Buon Anno a modo nostro dalla redazione e da TKG

Anche il 2021 è andato. Auguriamo un 2022 migliore del precedente. Sarà un anno intrigante e inquietante nel mondo; dal destino segnato, ahimé, per il nostro paese. Sappiamo però che i destini privati non coincidono necessariamente con quelli di una comunità. E’, comunque, nostro dovere e nel nostro piccolo far emergere le risorse vitali che pur esistono nel nostro paese. Come con gli auguri natalizi intendiamo affermare lo spirito che alimenta l’impegno nel nostro sito con la pubblicazione di un contributo di una figura esterna, ma ormai affezionatissima_Giuseppe Germinario

PANDEMIA DOCET, di Teodoro Klitsche de la Grange

A detta di tanti, la pandemia – ormai biennale – ha insegnato molte cose, e altrettante ne cambierà. Perciò m’intruppo anch’io in questa (folta) compagnia, onde esporre quale ammaestramento – a mio avviso – se ne può trovare.

Il pensiero prevalente a livello di comunicazione mainstream prima della pandemia trovava il proprio nocciolo duro nelle credenze che: a) il mondo viaggiasse sul binario di un progresso lineare ed irreversibile dal più povero al più ricco, dal più violento al meno violento, dal più malato al più sano (e così via) b) all’orizzonte, ma già in larga misura in atto, c’era un ordinamento sociale privo d’eccezioni e quindi puramente normativo ed essenzialmente statico.

Nell’utopismo marxista (finito) era la società senza classi; nel successivo pensiero unico (e anche debole) ha assunto forme e nomi (parzialmente) diversi, dalla “fine della storia” alla “governance globale”. Tutte accumunate dal fatto che le emergenze, in tutte le loro manifestazioni, erano sostanzialmente finite, quali stroncate (il più delle volte) dal progresso, e ridotte in altre – più limitate (dal terremoto all’incidente aereo)- dalla capacità di contenerne e ridimensionarne gli effetti negativi.

La pandemia ha mostrato il carattere illusorio, anzi affabulatorio di certe credenze: è stata l’irruzione della realtà in un mondo di favole.

Il fatto che ci sia già costata oltre cinque milioni di morti e danni enormi (economici e sociali); e perfino che abbia limitato al minimo i consumi voluttuari (con scorno delle élite), rende impossibile ricondurla alla prima o alla seconda categoria: quanto alla seconda, per le dimensioni (non è un terremoto appenninico); quanto alla prima perché è evidente che il progresso non ci protegge da certi eventi. Anzi, una verosimile spiegazione della nascita e diffusione del Covid lo ascrive ad un errore nel laboratorio di Wu-Han, costruito – si dice – per lo studio delle malattie virali. Un classico caso di eterogenesi dei fini, scriverebbe Max Weber (a non fare ipotesi più maligne).

Resta il fatto che il progresso non produce solo il bene, ma anche il male: e in ogni caso, ci aiuta, ma non elimina i rovesci della fortuna.

Uso il termine impiegato da Machiavelli nel XXV capitolo del Principe, perché il genio fiorentino contrappone alla fortuna la virtù (dei governanti). La fortuna assomiglia a un fiume che allaga e distrugge edifici e colture; ciononostante gli uomini possono limitarlo con argini e ripari “Similmente interviene della fortuna, la quale dimostra la sua potenza, dove non è ordinata virtù a resisterle: e quivi volta a sua impeti, dove ella sa che non sono fatti gli argini né ripari a tenerla”. In Italia trova una campagna senza argini, ossia manca virtù nei governanti. Cosa che non succede nella “Magna, la Spagna e la Francia”.

Ad applicarla alla situazione italiana nelle crisi di questo secolo (quella finanziaria del 2008 e la pandemica), abbiamo la conferma di quanto sosteneva il segretario fiorentino: le due crisi sono state affrontate da governanti carenti di virtù. Tant’è che la prima si è trascinata in Italia per oltre un decennio, e in Europa (in Magna….) è durata assai di meno e provocato danni inferiori.

Quanto alla seconda, per trovare una risposta organizzativa non scadente in misure da “parata” (primule, banchi a rotelle, ecc. ecc.) abbiamo dovuto cambiare governo. Non so se questo basterà. Ma qualche miglioramento sicuramente l’abbiamo visto. Resta il fatto che la pandemia ci ha insegnato che i paternostri dispensati a piene mani dalla classe dirigente erano inutili; che tale inutilità era data essenzialmente dal non comprendere che la virtù consiste nella capacità di dare una risposta efficace a situazioni improvvise; che norme e progresso servono a poco se non adatte ad affrontare l’emergenza. E che la vita non è un viaggio in treno dove comunque, senza fatica, si arriva a destinazione. Ma soprattutto che per affrontare le crisi occorre la virtù, ossia la capacità prima di prevederle e prepararsi, poi di gestirle. Cioè tutto il contrario di quanto ci hanno propinato da decenni. Non so se l’anno prossimo vedremo il capitolo XXVI del Principe, ossia il riscatto generato proprio dall’aggravarsi della crisi. Non si vede il Principe adatto, né moderno né antico; d’altra parte la stessa sorte toccò a Machiavelli e all’Italia del XVI secolo, che trovò il proprio Principe solo nel XIX.

Teodoro Klitsche de la Grange

Buon Natale da tutta la redazione

Quest’anno auguriamo il nostro Buon Natale con lo scritto di due autori esterni al sito, ma dai quali abbiamo attinto a piene mani. Rappresentano bene alcuni dei principi informatori e lo spirito che guidano faticosamente la conduzione della nostra realtà editoriale.

Andrea Zhok

Spero che un giorno guarderemo a questo periodo come un incubo superato, un periodo di follia collettiva come ogni tanto la storia riserva.
Ma in attesa di quel momento, se mai verrà, una cosa, alla vigilia del Natale più mesto di sempre, voglio dirla.
Questa vicenda, se da un lato ha distrutto molte illusioni, dall’altro ha aperto anche una dimensione umana insperata e inattesa.
Si sono scoperte affinità e solidarietà ideologicamente trasversali, si è riusciti a trovare conforto nella parola e nell’atto di persone fino a poco tempo prima sconosciute, con cui si è stabilita una connessione umana fondata su un primario senso di libertà, rispetto della persona e giustizia.
Questa connessione è “prepolitica”, o forse meglio, è originariamente politica nel senso primitivo del termine: è fiducia umana nella capacità di cooperare.
L’abbandono definitivo delle categorie politiche del passato, a partire da “destra” e “sinistra”, abbandono per alcuni maturato da tempo, ha ricevuto la definitiva consacrazione.
Il mondo che ci aspetta a valle di questo tornante della storia è un mondo politicamente da ricostruire da zero, perché del vecchio mondo non è rimasta pietra su pietra (per quanto molti non se ne siano ancora accorti).
Per quanto possibile, Buon Natale.
Pierluigi Fagan
ERMENEUTICA DEL NATALE. Com’è noto, il gatto è irresistibilmente attratto dall’albero di Natale che per lui è un semplice albero, oltretutto a portata di scalabilità. Così lo scala ma, arrivato in alto, il suo peso lo fa oscillare di qui e di là fino a farlo cadere per terra. Il gatto, infatti, non tiene conto che noi umani amiamo sradicare gli alberi per metterceli a casa a simbolo di una narrazione di mito generale, per lui l’albero è sempre ben piantato e quindi non è rischioso. Così un semplice istinto alla scalabilità dal punto di vista del gatto, per noi si trasforma in una gratuita cattiveria iconoclasta o una critica radicale al mito umano del Natale nell’ambito di una cultura occidentale che ha trasformato più antichi miti legati alle segnature stagionali.
Ieri ho sentito M. Cacciari in una intervista ripetere con sorriso sarcastico che “i fatti non esistono” come cosa ovvia e nota. A chiusura di questo secondo anno di società in pandemia, molti sono convinti che i fatti non esistono perché esistono solo le interpretazioni. Ma se qualcuno interpreta cosa sta interpretando se non ci sono i fatti e loro effetti in forma di fenomeno? Il pensiero si metterebbe in moto di suo elaborando complesse argomentazioni così, moto proprio?
I fatti esistono ma la loro natura e significato varia a seconda dell’impianto interpretativo, quello del gatto non è il nostro e viceversa. Sta il fatto che un gattone di dieci chili che arriva in cima ad un albero di Natale in precario equilibrio e senza le sue naturali radici, cade. Qualsiasi impianto interpretativo usiate.
In molte accese discussioni nel dibattito pubblico che hanno animato e suppongo continueranno ad animare i tempi che corrono, alcuni discutono la propria interpretazione contro quella dell’interlocutore, ma senza passare dai fatti. I fatti, a loro volta, sono diversamente definiti a seconda dei diversi impianti interpretativi. La faccenda è complicata, ma mi auguro che piano piano si evolva la convenzione pubblica di discutere anche animatamente le interpretazioni, includendo però il fatto pur nella sua problematica comune definizione. Il come definiamo i fatti ha conseguenze e la peggiore e non farci i conti dedicandosi solo alle interpretazioni.
E con ciò, i miei migliori auguri a lettori, lettrici e variamente dibattenti, ognuno dalla sua prospettiva, della pagina.

un augurio di buone feste da Cthulhu Morbus e da Massimo Morigi

Retracted by the News-Letter della Johns Hopkins University but available  here   (più un augurio di buone feste da Cthulhu Morbus e l’antica saggezza di Don Juan versus la moderna stoltezza di Sganarelle)

 

PRESENTAZIONE

 

Non potendo il semplice conoscente del Grande Antico, dott., prof., Conte, Duca di Romagna ecc. Massimo Morigi, licenziare per i lettori dell’ “Italia e il mondo” il suo saggio sulla dialettica dell’epigenetica, del paradigma endosimbiotico, della sintesi evoluzionista estesa e delle fantasmagorie transumaniste in tempo per le prossime imminenti festività, da Cthulhu Morbus i migliori auguri di Buon Natale 2020 e felice anno nuovo 2021 più un invito ad una attenta (per quanto umanamente possibile ai poveri mortali) lettura dei classici e degli odierni eventi (URL del download del primo documento: http://www.theatre-classique.fr/pages/pdf/MOLIERE_DOMJUAN.pdf, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20200929043219/http:/www.theatre-classique.fr/pages/pdf/MOLIERE_DOMJUAN.pdf; del secondo documento: https://www.jhunewsletter.com/article/2020/11/a-closer-look-at-u-s-deaths-due-to-covid-19, Wayback Machine; http://web.archive.org/web/20201203034001/https:/www.jhunewsletter.com/article/2020/11/a-closer-look-at-u-s-deaths-due-to-covid-19; del terzo documento https://drive.google.com/file/d/1Tnb1a8TXHj_jJCM2BDfGSriUgdn-2gec/view, Wayback Machine: http://web.archive.org/web/20201205080145/https:/drive.google.com/file/d/1Tnb1a8TXHj_jJCM2BDfGSriUgdn-2gec/view. N.B. Il terzo documento e l’URL del download dello stesso sono –  probabilmente per poco tempo ancora –  raggiungibili e archiviabili cliccando sulla parola here  del secondo documento e, inoltre, i Due amanti di Giulio Romano in ultima pagina del presente documento non fanno parte del terzo documento copiaincollato ma sono un omaggio e riconoscimento di Cthulhu alla dialetticità della realtà e una benevola sua approvazione del paradigma olistico-dialettico-espressivo-strategico-conflittuale del Repubblicanesimo Geopolitico).

Cthulhu – R’lyeh, dicembre 2020

  1. S. di qualche tempo dopo. Siccome evidentemente qualche povero demone  concorrente al Grande Antico  –  uno di quelli della vecchia guardia, per intenderci, la cui occupazione è unicamente dividere e far litigare gli uomini o, al massimo, suscitare negli annoiati sopiti istinti riproduttivi e/o scioccamente trasgressivi – impedisce di visionare attraverso “L’Italia e il mondo” il PDF che riunisce i documenti di cui si è fatto qui sopra riferimento, il documento nella sua interezza è visionabile agli URL di Internet Archive https://archive.org/details/retracted-by-the-news-letter-della-johns-hopkins-university-but-available-here.-/mode/2up  e https://ia801704.us.archive.org/11/items/retracted-by-the-news-letter-della-johns-hopkins-university-but-available-here.-/Retracted%20by%20the%20News%20Letter%20della%20Johns%20Hopkins%20University%20but%20available%20%20here.%20Cthulhu%20Morbus%2C%20Cthulhu%2C%20a%20cura%20di%20Massimo%20Morigi%2C%20%20Repubblicanesimo%20Geopolitico%2C%20Neomarxismo.pdf. Inoltre, i congelamenti Wayback Machine ci mettono talvolta un po’ di tempo per consolidarsi. Quindi la visione dei documenti che il Grande Antico ha provveduto a congelare può essere agevolmente effettuata presso gli URL di Internet Archive appena riferiti. Il dio del terrore e della follia rinnova i suoi auguri, assieme alle più sentite scuse per aver tardato a formularli.

gli auguri di Antonio de Martini

DUE ESEMPI

Il discorso di fine anno della regina Elisabetta II mi ha dato da pensare anche perché lo ha dedicato a un tema che ho trattato poco tempo fa sul post parlando degli inglesi: il Brexit li ha divisi e la divisione dei cittadini può essere l’inizio della fine se non si ferma lo scivolamento.
Noi non l’abbiamo fermato.

Il secondo pensiero è personale: la regina non si è soffermata sui dettagli del dibattito, ma sul punto strategico vitale: l’Unità dei cittadini rispetto a tutti i grandi i problemi è la cosa essenziale, tutto il resto è “ l’intendenza” direbbe De Gaulle.

L’altro esempio, a mio avviso importante, è quello del discorso di Rouhani, il premier iraniano, a commento del bilancio.

Ha annunziato un aumento generalizzato del 20% agli impiegati statali spiegandolo con il nesso tra l’unità degli iraniani e
l’aggressione economica USA.

Dopo le grandi manifestazioni contro il carovita dello scorso anno, ha detto il premier in Parlamento, gli Stati Uniti hanno pensato fosse vicino il momento del collasso e hanno denunziato l’accordo nucleare per poter riprendere le sanzioni e provocare divisione e il crollo.

Forte delle vendite petrolifere ( giunte a 2,5 milioni di barili/giorno durante la tregua) il governo ha deciso di sacrificare le riserve per far fronte all’aumento del costo della vita provocato dalle sanzioni in nome dell’unità nazionale contro l’aggressività dello straniero.

Due forme di unità dei cittadini gestite in maniera decisamente differente da parte di due paesi che sono stati grandi imperi e hanno serbato la mentalità del considerare l’essenziale.

Noi italiani – privi di una vera rappresentanza- stiamo invece accapigliandoci per giungere dove vogliono portarci: a contrarre nuovi prestiti internazionali, sabotare il processo di unificazione europea e tornare ad essere una espressione geografica divisa tra potentati economici e militari stranieri. Divisi anche nella soggezione.

Stanno usando le stesse tecniche di monitoraggio economico e condizionamento politico che hanno usato coi persiani.
Solo che noi non abbiamo riserve ne capacità di reazione.

Dovremmo chiederci tutti cosa abbiamo fatto negli ultimo mezzo secolo per perseguire L’Unità nazionale e cosa possiamo fare in futuro.

Quanto a me, smetterò da oggi di spiegare ai cittadini i risvolti della politica estera e fare proposte a governanti sordi e ciechi. È divisivo e inutile. Cercherò qualcosa di unificante e non sul web e meno che mai su facebook.

Auguro un buon anno a tutti.