PRUSSIA (note storiche*)_Conclusione, di Daniele Lanza

PRUSSIA (note storiche*) – cap. 4 di 5
(provocato dall’iniziativa polacca in merito a Kaliningrad, ripropongo questa serie sulla storia della regione che la ospita).
Dalla rovina alla signoria*.
Nelle corti dei signori d’Italia ci si perde, si fluttua, nella narrazione sognante che un oramai stanco figlio di Venezia fa del remoto oriente e dei suoi maestosi Khan, scritta mentre ancora si trovava nelle carceri di Genova. Visioni, quelle di Polo, che tuttavia impallidiscono, si miniaturizzano di fronte all’ambizione di un contemporaneo e ramingo Alighieri il cui viaggio di natura metafisica, si propone addirittura di traghettare la coscienza umana dalla dimensione dell’averno fino al firmamento.
Nel medesimo anno in cui il nostro Dante inizia a mostrare parte della sua opera (?), i suoi ascoltori rapiti dalla visione dell’inframondo probabilmente del tutto ignorano cosa sta accadendo materialmente a quasi 1000 miglia nord delle loro teste ; l’area di Gdansk (Danzica) è letteralmente strappata ai polacchi ed incorporata nello stato teutonico sorto solo una generazione prima : è un autunno dell’anno del Signore 1308.
……….ed e’ l’inizio ufficiale di una collisione tra i due elementi (slavo polacco e germanico/prussiano) che sopravviverà in quanto resta del millennio in corso….generazione dopo generazione, stato dopo stato, secolo dopo secolo…in qualsiasi nuova incarnazione che la storia offra.
A parte tale elemento cardine, occorre dire che nella medesima manciata di anni le coste del Baltico vedevano definitivamente affermato il nuovo, piccolo potentato monastico : laddove sulle mappe del secolo precedente si tratteggiava un confuso ensamble di tribù pagane, ora vi era saldamente insediato quest’ordine guerriero, sotto il comando del gran maestro. Minuscolo, ma energico ed organizzato, il piccolo stato gode ormai di una solida base grazie alle quali si schiudono prospettive di ulteriori marce verso est : tutto il 14° sec. vede successi o quantomeno un costante progresso che determina il bilancio positivo di un’intero secolo. L’ordine colonizza o semplicemente acquista (come nel caso dell’Estonia, dal re di Danimarca) i territori di cui ha bisogno estendendosi per quasi tutta la costa Baltica : suo alleato naturale per origine germanica e attitudine è la LEGA ANSEATICA che consente loro un buon utilizzo dei mari a disposizione.
Lo stato monastico dell’ordine teutonico guadagna il proprio zenit giusto all’alba del 15° secolo…..che invece, ahimè ne testimonia la rovina.
Svariate sono le tappe e i nodi di questo tormentato secolo, ricordiamo lo schema fondamentale almeno : i teutonici per forze di cose sono oramai in conflitto costante e aperto sia contro la Lituania a nord-est che contro la Polonia a sud. ENTRAMBI sono duri opponenti, ma nel momento in cui si uniscono (1386, unione delle corone, sotto Jogailas) ne emerge un ostacolo formidabile che sappiamo essere….il regno lituano/polacco.
Gli eserciti uniti di Lituania e Polonia (politicamente aggregate l’un l’altra ancora da poco), annientano la forza militare teutonica nel 1410 a Grunwald (Tannenberg nella narrativa germanica) : la sconfitta è schiacciante e segna l’inizio di un rapido declino per l’ordine.
Seguiranno una rivolta 30 anni più tardi in seno ai territori teutonici, da parte di cittadini e mercanti che non sopportano più il dominio dell’ordine (“confederazione prussiana” , 1440,…che insidiosamente inizia a scollare l’identità prussiana dal controllo dell’ordine teutonico) e domandano aiuto allo stesso re di Polonia facendo degenerare il tutto in una seconda guerra tra lituano polacchi e teutonici dagli esiti ancor più catastrofici della precedente.
In sintesi occorre ricordare due date : la pace di Thorn (1411) a seguito di Tannenberg, e quindi nel medesimo luogo la SECONDA (1466).
Gli “armistizi” di Thorn (o Torun), a distanza di un cinquantennio l’uno dall’altro, non costituiscono l’esito di semplici sconfitte militari, bensì tappe dell’evoluzione geostrategica nel Baltico del secolo : lo stato teutonico rne risulta geopoliticamente sconfitto e QUASI annullato.
All’anno in cui i fratelli de Medici a Firenze prendevano il loro posto……lo stato teutonico era ridotto ai minimi termini : persa ogni conquista lungo il Baltico, e quasi persa anche la propria base in Prussia (per metà direttamente incorporata dal regno di Polonia) e l’altra metà formalmente ancora teutonica, ma come potentato vassallo dei monarchi polacchi.
Se un Cristoforo Colombo alla partenza per l’gnoto ne avesse sentito parlare, gli sarebbe stato riferito dei “teutonici” come anonimo territorio cliente del re di Polonia.
Tuttavia……..sopra ho scritto QUASI annullato (e si vedrà).
PRUSSIA (note storiche*) – cap. 5 di 5
(provocato dall’iniziativa polacca in merito a Kaliningrad, ripropongo questa serie sulla storia della regione che la ospita).
Dalla rovina alla signoria* – B
Trecento tondi (più o meno).
Sì, sono passati 300 anni dai giorni in cui Hermann Von Salza, grande maestro dell’ordine (con bolle papali ed imperiali alla mano), iniziava la sua pacificazione della regione dimenticata da Dio. In un sessantennio il luogo viene civilizzato tanto quanto lo furono le Gallie dalla romanità. Seguono un paio di secoli di alti e bassi : dopo un 14° sec. ruggente (lo stato teutonico pare lo scolaro più brillante della classe) le rovine del 15° e il quasi annullamento.
Dove eravamo rimasti ? Proprio lì. Il tardo medioevo vede la disfatta di lungo termine dell’ordine teutonico il cui territorio rischia di essere fagocitato definitivamente dai potenti re di Polonia. Che fine deludente……da giocatore interessante negli equilibri del Baltico medievale a potentato vassallo : la Prussia occidentale è stata semplicemente ANNESSA alla Polonia (conla denominazione di “Prussia reale” ovvero controllo diretto da parte della corona di Polonia), mentre la Prussia orientale sopravvive formalmente teutonica , ma come stato cliente della monarchia polacca.
Codesta la situazione che tal Albert di Ansbach, 37° grande maestro dell’ordine, si ritrova innanzi.
Eppure proprio costui, divenuto a 21 anni grande maestro per prematura scomparsa del predecessore, è destinato a porre le primissime basi della rinascita prussiana nell’età post medievale. Un naturale riformatore dello stato di cose, senza attitudine sostanziale per le armi, è oggi considerato da parte della storiografia tedesca come il padre della nazione prussiana moderna…..la sua radice ultima. Attenzione, la cosa non si farà dall’oggi al domani, ma con tempi storici, passo a passo…la Prussia si rigenera al ritmo di passi di formica (almeno inizialmente).
Dato che di note storiche sintetiche si parla, ricordiamoci amici miei solo alcune cose (ma vitali), del nostro Albert :
egli è de facto l’ULTIMO grande maestro dell’ordine, poichè lo scioglie al momento della sua elezione a DUCA su concessione del re di Polonia (tra l’altro suo zio). Con questo gesto, Albert (“Von Preussen” da ora in avanti), si libera dell’ormai inutile fardello medievale per aggiornare il proprio potentato secondo i canoni del nuovo secolo.
Un “upgrade” di rilievo, come si direbbe nel linguaggio informatico di oggi nel farsi della statualità prussiana. Alberto, dall’anno 1525, è Duca di Prussia mettendo fine all’immutabile successione che continuava dai tempi di Von Salza : quest’ultimo è l’inizio, mentre Albert di Prussia è la conclusione (ma anche nuovo inizio).
Parallelamente (seconda cosa), dopo svariati incontri col contemporaneo Lutero, si converte alla di lui riforma. Il neo duca diventa luterano e , fatalmente assieme a lui, anche la popolazione del suo dominio in breve tempo.
Ne abbiamo una trasformazione notevolissima : nel giro di una manciata di anni lo stato monastico teutonico fedele a Roma si evolve in signoria secolarizzata e pergiunta di fede protestante. Al tempo tutto questo non dovette sembrare molto più che non il desiderio di un titolo (e qualche eccentricità spirituale) da parte di Albert….invece sono stati messi i primi semi di una nuova politogenesi (forse anche etnogenesi)….la mossa del luteranesimo se anche non vista in ottica troppo politica sul momento, sul lungo termine poneva silenziosamente un ostacolo all’assorbimento eventuale futuro della regione nel corpo cattolico della Polonia.
Attenzione : in questa fase tale ducato di Prussia non è ancora indipendente, permanendo lo status di vassallo di Polonia. La Prussia ducale (come i manuali più attenti sottolineano) è ancora formalmente sotto la Polonia sebbene NON si tratti di annessione vera e propria come nel caso della Prussia occidentale. Il duca di Prussia ha tuttavia ampia autonomia come fosse uno stato nello stato e per tutta la durata del suo lungo regno (fino al 1568) lo rafforza dedicandosi più alla cultura che non alla guerra : sotto di lui è fondata l’università “Albertina” che concepisce come rivale protestante dell’istruzione rispetto al cattolico ateneo di Cracovia.
Alla sua morte il ducato è pienamente affermato e si è rivelato essere uno dei centri più fiorenti del protestantesimo sul continente.
40 anni dopo l morte di Alberto di Prussia abbiamo un’altra tappa della marcia di Prussia, che si chiama BRANDEBURGO (o meglio, Hohenzollern) : giusto alle soglie della guerra dei 30 anni, il ducato di Prussia entra in unione personale con i signori del margraviato di Brandeburgo..
Il “Margraviato” , uno dei numerosi territori formalmente ancora parte di quel dinosauro chiamato “Impero”, stato elettore, trovandosi in unione di corone con una Prussia orientale che nemmeno vi confina….suscitava perplessità.
Un potentato dinastico (normale per l’epoca) Prussia-Brandeburgo, sulla carta di discreto potenziale, ma geograficamente diviso e soprattutto…..nessuna delle due parti (soprattutto la Prussia) dotato di indipendenza politica.
Occorre aspettare la fine della guerra dei 30 anni (che abbatte metà degli abitanti del Brandeburgo inoltre).
Concludiamo nel prossimo numero che è durata anche troppo..
Conclusione.*
Ci siamo….l’Hohenzollern è sovrano di Prussia (e Brandeburgo), anche se tale potere è minato A) discontinuità geografica B) non indipendenza della Prussia.
In pratica è sovrano di territori NON sovrani. Occorre aspettare dunque…aspettare un momento storico di debolezza del maggiore attore dell’Europa centro-orientale (regno lituano/polacco) che infine…..arriva.
Gli Hohenzollern sono al potere da oltre una generazione (attraversano perigliosamente tutta la guerra dei 30 anni contemporanea), quando la Polonia incontra il primo VERO momento di difficoltà : dopo uno zenit nella prima metà del secolo 17°, accade l’impensabile il disastro. Una congiuntura geopolitica del tutto sfavorevole ed intricata che porta addirittura all’invasione dei territori polacchi da parte della Svezia (allora potenza emergente) : lo zarato di Russia sotto Alessio I coglie l’occasione al volo e dichiara guerra al regno lituano/polacco che si trova stretto tra due fronti in mezzo a gravi difficoltà.
Sono gli anni del “DILUVIO” come dicono le storiografie….ovvero la grande crisi polacca (che, come visto, porterà a perdere parte dell’Ucraina cosacca a beneficio dello zarato che la incorpora)
E’ il momento.
In questo marasma il ducato di Prussia muovendosi come stato indipendente firma un’alleanza col monarca di SVEZIA, che può peggiorare di molto la situazione polacca : il re di Polonia pertanto tampona disperatamente la situazione con una controfferta che non si può rifiutare : indipendenza per il ducato di Prussia in cambio dell’annullamento del trattato con la Svezia (!!!).
L’accordo si fa e dalla metà del 1600 il ducato degli Hohenzollern è uno stato sovrano : a questo si aggiungono diverse conquiste territoriali realizzate tra il 1650-1700 (principalmente la Pomerania che come un braccio di costa baltica si protende dal Brandeburgo fin verso la Prussia orientale, diminuendo di molto la distanza che li separa).
In pratica dopo circa 200 anni dalla disfatta dello stato monastico teutonico esiste nuovamente un’entità prussiana indipendente, chiaramente su altre fondamenta politico culturali, benchè con una sostanziale continuità storica col passato (il 37° maestro Albert fattosi duca).
Benchè la capitale tecnicamente sia ancora Konigsberg, pian piano il centro decisionale si sposta verso Berlino-Potsdam dove rimarrà poi permanentemente.
A seguito di questo quarentennio vittorioso e campale sussistono le basi materiali per poter pretendere un ulteriore promozione nella scala gerarchica dell’era dinastica : il titolo di regno. Quest’ultimo anche viene conseguito grazie ad un’astuta scelta di campo (la Prussia si schiera contro la Francia di Luigi XIV ed in cambio, l’anno stesso, il sacro romano impero concede l’elevazione a rango di “regno” per lo stato degli Hohenzollern) : nel 1701 nasce ufficialmente il regno di Prussia.
Mi fermo qui per forza di svariate cose : la mia crescente stanchezza fa gradualmente affievolire la qualità degli interventi, che d’accordo sono già di per sè elementari, ma rischiano di divenire anche poco interessanti. In secondo luogo…..da questo punto in poi la storia della Prussia esula quella della regione fisica da cui siamo partiti : “Prussia” da ora in avanti non sta più ad indicare la striscia di terra attorno a Konigsberg, ma qualcosa di molto più ampio….il meme prussiano si è esteso materialmente e spiritualmente andando ad indicare un attore nell’arena internazionale dotato di notevoli possibilità e capacità di espansione nel mondo imprevedibili (si arriverà fino all’Africa orientale tedesca nel 1885).
La prussianità ha preso il volo, si è fatta spirito per dire, e può quindi anche trascendere il proprio nucleo geografico di partenza, anzi dovrà per forza un po uscire fuori di sè proiettandosi verso mete più ambiziose che vanno dal proprio inserimento in qualità di centro regolatore, in una coscienza pan-tedesca in formazione……….fino alla “conquista del mondo” (non sarà necessario andare fino a Konigsberg per trovare tale spirito è sufficiente l’aria che circola ad Unter den Linden, a Berlino).
Konigsberg rimarrà gioiello di prestigio elegante e retrò. Custode discreta di antichi segreti, non più capitale di stato sovrano, ma depositaria della tradizione. Cellula madre.
Mi piacerebbe un’analogia con Torino….anche se di distinzioni ve ne sono un po’.