia nei confronti del pubblico e della critica nazionali. Per il resto del mondo, simili esibizioni mancano di gusto e classe.

Per non parlare del fatto che Trump ha chiaramente cercato di “stuzzicare” Putin usando la tecnica geriatrica di Erdogan , ma senza successo: Putin avrebbe potuto facilmente farlo cadere dalle caviglie con un judo:

Ma veniamo al dunque: come è andato l’incontro vero e proprio?

I primi segnali reali non erano buoni, poiché giunsero notizie secondo cui un pranzo comune che si sarebbe dovuto tenere in seguito era stato interrotto e Trump era volato immediatamente a Washington, il che riecheggiava la precedente dichiarazione premonitrice di Trump, secondo cui se non si fosse raggiunto un accordo se ne sarebbe andato “in fretta” e non ci sarebbe stato un secondo incontro.

Certo, aspettate il resoconto di quanto discusso, concordato o meno, ma… il pranzo è stato annullato, così come l’intervista di Putin alla Fox. Un grande accordo consolidato di solito va nella direzione opposta. I russi non si godono il momento, come ci si aspetterebbe se ottenessero anche solo la metà di quanto si aspettavano. Traetene le conclusioni che volete.

Allo stesso modo, non è stata posta alcuna domanda alla stampa, poiché sia Putin che Trump hanno rilasciato dichiarazioni brevi e generiche, prive di qualsiasi contenuto.

Questo mi aveva portato inizialmente a supporre che l’incontro fosse stato molto più disastroso di quanto il team di Trump avesse tentato di dipingere, e che si fosse svolto più o meno come avevamo immaginato: Putin probabilmente aveva esposto la tesi secondo cui “bisogna affrontare le cause profonde”, e il team di Trump non aveva altre carte in regola. In effetti, Putin ha fatto riferimento alle “cause profonde” nel suo successivo comunicato stampa, quindi è probabile che sia andata così.

Tuttavia, nella sua successiva intervista con Hannity, Trump ha affermato che l’incontro è stato un “10 su 10” nella sua scala e che sono stati raggiunti grandi traguardi. Non ha avuto altro che parole di elogio per Putin, definendolo “forte e duro come l’inferno”:

Ma il fatto è che Trump ha continuato a dare risposte estremamente evasive, sostanzialmente evitando la domanda se si fosse ottenuto qualcosa di concreto:

HANNITY: Hai detto che c’è una questione importante su cui tu e Putin non siete d’accordo. Sei pronto a renderla pubblica?

TRUMP: No, preferirei di no. Immagino che qualcuno lo renderà pubblico e capirà la situazione.

Hannity ha addirittura citato la stessa affermazione di Trump secondo cui avrebbe capito l'”atmosfera” della sala nel giro di due minuti, e Trump ha di nuovo dato una lunga e confusa risposta.

Quindi, abbiamo il fatto che gli eventi stampa programmati sono stati interrotti e Putin e Trump se ne sono andati rapidamente dopo un incontro di sole due ore, lasciando la situazione imbarazzantemente brusca e inconcludente. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che non è stato possibile annunciare nulla di definitivo, dato che le due parti chiaramente non avevano alcun punto in comune.

Ma l’unico accenno di ottimismo è emerso nell’estratto dell’intervista di cui sopra, in cui Trump insinua che Zelensky e l’Europa debbano prendere una decisione difficile su qualcosa. Questo potrebbe indicare che l’incontro è andato più o meno come avevo previsto, quando ho affermato che lo scopo del vertice potrebbe essere quello di Trump di mettere Zelensky sotto l’autobus, mostrando al mondo che è Putin pronto a scendere a patti e scaricando l’onere su Zelensky e sull’Europa.

Il fatto che Trump non abbia mantenuto, almeno per ora, la promessa di interrompere immediatamente i rapporti con la Russia e di prevedere “gravi conseguenze” sembra implicare che, pur non ottenendo nulla, Trump stesse bluffando e non volesse usare la “mano dura” contro la Russia, preferendo invece spostare la “palla” nel campo dell’Ucraina.

Tutto sommato, continuo a pensare che l’incontro abbia rappresentato un grande passo avanti nelle relazioni tra Stati Uniti e Russia per molte altre ragioni, oltre all’Ucraina. Il semplice fatto di un dialogo aperto e di una lenta costruzione di un’amicizia ne vale decisamente la pena, dopo un periodo di assenza di dialogo e di aperta ostilità sotto governi come Biden e Obama.

Possiamo solo supporre che, dove tutto era rimasto fermo, Trump ora conosca in prima persona esattamente quali siano le richieste immutabili della Russia e debba trovare un modo per confezionarle in una forma accettabile per l’Ucraina e l’Europa. Il problema è che questo è impossibile, quindi per ora Trump è costretto a giocare a eludere le trattative e a sperare di guadagnare tempo finché la situazione sul campo non sarà più favorevole, ovvero Zelensky sarà più disperato o verrà completamente estromesso.

Ma dovremo aspettare e vedere cosa ci riserveranno le dichiarazioni future, poiché la parte russa non ha ancora rilasciato dichiarazioni definitive in merito all’incontro.

Infine, per coloro che, nel recente sondaggio, hanno votato che Trump avrebbe “rinviato la questione”, usando l’incontro come un modo per salvarsi dalla trappola delle “sanzioni” autoimposte, sembra che avessero ragione. Alla domanda se avrebbe comunque sanzionato la Russia, Trump ha risposto: “Beh, visto che l’incontro è andato così bene, non dobbiamo pensarci ora”.

Per ora un rapido aggiornamento dalla prima linea:

Dopo aver schierato diverse brigate “d’élite”, l’Ucraina ha iniziato a contrattaccare ferocemente le forze russe nell’esteso saliente a nord di Pokrovsk, le famigerate “orecchie di coniglio” dello sfondamento.

Ci sono alcune posizioni avanzate che l’Ucraina ha riconquistato proprio sulla punta delle orecchie, dove la logistica russa sarebbe stata più scarsa.

“La 93a Brigata Cold Yar ha sgomberato e preso il controllo dei villaggi di Hruzke e Vesele vicino a Dobropillia, dove si è verificato di recente un avanzamento da parte dei russi.”

Il 93° ucraino ha mostrato un video di una piattaforma robotica UGV che assaltava le posizioni russe a Vesele, dove sostenevano di aver neutralizzato diverse truppe russe e di averne catturato una:

La geolocalizzazione è la seguente:

93a Brigata Meccanica Vesele, Donetsk Un UGV ucraino con una pistola spara a una casa (0:15) 48.542753, 37.270097

Il che lo colloca esattamente qui, nel piccolo cerchio rosso qui sotto:

Quindi, l’AFU ha respinto un po’ l’avanguardia dello sfondamento russo, e lo sta salutando come un grande successo. Il problema è che, come spiegato l’ultima volta, queste unità dell’AFU sono state ritirate da altri fronti, che hanno subito iniziato a collassare in conseguenza di ciò.

Ad esempio, oggi si è verificato un grave crollo nell’area di Kupyansk, con le unità ucraine che si sono ritirate da questa vasta area di terra attorno a Petropavlovka, a est di Kupyansk:

A sud di lì, vennero conquistati altri territori sul vecchio fronte di Kreminna, a nord della foresta di Serebriansky:

Come si può vedere, è stato conquistato altro territorio a sud di Torske, che era stato catturato solo due giorni prima, e sono state inoltre effettuate ulteriori avanzate nella vicina Zarichne.

Nel frattempo, sul fronte di Mirnograd, vicino a Pokrovsk, le forze russe sono state geolocalizzate tramite un video di un cecchino ucraino e hanno preso posizione in questo settore industriale sulla strada T-0504:

Che si troverebbe sotto il cerchio rosso:

Una parola su Pokrovsk:

Pokrovsk. Scrivono che la nostra fanteria d’assalto usa la tattica delle “Tartarughe Ninja”. Durante il giorno, i soldati si nascondono nelle fogne sotto la città, tra gli alberi, nelle cantine e sotto i cofani delle auto, e escono solo di notte per attaccare il nemico.

Il nemico è confuso e non può prendere l’iniziativa, poiché non conosce il numero reale dei nostri gruppi d’assalto né la loro posizione. Le Forze Armate ucraine hanno una sola strada per ritirarsi dalla città, l’autostrada M-3 che attraversa il villaggio di Grishino. Le altre strade sono controllate dalle unità FPV dell’esercito russo.

Un esempio di un bombardamento FAB russo che colpisce le posizioni ucraine nella zona di sfondamento a nord di Pokrovsk:

FAB dell’UMPK nella zona di Shakhovo, a nord di Pokrovsk, in prima linea nella nostra offensiva

Ma queste non furono nemmeno le più grandi conquiste dell’epoca. L’onore spetta alla conquista totale di Iskra e Aleksandrograd, a sud-ovest di Pokrovsk, nel vecchio settore di Velyka Novosilka:

Grazie alle azioni offensive decisive e abili della 36a Brigata fucilieri motorizzata delle guardie della 29a Armata del gruppo truppe “Vostok” , l’insediamento di Aleksandrograd nella DPR è stato liberato!!!

Come si può vedere, la guerra prosegue a prescindere dalle apparenze politiche. Le enormi e inconciliabili divergenze radicate nelle origini della guerra possono essere risolte solo in modo cinetico.

Un paio di ultime cose:

L’attuale ambasciatore russo negli Stati Uniti, Alexander Darchiev, ha detto a Zarubin che non c’è stata alcuna svolta significativa, ma che le due parti ci stanno “provando”:

L’ambasciatore russo negli Stati Uniti Darchiev, in un’intervista rilasciata al giornalista di Russia 1 Pavel Zarubin, ha risposto a una domanda sui progressi nei negoziati: “Ci stiamo provando, ma non ci sono ancora grandi progressi”.

Secondo lui, per la normalizzazione, gli USA devono restituire i beni diplomatici russi confiscati.

Altre foto scattate dietro le quinte della cordiale interazione tra Putin e Trump “fuori campo”:

Come sempre, sulla sua pagina ufficiale della Casa Bianca, Trump ha dovuto pubblicare la frase più egocentrica, dipingendosi come un duro che punta il dito contro Putin:

Infine, in un raro momento alla fine della conferenza stampa, Putin ha invitato Trump a Mosca in inglese:


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