Stati Uniti! Elezioni e terzo incomodo, il clima di guerra Con Gianfranco Campa

Nella campagna presidenziale ormai in corso quel che avrebbe dovuto essere una reale alternativa sta calzando le vesti del terzo incomodo a salvaguardia dello statu quo; di una leadership protagonista e ostaggio di una dinamica bellicista dalle basi mai così incerte e contraddittorie all’interno stesso del proprio territorio. Biden sarà pure un patetico e grottesco incidente di percorso nel firmamento presidenziale; appare sempre più l’incarnazione, la rappresentazione fisica della condizione di un intero ceto politico. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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UN ALTRO KENNEDY NEL MIRINO DEI POTERI FORTI. LA STORIA SEMBRA RIPETERSI, di Gianfranco Campa

La candidatura alle primarie democratiche statunitensi di Bobby Kennedy rischia di sconvolgere in ogni caso i già arrischiati piani dei demo-neocon. In caso di successo anche relativo potrebbe annichilire la candidatura di Biden addirittura nelle primarie; rafforzerebbe la convinzione di quella consistente fetta di elettorato democratico, già tradita da Sanders e turlupinata dalle varie Ocasio Cortez, a disattendere la disciplina di partito e ad aderire ad un eventuale terzo partito, in caso di brogli o di sconfitta onorevole di Kennedy. Una situazione che metterebbe a grave rischio l’esito anche di candidature pesanti come quelle di Michelle Obama. Giuseppe Germinario

 

UN ALTRO KENNEDY NEL MIRINO DEI POTERI FORTI. LA STORIA SEMBRA RIPETERSI.

 

“Sono molto grato alle mie guardie del corpo che questa sera hanno individuato e bloccato un uomo armato che ha tentato, durante il mio comizio al Wilshire Ebell Theatre di Los Angeles, di accostarmi. L’uomo, che indossava due fondine a tracolla con pistole cariche e caricatori di riserva, portava con sé anche un distintivo degli U.S. Marshals e un tesserino federale nella cintura. Si è identificato come un membro della mia scorta. Gli addetti alla sicurezza si sono mossi rapidamente per isolare e trattenere l’uomo fino all’arrivo della polizia per procedere poi al suo arresto. Sono grato alla polizia di Los Angeles per la loro tempestiva risposta.

 Voglio sperare ancora che il Presidente Biden mi conceda la protezione dei servizi segreti. Nella storia sono il primo candidato alla presidenza al quale la Casa Bianca ha negato una richiesta di protezione”.

 

  • Il presidente John F. Kennedy fu assassinato il 22 novembre 1963 a Dallas, in Texas. Lee Harvey Oswald fu arrestato e accusato dell’omicidio; lo stesso Oswald fu ucciso prima di poter essere processato. Da allora le teorie su chi avesse realmente commissionato l’assassinio di Kennedy hanno proliferato, ma tutti gli elementi ci portano a credere che fu un’operazione orchestrata da quelli che oggi chiamiamo componenti dello Stato Ombra.
  • Il fratello del Presidente Kennedy, il senatore Robert F. Kennedy, fu assassinato il 5 giugno 1968 a Los Angeles, California, mentre stava facendo campagna elettorale per la presidenza. È stato ucciso da Sirhan Sirhan, un individuo con “problemi mentali.” Anche qui tutto ci fa credere che sia stata un’operazione orchestrata dai centri occulti dello Stato allo scopo di neutralizzare un altro Kennedy.

Sono passati 55 anni dall’assassinio di suo padre e Robert Kennedy Junior (RFK Jr.), meglio conosciuto come Bobby Kennedy, sembra essere diventato, come lo zio prima e il padre dopo, il bersaglio di quelle stesse entità diaboliche che hanno già colpito in precedenza la sua famiglia. La colpa di Bobby Kennedy? Presentarsi alle elezioni presidenziali sfidando Biden alle primarie democratiche, pur non avendo né il beneplacito dei vertici del partito democratico, né il sostegno dei grandi finanziatori dei politici democratici. Non solo la corsa di Bobby va contro i poteri forti e le direttive dell’establishment politico americano, ma rischia di creare una corrente “MAGA” anti establishment all’interno degli stessi Democratici. D’altronde gli ultimi sondaggi di Rasmussen ci dicono che il 33% dei democratici potrebbe votare per RFK Jr. come candidato. Un quarto degli elettori democratici è favorevole a Robert F. Kennedy Jr. e molti voterebbero per Kennedy se si candidasse come terzo partito nel 2024.

La domanda posta nel sondaggio di Rasmussen agli elettori democratici era la seguente: “Se i candidati alla nomination presidenziale democratica del 2024 fossero Joe Biden, Robert F. Kennedy Jr. e Marianne Williamson, per quale candidato voteresti?“.

Kennedy: 38%

Biden: 34%

Williamson: 4%

Qualcun altro: 14%

Indecisi: 11%

Se questi sondaggi fossero confermati, Biden sarebbe nei guai non solo alle presidenziali in un ipotetico testa a testa con Trump, ma avrebbe difficoltà enormi addirittura  alle primarie democratiche.

 

 

COSA SAPPIAMO:

Lo scorso 14 Settembre, mentre Bobby Kennedy era intento a pronunciare un discorso a Los Angeles, gli addetti alla sua sicurezza hanno bloccato un uomo armato di tutto punto e munito di distintivo federale (di seguito risultato falso.) Lo hanno trattenuto fino all’arrivo della polizia che lo ha posto in arresto.

 

PERCHÉ NESSUNA PROTEZIONE DEI SERVIZI SEGRETI?

A luglio, la Casa Bianca ha negato a Bobby Kennedy la richiesta di protezione dei servizi segreti.

“Dall’assassinio di mio padre nel 1968, i candidati alla presidenza sono protetti dai servizi segreti. Ma non io“.

Secondo il sito dei Servizi Segreti degli Stati Uniti, essi forniscono protezione ai candidati presidenziali solo a partire da 120 giorni prima delle elezioni generali, il che significa che RFK Jr. non avrebbe  diritto alla protezione fino al luglio 2024.

È importante notare, tuttavia, che a Obama è stata concessa la protezione dei Servizi Segreti all’inizio della sua campagna elettorale, la medesima modalità dello stesso Kennedy, “poiché deve fronteggiare  minacce particolari in quanto uomo di colore con una possibilità realistica di diventare Presidente“.

Tenendo conto della storia di assassinii a membri della sua famiglia, la logica ci dice che Bobby Kennedy è in pericolo quanto, se non di più  di Obama. La decisione di non dare a Kennedy la scorta richiesta  può essere solo inquadrata in un’ottica politica.

 

CHI È L’UOMO CHE HA CERCATO DI AVVICINARSI A KENNEDY ARMATO DI TUTTO PUNTO?

Come sempre non mancano le teorie complottistiche veritiere o presunte che siano.

Appena la notizia di un tentativo di possibile attentato alla sicurezza di Kennedy si è diffusa, i pochi mass media che hanno riportato la notizia dell’arresto dell’uomo armato al comizio di Kennedy, hanno attribuito l’incidente a un elemento con appartenenze ad ambienti MAGA e con problemi mentali.

In realtà l’uomo è stato identificato come Adrian Paul Aispuro (44 anni).

Appena il  giorno prima, il 13 settembre, la moglie del leader del cartello messicano di El Chapo, tale Emma Coronel Aispuro,  è stata rilasciata dalla prigione federale. “Possiamo confermare che Emma Coronel Aispuro è stata rilasciata dalla custodia del Federal Bureau of Prisons (FBOP) oggi, 13 settembre 2023“.

Non necessariamente i due eventi sono collegati o connessi; dobbiamo tuttavia tenere presente che non sarebbe la prima volta che lo Stato Ombra (servizi di intelligence) utilizza o  collabora  con vittime inconsapevoli con problemi mentali, nonché  con membri appartenenti al crimine organizzato, per compiere azioni di sabotaggio, false flag e assassini di natura politica ai danni di cittadini americani.

Se RFK Jr. fosse stato assassinato, Adrian Paul Aispuro sarebbe stato il perfetto capro espiatorio. Aispuro potrebbe anche essere imparentato con la moglie del El Chapo, anche lei una Aispuro. In cambio del suo rilascio i cartelli della droga Messicani potrebbero essere stati chiamati in causa e arruolati dallo Stato Ombra per condurre operazioni “sporche” contro nemici politici.

Altra pista da seguire, alternativa e/o complementare alla prima, sarebbe quella della manipolazione della persona con problemi psichiatrici. Al NEW YORK POST,  il fratello di Aispuro, Raymond, che lo ha accompagnato all’evento ed è stato anch’egli brevemente arrestato, ha dichiarato che l’intera faccenda è stata un malinteso e che a suo fratello, un operatore sanitario, disoccupato, era stato detto che c’era un lavoro da guardia giurata a disposizione.

Come però Aispuro sia venuto in possesso di un tesserino di membro delle Forze dell’ordine federale e chi abbia chiamato per l’offerta di “lavoro” da guardia giurata all’evento di Kennedy, non è del tutto chiaro e forse mai lo sarà.

Il 31 luglio 2023  Adrian Aispuro aveva  pubblicato su TikTok un video minaccioso e delirante nel quale la sua pistola e il suo finto distintivo da sceriffo erano in bella mostra. Possiamo supporre che un’agenzia federale (la CIA? L’FBI?)  abbia intercettato enotato quel video; il resto poi viene da sé…Certe entità federali sono  maestre di manipolazione…

Se vogliamo confermare la nostra indole  complottista la trama potrebbe essere la seguente: Lo stato Ombra arruola Adrian Aispuro (con tanto di corredo di pistole e distintivi falsi) il quale verrebbe selezionato, manipolato e conseguentemente identificato come cecchino di Kennedy. Ad assassinio di Bobby compiuto, il movente più plausibile potrebbe essere la vendetta della banda di El Chapo nei confronti degli Stati Uniti per l’incarcerazione di Emma Aispuro, oppure la stessa instabilità mentale di Adrian Aispuro come causa della “follia omicida”…Alle teorie complottistiche non c’è fine…Di Cesar Sayoc, Sirhan Sirhan e di Adrian Aispuro l’america ne è piena; lo Stato Ombra ha solo l’imbarazzo della scelta.

Allacciate le cinture di sicurezza, perché questa stagione politica si preannuncia incandescente, un giro vertiginoso sulle montagne russe delle elezioni presidenziali a stelle e strisce. E siamo solo all’inizio…

 

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