Salute a tutti….sono di nuovo in azione, dopo giorni di meditazione.
Preannuncio a tutti un genere di intervento più impegnativo (dire “intellettuale” è troppo) di natura storico/filosofica : serie di riflessioni incentrate sul PIANETA RUSSIA , articolato in 4 capitoli che pubblico tra oggi e domani sotto il nome di “SONDERWEG”
In campana, mi è costato abbastanza riflessioni…consigliato per chi vorrebbe una prospettiva di analisi un po più ampia rispetto al bollettino di guerra usuale.
Noi non capiamo loro. Loro non capiscono noi. Cose tanto piccole da sfuggire o viceversa tanto immense da non poter essere inquadrate, per la ragione opposta.
Troppo lontani e troppo vicini, irrecuperabile la giusta distanza per stabilire qualcosa di nitido nel campo visivo (nella comprensione cioè) : le linee si confondono, tutto diventa indistinto e in quella nebbia…..ognuno, traverso il proprio prisma, vede solo la superficie di quanto viene mostrato, o peggio gli si materializza cosa desidera. Siamo come in mezzo al mare, privi degli strumenti per stabilire coordinate di quanto si vede o decrittare correttamente i messaggi che ci pervengono dal mondo esterno : la mancanza di questi strumenti di navigazione ci rende ciechi (convinti di vedere) e pertanto è da qui che occorre partire. Prima di partire vorrei quindi proporne due : “SONDERWEG” e “EXCEPTIONALISM”, rispettivamente A – B.
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A – “Sentiero speciale” o sonderweg : è il significato della parola scelta per titolo.
Può rendersi in tanti altri modi (“cammino separato”, “via distinta”, etc.), ma in generale è finalizzata ad esprimere il concetto di un percorso storico a parte per un determinato popolo. L’espressione si riferisce a un modo di pensare che attecchisce nel corso del secolo XIX nella cornice del nascente stato pan tedesco, soprattutto tra le sue elite aristocratiche e borghesi, diventando parte centrale del discorso politico conservatore e tedesco in generale di un’epoca : l’idea terrà banco, come si dice, per oltre un secolo, accompagnando il paese per una lunga finestra di tempo a cavallo tra il XIX e XX secolo cioè da prima della sua unità nazionale legale, per arrivare al suo apogeo nazionalistico e quindi declino a seguito dei conflitti mondiali che ne determinano il disfacimento. In realtà anche dopo il ridimensionamento dello stato tedesco post bellico che ne vede la scomparsa dall’arena del gioco delle grandi potenze, il concetto viene ancora una volta ripreso nella sfera intellettuale – inquadrato a posteriori sotto il termine “Sonderweg” – , stavolta finalizzato a intense riflessioni sul passato dello stato germanico, suo presente e futuro.
Cosa si intende per percorso separato o cammino speciale ? Una traiettoria storica di sviluppo che non ha a che fare con il mainstream delle altre nazionalità circostanti (che nel caso tedesco significa l’ensemble degli stati europei occidentali, cui si aggiungerà il nord America anglosassone il quale poi a sua volta ne diverrà l’epicentro nell’ultimo secolo trascorso : “occidente” come lo si intende oggi). Lo stato tedesco delle origini – non la democrazia liberale odierna, ma la Germania prussiana estintasi con l’ultimo conflitto mondiale – malgrado per potenza e prestigio si collocasse allo zenit del vecchio continente, recava in sé la singolare tendenza a non omologarsi completamente con l’occidente di cui nominalmente faceva indubitabilmente parte : l’evoluzione sociopolitica prussiana – cuore della statalità germanica – tanto si distanziava dall’oriente slavo (quest’ultimo sì ritenuto estraneo agli occidentali) quanto dall’occidente atlantico e coloniale. C’è senz’altro del vero in questo considerando come veniva definito lo stato prussiano del tempo (“Non uno stato dotato di un esercito, bensì esercito dotato di uno stato”) : la Prussia, forte della propria tradizione storica e dilatata territorialmente sino a formare uno stato imperiale pan germanico, si lancia alla conquista del mondo , senza potere (né tantomeno volere) risolvere l’intima anomalia di non appartenere del tutto a nessuna delle due dimensioni politiche e morali (OVEST-EST) riconosciute dal pensiero politico/filosofico coevo.
Una TERZA VIA si dirà, sempre a ragione, imprevedibile ed irripetibile, unica nel suo genere : la parabola storica tedesca nel tempo si rivelerà, come ben sappiamo, oltremodo infelice. Il concetto di fondo tuttavia resta attuale poiché a prescindere dal suo contesto di origine, esso è potenzialmente universale, potendo teoricamente applicarsi a qualsiasi altro stato, etnia, o gruppo umano o società (o persino al singolo individuo, su scala atomistica) il quale riconosca sé stesso come separato e distinto rispetto al proprio ambiente di teorica appartenenza. NON necessariamente un sonderweg comporta l’aggressione nei confronti di stati vicini, precisiamo : sebbene il concetto abbia costituito l’essenza del nazionalismo germanico, ogni contesto nazionale è un caso a parte, non esattamente comparabile. Un cammino speciale può intendersi anche come volontà conservativa e quindi DIFENSIVA di una specificità senza necessariamente passare all’aggessione (benchè in fin dei conti il concetto di difesa e quanto possa estendersi sia un’enigma)
Dovrebbe riguardarci questo verboso prologo di filosofia politica ? Purtroppo sì, perché in fondo è tutto. Il codice d’accesso all’enigma cui Vladimir Putin pone il mondo intero, si colloca nell’inafferrabile spazio che il “sentiero distinto” spiana di fronte a sé. L’unica chiave di lettura che possa condurci a una visione globale del fenomeno.
B – “Exceptionalism” ossia “eccezionalismo” : termine coniato dalla politologia contemporanea per indicare il credo nel fondamento non ordinario di un determinato stato nazionale che è espressione diretta di identità. Il concetto in sé può applicarsi anche a molte altre forme di aggregazione umana (qualsiasi in teoria), ma è nella sfera politologica che trova il suo utilizzo più diffuso e la ragione è naturale : maggiore è l’ampiezza e la profondità di un patto tra persone, maggiore sarà la solennità, che vi si vorrà attribuire. Essendo lo STATO, la massima forma di unione tra persone – riunite in tale alveo sotto denominazione giuridica di “cittadini” – è dunque il soggetto più idoneo a processi di sacralizzazione : altrimenti non può essere, considerato la potestà legale che vanta nei confronti del proprio contraenti (cioè la propria cittadinanza sulla quale esercita autorità giudiziaria e conseguente monopolio della forza), un potere che va giustificato con accorto ausilio di logica e psicologia. La questione della legittimità e del prestigio è fondamentale tanto nella politica interna, quanto in quella esterna ovvero agli occhi di popoli e governanti stranieri.
La civiltà giuridica ha visto dall’antichità fino all’ultimo secolo un trend costante, quello della “sfida intellettuale” tra gli stati – in primis quelli più grandi e potenti – finalizzata a darsi un maggiore spessore morale nell’arena geopolitica, ancor prima di venire alle armi sul campo : formule, rituali, appellativi e titoli magniloquenti, sfarzo, araldica e tutto quello di cui ci hanno informato i manuali sin dai banchi di scuola.
La necessità di fondamento morale è direttamente proporzionale all’ambizione della macchina (stato) in questione. Chi pretende di agire al di fuori degli schemi e dei limiti nel gruppo dei pari ha bisogno di motivazioni di ordine superiore : solo questo può conferire un diritto superiore che autorizzi forza ed affermazione.
Nell’età premoderna l’elemento della fede (monoteismi abramitici per Europa e vicino oriente) è poderoso, sebbene tenda poi a ridimensionarsi gradualmente dalla prima età moderna in avanti – con l’affermarsi degli stati centralizzati e quindi una nazionalizzazione del principio di legittimità – fino ai prodromi di quella contemporanea che coincide con la rivoluzione francese. Tralasciando l’analisi di ere remote e difficilmente comparabili e focalizzandoci invece sulla finestra cronologica bisecolare (1800-2000) che genera le strutture della società come la conosciamo oggi, possiamo individuare nella FRANCIA del 1789 il primo grande esempio di eccezionalismo : il vulcano di furore rivoluzionario della repubblica e i suoi ideali per la società a venire è la SORGENTE prima del fenomeno di cui parliamo. La Germania nazista è un altro esempio più prossimo e noi e fin troppo noto, tanto quanto l’esperimento socialista nella Russia bolscevica.
Gli STATI UNITI D’AMERICA costituiscono il maggiore modello tuttora esistente : del tutto analogo al caso francese (le due rivoluzioni nazionali sono cronologicamente molto vicine nell’ultimo ¼ del XVIII sec.), ne condivide in sostanza la carica messianica e universale di fede nel progresso e nella libertà (il proprio modello del concetto), ma pervasa di uno spirito protestante/puritano di fondo che rimedia alla frattura con la fede dei rivoluzionari francesi. Forse non ci si rende del tutto conto che lo stato a stelle e strisce è costituzionalmente il medesimo di allora, malgrado secoli di rivoluzione materiale e progresso sociale : a differenza dello stato francese, il cui status “eccezionale” verrà materialmente e psicologicamente ridimensionato da innumerevoli guerre contro i potenti vicini europei (la Francia degli ultimi 100 anni è sì una potenza, ma non più una superpotenza ), quello statunitense nel suo isolamento transoceanico non conosce sconfitta militare o umiliazione e ha continuato la propria evoluzione per conto proprio senza subire nessun reale trauma o confronto diretto (invasioni) che lo relativizzi. Questo è un elemento importante che si prega ti tenere a mente.
Significa in parole semplici che mentre l’ideale universale francese è oramai storia dei manuali (un vulcano spento), quello americano è arrivato al XXI secolo ancora attivo.
In ultima istanza l’eccezionalismo è strettamente correlato al Sonderweg : ne è la linfa vitale la ragione d’essere. Maggiore è la dose di eccezionalità che uno stato si convince di avere, maggiore sarà fondata l’esistenza di un cammino separato che lo caratterizzi dagli altri.
Ha senso questo lungo excursus sulla dimensione morale degli stati per capire la situazione attuale ? Assolutamente.
Entrambe le coordinate descritte sono parte indelebile della civilizzazione russa che andremo ad analizzare per coglierne il senso di fondo.