L’Occidente mangerà se stesso?_ di Aurelien

L’Occidente mangerà se stesso?
Sì. I derivati sono in discesa.

AURELIEN
5 LUGLIO 2023
Qualche settimana fa ho pubblicato un saggio sulla politica estrattiva che ha suscitato un certo interesse. In esso sostenevo che il modello estrattivo dell’attività economica moderna – la finanziarizzazione, l’asset-stripping, i derivati e così via – si era ora esteso ad altri settori, in particolare alla politica. L’idea di ottenere effettivamente qualcosa è stata sostituita dall’estrazione dei massimi vantaggi politici e finanziari da una determinata situazione.

In genere, inizio a scrivere questi saggi con in testa solo un’idea approssimativa di ciò che voglio dire, e quindi spesso mi vengono in mente idee per le quali non ho spazio, ma sulle quali voglio tornare in seguito. Mentre terminavo il saggio, ho guardato il conteggio delle parole e mi sono reso conto che c’era molto altro da dire, ma non c’era lo spazio per farlo, così ho deciso di ritornarci in seguito. Da qui questo saggio.

In effetti, la mentalità estrattiva è oggi la norma ovunque, e non può essere una coincidenza. In genere è caratterizzata da tre elementi. Il primo è l’abbandono di idee genuine di progresso, o anche di qualcosa di veramente nuovo. Al contrario, si assiste alla disperazione, al nichilismo e all’incolpazione competitiva degli altri. In secondo luogo, e come conseguenza, la promozione di novità banali e transitorie come se fossero veri e propri cambiamenti e miglioramenti. Terzo, l’estrazione compulsiva del passato, non come ispirazione o emulazione, ma semplicemente come materia prima da trasformare in qualcosa di vendibile o in qualcosa da cui trarre vantaggio politico. La nostra società sta quindi essenzialmente consumando se stessa.

Notate che ho detto “la nostra società” perché non credo che questo sia un problema della razza umana nel suo complesso. È un problema delle società moderne, occidentali e liberali, e ci sono stati segnali di questo fenomeno (anche se ampiamente ignorati) da un secolo a questa parte. Al contrario, le società di tutto il mondo che non hanno questo problema, o che lo hanno in misura minore (spesso quelli che chiamiamo “Stati civili”) sono oggetto del nostro odio e della nostra inimicizia perché sembrano fare cose nuove e progredire davvero, mentre noi facciamo a gara per incolparci a vicenda della nostra inerzia e della nostra incapacità di fare le cose.

Propongo quindi di fare un numero sufficiente di esempi di comportamento estrattivo per stabilire il punto, per poi fare riferimento a due (e fugacemente a un terzo) autori che credo ci aiutino a capire meglio cosa sta succedendo. I due pensatori principali che voglio invocare sono lo scrittore svizzero-tedesco (relativamente oscuro) Jean Gebser e lo scrittore britannico Ian McGilchrist. Vorrei anche fare un breve riferimento al defunto Julian Jaynes e alle sue teorie sulla rottura della mente bicamerale. Se non avete mai sentito parlare di questi autori, non preoccupatevi: non ho la competenza per discuterne in dettaglio. Voglio solo usare un paio di loro idee come trampolino di lancio per un po’ di teorizzazione personale.

Cominciamo con l’economia. Quando insegnavo economia, molto tempo fa, si riteneva che l’attività economica riguardasse la produzione. Mi è stato insegnato che un uomo d’affari prendeva in prestito denaro o vendeva azioni per raccogliere capitali per costruire una fabbrica, dando così lavoro e soddisfacendo le esigenze dei clienti, e quindi guadagnando profitti. Forse si trattava di una caricatura, ma rifletteva l’assunto generale dell’epoca secondo cui l’attività economica era finalizzata a qualcosa e doveva portare da qualche parte. Ed è certamente vero che la mia giovinezza era piena di storie sulla ricostruzione dopo la guerra, sulla costruzione di nuove case, di autostrade e treni ad alta velocità, sullo sviluppo dell’industria aerospaziale e dei programmi spaziali. Le banche erano luoghi noiosi e rispettabili, e c’era una cosa chiamata Borsa, dove spesso andavano i figli poco dotati dell’alta borghesia.

Ma tutto questo era sostenuto – in molti casi in modo esplicito – da una speranza e da un interesse per il futuro, e dalla convinzione che con l’impegno fosse possibile continuare a creare una società migliore. L’investimento, nel senso delle mie lezioni di economia, era quindi naturale e necessario. Ma quando non si crede più nel futuro, tutto ciò che si può fare è trovare il modo di monetizzare il presente e il passato, il che ha portato alla finanziarizzazione di tutto e all’ascesa dell’industria del patrimonio. E lo sminuzzamento del passato ha i suoi limiti: se ci sono segnali di una tendenza redditizia verso la nostalgia degli anni Novanta, non li ho ancora visti.

Per molti versi, quindi, l’economia di mercato liberale sta mangiando se stessa. Il liberalismo è sempre stato ostile al settore manifatturiero (gli operai in camice marrone) e i sospiri di sollievo del Tesoro negli anni Ottanta, mentre l’industria britannica affondava sotto le onde, erano chiaramente udibili. Ma il processo di decostruzione (di questo si tratta) deve fermarsi da qualche parte, semplicemente perché non ci sarà più nulla da decostruire, nulla da finanziarizzare. Siamo già preziosamente vicini a quel punto, e i due shock di Covid e della guerra in Ucraina hanno fatto capire alla gente che è troppo tardi per fare marcia indietro.

Ma, direte voi, questo è solo un settore, ed è una serie di errori catastrofici e scellerati. Non può essere così dappertutto. Ebbene, prendete l’esempio più lontano che vi viene in mente. Che ne dite della filosofia? Come ho sostenuto altrove, l’esistenzialismo sartriano rappresenta l’ultima scuola filosofica che ha preteso di affrontare questioni serie che interessano la gente comune. I filosofi in senso tradizionale esistono ancora oggi, ma lavorano in aree molto ristrette e tecniche e generalmente scrivono per altri filosofi. In effetti, oggi il filosofo medio scrive su altri filosofi, per altri filosofi e per gli studenti di filosofia che diventeranno filosofi. Concettualmente non è molto diverso dal trading di derivati delle banche.

Inoltre, almeno dai tempi del Circolo di Vienna, le tendenze della filosofia sono state essenzialmente distruttive. L’idea che l’unico argomento proprio della filosofia siano le proposizioni empiricamente verificabili, elimina sostanzialmente tutte le questioni importanti dell’esistenza, che rimangono di interesse per le persone, anche se, come sosteneva Wittgenstein, non sono affatto problemi reali. Ma la sua efficace difesa del misticismo apofatico (“se non possiamo parlarne dovremmo stare zitti”) tralascia piuttosto il fatto che ci sono cose di cui dobbiamo parlare se vogliamo vivere. Il linguaggio ha i suoi limiti, come ha dimostrato Wittgenstein (e se pensate che non sia abbastanza sfumato e complicato leggete Saul Kripke), ma è tutto ciò che abbiamo.

Questo, forse, spiega perché alcune religioni tradizionali persistono e, soprattutto, perché il buddismo, l’Advaita Vedanta, il taoismo e altri sistemi di pensiero orientali suscitano sempre più interesse, poiché affrontano i problemi fondamentali dell’esistenza, della conoscenza e dell’etica in un modo che la filosofia occidentale non pretende più di fare. È interessante e intellettualmente eccitante leggere Foucault e Barthes che decostruiscono il linguaggio, il discorso e il significato, ma credo che sarebbero inorriditi da ciò che le persone che hanno letto cattive traduzioni del loro lavoro hanno fatto negli ultimi quarant’anni. Come nel caso della finanziarizzazione, quando si è decostruito tutto (anche la decostruzione) si scopre che non c’è più nulla di cui parlare, perché non c’è più nulla. È più o meno la stessa cosa con la religione consolidata che, almeno dagli anni Sessanta, evita di parlare di qualcosa di così volgare come la fede. Ricordo ancora il leggero shock che provai nell’imbattermi nel libro del teologo Don Cupitt del 1980, Taking Leave of God, che sostanzialmente sosteneva che avremmo dovuto abbandonare l’idea di un Dio trascendentale e metafisico, per guardare invece dentro di noi. Cupitt finì per diventare qualcosa di simile a un postmodernista: tutto, compreso Dio, era solo linguaggio. Ora c’è una soluzione a tutti i nostri problemi morali ed etici. Non c’è da stupirsi che le persone si siano rivolte alle chiese evangeliche, ai resti della Chiesa cattolica pre-Vaticano II, o addirittura all’Islam. Queste persone vedono la religione come reale, non come un gioco intellettuale derivativo.

La cultura è migliore? Onestamente non credo. Non è che non ci siano novità, nuovi movimenti, incessanti manifesti e richieste di cambiamento, ma a un livello più profondo non è cambiato molto nell’ultimo secolo. Il cinema è stata l’ultima grande invenzione culturale (e no, non credo che i videogiochi possano essere considerati tali). In realtà, i grandi sviluppi culturali delle ultime generazioni hanno comportato essenzialmente un ritorno all’indietro, a qualcosa come la messa in scena originale delle opere di Shakespeare o le opere barocche di Lully. (Il Messiah della mia giovinezza, trasmesso ogni Natale, non ha nulla in comune con le rappresentazioni “d’epoca” che si trovano oggi nei cataloghi). E non riesco a ricordare quante produzioni o adattamenti derivati delle opere di Shakespeare ho visto che si sono proclamati “rilevanti” e “contemporanei” per poi essere dimenticati immediatamente e mai più riproposti. In effetti, Shakespeare è una risorsa inesauribile, ed è per questo che esiste persino un’industria di derivati dedicata a sostenere che le opere non sono state scritte da Will di Stratford ma dalla regina Elisabetta I, o da un comitato presieduto da Francis Bacon. Gran parte della cultura moderna, infatti, è effettivamente parassitaria rispetto alla cultura tradizionale: il nouveau roman francese, ad esempio, sarebbe stato impensabile se non come reazione contro il romanzo tradizionale già esistente.

Si può sostenere, credo, che il vero sviluppo della letteratura si sia in gran parte arrestato nel decennio successivo alla prima guerra mondiale. Di certo, Joyce e Proust avevano portato il romanzo realista tradizionale al limite del possibile e, in The Waste Land, Eliot anticipa molti poeti successivi producendo un poema che è tanto un’antologia con campionamenti quanto un’opera nuova. Il passo logico successivo è quindi Finnegans Wake, in cui Joyce si ritira in una forma d’arte del tutto personale e solipsistica, producendo un testo che forse solo lui ha mai compreso appieno e che, francamente, non merita l’enorme sforzo richiesto per l’infinita decodificazione. Questo non vuol dire, naturalmente, che la grande letteratura innovativa non venisse ancora prodotta (le prime poesie di Auden, dopotutto, furono pubblicate nel 1929), ma quella che noi consideriamo la letteratura “moderna” da un secolo a questa parte ha sempre più utilizzato la letteratura del passato come materia prima. Si obietterà che la letteratura ha sempre guardato alle forme del passato, ma credo che ci sia una differenza tra lavorare all’interno di una tradizione consolidata ed esserne semplicemente parassiti. È interessante che alcune delle opere più innovative della letteratura recente (Salman Rushdie ne è un buon esempio) siano state prodotte da autori con forti influenze esterne al cuore dell’Occidente, proprio come il realismo magico di Marquez e altri.

La natura derivativa della cultura popolare occidentale moderna è diventata essa stessa un cliché, da sfruttare per profitto intellettuale e finanziario. Ma il punto è valido e mi sembra legato alla fine dell’idea di futuro, di cui ha scritto il compianto Mark Fisher. Non c’è nuovo sviluppo, ma solo sfruttamento infinito del passato. Perché investire quando si possono sfruttare le risorse esistenti? Perché sviluppare un suono proprio quando si può semplicemente inventare un suono con riferimenti furbi e consapevoli ai suoni di altri nel passato? Oggi è forse difficile immaginare che la musica popolare possa essere stata innovativa, ma lo è stata. La musica popolare del 1920 era molto diversa da quella del 1940 o del 1960, in parte perché molta musica era ancora dal vivo e quindi in continuo sviluppo. E tra l’inizio degli anni ’60 e la metà degli anni ’70, la musica popolare ha attraversato un periodo esplosivo di innovazione, per una serie di ragioni sociali e tecnologiche che sarebbe troppo lungo approfondire in questa sede. Di certo, chiunque abbia ascoltato i Beatles o Bob Dylan per la prima volta deve aver avuto la stessa reazione da brivido: che diavolo è? A queste sonorità innovative ne seguirono rapidamente altre: l’elettronica, l’heavy rock, il reggae, il folk revival, il jazz rock, il progressive di qua e di là, e naturalmente un numero spropositato di cantautori. Gran parte di tutto questo era inevitabilmente spazzatura, ma c’era uno zoccolo duro di innovazione sfolgorante che ancora oggi sta dando i suoi frutti per l’industria del campionamento.

Come nel caso della finanza, è stata la tecnologia a permettere alla musica popolare di cannibalizzarsi. Quando i Beatles usarono per la prima volta il campionamento in Sergeant Pepper, fu emozionante e innovativo, ma divenne rapidamente un cliché e un sostituto della vera creatività. I Beatles sono stati anche pionieri nella realizzazione di dischi che non potevano essere riprodotti dal vivo – anche se le canzoni potevano essere cantate – e hanno aperto la strada all’ormai quasi totale abisso tra suono registrato e performance dal vivo. Questo ha avuto l’inevitabile effetto di scoraggiare l’innovazione. E ora vedo che ci minacciano con artisti riportati in vita e che suonano canzoni che non hanno mai registrato, il tutto fatto dalla cosiddetta intelligenza artificiale. Spariremo tutti in ghetti artistici unipersonali, ognuno con una versione diversa dell’album che i Doors avrebbero registrato se Morrison non fosse morto, assemblata secondo i nostri criteri. E voi pensavate che le tribute band fossero un passo indietro…`

Si può fare essenzialmente la stessa critica al cinema, e si può aggiungere che quasi tutti i film popolari al giorno d’oggi sembrano essere per i bambini, che notoriamente non amano l’originalità e vogliono sentirsi raccontare sempre le stesse storie. Il cinema moderno cannibalizza i film e la letteratura del passato a scopo di lucro, non limitandosi a trovare ispirazione diretta con adattamenti e remake, ma succhiando la creatività del passato, senza aggiungere nulla. (Guerre stellari, da cui è iniziato il marciume, era essenzialmente la presentazione incoerente di una mitologia spogliata degli asset e del tipo di serial di fantascienza che proiettavano al cinema ogni settimana quando ero giovane. Non c’era un briciolo di originalità, ed è per questo che i bambini amavano così tanto quelle storie). Naturalmente, il cinema popolare può utilizzare miti e archetipi a proprio vantaggio, se i registi sono abbastanza abili e le storie hanno sufficiente risonanza. Così Incontri ravvicinati del terzo tipo è un’allegoria della nascita, della morte e della resurrezione di Cristo, così come 1917 di Sam Mendes è un’allegoria della sofferenza e della redenzione, ma nessuno dei due è solo una riproposizione di una storia familiare. Forse il cinema è condannato a mangiare se stesso in una spirale infinita di autoreferenzialità e revival. Questo approccio può produrre grande arte (ad esempio, C’era una volta a Hollywood), ma richiede un grande regista per farlo.

Sospetto che anche la battaglia contro l’uso inutile ma redditizio della tecnologia sia stata persa. La storia è nota: i primi utilizzi della CGI in film come Il Gladiatore e Il Signore degli Anelli erano sorprendenti e originali, ma man mano che i computer diventavano capaci di fare tutto, lo spazio per le abilità tradizionali di recitazione, scrittura di scenari e regia iniziava a essere marginalizzato a favore di effetti sempre più grandi. Da tempo sostengo che l’azienda capitalista ideale non avrebbe alcun dipendente. Si limiterebbe a incassare automaticamente i soldi, a ricavare una percentuale per i proprietari e a trasferire il resto. Temo che nel cinema potremmo essere molto vicini a questo, dove la cosiddetta IA sarà, almeno in teoria, in grado di svolgere tutti i ruoli.

Ho già parlato molto di politica qualche settimana fa, ma spero che ne vedrete le implicazioni. I partiti politici sono diventati simili ad aziende private e sono gestiti a beneficio dei loro leader proprio come le aziende sono gestite per i loro azionisti e manager. Non producono nulla, ma pagano dividendi politici sotto forma di posti di lavoro e denaro. I partiti politici non hanno più responsabilità nei confronti degli elettori di quanto non ne abbiano le aziende private nei confronti della società. Concludo quindi questa serie di esempi con i ristoranti. (Riflettendoci, però, cosa c’è di più adatto per una discussione sulla società che mangia se stessa). Di recente, guardando una serie di ristoranti e cercando di sceglierne uno, mi è venuto in mente qualcosa che mi era già capitato: il modo derivativo e dipendente in cui il cibo veniva preparato e descritto. Ora, il vocabolario della cucina francese è spesso molto fiorito e si traduce male in inglese. Ma mi ha colpito ancora una volta come molti piatti e stili di cucina siano stati “rivisitati”, “ripensati” o addirittura “ri-guardati” (sì, temo che esista un verbo francese relooker). Tutto, in altre parole, deriva dal passato, anche quando viene presentato come nuovo, e persino i ristoranti tradizionali vengono presentati come un “ritorno” al passato. L’innovazione vera e propria è fuori discussione: la Nouvelle cuisine risale agli anni ’70, dopotutto. E cos’è la “cucina fusion” se non un tentativo postmodernista di mescolare i generi e un’analogia con una fusione sfortunata tra aziende diverse con culture diverse?

Beh, basta con la cucina. Ma se quanto ho esposto sopra è ampiamente convincente, come dare un senso a tutto questo? Come ho indicato, cercherò di farlo facendo riferimento a un paio di libri e dando un’occhiata a un terzo, e amplierò le loro argomentazioni per suggerire che sono rilevanti per una società che sta impazzendo a causa dell’estrapolazione meccanica della razionalità, generando processi che non hanno un interruttore di spegnimento.

Il primo scrittore è il pensatore tedesco, poi svizzero, Jean Gebser, che fino a poco tempo fa era poco conosciuto nel mondo anglosassone. La sua unica opera, Ursprung und Gegenwart (1949), finalmente tradotta come L’origine sempre presente, è una discussione magistrale sullo sviluppo della coscienza umana attraverso diverse fasi: l’arcaica, la magica, la mitica, la mentale-razionale e (in futuro) l’integrale. Gebser sosteneva che stavamo vivendo nella fase “mentale”, dominata dalla logica, dalla parola scritta, da un concetto lineare del tempo e da una chiara distinzione tra l’io individuale e il mondo esterno. Egli riteneva che quest’epoca fosse iniziata intorno al 1225 a.C. e che ora stessimo vivendo nella sua fase finale, quella che egli chiamava la fase “deficitaria”, quando i progressi e i vantaggi di questo modo di pensare si erano esauriti e cominciavano a prevalere i problemi e gli svantaggi. Queste fasi non sono assolutamente distinte l’una dall’altra e si fondono l’una nell’altra nel corso del tempo, raggiungendo la maturità in momenti come il Rinascimento, per poi iniziare il declino. Gebser riteneva che “noi” (intendeva l’Occidente, e questo è importante) stessimo probabilmente andando incontro a una sorta di catastrofe, a meno che non riuscissimo in qualche modo a passare a uno stadio finale, “integrale”, in cui le intuizioni e le virtù delle diverse fasi potessero essere combinate.

Il secondo è Iain McGilchrist, psichiatra e filosofo, noto soprattutto per il suo poderoso volume The Master and his Emissary (Il Maestro e il suo Emissario) e autore di un seguito ancora più poderoso, che devo confessare di non aver ancora letto. Il sottotitolo è “Il cervello diviso e la formazione del mondo occidentale” e McGilchrist ripercorre con affascinanti dettagli la costante ascesa del cervello sinistro al predominio su quello destro. Si preoccupa di non semplificare eccessivamente l’argomento, utilizzando le ultime scoperte della psicologia sul rapporto tra gli emisferi. Ma la sua tesi di fondo è che, comunque, l’emisfero sinistro, sviluppatosi come “emissario” del destro, negli ultimi tempi è arrivato a usurparne il ruolo. Il cervello destro vede il quadro generale e il cervello sinistro si occupa del lavoro dettagliato. In gran parte della storia umana, sostiene McGilchrist, c’è stata una proficua cooperazione mista a tensione tra i due emisferi, ma a partire dalla Rivoluzione industriale, e più in particolare nell’ultimo secolo, l’emisfero sinistro è arrivato a dominare. Il risultato è la frammentazione: tutti i dettagli e nessuna visione, tutti i processi e le procedure ma nessun contesto, tutte le regole ma nessuno scopo. Tuttavia, McGilchrist rimane ottimista sulla possibilità di ritrovare una combinazione fruttuosa.

È evidente che i due autori stavano pensando in modo simile (anche se McGilchrist non dà alcun segno di conoscere il libro di Gebser). Entrambi individuano i problemi dell’eccessivo affidamento alla razionalità priva di contesto ed entrambi credono che qualcosa sia andato storto nel modo in cui guardiamo il mondo. E per completare l’elenco, mi limiterò a citare Julian Jaynes, la cui opera solitaria, altrettanto ambiziosa, The Origin of Consciousness in the Breakdown of the Bicameral Mind (L’origine della coscienza nella rottura della mente bicamerale) sostiene ciò che il titolo suggerisce: la coscienza, così come la intendiamo noi, è un’invenzione recente (non si trova in Omero, per esempio) e le voci degli dei che i nostri antenati sentivano in realtà provenivano dalla loro stessa mente, i cui emisferi funzionavano in modo completamente indipendente l’uno dall’altro. L’invenzione della logica, o addirittura del pensiero razionale di qualsiasi tipo, è quindi uno sviluppo recente”.

Non cercherò di riassumere ulteriormente perché non c’è spazio. Vi invito solo a leggere i libri che ho citato, che sono i più noti, ma non gli unici utili sull’argomento. Ma cosa ne facciamo di queste idee? È banalmente vero che i nostri antenati non erano come noi e che più si va indietro nella storia più questo è vero. In un certo senso il problema è mascherato da quello che ho chiamato cronicismo, la tendenza a guardare il passato con occhi contemporanei, a dare un voto su dieci a chi sembra assomigliare a noi e a concentrarsi su quelle parti del passato che possiamo comprendere. Ma se siamo seri, ci rendiamo conto che le visioni del mondo, del nostro posto in esso e delle relazioni tra gli individui, sono cambiate in modo incomprensibile nel corso dei millenni. La lettura del Timeo di Platone, ad esempio, non come opera letteraria o filosofica, ma come resoconto pragmatico della creazione del mondo e degli esseri umani, ci fa girare la testa. Pianeti e stelle come esseri viventi? Quattro elementi, tutti formati da triangoli? L’acqua compressa in pietra?

Sembra quindi del tutto possibile che, con la crescente complessità della vita individuale e collettiva, la coscienza umana abbia effettivamente iniziato a cambiare, e che questo cambiamento sia stato fortemente accentuato dall’Illuminismo e dallo sviluppo del capitalismo, portando al trionfo di quella che Gebser ha definito la fase “mentale-razionale” della coscienza. Questo può essere associato a una crescente dominanza del cervello sinistro e allo sviluppo della coscienza individuale, ma non c’è spazio qui per discutere il rapporto tra le varie tesi. Consideriamo comunque il suggerimento di Gebser, secondo cui la società occidentale sta andando incontro a un crollo catastrofico. Dalla sua morte, avvenuta nel 1973, questo tipo di pensiero è passato dai margini al mainstream e molte persone ora temono proprio questo, ma perché? Ricordiamo che non stiamo parlando direttamente del cambiamento climatico o dell’Ucraina, ma del cambiamento delle abitudini di pensiero. Perché dovrebbero provocare una catastrofe?

Torniamo all’inizio di questo saggio, dove ho esposto la tesi secondo cui la nostra società, in tutti i suoi aspetti, ruota ormai intorno a versioni del concetto di derivato e ha esaurito la sua capacità di fare cose nuove. In linea di massima, possiamo dire che il pensiero razionale, o cervello sinistro, si occupa dei dettagli, mentre il cervello destro, o pensiero mitico, si occupa del quadro generale. L’uno crede che raccogliendo tanti piccoli pezzi si possa arrivare a una verità più grande, l’altro che si possa partire da una verità più grande e scendere verso il basso. Non c’è dubbio pragmatico che la seconda alternativa sia più efficace. Il pensiero sinistro produce regole dettagliate e le aggiunge, mentre il pensiero destro produce linee guida generali. Entrambi sono necessari, naturalmente, ma credo che possiamo dimostrare che il pensiero razionale/sinistro ci è sfuggito di mano. Consideriamo alcuni esempi.

Un aspetto del pensiero razionale/sinistro è l’applicazione insensata di regole, poiché il cervello sinistro non è in grado di esprimere giudizi qualitativi e quindi non sa quando fermarsi. Se le vostre istruzioni sono di massimizzare il valore dell’azienda per gli azionisti e i proprietari, alla fine smetterete di investire e inizierete a cannibalizzare i vostri beni e le vostre persone. Potreste rendervi conto che questo è un suicidio a lungo termine, ma il cervello sinistro, come è noto, non ha il concetto di tempo: continua ad andare avanti. Se i derivati sono redditizi, perché non provare i derivati dei derivati, e i derivati dei derivati dei derivati, e così via all’infinito? Se tutto può essere decostruito, anche il decostruzionismo, che senso ha la decostruzione stessa? Perché scomodarsi a scrivere? Se Actors in Funny Costumes 4 è stato un successo, perché non fare le parti 5, 6, 7 8 e così via per sempre? L’insegnamento universitario, e in generale la conoscenza e la ricerca, non seguono le regole del cervello sinistro. Perciò le università reagiscono cercando di imporre loro le regole del cervello sinistro – citazioni, valutazioni, impatto della ricerca, ecc.

Questo tipo di pensiero apprezza la novità superficiale come liberazione dalla noia, ma non è in grado di produrre nuove idee: si rivolge quindi ai derivati di quelle esistenti. Reagisce alle battute d’arresto rifacendo la stessa cosa, ma in misura maggiore. Il suo motto quando le cose vanno male è “fallo ancora”: non si chiede mai se dovrebbe fare qualcos’altro. Aggiunge controlli, sorveglianza, strati di supervisione e gestione, perché non riesce a concepire un quadro generale. È sempre la prossima riorganizzazione, il prossimo livello di supervisione, a risolvere il problema. E quello successivo e quello successivo ancora. Per esempio, la corruzione, di cui ho scritto di recente, viene affrontata producendo sempre più regolamenti e sempre più strati di controllo e supervisione. La soluzione vera e propria, una cultura dell’onestà, non può essere misurata e riportata, ed esiste solo come concetto generale del cervello destro.

Questo ci ricorda, forse, che l’approccio razionale del cervello sinistro è intrinsecamente sospettoso, persino paranoico, perché non riesce a fare il salto per vedere il quadro generale. Per questo motivo, oggi le organizzazioni spiano i loro dipendenti e cercano disperatamente di far rispettare regole sempre più severe. Ma è stato sostenuto da scrittori come Lous Sass che la cultura moderna è in effetti vicina alla schizofrenia, non nel senso popolare di sdoppiamento della personalità, ma piuttosto l’incapacità di integrare le cose e gli eventi e di comprenderne la relazione, e un rapporto sospettoso e ostile con la vita e con gli altri.

Credo che lo si possa vedere nella cultura politica di oggi, che è irrimediabilmente derivativa: la realtà non conta, si tratta solo dell’ultimo tweet, di apparire bene nei notiziari televisivi e di godere di una breve spinta nei sondaggi d’opinione. Il nostro sistema politico è come uno schizofrenico, che non riesce a relazionarsi correttamente con la vita reale e cerca di ritirarsi da essa. Purtroppo, i leader politici hanno responsabilità reali e la realtà non può essere tenuta a bada con le droghe. Il che ci porta, inevitabilmente, suppongo, all’Ucraina.

Alla domanda “i nostri leader sono impazziti?” che viene posta ripetutamente in questi giorni, la risposta è “sì, sono impazziti”. O più precisamente, operano in una cultura politica che è diventata essa stessa folle. In particolare, non c’è la capacità di vedere il quadro generale, e nemmeno l’interesse per esso. Se ci pensate, fino a poco tempo fa la politica si basava principalmente su storie in competizione, quelle che Gebser chiamerebbe “miti” nel senso neutro del termine. Per la destra era il mito di preservare gli aspetti migliori del presente e di guardare al passato. Per la sinistra era il mito della conservazione degli aspetti migliori del presente e dell’orientamento verso il futuro. La fine dell’ideologia è anche la fine dell’approccio mitico e destro alla politica e il trionfo del cervello sinistro, della ricerca razionale e tecnocratica del semplice potere. E rappresenta anche il trionfo dell'”io” sul “noi”, poiché perdiamo di vista il quadro generale e persino gli interessi degli altri.

Il comportamento dei leader occidentali e soprattutto europei durante la crisi è esattamente quello che ci aspetteremmo da questo tipo di cultura politica. In particolare, vi è una totale incapacità di mettere in relazione i vari elementi e le conseguenze tra loro. Quindi, a un certo livello, i politici occidentali devono capire che il gioco è finito e che presto dovranno fare i conti con una Russia forte e arrabbiata. Ma questo coesiste con la convinzione che in qualche modo l’Occidente vincerà, se solo continuiamo a fare le stesse cose, basandosi in gran parte sul pensiero derivativo: sicuramente tutti quegli esperti e tutti i leader nazionali che incontro non possono sbagliarsi? La loro mancanza di conoscenze effettive su qualsiasi cosa, comprese le banalità come le forniture energetiche, le catene di approvvigionamento globali, la produzione e l’approvvigionamento militare e, se vogliamo, la guerra stessa, fa sì che il “dibattito” stesso si svolga a livello derivativo, su chi ha detto cosa quando e se era abbastanza antirusso. Se il sistema politico sia effettivamente in grado di accettare la realtà, e cosa succederà se non ci riuscirà, sono cose su cui dobbiamo iniziare a riflettere ora.

Ironia della sorte, i critici della guerra e di avventure simili cadono negli stessi errori, nel disperato tentativo di imporre un’interpretazione razionale e di sinistra a qualcosa che è un pasticcio incoerente causato da un sistema politico impazzito. Una volta abbandonato il tentativo di interpretare il comportamento dei leader occidentali come se fosse basato sulla razionalità, non è più necessario costruire elaborati e complessi piani regolatori perseguiti per decenni, nel tentativo di imporre agli eventi un’unità che non possiedono. Né abbiamo bisogno di imitare il comportamento degli schizofrenici, per i quali ci sono significati nascosti e minacce ovunque.

Tutto questo suona piuttosto deprimente, ed è vero che non esiste un modo immediatamente evidente per tornare a un approccio più sano. Ma sia Gebser che McGilchrist sostengono che esiste almeno la possibilità di una nuova sintesi e di una proficua collaborazione tra diversi modi di coscienza o diversi lati del cervello, come avveniva in passato. Dopotutto, abbiamo bisogno della modalità mentale/razionale e del cervello sinistro, che devono solo rimanere sotto controllo. Verso la fine della sua vita, Gebser trovò conforto nei fiorenti movimenti di spiritualità alternativa e nel crescente interesse per il misticismo orientale. Gran parte di questo, ovviamente, è degenerato in un’attività derivativa per fare soldi, ma basta dare un’occhiata alle librerie, ai canali Youtube e ai podcast per vedere una popolazione occidentale inquieta, vagamente consapevole che qualcosa non va e che cerca di andare oltre i tentativi di ottimizzazione personale guidati dall’ego. Al di là delle sciocchezze dei costosi corsi di yoga online e delle lezioni di mindfulness per i trader obbligazionari, credo che negli ultimi cinquant’anni ci sia stato un graduale allontanamento dall’eccessiva concentrazione sull’egoismo razionale del cervello sinistro che, ammettiamolo, non ha fatto molto bene a molte persone, anche se ha portato benefici a una piccola minoranza. Concludo con due possibilità che mi danno un po’ di speranza, anche se la prima potrebbe non sembrare immediatamente molto promettente.

La mentalità razionale del cervello sinistro non è in grado di affrontare i cambiamenti fondamentali, quasi per definizione, perché si occupa di processi e non di contenuti, quindi quando i contenuti cambiano si perde. Questo è il motivo per cui i governi e le forze armate tendono a cambiare il personale quando iniziano le guerre, per esempio. Penso che sia abbastanza probabile che una combinazione di effetti collaterali dell’Ucraina, del cambiamento climatico e della continuazione di Covid o di un suo parente stretto, avrà un effetto cumulativamente traumatico sulle classi politiche e mediatiche. Non impareranno nulla, perché non possono, ma se vogliamo che le nostre società sopravvivano, i nostri attuali governanti dovranno andarsene. Non credo che ci saranno forconi per le strade (anche se non si sa mai), ma credo che assisteremo a qualcosa di simile a un esaurimento nervoso o a un episodio psicotico da parte della nostra classe dirigente, che si lamenterà che non posso farlo! E’ troppo difficile! Sospetto che assisteremo a una forte ri-nazionalizzazione delle economie, a una ri-localizzazione degli sforzi e a un maggior numero di organizzazioni basate sulle comunità (ve le ricordate?), se non altro perché l’alternativa è troppo orribile da contemplare.

In secondo luogo, l’aumento della posizione e dell’influenza culturale di Cina e India, e forse anche della Russia, costringerà l’Occidente a prendere sul serio società che non si basano sul perseguimento razionale dei desideri egoistici del cervello sinistro, ma hanno una coesione sociale e un’etica collettiva molto maggiori. In passato, l’Occidente ha potuto adottare un atteggiamento à la carte nei confronti della cultura asiatica (i manga e lo zen giapponesi, per esempio) e ignorare ciò che non trovava attraente o non poteva essere commercializzato. Ma a un certo punto ci si renderà conto che queste culture hanno punti di forza che noi non abbiamo e ci si chiederà se non ci siano idee da trasferire.

L’idea fondamentale, che noi avevamo ma che abbiamo perso, è il radicamento nella società, nella storia e nella cultura, e la conseguente capacità di comprendere ciò che l’altro sta dicendo. Se avete lavorato professionalmente in Asia, sarete rimasti colpiti dal modo in cui le persone si presentano e da quello che dicono i loro biglietti da visita. Un uomo d’affari occidentale potrebbe presentarsi dicendo: “Sono Darth J Vader, Chief Engulfment Officer della Megagreed Corporation”. Ma un uomo d’affari giapponese potrebbe dire qualcosa che si potrebbe tradurre come “Il Vice Direttore Generale Saito della Honshu Bank di Tokyo Ginza Branch è (qui)”. La seconda non solo è meno egoistica, ma è anche molto più utile e informativa, perché permette all’interlocutore di collocarsi immediatamente rispetto a voi. Naturalmente la nostra società non sarà mai come il Giappone e la Cina (il che può essere un bene), ma se vogliamo sopravvivere, dovremo prendere in considerazione la possibilità di far rivivere alcune idee e atteggiamenti del passato che erano più vicini al modo in cui funzionano queste società (e molte altre). Altrimenti temo che impazziremo tutti.

Questi saggi sono gratuiti e intendo mantenerli tali, anche se più avanti nel corso dell’anno introdurrò un sistema per cui le persone possono effettuare piccoli pagamenti, se lo desiderano. Ma ci sono anche altri modi per dimostrare il proprio apprezzamento. I “Mi piace” sono lusinghieri, ma mi aiutano anche a valutare quali argomenti interessano di più alle persone. Le condivisioni sono molto utili per portare nuovi lettori, ed è particolarmente utile se segnalate i post che ritenete meritevoli su altri siti che visitate o a cui contribuite, perché anche questo può portare nuovi lettori. E grazie per tutti i commenti molto interessanti: continuate a seguirli!

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SITREP 7/4/23: L’ultima ora della manovra terroristica di Zelensky, di SIMPLICIUS THE THINKER

SITREP 7/4/23: L’ultima ora della manovra terroristica di Zelensky

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La questione più urgente sul tavolo è ancora una volta l’imminente resa dei conti della centrale di Zaporozhye. Alcuni ritengono che Zelensky stia pianificando di realizzare la falsa bandiera della ZNPP nei prossimi giorni, alla vigilia del grande vertice NATO di Vilnius, che si terrà il 12 luglio. Lo scopo sarebbe quello di galvanizzare i membri della NATO e di impostare l’intera discussione politica del vertice sull’Ucraina e sul “disastro nucleare”.

Affinché questo piano funzioni, lo ZNPP dovrebbe essere fatto esplodere con largo anticipo, in modo da avere almeno qualche giorno di anticipo per dare forma a un’adeguata narrazione del “fall out” e delle conseguenze nucleari, che possa essere usata come catalizzatore per far capitolare i membri riluttanti della NATO e consolidare la loro solidarietà con l’Ucraina, nonché idealmente per emettere qualche importante demarcazione, come la favoleggiata attivazione dell'”Articolo 5″ che l’Ucraina sogna con tanto fiato sospeso.

Ci sono stati diversi sviluppi in questa direzione. In primo luogo, è arrivato in Europa “appena in tempo” uno speciale aereo americano per il fiuto nucleare:

❗️❗️The WC-135R Constant Phoenix è arrivato in Europa per prelevare campioni dell’aria atmosferica e controllare le emissioni radioattive ❗️❗️Everything sta andando verso il fatto che gli ucraini continueranno a colpire la centrale nucleare in caso di fallimento finale della controffensiva. Naturalmente, sotto il pieno controllo e con l’approvazione degli Stati Uniti e della NATO. Il “fiuto nucleare” è arrivato in Europa. Un aereo speciale WC-135R Constant Phoenix dell’aeronautica statunitense è stato dispiegato il 30 giugno nella base aerea di Chania, a Creta. È da questa base che gli UAV da ricognizione RQ-4B Global Hawk e gli aerei RC-135W Rivet Joint volano verso la regione del Mar Nero.Il WC-135R è progettato per raccogliere informazioni sulle radiazioni radioattive e controllare i test nucleari. La visita più rara di una commissione speciale potrebbe essere collegata alla preparazione di una catastrofe nucleare da parte di Kiev presso la centrale nucleare di Zaporozhye.

Canale Telegram “Resident”: “Le nostre fonti riferiscono che dal 5 al 9 luglio è prevista una provocazione allo ZNPP, in modo che questo evento diventi un fattore scatenante in Occidente e cambi radicalmente l’agenda del vertice NATO. L’intelligence britannica suggerisce che lo Stato Maggiore utilizzi la situazione per l’operazione D-Day, per condurre un’operazione di sbarco sulla riva sinistra del Dnieper.
Questo fa seguito a un’altra serie di articoli dei MSM occidentali che battono i tamburi dell’apocalisse:

Compreso questo articolo del NYPost che spiega in dettaglio dove credono che andranno a finire le ricadute:

La propaganda ucraina sostiene addirittura che i civili stiano acquistando tutti i negozi ed evacuando alla luce della minaccia:

La TV ucraina riproduce i segnali di emergenza che denotano un incidente nucleare per allarmare il pubblico:

In un video (che può essere visto qui, ma non è sottotitolato), un consulente russo dell’agenzia per l’energia nucleare che gestisce la ZNPP ha fatto la seguente allarmante dichiarazione di un imminente attacco:

Questo è ciò che avevo avvertito un anno fa.Consigliere del capo di Rosenergoatom Renat Karchaa: Oggi abbiamo ricevuto informazioni che sono autorizzato a rendere note. Il 5 luglio, di notte, le Forze Armate dell’Ucraina cercheranno di attaccare la centrale nucleare di Zaporozhye utilizzando armi di precisione a lungo raggio, nonché veicoli aerei senza pilota kamikaze. Allo stesso tempo, hanno in programma di sganciare munizioni da un aereo, che è equipaggiato con scorie radioattive, prelevate il 3 luglio dalla centrale nucleare dell’Ucraina meridionale verso uno degli aeroporti militari dell’Ucraina. Il piano di riserva per il rilascio di sostanze radioattive prevede l’uso di un proiettile ad alta precisione “Tochka-U” con una testata riempita di scorie radioattive. Le cose stanno così.
Capite bene cosa sta suggerendo, almeno per come la vedo io. Ricordo che in precedenza avevo osservato che è estremamente difficile che si verifichi un vero e proprio disastro nucleare nella centrale nucleare di ZNPP come l’incidente di Chernobyl. Chernobyl è stato un caso estremamente raro in cui l’intero contenitore è “esploso” a causa di una sovrapressurizzazione dovuta a uno stress test che stavano conducendo. Non c’è un modo reale per accedere al contenitore di contenimento della ZNPP. Nemmeno un missile da crociera riuscirebbe a far breccia nel contenitore, perché è contenuto all’interno di un edificio di contenimento in cemento armato pesante, e bisognerebbe effettuare diversi colpi di grandi dimensioni che penetrino nello stesso punto per poterlo sfondare.

Si potrebbero però colpire le casse di stoccaggio delle scorie nucleari che si trovano all’aperto, anche se è discutibile quanto siano radioattive visto che si tratta di scorie esaurite (beh, certamente radioattive, ma non quanto il combustibile vivo).

Si trovano in due punti all’aperto, qui:

💥

La centrale nucleare e il luogo di stoccaggio del combustibile nucleare esaurito💥Il combustibile esaurito viene stoccato nel sistema di stoccaggio a secco del combustibile nucleare esaurito.Il complesso della centrale nucleare di Zaporozhye è progettato per 380 contenitori di stoccaggio ventilati. Nelle immagini satellitari, si possono contare 173 contenitori pieni di spazzatura radioattiva, che i nazisti possono colpire 😡.
Ma se non si colpiscono quelli, sarebbe molto difficile colpire e violare un contenitore di contenimento. Facciamo una breve panoramica sul perché di questa situazione.

Ecco un articolo di fonte ucraina che illustra le possibilità. Sebbene sia pieno di propaganda, contiene alcune informazioni utili:

Terminazione del sistema di raffreddamento del reattore a ZAESE la prima cosa da capire è che in ogni caso ci saranno differenze significative tra gli incidenti alla centrale nucleare di Chernobyl e il possibile disastro a Zaporizhia. Ciò è dovuto al fatto che nella centrale nucleare di Chernobyl sono stati utilizzati reattori RBMK, mentre nella ZAES sono stati utilizzati reattori VVER – 1000, considerati molto più sicuri e di dimensioni molto più ridotte. In particolare, il reattore stesso si trova al centro di un “cilindro” sigillato con un’altezza di oltre 50 metri, un diametro di 45 metri e uno spessore delle pareti di 1,2 metri.

I ricercatori affermano inoltre che se i reattori funzionassero normalmente, la fusione potrebbe avvenire in circa due ore e mezza. Ma la Russia ha messo i reattori della ZNPP in arresto a freddo a partire dal 9 giugno 2023.

Allo stesso tempo, l’intervallo di tempo è determinato dagli scienziati nucleari russi nelle condizioni di funzionamento dei reattori, e alla ZNPP tutti i reattori sono fermi dal 9 giugno 2023. È stato allora che l’Ispettorato statale per la regolamentazione nucleare ha dato l’ordine di trasferire l’ultima quinta unità di potenza della ZNPP allo stato “zupin freddo”, mentre prima era in modalità “zupin caldo”. Al 28 giugno, è stato riferito che gli occupanti stavano impedendo il trasferimento dell’unità di potenza a Kholodny Zupin.Tutte le altre unità di potenza della centrale nucleare di Kholodny Zupin sono state ritirate dal 18 agosto 2022 al 10 febbraio 2023. In altre parole, il tempo che passerà dal momento dell’arresto del sistema di raffreddamento della centrale nucleare di Kholodny Zupin alle eventuali conseguenze può essere considerato piuttosto ampio.

Ma ritengono che anche con un reattore spento possa verificarsi quanto segue:

Questo processo non dipende più fortemente dal fatto che le unità di potenza siano o meno in “arresto a freddo”. Durante la simulazione è stato preso in considerazione anche lo scenario di un’interruzione di corrente del sistema di raffreddamento. Dopo 8 ore, i gusci degli elementi di combustibile saranno danneggiati. Dopo 11,5 ore, l’acqua della piscina evaporerà completamente e, dopo 20,5 ore, il pavimento in cemento della piscina sarà bruciato dalla fusione fino a una profondità di 1,2 metri. Questo processo sarà accompagnato dal rilascio di idrogeno, che però dovrà essere assorbito dal sistema di sicurezza dell’impianto, che non dipende dall’alimentazione elettrica.
Ma ricordiamo la prima parte: il tipo di reattore utilizzato nella ZNPP è considerato “molto più sicuro” di quello di Chernobyl, grazie al fatto che il recipiente in pressione è molto più piccolo al centro del grande edificio di contenimento, che ha un’altezza di 50 metri fino al soffitto, un diametro di 45 metri e uno spessore delle pareti di 1,5 metri.

Quindi, fare breccia in questo edificio e colpire con successo il piccolo “cilindro sigillato” del reattore sarebbe molto difficile senza una quantità massiccia di colpi successivi che colpiscano lo stesso punto. Tuttavia, è forse possibile danneggiare in qualche modo l’attrezzatura di raffreddamento, la piscina, le tubature, ecc. di cui si è parlato sopra, e creare una fusione per mancanza di raffreddamento, anche se non ne sono certo, poiché tali tubature potrebbero essere sotterranee e costruite nella piscina, il che significa che colpirle potrebbe essere poco plausibile.

Ma conosciamo con certezza lo stato dei sei reattori della ZNPP? Ci sono titoli come il seguente che sembrano confermare che il 10 giugno la Russia ha spento l’ultimo reattore:

Cinque dei sei reattori della centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dalle forze russe, sono già in uno stato di arresto a freddo, in cui tutte le barre di controllo vengono inserite nel nocciolo del reattore per fermare la reazione di fissione nucleare e la generazione di calore e pressione.
Fino a poco tempo fa, l’impianto funzionava con due reattori in funzione:

Attualmente, Zaporizhzhia è stata posta in arresto a freddo nel settembre 2022. Da allora gli operatori hanno riavviato due reattori in modalità di arresto a caldo, producendo bassi livelli di energia per mantenere l’impianto operativo. Forse è per questo che l’AIEA ha proposto una “zona di protezione” per Zaporizhzhia, in cui sia l’Ucraina che la Russia si impegnerebbero a non sparare contro l’impianto e le armi pesanti verrebbero rimosse dall’area. Grossi riconosce giustamente che un accordo di questo tipo deve provenire da entrambi i Paesi e che la loro cooperazione è essenziale per raggiungere una qualche misura di stabilità.
Torniamo quindi alla domanda iniziale. Se avete notato, la minaccia formulata da Renat Karchaa con informazioni specifiche che aveva ricevuto è che l’Ucraina intende colpire l’impianto con missili armati di scorie radioattive che sono state precedentemente prelevate da un altro impianto nucleare. La ragione di ciò è ovvia: dato che ho appena spiegato quanto sia difficile creare un “disastro” in piena regola sotto forma di “fusione completa”, questo piano richiederebbe semplicemente la diffusione di radiazioni rilevabili sull’impianto, al fine di creare la narrativa che la Russia ha avviato una fusione/disastro dell’impianto.

Ricordiamo che settimane fa la mia stessa teoria affermava che l’Ucraina non avrebbe avuto bisogno di creare un vero e proprio disastro in loco, perché i media avrebbero sostenuto qualsiasi narrazione richiesta dalla NATO e dall’Occidente. Sembra che la mia previsione fosse sulla strada giusta. L’aereo “Constant Phoenix” ha semplicemente bisogno di misurare le radiazioni che si diffondono nelle vicinanze e tutte le campagne mediatiche appropriate e le agende della NATO possono essere immediatamente attivate senza alcun controllo.

È da notare che solo due Paesi hanno già bombardato impianti nucleari, gli Stati Uniti e Israele:

Nel 1981, Israele ha condotto un attacco aereo contro il reattore di ricerca nucleare iracheno di Osirak, collegato a una struttura di ricerca che Israele sospettava potesse sviluppare armi nucleari. Dieci anni dopo, durante la prima guerra del Golfo, i bombardieri alleati attaccarono due reattori di ricerca nucleare iracheni, uno dei quali era pienamente operativo e aveva accumulato un inventario radioattivo. Sebbene non ci siano state conseguenze radiologiche significative da nessuno dei due attacchi, in entrambi i casi le strutture sono state salvaguardate dall’AIEA – a dimostrazione del fatto che il rispetto delle regole dell’AIEA non offre alcuna protezione contro le azioni ostili durante le operazioni di combattimento.
Zelensky ha persino creato un nuovo indirizzo di un’altra centrale nucleare del sud:

La parte ucraina continua ad aggravare la situazione intorno alla centrale nucleare di Zaporozhye.Zelensky ha detto che la Russia avrebbe un piano per “far esplodere a distanza” la centrale nucleare di Zaporozhye dopo che i russi avranno trasferito il controllo dell’impianto nucleare all’AIEA e all’Ucraina.Noto che la centrale nucleare di Zaporozhye può tornare sotto il controllo dell’Ucraina solo con mezzi militari. Per farlo, le Forze Armate dell’Ucraina devono sfondare il fronte ed entrare a Energodar.Finora, le Forze Armate dell’Ucraina non stanno effettuando operazioni offensive in direzione di Energodar, ma ci sono sempre più informazioni sui piani dell’esercito ucraino per attaccare la città attraverso il bacino poco profondo di Kakhovka.
E al momento in cui scriviamo, ha rilasciato un altro discorso minaccioso che indica che la Russia ha ora minato il tetto della ZNPP con degli esplosivi:

Anche RT si occupa della minaccia e delle dichiarazioni del consigliere di Rosenergoatom:

E per chi fosse interessato, RT ha anche pubblicato un documentario sugli attacchi terroristici dell’Ucraina alla centrale ZNPP, coprendo l’intero arco dall’inizio con molte riprese esclusive:

Ricordiamo che Rafael Grossi ha equivocato quando gli è stato chiesto di un potenziale attacco russo alla centrale. Pur confermando che il suo team non ha visto nulla di “minato” dalla Russia, si è attenuto alla linea aziendale lasciando aperta la porta a un potenziale attacco russo.

Anche se oggi l’AIEA ha rilasciato questa dichiarazione:

In ogni caso, la finestra di attacco dichiarata è dal 5 al 9 luglio, con alcuni che indicano specificamente il 5 luglio, che logicamente avverrebbe di notte per dare la minima visibilità alle telecamere/sistemi russi nel documentare il colpevole. Quindi, se le voci sono vere, questa notte potrebbe essere la notte giusta.

Detto questo, abbiamo visto che le esercitazioni dell’Air Defender del mese scorso si sono concluse senza che le voci di una falsa bandiera si concretizzassero. Ma va ricordato che la mia teoria, almeno, specificava che qualcosa sarebbe accaduto durante Air Defender solo se l’Ucraina fosse riuscita a sviluppare una pressione offensiva tale da dare credito plausibile a un potenziale “falseflag” russo di qualche tipo. Ma l’offensiva ucraina ha vacillato così tanto che non è stato possibile collegare in modo plausibile tale falsa bandiera a una narrazione adeguata.

Lo stesso vale probabilmente per lo scenario dello ZNPP in questo momento. La situazione ideale sarebbe che l’Ucraina avesse effettivamente compiuto delle incursioni e che le forze russe si fossero ritirate, in modo che un presunto “attacco russo” alla centrale ZNPP sarebbe stato credibile in qualche modo poco logico. Ma il fatto che non siano stati in grado di effettuare alcun tipo di ritirata o di successo offensivo significa, secondo me, che la possibilità di una falsa bandiera su ZNPP rimarrebbe teoricamente bassa. Tuttavia, dato che l’imminente vertice della NATO è una delle ultime occasioni per l’Ucraina di fare colpo prima che l’Europa si raffreddi sul sostegno ucraino, questa è l’unica cosa che, a mio avviso, tiene a galla le possibilità di un disperato falseflag.

Ma volevo solo essere chiaro sulla mia posizione: tecnicamente, l’Ucraina non ha seminato le circostanze appropriate per portare a termine con successo la falsa bandiera dello ZNPP. Perché funzionasse correttamente, avrebbero dovuto compiere un’offensiva molto più ampia per costruire apparentemente la narrativa che Putin è “disperato” e le sue forze “in ritirata”. Tuttavia, come ho detto, data la loro disperazione, è possibile che ci provino comunque; penso semplicemente che la probabilità sia minore di quella che ci sarebbe stata se fossero effettivamente riusciti a preparare le basi corrette.

Per ora siamo all’undicesima ora e possiamo solo aspettare e vedere. Passiamo quindi ad altri aggiornamenti.

Volevo commentare alcuni degli sviluppi di Wagner per concludere la situazione.

In primo luogo, è stato riferito che “Putin si è impadronito dell’impero di Prigozhin”, almeno così viene definito in Occidente.

Tuttavia, è vero che la Russia ha apparentemente tagliato tutti gli affari di Prigozhin e chiuso la sede centrale di Wagner a San Pietroburgo. L’insegna del “Wagner Center” è stata tolta giorni fa:

L’aspetto più interessante di questo episodio è che Putin stesso ha rivelato l’entità dei finanziamenti di Prigozhin, attraverso le sue varie attività oligarchiche.

Quindi, le società di Prigozhin sono state pagate per diversi miliardi di dollari equivalenti per i loro vari servizi, tra cui i servizi di catering “Concord” di Prigozhin che, secondo alcuni, hanno fornito cibo scadente all’esercito russo. Qui c’è un thread che ne illustra alcuni dettagli:

Concord ha anche il dubbio titolo di essere l’appaltatore più citato del Ministero della Difesa, con 560 cause intentate solo nel 2022 per aver fornito all’esercito russo cibo contaminato da batteri, insetti e vermi, e truffe come la sostituzione degli ingredienti.

6/ Le diverse migliaia di dipendenti di Concord – che si occupavano dell’alimentazione dei militari e della fornitura di cibo agli ospedali e alle aree occupate dell’Ucraina – sono stati licenziati con “lettere di dimissioni”, comunicate rigorosamente a voce, e senza indennità di licenziamento.7/ Non è chiaro quale impatto avrà la scomparsa di Concord sulla logistica alimentare militare nell’Ucraina occupata. La situazione, a quanto pare, è già molto grave, con le truppe in prima linea che lamentano la mancanza di cibo e acqua. È improbabile che i servizi di Concord possano essere sostituiti immediatamente.8/ Analogamente, il Patriot Media Group di Prigozhin ha chiuso praticamente da un giorno all’altro. Quattro fonti hanno riferito a ON che ai dipendenti dei punti vendita del gruppo, che comprendevano RIA FAN, Nevskie Novosti, Ekonomika Segodnya e altre pubblicazioni, è stato detto di smettere di lavorare dalle 15:00 del 30 giugno.
S
embra che Prigozhin fosse il tipico oligarca che si ingrassa con ogni contratto immaginabile, e quando la Russia ha minacciato di tagliargli i fondi, ha dato in escandescenze. Come da mia precedente teoria, secondo cui il tentativo di colpo di stato potrebbe essere stato in realtà un complotto molto più ampio dell’intelligence occidentale per rovesciare Putin, sono emersi alcuni nuovi dettagli interessanti. Uno di questi è stato rivelato da un politico georgiano, il quale ha dichiarato che i militanti georgiani volevano far coincidere il colpo di Stato di Wagner con una nuova penetrazione militare in Abkhazia. Avrebbero persino pianificato di arrivare fino a Sochi:

❗️

Durante la ribellione di Wagner, gli oppositori georgiani avevano pianificato di entrare in Abkhazia, Ossezia del Sud e persino a Sochi a bordo di carri armati.
Questo ovviamente sembra suggerire un livello di coordinamento clandestino che probabilmente doveva essere un evento molto più ampio e devastante lanciato per rovesciare la Russia tutta in una volta. Ma una volta visto che nessuno all’interno si opponeva a Putin, è stato presumibilmente accantonato.

Ma una potenziale contraddizione a tutto ciò è il fatto che il capo della CIA avrebbe chiamato la sua controparte russa per assicurarsi che avessero capito che la CIA non aveva nulla a che fare con questo:

Secondo il Wall Street Journal, poche ore dopo l’ammutinamento dei Wagner, il capo della CIA Bill Burns parlò con il direttore dell’SVR Sergei Naryshkin per trasmettere un messaggio di non coinvolgimento.
Immagino che questo la dica lunga sul fatto che la CIA, ogni volta che si verifica un colpo di stato nel mondo, debba specificare attivamente che “ehi, questo non è opera nostra!”.

La grande domanda, naturalmente, è: se questo è il caso, perché Prigozhin è ancora a piede libero, se tutto ciò è vero. Sembra che la Russia possa ancora vedere una qualche utilità in lui, dato che Wagner ha costruito una grande base in Bielorussia che sta dando filo da torcere a Kiev e all’Occidente:

Il motivo è che converge con molte voci recenti secondo cui la Russia starebbe pianificando qualcosa di grosso nel nord del Paese. Prigozhin e Wagner potrebbero aver giurato di compiere una grande azione sacrificale di riparazione per lavare i loro peccati?

Nuove voci girano intorno al fatto che l’Ucraina sta smantellando importanti fabbriche sia a Kharkov che a Sumy, per poi spedirle a ovest, in modo simile alla famosa tattica di Stalin della Seconda Guerra Mondiale di spostare tutto a est degli Urali:

Dal canale @ukraina_ruTG “First Kharkovite” [Первый Харковский] chiarisce le informazioni del corrispondente di guerra Aleksandr Sladkov sulla rimozione di proprietà civili e industriali da Kharkov a Lvov. L’enorme azienda di panificazione Kulinichi è già stata trasferita a Lvov, i resti dello stabilimento Malyshev [che costruiva e ristrutturava carri armati], una fabbrica di aerei, lo stabilimento di costruzione di macchine FED, lo stabilimento Kommunar e molti altri sono stati sparsi in altre città dell’Ucraina. Gli uomini d’affari tra i “trans-ucraini” vendono o esportano le loro proprietà in anticipo, per salvare la pelle e gli affari. Attualmente, in città si sta lavorando per smantellare le attrezzature dell’impianto Aquaizol, caricarle sulle piattaforme ferroviarie e spedirle nella regione di Ivano-Frankovsk. Si tratta di una delle più grandi fabbriche specializzate nella produzione di materiali per tetti. Il processo di esportazione dell’impresa ha provocato malumori tra i dipendenti, in quanto il 95% di loro sarà licenziato senza indennizzo e benefici sociali.Un altro esempio è l’azienda americana di tabacco Philip Maurice, che trasferisce anch’essa le sue fabbriche a Lvov, lasciando migliaia di persone senza lavoro. La città più industrializzata della RSS ucraina e la sua prima capitale vengono strappate prima di fuggire, per essere lasciate nude e scalze, e la gente mendica.Nota di DDGeopolitics: Questo non è confermato al 100%. Gli ucraini non hanno mai abbandonato nulla così facilmente, soprattutto una grande città come Kharkov. Anche se non c’è nulla fisicamente, si batteranno per essa. Se è vero, forse indica l’intenzione di iniziare un’azione offensiva, assicurando che le industrie militari siano spostate in un luogo più lontano da dove possono essere colpite o interrotte dai missili e dagli attacchi aerei russi. Infine, potrebbe indicare che l’UKR teme che i russi tentino una grande offensiva nell’area che potrebbe minacciare seriamente Kharkov.
Sono d’accordo sul fatto che il semplice spostamento di industrie strategicamente importanti non significa che l’Ucraina abbandonerà città come Kharkov. È semplicemente una decisione molto pragmatica in previsione di offensive russe in quella zona. Questa è la reazione ad altre voci che affermano che la Russia sta pianificando offensive di questo tipo. Ad esempio, un esperto di difesa britannico:

🇬🇧🇷🇺 Clark: I russi si preparano ad attaccare Kharkiv – 180 mila soldati concentrati intorno a Liman e Kupjansk▪️While 🇺🇦Ukrainian forze continuano la loro offensiva su tutti i fronti, 🇷🇺Russia sta preparando un serio contrattacco, sostiene l’ex direttore del Royal Institute for Defense Studies britannico, il professor Michael Clarke. Clarke afferma che i russi stanno ammassando forze serie intorno a ✖️Kremena nel nord 🗣 “Mentre gli ucraini stanno preparando un’offensiva, i russi stanno cercando di entrare a Kharkiv a nord di loro. “Decine di migliaia di soldati si stanno accumulando, in modo che la Russia abbia pronto il suo contrattacco”, avverte l’analista britannico, citato da Politika.
Anche il portavoce ucraino del raggruppamento orientale Serhiy Cherevaty ha confermato questi fatti, affermando che un massiccio raggruppamento di 180k forze russe è concentrato sul fronte Kremennaya-Kharkov:

Quindi, alla luce di tutto ciò, è possibile che Wagner possa essere utilizzato dal vettore settentrionale per bloccare le truppe ucraine mentre la Russia lancia il proprio assalto a nord-est in estate-in autunno per Kharkov? La Russia ha già condotto un’offensiva stealth, guadagnando ogni giorno nuovo territorio verso il vettore Torske-Lyman, quindi si tratta solo di decidere se continuare la lenta campagna di pressione o lanciare uno sforzo più decisivo.

Nel frattempo, Medvedev ha annunciato che non saranno necessarie nuove mobilitazioni:

“Non sarà necessaria una nuova ondata di mobilitazione. Il Presidente ha detto in modo chiaro, netto e concreto che non ci sarà una nuova mobilitazione, c’è un reclutamento programmato di personale militare per un contratto”.
E il ragionamento è che abbiamo un aggiornamento sulla situazione del reclutamento:

“Secondo il Ministero della Difesa della Federazione Russa, dal 1° gennaio al 4 luglio, più di 185.000 persone sono state accettate nei ranghi delle Forze Armate della RF, di cui circa 109.000 persone sono nella riserva, il tasso di reclutamento sotto contratto è aumentato a 1400 persone al giorno, il tentativo di ribellione armata non ha cambiato l’atteggiamento dei cittadini per il servizio militare nella zona SMO – Medvedev”.
Se ricordate, l’ultima volta che ci siamo lasciati, verso la metà di giugno, la Russia aveva indicato un numero di reclutamenti pari a 156k. Ora sembra che siano già a 185 mila. Inoltre, viene fatta chiarezza sulla domanda più scottante che io stesso avevo riguardo a quanti di questi saranno destinati all’esercito/corpi/riserve di nuova concezione. Questo afferma inequivocabilmente che 109k dei 185k sono per la “riserva”, e conferma inoltre che stanno continuando il reclutamento, a un ritmo di 1400 persone al giorno, che ora equivale a un numero senza precedenti di 42k al mese. Dovrò snocciolare di nuovo questi numeri per avere un buon quadro del campo di battaglia in un prossimo rapporto, ma questi sono segnali molto buoni se i numeri sono accurati.

Ma torniamo alla situazione di Wagner per un ultimo punto. Una cosa che mi ha infastidito durante tutta questa farsa sono gli ammonimenti infondati che ruotano intorno al fatto che il Wagner è “la migliore forza da combattimento della Russia”, tipicamente finalizzati a screditare Putin per aver sprecato la più “efficace forza” della Russia nel tentativo di “sostenere Shoigu”.

Chiariamo una cosa: I Wagner non sono e non sono mai stati la principale forza combattente della Russia. In effetti, non sono nemmeno nella top 5 delle migliori o più elitarie unità russe. La Wagner era efficace per due motivi: era la meglio armata e rifornita e riceveva un’enorme quantità di prigionieri da usare come “carne da cannone”.

Quando la Wagner tentò di combattere al di fuori di Bakhmut, nelle steppe aperte dei fianchi vicino a Kleeschevka, Berkhovka, Ivanovske, cosa accadde? Sono stati sconfitti gravemente. Non sono riusciti a prendere la maggior parte di queste zone, in particolare Ivanovske, che stavano disperatamente cercando di conquistare perché avrebbe dato un controllo estremamente favorevole sulla strada principale. All’epoca c’erano video di mucchi di cadaveri di Wagner nei campi aperti, perché? Perché non erano efficaci fuori dalla città.

In quei campi aperti hanno subito la stessa sorte che ogni gruppo ha subito finora, che si tratti dell’AFU o della Russia, cercando di combattere in campi minati aperti, in aree sorvegliate 24 ore su 24, 7 giorni su 7 dai droni e controllate dal fuoco dell’artiglieria. Il fatto è che combattere in città è molto più facile perché Wagner ha superato di gran lunga l’AFU con forniture smodate di razzi termobarici Shmel, la propria dotazione giornaliera di missili Iskander e Kalibr, la propria potenza aerea e i sistemi TOS-1, ecc.

Facciamo un esempio: Area totale di Bakhmut: 41 km2. Area totale di Mariupol: 244 km2. Popolazione di Bakhmut: 71k. Popolazione di Mariupol: 422k.

Mariupol è una città circa 5+ volte più grande di Bakhmut. I marines russi e le forze cecene hanno strappato la città alle forze di Azov, le più elitarie e fanatiche dell’Ucraina, in circa 1,5-2 mesi, subendo poche perdite. Wagner ha conquistato una città grande 1/5 delle sue dimensioni da un gruppo di geriatrici della difesa territoriale in 8 mesi, subendo 20.000 vittime (secondo Prigozhin). E questo fa di Wagner un’élite? Difficile. In effetti, se i numeri di Prigozhin sono veri, significa che solo a Bakhmut Wagner ha subito tante perdite quante ne ha subite l’intero esercito russo in tutta la SMO.

Wagner non si avvicina nemmeno lontanamente al confronto con i VDV aviotrasportati russi, che conquistarono interamente Kherson in pochi giorni. Né con i marines russi e con molte altre unità russe che posso citare. Questo significa che Wagner è cattivo? No, ovviamente no. E io sono un grande fan di Wagner, non fraintendetemi. La maggior parte di loro sono patrioti irriducibili e sono grandi combattenti. Ma non siamo ridicoli. Chiunque pensi che siano la forza combattente russa più d’élite semplicemente non sa molto di combattimenti bellici o militari in generale.

E risparmiaci il paragone, fuori luogo ma completamente sbagliato, con i marines russi che avrebbero fallito e mostrato “incompetenza” a Ugledar. Ho già dimostrato in precedenza che anche MediaZona ha contato le loro perdite come meno di 100 vittime, il paio di video selezionati a mano di un piccolo convoglio che viene disabilitato è stato usato per travisare completamente gli assalti a Ugledar. Mi dispiace, ma 100 vittime in un assalto di una settimana non sono paragonabili a 20.000 vittime in 8 mesi di scontri con una piccola città. I marines russi sono molto più d’élite di quelli di Wagner, ma nella consueta tradizione dei marines di tutto il mondo – compresi quelli degli Stati Uniti – sono per qualche motivo relativamente poco equipaggiati e vengono dati in prestito dal resto dell’esercito. E non fatemi parlare dei VDV, non è nemmeno un paragone serio.

Il fatto è che Prigozhin è un uomo di spettacolo e un efficace venditore della sua forza. Ha fatto tutte le cose giuste per costruire un mito e un’aura di invincibilità intorno a Wagner. Ed è un bene, sono contento che l’abbia fatto perché è una cosa molto vantaggiosa da avere. I nemici temono Wagner a causa della sua reputazione, basti vedere il comandante di terra dell’AFU, Syrsky, che settimane fa ha cercato di calmare le sue truppe vicino a Bakhmut, dicendo loro che ora che Wagner non c’è più non devono più avere paura:

Ma gran parte di questa reputazione ha più a che fare con la brutalità fuori dal campo – ricordate il famigerato video della mazza. Unità come i VDV russi sono professionisti e sono noti per trattare i prigionieri con rispetto. Ricordiamo che lo stesso Prigozhin ha annunciato che Wagner ha smesso di fare prigionieri nelle ultime settimane del combattimento contro Bakhmut, e questo è stato poi “confermato” da una revisione contabile rilasciata, che ha mostrato che nell’ultimo mese circa non sono stati fatti prigionieri, mentre in tutti i mesi precedenti se ne contavano a decine/centinaia. Con una tale “brutalità”, è facile capire perché l’AFU temesse la reputazione di Wagner. Questi espedienti e giochi di prestigio vanno bene, ma la vera abilità e l’efficacia in combattimento sono una cosa diversa.

Tuttavia, l’ultima cosa che dirò è che penso che le unità Wagner di punta all’interno dell’organizzazione possano essere molto elitarie, soprattutto perché molte di esse provengono lateralmente dai ranghi d’élite della Russia. Semplicemente, la Wagner nel suo complesso è un’organizzazione molto disomogenea per ovvi motivi: c’è un piccolo nucleo altamente elitario di forse 5.000 persone che viene poi imbottito da decine di migliaia di truppe di battaglioni penali a macchia d’olio. La marina russa e le altre unità hanno semplicemente una maggiore uniformità nell’addestramento e nella qualità e quindi sono più efficaci nel complesso, in particolare quando si tratta di combattere in aree aperte rispetto al combattimento urbano. Ma possono fare anche questo: basta guardare a Mariupol. Ricordiamo il famoso comandante dell’810ª Guardia della Flotta del Mar Nero, nome in codice “Struna”, meglio conosciuto come “l’uomo dello zaino rosso”, e come il suo gruppo abbia dominato Azov a Mariupol con perdite minime:

E non ho mai visto unità Wagner imporsi come il famoso 76° assalto aereo del VDV a Gostomel:

Ora, un ultimo paio di articoli vari.

Ci sono sempre più prove che la Russia abbatte regolarmente i missili Storm Shadow: è stato pubblicato un nuovo video dell’abbattimento e nuove foto che mostrano uno dei missili abbattuti ancora abbastanza intatto:

Tutte le parti più sensibili, come la testata e la guida, sono intatte, il che significa che gli ingegneri russi avranno un bel da fare con questo recupero.

Nel frattempo, Leopard e Bradley continuano a essere trovati distrutti, compresi i Bradley con le torrette completamente strappate e gli scafi ridotti a brandelli: uno spettacolo pietoso per una macchina un tempo “invincibile”:

È stata diffusa la prima foto in assoluto di un JDAM-ER su un Mig-29 ucraino:

e seguita solo dalla seconda foto in assoluto di una “bomba di pianificazione” russa UMPC, alias “JDAM ortodosso”:

I droni russi Geran hanno colpito un quartier generale dell’SBU a Sumy, su cui l’Ucraina ha cercato di mentire. Ma poi Zelensky ha rilasciato una dichiarazione che lo ammette:

Nell’ultimo rapporto abbiamo parlato del grande attacco Iskander della Russia contro un punto di incontro di mercenari a Kramatorsk, soprannominato “pizzeria”. Ora abbiamo la prima conferma ufficiale da parte dell’Occidente: un mercenario americano è stato ucciso dalla sua famiglia proprio in quell’attacco:

Inoltre, ricorderete che l’ultima volta ho pubblicato una foto di quell’incidente che mostrava quello che sembrava essere un battaglione americano di difesa aerea di Okinawa. Avevo ipotizzato che i mercenari americani fossero a presidio dell’AD della NATO in Ucraina, anche se un commentatore ha suggerito che il motto “Primus Inter Pares” sulla toppa non fosse esclusivo di quell’unità AD americana e che fosse usato anche da altre unità.

Tuttavia, da allora, è stata rivelata una nuova patch che mostra quello stesso motto sovrapposto a una difesa aerea IRIS-T della NATO. Questa sembra una conferma molto più evidente del fatto che i mercenari occidentali stiano effettivamente equipaggiando l’equipaggiamento della NATO:

Also, one interesting thing I’d never considered in light of the mass usage of new Russian ‘Orthodox JDAM’ glide-bombs is the fact that much of remaining Ukrainian western AD, at least in the SHORAD category, is comprised of IR missiles. This includes both the American Avenger and the IRIS-T above, which uses AIM-9 Sidewinder IR-only missiles. But the Russian glide-bombs have no propulsion, which means they generate no heat/IR. So guess what that means? They’re essentially invisible to much of the remaining Ukrainian AD, which spells even more devastating trouble for the AFU as only missiles with radar guidance can potentially pick them up. I guess that’s why Raytheon is so desperate to get more AD to Ukraine as soon as possible:

Inoltre, una cosa interessante che ho appreso è che questi UMPC possono raggiungere una distanza di 70-80 km se lanciati da un’altitudine di 12 km e a una velocità di quasi 1 Mach.

Con tutti i discorsi sul nucleare, un nuovo sondaggio mostra che solo l’11% dei russi è favorevole all’uso di armi nucleari in Ucraina:

https://www.rt.com/russia/578876-russians-back-use-nuclear-weapons/

L’OSCE ha dichiarato oggi Wagner un’organizzazione terroristica:

L’Assemblea parlamentare dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) ha adottato martedì una dichiarazione finale in cui definisce la Federazione Russa, sponsor statale della compagnia militare privata Wagner Group, un’organizzazione terroristica. Nel documento finale della riunione dell’Assemblea parlamentare dell’OSCE a Vancouver, si indica che le azioni della compagnia militare privata Wagner per conto del governo russo possono essere “definite terroristiche”. La dichiarazione inoltre “invita gli Stati membri a rafforzare le norme internazionali che riconoscono chiaramente la natura terroristica del gruppo Wagner e delle sue azioni” e “la responsabilità della Russia come sponsor statale di questa organizzazione terroristica”.
Arestovich spiega come la Russia sarà sicuramente sconfitta non nell’attuale controffensiva, ma nella seconda o terza:

Zaluzhny ha sostanzialmente confermato che i generali americani/NATO gestiscono le operazioni dell’Ucraina, poiché ha dichiarato al WashPost di avere il generale Milley in linea “24 ore su 24″:

🇺🇦The Il comandante in capo delle forze armate ucraine, Zaluzhny, si è lamentato in un’intervista al Washington Post, affermando che i partner occidentali li spingono ad avanzare per assalti di carne, senza fornire aviazione e rifornimenti:”… gli alleati occidentali si aspettano successi rapidi, anche se loro stessi non partirebbero mai senza la superiorità aerea – mentre l’Ucraina non ha ricevuto caccia moderni”. Posso chiamare e dire: ‘Se non ricevo 100.000 proiettili a settimana, moriranno 1.000 persone. Mettetevi in posizione”” – ha detto.
Infine, vi lascio con questo video. Ricorderete l’ultima volta che ho pubblicato il grande ricevimento di Putin a Derbent, in Daghestan, dove è stato assalito da donne e uomini. Ma una bambina dal cuore spezzato è diventata virale sui social media dopo aver pianto di non averlo visto, di aver fatto la fila e di non aver avuto la possibilità di vederlo. Putin ha risposto all’appello e ha invitato lei e la sua famiglia al Cremlino. Anche se non è sottotitolato, è possibile cogliere il senso dell’emozionante momento:


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Temo che la guerra in Europa durerà a lungo e si estenderà. Di Claudio Martinotti Doria

Sono mesi che non scrivo più nulla sulla guerra in Ucraina e sulla situazione geopolitica generale, perché non sono un grafomane e non amo ripetermi e annoiare.

Altri autori e analisti hanno scritto quanto avrei riportato io stesso e quindi non intendevo sovrappormi vanamente. Inoltre c’è il pericolo ascrivibile alla scarsa memoria degli italiani, anche tra i miei lettori vi saranno quelli che non ricordano certamente quanto scritto in precedenza e rischierei di far la figura di chi arriva in ritardo a rilevare certi fatti, quando in realtà li avevo previsti e/o anticipati.

Mi riferisco ad esempio al numero dei soldati ucraini morti dall’inizio del conflitto.

Diverse fonti autorevoli occidentali da qualche giorno ammettono che potrebbero essere oltre 350mila, e per loro, asserviti alla propaganda istituzionale NATO-USA, simili affermazioni sono gravi e importanti, perché fino a poco prima era vietato affermare che fossero anche solo 100mila, i media mainstream si regolavano in base alle colossali menzogne della propaganda ucraina, che ne ammettevano poche decine di migliaia.

Qualche ottuso commentatore anche nei media cosiddetti indipendenti insiste ancora su cifre dimezzate rispetto a queste ultime, per significare come siano quasi tutti indottrinati e poco “indipendenti”, quantomeno nei ragionamenti.

Personalmente queste cifre le avevo fornite nei miei ultimi scritti di alcuni mesi fa, andrebbero ovviamente riviste al rialzo, considerando che solo negli ultimi giorni, con la fantomatica “controffensiva” ucraina, che tale non è, ma è tecnicamente un’offensiva e nei risultati è una farsa, un fallimento totale, le vittime sono tornate a essere un migliaio al giorno, tra morti e feriti gravi. Quanti morti vi sono stati tra gli ucraini non lo sapremo mai, anche perché le autorità naziste vietano di occuparsene e di parlarne, vietano l’accesso ai luoghi dove si potrebbero raccogliere dati, vietano le riprese video, distribuiscono i funerali in tutti i cimiteri del vastissimo paese, moltissimi cadaveri li hanno abbandonati al fronte facendoli seppellire ai russi, ecc.. Quando dico “vietano” intendo dire che finisci in galera (o peggio) se violi le regole imposte dal regime nazista di Kiev.

Inoltre pare assai verosimile che in due settimane le forze armate abbiano perso centinaia di mezzi corazzati, alcuni analisti occidentali (non russi) stimano queste perdite nel 30% di quanto disponevano gli ucraini per affrontare i russi e ricacciarli, come da loro velleitariamente dichiarato.

Allo stato dell’arte tutto quanto si poteva facilmente prevedere, se dotati di capacità neuronali di analisi e ragionamento (i nostri leader politici europei sono pertanto esonerati), si sta avverando. Non basta dotare di mezzi un esercito se questo non è fortemente motivato, sufficientemente addestrato, guidato da leader credibili, comandato da ufficiali minimamente carismatici, empatici e capaci, ecc.. L’esercito ucraino è allo sbando da parecchi mesi, e insistere su questa fantomatica offensiva serviva solo politicamente per la propaganda, per guadagnare tempo, si sapeva o si doveva prevederne l’esito, ed era sicuramente meglio evitare questo ennesimo fallimento, che era inevitabile.

I russi si erano preparati da mesi all’offensiva ucraina e hanno pure cambiato tattiche, creando difese mobili e dinamiche, che sono queste che hanno inferto duri colpi ai tentativi di avanzata dei reparti d’assalto ucraini.

Questi ultimi non sono mai arrivati neppure alle prime linee difensive russe, e dopo ve ne sono altre due da affrontare, quindi figuriamoci riuscire ad arrivare al Mare d’Azov e alla Crimea, pura illusione letale da minorati psichici.

Anche il comando supremo ucraino ha cambiato alcune tattiche, dopo le prime batoste subite e la perdita di centinaia di mezzi corazzati, anche quelli famosi che avrebbero dovuto cambiare le sorti della guerra, secondo la narrazione occidentale. Adesso combattono come si faceva oltre un secolo fa: mandano all’attacco solo la fanteria, coperta dai fumogeni. Ma vi rendete conto? Ma lo sanno i loro comandati (leggasi USA-NATO) CHE I RUSSI HANNO IN DOTAZIONE MEZZI DI RILEVAMENTO TERMICO, INFRAROSSI, DRONI CON SISTEMI OTTICI ULTRAMODERNI, satelliti militari che inquadrano anche un singolo metro quadrato? Solo per citare qualcosa di cui dispongono, tra le miriadi d’innovazioni tecnologiche militari in loro possesso e/o che presto disporranno perché in fase avanzata di progettazione e collaudo. Perché la Russia è un ciclopico paese dove la cultura è di casa, possiede da secoli le migliori accademie del mondo dove si formano centinaia di migliaia di giovani. Alcuni dei quali diverranno dei geni nel loro settore di competenza. Ecco perché hanno anticipato gli USA e non solo, con i missili ipersonici e tante altre armi avveniristiche e dalla potenza distruttiva mirata e apocalittica, non intercettabili, neppure immaginabili in Occidente nella loro concezione progettuale.

Tornando alle modalità primitive di combattere dell’esercito ucraino, a parte le mine che vengono ormai facilmente collocate dai droni, basterebbe un proiettile di artiglieria per uccidere decine di soldati, anche se sparpagliati, a causa delle schegge provocate dall’esplosione, e in aperta campagna non ci sono ripari, i cespugli e arbusti nascondono alla vista ma non evitano i proiettili.

Stanno pertanto mandano al massacro migliaia di soldati come fossero carne da macello. Che lo facciano gli USA-NATO non ci sorprende, lo hanno fatto capire fin dall’inizio del conflitto che gli ucraini erano solo utili idioti e che la guerra ai russi sarebbe durata fino all’ultimo ucraino, ma gli ucraini sono tutti d’accordo a prestarsi e a fare questa fine? Li hanno forse drogati e ipnotizzati?

Pare di no, perché sempre più reparti schierati al fronte si stanno arrendendo ai russi, magari dopo la morte del loro ufficiale (non mi stupirei fosse stata indotta), e non perché circondati e senza munizioni ma per scelta deliberata.

Sono chiari segnali che i soldati ucraini non intendono più combattere per favorire gli interessi stranieri e delle loro corrotte oligarchie. Dovranno combattere fino alla fine solo i soldati nazisti, perché sanno che sono nella lista nera dei russi, ma i nazisti nella loro maggioranza sono stati finora utilizzati per “catturare” i renitenti al servizio militare, quelli che si nascondevano ai richiami, numerosi e disertati in massa, alla faccia di Zelensky che mentiva spudoratamente parlando di file interminabili di volontari che volevano combattere. Ma quando mai?

Ci sono centinaia di video on line di testimonianze di civili che filmano vere e proprie aggressioni, sequestri di persona, arresti, violenze eseguite da nazisti su giovani per strada o padri di famiglia nelle loro case, per obbligarli ad arruolarsi e andare a combattere. E spesso tali persone si difendono, anche se poi vengono sopraffatte, tranne rari casi in cui intervengono anche i vicini per solidarietà e cacciano i nazisti.

Queste situazioni rivelano un’Ucraina in pieno conflitto sociale, nel caos più assoluto, prossima all’implosione, non certo in grado di affrontare un altro inverno di guerra.

La NATO a questo punto starà sicuramente ordendo qualche piano insidioso e perverso, ai limiti dell’aberrazione (fino a spingersi a una III Guerra Mondiale), per provocare un casus belli da attribuire ai russi (eseguito dagli ucraini o loro agenti infiltrati) che giustifichi un intervento se non diretto quantomeno indiretto, di qualche paese limitrofo (i cosiddetti “volenterosi”).

Dovendo scegliere, “a caso” direi la Polonia, che si sta preparando da parecchio a tale ipotesi, portando al 4% del PIL la spesa militare e raddoppiando gli effettivi dell’esercito (da 150 a 300mila), essendosi inoltre nel frattempo nazificata al suo interno a livello istituzionale e militare, divenendo profondamente russo-fobica e velleitaria verso la Galizia ucraina che vorrebbe annettersi, e in cambio della partecipazione alla guerra contro la Russia che potrebbe negargliela?

Ma questi polacchi, sono veramente convinti di poter sconfiggere i russi? Come lo erano 85 anni fa nei confronti dei tedeschi? Perché la Storia, quella con la esse maiuscola, non si apprende nei libri di scuola ma dai pochi storici seri e indipendenti, solo da loro, leggendo i loro libri, si viene a sapere che la Polonia a fine anni ‘30 non era affatto una vittima sacrificale debole e indifesa preda dei tedeschi espansionisti, ma era dominata dagli alti ranghi dell’esercito, fieri e autoritari, guerrafondai convinti di essere invincibili come nella migliore tradizione militare del paese.

Fino all’ultimo si sarebbe potuto evitare il II conflitto mondiale, se non fosse che la perfida Albione che voleva la guerra (non certo Chamberlain, ma Churchill si, lui e coloro i cui interessi rappresentava), aveva convinto l’élite militare che dominava la Polonia, che sarebbe stata protetta tempestivamente dall’Impero Britannico e dalla Francia, mentre poi l’abbandonò al suo destino, usandola solo come casus belli.

Potrebbe avvenire di nuovo, come sapete la Storia si ripete, perché gli uomini non apprendono da essa, anzi spesso non la conoscono proprio, la ripudiano. Dopo l’Ucraina la seconda vittima della cinica e spietata egemonia USA potrebbe essere la Polonia, consumata l’Ucraina potrebbe toccare alla Polonia, che di nuovo si sovrastima nelle sue capacità, perché lascia prevalere i sentimenti ostili all’intelligenza, prevale il desiderio di annettersi la Galizia e forse Kaliningrad per espandere e uniformare il territorio nazionale nella GRANDE POLONIA, con il beneplacito degli USA-NATO. Forse addirittura a scapito della Bielorussia, nei cui confronti sta organizzando milizie armate da infiltrare nel paese confinante per provocare conflitti civili interni, una sorta di golpe su emulazione degli USA. come fu l’Euromaidan in Ucraina nel 2014,

Le manie di grandezza della Polonia causeranno molte sofferenze all’Europa, le stanno già causando, perché sono loro i peggiori fomentatori di odio e conflitti bellici su incarico angloamericano, sono loro a portare la discordia, a sabotare, a fornire mercenari, a compiere le operazioni sporche, ecc.. Si stanno rivelando una vera e propria disgrazia per l’UE, ed è un paradosso tragico, perché è il popolo che ha maggiormente sofferto a causa della II Guerra Mondiale, in proporzione ancora di più dei russi, avendo perso oltre un quarto della popolazione durante i sei anni di conflitto.

Altra disgrazia per l’UE è stato il riconoscimento del Kosovo sottratto alla Serbia con la violenza per volontà americana, una regione servita agli USA come colonia per insediare la loro base militare più grande del continente, addestrare mercenari islamici per le loro operazioni sporche, organizzare traffici criminali di ogni tipo e crudeltà, per attizzare il fuoco della guerra nei Balcani in qualsiasi momento, contro la Serbia ovviamente, l’ultimo paese europeo rimasto fedele alla Russia. E purtroppo noi italiani avremo di nuovo modo di vergognarci in caso di conflitto, perché useranno di nuovo le nostre basi militari per aggredire la Serbia.

Mi dispiace ma non ci sarà una chiosa traboccante di speranza, ancor meno di ottimismo, non ci sono le condizioni, aspettatevi che la guerra si estenda (forse vicino ai nostri confini) e che duri a lungo, con tutto quello che ne consegue.

 

 

Cav. Dottor Claudio Martinotti Doria, Via Roma 126, 15039 Ozzano Monferrato (AL), Unione delle Cinque Terre del Monferrato,  Italy,

Email: claudio@gc-colibri.com  – Blog: www.cavalieredimonferrato.it – http://www.casalenews.it/patri-259-montisferrati-storie-aleramiche-e-dintorni

Independent researcher, historiographer, critical analyst, blogger on the web since 1996

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NON È UN MONDO PER IDEALISTI, di Pierluigi Fagan

Nel libro recensito nel post precedente, l’Autore Jacques Ellul sosteneva che qualsiasi società di massa moderna, a prescindere il regime politico, ha bisogno di propaganda (noi oggi la chiamiamo anche narrativa) per ottenere consenso e legittimità. Poiché sia la massa che la più colta opinione pubblica, nulla sa dei principali argomenti di cui si compone l’amministrazione e direzione di uno Stato, ecco il bisogno di dar loro non solo i fatti ma anche i giudizi, le opinioni accluse, a pacchetto. Di tutti i capitoli di cui è fatta la politica di uno Stato, il più alieno dalla mentalità non specializzata diceva esser la politica estera.
Il motivo per cui questo argomento è particolarmente alieno a tutti i cittadini governati sono tre. Il primo è che in genere, qualcosa si sa del proprio stato e nazione, ma praticamente nulla degli altri, vicini e lontani. Il secondo è che la mutevolezza delle opinioni pubbliche non permetterebbe lo sviluppo di alcuna strategia, almeno nei paesi seri. Tant’è che qui da noi è normale aderire alla Via della Seta, promettere porti e sedi per le compagnie di telecomunicazioni ai cinesi, poi cambia il governo e via dalla Via della Seta, dentro amicizia con Taiwan, porti e tlc solo agli occidentali. Magari tra quattro anni si rifà il contrario. Il terzo motivo è il più importante, l’argomento politica estera è nel dominio del realismo e della ragion di stato, ragione del tutto amorale. Le opinioni pubbliche invece sono morali o almeno coltivano questa auto-rappresentazione, hanno orrore della mancanza di buoni sentimenti che accompagna una normale politica estera che di suo è letteralmente “al di là del bene e del male”.
Forse qualcuno ricorderà che Putin, poco prima dell’inizio della guerra all’Ucraina, spese più di un’ora in televisione a reti unificate per spiegare ai cittadini varie cose tra cui che l’Ucraina non è un vero Paese, che in fondo è Russia per quanto nelle mani di traditori e malfattori, che gli stessi ucraini, fratelli del popolo russo se non russi occasionalmente in altra amministrazione, andavano liberati dal giogo di quei traditori malfattori. Si poteva definire questa la sua narrativa per giustificare la guerra al suo popolo. Un popolo in tutt’altre faccende affaccendato e come ogni altro popolo europeo, più dedito alla normale vita quotidiana, sogni, speranze, piccoli affari etc. . In particolare, i giovani che soprattutto nelle città, di nulla differiscono dai nostri, Internet, musica, sport, primi approcci sessuali e quant’altro. Sicuramente non facilmente inquadrabili militarmente e spinti con convinzione a combattere (ovvero rischiare la vita) contro quelli che percepivano come omologhi, tra l’altro dello stesso ceppo. Tant’è che Putin ha usato Wagner e ceceni, soprattutto nei combattimenti di città (notoriamente costosi in termini di vite umane) ed assai poco l’esercito propriamente detto.
I motivi dell’invasione dell’Ucraina erano strettamente geopolitici, Putin non aveva scelta per molti versi, ma ne abbiamo già discusso più di un anno fa e tanto ognuno poi usa le sue lenti per interpretare gli eventi. Tenevo solo a precisare che i motivi solidi dell’atto non erano e non sono comunicabili per varie ragioni, anche perché non verrebbero assolutamente compresi. Vale per l’una come per l’altra parte. La ragione geopolitica è semplicemente spaventosa per chi nutre convinzioni idealistiche.
Sul campo, già i ceceni a Mariupol, ma poi i Wagner con più forza a Bakhmut, avevano lamentato di non aver ricevuto sufficiente supporto dall’esercito regolare. La cosa funziona così, queste truppe professionali fanno il lavoro più sporco e rischioso della guerra in prima linea, lo sanno, lo accettano, vengono pagati bene per questo. Tuttavia, logica vuole che l’esposizione al rischio sia ben precisa ovvero che prima o poi, dopo aver sfondato o fatto il lavoro grosso, arrivi l’esercito e relativa logistica a consolidare la situazione velocemente. Pare così non sia andata e più di una volta.
Prigozhin di recente, e sempre a toni più alti, se la prende con Shoigu, Ministro della Difesa, il vero vice-Putin della faccenda. Faccio notare che Shoigu, ben prima della guerra, era dato come il più probabile successore di Putin che aveva promesso di non ricandidarsi alle prossime elezioni, anche per motivi di salute oltre altri più complessi da citare in breve. Putin pochi giorni fa dichiara di esser molto deluso da certi “generali da salotto”. I russi non fanno guerre sul campo da un po’, almeno su terra, ed è quindi vero che hanno molti quadri non proprio temprati alla bisogna. Ma la dichiarazione è da leggere come tentativo di far finta di dar sponda a Prigozhin ed i malumori dal fronte. Anche se dall’inizio del conflitto i russi hanno cambiato più e più volte generali chiave sul campo, oltre quelli morti, Putin non si è mai sognato di mettere in discussione Shoigu in quanto sa benissimo che il problema non è lui che anzi è il suo più fedele collaboratore.
Si consideri anche come il potere russo, contrariamente a quanto favoleggiato dai propagandisti occidentali, è tutt’altro che monolitico e quindi c’è più di una banda che vedrebbe con favore la dimissione di Shoigu per riaprire i giochi della successione. L’attuale rivolta di Prigozhin-Wagner sembra proprio pubblicamente rivolta contro Shoigu, per forzare la mano a Putin che non è messo in discussione, almeno ufficialmente. E’ chiaro che conta su qualche appoggio a Mosca.
Quanto alla poca partecipazione delle truppe regolari e quindi la responsabilità diretta del ministro (ovvero poi direttamente di Putin) si possono solo fare illazioni. Forse Putin immagina una guerra molto lunga e si riserva la riserva. Forse Putin sa quanto in fondo questa guerra sia impopolare laddove da film proiettato in televisione diventasse sempre più sangue e bare dei propri figli oltre un certo numero e con figli di cittadini e non contadini siberiani. Forse ci sono questioni a noi non note sulla necessità di presidiare i tanti vasti confini della federazione e le truppe scelte scarseggiano. Tant’è che oltre a mercenari e poco altro, fino ad oggi se l’è cavata più con droni e missili, neanche troppa aviazione e dopo le prime problematiche uscite, neanche la Marina e soprattutto gente del Donbass, la più motivata. O forse c’è tutto ciò e pure altro. Sta il fatto che il lamento di Prigozhin ora è diventata rabbia agita. Senz’altro ci sono obiettivi di faide interne il potere a Mosca e quindi accanto a Wagner c’è anche qualcun altro.
Del resto, se guardiamo la faccenda dal punto di vista di Prigozhin, deve esser arrivato al limite. Per quanto pagati, anche i mercenari hanno un limite al sacrificio supremo e quando questo sembra senza ragione o governato da una ragione eccessivamente cinica, difficile tenere gente del genere allineati e coperti, con le buone ormai non più da tempo, ma a questo punto neanche con le cattive. Quindi, forse, non aveva scelta.
In più, è anche possibile abbia annusato aria da “conflitto congelato”, un accontentiamoci che dava come prospettiva un suo certo ridimensionamento e conseguente regolamento di conti per le intemperanze più volte manifestate anche pubblicamente. Nell’ultima settimana Z. ha ammesso il fallimento della sua controffensiva, gli americani si sono mostrati “sorpresi e preoccupati” come se apprendessero le notizie dalla CNN (ricordo che fra un anno in USA si vota e Biden non ha interesse ad andare ad elezioni con impegni pressanti di guerra sul groppone), Putin ha ritirato fuori dichiarazioni da “be’ forse è il caso di vedere seriamente come sbrogliare questa matassa”.
Ora, fare previsioni presupporrebbe sapere cose che io non so oltreché una improvvida fiducia nella linearità di questo tipo di faccende. Immagino che decisivo sarà vedere nelle prossime ore cosa guadagna Wagner e se, quando, dove e come, i suoi alleati in alto proveranno ad uscire allo scoperto accendendo qualche altro fuoco, se ne hanno facoltà. Altresì, occorrerà vedere se e quanto gli americani e gli europei vorranno o sapranno tenere a freno gli ucraini che tenteranno di approfittarsene alla grande. Questa improvvida mossa potrebbe far diventare la questione Wagner una questione nazionale seria mobilitando anche i più renitenti in favore di Putin? Forse, dipende dallo stato interno dei russi che non conosciamo. Infine, se Putin non schiaccia i Wagner spazzandoli via in fretta, dovremo dedurne che lo stato interno alla linea di potere che dal Cremlino va nell’esercito in campo e nelle caserme è davvero fragilissima, con conseguenze gravi non solo per la guerra in corso ma più in generale per il suo stesso potere e relativo disequilibrio dell’area. Il sacrificio di Shoigu a Prigozhin mi sembrerebbe strano, ma dipende molto dallo stato interno gli equilibri del vertice di potere, Putin ne uscirebbe comunque molto male. Intanto si muovono i ceceni che invece sono stati accontentati a loro tempo in termini di potere e riconoscimento, diversamente dai Wagner.
Vediamo.

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SITREP 6/30/23: I venti si addensano prima del vertice NATO _ di SIMPLICIUS THE THINKER

SITREP 6/30/23: I venti si addensano prima del vertice NATO

Dopo gli eventi della Rivolta di Prigozhin, c’è stata un po’ di tregua, come un calo post-maniacale. In parte, ciò è dovuto a quello che la stampa occidentale sostiene essere il maltempo in prima linea questa settimana, che ha ostacolato ulteriori tentativi ucraini di fare nuove avanzate. Le hanno fatte a sprazzi e sono state per lo più respinte con grandi perdite, come al solito.

Col senno di poi, finora la maggior parte delle mie previsioni sull'”offensiva” sono state abbastanza accurate. Un paio di mesi fa, una volta che mi sono sentito a mio agio con le mie sensazioni sulle reali disposizioni e condizioni delle truppe dell’AFU, ho detto che molto probabilmente non ci sarà alcuna vera offensiva, né si raggiungerà alcun tipo di sfondamento. Questo mentre altre personalità della sfera russa condizionavano comprensibilmente il loro pubblico a prevedere almeno importanti sfondamenti fino al secondo o terzo livello. Alla fine ho concluso che non ci sarà una vera e propria offensiva, perché la annulleranno dopo essere stati distrutti e sosterranno che si trattava solo di “sondaggi”.

Ora, come previsto, stanno spostando la narrazione sulla necessità di una forza aerea. Non solo ho pubblicato di recente l’intervista di Arestovich, in cui ridicolizzava l’ipocrisia della NATO nel pretendere che l’Ucraina facesse enormi progressi senza copertura aerea, in contrasto con le dottrine della NATO stessa, ma ora una nuova intervista con il riemerso Zaluzhny riecheggia gli stessi sentimenti:

Il comandante in capo delle forze armate ucraine, Zaluzhny, si è lamentato in un’intervista al Washington Post, affermando che i partner occidentali li spingono ad avanzare per assalti di carne, senza fornire aviazione e rifornimenti:”… gli alleati occidentali si aspettano successi rapidi, anche se loro stessi non partirebbero mai senza la superiorità aerea – mentre l’Ucraina non ha ricevuto caccia moderni”.
Ma dal momento che l’ottenimento di jet da combattimento non è realistico nel prossimo futuro, il dialogo continua a spostarsi verso una negoziazione. L’emittente tedesca ARD ha dichiarato che giorni fa, il 24 giugno, si è tenuto a Copenaghen un incontro internazionale segreto sull’Ucraina, in cui i diplomatici di vari Paesi occidentali si sono incontrati con i rappresentanti dei BRIC nel tentativo di trovare un modo per convincere la Russia a risolvere pacificamente il conflitto. ARD conclude che i negoziati ufficiali per la risoluzione del conflitto potrebbero avvenire già a luglio:

Secondo il canale televisivo ARD, il 24 giugno si è tenuto a Copenaghen un incontro internazionale sull’Ucraina “in gran segreto” con la partecipazione di diplomatici dei Paesi occidentali e di rappresentanti di Brasile, India, Cina e Sudafrica. I colloqui si sono svolti su iniziativa di KievI negoziati ufficiali per risolvere il conflitto ucraino inizieranno il mese prossimo, secondo il canale televisivo tedesco ARD.Particolare attenzione in questo contesto è rivolta alla partecipazione dei Paesi BRICS, che finora sono rimasti neutrali rispetto alla situazione in Ucraina. Secondo il canale televisivo ARD, i negoziati sono stati avviati da Kiev. Questo fa sperare in un progresso nella risoluzione della questione ucraina, perché i negoziati ufficiali tra le parti potrebbero avere luogo già a luglio. Al momento, i dettagli dei prossimi negoziati e i tempi specifici del loro svolgimento rimangono sconosciuti. Tuttavia, a quanto pare, entrambe le parti stanno dimostrando la disponibilità a un dialogo produttivo e il desiderio di trovare il modo di risolvere le contraddizioni esistenti tra loro.

È impossibile sapere quanto questo sia vero, tuttavia è in linea con le mie precedenti previsioni e quindi gli attribuisco una fiducia abbastanza elevata. In questo momento, la fase in cui ci troviamo è l’alba della dura realtà per i cittadini occidentali e i loro amministratori. Hanno già iniziato a vedere l’inutilità del tentativo dell’Ucraina di riconquistare il territorio e, allo stesso modo, vedono la crescente minaccia di una grande catastrofe nucleare.

Non che io sia d’accordo, ma solo per dare un esempio dall’altra parte, ecco cosa dice il dissidente ucraino Leonid Vershinin su quanto sopra. Sostiene che Mosca sta conducendo negoziati segreti ed è disposta a cedere la ZNPP come ulteriore “gesto di buona volontà”. Tuttavia, egli afferma che tale accordo non è stato raggiunto e che quindi l’Ucraina è pronta ad attaccare lo ZNPP:

“All’inizio di maggio, non ricordo il giorno esatto, ho scritto che avrei scritto raramente fino al 22 giugno, e così è stato. Ho scritto raramente, e ho semplicemente buttato nel carrello le cose più interessanti con cui ero d’accordo, non vedendo l’utilità di ripetere l’ovvio più e più volte. Il fatto è che circa un mese e mezzo fa persone di cui mi fido mi hanno detto che ci sono trattative molto serrate ai vertici tra Mosca e i suoi partner e Mosca è pronta a fare le più ampie concessioni, mentre i partner chiedono come gesto di buona volontà di cedere la ZPP a Kiev promettendo che in questo caso Kiev guarderà alla restituzione di Energodar come a una “vittoria” e passerà dalla rabbia alla pietà e accetterà di parlare. Secondo i loro dati, la scadenza è stata fissata al 22 giugno. E nel caso in cui i moscoviti rifiutassero questo gesto di buona volontà, l’Occidente “offrirà volontariamente” la seconda ondata del “contrattacco” – tutte le forze dell'”Ucraina”, puntando allo stretto di Crimea e a Energodar, e organizzando parallelamente colpi alla regione di Kherson e alle regioni di confine della Russia. Ormai, credo, è chiaro che non è stato raggiunto alcun accordo, e le prossime due settimane prima del vertice della NATO saranno, diciamo, non facili.Solo in base alle mie sensazioni, posso prevedere gli eventi principali del 26-29 giugno, ma non posso prevederne l’esito, anche se credo nell’esercito russo. Se non sarà tradito ai vertici, resterà in piedi. Ma temo che se resisterà, i moscoviti lo useranno per fare un affare disastroso.
Ma ricordiamo che in Occidente ci sono due campi contrapposti: gli integralisti e i “sani di mente”. Gli integralisti continueranno a spingere per un’escalation, perché i loro padroni in cima alla piramide dell’élite non permetteranno mai alla Russia di ottenere un qualsiasi tipo di vittoria decisiva, non importa quante persone moriranno, perché per loro è esistenziale. La vittoria della Russia comporterà il collasso finale dell’intero ordine occidentale, ovvero della cabala bancaria centenaria che ha governato il mondo con il pugno di ferro. Quelle antiche famiglie al vertice non possono permettere che la Russia vinca.

Tuttavia, contrariamente ai teorici della cospirazione, queste élite non sono “onnipotenti”. Possono essere ostacolate e la loro voce può essere sopraffatta dalle grida della guardia “sana”. Non lo dico nel senso di una sorta di QAnon con la carta stagnola “i camici bianchi/le forze della luce vinceranno il male!”, ma piuttosto in un senso logico e di realpolitik. I “cattivi” sono in qualche modo ostacolati dal fatto che devono stare al gioco e non possono togliersi completamente la maschera nel rivelare le loro vere intenzioni. Così, quando vengono messi alle strette da un punto di vista ideologico, dove l’andare controcorrente espone il loro vero programma malvagio, possono essere costretti – almeno temporaneamente – a fare marcia indietro e a riorganizzarsi.

Purtroppo, per ora, gli integralisti, almeno all’interno dell’Ucraina, continuano a spingere per un’escalation totale. Lo scenario della falsa bandiera nucleare di Zaporozhye è ancora in corso, più forte che mai con una serie di nuovi sviluppi.

In primo luogo, il regime ucraino starebbe conducendo esercitazioni nucleari a Nikopol, proprio dall’altra parte di Energodar e dell’area dello ZNPP:

Per non parlare del fatto che anche i funzionari polacchi stanno distribuendo volantini sulla sicurezza dalle radiazioni, in chiara preparazione a “qualcosa”:

E il seguente rapporto:

Alcuni canali di telegramma ucraini hanno ricevuto informazioni che i militari della 124ª e 126ª brigata della Brigata di Difesa Teroboron, così come la 406ª Brigata di Artiglieria Indipendente dell’AFU hanno condotto esercitazioni di protezione radiochimica e biologica sul territorio della parte destra della regione di Kherson.
Il ministro della Sanità ucraino Viktor Lyashko è andato in televisione per mitigare le preoccupazioni degli ucraini, dicendo loro che Kiev non sarebbe stata colpita da un disastro nucleare della ZNPP, ma avvertendoli comunque di fare attenzione e di seguire le linee guida:

Per non parlare del fatto che è stata annunciata l’installazione di nuovi rilevatori di radiazioni nei dintorni di Kiev per monitorare la situazione potenziale, come se questo non fosse affatto un presagio.

A Kiev sono stati installati altri sensori per misurare il livello di radiazioni. Due nuovi dispositivi sono stati installati nei distretti di Goloseevsky e Svyatoshinsky, ha dichiarato Alexander Vozniy, direttore del Dipartimento di protezione ambientale dell’Amministrazione statale della città di Kiev. Attualmente a Kiev sono in funzione sette sensori, che trasmettono informazioni sul livello di radiazioni in tempo reale all’applicazione Kiev Digital.
Le evacuazioni sarebbero state ordinate nell’area di Nikopol, di fronte alla ZNPP, sulla base di un evento radiologico:

Zelensky ha anche avuto una telefonata con il canadese Trudeau, in cui lo ha avvertito dell’imminente attacco della Russia:

Zelensky ha discusso con il Primo Ministro canadese Trudeau della situazione intorno alla centrale nucleare di Zaporozhye “Ho avuto la prima di una serie di importanti conversazioni telefoniche con il Primo Ministro canadese Justin Trudeau… Ho richiamato l’attenzione del Primo Ministro sulla situazione di minaccia che… si è creata alla centrale nucleare di Zaporozhye… I partner dell’Ucraina dovrebbero dimostrare una reazione di principio, in particolare al vertice NATO di Vilnius”, ha scritto Zelensky nel suo canale di telegrammi.
Da parte loro, però, gli Stati Uniti hanno dichiarato di non aver ancora visto alcun segnale che indichi l’intenzione della Russia di attaccare la centrale nucleare di ZNPP:

Gli Stati Uniti non vedono alcuna prova che vi sia una minaccia di minare la centrale nucleare di Zaporozhye da parte delle forze della Federazione Russa, come sostiene Kiev”. Lo ha annunciato lunedì in un briefing il coordinatore per le comunicazioni strategiche presso il Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, John Kirby: “Non abbiamo visto alcun segno che questa minaccia [di minare la centrale nucleare da parte delle forze russe] sia imminente, ma la stiamo osservando molto da vicino”, ha detto Kirby, secondo cui gli Stati Uniti hanno la possibilità di monitorare la situazione delle radiazioni nei pressi della centrale nucleare, ma non hanno informato sullo stato attuale del fondo di radiazioni. Allo stesso tempo, il 23 giugno, ha anche detto che “gli Stati Uniti non stanno attualmente registrando un aumento dei livelli di radiazione nell’area della centrale nucleare di Zaporozhye”.
Potrebbe trattarsi di un tentativo di disinnescare e/o prendere le distanze dalla situazione, come hanno cercato di fare con gli attacchi al Nordstream. Ma potrebbe anche essere un segnale all’Ucraina: “Non ti copriamo le spalle, non farlo”. Come ho scritto in precedenza, ritengo che l’Ucraina potrebbe essere disonesta su questo piano e di fatto usarlo per “ricattare” gli Stati Uniti/UE/NATO per ottenere le forniture di armi e le garanzie di sicurezza che desidera, tenendo il pugnale nucleare su di loro come una spada di Damocle, con la minaccia che “se non ci date quello che vogliamo, vi costringeremo alla terza guerra mondiale contro la Russia”.

Detto questo, non lasciatevi ingannare dalla mia affermazione che gli Stati Uniti e l’Ucraina sono necessariamente in contrasto. È molto più complicato di così. Vedete, ci sono molte fazioni diverse all’interno degli stessi Stati Uniti, molte delle quali operano in completo isolamento e con indipendenza rispetto al livello superiore e agli organi di “governo” apparente. La CIA e tutti i vari gruppi SCIF compartimentati all’interno del governo degli Stati Uniti, che rappresentano lo “Stato profondo” nel vero senso della parola, sono probabilmente coinvolti in questi piani, facilitandoli, coordinandoli o progettandoli, senza l’approvazione o la supervisione degli apparati di governo superficiale di alto livello.

Forse è di questo che si è parlato nel recente viaggio?

È lo stesso modo in cui è stato portato a termine l’11 settembre e in cui è stato creato l’ISIS, da questi gruppi sepolti in profondità nelle pieghe dello Stato dell’intelligence statunitense, in totale segretezza e isolamento, lontano dai funzionari di alto livello.

E come i miei lettori ricorderanno, ho messo in guardia dai collaboratori occidentali del MSM, che si prestano al regime e lo aiutano a coprire l’imminente falsa bandiera nucleare. Abbiamo finalmente assistito al primo vero sforzo in questo senso, dato che Sky News ha inventato un servizio fraudolento per condizionare le masse sul fatto che la Russia ha una presa debole sulla centrale nucleare di ZNPP e che le sue truppe stanno già iniziando a ritirarsi da essa, il che è completamente falso:

Sky NewsLe forze russe stanno iniziando a lasciare la centrale nucleare più grande d’Europa, dice l’UcrainaLe forze russe stanno iniziando a lasciare la centrale nucleare di Zaporizhzhia, secondo il principale dipartimento ucraino di intelligence per il ministero della Difesa.Le truppe di Mosca hanno occupato l’impianto dal marzo dello scorso anno e l’Ucraina ha recentemente effettuato esercitazioni di risposta ai disastri nucleari in previsione di un potenziale attacco. Un certo numero di lavoratori ha ricevuto istruzioni di lasciare l’impianto entro il 5 luglio, ha dichiarato la principale direzione dell’intelligence di Kiev in un post su Telegram: “Secondo gli ultimi dati, il contingente di occupazione sta gradualmente lasciando il territorio della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Tra i primi a lasciare l’impianto ci sono tre dipendenti di Rosatom, responsabili delle azioni dei russi”. “Anche ai dipendenti ucraini che hanno firmato un contratto con Rosatom è stato consigliato di evacuare. Secondo le istruzioni ricevute, dovrebbero lasciare l’impianto entro il 5 luglio”, sottolineando che il numero di pattuglie militari “sta gradualmente diminuendo” intorno all’impianto.
Ricorderete che ho spiegato che queste tattiche sarebbero state utilizzate dalla stampa occidentale per vendere una narrazione distorta della crescente “disperazione” della Russia man mano che la sua presa sulla centrale si indebolisce, il che porterà all’ovvia conclusione del “colpo disperato” di Putin per distruggere la centrale che non può avere in un tentativo di “se non posso averla io non può averla nessuno”.

Come si può vedere, stanno già gettando le basi per questo condizionamento.

‼️☢️Il nemico sta preparando una provocazione nucleare: il Ministero della Sanità ucraino ha iniziato a preparare la popolazione a un possibile incidente nella centrale nucleare di Zaporozhye. Il Ministero della Sanità chiarisce che le informazioni riguardano i residenti della zona di 50 chilometri intorno alla ZNPP. Preparare un kit di pronto soccorso con il seguente contenuto: ioduro di potassio – riduce l’effetto negativo dello iodio radioattivo sulla tiroide; sorbenti di alluminio-antiacido – per accelerare la neutralizzazione e la rimozione dei radionuclidi dall’organismo; alginato di sodio – crea una barriera protettiva sulla superficie del contenuto liquido dello stomaco e impedisce l’assorbimento di sostanze pericolose da parte dell’organismo; maschera – per ridurre l’ingresso di sostanze pericolose nell’organismo. 

 


La situazione è arrivata al punto che il rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite ha presentato un appello urgente all’ONU, affermando che la Russia non intende in nessun caso distruggere l’impianto. Leggetelo per farvi un’idea del tono serio:

Un’altra buona notizia è che anche l’AIEA ha rilasciato una dichiarazione de-escalatoria, affermando di non aver visto alcun segno di “estrazione” della centrale nucleare di Zaporizhia da parte della Russia:

Gli esperti dell’AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) non hanno ancora registrato segni di estrazione della centrale nucleare di Zaporizhia – ha dichiarato il capo dell’AIEA Raphael Grossi -. Gli esperti dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) non hanno registrato ad oggi alcun segno di estrazione della centrale nucleare di Zaporozhye. Lo afferma il messaggio del direttore generale dell’agenzia Rafael Grossi, pubblicato venerdì sul sito web dell’organizzazione. “Gli esperti dell’AIEA non hanno ancora trovato segni visibili di mine o altri esplosivi attualmente installati presso la centrale nucleare di Zaporizhia <… >Secondo Grossi, gli esperti dell’agenzia nell’ultima settimana non hanno registrato alcun bombardamento o esplosione nell’area della centrale. alcune notizie ucraine dicono che la Russia si sta già ritirando dall’area di ZNPP

Ecco la vista aggiornata del lago artificiale dal lato ucraino:

Questi sviluppi convergono con la pressione sempre più forte sull’Ucraina affinché produca qualche risultato prima che la stagione offensiva si concluda quest’anno. Secondo alcuni, mancano più di 4 mesi, anche se potrebbe essere molto prima, dato che ottobre potrebbe portare un’altra mini-Rasputitsa che inizierà a ostacolare tutte le operazioni offensive.

Come si può vedere dalla selezione di titoli del MSM qui sopra, l’implausibilità della vittoria dell’Ucraina sta diventando abbastanza accettata nei circoli occidentali.

“Gli ucraini hanno ancora 3-4 mesi per dimostrare i progressi della controffensiva” – ha dichiarato il deputato polacco Witold Waszczykowski – “Se dopo 3-4 mesi la controffensiva fallisce, l’Europa inizierà a spingervi a congelare il conflitto e ad avviare i negoziati con la Russia, come è stato fatto nel 2015. Questo è il mio pensiero pessimistico… La maggior parte dei Paesi europei, come Germania e Francia, non ha bisogno dell’Ucraina. Hanno bisogno della Russia per tornare nell’economia mondiale. Hanno bisogno del gas russo”, ha detto Waszczykowski.
Ma il rovescio della medaglia è che anche alla Russia restano solo pochi mesi quest’anno per sferrare un colpo “decisivo” che possa davvero piantare il chiodo finale nella bara e indurre l’Ucraina o l’Occidente a considerare la pace. Non fraintendetemi, credo che durante l’inverno la Russia abbia un arsenale molto più ampio di capacità che continueranno a danneggiare gravemente l’Ucraina. Rasputitsa e l’inverno significano semplicemente immobilità, che è paralizzante per l’Ucraina ma non per i complessi d’attacco russi. Quindi, anche durante l’inverno, mi aspetto che la Russia si affidi maggiormente alle sue capacità di attacco a lungo raggio e continui a colpire le infrastrutture ucraine. In effetti, l’Ucraina ha già segnalato di temere proprio questo e si sta preparando:

L’Ucraina si sta preparando a possibili attacchi energetici già in autunno. Lo ha riferito Vadym Skibitskyy, rappresentante del Dipartimento di controllo statale del Ministero della Difesa ucraino: “Nella prima campagna di questo tipo, non hanno ottenuto il loro risultato, perché il nostro sistema di alimentazione (grazie all’URSS), la produzione di energia ha resistito. Siamo sopravvissuti all’inverno normalmente, ma ci stiamo preparando. Per questo si stanno adottando tutte le misure per rafforzare il nostro sistema di difesa aerea e per dotarci di nuovi sistemi di difesa aerea. Questo era anche l’obiettivo della conferenza di Ramstein”, dice Skibitsky.
Quindi, si prevede che in autunno la Russia riprenderà i grandi attacchi di decapitazione contro le infrastrutture energetiche per stressare il sistema durante l’inverno. Ma a parte gli attacchi a lungo raggio, se la Russia intende fare qualche incursione territoriale importante, le rimane poco tempo per l’anno.

Personalmente, non credo che la Russia abbia intenzione di compiere a breve una grande offensiva con le grandi frecce. Non solo perché trova redditizio distruggere i tentativi di controffensiva dell’Ucraina, ma anche per i numeri che ho snocciolato nei rapporti precedenti, che a mio avviso dimostrano che la Russia non ha abbastanza truppe per andare “all out” in grandi attacchi lampo, soprattutto se è vero che Shoigu ha intenzione di usare le oltre 150 mila truppe appena mobilitate come esercito di riserva.

Quindi, per ora mi aspetto che la Russia mantenga lo status quo e continui la sua strategia di pressione costante e schiacciante su tutti i fronti, piuttosto che cercare un grande sfondamento. Questo mette a dura prova i sistemi logistici dell’AFU e per ora sembra essere una strategia accettabile per il comando russo.

L’anno prossimo, forse, potrò vedere la Russia che finalmente metterà il piede in fallo e lancerà grandi offensive perché, come ho già detto in precedenza, per allora mi aspetto che abbia mobilitato furtivamente abbastanza nuove truppe da avere vere riserve di sfondamento di secondo livello.

Il deputato della Duma di Stato russa Konstantin Zatulin ha detto ieri che potrebbe essere necessaria un’altra mobilitazione in futuro:

“Sconfiggere l’Ucraina richiederà una nuova mobilitazione” – Konstantin Zatulin, deputato della Duma di Stato “Non escludo affatto che saranno necessari altri sforzi, altre mobilitazioni. Non sono affatto convinto che riusciremo a far fronte alle forze che abbiamo oggi, e che non sarà necessario fare altri sacrifici da parte nostra” – ha dichiarato Zatulin.
Non sono in disaccordo con questo sentimento. Forse la Russia potrebbe scegliere di farne una anche quest’autunno, in modo da avere i mesi invernali per addestrare le truppe ed essere pronta per le offensive del prossimo anno. Personalmente, dubito che ciò accadrà, poiché la Russia probabilmente non si mobiliterà a meno che la situazione non diventi in qualche modo disastrosa, ma non è fuori dal campo delle possibilità.

Per ora, credo che il comando russo sia soddisfatto del tipo di perdite massicce che sta infliggendo all’AFU. E le menzogne senza senso di Prigozhin sulle carenze russe hanno dato alla gente una psicosi temporanea, che ha portato a una percezione distorta dell’attuale realtà del campo di battaglia, dove la Russia sta infliggendo un logoramento così massiccio all’AFU da dover lanciare un’intera nuova mobilitazione a livello nazionale con regole rilassate.

Detto questo, c’è una crescente tempesta all’orizzonte. Continuano ad esserci nuovi sviluppi per quanto riguarda il rafforzamento della NATO in Polonia e in altri Stati dell’orbita dell’ex Patto di Varsavia e dell’URSS che odiano la Russia. Vediamo alcuni dei più recenti.

In primo luogo, ecco una voce persistente su Twitter, anche se questa è estremamente poco attendibile, dato che ho cercato di indagare e non ho trovato alcuna attribuzione reale. Tuttavia, nelle ultime due settimane è apparsa in diverse versioni:

Prendetela con un granello di sale. Tuttavia, anche se l’indiscrezione di cui sopra è falsa, ci sono altre voci molto attendibili. Per esempio:

La Polonia sta costruendo attivamente una potente forza di carri armati in direzione della Bielorussia/Kaliningrad, diventando il Paese con l’esercito terrestre più forte d’Europa. Attualmente, il loro primo livello comprende 366 Abrams, 230 Leopard e fino a 180 carri armati K2GF, con un totale di 1000 carri K2GF in contratto. Per creare formazioni d’assalto, la Polonia forma brigate di quattro battaglioni. La 19a brigata della 18a divisione motorizzata polacca è stata la prima a passare a questa nuova struttura. Oggi, le divisioni d’assalto nella direzione orientale della Polonia hanno sei battaglioni di carri armati ciascuna, portando il numero di carri armati vicino ai confini bielorussi e di Kaliningrad a quasi 1000. In base ai trattati internazionali, alla Polonia è concesso un massimo di 1.730 carri armati, ma questi contratti vengono rapidamente annullati. Pertanto, non sarà difficile per la Polonia costruire un secondo livello di forze d’attacco a est, fino a raggiungere altri 1.000 carri armati. Restate sintonizzati sulla loro prossima mossa!
Questo thread illustra nei dettagli la massiccia militarizzazione senza precedenti che la Polonia intende attuare:

Poland’s military transformation is mind-boggling:

– Military expenses as a % of GDP: 2,4% in 2022
– 4% in 2023 probably 5% in 2024 (~$40bn)
– Personnel: from 110K to 250K professional soldiers
– Ordered equipment: $85bn!

Tenete presente, però, che si tratta di un dato altamente idealistico. Alcuni hanno correttamente ipotizzato che la Polonia potrebbe non raggiungere nemmeno una frazione di questo risultato; vedremo.

Ma per ora le notizie continuano senza sosta. Un esperto militare russo e redattore di una rivista di difesa nazionale ritiene quanto segue:

NEWSFLASH #Polonia Il giornalista e analista militare Igor Korochenko ha annunciato che “la Polonia intende occupare #Kaliningrad e la Bielorussia. Per questo si sta preparando un esercito di 500.000 uomini”. “Gli stati maggiori bielorusso e russo hanno informazioni precise sul fatto che la Polonia ha elaborato un piano operativo per la condotta della guerra. Esso prevede, secondo vari scenari, l’occupazione della regione di Kaliningrad e della Repubblica di Bielorussia. Hanno intenzione di farlo dopo aver schierato il loro gruppo di 500.000 uomini”, ha osservato I. Korochenko.Bene! Questa dichiarazione porterà sicuramente i wagneriani a tornare in questo nuovo teatro di operazioni militari sul versante bielorusso. Se ciò si concretizzerà, l’esercito russo dovrà lanciare la sua grande offensiva e iniziare a tagliare in due l’Ucraina, bloccando di fatto tutte le linee di rifornimento NATO-Ucraina sul fronte di #Zaporozhye. Nel processo, Odesa sarà annessa. Idealmente, se questo scenario prendesse davvero forma, l’esercito russo dovrebbe logicamente insediarsi sul lato del confine ucraino-polacco con l’appoggio di truppe militari bielorusse sostenute dall’aviazione russa.
Alla luce di queste voci, la decisione di schierare Wagner in Bielorussia inizia a sembrare sempre più strategica.

Il fatto è che le menti dello Stato profondo che siedono in cima alla piramide a cui ho fatto riferimento in precedenza stanno sicuramente progettando un “pacchetto a lungo termine” per la Russia, che includerà le contingenze di legare un conflitto all’altro come parte della strategia in stile RAND di pressione implacabile come uno stivale sul collo, per soffocare la crescita potenziale della Russia. Porteranno l’attuale conflitto ucraino al limite e quando l’Ucraina sarà strizzata come un panno usato, daranno il via alle provocazioni dei Paesi che si prevede saranno i prossimi vettori di guerra contro la Russia.

Naturalmente, non è certo che si arrivi a questo punto. Credo che ci siano ancora buone possibilità che la Russia disinneschi questi piani, ma non bisogna sbagliarsi sul fatto che questi piani vengono architettati ogni giorno, pezzo per pezzo. Kaliningrad, in particolare, è un punto di pressione che può essere messo sotto pressione in qualsiasi momento per costringere la Russia a reagire nel modo desiderato dai “progettisti”. Ma questo non significa che la Russia rimarrà inattiva. Per ora, queste mosse rimangono come minacce lontane per spingere la Russia ad allentare i suoi obiettivi massimalisti, come a dire: “Arrenditi ora o questo è ciò che dovrai affrontare in futuro”.

Questo è uno dei motivi per cui alcuni integralisti russi sostengono sempre più spesso che la Russia debba usare le sue armi nucleari prima che perdano tutto il loro potenziale di deterrenza. Ricorderete che l’ultima volta ho pubblicato l’articolo di Karaganov che ha fatto scalpore, in cui sosteneva l’uso delle armi nucleari. Ora ha scritto un nuovo articolo di follow-up in cui taglia i ponti e lo rende ancora più chiaro: se la situazione continua a degenerare, la Russia dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di bombardare non l’Ucraina, ma l’Europa.

C’è una piccola chicca che mi fa diffidare delle sue intenzioni:

Karaganov è membro della Commissione Trilaterale dal 1998 e ha fatto parte del Comitato consultivo internazionale del Council on Foreign Relations. Dal 1983 è anche vicedirettore dell’Istituto d’Europa dell’Accademia delle Scienze dell’URSS (ora russa).
In ogni caso, la mia ultima nota su questi sviluppi è che, in assenza di potenziale militare, l’Ucraina probabilmente entrerà nella modalità di “turnazione” che ho previsto in precedenza. Alcuni si aspettano che compiano presto un’altra grande incursione offensiva, quando il tempo si rasserena, e continuiamo a sentire forti proclami occidentali su come “solo una piccola parte” del nuovo potenziale offensivo ucraino addestrato dalla NATO sia stato finora sprecato dall’inizio di giugno. Mi aspetto che facciano un altro o due grandi tentativi, ma alla fine dovranno ridursi a una guerra statica e posizionale, mentre ricostituiscono le loro brigate malconce.

Yuri Podolyaka ritiene che si stiano riorganizzando per lanciare un altro grande tentativo entro il grande vertice NATO di Vilnius, a metà luglio:

All’inizio o a metà della prossima settimana, alla vigilia del vertice NATO, le forze armate ucraine cercheranno di sfondare le nostre difese. Ora è in corso una battaglia di ricognizione, di riorganizzazione. 10 corpi d’armata si sono spostati dalla direzione di Orekhovsky presumibilmente verso Kamenskoye, stanno cercando di confonderci su dove sarà l’attacco principale. Non appena il terreno si asciugherà, se ne andranno.
Altre fonti hanno dichiarato che il 5 luglio sarà la data di un’altra grande spinta offensiva. L’obiettivo è quello di effettuare almeno una cattura importante entro il vertice della NATO come merce di scambio, in modo che l’Ucraina possa dimostrare ai partecipanti al vertice che vale ancora la pena di combattere e di essere finanziata con centinaia di miliardi.

Ma l’Occidente si trova ora in un grave dilemma e non riesce a capire come guidare strategicamente l’Ucraina verso la vittoria. Lo confermano una serie di nuovi articoli e dichiarazioni ufficiali. Dal NYTimes, che denuncia l’uso scorretto da parte della Russia di cinture forestali difensive e campi minati:

Questo reportage ironico di New Resistance coglie con umorismo lo spirito della contestazione:

FLORESBERG – “Trees” : Il New York Times scopre la ragione del fallimento della controffensiva ucraina: l’ultima tecnologia russa di nascondersi dietro gli alberi fa salire il conflitto a livelli vietnamiti di follia e confusione nel vivo della battaglia. Mentre i genieri ucraini neutralizzano le mine, devono affrontare un intenso bombardamento di artiglieria, carri armati e persino elicotteri, reso possibile dall’uso cinico e criminale degli alberi. “Nascondersi dietro gli alberi certamente estende qualsiasi interpretazione delle regole di guerra, dell’ingaggio corretto, al di là di qualsiasi cosa abbiamo visto prima”, ha detto il comandante generale in pensione degli Stati Uniti Benjamin Hodges.Un gruppo di lavoro dell’amministrazione Biden prevede di presentare un rapporto alle Nazioni Unite giovedì.
Mentre questo nuovo articolo di Forbes esprime incredulità per la portata dei fallimenti:

Leggete l’articolo qui sopra se volete un buon resoconto di come è andata l’offensiva fallita. Include perle come l’ammissione che i favolosi e “superiori” aratri da mina dell’Occidente sono in realtà inferiori alle aspettative:

Ma gli aratri di fabbricazione britannica dei Leopard 2R e dei Wisent hanno chiaramente mancato più di qualche mina. Tre Leopard 2R e un Wisent hanno colpito delle mine, così come diversi M-2. Intrappolato e sotto il fuoco, il gruppo di battaglia è andato in pezzi. Gli equipaggi si sono lanciati dai loro veicoli disabilitati, trascinando con sé morti e feriti. Una forza di soccorso a bordo di M-2 ha raccolto molti dei sopravvissuti.
I pianificatori della NATO sono essenzialmente a corto di idee. I loro thinktank stanno facendo gli straordinari per cercare di capire come superare la famosa difesa in profondità della Russia.

Questo nuovo articolo, ad esempio, proclama la fine degli assalti offensivi, lamentando che “la dottrina della NATO si è scontrata con la realtà”:

💥🇺🇸🇺🇦 “L’editorialista di American Greatness Christopher Roach scrive che la perdita delle Forze armate ucraine durante i tentativi di offensiva sarà una “lezione importante” per gli Stati Uniti, osservando che gli ucraini “non usano troppo abilmente” l’equipaggiamento occidentale e il comando commette costantemente errori tattici. Secondo Roach, l’alleanza ha poca esperienza nel condurre questo tipo di ostilità, gli equipaggi dei carri armati e dei veicoli blindati addestrati secondo gli standard NATO non manovrano bene, quindi le forze ucraine “difficilmente possono avanzare”.

Infatti, un nuovo articolo del Washington Post afferma che all’Ucraina resta poco tempo prima che si arrivi a una situazione di stallo:

If Ukrainian forces are no more successful in the weeks ahead than they have been so far, Ukraine will not recapture all of its territory for 16 years.

A

Seymour Hersh ha detto che, al ritmo attuale, l’Ucraina impiegherà 117 anni per riconquistare il proprio territorio:

 

Anche se Mark Milley continua a sostenere che ci vorrà qualche settimana in più:

“La controffensiva dell’UAF è più lenta di quanto previsto da “calcoli al computer o da altre persone””, ha dichiarato Mark Milley, capo del Comitato di Stato Maggiore degli Stati Uniti “Vi avevo detto che ci sarebbero volute dalle 6 alle 10 settimane, che sarebbe stato molto difficile e molto lungo e molto, molto sanguinoso”, ha ricordato”.
Tenete presente che sono già passate 4 settimane, quindi credo che non ci sia più molto tempo.

Il punto è che la NATO è completamente bloccata. Stufi della loro dottrina “Air-Land Battle” che privilegia la potenza aerea e gli attacchi in profondità nelle retrovie, non hanno la minima idea di come combattere questo tipo di guerra. È per questo che è inevitabile che l’Ucraina si chiuda presto in un angolo e riprenda a occuparsi degli aspetti politici e psicologici della guerra ibrida e di guerra civile. Questo, ovviamente, ruoterà principalmente attorno a nuovi attacchi terroristici e false flag come il previsto attacco allo ZNPP.

Un altro nuovo vettore che voglio menzionare è la direzione di Sumy. Ci sono molte notizie che ruotano intorno alle concentrazioni di truppe dell’AFU in quella zona, così come ai contrattacchi russi. Dopo essere stata respinta nella regione di Belgorod, ora protetta da una forza sempre più consistente, l’Ucraina tenterà una nuova incursione nella regione di Kursk, più a nord-ovest. Hanno persino iniziato a evacuare i villaggi in preparazione.

Rybar riferisce:

La dichiarazione del comandante delle Forze congiunte delle Forze armate dell’Ucraina sull’evacuazione dei residenti delle zone di confine della regione di Sumy è un’altra chiara indicazione dei piani di attivazione delle Forze armate dell’Ucraina in questa zona. All’inizio della settimana, le formazioni ucraine sono state dispiegate nella zona di Seredina-Buda, Znob-Novgorodsky e Krasnopol, insieme a veicoli blindati e artiglieria. Il nemico effettua costantemente ricognizioni con i droni e i suoi DRG operano vicino al confine.
Al momento, sembra che le Forze armate ucraine intendano lanciare un attacco diversivo nella regione di Kursk prima della prossima fase dell’offensiva. Molto probabilmente, il comando ucraino utilizzerà nuovamente i militanti del GUR che operano sotto la leggenda di Vyrusya del cosiddetto “Corpo dei volontari russi”. (Rybar)
E ci sono state voci interessanti da parte russa, come quella che indica il primo utilizzo in assoluto da parte della Russia del drone d’attacco stealth UCAV S-70 Ohotnik.

Canale “Legittimo”: la nostra fonte riferisce che i russi hanno recentemente testato una sorta di drone stealth da attacco/ricognizione pesante. È stato osservato in direzione di Sumy. Al momento non si capisce di che tipo di UAV si tratti, ma secondo le versioni che circolano, potrebbe trattarsi dell’UAV “cacciatore” S-70 o di una “copia modificata” del Simorgh Shahed 171. È noto da tempo che i russi stanno conducendo test significativi di nuove armi anche nel contesto della crisi ucraina.
Così come:

I media turchi hanno annunciato che questa notte è stato utilizzato per la prima volta un drone pesante russo S-70 “Ohotnik”, che ha colpito un bersaglio nella zona di Kiev con una bomba ad alta precisioneSecondo queste affermazioni, questa notte c’è stata una forte esplosione in città senza che venisse lanciato un allarme aereo. I media turchi affermano che i russi hanno utilizzato questo velivolo in una missione di ricognizione sulla regione di Sumy nei giorni scorsi per testare gli apparati di difesa aerea ucraini che non hanno rilevato l'”Ohotnik”: si tratta di un drone realizzato secondo il concetto aerodinamico di “ala volante” e invisibile ai radar nemici (tecnologia “stealth” applicata).* Mosca non ha ancora confermato queste informazioni.
Ecco l’S-70 per chi non lo conoscesse:

Per fare un po’ di ordine su altre notizie, citerò alcuni degli altri aggiornamenti di minore urgenza. A proposito, c’è ancora molto da dire sulla saga Wagner/Prigozhin, ma forse lo terrò per la prossima volta.

Per ora, la notizia più importante è stata il successo dell’attacco russo a un raduno di mercenari di Kramatorsk, secondo quanto riferito con missili Iskander, che non ha dato agli obiettivi il tempo di reagire o di essere avvertiti dal loro prezioso ISR della CIA.

Le cifre ufficiali del Ministero della Difesa russo includono due generali e più di 20 mercenari:

Ministero della Difesa russo: due generali, fino a 50 ufficiali e fino a 20 mercenari e consiglieri sono stati eliminati a Kramatorsk a seguito dell’attacco al punto di dispiegamento temporaneo dell’AFUIl Ministero ha anche riferito che le perdite dell’AFU durante la giornata sono state fino a 530 militari uccisi e feriti nella direzione di Donetsk (zona SMO).
Sugli elmetti sono state notate molte bandiere americane, comprese varie patch di unità americane come i Rangers e le Screaming Eagles. La più interessante è stata questa:

Si dice che sia la patch del 1° battaglione del 1° reggimento americano AD di Okinawa, il che implica che gli specialisti americani stanno presidiando le difese aeree della NATO in Ucraina. Anche se potrebbe trattarsi di “istruttori”.

Non conosco l’araldica della toppa in sé, ma il motto Primus Inter Pares è in linea con il vero battaglione.

A proposito di Iskander, un altro sviluppo è che l’Ucraina ha continuato a trincerarsi sotto il ponte Antonovsky sul lato russo:

Tuttavia, le forze russe hanno lasciato che si accumulassero lì per un po’, poiché era difficile sradicarli da sotto la campata del ponte dove si nascondevano sulla riva. Ma una volta che si sono accumulati fino a circa 50-100 persone, le unità russe hanno ordinato un attacco Iskander mirato, che ha colpito esattamente il bersaglio:

Ancora una volta, non hanno avuto alcun preavviso. Ecco le conseguenze:

Una cosa importante e adiacente da notare: ricordiamo che l’Ucraina ha passato mesi a bombardare il ponte Antonovsky di costruzione sovietica con gli HIMAR, colpendolo forse centinaia di volte, solo per fare piccoli buchi. Questo dimostra che un presunto attacco Iskander può per lo più abbattere l’intera campata, o almeno metà di essa, in un solo colpo. Questo è importante da notare per le potenziali decisioni future di abbattere tutti i ponti sul Dnieper. Ora abbiamo i primi indizi di quanta potenza di fuoco potrebbe essere necessaria. I miei primi lettori ricorderanno che una volta avevo calcolato che si trattava di 200-400 missili da crociera e forse anche molto di più, ma sembra che gli Iskander possano farlo in modo molto più rapido.

Inoltre, come alcuni potrebbero aver visto di recente, è stato pubblicato un nuovo video che mostra la devastazione e l’orrore del fallito assalto dell’AFU a Zaporozhye in direzione di Orekhov. Si tratta di uno dei video più grafici della guerra fino ad ora, ma è estremamente illuminante in termini di come gli ormai famosi campi minati russi abbiano veramente distrutto l’elite della 47a brigata. Attenzione, è brutale ma mostra l’orrore intrattabile della guerra di mine e come nemmeno i loro preziosi M2 Bradley abbiano potuto aiutarli: Link al video.

Un ultimo punto: è stato riportato che la popolarità di Putin è ironicamente salita alle stelle dopo gli eventi della scorsa settimana. Nessuno sembra sapere perché, dato che i commentatori occidentali e gli scagnozzi della quinta colonna sostengono che Putin abbia “perso il potere” e sia stato gravemente indebolito. Io stesso ho avanzato l’idea che in teoria potrebbe essere indebolito solo se le cose si svolgessero in un certo modo sotto la superficie. Purtroppo, non sappiamo ancora cosa sia successo esattamente e quali siano stati gli accordi con Prigozhin, ma un nuovo rapporto afferma che la popolarità di Putin è salita al 90%.

Sebbene non abbia fonti, è facile crederci guardando il nuovo filmato della visita di Putin a Derbent, in Daghestan, per l’Eid, alcuni giorni fa:

Quanti leader occidentali possono ricevere un’accoglienza simile, per di più nell’entroterra del loro Paese? Un luogo in cui la CIA ha investito molti soldi per cercare di fomentare l’odio e la divisione contro la Russia e il suo leader.

Certamente non Trudeau, questi sono stati i suoi due più recenti ricevimenti: Video 1, Video 2.

La copertina di Time del 2001 è stata profetica:

E il risultato di questo nuovo interessante sondaggio è in linea con questo:

Sondaggio Campo Russo: se Vladimir Putin annuncia un attacco a Kiev domani: il 64% dei russi lo sosterrà
Il 39% lo sosterrà sicuramente
Se domani il Presidente della Federazione Russa firmerà un accordo di pace e fermerà il NWO, il 73% lo sosterrà.
il 47% lo sosterrà sicuramente
e il 26% lo sosterrà piuttosto.
Sebbene il sondaggio di cui sopra sia stato condotto da un gruppo filo-ucraino, i risultati sono comunque interessanti. Il 74% della popolazione ritiene che l’andamento dell’OMU sia stato finora un “successo”.

D’altra parte, ecco un nuovo sondaggio ucraino:

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha dichiarato che Kiev è pronta a continuare il conflitto militare con la Russia per molti anni. Il Ministro degli Affari Esteri ucraino ha fatto notare che è stato condotto un sondaggio secondo il quale il 58% degli ucraini si è detto pronto a resistere alla Russia per anni. “Gli ucraini hanno capito che la guerra è una questione esistenziale”, ha detto Kuleba, aggiungendo che lavora ogni giorno per porre fine al conflitto il prima possibile. Si è anche rifiutato di fare previsioni sulla fine delle ostilità.
Se questi risultati hanno un qualche valore, sembra che le popolazioni di entrambe le parti siano destinate a durare a lungo. Quindi, mettetevi al lavoro, potrebbe volerci un po’ di tempo.


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Previsioni su Russia, Wagner e Ucraina Riflessioni sulla geopolitica e dintorni_ di George Friedman

Previsioni su Russia, Wagner e Ucraina
Riflessioni sulla geopolitica e dintorni.

Di George Friedman – 30 giugno 2023
Date le circostanze, ho deciso di combinare la mia serie in corso sui metodi di previsione con gli eventi attuali in Ucraina. Il libro di partenza è “Flashpoints: The Emerging Crisis in Europe”, scritto nel 2013-14 e pubblicato nel gennaio 2015. Il libro si concentra in particolare sul futuro dell’Ucraina e della Russia, oltre che di altri Paesi. Ho estratto alcuni passaggi rilevanti per la situazione attuale, che includerò alla fine di questo articolo, ma la mia attenzione si concentra sugli eventi dell’ultima settimana.

Molti hanno considerato il confronto tra il capo del Gruppo Wagner Yevgeny Prigozhin e il presidente russo Vladimir Putin come un tentativo di colpo di Stato. Altri hanno sostenuto che si tratta di una cospirazione progettata in qualche modo per aumentare la capacità bellica della Russia. In altre parole, Prigozhin e Putin non erano nemici ma alleati.

Non mi sembra possibile. Prigozhin era una creatura di Putin – il suo ristoratore, poi organizzatore di una società militare russa privata che dava a Putin una forza militare negabile che poteva operare in molti Paesi di interesse per la Russia. La teoria avanzata da alcuni era che fingere un colpo di Stato contro Putin avrebbe creato una sorta di vantaggio militare. Hanno proposto che, trasferendo i membri di Wagner in Bielorussia, sarebbero stati in grado di colpire il fianco settentrionale dell’Ucraina. Questo, tuttavia, li avrebbe portati a stretto contatto con l’artiglieria ucraina in massa e potenzialmente all’azione della Polonia, che avrebbe potuto considerare la Bielorussia come uno Stato indipendente che minacciava il suo fianco orientale e l’Ucraina. Una cospirazione così vasta e con così tanti rischi di fallimento non ha senso.

Un ulteriore problema è che la risposta all’interno della Russia a questo “falso” colpo di Stato è stata imprevedibile. Il morale a tutti i livelli dell’esercito russo potrebbe essere crollato, lasciando il Gruppo Wagner come unico esercito funzionante della Russia. Putin si sarà anche fidato di Prigozhin, ma il Wagner non poteva condurre una guerra con l’Ucraina da solo. Era troppo piccolo, anche se meglio motivato del principale esercito russo.

Infine, e soprattutto, i colpi di Stato devono muoversi rapidamente per imporre una nuova realtà a una nazione e spezzare lo spirito di potenziali alternative che potrebbero voler riempire il vuoto. La segretezza è essenziale. Le dichiarazioni arrivano alla fine di un colpo di Stato, non all’inizio come in questo caso.

Un tentativo di colpo di Stato da parte di un amico è comune ma scioccante, e spesso spezza il leader. Putin era certamente scioccato, ma non distrutto.

Il motivo per cui mi sono dilungato così tanto è per introdurre la mia teoria. Credo che si sia trattato di un tentativo di rovesciare il Presidente. La guerra non sta andando bene, Prigozhin ha sostenuto che l’esercito è incompetente e che lui è più adatto a condurla, e Putin non se l’è bevuta. L’azione era ciò che sembrava essere. È stato un colpo di stato che è fallito, come molti altri.

Ma un grande mistero permane. Il Gruppo Wagner era la minaccia più pericolosa per le forze ucraine. Ora è disperso e senza leadership, eppure l’Ucraina non ha lanciato una grande offensiva per approfittare della situazione. L’offensiva di primavera prosegue con la stessa cautela di prima. Gli eventi della scorsa settimana sembrano offrire un’enorme opportunità all’Ucraina, anche se tutti i dettagli della pianificazione devono essere ignorati a favore di un’azione rapida. La Russia dovrebbe inviare grandi rinforzi all’Ucraina in breve tempo, e l’Ucraina dovrebbe correre tutti i rischi necessari per evitarlo. C’è stato abbastanza tempo per agire, poiché le truppe Wagner sono in attesa di ordini. Può darsi che il Gruppo Wagner sia ancora una forza azionabile in Ucraina, ma spostare tutte le sue forze in Bielorussia sarebbe difficile da nascondere. L’intelligence americana sarebbe probabilmente a conoscenza della loro posizione e gli Stati Uniti non manderebbero gli ucraini in un tritacarne. Eppure non c’è stata nessuna fuga di notizie, nessuna offensiva ucraina e nessuna notizia di un importante rinforzo russo, un fatto che il Cremlino avrebbe certamente annunciato con orgoglio per dimostrare che la Russia è ancora operativa.

È come se la guerra fosse stata resettata a più livelli. Continua, ma non si avvicina all’intensità che aveva prima del tentativo di colpo di Stato. I russi sembrano non dare peso alle dichiarazioni di guerra, così come l’Ucraina. Gli Stati Uniti hanno parlato molto del tentativo di colpo di Stato, ma poco della guerra in sé. Sembra che siamo entrati in un nuovo periodo del conflitto, con tutte le parti che lo riducono. Putin ha bisogno di riorganizzarsi e questo richiederà tempo. Gli ucraini, con tutta la loro spavalderia, hanno bisogno di un accordo. Gli Stati Uniti hanno chiarito che un accordo è il loro obiettivo. Secondo i rapporti, il Gruppo Wagner sembra concentrato a Rostov-on-Don e Voronezh, lontano da Mosca.

L’Ucraina non sta entrando in azione e la Russia non sta inviando grandi forze per sostituire Wagner. Gli Stati Uniti sono tranquilli. Quindi la mia teoria, gratuita e che vale ogni centesimo, è che si è aperta la porta a un accordo negoziale. Putin sta combattendo una guerra che non vincerà, almeno non a breve. Gli Stati Uniti hanno le elezioni presidenziali alle porte e hanno bisogno dell’Ucraina non per vincere, ma per bloccare la Russia. Sebbene la rabbia ucraina nei confronti della Russia sia reale, non può resistere se gli Stati Uniti vogliono un compromesso.

Qualunque sia il compromesso, credo che il gioco finale stia per iniziare. Potrei sbagliarmi.

Di seguito sono riportati alcuni estratti del mio capitolo di “Flashpoints” sulle previsioni per la Russia e l’Ucraina, scritto nel 2014:

La strategia [della Russia] deve innanzitutto concentrarsi su Bielorussia e Ucraina. Al momento la Bielorussia non rappresenta un problema. È debole, ha un leader che si piegherà alla volontà dei russi e ha bisogno di investimenti russi. Ma nemmeno la Bielorussia può essere data per scontata. Quando l’attuale leader Lukashenko uscirà di scena, nessuno potrà prevedere l’evoluzione politica del Paese. I russi devono quindi istituzionalizzare la loro influenza dal punto di vista economico e attraverso le relazioni con i servizi segreti bielorussi. I russi devono essere costantemente attivi in Bielorussia.

Il problema più immediato è l’Ucraina. È una storia che risale a una decisione strategica presa dagli Stati Uniti e dalla penisola [europea] negli anni Novanta. C’erano due strategie che potevano seguire. Una era quella di permettere l’esistenza di una zona cuscinetto neutrale di Stati ex sovietici. L’altra era quella di incorporare il maggior numero possibile di questi Stati nella NATO e nell’UE. I russi non erano in grado di bloccare questo spostamento verso est. Pensavano, o almeno sostenevano di aver ricevuto una promessa, che la NATO non sarebbe mai avanzata nell’ex Unione Sovietica. Quando gli Stati baltici sono stati ammessi alla NATO, quella promessa, reale o meno, è stata infranta. La NATO si era spostata di oltre cinquecento miglia a est, verso Mosca, e non era a cento miglia da San Pietroburgo.

Il primo duello è stato sull’Ucraina, la regione chiave per la Russia. Non era solo una questione di gasdotti energetici, ma di sicurezza fisica a lungo termine della Russia. Il confine ucraino con la Russia è lungo oltre settecento miglia. Si trova a cinquecento miglia da Mosca su un terreno pianeggiante e aperto. Odessa e Sebastopoli, entrambe in Ucraina, forniscono alla Russia un accesso commerciale e militare al Mar Nero e al Mediterraneo. Se l’Ucraina dovesse essere integrata nella NATO e nell’Unione Europea, la Russia si troverebbe ad affrontare una minaccia non solo nel Baltico, ma anche dall’Ucraina. La perdita dell’accesso al territorio ucraino sarebbe un duro colpo per la strategia economica russa. Un’alleanza dell’Ucraina con la NATO rappresenterebbe una minaccia inequivocabile per la sicurezza nazionale russa. Proprio questa minaccia è riemersa. La situazione ucraina semplicemente non si chiude. Tutto ciò che è stato risolto viene riaperto. Data la sua importanza per la Russia, questo ha senso.

L’Ucraina presenta una certa fragilità. A est l’influenza russa è pesante. A ovest domina l’influenza polacca e rumena, e gli ucraini nel complesso sono divisi politicamente tra chi vuole far parte dell’UE, chi vuole essere vicino alla Russia e chi vuole un’Ucraina completamente indipendente. Questo rende i russi ancora più inquieti. Divisioni come queste rendono l’Ucraina un terreno fertile per la manipolazione da parte di chiunque sia interessato. I russi sono molto consapevoli di questa vulnerabilità, perché essi stessi hanno manipolato l’Ucraina per molto tempo. Per questo motivo, i russi interpreteranno il coinvolgimento esterno come una manipolazione e potenzialmente come una minaccia ai loro interessi primari in Ucraina.

La politica americana ed europea nei confronti dell’ex Unione Sovietica è consistita nel tentativo di trasformare le ex repubbliche sovietiche in democrazie costituzionali, secondo la teoria prevalente che ciò le avrebbe stabilizzate e integrate nel sistema economico e politico occidentale. Di conseguenza, sia questi Paesi che gli Stati Uniti si impegnarono nel finanziamento di organizzazioni non governative (ONG) che consideravano a favore della democrazia. I russi consideravano il finanziamento di questi gruppi come filo-occidentale e quindi ostile agli interessi russi. Lo stesso è accaduto in Ucraina. Gli americani erano ignari di come i russi vedessero questa interferenza. I russi, invece, non credevano che gli occidentali fossero così ingenui.

Putin capiva che gli Stati Uniti erano molto più potenti della Russia. Capiva anche che Washington poteva, a lungo andare, influenzare la penisola europea, in particolare i Paesi di confine. Ma gli Stati Uniti erano impantanati in Medio Oriente. La Russia aveva una finestra di opportunità non solo per riaffermare la propria capacità militare, ma anche per rimodellare le terre di confine, in particolare l’Ucraina, in modo da proteggere la Russia.

La Russia non affronta alcuna minaccia militare ora, ma sa anche che le minacce militari emergono improvvisamente e inaspettatamente dalla penisola. Dato il futuro incerto dell’Ucraina, ciò potrebbe avvenire rapidamente.

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PROPAGANDA, di Pierluigi Fagan

PROPAGANDA. Questo libro è stato scritto nel 1962, quindi privo di fenomeni come Internet ed i social, la globalizzazione, le televisioni private, i network tv on line, le emissioni satellitari e quelle via cavo, la mobilità cellulare, la segmentazione psicografica statistica ed i Big Data. Tuttavia, rimane opera di riferimento per lo studio del fenomeno dato ancora in molte facoltà (assieme a Bernays, Lasswell, Dobb dando in privato sempre una sbirciatina a Goebbels, rude ma efficace). Prima considerazione da fare è come molti pensatori, in Europa ma spesso anche negli Stati Uniti, negli anni ’60 avessero idee ben chiare sui profili fondamentali della società che è ancora la nostra società, peggiorata in alcuni tratti. Più che trarne il giudizio di “attualità” ci sarebbe da domandarci perché oggi riscopriamo mille ed una volta l’acqua calda, già riscaldata per bene sessanta anni fa. È chiaro che un problema che hanno le idee e gli impianti mentali critici e quindi non dominanti, è la loro dispersione nel tempo, non si accumulano, non fanno massa.
L’Autore è un inclassificabile francese. Storico del diritto, teologo protestante, critico della società della tecnica avvicinato a Gunther Anders, con tendenze anarco-libertarie, marxologo non marxista, anticipò i temi della decrescita. Qui, Jacques Ellul è in veste di sociologo, forse la sua specialità più completa e nitida.
Dato l’argomento e la recente attualità, ci sta bene iniziare dicendo che “c’è un propagandista ed un propagandato”. Il primo è spesso un funzionario di sistema che deve massaggiare psicologicamente gli individui-massa affinché siano conformi al sistema. Vale per le dittature quanto per le democrazie o pseudo tali. Secondi Ellul, la propaganda (che coincide con la divulgazione di una precisa immagine di uomo e mondo che dia ragione e senso) è una necessità delle società moderno-tecniche sotto qualsiasi regime politico. Alte le conoscenze del propagandista di psicologia sociale, individuale, del profondo, di sociologia, di mitologia, delle forme religiose così che, dall’alto del suo potere cognitivo, disprezza il propagandato per quanto l’abbia ben studiato o forse proprio per questo.
Coinvolge il razionale e l’irrazionale, il pubblico ed il privato, il conscio e l’inconscio, nonché tutti i media possibili ed immaginabili, questi sempre di proprietà o dello Stato o di capitalisti, come in Occidente. Meglio un solo media o comunque pochi ed accordati.
Nella società “liberali”, la libertà è ridotta ad avere due schieramenti che si odiano reciprocamente e sono impossibilitati al dialogo reciproco, da qui la mortificazione della pallida pretesa al pluralismo democratico a vantaggio di un bipolarismo di fatto. Tanto poi due poli pendono al centro e quindi la struttura di potere governa comunque. Questo cristallizza le immagini di mondo partendo da un poderoso lavoro di semplificazione di cui il propagandato è grato.
Quanta ansia per l’impreparazione e la paura derivata dalla continua torrenziale cascata di notizie incomprensibili, inquietanti ed ansiogene! Poiché i poteri richiedono comunque legittimità data dal popolo e poiché non si vede come gente che lavora otto ore al giorno più i trasferimenti e le cure personali possa sapere vagamente qualcosa di economia, finanza, tecnologia, geopolitica, cultura, politica, società, futuro, ambiente, ecco parole d’ordine, mantra, cori preconfezionati, slogan, testimonial, esperti, frammenti di razionalità lubrificati con ampie dosi di emotività nei cervelli deboli, distratti, immemori, dipendenti, scossi e resi incerti dall’ignoranza evidente affamata di Verità e cose buone da pensare.
Oggi, avendo sempre più problemi complessi e globali, la propaganda diventa vieppiù esasperatamente puntinista (attenzione ce la “n”), scintille di attenzione de-correlate, caleidoscopi impressionistici. L’ efficacia della propaganda ha precondizione nella sua vastità avvolgente, continuità, invisibile coerenza, ripetitività, per perversi versi, utilità nel dar ragione e senso a ciò che non ce l’ha. Più senso meno dissenso.
Conoscenza e sfruttamento scientifico dei meccanismi di contagio e sincronia delle masse, del fatto che come diceva Durkheim “il gruppo pensa ed agisce in modi del tutto differenti da come penserebbero ed agirebbero i suoi individui componenti se isolati”, l’odierno isolamento reciproco tra persone che non si trasmettono informazione e conoscenza reciprocamente (non dibattono) ma suggono dati ed interpretazioni da una fonte unica, pubblico che si fa una opinione o meglio acquisisce quella somministrata dato che non ha tempo e strumenti per farsene una propria, creano la situazione perfetta. La propaganda, come la pubblicità, non inventa quasi nulla, pesca tra pregiudizi, stereotipi, categorizzazioni, modelli, tradizioni, conformismi, miti profondi (c’è una primigenia fame del mito soprattutto da parte maschile), che già esistono (la Nazione, il lavoro, l’Eroe, la felicità, la libertà).
Un mito eterno è quello del Big Man che si adora mentre ti manipola e ti fotte, ne è appena morto uno che ha ricodificato i codici socioculturali, etici, morali, politici nostrani in un tripudio di convinti applausi dei suoi adoranti propagandati. Mi ero messo a fare l’elenco degli orfani addolorati al suo funerale, da Boldi a Razzi, una fotografia sociologica del livello dell’immaginario nazionale degli ultimi tre decenni, poi ho lasciato perdere, tanto di questi tempi è inutile. Se l’imbecille fosse in grado di rendersi conto di esserlo non lo sarebbe.
La tassonomia di Ellul è elaborata. C’è propaganda politica e sociologica, verticale ed orizzontale, di agitazione ed integrazione (modello partito di lotta ma poi di governo che cambia radicalmente argomenti e tono di voce. Tipo “contro i poteri forti” poi abbracci Elon Musk), razionale ed irrazionale. In Occidente tende a dar adattamento ad una insensata società individualistica di massa previa distruzione o indebolimento di ogni struttura intermedia. Gli accenni al prototipo americano del suo tempo danno l’idea di una vera e propria “radiazione sociale”, sono le forme, i modi, i simboli stessi della nostra società circostante a comunicare prima ancora che qualcuno li ordini in discorso.
Un altro sociologo più recente, George Ritzer (2005) ha avuto dieci edizioni in inglese fino a due anni fa, con un libro sulla forma McDonald di molte strutture sociali: efficienza, calcolabilità, prevedibilità, uniformità in un universo di McUniversità, McMedia, McBambini e da ultimo una McCoscienza di sé. Tutto ciò irradia la sua forma con coerenza direttamente dalla società, il discorso propagandistico diventa solo un accompagno. Il bisogno di semplificare i discorsi fa pari con quello di semplificare la società. I suoi effetti non sono superficiali e transitori, formano il mentale prima che per contenuti per forme, ad esempio dicotomizzare tutto (bene-male, giusto-sbagliato), giudicare ancor prima di analizzare, ordinare il pensiero nei sentieri già tracciati (che tanto si sa già dove vanno a finire), ossessionarsi nevroticamente al presente così che le cause sfuggono, non domandarsi mai “perché”? ovviamente cercando di superare le risposte da favolistica scadente.
Ultimamente, spingere compulsivamente bottoni su un parallelepipedo piatto da tenere davanti gli occhi. L’ efficacia della propaganda ha precondizione nella sua vastità avvolgente, continuità, invisibile coerenza, ripetitività.
L’altra sera mi sono imbattuto in una serata Rampini sulla 7, tema gli Stati Uniti d’America (di cui le bretelle del nostro riproducevano colori e forme della bandiera) ne seguirà una sulla Cina. Secondo Rampini che rivendicava con orgoglio la sua nuova cittadinanza americana, gli Stati Uniti sono fortissimi, inarrivabili e vincenti in tutti i principali items di potenza (armi, dollaro, Pil, tecnologia, demografia) e tali rimarranno, per nostra fortuna, ancora a lungo. L’unico problema è che ultimamente sembrano esser poco convinti di sé stessi (mannaggia!). Il titolo della puntata era “A cosa serve l’America’”, lui è americano, in pratica era una televendita travestita da info-approfondimento.
Aggiungo solo un ulteriore scorcio su tale Nathalie Tocci, una esperta convocata a spiegarci bene le cose. La signora che sembra dirigere un think tank di politica internazionale italiano salvo scoprire sul loro sito che ricevono quasi il 50% dei fondi da “enti e fondazioni estere” (senza vergogna), quando parlava degli Stati Uniti tendeva ad alzare le punte interne delle sopracciglia e quindi abbassare quelle esterne, come se stesse parlando partecipata del povero Cappuccetto Rosso in preda a mille insidie del mondo-bosco. Quando parlava di Russia e Cina faceva il contrario, abbassava le punte interne ed alzava quelle esterne come stesse parlando del lupo cattivo che si appresta a far la festa alla povera nonnina. Del resto, era sera tarda e le favole della buonanotte hanno il loro pubblico. Ho provato nostalgia per Luttwak.
Siamo alla regressione infantile delle opinioni pubbliche, il che fa il paio con un altro concetto di sociologia contemporanea, la “gamification”, ovvero mettere meccanismi di gioco in ambienti non giocosi come Internet, social, sistemi di apprendimento o di business, sollecitando partecipazione attiva e “spontanea”. Il recente scadimento qualitativo dei propagandisti fa il paio con quello dei propagandati e più in generale dà lo Spirito del tempo.
Termino in positività, che fare, quali antidoti, come superare questa condizione di servitù psico-intellettuale volontaria, propedeutica alla servitù volontaria di partecipare al termitaio sociale al ritmo dei tamburi suonati per noi dai propagandisti del sistema? Il tempo. Dal lavoro sulle cose al lavoro su sé stessi, ricavandone tempo da dedicare all’autoformazione della propria mentalità, una mentalità formata ha distanza critica dalla propaganda, rompe la magia, l’incanto, diventa immune, la guarda dall’alto in basso rompendo la servitù volontaria. Ma tra più tradizione, più lavoro, più ordine, più giustizia, più libertà, più innovazione, più sicurezza, più opportunità, le propagande politiche sembrano unanimi nell’evitare di promettere l’unico -più- che vi è necessario per decidere da voi, giudicare da voi, agire col pieno senso del voi: più tempo.
Meno lavoro, più tempo, meno propaganda. Questa è l’ultima, irrealizzabile, utopia.

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Il buio che ci sta davanti: dove è diretta la guerra in Ucraina, di JOHN J. MEARSHEIMER_a cura di Roberto Buffagni

 Questo recentissimo articolo di John Mearsheimer, che traduciamo e pubblichiamo, raccoglie gli argomenti fondamentali degli interventi pubblici recenti e prossimi del grande studioso americano. Difficile sopravvalutarne l’importanza. In esso si ritrovano, corredati da un ampio apparato di note e documenti, gli elementi essenziali della situazione in Ucraina, e dei suoi prossimi, probabili sviluppi. Come d’uso, Mearsheimer li esprime con la massima semplicità e chiarezza, in uno sforzo di obiettività e perspicuità che gli fa onore.

Buona lettura,

Roberto Buffagni

 

https://mearsheimer.substack.com/p/the-darkness-ahead-where-the-ukraine?utm_source=profile&utm_medium=reader2

Il buio che ci sta davanti: dove è diretta la guerra in Ucraina

 

JOHN J. MEARSHEIMER

23 GIUGNO 2023

Questo articolo esamina la probabile traiettoria futura della guerra in Ucraina.[1] Affronterò due questioni principali.

 

Primo: è possibile un accordo di pace significativo? La mia risposta è no. Siamo in una guerra in cui entrambe le parti – l’Ucraina e l’Occidente da una parte e la Russia dall’altra – si vedono come una minaccia esistenziale che deve essere sconfitta. Dati gli obiettivi massimalisti di entrambe le parti, è quasi impossibile raggiungere un trattato di pace praticabile. Inoltre, le due parti hanno divergenze inconciliabili per quanto riguarda il territorio e il rapporto dell’Ucraina con l’Occidente. Il miglior risultato possibile è un conflitto congelato che potrebbe facilmente trasformarsi in una guerra calda. Il peggiore esito possibile è una guerra nucleare, che è improbabile ma non si può escludere.

 

In secondo luogo, qual è la parte che probabilmente vincerà la guerra? La Russia alla fine vincerà la guerra, anche se non sconfiggerà in modo decisivo l’Ucraina. In altre parole, non conquisterà tutta l’Ucraina, ciò che sarebbe necessario per raggiungere tre degli obiettivi di Mosca: rovesciare il regime, smilitarizzare il Paese e tagliare i legami di sicurezza di Kiev con l’Occidente. Ma finirà per annettere un’ampia porzione di territorio ucraino, trasformando l’Ucraina in un moncone di Stato disfunzionale. In altre parole, la Russia otterrà una brutta vittoria.

 

Prima di affrontare direttamente questi temi, sono necessarie tre considerazioni preliminari. Innanzitutto, sto cercando di prevedere il futuro, cosa non facile da fare, visto che viviamo in un mondo incerto. Pertanto, non sto sostenendo di avere la verità; infatti, alcune delle mie affermazioni potrebbero essere smentite. Inoltre, non sto dicendo ciò che vorrei che accadesse. Non sto facendo il tifo per una parte o per l’altra. Sto semplicemente dicendo ciò che penso accadrà con il procedere della guerra. Infine, non sto giustificando il comportamento russo o le azioni di nessuno degli Stati coinvolti nel conflitto. Sto solo spiegando le loro azioni.

 

Ora passiamo alla sostanza.

 

Dove siamo oggi

Per capire dove sta andando la guerra in Ucraina, è necessario innanzitutto valutare la situazione attuale. È importante sapere come i tre attori principali – Russia, Ucraina e Occidente – pensano alle minacce che li circondano e concepiscono i loro obiettivi. Quando parliamo di Occidente, tuttavia, ci riferiamo soprattutto agli Stati Uniti, poiché gli alleati europei prendono ordini da Washington, quando si tratta di Ucraina. È inoltre essenziale comprendere l’attuale situazione sul campo di battaglia. Cominciamo con le minacce che circondano la Russia e i suoi obiettivi.

 

Le minacce secondo la Russia

È chiaro sin dall’aprile 2008 che i leader russi considerano una minaccia esistenziale gli sforzi dell’Occidente per far entrare l’Ucraina nella NATO e farne un bastione occidentale ai confini della Russia. In effetti, il Presidente Putin e i suoi luogotenenti lo hanno ripetutamente sottolineato nei mesi precedenti l’invasione russa, quando stava diventando chiaro che l’Ucraina era quasi un membro de facto della NATO.[2] Dall’inizio della guerra, il 24 febbraio 2022, l’Occidente ha aggiunto un ulteriore livello a questa minaccia esistenziale, adottando una nuova serie di obiettivi che i leader russi non possono fare a meno di considerare estremamente minacciosi. Di seguito dirò di più sugli obiettivi occidentali, ma è sufficiente dire che l’Occidente è determinato a sconfiggere la Russia e ad espellerla dai ranghi delle grandi potenze, se non a provocare un cambiamento di regime o addirittura a innescare una disgregazione della Russia analoga a quella dell’Unione Sovietica nel 1991.

 

In un importante discorso pronunciato lo scorso febbraio (2023), Putin ha sottolineato che l’Occidente è una minaccia mortale per la Russia. “Durante gli anni che hanno seguito la dissoluzione dell’Unione Sovietica“, ha detto, “l’Occidente non ha mai smesso di cercare di incendiare gli Stati post-sovietici e, soprattutto, di finire la Russia in quanto maggiore porzione sopravvissuta dell’estensione storica del nostro Stato. Hanno incoraggiato i terroristi internazionali ad aggredirci, hanno provocato conflitti regionali lungo il perimetro dei nostri confini, hanno ignorato i nostri interessi e hanno cercato di contenere e sopprimere la nostra economia“. Ha poi sottolineato che “l’élite occidentale non fa mistero del suo obiettivo, che è, cito, ‘la sconfitta strategica della Russia’. Cosa significa questo per noi? Significa che hanno intenzione di finirci una volta per tutte“. Putin ha poi aggiunto che: “questo rappresenta una minaccia esistenziale per il nostro Paese“.[3] I leader russi vedono anche il regime di Kiev come una minaccia per la Russia, non solo perché è strettamente alleato con l’Occidente, ma anche perché lo considerano figlio delle forze fasciste ucraine che hanno combattuto a fianco della Germania nazista contro l’Unione Sovietica nella Seconda Guerra Mondiale.[4]

 

Gli obiettivi della Russia

La Russia deve vincere questa guerra, poiché ritiene di dover affrontare una minaccia alla propria sopravvivenza. Ma che aspetto ha la vittoria? Il risultato ideale, prima dell’inizio della guerra nel febbraio 2022, era trasformare l’Ucraina in uno Stato neutrale e risolvere la guerra civile nel Donbass, che opponeva il governo ucraino ai russi etnici e ai russofoni che volevano una maggiore autonomia, se non l’indipendenza, per la loro regione. Sembra che questi obiettivi fossero ancora realistici durante il primo mese di guerra, e sono stati infatti alla base dei negoziati di Istanbul tra Kiev e Mosca nel marzo 2022.[5] Se all’epoca i russi avessero raggiunto questi obiettivi, l’attuale guerra sarebbe stata evitata o sarebbe finita rapidamente.

 

Ma un accordo che soddisfi gli obiettivi della Russia non è più possibile. L’Ucraina e la NATO sono legate a doppio filo per il prossimo futuro e nessuna delle due è disposta ad accettare la neutralità ucraina. Inoltre, il regime di Kiev è un anatema per i leader russi, che lo vogliono eliminare. Essi parlano non solo di “de-nazificare” l’Ucraina, ma anche di “smilitarizzarla”, due obiettivi che presumibilmente richiederebbero la conquista di tutta l’Ucraina, la costrizione alla resa delle sue forze militari e l’insediamento di un regime amichevole a Kiev[6].

 

Una vittoria decisiva di questo tipo non è probabile per una serie di ragioni. L’esercito russo non è abbastanza numeroso per un compito del genere, che richiederebbe probabilmente almeno due milioni di uomini.[7] In effetti, l’attuale esercito russo ha difficoltà a conquistare tutto il Donbass. Inoltre, l’Occidente farebbe di tutto per impedire alla Russia di conquistare tutta l’Ucraina. Infine, i russi finirebbero per occupare enormi quantità di territorio densamente popolato da ucraini etnici che detestano i russi e si opporrebbero ferocemente all’occupazione. Cercare di conquistare tutta l’Ucraina e piegarla alla volontà di Mosca finirebbe sicuramente in un disastro.

 

A parte la retorica sulla de-nazificazione e la smilitarizzazione dell’Ucraina, gli obiettivi concreti della Russia prevedono la conquista e l’annessione di un’ampia porzione di territorio ucraino, trasformando al contempo l’Ucraina in un moncone di Stato disfunzionale. In questo modo, la capacità dell’Ucraina di condurre una guerra contro la Russia sarebbe notevolmente ridotta ed è improbabile che essa si qualifichi per l’adesione all’UE o alla NATO. Inoltre, un’Ucraina distrutta sarebbe particolarmente vulnerabile alle interferenze russe nella sua politica interna. In breve, l’Ucraina non sarebbe un bastione occidentale al confine con la Russia.

 

Che aspetto avrebbe questo stato disfunzionale? Mosca ha ufficialmente annesso la Crimea e altri quattro oblast’ ucraini – Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporozhe – che insieme rappresentano circa il 23% del territorio totale dell’Ucraina prima dello scoppio della crisi nel febbraio 2014. I leader russi hanno sottolineato di non avere alcuna intenzione di cedere quel territorio, che in parte non è ancora controllato dalla Russia. In effetti, c’è motivo di pensare che la Russia annetterà altro territorio ucraino, se avrà la capacità militare di farlo a un costo ragionevole. È difficile, tuttavia, dire quanto ulteriore territorio ucraino Mosca cercherà di annettere, come chiarisce Putin stesso[8].

 

È probabile che il pensiero russo sia influenzato da tre calcoli. Mosca ha un forte incentivo a conquistare e annettere permanentemente il territorio ucraino che è densamente popolato da etnie russe e russofone. Vorrà proteggerli dal governo ucraino – che è diventato ostile a tutto ciò che è russo – e assicurarsi che in Ucraina non ci sia una guerra civile come quella che ha avuto luogo nel Donbass tra il febbraio 2014 e il febbraio 2022. Allo stesso tempo, la Russia vorrà evitare di controllare un territorio largamente popolato da ucraini di etnia ostile, il che pone limiti significativi a un’ulteriore espansione russa. Infine, per trasformare l’Ucraina in un moncone di Stato disfunzionale bisognerà che Mosca si appropri di notevoli quantità di territorio ucraino, in modo da essere ben posizionata per arrecare danni significativi alla sua economia. Il controllo di tutte le coste ucraine lungo il Mar Nero, ad esempio, darebbe a Mosca una notevole influenza economica su Kiev.

 

Questi tre calcoli suggeriscono che la Russia probabilmente tenterà di annettere i quattro oblast’ – Dnipropetrovsk, Kharkiv, Mykolaiv e Odessa – che si trovano immediatamente a ovest dei quattro oblast’ che ha già annesso – Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporozhe. Se ciò accadesse, la Russia controllerebbe circa il 43% del territorio ucraino prima del 2014.[9] Dmitri Trenin, uno dei principali strateghi russi, ritiene che i leader russi cercherebbero di conquistare ancora più territorio ucraino, spingendosi a ovest nell’Ucraina settentrionale fino al fiume Dnieper e prendendo la parte di Kiev che si trova sulla sponda orientale del fiume. Scrive che “un passo logico successivo“, dopo aver preso tutta l’Ucraina da Kharkiv a Odessa, “sarebbe quello di espandere il controllo russo a tutta l’Ucraina a est del fiume Dnieper, compresa la parte di Kiev che si trova sulla sponda orientale del fiume. Se ciò accadesse, lo Stato ucraino si ridurrebbe fino a comprendere solo le regioni centrali e occidentali del Paese“.[10]

 

Le minacce secondo l’Occidente

Può sembrare difficile da credere oggi, ma prima dello scoppio della crisi ucraina nel febbraio 2014, i leader occidentali non vedevano la Russia come una minaccia per la sicurezza. I leader della NATO, ad esempio, al vertice dell’Alleanza del 2010 a Lisbona, parlavano con il presidente russo di “una nuova fase di cooperazione verso un vero partenariato strategico”.[11] Non sorprende che l’espansione della NATO prima del 2014 non fosse giustificata in termini di contenimento di una Russia pericolosa. In realtà, è stata la debolezza russa a permettere all’Occidente di far passare a Mosca le prime due tranche di espansione della NATO, nel 1999 e nel 2004, e poi a permettere all’amministrazione di George W. Bush di pensare, nel 2008, che fosse possibile costringere la Russia ad accettare l’ingresso nell’alleanza di Georgia e Ucraina. Ma questa ipotesi si è rivelata sbagliata e quando nel 2014 è scoppiata la crisi ucraina, l’Occidente ha improvvisamente iniziato a dipingere la Russia come un nemico pericoloso che doveva essere contenuto, se non indebolito[12].

 

Dall’inizio della guerra nel febbraio 2022, la percezione dell’Occidente nei confronti della Russia si è costantemente inasprita fino al punto in cui Mosca sembra essere vista come una minaccia esistenziale. Gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO sono profondamente coinvolti nella guerra dell’Ucraina contro la Russia. In realtà, fanno praticamente tutto tranne premere il grilletto o i comandi per l’invio dei missili.[13] Inoltre, hanno chiarito il loro impegno inequivocabile a vincere la guerra e a mantenere la sovranità dell’Ucraina. Pertanto, perdere la guerra avrebbe conseguenze enormemente negative per Washington e per la NATO. La reputazione di competenza e affidabilità dell’America ne risulterebbe gravemente danneggiata, con ripercussioni sul modo in cui i suoi alleati e i suoi avversari – in particolare la Cina – si rapporterebbero con gli Stati Uniti. Inoltre, quasi tutti i Paesi europei che fanno parte della NATO ritengono che l’alleanza sia un ombrello di sicurezza insostituibile. Pertanto, la possibilità che la NATO venga gravemente danneggiata – forse addirittura distrutta – se la Russia vince in Ucraina è motivo di profonda preoccupazione tra i suoi membri.

 

Inoltre, i leader occidentali dipingono spesso la guerra in Ucraina come parte integrante di una più ampia lotta globale tra autocrazia e democrazia, in una prospettiva intrinsecamente manichea. Inoltre, si dice che il futuro del sacrosanto ordine internazionale basato sulle regole dipenda dalla vittoria contro la Russia. Come ha detto Re Carlo lo scorso marzo (2023), “la sicurezza dell’Europa e i nostri valori democratici sono minacciati“.[14] Allo stesso modo, una risoluzione introdotta nel Congresso degli Stati Uniti in aprile dichiara: “Gli interessi degli Stati Uniti, la sicurezza europea e la causa della pace internazionale dipendono dalla… vittoria ucraina“.[15] Un recente articolo del Washington Post illustra il modo in cui l’Occidente tratta la Russia come una minaccia esistenziale: “I leader degli oltre 50 altri Paesi che sostengono l’Ucraina hanno definito il loro sostegno come parte di una battaglia apocalittica per il futuro della democrazia e dello Stato di diritto internazionale contro l’autocrazia e l’aggressione, che l’Occidente non può permettersi di perdere“.[16]

 

Gli obiettivi dell’Occidente

Come dovrebbe essere chiaro, l’Occidente è fermamente impegnato a sconfiggere la Russia. Il Presidente Biden ha ripetutamente affermato che gli Stati Uniti sono in questa guerra per vincere. “L’Ucraina non sarà mai una vittoria per la Russia“. Deve finire con un “fallimento strategico“. Washington, ha sottolineato, resterà in lotta “per tutto il tempo necessario“.[17] In particolare, l’obiettivo è sconfiggere l’esercito russo in Ucraina – cancellando le sue conquiste territoriali – e paralizzare l’ economia russa con sanzioni letali. In caso di successo, la Russia verrebbe estromessa dai ranghi delle grandi potenze, indebolendola al punto da non poter più minacciare di invadere l’Ucraina.[18] I leader occidentali hanno altri obiettivi, tra cui il cambio di regime a Mosca, la messa in stato d’accusa di Putin come criminale di guerra e l’eventuale smembramento della Russia in Stati più piccoli[19].

 

Al contempo, l’Occidente rimane impegnato a far entrare l’Ucraina nella NATO, anche se c’è disaccordo all’interno dell’alleanza su quando e come ciò avverrà.[20] Jens Stoltenberg, segretario generale dell’alleanza, ha dichiarato in una conferenza stampa a Kiev in aprile (2023) che “la posizione della NATO rimane invariata” e che ” l’Ucraina diventerà un membro dell’alleanza“. Allo stesso tempo, ha sottolineato che “il primo passo verso un’eventuale adesione dell’Ucraina alla NATO è garantire che l’Ucraina prevalga, ed è per questo che gli Stati Uniti e i loro partner hanno fornito un sostegno senza precedenti all’Ucraina“.[21] Dati questi obiettivi, è chiaro perché la Russia veda l’Occidente come una minaccia esistenziale.

 

Minacce e obiettivi dell’Ucraina

Non c’è dubbio che l’Ucraina si trovi di fronte a una minaccia esistenziale, dato che la Russia è intenzionata a smembrarla e ad assicurarsi che il nuovo Stato superstite non solo sia economicamente debole, ma non sia nemmeno un membro de facto o de jure della NATO. Non c’è dubbio, inoltre, che Kiev condivida l’obiettivo dell’Occidente di sconfiggere e indebolire seriamente la Russia, in modo da poter riconquistare il territorio perduto e tenerlo per sempre sotto il controllo ucraino. Come ha detto di recente il Presidente Zelensky al Presidente Xi Jinping, “non ci può essere una pace basata su compromessi territoriali“.[22] I leader ucraini restano, com’è naturale, fermamente impegnati ad aderire all’UE e alla NATO e a rendere l’Ucraina parte integrante dell’Occidente[23].

 

In sintesi, i tre attori principali della guerra in Ucraina credono tutti di dover affrontare una minaccia esistenziale, il che significa che ognuno di loro pensa di dover vincere la guerra o subire terribili conseguenze.

 

Il campo di battaglia oggi

Passando agli eventi sul campo di battaglia, la guerra si è evoluta in una guerra di logoramento in cui ogni parte è principalmente interessata a dissanguare l’altra, facendola arrendere. Naturalmente, entrambe le parti si preoccupano anche di catturare territorio, ma questo obiettivo è di secondaria importanza rispetto al logoramento dell’avversario.

 

L’esercito ucraino ha avuto il sopravvento nella seconda metà del 2022, il che gli ha permesso di riprendere territorio dalla Russia nelle regioni di Kharkiv e Kherson. Ma la Russia ha risposto a queste sconfitte mobilitando altri 300.000 uomini, riorganizzando l’esercito, accorciando le linee del fronte e imparando dai propri errori.[24] I combattimenti del 2023 si sono svolti nell’Ucraina orientale, principalmente nelle regioni di Donetsk e Zaporozhe. I russi hanno avuto la meglio, quest’anno, soprattutto perché hanno un vantaggio sostanziale nell’artiglieria, che è l’arma più importante nella guerra di logoramento.

 

Il vantaggio di Mosca è stato evidente nella battaglia per Bakhmut, che si è conclusa con la conquista della città da parte dei russi a fine maggio (2023). Sebbene le forze russe abbiano impiegato dieci mesi per prendere il controllo di Bakhmut, hanno inflitto enormi perdite alle forze ucraine con la loro artiglieria.[25] Poco dopo, il 4 giugno, l’Ucraina ha lanciato la sua tanto attesa controffensiva in diverse località delle regioni di Donetsk e Zaporozhe. L’obiettivo è penetrare nelle prime linee di difesa della Russia, sferrare un colpo sconvolgente alle forze russe e riprendersi una parte sostanziale del territorio ucraino ora sotto il controllo russo. In sostanza, l’obiettivo è duplicare i successi dell’Ucraina a Kharkiv e Kherson nel 2022.

 

Finora l’esercito ucraino ha fatto pochi progressi nel raggiungere questi obiettivi ed è invece impantanato in battaglie di logoramento mortali con le forze russe. Nel 2022, l’Ucraina ha avuto successo nelle campagne di Kharkiv e Kherson perché il suo esercito combatteva contro forze russe in inferiorità numerica, con una densità di presenza sul territorio troppo scarsa. Oggi non è così: L’Ucraina sta attaccando linee di difesa russe ben preparate. Ma anche se le forze ucraine dovessero sfondare queste linee difensive, le truppe russe stabilizzerebbero rapidamente il fronte e le battaglie di logoramento continuerebbero.[26] Gli ucraini sono in svantaggio in questi scontri perché i russi hanno un significativo vantaggio nella potenza di fuoco.

 

Dove siamo diretti

Permettetemi di cambiare marcia e di allontanarmi dal presente per parlare del futuro, iniziando da come gli eventi sul campo di battaglia potrebbero svolgersi in futuro. Come ho già detto, credo che la Russia vincerà la guerra, il che significa che finirà per conquistare e annettere un consistente territorio ucraino, lasciando l’Ucraina come uno stato disfunzionale. Se ho ragione, questa sarà una grave sconfitta per l’Ucraina e per l’Occidente.

 

C’è tuttavia un lato positivo in questo risultato: una vittoria russa riduce notevolmente la minaccia di una guerra nucleare, poiché è più probabile che si verifichi un’escalation nucleare se le forze ucraine ottengono vittorie sul campo di battaglia e minacciano di riprendersi tutti o la maggior parte dei territori che Kiev ha perso a favore di Mosca. È sicuro che i leader russi penserebbero seriamente di usare le armi nucleari per salvare la situazione. Naturalmente, se mi sbaglio sulla direzione della guerra e l’esercito ucraino prende il sopravvento e inizia a spingere le forze russe verso est, la probabilità di un uso del nucleare aumenterebbe in modo significativo, il che non significa che sarebbe una certezza.

 

Su cosa si basa la mia affermazione che i russi probabilmente vinceranno la guerra?

 

La guerra in Ucraina, come ho sottolineato, è una guerra di logoramento in cui la cattura e il mantenimento del territorio sono di secondaria importanza. L’obiettivo della guerra di logoramento è logorare le forze della controparte fino al punto in cui questa abbandona la battaglia o è talmente indebolita da non poter più difendere il territorio conteso.[27] Chi vince una guerra di logoramento è in gran parte funzione di tre fattori: il rapporto tra la determinazione delle due parti, l’equilibrio demografico tra di esse e la correlazione del numero di caduti. I russi hanno un vantaggio decisivo nella dimensione della popolazione e un netto vantaggio nella correlazione del numero di caduti; le due parti sono equamente bilanciate in quanto a determinazione.

 

Consideriamo l’equilibrio della determinazione. Come si è detto, sia la Russia che l’Ucraina ritengono di dover affrontare una minaccia esistenziale e, naturalmente, entrambe le parti sono pienamente impegnate a vincere la guerra. Pertanto, è difficile vedere una differenza significativa nella loro determinazione. Per quanto riguarda le dimensioni della popolazione, la Russia aveva un vantaggio di circa 3,5:1 prima dell’inizio della guerra nel febbraio 2022. Da allora, il rapporto si è notevolmente spostato a favore della Russia. Circa otto milioni di ucraini sono fuggiti dal Paese, sottraendo popolazione all’Ucraina. Circa tre milioni di questi emigranti sono andati in Russia, aggiungendosi alla sua popolazione. Inoltre, ci sono probabilmente altri quattro milioni di cittadini ucraini che vivono nei territori ora controllati dalla Russia, spostando ulteriormente lo squilibrio demografico a favore della Russia. Mettendo insieme questi numeri, la Russia ha un vantaggio di circa 5:1 in termini di popolazione[28].

 

Infine, c’è la correlazione del numero di caduti, questione controversa sin dall’inizio della guerra nel febbraio 2022. Il senso comune in Ucraina e in Occidente è che i livelli di caduti da entrambe le parti siano all’incirca uguali o che i russi abbiano subito più vittime degli ucraini. Il capo del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa ucraino, Oleksiy Danilov, arriva a sostenere che i russi hanno perso 7,5 soldati per ogni soldato ucraino nella battaglia per Bakhmut.[29] Queste affermazioni sono sbagliate. Le forze ucraine hanno sicuramente subito perdite molto maggiori rispetto ai loro avversari russi, per un motivo: la Russia ha molta più artiglieria dell’Ucraina.

 

Nella guerra di logoramento, l’artiglieria è l’arma più importante sul campo di battaglia. Nell’esercito americano, l’artiglieria è ampiamente conosciuta come “la regina delle battaglie”, perché è la principale responsabile dell’uccisione e del ferimento dei soldati in combattimento.[30] Pertanto, il rapporto tra artiglierie conta enormemente in una guerra di logoramento. Secondo quasi tutti i dati, i russi hanno un vantaggio nell’artiglieria compreso tra 5:1 e 10:1, il che pone l’esercito ucraino in una posizione di svantaggio significativo sul campo di battaglia.[31] Coeteris paribus, ci si aspetterebbe che la correlazione tra i caduti si avvicini alla correlazione tra artiglierie. Pertanto, correlazione tra i caduti dell’ordine di 2:1 a favore della Russia è una stima prudente.[32]

 

Una possibile sfida alla mia analisi è sostenere che la Russia è l’aggressore in questa guerra, e l’aggressore soffre invariabilmente livelli di perdite molto più alti rispetto al difensore, soprattutto se le forze attaccanti sono impegnate in ampi assalti frontali, che spesso si dice siano il modus operandi delle forze armate russe.[33] Dopo tutto, l’aggressore è allo scoperto e in movimento, mentre il difensore combatte principalmente da posizioni fisse che forniscono una copertura sostanziale. Questa logica è alla base della famosa regola empirica del 3:1, secondo la quale una forza attaccante ha bisogno di un numero di soldati almeno triplo rispetto a quello del difensore per vincere una battaglia.[34] Ma questa linea di argomentazione presenta dei problemi quando viene applicata alla guerra in Ucraina.

 

In primo luogo, non sono solo i russi ad aver avviato campagne offensive nel corso della guerra.[35] Infatti, gli ucraini hanno lanciato due grandi offensive lo scorso anno che hanno portato a vittorie ampiamente annunciate: l’offensiva di Kharkiv nel settembre 2022 e l’offensiva di Kherson tra agosto e novembre 2022. Sebbene gli ucraini abbiano ottenuto sostanziali guadagni territoriali in entrambe le campagne, l’artiglieria russa ha inflitto pesanti perdite alle forze attaccanti. Il 4 giugno gli ucraini hanno appena iniziato un’altra grande offensiva contro forze russe più numerose e molto più preparate di quelle contro cui hanno combattuto a Kharkiv e Kherson.

 

In secondo luogo, la distinzione tra attaccanti e difensori in una grande battaglia non è solitamente in bianco e nero. Quando un esercito attacca un altro esercito, il difensore lancia invariabilmente contrattacchi. In altre parole, il difensore passa all’attacco e l’attaccante alla difesa. Nel corso di una battaglia prolungata, è probabile che ogni schieramento finisca per attaccare e contrattaccare e per difendere posizioni fisse. Questo tira e molla spiega perché i rapporti di scambio di perdite nelle battaglie della Guerra Civile americana e della Prima Guerra Mondiale sono spesso più o meno uguali, non favorevoli all’esercito che ha iniziato sulla difensiva. In effetti, l’esercito che sferra il primo colpo a volte subisce meno perdite dell’esercito bersaglio.[36] In breve, la difesa di solito implica molto attacco.

 

Dai resoconti giornalistici ucraini e occidentali emerge chiaramente che le forze ucraine lanciano spesso contrattacchi contro le forze russe. Si consideri questo resoconto del Washington Post sui combattimenti dell’inizio di quest’anno a Bakhmut: “C’è questo movimento fluido in corso”, ha detto un primo tenente ucraino… Gli attacchi russi lungo il fronte permettono alle loro forze di avanzare di qualche centinaio di metri prima di essere respinte ore dopo. È difficile distinguere esattamente dove si trovi la linea del fronte perché si muove come una gelatina”, ha detto. “[37] Dato l’enorme vantaggio della Russia in termini di artiglieria, sembra ragionevole supporre che la correlazione dei caduti, in questi contrattacchi ucraini, favorisca i russi, probabilmente in modo asimmetrico.

 

In terzo luogo, i russi non stanno impiegando – almeno non spesso – assalti frontali su larga scala che mirano ad avanzare rapidamente e a catturare il territorio, ma esporrebbero le forze attaccanti al fuoco incessante dei difensori ucraini. Come ha spiegato il generale Sergej Surovikin nell’ottobre del 2022, quando era al comando delle forze russe in Ucraina, “abbiamo una strategia diversa… Risparmiamo ogni soldato e continuiamo a schiacciare il nemico che avanza“.[38] In effetti, le truppe russe hanno adottato tattiche intelligenti che riducono il livello di caduti.[39] La loro tattica preferita non è lanciare attacchi frontali su larga scala che mirano a conquistare rapidamente il territorio, ma che esporrebbero le forze d’attacco al fuoco feroce dei difensori ucraini. La loro tattica preferita è quella di lanciare attacchi di sondaggio contro le posizioni fisse ucraine con piccole unità di fanteria, che inducono le forze ucraine ad attaccarle con mortai e artiglieria.[40] Questa risposta permette ai russi di determinare dove si trovano i difensori ucraini e la loro artiglieria. I russi sfruttano quindi il loro grande vantaggio in termini di artiglieria per colpire gli avversari. In seguito, unità di fanteria russa avanzano nuovamente e, quando incontrano una seria resistenza ucraina, ripetono il procedimento. Queste tattiche spiegano perché la Russia sta facendo lenti progressi nella conquista del territorio ucraino.

 

Si potrebbe pensare che l’Occidente possa fare molto per pareggiare la correlazione dei caduti. fornendo all’Ucraina molti più tubi e proiettili di artiglieria, eliminando così il significativo vantaggio della Russia in quest’arma di importanza critica. Tuttavia, questo non accadrà presto, semplicemente perché né gli Stati Uniti né i loro alleati hanno la capacità industriale necessaria per produrre in massa tubi e proiettili d’artiglieria per l’Ucraina; e neppure possono aumentare la loro capacità industriale rapidamente.[41] Il meglio che l’Occidente possa fare – almeno per il prossimo anno – è mantenere l’attuale squilibrio di artiglieria tra Russia e Ucraina, ma anche questo sarà un compito difficile.

 

L’Ucraina può fare poco per rimediare al problema, perché la sua capacità di produrre armi è limitata. È quasi completamente dipendente dall’Occidente, non solo per l’artiglieria, ma per ogni tipo di sistema d’arma importante. La Russia, d’altra parte, aveva una formidabile capacità di produrre armi durante la guerra, che è stata incrementata dall’inizio dei combattimenti. Putin ha recentemente dichiarato: “La nostra industria della difesa sta guadagnando slancio ogni giorno. Nell’ultimo anno abbiamo aumentato la produzione militare di 2,7 volte. La nostra produzione delle armi più critiche è aumentata di dieci volte e continua ad aumentare. Gli impianti lavorano su due o tre turni e alcuni sono impegnati 24 ore su 24[42]. In breve, dato il triste stato della base industriale ucraina, l’Ucraina non è in grado di condurre una guerra di logoramento da sola. Può farlo solo con il sostegno dell’Occidente. Ma anche in questo caso, è destinata a perdere.

 

C’è stato un recente sviluppo che aumenta ulteriormente il vantaggio della Russia nella potenza di fuoco rispetto all’Ucraina. Per il primo anno di guerra, la potenza aerea russa ha avuto poca influenza su ciò che è accaduto nella guerra di terra, soprattutto perché le difese aeree dell’Ucraina erano abbastanza efficaci da tenere gli aerei russi lontani dalla maggior parte dei campi di battaglia. Ma i russi hanno seriamente indebolito le difese aeree dell’Ucraina, il che ora permette alle forze aeree russe di colpire le forze di terra ucraine sulle linee del fronte, o direttamente dietro di esse.[43] Inoltre, la Russia ha sviluppato la capacità di equipaggiare un suo enorme arsenale di bombe da 500 kg con kit di guida che le rendono particolarmente letali.[44]

 

In sintesi, la correlazione tra caduti e feriti continuerà a favorire i russi nel prossimo futuro, il che è molto importante in una guerra di logoramento. Inoltre, la Russia è in una posizione migliore per condurre una guerra di logoramento perché la sua popolazione è molto più numerosa di quella ucraina. L’unica speranza di Kiev di vincere la guerra è che la determinazione di Mosca crolli, ma ciò è improbabile, dato che i leader russi vedono l’Occidente come un pericolo esistenziale.

 

Prospettive di un accordo di pace negoziato

Un coro crescente di voci in tutto il mondo chiede a tutte le parti in causa nella guerra ucraina di abbracciare la diplomazia e negoziare un accordo di pace duraturo. Tuttavia, questo non accadrà. Ci sono troppi ostacoli formidabili per porre fine alla guerra in tempi brevi, tanto meno per trovare un accordo che produca una pace duratura. Il miglior risultato possibile è un conflitto congelato, in cui entrambe le parti continuano a cercare opportunità per indebolire l’altra parte e in cui il pericolo di nuovi scontri è sempre presente.

 

A livello più generale, la pace non è possibile perché ogni parte vede l’altra come una minaccia mortale che deve essere sconfitta sul campo di battaglia. In queste circostanze non c’è quasi spazio per il compromesso con l’altra parte. Ci sono anche due punti specifici di disputa tra le parti in guerra che sono irrisolvibili. Uno riguarda il territorio, l’altro la neutralità ucraina.[45] Quasi tutti gli ucraini sono profondamente impegnati a recuperare tutto il territorio perduto, compresa la Crimea.[46] Chi può biasimarli? Ma la Russia ha ufficialmente annesso la Crimea, Donetsk, Kherson, Luhansk e Zaporozhe ed è fermamente intenzionata a mantenere questo territorio. In realtà, c’è motivo di pensare che Mosca annetterà altro territorio ucraino, se ne avrà la possibilità.

 

L’altro nodo gordiano riguarda le relazioni dell’Ucraina con l’Occidente. Per comprensibili ragioni, l’Ucraina vuole una garanzia di sicurezza una volta terminata la guerra, che solo l’Occidente può fornire. Ciò significa l’adesione di fatto o di diritto alla NATO, poiché nessun altro Paese può proteggere l’Ucraina. Quasi tutti i leader russi, tuttavia, chiedono un’Ucraina neutrale, il che significa nessun legame militare con l’Occidente e quindi nessun ombrello di sicurezza per Kiev. Non c’è modo di far quadrare il cerchio.

 

Ci sono altri due ostacoli alla pace: il nazionalismo, che ora si è trasformato in ipernazionalismo, e la totale mancanza di fiducia da parte russa.

 

Il nazionalismo è una forza potente in Ucraina da oltre un secolo e l’antagonismo verso la Russia è stato a lungo uno dei suoi elementi centrali. Lo scoppio dell’attuale conflitto, il 22 febbraio 2014, ha alimentato questa ostilità, spingendo il parlamento ucraino ad approvare, il giorno successivo, una legge che limitava l’uso del russo e di altre lingue minoritarie, una mossa che ha contribuito a far precipitare la guerra civile nel Donbass.[47] L’annessione della Crimea da parte della Russia, poco dopo, ha peggiorato una situazione già difficile. Contrariamente al senso comune dell’Occidente, Putin aveva capito che l’Ucraina era una nazione separata dalla Russia e che il conflitto tra l’etnia russa e russofona che viveva nel Donbass e il governo ucraino riguardava la “questione nazionale“.[48] L’invasione russa dell’Ucraina, che ha contribuito a far precipitare la guerra civile nel Donbass, è stata un’azione che ha contribuito a peggiorare la situazione.

 

L’invasione russa dell’Ucraina, che mette direttamente i due Paesi l’uno contro l’altro in una guerra prolungata e sanguinosa, ha trasformato il nazionalismo in ipernazionalismo da entrambe le parti. Il disprezzo e l’odio nei confronti dell'”altro” soffocano le società russa e ucraina, creando potenti incentivi per eliminare questa minaccia, se necessario con la violenza. Gli esempi abbondano. Un importante settimanale di Kiev sostiene che famosi autori russi come Mikhail Lermontov, Fëdor Dostoevskij, Leone Tolstoj e Boris Pasternak sono “assassini, saccheggiatori, ignoranti“.[49] La cultura russa, dice un importante scrittore ucraino, rappresenta “la barbarie, l’omicidio e la distruzione“….. Questo è il destino della cultura del nemico [50].

 

Prevedibilmente, il governo ucraino è impegnato nella “de-russificazione” o “decolonizzazione“, che comporta l’eliminazione dalle biblioteche dei libri di autori russi, la ridenominazione di strade con nomi legati alla Russia, l’abbattimento di statue di personaggi come Caterina la Grande, la messa al bando della musica russa prodotta dopo il 1991, la rottura dei legami tra la Chiesa ortodossa ucraina e la Chiesa ortodossa russa e la riduzione al minimo dell’uso della lingua russa. Forse l’atteggiamento dell’Ucraina nei confronti della Russia è riassunto al meglio dal commento di Zelensky: “Non perdoneremo. Non dimenticheremo“.[51]

 

Passando al lato russo della medaglia, Anatol Lieven riferisce che “ogni giorno sulla TV russa si possono vedere insulti etnici pieni di odio rivolti agli ucraini“.[52] Non sorprende che i russi stiano lavorando per russificare e cancellare la cultura ucraina nelle aree che Mosca ha annesso. Queste misure includono il rilascio di passaporti russi, la modifica dei programmi scolastici, la sostituzione della grivna ucraina con il rublo russo, l’eliminazione di biblioteche e musei e la ridenominazione di città e paesi.[53] Bakhmut, ad esempio, è diventata Artemovsk e la lingua ucraina non viene più insegnata nelle scuole della regione di Donetsk.[54] A quanto pare, anche i russi non perdonano né dimenticano.

 

L’aumento dell’ipernazionalismo è prevedibile in tempo di guerra, non solo perché i governi si affidano pesantemente al nazionalismo per motivare la popolazione a sostenere il proprio Paese fino in fondo, ma anche perché la morte e la distruzione che derivano dalla guerra – soprattutto dalle guerre prolungate – spingono ogni parte a disumanizzare e odiare l’altro. Nel caso dell’Ucraina, l’aspro conflitto sull’identità nazionale getta benzina sul fuoco.

 

L’ipernazionalismo rende naturalmente più difficile la cooperazione tra le parti e dà alla Russia un motivo per impadronirsi di un territorio pieno di etnie russe e russofone. Presumibilmente, molti di loro preferirebbero vivere sotto il controllo russo, data l’ostilità del governo ucraino verso tutto ciò che è russo. Nel processo di annessione di queste terre, è probabile che i russi espellano un gran numero di ucraini etnici, soprattutto per il timore che si ribellino al dominio russo se rimangono. Questi sviluppi alimenteranno ulteriormente l’odio tra russi e ucraini, rendendo praticamente impossibile un compromesso sul territorio.

 

C’è un’ultima ragione per cui un accordo di pace duraturo non è fattibile. I leader russi non si fidano né dell’Ucraina né dell’Occidente per negoziare in buona fede, il che non significa che i leader ucraini e occidentali si fidino delle loro controparti russe. La mancanza di fiducia è evidente da tutte le parti, ma è particolarmente acuta da parte di Mosca a causa di una recente serie di rivelazioni.

 

La fonte del problema è ciò che è accaduto durante i negoziati per l’accordo di Minsk II del 2015, che costituiva un quadro per la chiusura del conflitto nel Donbass. Il presidente francese Francois Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno avuto un ruolo centrale nella definizione di tale quadro, sebbene si siano ampiamente consultati sia con Putin che con il presidente ucraino Petro Poroshenko. Queste quattro persone sono state anche le protagoniste dei successivi negoziati. Non c’è dubbio che Putin si sia impegnato a far funzionare Minsk. Ma Hollande, Merkel e Poroshenko – così come Zelensky – hanno tutti chiarito che non erano interessati all’attuazione di Minsk, ma di averla vista invece come un’opportunità per far guadagnare tempo all’Ucraina per costruire le proprie forze armate in modo da poter affrontare l’insurrezione nel Donbass. Come ha detto la Merkel a “Die Zeit”, si trattava di “un tentativo di dare all’Ucraina il tempo… di diventare più forte“.[55] Allo stesso modo, Poroshenko ha detto: “Il nostro obiettivo era fermare la minaccia, o almeno ritardare la guerra – per assicurarci otto anni per ripristinare la crescita economica e creare potenti forze armate“.[56]

 

Poco dopo l’intervista rilasciata dalla Merkel a Die Zeit nel dicembre 2022, Putin ha dichiarato in una conferenza stampa: “Pensavo che gli altri partecipanti a questo accordo fossero almeno onesti, ma no, si è scoperto che anche loro ci stavano mentendo e volevano solo rifornire l’Ucraina di armi e prepararla a un conflitto militare“. Ha poi aggiunto che l’essere stato ingannato dall’Occidente gli ha fatto perdere l’opportunità di risolvere il problema dell’Ucraina in circostanze più favorevoli per la Russia: “A quanto pare, ci siamo orientati troppo tardi, ad essere onesti. Forse avremmo dovuto iniziare tutto questo [l’operazione militare] prima, ma speravamo solo di poterlo risolvere nel quadro degli accordi di Minsk“. Ha poi chiarito che la doppiezza dell’Occidente complicherà i futuri negoziati: “La fiducia è già quasi a zero, ma dopo queste dichiarazioni, come possiamo negoziare? Su cosa? Possiamo fare accordi con qualcuno e dove sono le garanzie?[57].

 

In sintesi, non c’è quasi nessuna possibilità che la guerra in Ucraina si concluda con un accordo di pace significativo. È invece probabile che la guerra si trascini per almeno un altro anno e che alla fine si trasformi in un conflitto congelato che potrebbe ritornare a essere una guerra guerreggiata.

 

 

Le conseguenze

L’assenza di un accordo di pace praticabile avrà una serie di terribili conseguenze. Le relazioni tra Russia e Occidente, ad esempio, rimarranno probabilmente profondamente ostili e pericolose nel prossimo futuro. Ciascuna delle due parti continuerà a demonizzare l’altra e a lavorare sodo per massimizzare la quantità di dolore e di problemi causati al rivale. Questa situazione prevarrà certamente se i combattimenti continueranno; ma anche se la guerra si trasformerà in un conflitto congelato, è improbabile che il livello di ostilità tra le due parti cambi molto.

 

Mosca cercherà di sfruttare le fratture esistenti tra i Paesi europei, lavorando al contempo per indebolire le relazioni transatlantiche e le istituzioni europee chiave come l’UE e la NATO. Visti i danni che la guerra ha causato e continua a causare all’economia europea, visto il crescente disincanto in Europa di fronte alla prospettiva di una guerra infinita in Ucraina e viste le differenze tra Europa e Stati Uniti riguardo al commercio con la Cina, i leader russi dovrebbero trovare terreno fertile per causare problemi in Occidente.[58] Questa ingerenza rafforzerà naturalmente la russofobia in Europa e negli Stati Uniti, peggiorando una situazione già di per sé negativa.

 

L’Occidente, da parte sua, manterrà le sanzioni su Mosca e ridurrà al minimo i rapporti economici tra le due parti, il tutto allo scopo di danneggiare l’economia russa. Inoltre, collaborerà sicuramente con l’Ucraina per contribuire a generare insurrezioni nei territori che la Russia ha sottratto all’Ucraina. Allo stesso tempo, gli Stati Uniti e i loro alleati continueranno a perseguire una politica di contenimento a muso duro nei confronti della Russia, che molti ritengono sarà rafforzata dall’ingresso di Finlandia e Svezia nella NATO e dal dispiegamento di forze significative della NATO nell’Europa orientale.[59] Naturalmente, l’Occidente continuerà a impegnarsi per far entrare Georgia e Ucraina nella NATO, anche se è improbabile che ciò accada. Infine, le élites statunitensi ed europee manterranno sicuramente il loro entusiasmo per la promozione di un cambio di regime a Mosca, per poi processare Putin per le azioni della Russia in Ucraina.

 

Le relazioni tra la Russia e l’Occidente non solo rimarranno avvelenate in futuro, ma saranno anche pericolose, in quanto ci sarà la possibilità sempre presente di un’escalation nucleare o di una guerra tra grandi potenze tra la Russia e gli Stati Uniti[60].

 

La distruzione dell’Ucraina

L’Ucraina si trovava in gravi difficoltà economiche e demografiche prima dell’inizio della guerra dello scorso anno.[61] La devastazione inflitta all’Ucraina dall’invasione russa è orribile. Analizzando gli eventi del primo anno di guerra, la Banca Mondiale dichiara che l’invasione “ha richiesto un tributo inimmaginabile alla popolazione ucraina e all’economia del Paese, con una contrazione dell’attività pari a uno sconcertante 29,2% nel 2022“. Non sorprende che Kiev abbia bisogno di massicce iniezioni di aiuti stranieri solo per mantenere in funzione il governo, per tacere della guerra. Inoltre, la Banca Mondiale stima che i danni superino i 135 miliardi di dollari e che saranno necessari circa 411 miliardi di dollari per ricostruire l’Ucraina. La povertà, si legge, “è aumentata dal 5,5% nel 2021 al 24,1% nel 2022, spingendo 7,1 milioni di persone in più nella povertà e annullando 15 anni di progressi“.[62] Le città sono state distrutte, circa 8 milioni di ucraini sono fuggiti dal Paese e circa 7 milioni sono sfollati interni. Le Nazioni Unite hanno confermato 8.490 morti tra i civili, anche se ritengono che il numero reale sia “considerevolmente più alto“.[63] Sicuramente l’Ucraina ha subito oltre 100.000 caduti sul campo di battaglia.

 

Il futuro dell’Ucraina appare estremamente cupo. La guerra non mostra segni di cessazione a breve, il che significa più distruzione di infrastrutture e abitazioni, più distruzione di città e paesi, più morti civili e militari e più danni all’economia. Non solo l’Ucraina rischia di perdere ancora più territorio a favore della Russia, ma secondo la Commissione Europea, “la guerra ha avviato l’Ucraina su un percorso di declino demografico irreversibile“.[64] A peggiorare le cose, i russi faranno gli straordinari per mantenere la nuova Ucraina economicamente debole e politicamente instabile. Il conflitto in corso rischia anche di alimentare la corruzione, che da tempo è un problema acuto, e di rafforzare ulteriormente i gruppi estremisti in Ucraina. È difficile immaginare che Kiev possa mai soddisfare i criteri necessari per entrare nell’UE o nella NATO.

 

La politica degli Stati Uniti verso la Cina

La guerra in Ucraina sta ostacolando lo sforzo degli Stati Uniti di contenere la Cina, che è di fondamentale importanza per la sicurezza americana, dal momento che la Cina è un concorrente alla pari, mentre la Russia non lo è.[65] In effetti, la logica dell’equilibrio di potenza dice che gli Stati Uniti dovrebbero essere alleati con la Russia contro la Cina e rivolgere tutta la loro attenzione sull’Asia orientale. Invece, la guerra in Ucraina ha avvicinato Pechino e Mosca, fornendo alla Cina un potente incentivo per assicurarsi che la Russia non venga sconfitta e che gli Stati Uniti rimangano bloccati in Europa, ostacolando i loro sforzi di riorientamento verso l’Asia orientale.

 

Conclusione

Dovrebbe essere ormai evidente che la guerra in Ucraina è un enorme disastro che difficilmente finirà presto e che, quando finirà, il risultato non sarà una pace duratura. È necessario spendere qualche parola su come l’Occidente sia finito in questa terribile situazione.

 

Il senso comune sulle origini della guerra è che Putin abbia lanciato un attacco non provocato il 24 febbraio 2022, motivato dal suo grande piano di creare una grande Russia. L’Ucraina, si dice, era il primo Paese che intendeva conquistare e annettere, ma non l’ultimo. Come ho detto in numerose occasioni, non ci sono prove a sostegno di questa linea di argomentazione, anzi ci sono prove considerevoli che la contraddicono direttamente.[66] Sebbene non ci siano dubbi che la Russia abbia invaso l’Ucraina, la causa ultima della guerra è stata la decisione dell’Occidente – e qui stiamo parlando principalmente degli Stati Uniti – di fare dell’Ucraina un bastione occidentale al confine con la Russia. L’elemento chiave di questa strategia era l’ingresso dell’Ucraina nella NATO, una mossa che non solo Putin, ma l’intero establishment della politica estera russa, vedeva come una minaccia esistenziale da eliminare.

 

Spesso si dimentica che numerosi politici e strateghi americani ed europei si sono opposti all’espansione della NATO fin dall’inizio, perché avevano capito che i russi l’avrebbero vista come una minaccia e che questa politica avrebbe portato al disastro. L’elenco degli oppositori comprende George Kennan, il Segretario alla Difesa del Presidente Clinton, William Perry, e il suo Capo dello Stato Maggiore, il Generale John Shalikashvili, Paul Nitze, Robert Gates, Robert McNamara, Richard Pipes e Jack Matlock, per citarne solo alcuni.[67] Al vertice NATO di Bucarest dell’aprile 2008, sia il Presidente francese Nicolas Sarkozy che il Cancelliere tedesco Angela Merkel si sono opposti al piano del Presidente George W. Bush di far entrare l’Ucraina nell’alleanza. La Merkel ha in seguito dichiarato che la sua opposizione si basava sulla convinzione che Putin l’avrebbe interpretata come una “dichiarazione di guerra“.[68]

 

Naturalmente, gli oppositori dell’espansione della NATO avevano ragione, ma hanno perso la battaglia e la NATO ha marciato verso est, provocando alla fine una guerra preventiva da parte dei russi. Se gli Stati Uniti e i loro alleati non si fossero mossi per far entrare l’Ucraina nella NATO nell’aprile 2008, o se fossero stati disposti ad assecondare le preoccupazioni di Mosca in materia di sicurezza dopo lo scoppio della crisi ucraina nel febbraio 2014, probabilmente oggi non ci sarebbe alcuna guerra in Ucraina e i suoi confini avrebbero l’aspetto che avevano quando ottenne l’indipendenza nel 1991. L’Occidente ha commesso un errore colossale, per il quale, insieme a molti altri, non ha ancora finito di pagare.

 

 

 

[1] Questo documento è stato scritto come base per i discorsi pubblici che ho tenuto o terrò sul conflitto ucraino. Si veda, ad esempio: https://youtu.be/v-rHBRwdql8

[2]
https://nationalinterest.org/feature/causes-and-consequences-ukraine-crisis-203182

https://jmss.org/article/view/76584

https://harpers.org/archive/2023/06/why-are-we-in-ukraine/

https://nationalinterest.org/feature/course-correcting-toward-diplomacy-ukraine-crisis-204171

https://www.amazon.com/How-West-Brought-Ukraine-Understanding/dp/0991076702/ref=pd_vtp_h_vft_none_pd_vtp_h_vft_none_sccl_1/142-3537937-6121237?pd_rd_w=ezoTp&content-id=amzn1.sym.a5610dee-0db9-4ad9-a7a9-14285a430f83&pf_rd_p=a5610dee-0db9-4ad9-a7a9-14285a430f83&pf_rd_r=ZGPKTJ5C49MCEE3RVTNG&pd_rd_wg=TaIQh&pd_rd_r=a9e88789-cd82-47ab-95d8-03165a6f271b&pd_rd_i=0991076702&psc=1

https://scheerpost.com/2022/04/09/former-nato-military-analyst-blows-the-whistle-on-wests-ukraine-invasion-narrative/

 

[3] http://www.en.kremlin.ru/events/president/transcripts/70565

[4] http://en.kremlin.ru/events/president/news/71445

http://en.kremlin.ru/events/president/news/71391

 

[5] https://nationalinterest.org/feature/course-correcting-toward-diplomacy-ukraine-crisis-204171

https://tass.com/politics/1634479

 

[6] http://en.kremlin.ru/events/president/news/71391

Putin ha menzionato brevemente questi due obiettivi nel suo discorso del 24 febbraio 2023 che annunciava l’invasione dell’Ucraina. Ma non erano obiettivi realistici, dato che la Russia stava lanciando una “operazione militare speciale” che non mirava a conquistare tutta l’Ucraina. http://en.kremlin.ru/events/president/news/67843

Non sorprende quindi che Putin abbia abbandonato questi due obiettivi durante i negoziati di Istanbul nel marzo scorso. 2022. https://www.ft.com/content/7f14efe8-2f4c-47a2-aa6b-9a755a39b626

 

[7] La Germania invase la Polonia il 1° settembre 1939 con circa 1,5 milioni di soldati. Il territorio polacco conquistato ai fini dell’annessione e dell’amministrazione era di circa 188.000 chilometri quadrati ed era popolato da circa 22,1 milioni di polacchi. L’Ucraina senza la Crimea era di circa 603.601 chilometri quadrati e aveva una popolazione di 41 milioni di ucraini quando la Russia la invase il 24 febbraio 2022. In altre parole, l’Ucraina era geograficamente più di tre volte più grande della parte di Polonia conquistata dai tedeschi nel 1939 e la sua popolazione era quasi il doppio. Per i numeri dell’Ucraina, si vedano le note 9 e 28. Per i numeri della Polonia, si veda Robert M. Kennedy, The German Campaign in Poland (1939), (Washington, DC: Department of the Army, 1956), p. 77; Richard C. Lukas, Forgotten Holocaust: The Poles under German Occupation, 1939-1944 (Lexington, KY: University of Kentucky Press, 1986), p. 2; and http://rcin.org.pl/Content/15652/WA51_13607_r2011-nr12_Monografie.pdf

[8] http://en.kremlin.ru/events/president/news/71391

[9] L’Ucraina prima del 2014 era 603.628 km quadrati. Crimea (27.000), Donetsk (26.517), Kherson (28.461), Luhansk (26.684) e Zaporozhe (27.180) rappresentano circa il 23% del territorio ucraino. Se i russi annettessero anche Dnipropetrovsk (31.914), Kharkiv (31.415), Mykolaiv (24.598) e Odessa (33.310), controllerebbero circa il 43% dell’Ucraina pre-2014.

[10] https://russiancouncil.ru/en/analytics-and-comments/comments/six-months-into-the-conflict-what-exactly-does-russia-hope-to-achieve-in-ukraine/

https://www.newstatesman.com/world/europe/ukraine/2023/02/russia-cannot-afford-lose-need-victory-sergey-karaganov-what-putin-wants

 

[11] https://www.nato.int/nato_static_fl2014/assets/pdf/2020/4/pdf/2003-NATO-Russia_en.pdf

[12] https://www.rand.org/pubs/research_briefs/RB10014.html

[13] https://www.cfr.org/article/how-much-aid-has-us-sent-ukraine-here-are-six-charts

https://www.washingtonpost.com/national-security/2023/04/18/russia-ukraine-war-us-involvement-leaked-documents/

 

[14] https://www.france24.com/en/europe/20230330-live-charles-iii-addresses-german-parliament-during-first-trip-abroad-as-king

[15] https://www.congress.gov/bill/118th-congress/house-resolution/322/text

[16] https://www.washingtonpost.com/national-security/2023/06/14/ukraine-counteroffensive-biden-support/

[17] https://www.washingtonpost.com/national-security/2023/04/18/russia-ukraine-war-us-involvement-leaked-documents/

[18] https://www.washingtonpost.com/national-security/2023/04/18/russia-ukraine-war-us-involvement-leaked-documents/

[19] https://foreignpolicy.com/2023/04/17/the-west-is-preparing-for-russias-disintegration/

[20] https://foreignpolicy.com/2023/05/15/ukraine-nato-membership-europe-russia-war/?tpcc=recirc_latest062921

https://www.nytimes.com/2023/06/14/us/politics/biden-nato-ukraine.html

https://www.stripes.com/theaters/europe/2023-06-16/ukraine-status-nato-military-aid-10457960.html?utm_campaign=dfn-ebb&utm_medium=email&utm_source=sailthru

 

[21] https://kyivindependent.com/stoltenberg-says-ukraine-will-join-nato-vows-continued-support-despite-russias-dangerous-and-reckless-nuclear-rhetoric/

[22] https://www.wsj.com/articles/chinas-xi-makes-first-call-to-zelensky-since-russian-invasion-b784bb7f?mod=world_lead_pos2

[23] https://kyivindependent.com/zelensky-ukraine-applies-for-fast-track-nato-accession/#:~:text=30%2C%20President%20Volodymyr%20Zelensky%20said,and%20we%20protect%20each%20other

[24] https://bigserge.substack.com/p/russo-ukrainian-war-schrodingers?utm_source=substack&utm_campaign=post_embed&utm_medium=web

[25] https://bigserge.substack.com/p/the-battle-of-bakhmut-postmortem?utm_source=substack&utm_campaign=post_embed&utm_medium=web

[26] https://www.militarytimes.com/news/your-military/2023/06/12/russias-improved-weaponry-and-tactics-challenge-ukraine-offensive/

[27] https://tass.com/defense/1524515

[28] All’inizio del conflitto, la Russia contava circa 144 milioni di persone, mentre l’Ucraina ne contava 41 milioni, cifra che include gli abitanti del Donbass ma non i 2,4 milioni di persone che vivono in Crimea. Il rapporto è di 3,5:1 a favore della Russia. Come si è detto, circa 8 milioni di ucraini hanno lasciato il Paese dall’inizio della guerra – di cui circa 3 milioni sono andati in Russia e gli altri 5 milioni in Occidente. Inoltre, la Russia ha annesso territori in Ucraina, non tutti controllati. Prima dell’inizio della guerra, nel febbraio 2022, nei quattro oblast’ che la Russia ha annesso c’erano circa 8,8 milioni di persone, alcune delle quali si trovavano in un territorio che la Russia non controlla ancora e altre sono incluse nei 3 milioni di ucraini che si sono trasferiti in Russia. Sembra ragionevole supporre che 4 milioni degli 8,8 milioni che si trovavano in questi oblast prima della guerra siano ora sotto il controllo russo. Pertanto, la Russia ha ora una popolazione di 151 milioni (144 + 3 milioni di rifugiati + 4 milioni di persone nelle aree dell’Ucraina orientale che ora controlla). L’Ucraina, invece, ha 30 milioni di abitanti (41 milioni – 8 milioni di rifugiati – 4 milioni di persone nelle aree dell’Ucraina orientale che la Russia controlla). Questi numeri portano a un vantaggio russo di 5:1. Naturalmente, questi numeri potrebbero cambiare se un gran numero di rifugiati ucraini tornasse a casa o se la Russia conquistasse un numero sostanzialmente maggiore di territori ucraini e li annettesse. In ogni caso, l’Ucraina rimarrà decisamente in inferiorità numerica per quanto riguarda le dimensioni della popolazione.

https://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/handle/JRC132458

https://www.economist.com/europe/2022/12/12/the-war-has-worsened-ukraines-demographic-woes

https://www.russiamatters.org/analysis/whats-ahead-war-ukraine

https://tass.com/society/1627949

https://www.rt.com/russia/577546-ukraine-population-shrink-half/

 

[29]
https://kyivindependent.com/danilov-ukraine-lost-7-5-times-fewer-troops-than-russians-in-bakhmut/

https://www.bbc.com/news/world-europe-64955537

 

[30] Per citare un fante ucraino che combatte a Bakhmut, “è un peccato che probabilmente il 90% delle nostre perdite siano dovute all’artiglieria – o ai carri armati e all’aviazione… E molto meno (perdite) nei conflitti tra fanterie“.

https://kyivindependent.com/battle-of-bakhmut-ukrainian-soldiers-worry-russians-begin-to-taste-victory/

https://www.moonofalabama.org/2023/03/ukraine-is-lying-about-casualty-ratios-to-justify-holding-of-bakhmut.html

 

[31]
https://english.elpais.com/international/2023-03-01/ukraine-outgunned-10-to-1-in-massive-artillery-battle-with-russia.html

https://www.nbcnews.com/politics/national-security/russia-ukraine-war-ammo-rcna56210

https://babel.ua/en/news/81312-forbes-russia-has-a-five-fold-advantage-in-artillery-but-western-weapons-can-change-the-situation

https://kyivindependent.com/why-ukraine-struggles-to-combat-russias-artillery-superiority/

https://www.washingtonpost.com/world/2023/04/20/bakhmut-ukraine-war-leaked-documents/

https://kyivindependent.com/battle-of-bakhmut-ukrainian-soldiers-worry-russians-begin-to-taste-victory/

https://kyivindependent.com/ukrainian-soldiers-in-bakhmut-our-troops-are-not-being-protected/

https://www.washingtonpost.com/world/2023/03/13/ukraine-casualties-pessimism-ammunition-shortage/

https://www.washingtonpost.com/world/2023/04/08/ukraine-ammunition-shortage-shells-ration/?utm_campaign=wp_post_most&utm_medium=email&utm_source=newsletter&wpisrc=nl_most&carta-url=https%3A%2F%2Fs2.washingtonpost.com%2Fcar-ln-tr%2F39a85b2%2F6431956453816d1ce09541f1%2F5972c5a9ae7e8a1cf4af1c87%2F31%2F72%2F6431956453816d1ce09541f1&wp_cu=45c484975590037f02458fe7cb0bc152%7CC0E249690CC33FB5E0430100007FF646

https://www.rt.com/russia/575278-ukraine-general-lament-state-army/?utm_source=Newsletter&utm_medium=Email&utm_campaign=Email

 

[32] È difficile determinare il numero di vittime russe e ucraine, poiché entrambe le parti forniscono poche informazioni sulle proprie vittime e informazioni discutibili sulle vittime dell’avversario. Vale la pena notare, tuttavia, che sia i resoconti pro-ucraini che quelli pro-occidentali degli eventi sul campo di battaglia parlano spesso dei livelli notevolmente elevati di perdite subite dalle forze ucraine, mentre non ci sono discorsi equivalenti nelle descrizioni pro-russe del campo di battaglia. Ci sono certamente discussioni sulle perdite russe, ma si vedono poche prove che le forze russe stiano subendo livelli di perdite particolarmente elevati come le loro controparti ucraine. Diversi governi, istituzioni e singoli individui offrono stime sulle vittime, ma non forniscono spiegazioni su come sono arrivati ai loro numeri. Una rara eccezione è rappresentata da un’attenta analisi della lunga battaglia di Bakhmut da parte di un blogger filo-russo, che stima la correlazione dei caduti in quella battaglia abbia favorito i russi per circa 2:1. https://bigserge.substack.com/p/the-battle-of-bakhmut-postmortem?utm_source=substack&utm_campaign=post_embed&utm_medium=web

[33] https://samf.substack.com/p/time-for-ukraines-offensive?utm_source=substack&utm_campaign=post_embed&utm_medium=web

https://www.washingtonpost.com/world/2023/03/06/bakhmut-wagner-mercenaries-russia-ukraine/

https://www.wsj.com/articles/wagner-and-russian-army-cooperate-in-fresh-push-to-take-bakhmut-114fe886

https://www.economist.com/graphic-detail/2023/03/08/how-many-russians-have-been-killed-in-ukraine?utm_content=article-link-3&etear=nl_today_3&utm_campaign=r.the-economist-today&utm_medium=email.internal-newsletter.np&utm_source=salesforce-marketing-cloud&utm_term=3/8/2023&utm_id=1517391

 

[34] https://www.jstor.org/stable/2538780

[35] https://www.russiamatters.org/analysis/whats-ahead-war-ukraine

[36] Per quanto riguarda la guerra civile americana, si vedano le cifre relative alle perdite degli attaccanti e dei difensori iniziali nelle prime dodici battaglie principali di quel sanguinoso conflitto in Richard E. Beringer et al., Why the South Lost the Civil War (Athens, GA: University of Georgia Press, 1986), p. 460. Per quanto riguarda la Prima guerra mondiale, si pensi a due delle principali battaglie che si svolsero nel 1916. Nella battaglia di Verdun, iniziata dalla Germania contro la Francia e in cui furono sparati 23 milioni di proiettili d’artiglieria dalle due parti, ci furono 350.000 vittime tedesche e 400.000 vittime francesi. Nella battaglia della Somme, in cui le forze britanniche e francesi iniziarono l’attacco contro l’esercito tedesco e in cui furono sparati 1.700.000 proiettili solo il primo giorno, gli Alleati subirono circa 620.000 perdite, mentre i tedeschi ne subirono 550.000. Martin Gilbert, Atlas of the First World War (London: Weidenfeld and Nicolson, 1970), pp. 53, 56; and https://www.historic-uk.com/HistoryUK/HistoryofBritain/Battle-of-the-Somme/https://www.britannica.com/event/Battle-of-Verdun

[37] https://www.washingtonpost.com/world/2023/04/20/bakhmut-ukraine-war-leaked-documents/

[38] https://tass.com/defense/1524515

[39] A dimostrazione che le forze di terra russe sono in buona forma dopo quattordici mesi di guerra e che probabilmente miglioreranno in futuro, si veda la recente testimonianza al Congresso del generale Christopher Cavoli, comandante supremo delle forze alleate in Europa.

https://www.stripes.com/theaters/europe/2023-04-26/ukraine-russia-offensive-eucom-congress-9928802.html?utm_campaign=dfn-ebb&utm_medium=email&utm_source=sailthru&SToverlay=2002c2d9-c344-4bbb-8610-e5794efcfa7d

https://armedservices.house.gov/sites/republicans.armedservices.house.gov/files/04.26.23%20Cavoli%20Statement%20v2.pdf

https://www.economist.com/syrsky-interview

https://www.kyivpost.com/post/15227#:~:text=War%20in%20Ukraine-,%27They%20Should%20Not%20Be%20Underestimated%27%3A%20A%20Ukrainian%20Soldier%20Describes,says%20a%20serviceman%20in%20Kreminna.

https://rusi.org/explore-our-research/publications/special-resources/meatgrinder-russian-tactics-second-year-its-invasion-ukraine

 

[40] search/publications/special-resources/meatgrinder-russian-tactics-second-year-its-invasion-ukraine

https://responsiblestatecraft.org/2023/04/17/lieven-inside-ukraine-some-real-breaks-and-insights/

https://kyivindependent.com/battle-of-bakhmut-ukrainian-soldiers-worry-russians-begin-to-taste-victory/

https://www.bbc.com/news/world-europe-64955537

https://www.kyivpost.com/post/15227

https://www.nytimes.com/2023/06/17/world/europe/russia-ukraine-war-tactics.html

https://www.militarytimes.com/news/your-military/2023/06/12/russias-improved-weaponry-and-tactics-challenge-ukraine-offensive/

https://rusi.org/explore-our-research/publications/special-resources/meatgrinder-russian-tactics-second-year-its-invasion-ukraine

https://www.economist.com/europe/2023/05/21/russias-army-is-learning-on-the-battlefield?utm_medium=cpc.adword.pd&utm_source=google&ppccampaignID=17210591673&ppcadID=&utm_campaign=a.22brand_pmax&utm_content=conversion.direct-response.anonymous&gclid=Cj0KCQjwnMWkBhDLARIsAHBOftrBBcuuqhkoC_blsz3jrXFjUYLFreTmzrqvsoZOQhKLRO6oUOAOvEQaAl1iEALw_wcB&gclsrc=aw.ds

 

[41] https://www.ft.com/content/aee0e1a1-c464-4af9-a1c8-73fcbc46ed17

https://www.wsj.com/articles/eu-to-send-ukraine-a-million-artillery-shells-as-russia-gains-ground-5e25a064

https://www.rt.com/russia/573610-russia-ammo-production-putin/

https://bigserge.substack.com/p/russo-ukrainian-war-leak-biopsy?utm_source=substack&utm_campaign=post_embed&utm_medium=web

https://www.wsj.com/articles/u-s-reaches-deep-into-its-global-ammunition-stockpiles-to-help-ukraine-8224d985

https://www.nytimes.com/2023/03/16/world/europe/ukraine-ammunition-bakhmut.html#:~:text=the%20main%20story-,Ukraine%20Burns%20Through%20Ammunition%20in%20Bakhmut%2C%20Putting%20Future%20Fights%20at,jeopardize%20a%20planned%20springtime%20campaign.

https://www.reuters.com/world/europe/germany-only-has-20000-high-explosive-artillery-shells-left-report-2023-06-19/#:~:text=BERLIN%2C%20June%2019%20(Reuters),the%20need%20for%20urgent%20purchases.

 

 

[42] http://en.kremlin.ru/events/president/news/71445

http://en.kremlin.ru/events/president/news/71391

 

[43] https://www.wsj.com/articles/ukraine-runs-into-russian-air-superiority-82c621c

[44] https://kyivindependent.com/russias-smart-bombs-pose-increasingly-serious-threat-to-ukraine/

https://www.rt.com/russia/575978-ukraine-glide-bombs-offensive/

https://www.nytimes.com/2023/05/25/world/europe/russia-ukraine-soviet-bombs.html?smid=nytcore-ios-share&referringSource=articleShare

 

[45] https://www.rt.com/russia/576996-russia-conditions-ukraine-peace/

[46] Un sondaggio condotto a febbraio e marzo [2023] dall’Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev ha rilevato che l’87% degli ucraini considera inaccettabile qualsiasi concessione territoriale per raggiungere la pace. Solo il 9% ha dichiarato che accetterebbe concessioni se ciò significasse una pace duratura”.

https://www.ft.com/content/d68b4007-4ddf-4320-b29a-f2eee2662d6e

[47] https://www.atlanticcouncil.org/blogs/ukrainealert/the-truth-behind-ukraine-s-language-policy/

Questo articolo chiarisce quanto sia importante la lingua per alimentare i problemi all’interno dell’Ucraina.

[48] http://en.kremlin.ru/events/president/news/66181

[49] https://mondediplo.com/2023/01/04ukraine

[50] https://www.nybooks.com/online/2023/04/21/derussification-ukraine-libraries/?utm_medium=email&utm_campaign=NYR%2004-23-23%20Tallman%20Benfey%20Bell%20Rudick%20Debevec-McKenney%20Schaeffer&utm_content=NYR%2004-23-23%20Tallman%20Benfey%20Bell%20Rudick%20Debevec-McKenney%20Schaeffer+CID_b19f74f0617664032481c98beab30139&utm_source=Newsletter&utm_term=A%20Book%20is%20a%20Quiet%20Weapon

https://www.washingtonpost.com/world/interactive/2023/ukraine-russian-influence-destruction/?itid=hp-top-table-main_p001_f004

 

[51] https://goodfaithmedia.org/understanding-zelenskyys-we-will-not-forgive-we-will-not-forget

[52] https://www.thenation.com/article/world/ukraine-russia-nationalism-war/

[53] https://www.nytimes.com/2023/04/22/world/europe/zelensky-russian-ban-ukraine.html

https://www.wsj.com/articles/schools-in-occupied-ukraine-seek-to-turn-children-into-loyal-russians-d26cf4e?mod=hp_lead_pos6

 

[54] https://www.rt.com/russia/577407-donetsk-ukrainian-language-pushilin/

[55] https://consortiumnews.com/2022/12/13/patrick-lawrence-germany-the-lies-of-empire/

https://www.rt.com/russia/567873-zakharova-merkel-minsk-agreements/

 

[56] https://consortiumnews.com/2022/12/05/scott-ritter-merkel-reveals-wests-duplicity/

https://www.rt.com/russia/577553-poroshenko-minsk-accords-nato/

Su Zelensky, https://www.rt.com/russia/571243-zelensky-minsk-agreements-failure/

 

[57] https://www.rt.com/russia/567967-putin-thinks-shouldve-started-sooner/

http://www.en.kremlin.ru/events/president/transcripts/70565

http://en.kremlin.ru/events/president/news/71445

http://en.kremlin.ru/events/president/news/71391

https://www.rt.com/russia/578175-lavrov-ukraine-world-order/

 

[58] La Banca Mondiale riferisce che: “L’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, la conseguente interruzione delle forniture di energia, cibo, metalli e altro, e l’inasprimento della politica monetaria e delle condizioni finanziarie hanno rallentato drasticamente la crescita in Europa e Asia Centrale (ECA) nel 2022. La crescita dell’attività regionale si è indebolita all’1,2% nel 2022 dal 7,1% del 2021”.

https://openknowledge.worldbank.org/server/api/core/bitstreams/004535c2-fbcd-4e96-9439-bc4bc502c2b3/content

https://www.wsj.com/articles/world-bank-warns-of-lost-decade-for-global-economy-aba506a4

https://www.politico.eu/article/74-percent-of-europeans-agree-with-french-president-emmanuel-macron-on-china-us-defense-report-shows/

 

[59] https://www.nytimes.com/2023/04/17/world/europe/nato-russia-ukraine-war.html

https://armedservices.house.gov/sites/republicans.armedservices.house.gov/files/04.26.23%20Cavoli%20Statement%20v2.pdf

 

[60] https://www.foreignaffairs.com/ukraine/playing-fire-ukraine

Si consideri, ad esempio, come l’adesione di Finlandia e Svezia alla NATO accrescerà il senso di pericolo della Russia. Non solo Mosca si troverà di fronte a un’alleanza occidentale più formidabile, ma la Finlandia condivide con la Russia un confine lungo 830 miglia e gli Stati Uniti stanno apparentemente pianificando di stabilire una presenza militare in Finlandia. Inoltre, il Mar Baltico, di vitale importanza strategica per la Russia – soprattutto per via di Kaliningrad – sarà ora circondato dai Paesi della NATO. A peggiorare le cose, c’è un serio potenziale di problemi nell’Artico, dove la Russia è uno degli otto Stati rivieraschi e dove è probabile che si verifichino controversie a causa del continuo scioglimento dei ghiacci. Gli altri sette Stati della costiera, tuttavia, sono ora tutti membri della NATO: Gran Bretagna, Canada, Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Stati Uniti. In caso di crisi nell’Artico, una Russia in inferiorità numerica e spaventata – con la maggior parte delle sue forze convenzionali bloccate in Ucraina – potrebbe perseguire una strategia militare altamente rischiosa per proteggersi.

https://www.indianpunchline.com/us-sees-in-finlands-nato-accession-encirclement-of-russia/

https://www.zerohedge.com/geopolitical/us-talks-establishing-military-bases-finland

https://www.thearcticinstitute.org/china-russia-arctic-cooperation-context-divided-arctic/#

https://warontherocks.com/2023/03/russia-wont-sit-idly-by-after-finland-and-sweden-join-nato/

https://www.nytimes.com/2023/05/31/world/europe/blinken-arctic-nato-russia.html

 

[61] https://carnegieendowment.org/2012/03/09/underachiever-ukraine-s-economy-since-1991-pub-47451

https://www.britannica.com/place/Ukraine/Economic-difficulties

https://consortiumnews.com/2023/05/08/ukraines-big-mistake/

Per quanto riguarda la popolazione ucraina, si vedano le fonti alla nota 28.

[62] https://reliefweb.int/report/ukraine/ukraine-rapid-damage-and-needs-assessment-february-2022-2023-enuk

https://openknowledge.worldbank.org/server/api/core/bitstreams/004535c2-fbcd-4e96-9439-bc4bc502c2b3/content

https://www.19fortyfive.com/2023/06/the-shocking-economic-damage-to-ukraine-from-russias-invasion/

 

[63] https://www.ohchr.org/en/news/2023/04/ukraine-civilian-casualty-update-10-april-2023

[64] https://joint-research-centre.ec.europa.eu/jrc-news-and-updates/war-exacerbates-ukraines-population-decline-new-report-shows-2023-03-08_en

https://www.rt.com/russia/577546-ukraine-population-shrink-half/

 

[65] https://www.politico.com/news/magazine/2023/06/09/america-weapons-china-00100373

[66] https://www.foreignaffairs.com/articles/russia-fsu/2014-08-18/why-ukraine-crisis-west-s-fault

https://www.nytimes.com/2014/03/14/opinion/getting-ukraine-wrong.html

https://nationalinterest.org/feature/causes-and-consequences-ukraine-crisis-203182

https://www.economist.com/by-invitation/2022/03/11/john-mearsheimer-on-why-the-west-is-principally-responsible-for-the-ukrainian-crisis

https://www.newyorker.com/news/q-and-a/why-john-mearsheimer-blames-the-us-for-the-crisis-in-ukraine

https://youtu.be/JrMiSQAGOS4

[67] https://www.armscontrol.org/act/1997-06/arms-control-today/opposition-nato-expansion#:~:text=Dear%20Mr.,policy%20error%20of%20historic%20proportions.

[68] https://www.theguardian.com/world/2022/jun/07/no-regrets-over-handling-of-vladimir-putin-says-angela-merkel

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Putin ha suggerito con forza che una soluzione politica alla guerra per procura è ancora possibile, di ANDREW KORYBKO

Putin ha suggerito con forza che una soluzione politica alla guerra per procura è ancora possibile

ANDREW KORYBKO
20 GIU 2023

I suoi sostenitori nella comunità degli Alt-Media che si sono convinti che l’operazione speciale non si fermerà fino a quando le forze russe non raggiungeranno il confine polacco saranno sicuramente infuriati da questa valutazione, ma è basata sulle sue stesse parole, come dimostrato dal sito ufficiale del Cremlino.

Le tre ultime apparizioni di Putin

La scorsa settimana, in una serie di apparizioni, il Presidente Putin ha suggerito con forza che una soluzione politica alla guerra per procura tra NATO e Russia in Ucraina è ancora possibile. I suoi sostenitori nella comunità Alt-Media che si sono convinti che l’operazione speciale non si fermerà fino a quando le forze russe non raggiungeranno il confine polacco saranno sicuramente infuriati da questa valutazione, ma è basata sulle sue stesse parole, come dimostrato dal sito ufficiale del Cremlino. Ecco le tre apparizioni che verranno citate in questa analisi:

* 13 giugno: “Incontro con i corrispondenti di guerra” http://en.kremlin.ru/events/president/news/71391

* 16 giugno: “Sessione plenaria del Forum economico internazionale di San Pietroburgo”. http://en.kremlin.ru/events/president/news/71445

* 17 giugno: “Incontro con i capi delegazione degli Stati africani”. http://en.kremlin.ru/events/president/news/71451

Di seguito sono riportati gli estratti rilevanti di ciascuna apparizione, insieme a un riassunto di una sola frase del punto che ha trasmesso in ogni passaggio. Dopo averli esaminati tutti e tre, il prossimo sottocapitolo riassumerà il gioco finale previsto dal Presidente Putin per questa guerra per procura. Infine, l’ultima parte di questa analisi si concluderà con alcune riflessioni sulla fattibilità dei suoi piani, che sono probabilmente abbastanza ragionevoli se ci si prende il tempo di rifletterci con calma.

Incontro con i corrispondenti di guerra

* La Russia intende ancora raggiungere i suoi obiettivi originari nell’operazione speciale.

– Gli obiettivi e i compiti dell’operazione militare speciale stanno cambiando in base alla situazione attuale, ma naturalmente nel complesso non stiamo cambiando nulla. I nostri obiettivi sono fondamentali per noi”.

* La smilitarizzazione dell’Ucraina rimane sulla buona strada.

– L’industria della difesa ucraina cesserà presto di esistere. Cosa producono? Consegnano munizioni, consegnano attrezzature e armi – tutto viene consegnato. Non vivrete a lungo così, non durerete. Quindi, la questione della smilitarizzazione si pone in termini molto pratici”.

* La controffensiva di Kiev sta fallendo.

– Se consideriamo le perdite irrecuperabili, è chiaro che la parte che difende subisce meno perdite, ma questo rapporto di 1 a 10 è a nostro favore. Le nostre perdite sono un decimo di quelle delle forze ucraine. La situazione è ancora più grave per quanto riguarda gli armamenti… Secondo i miei calcoli, queste perdite si aggirano intorno al 25 o forse al 30% dell’equipaggiamento fornito dall’estero”.

* Gli attacchi contro il territorio russo prima del 2014 sono progettati per distogliere le forze dalla linea del fronte.

– “Per quanto riguarda le zone di confine, c’è un problema, ed è legato – e penso che anche voi lo capiate – principalmente al desiderio di dirottare le nostre forze e le nostre risorse da questa parte, di ritirare parte delle unità da quelle zone che sono considerate le più importanti e critiche dal punto di vista di una possibile offensiva da parte delle forze armate dell’Ucraina”.

* Si sta valutando la creazione di zone cuscinetto per proteggere il territorio russo prima del 2014.

– “Se la situazione continuerà, a quanto pare dovremo prendere in considerazione la questione – e lo dico con molta attenzione – per creare una sorta di zona cuscinetto sul territorio dell’Ucraina a una distanza tale da cui sarebbe impossibile raggiungere il nostro territorio. Ma questa è una questione a parte, non sto dicendo che inizieremo questo lavoro domani. Dobbiamo vedere come si sviluppa la situazione”.

* L’ormai defunto progetto di trattato con l’Ucraina ha aiutato la Russia a consolidare le sue conquiste orientali e meridionali.

– “Anche se l’hanno buttato via, abbiamo comunque usato questo tempo per arrivare dove siamo ora, cioè praticamente tutta la Novorossija e una parte significativa della Repubblica Popolare di Donetsk, con accesso al Mar d’Azov e a Mariupol. E quasi tutta la Repubblica Popolare di Lugansk, con alcune eccezioni”.

* La Russia potrebbe mobilitarsi se decidesse di muoversi di nuovo contro Kiev, ma oggi non ce n’è bisogno.

– “Dobbiamo tornare [a Kiev] o no? Perché faccio questa domanda retorica? È chiaro che non avete una risposta, solo io posso rispondere. Ma a seconda dei nostri obiettivi, dobbiamo decidere sulla mobilitazione, ma oggi non ce n’è bisogno”.

* Uno dei fattori fondamentali di questo conflitto è che l’Occidente sta inondando l’Ucraina di armi.

– “Sapete, questa è una questione fondamentale, assolutamente fondamentale. Quando diciamo – io l’ho detto e voi l’avete ripetuto – che l’Occidente sta inondando l’Ucraina di armi, questo è un fatto, nessuno lo nasconde, anzi, ne sono orgogliosi”.

* La produzione tecnico-militare della Russia è aumentata nell’ultimo anno.

– “Durante l’anno abbiamo aumentato la produzione delle nostre armi principali di 2,7 volte. Per quanto riguarda la produzione delle armi più richieste, l’abbiamo aumentata di dieci volte. Dieci volte!”.

* Non tutte le risposte della Russia al superamento delle sue “linee rosse” sono coperte dai media.

– “Non tutto può essere coperto dai media, anche se non c’è nulla di cui vergognarsi. Gli attacchi al sistema energetico dell’Ucraina non sono forse una risposta al superamento delle linee rosse? E la distruzione del quartier generale della principale direzione dell’intelligence delle forze armate ucraine fuori Kiev, quasi all’interno della città di Kiev, non è una risposta? Lo è”.

* Lo Stato ucraino esiste e deve essere trattato con rispetto, ma è inaccettabile minacciare la Russia.

– Se vogliono vivere nei nostri territori storici, devono influenzare la loro leadership politica in modo che stabilisca relazioni corrette con la Russia e che nessuno rappresenti una minaccia per noi da questi territori. Questo è il problema. Questo è il nocciolo della questione”.

* È discutibile che l’Occidente continuerà a fornire armi all’Ucraina a prescindere dalle sue perdite.

– “Questo è discutibile (detto in risposta all’affermazione di un corrispondente di guerra secondo cui “Chiaramente, indipendentemente dalle perdite subite dall’Ucraina, i Paesi occidentali continueranno a fornirle armi”)”.

* Non c’è alcuna garanzia che la Russia passi all’offensiva dopo il fallimento della controffensiva di Kiev.

– “Penso che, essendo consapevole – lo dico a ragion veduta – delle perdite catastrofiche, la leadership, qualunque essa sia ha la testa sulle spalle, dovrebbe pensare a cosa fare dopo. Aspetteremo di vedere com’è la situazione e prenderemo ulteriori provvedimenti sulla base di questa comprensione”.

* I proiettili all’uranio impoverito vengono spediti in Ucraina perché l’Occidente ha già esaurito tutti gli altri.

– “Semplicemente non hanno granate, ma hanno granate all’uranio impoverito nei magazzini. Sembra che abbiano deciso di usare questi proiettili per il momento. Hanno ripulito i magazzini”.

* I problemi economici dell’UE impediranno i suoi piani di produrre più armi per l’Ucraina.

– I problemi economici dell’UE si stanno aggravando… Quindi, non è così facile produrre tutto lì, e ancora più difficile è espandere la produzione e costruire nuovi impianti. Questo ci tornerà utile, perché la Russia ha una situazione particolare. Dobbiamo costruire i nostri armamenti; dovremo farlo, e accumuleremo riserve strategiche nei magazzini”.

* Il mission creep americano sta creando rischi molto seri per la Russia.

– “Gli Stati Uniti sono sempre più coinvolti in questo conflitto, quasi direttamente, provocando gravi crisi di sicurezza internazionale. Correggere i movimenti dei droni che attaccano le nostre navi da guerra è un rischio molto serio. È una cosa molto seria e loro devono sapere che noi ne siamo a conoscenza. Penseremo a cosa fare in futuro. In generale, le cose stanno così”.

* I colloqui di pace potrebbero riprendere e la bozza di trattato di Istanbul essere rilanciata se gli Stati Uniti tagliassero le forniture di armi a Kiev.

– “Non abbiamo mai rifiutato – come ho detto mille volte – di partecipare a qualsiasi colloquio che possa portare a un accordo di pace… In definitiva si tratta degli interessi degli Stati Uniti. Sappiamo che sono loro a detenere la chiave per risolvere i problemi. Se vogliono veramente porre fine al conflitto odierno attraverso i negoziati, devono prendere una sola decisione: smettere di fornire armi ed equipaggiamenti. Tutto qui. L’Ucraina non produce nulla. Domani vorranno tenere colloqui non formali, ma sostanziali, e non per affrontarci con ultimatum, ma per tornare a quanto concordato, ad esempio, a Istanbul”.

* Molti americani hanno paura che il loro Paese scateni la Terza Guerra Mondiale, perché sanno che non vincerà.

– “[Gli Stati Uniti] fingono di non averne [paura di inasprire all’infinito la situazione e di alzare la posta in gioco]. In realtà, ci sono molte persone che pensano con chiarezza e non sono disposte a condurre il mondo in una terza guerra mondiale in cui non ci saranno vincitori; nemmeno gli Stati Uniti ne usciranno vincitori”.

Sessione plenaria del Forum economico internazionale di San Pietroburgo

* Il Presidente Putin ha ripetuto le statistiche tecnico-militari della Russia della sua ultima apparizione.

– “La nostra industria della difesa sta guadagnando slancio ogni giorno. Nell’ultimo anno abbiamo aumentato la produzione militare di 2,7 volte. La nostra produzione delle armi più critiche è aumentata di dieci volte e continua ad aumentare”.

* Basare gli F-16 forniti dalla NATO all’Ucraina al di fuori del Paese rappresenterebbe un grave pericolo per la Russia.

– “Anche gli F-16 bruceranno (se saranno inviati in Ucraina), non c’è dubbio. Ma se si trovano in basi aeree fuori dall’Ucraina e vengono utilizzati nelle ostilità, dovremo pensare a come e dove colpire le risorse che vengono utilizzate contro di noi nelle ostilità. C’è il serio pericolo di un ulteriore coinvolgimento della NATO in questo conflitto armato”.

* La porta della diplomazia rimane aperta se l’Occidente decide di riprendere i colloqui con la Russia.

– “Non abbiamo mai chiuso [la porta alla diplomazia]. Sono stati loro a decidere di chiuderla, eppure continuano a sbirciarci attraverso la fessura”.

* Gli attacchi all’interno della Russia sono progettati per provocare una risposta schiacciante.

– “Sapendo che ci sono poche possibilità di successo (sul fronte), ci stanno provocando (con gli attacchi di Belgorod e del Cremlino) per ottenere una risposta dura, sperando di puntare il dito contro di noi e dire: ‘Guardateli; sono maligni e crudeli; nessuno dovrebbe avere a che fare con loro’. Vogliono dire questo a tutti i partner con cui stiamo lavorando. Quindi, no, non c’è bisogno di intraprendere queste azioni”.

* Tuttavia, una zona cuscinetto è ancora in programma, anche se la Russia non si lascerà distrarre dal fronte.

– Per quanto riguarda questi territori adiacenti, si tratta di un tentativo di distrarre la nostra attenzione dalle possibili aree chiave dell’offensiva principale che stanno considerando, un tentativo di costringerci a dislocare le unità che abbiamo accumulato in altre aree di combattimento, e così via… Ho già detto che se questi attacchi ai nostri territori adiacenti continueranno, prenderemo in considerazione la possibilità di creare una zona cuscinetto nel territorio ucraino. Dovrebbero sapere a cosa può portare. Usiamo armi di alta precisione a lungo raggio contro obiettivi militari e stiamo avendo successo in tutte queste aree”.

* La Russia non sta pensando a un attacco nucleare e userà queste armi solo per autodifesa.

– “Ho già detto che l’uso del deterrente finale è possibile solo in caso di minaccia allo Stato russo. In questo caso, useremo certamente tutte le forze e i mezzi a disposizione dello Stato russo. Su questo non ci sono dubbi”.

Incontro con i capi delegazione degli Stati africani

* La Russia continuerà a parlare con l’Ucraina nonostante la possibilità che si ritiri da altri accordi.

– La Russia non ha mai rifiutato alcun colloquio… La Turchia ha ospitato tutta una serie di colloqui tra la Russia e l’Ucraina per elaborare misure di fiducia, che lei ha appena menzionato, e redigere il testo del trattato… Ma dopo che abbiamo ritirato le nostre forze da Kiev, come avevamo promesso, le autorità di Kiev, proprio come fanno di solito i loro padroni, hanno gettato il tutto nella pattumiera della storia, diciamo in modo delicato, cercherò di evitare qualsiasi espressione scurrile. Lo hanno rifiutato. Dove sono le garanzie che non si ritireranno da altri accordi? Ma anche in queste circostanze, non abbiamo mai rifiutato di tenere colloqui”.

Il gioco finale previsto da Putin

Nei sottocapitoli precedenti sono stati evidenziati gli estratti più rilevanti delle ultime apparizioni del Presidente Putin sui media per quanto riguarda la sua prevista partita finale. Al momento, è chiaramente riluttante a inasprire il conflitto con un secondo round di mobilitazione, che potrebbe precedere una nuova marcia su Kiev. Per il momento, tuttavia, non è necessario, poiché la prima è già servita allo scopo militare di consolidare le conquiste della Russia a est e a sud, anche se quella politica di raggiungere un accordo di pace è fallita.

La smilitarizzazione dell’Ucraina rimane uno degli obiettivi più importanti del Presidente Putin, che ha dichiarato che sta procedendo come dimostrato dalla distruzione del suo complesso militare-industriale. Sebbene il nemico continui ad attaccare i confini della Russia prima del 2014, Putin ritiene che ciò sia finalizzato a distogliere le forze del suo Paese dal fronte, motivo per cui esita a ritagliare una zona cuscinetto in quel paese in questo momento, anche se ciò rimane nelle carte e potrebbe essere raggiunto solo con i missili invece che con l’invio di truppe.

La “gara logistica” / “guerra di logoramento” tra NATO e Russia, che il Segretario Generale Stoltenberg ha finalmente riconosciuto a metà febbraio, sta andando a favore di Mosca, come dimostra l’aumento della sua produzione militare-industriale tra 2,7 e 10 volte, a seconda del prodotto. L’Occidente è già a corto di forniture per l’Ucraina e per questo motivo sta ricorrendo all’invio di uranio impoverito, ha osservato il Presidente Putin, dal momento che non ha letteralmente più altre cartucce.

Egli ritiene che le suddette dinamiche strategico-militari potrebbero combinarsi con i problemi economici dell’UE, che si stanno aggravando, per rendere impossibile per la NATO sconfiggere la Russia nella “corsa della logistica”/”guerra di logoramento”. In tal caso, i colloqui di pace potrebbero riprendere al termine della controffensiva di Kiev sostenuta dalla NATO, durante la quale il progetto di trattato con l’Ucraina, ormai defunto, potrebbe essere rilanciato come base per facilitare una rapida risoluzione del conflitto.

Questo scenario è possibile solo se gli Stati Uniti interrompono la fornitura di armi all’Ucraina, cosa che il presidente della Commissione Affari Esteri della Camera, Michael McCaul, ha dichiarato essere possibile se la controffensiva fallisce, poiché il Congresso potrebbe non essere in grado di approvare un pacchetto di spesa supplementare per sostenere questi aiuti. Tuttavia, il mission creep degli Stati Uniti potrebbe portare a un incidente con la Russia in aria, in mare e/o per quanto riguarda la base degli F-16 promessi all’Ucraina in un Paese della NATO prima che ciò accada.

Questo potrebbe anche essere intenzionale se la sua élite liberal-globalista diventasse abbastanza disperata da inasprire il conflitto se pensasse che così facendo potrebbe costringere la Russia ad abbandonare le sue regioni appena unificate, aiutandola così a “salvare la faccia” davanti agli elettori se accettasse un accordo di pace. Se dovesse emergere uno stallo nucleare simile a quello del 1962 a seguito di una provocazione degli Stati Uniti, il Presidente Putin probabilmente lo considererebbe un bluff, ma userebbe comunque le armi nucleari solo per autodifesa, anziché per un primo attacco come suggerito da un autorevole esperto.

Ovviamente non vuole che si arrivi a quel punto, ma è prerogativa dell’America decidere se farlo o meno. La Russia è più che in grado di rimanere nella “gara logistica”/”guerra di logoramento” se gli Stati Uniti si rifiutano, per qualsiasi motivo, di tagliare le forniture di armi a Kiev dopo la fine della sua fallita controffensiva, ma è improbabile che quest’ultima possa contare ancora a lungo sull’UE, dal momento che ha già esaurito tutte le sue scorte. Questo fatto aumenta le possibilità di una significativa de-escalation, a meno che non intervengano i guerrafondai.

Pensieri conclusivi

Il Presidente Putin ritiene che le probabilità favoriscano almeno il congelamento della linea di contatto (LOC) attraverso un cessate il fuoco, se non addirittura la cessazione totale del conflitto, facendo rivivere la bozza di trattato con l’Ucraina, ormai defunta, dello scorso anno, anche se con modifiche che riflettano la nuova realtà di Kiev che ha perso altre quattro regioni. C’è anche la possibilità di trovare una soluzione diplomatico-giuridica creativa per fare della LOC il nuovo confine internazionale senza violare il divieto della Costituzione russa di cedere territori.

A parte le speculazioni sui dettagli diabolici di un trattato di pace, il punto è che queste discussioni potrebbero iniziare letteralmente il giorno dopo che gli Stati Uniti avranno tagliato le forniture di armi a Kiev, nel caso in cui questa dovesse tacitamente cedere la vittoria alla Russia nella “gara logistica”/”guerra di logoramento” dopo la fine della controffensiva. L’élite liberale-globalista al potere potrebbe invece intensificare l’escalation per disperazione, al fine di ottenere concessioni sensibili da parte della Russia per “salvare la faccia” di fronte agli elettori se accettano un accordo di pace, il che potrebbe portare a uno stallo.

In ogni caso, il Presidente Putin non ha attualmente in programma un’escalation del coinvolgimento della Russia nel conflitto, come dimostra la sua esclusione di un secondo round di mobilitazione, la sua riluttanza a ritagliare una zona cuscinetto e il suo rifiuto di rendere pubblica ogni risposta al superamento delle “linee rosse” del suo Paese. In questo momento, sta scommettendo che la fallita controffensiva di Kiev, i problemi economici dell’UE e le scorte esaurite della NATO si combineranno per far rivivere la bozza di trattato dell’anno scorso, ormai defunta, il che è in realtà abbastanza ragionevole.

https://korybko.substack.com/p/putin-strongly-suggested-that-a-political

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Il Falseflag nucleare sulla centrale di Zaporozhye si scalda + Aggiornamenti sui principali Wagner e altro ancora, di Simplicius The Thinker

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La situazione non può che essere considerata urgente, dal momento che l’Ucraina ha reso completamente chiare le proprie intenzioni. Se prima lo sospettavamo con grande sicurezza, ora è un dato di fatto. L’intenzione è quella di distruggere l’impianto ZNPP come ultimo tentativo di “attivare la NATO” dando la colpa alla Russia.

Una campagna completamente coordinata negli ultimi giorni lo ha confermato. Non solo il discorso inaugurale di Budanov, dopo essere riapparso dalla sua trepanazione cranica calibrata, è stato incentrato sulla presunta “estrazione del seminterrato della ZNPP” da parte della Russia, ma ora sono stati diffusi diversi nuovi casi di messaggi altamente coordinati dall’Ucraina e dai suoi controllori occidentali.

(Ripubblico il video di Budanov per averli tutti qui in un unico posto per una facile consultazione).

Infatti, dopo il video di qualche giorno fa, ha diffuso un nuovo messaggio di minaccia ancora più urgente:

“La quarta e la sesta unità di potenza della centrale nucleare di Zaporozhye sono state minate dalla Russia” – Kyrylo Budanov “La situazione non è mai stata così grave come ora. Il piano di attacco terroristico alla centrale nucleare di Zaporozhye è stato completamente sviluppato e approvato. Per accelerare la catastrofe, possono usare mezzi tecnici”, ha dichiarato Budanov.
Ora, Zelensky ha realizzato due video distinti in cui afferma chiaramente che la Russia sta preparando un massiccio attacco terroristico alla centrale ZNPP “proprio come hanno fatto con la diga di Kakhovka”. Prosegue avvertendo severamente il mondo intero e caricandolo della responsabilità di agire con la massima severità in risposta all’imminente attacco russo. In particolare, invoca la minaccia che le radiazioni possano attraversare i confini di altri Paesi della NATO per ottenere un effetto evidente.

E un giorno dopo, in modo coordinato, Lindsay Graham ha minacciato la Russia di una massiccia rappresaglia della NATO nel caso in cui la Russia utilizzasse qualsiasi tipo di aggravante “nucleare”:

He ha persino presentato una nuova risoluzione che cita specificamente la “distruzione di un impianto nucleare” e la “dispersione di contaminanti radioattivi” come un attacco alla NATO stessa:

Ovviamente, questo è abbastanza ironico e ipocrita, dato che gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno appena annunciato la fornitura di munizioni radioattive DU, che fanno esattamente ciò che Graham descrive qui, diffondendo contaminanti radioattivi.

Il resoconto ufficiale dell’ambasciata russa, che cita l’inviato russo negli Stati Uniti, ha risposto affermando che in caso di conflitto tra Russia e NATO, gli Stati Uniti non sarebbero in grado di “nascondersi dietro l’oceano”, riferendosi chiaramente agli attacchi nucleari:

La stampa occidentale si sta già occupando della narrazione:

Che dire, i leader dell’Occidente sono chiaramente psicopatici. Hanno già distrutto un importante gasdotto del Nordstream in un evidente attacco terroristico e ora ne stanno pianificando uno alla più grande centrale nucleare europea.

Il consigliere presidenziale ucraino Podolyak ha aggiunto al comunicato orchestrato una propria dichiarazione, condizionando lentamente la narrazione secondo cui la Russia sta perdendo la presa su Energodar e farà saltare l’impianto per “fermare la controffensiva ucraina”.

La sua dichiarazione è intrinseca alla chiara minaccia all’Europa, contribuendo alla teoria che questa manovra sia in realtà una parte del ricatto nucleare dell’Ucraina.

Tra l’altro, va detto che l’AIEA ha rilasciato una dichiarazione che smentisce le affermazioni di Budanov, per cui sarà interessante osservarla. Nonostante la corruzione dell’agenzia, forse non sono del tutto suicidi e psicopatici:

Ma lo ripropongo per dimostrare che la corrotta AIEA è già stata smascherata come braccio di sorveglianza dell’AFU:

Tuttavia, per iniziare a costruire l’onda della narrazione, il ministero della Salute ucraino ha persino pubblicato questi avvisi di sicurezza preparatori per i cittadini, affinché possano stare al sicuro durante un incidente nucleare da radiazioni:

La Russia ha persino arrestato dei sabotatori con addosso del Cesio-137:

L’FSB ha arrestato cinque persone che stavano cercando di contrabbandare all’estero 1 kg di Cesio-137 radioattivo per un valore di 3,5 milioni di dollari, destinato all’uso nella zona SMO per screditare la Russia. È stato aperto un caso sulla manipolazione illegale di sostanze radioattive e sui preparativi per il loro contrabbando./Izvestia Direi che prima o poi possiamo aspettarci una sorta di incidente nucleare in Ucraina.
Ma possono davvero farlo? Innanzitutto, un potenziale attacco alla centrale nucleare di Chernobyl evoca immagini di vaste zone di esclusione e migliaia di morti e avvelenati. Ma ci sono grandi differenze.

In primo luogo, Chernobyl è esploso con una forza senza precedenti dopo che il suo contenitore a pressione ha raggiunto pressioni immense a causa di una concatenazione di eventi altamente improbabili. L’esplosione fu così potente da far discutere ancora oggi gli esperti se il reattore fosse effettivamente diventato “critico”, ovvero se si fosse verificata una fissione, creando così una mini-esplosione nucleare nel reattore.

Il punto è che una simile esplosione è difficilmente possibile nella ZNPP. Per prima cosa: la centrale, a quanto mi risulta, è in una forma di arresto a freddo. Ciò significa che le barre sono state ritirate e il pericolo di una catastrofe di massa di questo tipo è molto basso. Non è possibile ricreare la potenza dell’esplosione di Chernobyl con mezzi artificiali. Non so quante tonnellate di tritolo si dovrebbero mettere lì, ma sarebbero molte… e dove le mettereste? Sotto il contenitore stesso? Molte prospettive non hanno molto senso.

Gran parte del disastro e della conseguente contaminazione dell’incidente di Chernobyl è stata dovuta alla potenza dell’esplosione e alla distanza con cui ha spedito tutti i pezzi radioattivi del nucleo. Sono stati trovati pezzi di uranio a decine di chilometri o più, e la polvere radioattiva, ecc. si è sparsa ovunque. Questo sarebbe estremamente difficile da ottenere alla ZNPP, soprattutto con un attacco “ordinario”. Anche un grave attacco con missili da crociera sul reattore stesso, ad esempio, non avrebbe ottenuto nulla di neanche lontanamente simile all’incidente di Chernobyl, e di fatto avrebbe creato solo un disastro “localizzato”.

Detto questo, non dobbiamo ignorare il fatto che non importa quanto sia grave il disastro, l’Occidente “fabbrica” la scala che gli conviene. Quindi, anche se dovesse verificarsi un’esplosione minore, con un rilascio di radiazioni di lieve entità, l’Occidente e le sue agenzie corrotte produrranno qualsiasi “dato” falso sia necessario per spingere l’agenda che, per esempio, “massicci pennacchi di radiazioni sono andati in Polonia/Europa/NATO”, ecc.

Quindi, un’idea per la falsa bandiera è che non è necessario creare la catastrofe in sé, ma piuttosto la sua apparenza.

Poi, come potrebbe fare l’Ucraina? Quale piano o trama precisa potrebbero architettare per la falsa bandiera? Beh, credo che Budanov stesso abbia già fornito la merce su questo punto nel suo discorso di “ritorno”. Dopo aver affermato che la Russia ha minato lo ZNPP, ha specificamente lasciato intendere che la Russia potrebbe farlo esplodere durante la ritirata “proprio come hanno fatto a Kakhovka l’anno scorso”, riferendosi alla distruzione della carreggiata (di cui non sappiamo ancora chi sia il vero responsabile) della diga lo scorso novembre.

Quindi, una possibile prospettiva è che, mentre le forze ucraine effettuano un attacco per impadronirsi dell’impianto, quest’ultimo possa in qualche modo essere fatto saltare in aria attraverso dei colpi che verrebbero imputati alle forze russe che lo hanno minato e sabotato, in modo che non cada nelle mani degli ucraini.

Questa è un’eventualità di falsa bandiera che funziona anche se l’Ucraina non cattura necessariamente l’impianto in sé: solo lo spettro della sua cattura può facilitare questa operazione. Tuttavia, è più difficile da realizzare perché come farebbero a farla esplodere se non ne hanno ancora il pieno controllo? Possono tentare di colpirla, ma è molto rischioso, perché qualsiasi tipo di attacco missilistico/bomba/drone può essere tracciato e filmato con l’individuazione del vero colpevole. È più sicuro farlo saltare in aria prendendone il controllo e poi minarlo dall’interno.

Questo mi porta all’unica altra possibilità. Se dovessero impadronirsene, potrebbero dichiarare che la Russia ha attaccato le loro posizioni per dispetto, o che ha semplicemente fatto esplodere gli esplosivi preposizionati dalle forze russe prima di ritirarsi dall’impianto, ecc. Questo è più fattibile perché permette all’Ucraina di farlo esplodere dall’interno senza che sia possibile fornire alcun tipo di prova per incolparli del crimine come nell’esempio precedente.

La verità è che probabilmente hanno contingenze per entrambi i casi, perché si accontenteranno di quello che riescono a ottenere. La cattura sarebbe forse preferibile, ma se le loro forze vengono respinte in un tentativo di massa di cattura, possono molto probabilmente attivare anche il piano B, che consiste nel colpire i reattori e sostenere che le loro eroiche forze avevano già espulso i russi dalla centrale e che i russi l’hanno fatta saltare mentre si ritiravano.

La cosa che dovete capire è che gli MSM occidentali faranno da intermediari e copriranno qualsiasi sia il “piano”. E quando c’è una battaglia in corso, la “nebbia di guerra” crea uno scenario in cui è impossibile stabilire i dettagli esatti, in particolare quando l’intero organo di propaganda occidentale sta pompando informazioni false. Quindi, tutto questo per dire che tutto quello che devono fare è lanciare un attacco per generare alcuni video delle forze ucraine da qualche parte vicino all’impianto.

Le forze russe potrebbero benissimo respingerle, ma la semplice apparizione dell’AFU da qualche parte vicino alla centrale e che combatte sarà presentata dai media occidentali come “eroiche forze ucraine che riconquistano gloriosamente la ZNPP mentre i russi fuggono e si ritirano!”. Le forze russe potrebbero benissimo respingere completamente l’attacco e non fare un passo indietro. Ma finché ci sarà un’apparenza di combattimento vicino alla centrale, il MSM convincerà facilmente il pubblico occidentale che i russi sono già “fuggiti” dalla centrale e l’Ucraina l’ha di fatto “presa”, e poi far saltare la centrale con un attacco può essere facilmente venduto come “le forze russe hanno sabotato e fatto saltare la centrale mentre si ritiravano”.

Sarebbe molto facile farlo, perché lo vediamo fare quotidianamente in una serie di battaglie in tutta l’Ucraina. Anche nella recente offensiva ci sono state battaglie in cui l’AFU è stata completamente demolita, eppure alcuni video di combattimento selezionati a mano che li mostrano in una luce favorevole vengono venduti al pubblico occidentale su tutti i principali titoli del MSM come una grande vittoria ucraina, con centinaia di truppe russe in fuga, uccise, ecc. ecc. Una completa distorsione della realtà, che non c’è modo di fermare.

Per esempio, basta prendere due casi di studio per capire il mio punto di vista: Mariupol e Bakhmut. Quando è avvenuta la resa di Azovstal, è stata venduta al pubblico occidentale come una sorta di “grande vittoria per i difensori di Azovstal”. Tutti i titoli dei giornali la presentavano come un accordo a favore dell’Ucraina, in cui le forze di Azov venivano semplicemente “riorientate” verso un’altra direzione e non effettivamente catturate. È stato estremamente bizzarro vederlo accadere, ma il pubblico occidentale se l’è bevuta tutta.

A Bakhmut, vediamo ancora oggi che gran parte dei sostenitori ucraini non sanno nemmeno che la città è caduta. I media vendono una narrazione secondo cui l’AFU è in realtà ancora trincerata da qualche parte nella parte sud-occidentale della città e sta avanzando ogni giorno di più al suo interno. Questo è verificato dal fatto che persino su wikipedia, la pagina “Battaglia di Bakhmut” mostra la battaglia come ancora “in corso” e si rifiuta di indicarla come una vittoria russa.

Possono facilmente ingannare i creduloni occidentali allo stesso modo quando si tratta dello ZNPP. In effetti, è così facile perché queste persone hanno già formulato i loro giudizi. Basta dare un’occhiata ai social media per rendersi conto che, senza che sia ancora successo, si sono già convinti da soli e tra di loro che è stata la Russia a distruggere lo ZNPP, anche se non è ancora successo. Quindi, indipendentemente dalle prove che verranno fornite, non si allontaneranno mai dalla loro convinzione iniziale.

L’unico modo in cui la Russia può contrastare questo fenomeno è installare molti sensori e telecamere presso la ZNPP, in modo che, se e quando respingeranno un potenziale attacco dell’AFU e Zelensky deciderà di colpire l’impianto, il vettore d’attacco scelto potrà essere registrato in qualche modo, in modo da presentare una prova inconfutabile della sua provenienza dall’Ucraina.

Naturalmente, questo sarà ancora venduto come “false bugie russe” all’Occidente, ma almeno la Russia avrà coperto le sue basi con i suoi alleati, e avrà prove credibili per sapere chi è il vero colpevole, in modo da avere le spalle coperte dalla Russia nel caso in cui le cose degenerino in un vero scenario di terza guerra mondiale.

Ricordiamo che in passato alcuni ucraini di spicco hanno apertamente sostenuto la necessità di colpire gli impianti nucleari. Per esempio, ecco il leader politico ucraino di estrema destra Dmitro Korchynsky che sostiene proprio questo:

Dice che l’unico modo per fermare la Russia è colpire le centrali nucleari, anche se questo crea molte vittime collaterali, ne vale comunque la pena.

Va anche detto che recentemente il direttore dell’SVR russo ha dichiarato quanto segue:

Sono apparse informazioni secondo cui Kiev potrebbe continuare a lavorare alla creazione di una “bomba nucleare sporca” – direttore del Servizio di intelligence estera della Federazione Russa.
E ancora Arestovich, in un’intervista rilasciata giorni fa, ha dichiarato che l’Ucraina può dotarsi di armi nucleari “molto rapidamente” in caso di necessità.

Inoltre, nuovi video dal fondo del bacino sembrano mostrare che il letto del lago si sta prosciugando forse molto più velocemente di quanto molti si aspettassero. È difficile stabilire l’esatta consistenza del suolo, ma giudicate voi stessi:

Ma per quanto riguarda lo ZNPP: l’unica domanda che rimane è quando lo faranno? Sono abbastanza disperati da mettere già in atto un piano del genere, oppure si tratta di un avvertimento, e lo stanno conservando per molto tempo dopo, quando le cose si faranno davvero difficili per l’AFU?

In parte può essere interpretato anche come una minaccia contro la NATO/UE, perché è il modo in cui Zelensky e l’SBU usano il ricatto nucleare per chiedere maggiore assistenza. In breve, dicendo: “Se non ci aiutate a vincere, non avremo altra scelta che far saltare l’impianto e costringervi alla terza guerra mondiale contro la Russia”.

È difficile conoscere la risposta, ma una cosa certa è che la situazione sta diventando critica per l’AFU in termini di estensione eccessiva dei fronti. Hanno subito gravi perdite nella direzione meridionale, e ora si trovano inaspettatamente allungati nella regione settentrionale di Kharkov, per la quale, secondo quanto riferito, stanno inviando grandi quantità di rinforzi frammentari.

Per sottolineare questo aspetto, un paio di giorni fa è arrivata la notizia che l’Ucraina sta chiedendo una mobilitazione di massa in tutto il Paese. Alcuni hanno scambiato questa notizia per una mobilitazione solo nella regione di Ivano-Frankovsk, dato che è stato diffuso un documento di quella regione. Ma in realtà, il link qui sopra conferma che si tratta di ogni regione, solo che ognuna rilascia i propri documenti separati. La nuova mobilitazione sembra dare 10 giorni di tempo a tutti i maschi di età superiore ai 18 anni per presentarsi all’ufficio di reclutamento più vicino.

Questo fa seguito a un nuovo servizio della televisione ucraina, secondo cui solo nella regione di Chernigov si stanno cercando oltre 20.000 persone che si sottraggono alla leva. Si tratta di una cifra gargantuesca per una piccola regione:

Ci sono ora due rapporti separati che affermano che si intende mobilitare da 90 a 300-500 mila nuove truppe:

I centri di reclutamento in Ucraina hanno ricevuto istruzioni di mobilitare fino a 90.000 persone per condurre un addestramento accelerato nell’ambito dei programmi della NATO e inviarle al fronte. Il motivo sono le enormi perdite subite durante la controffensiva. La mobilitazione di massa a Ivano-Frankivsk e Kiev è collegata a questo. Secondo fonti turche, le Forze Armate ucraine stanno pianificando urgentemente di reclutare tra 300.000 e 500.000 persone come parte di un nuovo sforzo di mobilitazione. Ciò avviene dopo le significative perdite subite a Bakhmut e Zaporizhia, dove sia le forze d’élite della NATO che le reclute non addestrate hanno subito una battuta d’arresto. Queste perdite devono essere affrontate rapidamente. L’Ucraina contava 44 milioni di abitanti, ma da allora 17 milioni hanno lasciato il Paese. Con circa 1 milione di perdite e oltre 2 milioni di feriti, disertori e criminali in fuga, il bacino per la mobilitazione si sta riducendo. Inoltre, una parte della popolazione ucraina risiede ora in Russia. Di conseguenza, la capacità dell’Ucraina di mobilitarsi ulteriormente è quasi esaurita.
Ci sono due problemi:

In primo luogo, non credo che l’Ucraina sia in grado di mobilitare anche solo una minima parte di questi numeri. In secondo luogo, qualunque numero mobiliti sarà chiaramente sottoposto a un programma di addestramento molto accelerato, per le ragioni di cui parlerò in seguito, e si tratterà fondamentalmente di carne da cannone del più basso livello possibile e della minima utilità in prima linea.

Vorrei anche ricordare che di recente alcuni hanno sostenuto l’idea che l’Ucraina non può esaurire la propria forza lavoro perché nei Paesi della NATO viene addestrato un flusso costante di truppe per sostituire quelle che si perdono sul fronte. Ho già detto che queste truppe ammontano solo a 2-3k al mese o meno, ma l’Ucraina sta perdendo più di 5-10k al mese, quindi è ancora in forte deficit. Ma ora c’è stata una nuova conferma: l’UE ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma di voler addestrare un totale di 30.000 nuove truppe UA per tutto il 2023:

Questo suo valore è ancora più basso della mia stima, poiché ammonta a 2.500 uomini al mese addestrati. Ricordiamo che perdere anche solo 100 uomini al giorno significa perderne 3.000 al mese. L’Ucraina sta perdendo circa 250-700 uomini al giorno, soprattutto nei periodi di maggiore intensità dei combattimenti.

In effetti, gli ultimi dati russi parlano di 10-13 mila vittime per l’AFU dall’inizio dell’offensiva, il 4 giugno. Quindi: i miseri 30k all’anno addestrati sono una goccia nel mare e non bastano a compensare le perdite. Per coloro che non credono che l’Ucraina stia subendo così tante perdite, si noti che un governatore regionale ucraino ha aggiunto scooter elettrici ai suoi cimiteri perché sono diventati così grandi che le persone non possono più camminare da un capo all’altro del cimitero:

 

Per non parlare del fatto che, come si è visto sopra, è stato riferito che l’Ucraina sta scavando vecchie tombe della Prima Guerra Mondiale per fare spazio a nuove tombe, perché sta letteralmente esaurendo lo spazio.I numeri delle truppe
Questo porta al mio prossimo punto. Anche la Russia ha fatto nuovi annunci sulla sua “mobilitazione segreta” in corso. Shoigu ha chiarito ulteriormente alcuni numeri, affermando quanto segue:

Un esercito di riserva sarà formato entro la fine di giugno, e nel prossimo futuro – un corpo, riceveranno più di 3,7 mila pezzi di equipaggiamento – Shoigu Le tesi principali della relazione di Shoigu: Non c’è bisogno di nuovi volontari per il NWO; In media, 1336 persone firmano un contratto al giorno in Russia, cioè ogni giorno “prendiamo un volontario”. La fornitura di armi a Kiev non influenzerà significativamente il corso dell’operazione speciale; Le forze armate ucraine hanno subito perdite significative, hanno ridotto la loro attività, ma avevano ancora forze per l’offensiva: L’esercito russo ha distrutto più di 13 mila soldati delle Forze armate ucraine; sono stati distrutti anche 246 carri armati, di cui 13 occidentali, 595 veicoli blindati, 443 veicoli da combattimento corazzati.
La prima considerazione è che il Ministro della Difesa russo sembra molto fiducioso. Dice che non c’è nemmeno bisogno di altri volontari. Ricordiamo che l’ultima volta aveva detto che si iscrivevano al servizio 10.000 persone al mese, che erano salite a 15.000, facendomi estrapolare che la cifra sarebbe continuata a salire sempre di più. Ora ne abbiamo la conferma: Shoigu ha dichiarato che la Russia sta registrando una media di 1.336 adesioni al giorno. “Un intero nuovo reggimento aggiunto ogni giorno”.

Si noti che si tratta di oltre 40.000 al mese. Sei mesi di questo passo significherebbero 240.000 nuove persone entro la fine di quest’anno. Tuttavia, questo mi porta a un’altra cosa.

Alcuni rapporti fa, ho fornito una ripartizione di ciò che ritenevo fossero i numeri dell’AFU rispetto a quelli della Russia, con alcuni che hanno sottolineato che avevo commesso un errore nel comprendere i numeri originali di Shoigu, e che in pratica avevo aggiunto alla Russia più di 150k truppe che non esistevano. In generale, ho voluto rifare il calcolo ancora una volta perché sono un perfezionista e cerco sempre l’accuratezza, e credo che il mio ultimo calcolo abbia sofferto di alcune possibili sviste. Il nuovo calcolo potrebbe gettare una luce importante su alcuni grandi interrogativi riguardanti la SMO, come ad esempio il motivo per cui la Russia sembra essere inattiva e giocare in difesa.

Per quanto riguarda l’AFU, vorrei ripetere che secondo le fughe di notizie del Pentagono si trattava di circa 60 brigate totali. I dati hanno dimostrato che la maggior parte delle loro brigate sono sotto organico, quindi, considerando una media di 3-4k come base, possiamo ottenere una cifra di circa 180-240k uomini. Tuttavia, questo dato risale all’inizio dell’anno, prima della maggior parte del brutale massacro di Bakhmut e delle recenti perdite offensive. In quel periodo avrebbero potuto perdere altri 40-60 mila uomini. Quindi, anche se si prende il denominatore di brigata più alto di 4000 uomini = 240k, attualmente il totale dell’AFU sarebbe ben al di sotto di 200k.

La mia stima personale per l’AFU è di circa 150-220k uomini rimanenti. Questo è uno dei motivi principali per cui stanno lanciando una mobilitazione ancora più disperata. Inoltre, si tenga presente che, secondo quanto trapelato, 27 di queste 60 brigate erano elencate come truppe territoriali, che sono fondamentalmente guardie di frontiera glorificate. Quindi, anche sui restanti ~150-220k, il numero effettivo di uomini capaci di combattere e adatti alle brigate d’assalto e di manovra è probabilmente inferiore a 100k. Ciò è dimostrato dalle “brigate speciali” create per la grande offensiva, che si dice abbiano un totale di soli 40-60k uomini. La maggior parte di questi sono la crema del raccolto e l’Ucraina probabilmente non ha molta “crema” rimasta oltre a questa.

Passiamo ora alla Russia, dove ho voluto apportare le maggiori correzioni. Avevo ipotizzato che la Russia potesse ipoteticamente avere fino a 700-800k uomini. Ma c’erano alcuni difetti critici nel mio ragionamento, oltre ai 150k magicamente aggiunti che in realtà non esistono.

In primo luogo, per quanto riguarda le perdite, l’intero schieramento alleato russo ha probabilmente 35-50k KIA, ma ovviamente altri 50-75k feriti, una parte dei quali non può tornare a combattere. Ciò significa che gli alleati potrebbero teoricamente avere, diciamo, circa 75k “perdite” totali, cioè persone che dovrebbero essere sottratte dal conteggio totale. Potrebbe anche essere più basso, ma usiamo questo numero solo per amor di discussione.

Come chiunque abbia letto il mio post iniziale sa, sono stato il principale sostenitore dell’idea che la Russia abbia utilizzato meno di 100.000 truppe nella parte iniziale della guerra, contrariamente ai numeri gonfiati dell’Occidente. Ciò significa che le forze alleate totali prima della mobilitazione dell’anno scorso erano solo nell’ordine di 130-150k. Quindi sottraiamo a questo numero le 75 mila vittime precedenti. Otteniamo circa 55-75k rimanenti. Ora aggiungiamo i 300k della mobilitazione e siamo a 355-375k.

Questo non tiene conto delle truppe che hanno semplicemente lasciato il servizio, cosa che avevo già spiegato in una certa misura potrebbe non essere possibile dopo l’anno scorso, dato che il Ministero della Difesa ha messo una moratoria sulle estensioni dei contratti, ma per amor di discussione, diciamo che 20-30k se ne sono andati in qualche modo. Ci troviamo in una fascia di 325-350 mila, più o meno.

Shoigu ha annunciato un totale di oltre 155.000 nuovi arruolamenti e volontari a partire da quest’anno. Questo ci porta a un totale di oltre 480-500 mila persone. Ma ecco la prima grande novità: è stato annunciato che la Russia sta creando:

un esercito completamente nuovo
un nuovo corpo
cinque nuovi reggimenti da aggiungere agli eserciti esistenti
Oggi, in occasione di un incontro del Presidente con i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, è stata sollevata un’importante questione sulla formazione attiva di riserve nelle Forze Armate, sia in termini di equipaggiamento che di personale. Secondo il Ministro della Difesa Sergei Shoigu, 114.000 persone e 52.000 volontari sono stati reclutati con un contratto diretto. Inoltre, le riserve si stanno formando come parte del corpo d’armata, dell’esercito, di cinque reggimenti della 1a e della 20a armata di carri armati. “Infatti, entro la fine di giugno, completeremo la formazione di un esercito di riserva e nel prossimo futuro completeremo la formazione di un corpo d’armata. Anche cinque reggimenti sono stati formati per oltre il 60%. In questo caso, parlo di personale ed equipaggiamento”, ha sottolineato il capo del dipartimento militare. Questi dati ispirano fiducia nella capacità di resistenza della nostra difesa nella zona NVO, soprattutto a fronte delle perdite su larga scala delle Forze Armate dell’Ucraina”. Inoltre, nel discorso del ministro è apparsa la seguente frase: “Sono in corso i preparativi per ulteriori azioni offensive… anche da parte nostra”. Abbiamo ripetuto più volte che la vittoria si ottiene solo con un’offensiva. Speriamo che, dopo aver stremato il nemico in difesa, l’esercito russo proceda a condurre operazioni offensive su larga scala – per liberare i territori ancora occupati della Federazione Russa e in profondità in Ucraina.

Un’armata può essere composta da 2-3 corpi d’armata di ~90k truppe e da un corpo d’armata di 45k. Cinque reggimenti sarebbero circa 5k+, quindi questi combinati fanno circa 150k, che è esattamente il nuovo numero che Shoigu ha appena reclutato quest’anno. Non c’è alcuna dichiarazione o indicazione precisa che i nuovi reclutati saranno utilizzati per questo scopo, ma i numeri si sommano e sembrano indicare questo.

Il punto è che Shoigu ha dichiarato che queste nuove formazioni sono riserve. Ciò significa che non sono destinate alle SMO, ma semplicemente a fortificare e rinforzare i due distretti militari recentemente pianificati della regione di Mosca e Leningrado. Inoltre, possono essere utilizzate per la rotazione delle unità dell’OMU, ma non in concomitanza con le unità dell’OMU.

Quindi cosa ci dice questo? Se gli oltre 150k reclutati di recente non sono per l’SMO, significa che ci rimane solo il precedente totale di circa 350k come numero totale di truppe SMO della Russia. E anche se questo numero potrebbe essere più alto, potrebbe anche essere più basso se mi sbaglio su cose come il numero di truppe russe rimaste dopo la scadenza del contratto o anche le perdite totali.

E sebbene ~350k sia chiaramente più alto dei ~200-250k circa dell’Ucraina, non è di diversi ordini di grandezza superiore. Inoltre, con una rotazione costante, questo dato diventa più o meno 250k sul campo in qualsiasi momento. Il che significa che il numero effettivo di truppe russe in teatro potrebbe essere all’incirca pari a quello dell’AFU. Questo spiega chiaramente perché la Russia non si stia ancora preparando per attacchi massicci e travolgenti di grandi frecce. Inoltre, i 150k appena mobilitati potrebbero essere divisi: una parte andrebbe alla nuova armata/corpo d’armata, mentre il resto andrebbe direttamente alla SMO.

E permettetemi di affermare ancora una volta per la cronaca che le fughe di notizie del Pentagono riportano un totale di 544 battaglioni russi, il che, se usiamo 800 uomini come forza dei battaglioni, ci dà esattamente 435.000 uomini. Tuttavia, utilizzare una forza media dei battaglioni del 100% non è realistico, poiché anche molte unità russe sono sotto organico, proprio come quelle ucraine.

Infatti, pochi giorni fa, l’AFU ha affermato di aver recuperato una serie di documenti bruciati di una compagnia di fucilieri a motore della 136esima brigata russa nelle battaglie di Zaporozhye, che sembrano mostrare che la compagnia è composta da soli 64 uomini. Se i documenti sono veri, ci danno semplicemente un’idea del fatto che anche le unità russe sono talvolta al 60-70% della forza.

Quindi, utilizzando un ipotetico modificatore del 70% per i battaglioni da 800 uomini, otteniamo 560 x 544 (dalle fughe di notizie del Pentagono) = 304k, che non è troppo lontano dalla mia stima di ~350k. Diciamo che molti battaglioni russi sono più vicini all’80-90% del personale: il punto è che è facile arrivare al numero di circa 350-380k usando ipotesi più realistiche sulla forza delle unità.

Ma ecco un ultimo punto importante, che è la ragione del mio ricalcolo: se la Russia ha già raccolto gli oltre 150k necessari per la nuova armata + corpo d’armata di Shoigu, ciò sembrerebbe significare che ogni nuovo reclutamento da questo momento in poi sarebbe “extra” che può essere utilizzato per la SMO. Non c’è una conferma diretta di questo, poiché sembra che ci sia stata una strana dichiarazione di Shoigu, vista sopra, che diceva “non sono necessari altri volontari”. Non è possibile sapere se si riferisca ai volontari piuttosto che agli arruolamenti, in quanto possono avere significati/connotazioni diverse (arruolamento significa un contratto diretto con le forze armate russe / MOD, mentre il volontario va alle unità di volontariato senza contratto, ha benefici diversi, ecc) O se intenda dire che la Russia fermerà tutti i reclutamenti da questo momento in poi. Questo ovviamente avrebbe poco senso, ma sto semplicemente ammettendo che non lo sappiamo.

Tuttavia, se continuano a reclutare allo stesso ritmo indicato in precedenza, cioè ~1.300 al giorno, e se Shoigu ha già ottenuto la sua dotazione per il nuovo esercito/corpo, ciò significa che la Russia può ottenere 40k nuovi uomini al mese per l’attuale SMO e, come ho sottolineato in precedenza, può portare un ipotetico enorme totale di 240k uomini solo entro la fine di quest’anno.

L’importanza di questo punto è di dare un’idea dei piani a lungo termine della Russia e del motivo per cui potrebbe scegliere di essere passiva per ora. Con una situazione di sostanziale parità, per il momento, potrebbero benissimo scegliere di continuare a distruggere l’AFU. Ma immaginiamo, ad esempio, che si costruiscano e reclutino fino all’estate prossima: al ritmo attuale sarebbero 240k in più. Entro la prossima estate potrebbero avere l’enorme esercito di ~350k + 240k + 240k = 800k – 1M di uomini che avevo inizialmente immaginato, che avrebbe completamente sopraffatto l’AFU.

Per ora, però, questo rimane ipotetico e dovremo aspettare di vedere i futuri aggiornamenti e se la Russia continuerà a reclutare allo stesso ritmo. Ma speriamo che per il momento questi nuovi numeri chiariscano la mia posizione sulle attuali disposizioni delle truppe.

Inoltre, dal rapporto citato sopra, si noti quest’ultima parte:

Inoltre, nel discorso del ministro è apparsa la seguente frase: “Sono in corso i preparativi per ulteriori azioni offensive … anche da parte nostra”.
Si dice che si stiano preparando anche controffensive russe:

La Russia si sta preparando per un’operazione offensiva globale lungo l’intera linea del fronte, ha dichiarato il comandante militare Marat Khairullin. Secondo Khairullin, la grande offensiva dovrebbe concludersi con la liberazione di Kharkov. “Credo che si stia preparando una seria operazione offensiva… Qui, nel terzo scaglione in questa direzione, si trova la 5ª Divisione carri armati delle Guardie. Ed è armata, tra l’altro, con carri armati T-90, nuovi, “Breakthrough”.Per farvi capire, i carri armati hanno una loro specializzazione. Il T-90, il più recente, è il nostro carro armato ed è stato premiato con il marchio “Breakthrough”. Ha un’altissima sopravvivenza, un rateo di fuoco: è esattamente il carro armato per l’offensiva. E sto parlando di una sola unità, che si nasconde nella zona vicina, e in realtà ce ne sono molte. Questo la dice lunga”, ha detto il comandante militare, “cioè, stiamo aspettando, stiamo aspettando, come una tigre in agguato tra i cespugli, aspettando pazientemente che la vittima venga coinvolta… Uno dei punti più promettenti per la nostra offensiva è Kupyansk, l’uscita per Kharkov. Finora sono stati fatti progressi in questa direzione… La conquista di Kharkov significherà molto probabilmente la fine dell’intera guerra”, ha dichiarato Khairullin.
Voci come quelle sopra riportate stanno ovviamente alimentando la frenesia delle speculazioni secondo cui lo spettacolo di Wagner di ieri era in realtà una campagna di riorientamento:

Non che io ci creda. La teoria più probabile è che Lukashenko possa ora utilizzare i collaudati servizi di Wagner per proteggersi dall’annunciato tentativo di colpo di stato polacco-lituano che si dice sia imminente. Anche se, naturalmente, dovrebbe fare attenzione che non sia Wagner a finire per fare un colpo di stato al suo posto.

Soprattutto alla luce dei numeri riportati sopra, non vedo alcun tentativo di colpo di stato a Kiev nel prossimo futuro. Kharkov, invece, sembra una forte possibilità.

È interessante notare che il presidente lituano ha rilasciato queste parole:

“Nel caso in cui Yevgeny Prigozhin e la PMC di Wagner dovessero apparire sul territorio della Repubblica di Bielorussia, dovranno rafforzare l’intero fianco orientale della NATO – Presidente lituano Nausėda”.
È quindi molto probabile che la presenza di Wagner fornisca loro un falso pretesto per lanciare i loro attesi tentativi di colpo di Stato. Questo fa seguito ad altre notizie su questa linea:

Il Reggimento Kalinouski dell’opposizione bielorussa ha annunciato che si sta preparando per operazioni attive contro Lukashenko sullo sfondo della ribellione in Russia, aggiungendo che le sue unità stanno aspettando il via libera.
Così come:

Il KGB bielorusso è a conoscenza di agenti dei servizi segreti occidentali che stanno preparando militanti per prendere il potere. Tali attività vengono svolte in Polonia, Ucraina e nei Paesi baltici, ma il dipartimento ha la capacità di “eliminare questa minaccia in modo tempestivo”, ha dichiarato Konstantin Bychek, vice capo del Dipartimento investigativo del Comitato di sicurezza dello Stato bielorusso.
A proposito di Wagner, si dice che l’assedio di ieri abbia utilizzato solo 8.000 degli oltre 25.000 uomini di Wagner. Ecco altri nuovi interessanti dettagli:

Dei 32.000 uomini della PMC “Wagner”, solo 8.000 hanno partecipato alla “ribellione”. È stato detto loro che stavano difendendo Belgorod con lo scopo di “proteggere le zone di confine”, da lì Prigozhin e i suoi uomini disinformati hanno marciato su Voronezh. Il convoglio si è spinto fino all’Oblast’ di Tula. Gli uomini della PMC “Wagner” sono stati ingannati. I dipendenti della PMC “Wagner” hanno già iniziato a firmare contratti con il Ministero della Difesa, in base ai quali lavoreranno in modo simile a come facevano prima. I comandanti della PMC “Wagner” non si sono schierati con il loro finanziatore, Prigozhin. In totale, 33.000 persone dovrebbero firmare contratti con il Ministero della Difesa. I dipendenti con cui ho parlato confermano queste informazioni Mash sostiene che diverse decine di combattenti delle truppe della PMC “Wagner” si sono arresi alla polizia durante il ritiro da Rostov-sul-Don e da altre regioni. Secondo quanto riferito, “non volevano tornare al loro paese e hanno consegnato le armi”.
Il motivo per cui quanto sopra è importante è che ieri molti hanno giustamente sollevato il fatto che la Wagner è fondamentalmente una creazione della GRU. Tutti gli alti comandanti sono ex-GRU, come Anton Yelizarov, nome in codice “Lotus”, di cui ho già scritto in precedenza, e anche Dmitry Utkin. Quindi ci si è chiesti come sia possibile che si ribellino alla Russia, a meno che non si tratti di una rivolta interna al GRU contro il Cremlino. Tuttavia, quanto sopra sembra confermare che i comandanti di alto livello, probabilmente quelli del GRU, non hanno partecipato.

Utkin ovviamente sì, ma sembra essere l’eccezione ed è sempre stato il braccio destro personale di Prigozhin. In effetti, alcuni ritengono che Utkin sia il vero fondatore di Wagner e che Prigozhin fosse solo un suo socio o un co-affarista. Non sorprende che alcuni alti dirigenti russi non sembrino incolpare gli altri comandanti o la GRU, ma piuttosto Prigozhin e Utkin da soli come co-cospiratori. Per esempio, ecco il deputato della Duma e importante ex generale Gurulyov che afferma che sia Prigozhin che Utkin dovrebbero essere giustiziati:

I deputati della Duma di Stato della Federazione Russa sono invitati a recarsi a Mosca domani, riferisce Oleg Tsarev. Sempre domani, secondo alcune indiscrezioni, è previsto un incontro del Presidente con il Ministero della Difesa sulla situazione del PMC Wagner e di Yevgeny Prigozhin.
È interessante notare che un nuovo video profetico mostra Pegov di Wargonzo che chiede a Prigozhin, solo poche settimane fa, quali siano le sue ambizioni riguardo alla marcia su Mosca. Egli rivela che il motivo per cui Wagner è stato tenuto al guinzaglio per quanto riguarda le forniture di munizioni è dovuto proprio al timore che dare loro troppe munizioni avrebbe alimentato le pericolose ambizioni di potere di Prigozhin:

Ricordiamo che a un certo punto Prigozhin chiese al Ministero della Difesa russo di permettere a Wagner di avere 200.000 truppe. A posteriori, ci rendiamo conto di quanto sarebbe stato disastroso, e anche la situazione dei rifornimenti di munizioni comincia ad assumere una nuova luce.

E per coloro che prendono le parti di Prigozhin e credono che non avrebbe agito con tali “ambizioni” se non fosse stato per la presunta “corruzione” del Ministero della Difesa che lo ha “costretto a ripulire il sistema”, ci sono alcune nuove rivelazioni anche su questo.

Per esempio, Sladkov ha informazioni privilegiate sul fatto che una delle altre principali motivazioni alla base dell’ammutinamento di Prigozhin è che di recente il Ministero della Difesa russo ha annullato i contratti di molte altre iniziative commerciali di Prigozhin. Prigozhin è stato a lungo un imprenditore e una sorta di magnate degli affari, con le dita in decine di barattoli di biscotti. Sappiamo tutti che è salito al potere con partecipazioni importanti in catene di alimentari, poi in aziende di catering e in varie attività di cui è comproprietario con la moglie, come centri termali e di bellezza.

Ma sembra che sia anche il proprietario di molte altre imprese che forniscono all’OMU equipaggiamenti militari e che, a quanto pare, si sia arricchito di miliardi di rubli grazie a questi contratti altamente lucrativi. Ora, nel mese precedente, è stato lentamente privato dei suoi guadagni, per non parlare del fatto che il Ministero della Difesa lo stava ovviamente privando di Wagner, costringendolo a firmare contratti con il Ministero della Difesa, il che avrebbe significato di fatto la fine della sua sconsiderata indipendenza e della sua furfanteria.

Sladkov: Primo. Ho informazioni che l’impulso finale alla ribellione è stato il rifiuto del Ministero della Difesa dal contratto (miliardi e miliardi) con le aziende di Prigozhin per la fornitura di prodotti per l’esercito.
Questo è in parte il motivo per cui ora la CIA e i suoi portavoce ammettono apertamente che la “ribellione” è stata vista con largo anticipo e non è stata un “atto spontaneo” come Prigozhin vorrebbe farci credere.

Come già detto, lo sapevano almeno dalla metà di giugno. Alcuni ritengono addirittura che Prigozhin sia stato “preso per il naso” da alcuni dei suoi contatti con i servizi segreti occidentali, che gli hanno promesso che alcuni funzionari interni russi e membri della sicurezza di Stato si sarebbero “sollevati” a sostegno del suo assedio dopo che lo avesse iniziato. Ricordiamo che non è un segreto che Prigozhin abbia contatti con i servizi segreti occidentali. Non solo le fughe di notizie del Pentagono hanno rivelato quanto segue:

Prigozhin avrebbe fatto l’offerta di cedere le forze russe a fine gennaio, in un periodo di pesanti perdite per i combattenti wagneriani a Bakhmut, a contatti che ha mantenuto segretamente all’interno della direzione dell’intelligence ucraina, o HUR, compresi incontri di persona con funzionari dell’HUR in un Paese africano. Due funzionari ucraini hanno dichiarato al Post che Prigozhin ha offerto alla HUR le posizioni delle truppe russe più di una volta, ma che Kyiv ha rifiutato perché i funzionari ucraini non si fidano di Prigozhin o delle sue intenzioni. Secondo il Post, Mosca era probabilmente a conoscenza delle comunicazioni segrete di Prigozhin con l’HUR ucraino.
Ma se ricordo bene, lo stesso Prigozhin una volta si è persino vantato di avere i suoi “contatti” con i servizi segreti dell’altra parte. Potrebbe essere solo uno dei suoi famosi episodi di millanteria, ma è qualcosa da considerare.

Il punto è che è plausibile la voce secondo cui i contatti dei servizi segreti occidentali gli avrebbero detto che i membri del Cremlino sarebbero insorti per unirsi a lui, tutto ciò che doveva fare era accendere il fiammifero per innescare il fuoco. Lo SPIEGEL tedesco riporta ora quanto segue:

‼️🇩🇪

La Germania ritiene che E. Prigozhin non abbia ricevuto il sostegno sperato per la sua ribellione all’interno del Paese, per cui ha smesso di muoversi verso Mosca, – Spiegel. Il Ministero degli Esteri tedesco e il Ministero della Difesa sabato sera hanno informato i capi delle commissioni del Bundestag per gli affari esteri e la difesa sugli attuali sviluppi. Secondo lo Spiegel, durante il briefing, il direttore politico del Ministero degli Esteri Terven Bellmann e il Segretario di Stato per la Difesa Zimtje Meller hanno espresso l’opinione che Prigozhin non ha ricevuto il sostegno sperato dalle forze statali russe nel tentativo di colpo di Stato, e quindi ha fermato la marcia verso Mosca.
Si dice che non ha ricevuto il sostegno “che sperava”. E perché ci sperava? Probabilmente perché gli era stato assicurato che alcuni elementi potenti all’interno del Cremlino sarebbero insorti.

Ma non è successo.

Il che mi porta al parere del prossimo analista. Potrebbe essere lungo ma molto potente, quindi vi invito a leggerlo. Prestate particolare attenzione alla teoria molto plausibile secondo cui Prigozhin avrebbe inscenato tutte le menzogne sulle munizioni per fare segretamente scorta di munizioni proprio per il compito di prendere il Cremlino, per non parlare della sorprendente prospettiva secondo cui avrebbe aspettato proprio questo momento per colpire proprio quando l’esercito russo sarebbe stato più impantanato durante l’offensiva dell’AFU:

Prigozin ha tentato di dimensionare il potere. Si è preparato per mesi. Ha mentito sulla quantità di munizioni fornite per poter fare scorte per il suo colpo di stato. Ha aspettato che iniziasse l’offensiva, in modo che tutto l’esercito russo fosse concentrato a fermare il nemico. Poi ha colpito. Ha diffuso la notizia che l’esercito russo sta crollando – perché è quello che voleva, un esercito russo in ritirata e una nazione in cerca di qualcuno da incolpare. Se le linee difensive fossero state arrotolate, ci saremmo tutti indignati e molti avrebbero pensato a chi fosse il responsabile. In questa situazione, Prigozin interviene e guida i suoi eroi Wagner per stabilizzare la nazione. Un salvatore. Un uomo che salva il giorno. Ma l’esercito russo resiste. Mentre le orde ucraine colpivano, i russi combattevano, si trinceravano e si rifiutavano di ritirarsi o di cedere. L’aviazione ha lavorato 24 ore su 24. Le informazioni erano buone e gli alti generali russi erano nei posti di osservazione avanzati, esattamente dove gli ucraini attaccavano, a comandare la battaglia e la difesa. I rinforzi russi erano pronti, hanno contrastato dove necessario e gli ucraini sono stati annientati. Allora perché fare un colpo di Stato? Pregozin era già impegnato. Aveva paura di fughe di notizie da parte del suo popolo, temeva che l’FSB russo lo fiutasse. Quindi doveva muoversi. Doveva dare il via alla sua grottesca opera. Ha colpito nel momento preciso in cui tutti i difensori della patria stavano trattenendo il nemico. Alle loro spalle. Ha realizzato quel falso video. Una stupida foresta calpestata che doveva essere un attacco missilistico, ma la foresta era verde e non bruciata. È stato presentato un altro attacco missilistico, ma il cratere non era rotondo, bensì quadrato. Con due fuochi accesi in fondo al quadrato. Ma a questo punto Prigozin non poteva più tornare indietro: diffuse l’informazione di un pogrom in prima linea, che l’esercito russo aveva perso un enorme territorio e che gli ucraini stavano avanzando e vincendo. Eravamo confusi, non riuscivamo a capire perché dicesse cose del genere. Alcuni pensavano che fosse solo emotivo, altri che avesse un disturbo da stress post-traumatico, ma la vipera stava lavorando secondo il suo piano. Ha colpito. I suoi uomini erano già nelle retrovie dell’esercito della Russia, si sono mossi per ingrandire il centro di comando russo a Rostov-sul-Don e i campi d’aviazione. Poi si sono spostati a nord verso Mosca. Velocemente. Wagner lo aveva fatto molte volte in Africa. Dimensionare il potere, muoversi rapidamente, prendere gli obiettivi chiave sotto il proprio controllo. conquistare la capitale. Ma nessuno si unì alla causa di Pregozin. I militari si rifiutarono di schierarsi con lui. Unità dopo unità ripudiarono quello che stava facendo. La polizia di Rostov si rifiutò di passare dalla sua parte. I governatori delle regioni non si unirono a lui. I servizi segreti si sono rifiutati di partecipare. I politici si sono rifiutati di schierarsi con il serpente. Khadirov si è rifiutato di sostenerlo e ha invece inviato unità per riprendere Rostov con la forza, se necessario. Senza alcun sostegno, Prigozin ha giocato la sua ultima carta. Niente più violenza in cambio della sicurezza della sua pelle. Si ritirerà da Wagner se la sua pelle sarà protetta. Ecco chi è Pregozin. Non era emotivo, né affetto da PTSD, né perché aveva problemi con questo o quel generale russo: è solo un cattivo.
Una visione interessante, no?

Sono d’accordo con l’idea che per molti versi questa disfatta abbia dimostrato la forza dello Stato russo, semplicemente perché ha mostrato un’unità mai vista prima.

In effetti, in Russia sta accadendo qualcosa di molto interessante. C’è un’energia, una vitalità e una solidarietà che non si sono mai viste prima. La gente è animata da un rinnovato senso di scopo, patriottismo e amore per il proprio Paese. Il nuovo reportage di Patrick Lancaster ne coglie alcuni aspetti:

All’inizio può sembrare confuso per un osservatore esterno, perché la Russia è sempre stata il famigerato mistero avvolto in un enigma. Ma ascoltate le voci della gente, che fa il tifo per Wagner e allo stesso tempo elogia Putin e la Russia con un ritrovato ottimismo per il destino, piuttosto che con il fatalismo degli anni ’90. Lo si coglie perfino nello spirito dello spazzino solitario, che intima che tutto sta andando esattamente secondo i piani per la Russia, nel bel mezzo di quella che sembrava una ribellione armata:

Gli americani possono capire queste cose? Forse solo quelli che hanno letto Dostoevskij.

Questa è una nuova Russia che sta nascendo sotto i nostri occhi, con ogni intoppo, come quello di ieri, che serve solo come parto di una nuova realizzazione dello scopo storico della Russia. Questo è un popolo che, nonostante le massime amplificazioni della propaganda occidentale, ieri non poteva essere scosso o diviso. È sceso in piazza a sostegno sia di Wagner che di Putin, e di tutti gli eroi, perché il narod ora capisce chi è il vero nemico e per cosa sta combattendo il Paese:

Una ripresa sdolcinata, direte voi? Ma è la verità. Qualcosa si sta risvegliando nel popolo russo e chi ha gli occhi sgombri può vederlo chiaramente.

Basta dare un’occhiata alla celebrazione annuale delle Vele Scarlatte di ieri a San Pietroburgo. Un commentatore ha notato la differenza: negli anni precedenti veniva eseguito rap degenerato occidentale, ora musica patriottica, e la gente, anche i giovani, erano in visibilio. Guardate fino alla fine:

“È la festa di laurea delle Vele Scarlatte. Prima ascoltavano Morgenstern (vile rapper occidentalizzato cacciato dalla Russia), ma ora è Mark Bernes interpretato da Shaman. Tra dieci anni avremo i giovani più patriottici. Congratulazioni. Avete risvegliato qualcosa di nuovo”.
Il testo della canzone qui sopra:

Dove inizia la Madrepatria
Dove inizia la Madrepatria?
Dall’immagine nel tuo primer
Con compagni buoni e fedeli
Che vivono in un cortile vicino.
O forse inizia
Dalla canzone che ci cantava nostra madre;
Poiché in ogni prova
Nessuno può portarci via niente.
Dove inizia la patria?
Dalla cara panchina al cancello;
Dalla stessa betulla che si trova nel campo
appoggiata al vento, cresce.
O forse inizia
Dal canto primaverile dello storno
E da questa strada di campagna,
che non ha fine.
Dove inizia la patria?
Dalle finestre che bruciano in lontananza;
Dalla vecchia Budyonovka di mio padre,
che abbiamo trovato da qualche parte nell’armadio.
Forse inizia
Dal suono delle ruote dei carri,
E dal giuramento che in gioventù
Le hai portato nel cuore.
Dove inizia la patria?
E su questa nota, un ultimo messaggio di un soldato russo nelle trincee sulla linea di Orekhov:

“Mi scrivo con i ragazzi del fronte di Orekhovo, come, chiedo, guardano tutto questo. Ma a loro non interessa affatto: “Mentre voi imprecate lì, noi tratteniamo gli ucraini. Ma quello che sta succedendo a voi, non lo capiamo. Sì, posso essere insoddisfatto della leadership di mo, ma nell’esercito c’è un concetto: i comandanti non vengono eletti e gli ordini non vengono discussi. E c’è un giuramento, e ora il nemico è di fronte a noi, e non nelle retrovie. Il fatto che nelle retrovie ci siano giochi politici. “L’opinione di questa persona è importante per me, ero seduto con lui nella stessa trincea sotto i colpi degli aerei nemici dal cabriolet sul fronte di Zaporozhye. E Wagner mi è diventato familiare durante i mesi dell’epopea di Artemov. Sono orgoglioso di aver lavorato con loro spalla a spalla a Soledar, Krasnaya Gora, Bakhmut… Ma non posso accettare quello che sta succedendo ora. Quando stiamo letteralmente combattendo una guerra di sopravvivenza, quando ogni baionetta, ogni elicottero, ogni “pagnotta” conta, quando perdiamo il meglio di noi, gli aerei d’attacco Wagner potrebbero diventare l’avanguardia della nostra futura controffensiva, invece vengono trascinati in uno sporco gioco politico che minaccia di avere conseguenze disastrose per lo Stato. Oggi, anteporre rancori e ambizioni personali all’obiettivo comune significa lavorare contro gli interessi del Paese. Ripeto, ora non c’è la parte di Shoigu o di Prigozhin. Ora c’è la parte del nemico e la parte della Russia, guidata dal Comandante supremo in capo. E io sono dalla parte della Russia e del Presidente”.
Come afferma il soldato, mentre le storie di intrighi vorticano intorno alle retrovie, i militari russi continuano ad andare avanti e a servire il loro Paese. Anche sotto il fumo del travaglio di ieri, i soldati hanno continuato a decimare il nemico, respingendo un altro tentativo di offensiva volto ad approfittare della demoralizzazione percepita.

Vi lascio con un ultimo scorcio di questo.

Innanzitutto, uno dei video più belli della guerra finora. Un Caesar francese da 7 milioni di dollari schiva a malapena un drone Lancet russo, per poi essere distrutto in modo catastrofico e quindi eliminato da una seconda unità:

Un T-90M russo distrugge senza pietà due IMV ucraini (Kozak e Kirpi), poi si gira e li finisce con un doppio tocco:

Un raro scorcio dei Ka-52 russi che distruggono una colonna ucraina, ripreso sia dalla telecamera dell’elicottero interno sia da un drone esterno che osserva il procedimento da una posizione diversa:

Un soldato polacco che si lamenta del fatto che le truppe ucraine da lui addestrate non solo si sono ferite da sole, ma hanno danneggiato di proposito i carri armati polacchi per apparire mentalmente handicappate ed evitare così di dover andare a Bakhmut e altrove:

Zelensky annuncia che l’anno prossimo non ci saranno elezioni presidenziali, rendendosi così sostanzialmente dittatore:

Un’avvincente ripresa in prima persona di mercenari britannici e occidentali distrutti da un attacco russo:

Infine, a dimostrazione della potenza dello Stato multietnico russo, questo video mostra le forze speciali cecene SOBR della 249a brigata che sono venute a presidiare le autostrade di Mosca da Wagner. Lo scorcio della cupola a cipolla di una chiesa ortodossa alle loro spalle è, diciamo, simbolico:


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