Investitura e legittimazione di Mario Draghi, di Roberto Buffagni

Roberto Buffagni:
<Investitura e legittimazione di Mario Draghi, brevissima nota.
In superficie, l’investitura e la legittimazione di Mario Draghi provengono dalla sua competenza tecnico-operativa, che viene messa in risalto dalla simmetrica e conclamata incompetenza del ceto politico italiano, che per l’ennesima volta si è fatto sfilare la patente da un banchiere. Sotto la superficie, però, l’investitura e la legittimazione di Mario Draghi sono sacrali, regali e sacerdotali insieme. Perché Mario Draghi è stato il banchiere centrale UE, ossia colui che conferiva legalità al denaro (funzione regale) e insieme colui che lo creava (funzione sacerdotale, analoga alla Transustanziazione delle specie eucaristiche). Mi spiego meglio. Nelle società tradizionali, il denaro ha valore intrinseco (oro, argento, beni preziosi in genere) e la funzione regale si esprime nel conio della moneta, che le conferisce legalità. Ma nella nostra società, il denaro non ha alcun valore intrinseco: consiste in biglietti di banca (forma residuale) e soprattutto in accrediti e addebiti elettronici, pure scritture contabili. Nelle nostra società, insomma, il denaro è moneta fiduciaria, ossia puro segno che acquisisce valore per il solo fatto che i prenditori glielo attribuiscono “sulla fiducia”, ossia “per pura fede” (“sola fides”, il presupposto della Riforma luterana). La fiducia e la fede però sono cose serie, e vanno garantite da qualcuno. Il qualcuno che le garantisce, in questo caso il banchiere centrale che transustanzia una pura scrittura elettronica nella moneta a corso legale che consente a tutti di vivere la vita quotidiana, assume by stealth la funzione sacerdotale. E sia detto per inciso, è questa funzione sacerdotale che lo qualifica a richiedere e celebrare “i sacrifici” che vengono regolarmente richiesti alle popolazioni dalle istituzioni economiche e politiche, che oggi risulta difficile distinguere.
Funzione regale e funzione sacerdotale implicano ovviamente una legittimazione incompatibile con la legittimazione oggi ufficialmente rivendicata da tutti i regimi politici occidentali, ossia “la volontà del popolo” (la democrazia a suffragio universale).>