Stati Uniti, enigmi strategici_conversazione con Gianfranco Campa

Biden ha annunciato il ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan dopo vent’anni di ostilità. Trump cacciato dalla porta, ma che entra dalla finestra. Per un fronte che dovrebbe chiudersi, se ne riaprono almeno due ancora più pericolosi. Intanto opzioni che durante la guerra fredda erano un tabù, strumenti di deterrenza con un semplice tweet appaiono ora fruibili con agghiacciante indifferenza. Ma negli States chi detiene il controllo delle leve?Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti, un leader evanescente_con Gianfranco Campa

Gli Stati Uniti devono risolvere entro pochi mesi un problema imbarazzante di leadership. Hanno un presidente sempre più evanescente e sempre meno presente non solo nelle grandi decisioni ma anche nella gestione degli affari quotidiani. La conduzione politica si sa che è un affare soprattutto di centri decisionali che agiscono preferibilmente nell’ombra. Solo nei momenti di crisi acuta sono costretti ad emergere; lo si è visto nei quattro anni di presidenza Trump. Non disporre però di figure adeguate in grado di gestire la scena, di mantenere la rete di relazioni e di costruire una immagine del potere sufficiente a giustificare le scelte può creare seri problemi di coesione, credibilità e legittimità in una situazione già di per sè complessa, contraddittoria e frammentata. Una situazione di stallo ma con problemi che rischiano di saltare tra le mani. Tempo di forzature e provocazioni. L’Europa si preannuncia un campo di azione ideale, a cominciare da est_Giuseppe Germinario

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Stati Uniti tra il dire e il fare_ ne parliamo con Gianfranco Campa

Non è una novità che tra le dichiarazioni elettorali, le intenzioni e i comportamenti politici reali non ci sia, per usare un eufemismo, esatta corrispondenza. Con l’amministrazione Biden l’incertezza e la contraddittorietà stanno assumendo una caratteristica più inquietante. Non è ormai solo mera tattica elettorale. Sempre meno uno scontro politico aspro ma aperto, caratteristico della presidenza Trump, sempre più un confronto sordo tra centri di potere poco coordinati e scarsamente concordi. Frutto di una situazione geopolitica complessa che vede la partecipazione di un numero sempre più folto di protagonisti e di uno squilibrio della formazione sociale statunitense difficilmente ricomponibile. Un disorientamento che rischierà di accentuare ulteriormente le tendenze centrifughe dal centro egemonico e la formazione di più poli geopolitici attrattivi in competizione sempre più evidente. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti, una transizione prematura_con Gianfranco Campa

Biden, appena insediato, ha già intrapreso la via del declino e dell’abbandono. Un itinerario probabilmente previsto dall’establishment che lo ha proposto e sostenuto con tutti i mezzi, leciti e opachi; previsto, ma non con l’accelerazione che sta prendendo. Man mano che si profila il cambio della guardia viene sempre più alla luce il vero detentore delle redini del Partito Democratico e il tramite dei centri di potere impegnati a gestire questa fase storica così critica per gli Stati Uniti, Barak Obama. Un vincitore sì, ma sulle ceneri di una battaglia politica rovinosa e delegittimante e con un avversario tutt’altro che debellato. La situazione ideale per iniziative e colpi di mano fuori controllo_Giuseppe Germinario

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USA news: chi il gatto e chi il topo_con Gianfranco Campa

Gli Stati Uniti somigliano ad un naviglio dalle troppe falle. Quando si è pensato di aver cancellato l’anomalia di Trump e di aver rattoppato lo scafo, una nuova falla si apre ad imbarcare altra acqua. Si chiude al centro, ma si riapre la ferita nella periferia. Intanto si cerca di risolvere alle mancanze di un sistema elettorale a dir poco creativo nello spoglio e nella certificazione dei dati istituzionalizzando le procedure discutibili ormai emerse alla luce del sole_ Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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L’identità nazionale compromessa_con Gianfranco Campa

I giri di valzer si susseguono vorticosi; persone apparentemente affidabili si stanno rivelando quantomeno incapaci di sostenere la pressione e mantenere un minimo di coerenza; gli strali partono da più fronti ma stanno convergendo tutti su Donald Trump. Non è stato possibile sconfiggerlo politicamente, lo si dovrà azzoppare in qualche modo. E’ iniziata una campagna che punta a criminalizzare un intero movimento. In pratica la metà del paese. E’ il nemico interno da additare al pubblico ludibrio. A differenza di dieci anni fa, però, gli inquisitori sono poco credibili; hanno il controllo pressoché esclusivo delle leve di potere, ma non il consenso maggioritario e la credibilità necessari. La stessa alleanza che ha portato all’insediamento di Biden, costruita così faticosamente rischia di scricchiolare in qualsiasi momento e di perdere prima del previsto il leader ologramma che hanno appena insediato. Le linee di frattura sono numerose: quella innanzitutto tra i detentori storici delle leve e la componente radicale; quella tra l’ambientalismo e i produttori, accentuata per altro dalla fretta che impedisce alla industria e all’artigianato statunitense di adeguarsi; quella tra l’interventismo militare strisciante e il pacifismo. Ma siamo solo all’inizio. Buon ascolto_Giuseppe Germinario

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Negli States il diavolo e la pentola!…..ma il coperchio?_ con Gianfranco Campa

Negli States la preda pare sempre sul punto di rimanere intrappolata, ma ancora una volta riesce a farsi beffe dei cacciatori. Questo perchè i cacciatori sembrano prescindere dal contesto politico-economico nel quale si muove Trump; forse mancano ancora degli strumenti e delle capacità necessarie ad elaborare e costruire un progetto politico che riesca in primo luogo a legittimarli e renderli credibili. Proseguono a tentoni, ma così possono sperare solo in qualche colpo fortunato. Sembra una storia senza fine, ma solo fino a quando il movimento avverso non riuscirà ad esprimere una nuova e più solida leadership. E’ probabilmente il vero obbiettivo che sta attualmente perseguendo Trump. Sarà quello l’inizio vero della fine di questa farsa sempre più grottesca. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Spigolature inquietanti dal centro dell’impero_con Gianfranco Campa

I preparativi per la grande ritorsione proseguono. Dal punto di vista della comunicazione la procedura di impeachement a carico di Trump volge a favore degli inquisitori. La difesa è impostata esclusivamente sul piano giuridico e della correttezza costituzionale. Su questa base probabilmente non riusciranno a incriminare Trump, nè probabilmente mirano realmente a questo obbiettivo. L’importante è creare un clima ed una area di consenso sufficiente a giustificare una pesante e selettiva azione di repressione e di controllo totalitario della società. Per questa posta in palio i giochi sono ancora aperti, ma sembrano volgere a favore dei Torquemada. Si utilizza la tecnica della persuasione, ma non si disdegna il pesante avvertimento. L’articolo apparso su “Time” https://time.com/5936036/secret-2020-election-campaign/ e ampiamente commentato da Campa è l’esempio più lampante e sottile. Serve a ribadire chi detiene realmente il controllo delle leve di potere e di influenza._Giuseppe Germinario

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la battaglia prosegue, con Gianfranco Campa

La procedura di impeachement prosegue, ma il bersaglio non è più soltanto Trump. Si prepara il terreno ad una colossale epurazione e alla criminalizzazione di un movimento. Non sarà facile perseguirlo. Nel frattempo proseguono le fibrillazioni nel partito repubblicano. Si cerca di riproporre in politica estera le stesse dinamiche e gli stessi sistemi con gli stessi personaggi di cinque anni fa. La disposizione delle forze in campo è però profondamente mutata; la consistenza anche. Si comincia dal Myanmar, si proseguirà in Siria e in Europa. Buon ascolto_Giuseppe Germinario

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L’impossibile ritorno al passato, con Gianfranco Campa

Più che un ritorno al passato, le velleità restauratrici di una classe dirigente americana assediata e senza bussola. Più che ordine, confusione dove i colpi di mano disordinati dei vari centri di potere sembrano prevalere su ogni disegno. Man mano che Biden esibisce i propri campioni destinati ad occupare le caselle fondamentali del proprio staff, diventa evidente la fonte di ispirazione del suo mandato. Il problema sarà nella capacità di sintesi di quegli interessi e di quelle ambizioni_Giuseppe Germinario

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