BUONI, BUONISSIMI O INTERESSATI, di Antonio de Martini

BUONI, BUONISSIMI O INTERESSATI?

Mi sento sfinito dalle lamentele dei “buonissimi” che vorrebbero aiutare i migranti, politici o economici poco importa, a casa nostra e i “buoni” che vorrebbero aiutarli ” a casa loro”, o quanto meno a casa della Merlkel.

Il compito di un governo non è praticare virtù attinenti all’etica individuale, ma fare gli interessi della collettività nazionale.

Il nostro interesse nazionale comanda che :

a) Il Mediterraneo sia in pace e protegga i commerci senza i quali l’Italia non cresce ed importa miseria.
b) Il governo mantenga l’ordine pubblico e protegga le libertà civiche consolidate da secoli di vita comune.
c) Venga preservata la concordia nazionale che sola favorisce la crescita della ricchezza.
d) I presupposti inseriti nella Costituzione vengano implementati per la parte non ancora realizzata e cambiati per quella superata dagli eventi.
e) L’Italia sia armonicamente inserita nel contesto internazionale a lei più favorevole.

Alla luce di questi fatti non contestabili, il problema dei barconi carichi di miserabili in cerca di avvenire o di salvezza, non esiste, se non sfruttando ogni opportunità per aumentare il nostro tasso di sviluppo , la nostra influenza e la nostra capacità di difesa.

L’Africa – così com’è oggi – non può sviluppare le sue immense potenzialità umane e di materie prime.
Noi, per il nostro trascurabile passato coloniale, la nostra industriosità, la vicinanza, i capitali che possiamo attrarre, siamo in pole position rispetto agli altri paesi.

Esistono piani che giacciono nei ministeri da anni ( solo miei ce ne sono ancora un paio, che ebbero anche il placet dei paesi interessati e non costavano. Anzi.) e che non vengono messi in opera.per non spiacere a questo o quello.

Alcuni di questi progetti hanno una importanza strategica sia economicamente che geopoliticamente, consentirebbero di assorbire tutta la disoccupazione italiana, qualificandola.
Consentirebbero di acquistare da tre a cinque punti di PIL e un abbassamento dei prezzi di numerosi beni di consumo alimentare.

Cosa manca ? Manca un governo capace di non farsi ipnotizzare dalle polemichette interne con cadaveri galleggianti smossi dalla corrente coi quali litigano. Manca un governo che sappia passare all’azione.

Purtroppo, quel rompicoglioni di Einaudi ha detto che per agire, bisogna conoscere e temo che avesse proprio ragione.
Come ci dice il motto medioevale sui re analfabeti,

REX IGNORANS, ASINUS CORONATUS.

EGITTO. ULTIMA FERMATA

Nessun giornale o media italiano ha trattato della costruzione della NUOVA CAPITALE d’Egitto, che si sta costruendo a 40 km a est del Cairo. Avrà 5 milioni di abitanti, decongestionerà il Cairo ( dove vivono quattro milioni di persone solo nel cimitero della città…), il suo grattacielo più alto è previsto di 400 metri.

Più tempo passa e più appare chiaro che l’Egitto si avvia a diventare la più importante potenza del Mediterraneo.
Sta arrivando a cento milioni di abitanti;
ha concluso la pace con Israele, togliendosi una spina dal piede; ha proceduto al raddoppio del traffico nel Canale di Suez che già rende oltre cinque miliardi di dollari annui in diritti di passaggio; Sta forzando i tempi di incremento del turismo e ha abolito i voucher per la benzina ai meno abbianti ed altre amenità consimili.

Vi pubblico il link a un articolo di ” El Pais” che vi da una idea di quale possa essere la posta in gioco per un paese che non si stia a rimirare il proprio ombelico o quello della signora Regeni e dei suoi sostenitori interni ed esteri. https://elpais.com/internacional/2018/06/20/actualidad/1529522191_114703.html

L’Italia è il paese preferito dagli egiziani; le scuole tecniche italiane hanno allevato almeno tre generazioni di artigiani, geometri, ragionieri ecc.
Abbiamo collaborato alla diga di Assuan, Spostato di 150 metri di quota i templi di Abu Simbel, sostenuto l’Egitto nei periodi difficili, Trovato il petrolio nelle loro acque quando nessuno ci credeva.
Nessuno sa costruire come noi. Basta un minimo di coraggio e smettere di leggere le scemenze de ” Il corriere della Sera”.

MORTE A SUEZ, di Antonio de Martini

MORTE A SUEZ

riportato da https://www.facebook.com/antonio.demartini.589/posts/1290081454470976

Sembra che, a parte la macabra contabilità, nessun media sia capace di capire come mai ci siano attacchi nel Sinai.

Non esistono rivendicazioni territoriali di indipendenza o rivendicazioni di altro genere.

La zona di El Arish – più precisamente a bir El Abed, il pozzo dello schiavo- è isolata e priva di petrolio o altri interessi strategici. Gli abitanti sono perlopiù nomadi e di origini differenti.

Eppure gli attacchi più ” cattivi” si concentrano lì e negli ultimi tre anni, sono caduti centinaia di militari egiziani, cosa non accaduta altrove. I banditi sono ben armati. Sono arrivato su ” fuori strada”; molto per dei normali nomadi.

L’attacco, lontano dal canale, a civili inermi e in preghiera nel giorno festivo ( venerdì è la loro domenica) mira a far allentare la sorveglianza al canale di Suez e far spargere i militari su un’area più vasta diminuendo così la capacità di protezione e sorveglianza della truppa su una via d’acqua che frutta all’Egitto oltre 5 miliardi di dollari annui di royalties. Per noi europei è vitale.

Da quando la Cina è diventata “il produttore del mondo” e ha avviato le sue merci verso l’Europa sulla via della seta acquatica, ( Aleppo, terminale terrestre è stato inibito per sei lunghi anni) lungo il tragitto si sono create ipoteche di ogni genere: pirati nel mare di Giava prima dello stretto di Singapore; pirati prima dello stretto di Bab El Mandeb all’entrata del mar Rosso; minacce paramilitari al canale di Suez che mirano a impedirne la manutenzione ( dragaggio a intervalli regolari per evitare che le sabbie intasino il percorso).

Se questa via, che ha restituito la centralità perduta nel seicento al Mediterraneo, dovesse chiudersi o divenire antieconomica, tornerebbero in auge incontrastati i porti del nord Europa: Amsterdam, Anversa, Rotterdam, Londra, Amburgo ( ricordate la lega anseatica?) che conoscerebbero una rinnovata prosperità .

La Grecia, che ha ceduto parte del porto del Pireo ai cinesi, è stata duramente colpita per bilanci truccati che tutti sapevano essere truccati col consenso della UE, perché fare “l’Europa senza la Grecia equivaleva a fare un fronte laico senza Pannella.” Questo dicevano all’epoca.

Un solo ostacolo sulla rotta verso il Mediterraneo è un caso. Due ostacoli fanno pensare. Tre, permettono di individuare un trend. Quattro danno la certezza di un piano.

Vogliono che il Mediterraneo torni a un ruolo secondario per consentire la continuità dello sviluppo transatlantico.

L’Unione mediterranea proposta è voluta da Sarkozy, con sede a Barcellona e responsabile italiano, è nata come sistema per imbrigliare ogni iniziativa in materia. A riprova, non hanno fatto assolutamente nulla in un decennio.

La tecnica è la stessa applicata all’ufficio per la promozione dell’Olio di Oliva installato a Madrid con a capo il fratello del ministro italiano Saccomanni, che di fatto è sempre stato gestito da olandesi a Bruxelles ( UNILEVER ha il 90% dei propri grassi di provenienza animale, balene incluse ed è la più grande multinazionale olandese) e credo che nessuno ne abbia sentito parlare.

Egemonizzano le situazioni con lungimiranza geopolitica approfittando della debolezza dei paesi mediterranei che si possono comprare assegnando loro la sede dell’ente preposto a fare gli interessi altrui, quattro posti di lavoro e due prebende.

Adesso vogliono insabbiare il canale di Suez che l’Egitto difende con le unghie e coi denti presidiandolo giorno e notte nonostante le ingenti perdite umane di cui nessuno parla.

Adesso hanno deciso di giocare la carta del massacro ( se succede in Irak se ne fregano tutti) per costringere il governo egiziano a disperdere le forze e allentare la sorveglianza sul canale in maniera da ostacolare i dragaggi.

E non sono stati i fratelli mussulmani.