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Se sembra uno struzzo, cammina come uno struzzo… ma vola come un Oresnik, forse non è uno struzzo_di Cesare Semovigo

Se sembra uno struzzo, cammina come uno struzzo… ma vola come un Oresnik, forse non è uno struzzo.

Come la società satellitare dual-use Finnica Iceye , la NATO , 

Tel Aviv e l’onnipresente Sbu avrebbero stretto una join-venture di intelligence e consulenze incrociate.

La società finlandese ICEYE, leader mondiale nei satelliti radar a sintesi d’apertura (SAR), ha ulteriormente consolidato il suo supporto all’Ucraina con significativi sviluppi nella cooperazione militare. L’azienda, che possiede la più grande costellazione SAR al mondo con 38 satelliti lanciati in orbita dal 2018, ha recentemente intensificato la sua assistenza alle forze armate ucraine per operazioni di intelligence e sorveglianza

Da inizio giugno 2025, ICEYE e Rheinmetall hanno implementato un sistema integrato che consente alle forze ucraine capacità avanzate per attacchi in profondità sul territorio controllato dalle forze russe. Questa collaborazione fornisce non solo accesso dedicato ai satelliti ma anche l’utilizzo dell’intera flotta satellitare ICEYE, offrendo immagini ad alta risoluzione indipendentemente dalle condizioni meteorologiche o dall’ora del giorno, un vantaggio tattico cruciale nel contesto bellico attuale

Il memorandum di cooperazione firmato a luglio 2024 tra ICEYE e il Ministero della Difesa ucraino ha posto le basi per questo potenziamento delle capacità di difesa spaziale dell’Ucraina. La partnership, ora entrata nella sua fase operativa più avanzata, permette alle forze ucraine di ricevere immagini satellitari radar di posizioni critiche con una precisione tale da rendere identificabili anche oggetti molto piccoli sulla superficie terrestre, offrendo vantaggi decisivi per sorveglianza, acquisizione di obiettivi e ricognizione

L’evoluzione di questa collaborazione rappresenta un’estensione dell’impegno di ICEYE iniziato nell’agosto 2022, quando stipulò un contratto con la Fondazione di beneficenza Serhiy Prytula per fornire al governo ucraino capacità di imaging satellitare SAR, designando uno dei suoi satelliti esclusivamente per l’uso ucraino nella regione. L’attuale fase della cooperazione include l’integrazione di dati di ricognizione ottenuti da diversi sensori, fornendo una base solida per il processo decisionale e la pianificazione operativa delle forze armate ucraine. 

Organigramma attacco , indizi ed evidenze 

L’attacco alle basi di deterrenza strategica della Fed Russa è di fatto l’Alpha operativo della combinazione Sat dual-use , guida autonoma e riconoscimento bersagli on board ad elevata automazione A/D (conversione biunivoca Analogico/Digitale). 

L’alto livello di integrazione stratificata da una logistica Stealth combinate e una Creatività Laterale di flusso operativo della A Z del personale ,  potrebbero suggerire se non un Operazione di intelligence Out of the box congiunta,( è ipotizzabile estraendo dati pubblici e incrociando evidenze da leaks di pubblico dominio che dimostrano l’avanzato livello di inter operatività della Company Iceye e i tre gruppi i intelligence ) almeno una collaborazione di Superv. Attiva o tutoring prolungato con I Servizi israeliani della Sez”8200” e il coordinamento interforze di intelligence dei paesi aderenti alla NATO . 

Infatti un remote control digitale di Analog device elettromeccaniche , ad esempio l’approntamento operativo dei droni  (semplici Lo-fi tipo Raspberry/Arduino) ,  la gestione delle paratie di occultamento autonoma e probabilmente la presenza di un jamming multibanda difensivo e specialmente il coordinamento olistico di una operazione del genere , un “lavoro “ che difficilmente , il seppure performante Servizio Militare Ucraino (SBU) considerando anche l’esperienza decennale maturata , improbabile autore solitario di un Gioiello multiscplinare operativo manifestamente Hipervisorato come questo.

Azzardo potrebbero aver sintonizzato le RF (radio freq multibanda criptate) o con i nodi ambientali precedentemente preparati riscrivendo un ambiente Hid embedded nel percorso di inserimento nel perimetro operativo oppure ( rischioso) con iot occultati Low-Energy per circoscrivere le rotte di percorso . In ogni caso è Tanta ROBA che non appronti in un attimo .

Chiudo ricordando la nota Collaborazione con la compagni finlandese ICEYE Sat-radar SAR 27x band ad apertura Sintetica e il cerchio si chiude . 

Semplificando , se start up ,attraverso progetti universitari finanziati da corporate project ibridi di ricerca civile , riescono ad accumulare successi , talmente tanti che il mercato di scout privato non riesce ad assorbire [a centinaia ( sopratutto Nord Ue e IndiaIndonesia], è facile immaginare cosa sono in grado di portare a termine collaborazioni dual-use di status progettuale con budget praticamente infiniti e urgenza geo-strategica impellente.

“Out of the box” nell’intelligence . Di cosa si tratta :

Sono Azioni Non Convenzionali, al di fuori dei protocolli standard, spesso basate su ingegno tattico, disinformazione mirata o strumenti non tradizionali (cyber, economia, sabotaggio). 

Vengono usate per aggirare le difese nemiche o ottenere risultati rapidi senza escalation militare diretta. Esempi storici includono sabotaggi a infrastrutture critiche (es. Stuxnet) o operazioni sotto falsa bandiera. 

Precondizione è la costruzione di un diagramma operativo chiuso attraverso il quale vengono disseminati falsi indizi necessariamente preimpostati tramite side Op. preventive atte a depistare e rendere impossibile l’ attribuzione agli investigatori .

Tecniche di infiltrazioni sotto copertura ( spesso prolungata ) disinformazione forzata protette dalla compartimentazione rigorsa , consentono di rafforzarne la sicurezza sopratutto dalle strutture paritetiche di controspionaggio .

L’identificazione pilotata e fuorviante di mandanti ed esecutori , financo alla randomica o concordata pre costruzione di un colpevole , sono metodologie riscontrate su manuali desecretati che da evidenze di ricerca storica.

Target imprescindibile , statisticamente osservabile con preponderanza nel recente presente , ha come obbiettivo subliminale o nascosto , l’attribuzione , sottintesa ed amplificata degli asset di contesto Media , paternità artefatte del contesto politico che si desidera delegittimare o depotenziare . 

Il Gioiellino Finlandese 

Le recenti operazioni condotte con il supporto di questa tecnologia hanno dimostrato un significativo miglioramento nella capacità ucraina di colpire obiettivi strategici in profondità, con un incremento della precisione e dell’efficacia degli attacchi. La combinazione delle capacità SAR di ICEYE con tecnologie di fusione di sensori in tempo reale e capacità di sfruttamento dell’apprendimento automatico ha creato un sistema che offre alle forze ucraine una consapevolezza situazionale senza precedenti, alterando potenzialmente gli equilibri sul campo di battaglia in questo prolungato conflitto

 ICEYE ha ufficialmente stabilito una partnership con il Centro Situazione della NATO (SITCEN), rappresentando il primo accordo diretto tra l’azienda finlandese e il quartier generale della NATO

Questo accordo strategico fornisce al SITCEN accesso diretto alle avanzate capacità di osservazione terrestre di ICEYE, migliorando significativamente la capacità della NATO di fornire valutazioni rapide e basate su dati precisi ai responsabili delle decisioni

La collaborazione amplia l’accesso della NATO a preziosi dati di osservazione terrestre attraverso la tecnologia all’avanguardia di ICEYE

Il valore strategico di questa partnership è evidente: i satelliti SAR di ultima generazione di ICEYE possono fornire immagini con una risoluzione a terra di 25 cm, consentendo un rilevamento accurato degli oggetti e una consapevolezza situazionale in tutte le condizioni di illuminazione e meteorologiche

Questa capacità rappresenta effettivamente il “gioiello” che serviva alla NATO per migliorare le proprie capacità di intelligence e sorveglianza.

Come ha dichiarato Pekka Laurila, Chief Strategy Officer e co-fondatore di ICEYE: “ICEYE fornisce immagini satellitari SAR ad alta precisione e dati per supportare la consapevolezza situazionale e il processo decisionale in ambito difesa e sicurezza. Siamo orgogliosi dell’opportunità di cooperare e supportare gli utenti e i decisori della NATO con i dati della più grande costellazione di satelliti SAR al mondo, di proprietà e gestita da ICEYE”

Questa cooperazione si inserisce in un trend più ampio dell’ultimo decennio, in cui l’industria spaziale commerciale ha assunto un ruolo sempre più importante nella sicurezza nazionale e nella difesa. ICEYE già collaborava con diversi governi e organizzazioni, avendo fornito dati SAR e satelliti a numerose nazioni alleate e amiche della NATO, ma l’annuncio di marzo 2025 approfondisce questa collaborazione direttamente con l’Alleanza Atlantica

L’Operazione Low-Cost che Nasconde un Capolavoro di Intelligence oltre all’osservazione di ICEYE

Il vero genio di questa operazione sta nella sua doppia anima: apparentemente banale, potenzialmente rivoluzionaria. Quei droni da “300 dollari” – che poi, tra sviluppo, componenti e manodopera, difficilmente scendono sotto i 4k l’uno – sono la perfetta copertura per qualcosa di molto più sofisticato.

La Bellezza del Low-Cost Strategico

  • Narrativa perfetta: perfetti per la propaganda “Davide contro Golia” che piace a SBU e MI6. Chi sospetterebbe di un drone costruito con pezzi da Raspberry Pi e Arduino?
  • Plausibile Deniability: anche se catturati, sembrano progetti amatoriali. Ma se sotto il guscio c’è anche solo un singolo componente high-tech – un sistema di guida miniaturizzato, un transponder satellitare nascosto, un modulo RF criptato – il gioco cambia.

 Alpha Operativo: Combinazione Sat Dual-Use, Autonomia e Automazione

L’integrazione di:

  • Satelliti dual-use (militari/civili)
  • Guida autonoma avanzata (AI-driven)
  • Riconoscimento bersagli on-board (real-time)
  • Automazione A/D (Analog-to-Digital) ad alta velocità

suggerisce un livello di sofisticazione che va oltre le capacità ucraine (SBU), anche considerando la loro esperienza.

Logistica Stealth e Creatività Laterale

  • Flusso operativo A-Z: Pianificazione senza soluzione di continuità, con personale altamente specializzato.
  • Tutoring Israeliano: La Unit 8200 è nota per:
    • Remote control di dispositivi analogici/digitali (es. droni Lo-Fi basati su Raspberry/Arduino).
    • Jamming multibanda e gestione di paratie di occultamento autonome.
    • Coordinamento olistico di operazioni multilivello (difficile per un singolo attore).

Tecnologie e Collaborazioni Critiche

  • RF Multibanda Criptate: Sincronizzazione con:
    • Nodi ambientali pre-preparati (es. embedded HID nel percorso operativo).
    • IoT occultati Low-Energy per delimitare rotte.
  • Collaborazione con ICEYE (Finlandia):
    • Satelliti SAR a 27x band (ad apertura sintetica) per sorveglianza persistente.
    • Progetti universitari/dual-use per “bucare” strutture tramite manipolazione di algoritmi HF/fononi.

Perché Non È Solo Ucraina

  • Troppo pulita, troppo precisa: la logistica stealth, l’automazione avanzata, il jamming multibanda… sono firme di chi ha risorse e know-how ben oltre l’SBU.
  • La mano israeliana? La Unit 8200 ha fatto scuola proprio in questo: prendere tecnologie low-cost e trasformarle in armi micidiali (vedi i kit di jamming venduti all’Azerbaijan).

Dove Cercare le Prove

  • Hardware: se nei droni catturati dai russi spunta anche solo un chip con architettura riconducibile a Tel Aviv, il gioco è fatto.
  • Frequenze radio: se usano protocolli criptati tipici di IDF, è un altro indizio.
  • Budget nascosti: quei “300 dollari” sono una copertura. Chi ci sta davvero finanziando?

Se anche fosse un’operazione ucraina, dietro c’è una regia esterna. Il low-cost è la maschera, ma la tecnologia è troppo elegante per essere solo frutto di esperienza sul campo.

“Se sembra uno struzzo, cammina come uno struzzo… ma vola come un Oreshnik, forse non è uno struzzo.”

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La Russia contrattacca mentre l’Ucraina punta sulla guerra asimmetrica del “terrorismo”_di Simplicius

La Russia contrattacca mentre l’Ucraina punta sulla guerra asimmetrica del “terrorismo”.

Simplicius 8 giugno
 
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Gli attacchi russi hanno devastato le città ucraine negli ultimi giorni, colpendo ciò che, secondo i rapporti, è una combinazione di infrastrutture energetiche e centri di produzione di armi. Zelensky si è sfogato in un discorso registrato:

“La scorsa notte la Russia ha colpito Kiev e Lutsk: 400 droni, oltre 40 missili. Persone uccise. Un hotel con atleti scomparso. Case distrutte. La Russia trascina la guerra” .

Traccia degli attacchi:

Questo video esclusivo mostra i missili russi Kh-101 che sparano razzi prima di colpire l’impianto di riparazione di Lutsk, nell’estrema regione occidentale dell’Ucraina:

Colpi russi su “Lutsk Repair Plant Motor”. L’impresa effettuava riparazioni di motori aeronautici AL-21, AL-31 e RD-33.

Un attacco a Kiev sarebbe penetrato in profondità per distruggere una presunta base di produzione di droni:

Le riprese più interessanti sembravano mostrare una coppia di missili presumibilmente balistici che scendevano su Kiev, con la batteria Patriot che inviava una salva dopo l’altra di intercettori. Ecco una compilation esclusiva di tutte le angolazioni dello scontro – si noti il minuto 0:35 in cui l'”Iskander” sembra colpire la postazione Patriot:

Molti hanno ipotizzato che questo video catturi la prima intercettazione di almeno un missile Iskander da parte del sistema Patriot. Tuttavia, la traiettoria e le caratteristiche di volo dei missili sembrano un po’ strane: nel video di apertura sembrano scendere con un angolo poco profondo. Questo è più coerente con il famoso colpo su Kiev di qualche mese fa, che molti ritenevano fosse stato effettuato dal missile balistico nordcoreano KN-23, che è una sorta di imitazione dell’Iskander, spesso soprannominato “Kimskander”:

Si noti che scende più in diagonale, mentre gli Iskander sembrano quasi sempre scendere dritti a 90 gradi.

In ogni caso, ciò dimostra che le batterie Patriot rispondono effettivamente con almeno 2 missili per ogni minaccia balistica, e anche di più. E il tasso di intercettazione è al massimo del 25% o meno, a giudicare dal primo video.

Tra l’altro, gli attacchi sono continuati, e ora la città di Kharkov è stata sottoposta a quello che viene definito il più grande attacco mai effettuato su Kharkov durante la guerra. L’agenzia Reuters sostiene che la risposta della Russia sia solo in fase di avvio:

I funzionari statunitensi ritengono che la risposta della Russia “non sia ancora avvenuta sul serio e che probabilmente sarà un attacco significativo e su più fronti”. Un altro alto diplomatico occidentale ha previsto un ulteriore attacco devastante da parte di Mosca. “Sarà enorme, feroce e implacabile”, ha detto il diplomatico. “Ma gli ucraini sono persone coraggiose”.

Reuters

Il famigerato David Ignatius ha pubblicato un nuovo articolo sullo screditato WaPo che dipinge un quadro allarmante di quanto l’Ucraina si stia preparando a fare per provocare la Russia attraverso operazioni terroristiche allargate:

https://www.washingtonpost.com/opinions/2025/06/05/ukraine-covert-war-russia-espionage/

Ci sono parecchie rivelazioni. La più interessante riguarda la PMR, altrimenti nota come Transnistria. Abbiamo parlato più volte qui dei presunti piani dell’Ucraina di “aprire un nuovo fronte” attaccando la guarnigione russa nella PMR, magari impadronendosi del “più grande” deposito di munizioni d’Europa a Cobasna. Ogni volta non si è mai realizzato perché l’intelligence russa se n’è accorta e ha preso precauzioni o ha fatto indirettamente delle minacce che hanno indotto l’Ucraina a fare marcia indietro. Ignatius, tramite “fonti di intelligence” statunitensi, conferma che l’operazione era in effetti pianificata – e senza dubbio lo è ancora – come eventualità:

I Paesi confinanti con l’Ucraina potrebbero diventare nuovi campi di battaglia con il proseguire della guerra. Un esempio è la Transnistria, una regione separatasi dalla Moldavia al confine occidentale dell’Ucraina che è allineata con Mosca e ospita una forza russa di “mantenimento della pace”. Utilizzando disertori russi e altre forze locali, l’Ucraina ha preso in considerazione un’operazione per attaccare le truppe russe in quella regione, ma ha deciso di non aprire questo nuovo fronte.

Ora, la Russia sta considerando di inviare altre 10.000 truppe in Transnistria e cerca di destabilizzare la Moldavia filo-occidentale, come ha affermato il primo ministro moldavo in un’intervista al Financial Times questa settimana.

Si noti in particolare l’ultimo paragrafo, che dimostra la fetida ipocrisia dell’Occidente. Gli MSM ammettono letteralmente che è stata l’Ucraina a pianificare un attacco illegale sul territorio di un altro Paese non coinvolto, eppure questa settimana hanno stretto le perle e gridato all’allarme quando è stato annunciato che la Russia stava considerando di rafforzare la sua forza di pace in quel Paese:

https://www.thesun.co.uk/news/35261802/putin-10000-troops-european-nation/

L'”agghiacciante complotto” di Putin per scatenare la terza guerra mondiale… il tutto ammettendo che è l’Ucraina a pianificare l’invasione di un altro paese. Vedete come funziona?

L’altra grande rivelazione è che l’Ucraina “stava” – e, ancora una volta, probabilmente sta ancora pianificando – un attacco in stile “Operazione Ragnatela” contro le navi della marina mercantile russa fino al Pacifico settentrionale; notare la parte “e i suoi alleati”.

L’Ucraina ha preso in considerazione una versione navale della tattica di attacco furtivo utilizzata in modo così efficace domenica. Le fonti hanno detto che l’SBU ha valutato di inviare droni marini nascosti in container per attaccare le navi della Russia e dei suoi alleati nel Pacifico settentrionale. Ma, a quanto pare, finora non hanno ancora lanciato queste operazioni.

In qualche modo l’Ucraina ottiene un lasciapassare per aver pianificato di attaccare varie altre nazioni sovrane, proprio come ha fatto durante gli attacchi terroristici di Nord Stream e altri. Infatti, l’articolo cita casualmente l’assassinio della civile Daria Dugina da parte dell’Ucraina come un altro “complotto dei servizi segreti”, omettendo naturalmente di menzionarne la natura di crimine di guerra. Guardate come sorride allegramente Zelensky, insieme al suo compiaciuto intervistatore della ABC, quando rivela che i camionisti civili russi sono stati ancora una volta usati come agnelli sacrificali nel suo attacco con i droni:

Si “dimentica” di dire che i camion si sono “autodistrutti” in seguito, uccidendo apparentemente proprio questi autisti civili, come mostra chiaramente un video. Il terrore, a quanto pare, è un antidoto appetibile quando serve agli interessi dell’Occidente.

Le ramificazioni più sinistre di quanto detto sopra riguardano il modo in cui il terrore dell’Ucraina viene alimentato in concomitanza con il complotto del Regno Unito per sedare la “flotta ombra” della Russia e l’economia in generale. Si tratta chiaramente di un caso in cui l’Ucraina viene usata come punta di freccia per l’arciere di Londra: L’Ucraina è destinata a paralizzare gli interessi economici russi attraverso attività terroristiche sempre più illegali, che saranno “passate” sotto il pretesto del “diritto internazionale”.

In risposta, la Russia ha nuovamente ospitato una serie di esercitazioni della Flotta del Baltico ancora più grandi. L’ultima volta ho pubblicato un video di esercitazioni “antiterrorismo” che simulavano il salvataggio di navi russe “catturate da [terroristi]” nel Mar Baltico. Questa volta hanno partecipato oltre 20 navi da guerra e altri mezzi terrestri come dimostrazione di forza contro chiunque osasse oltrepassare il limite:

La marina militare russa si muove con forza nel Baltico Oltre 20 navi da guerra, portamissili da crociera Kalibr e ipersonici Tsirkon partecipano alle esercitazioni su larga scala, colpendo obiettivi fino a 1.500 km di distanza.

Inoltre, un jet russo avrebbe intercettato un Gripen svedese sul Mar Baltico. Guardate bene: lo svedese sembra salutare il pilota russo.

Intercettazione russa di un JAS 39 dell’Aeronautica militare svedese Gripen (reg 39228) sopra il Baltico Mare oggi.

Qualche rapido aggiornamento dal fronte. Ci sono state molte piccole avanzate in settori meno significativi da parte delle forze russe, come Seversk e persino Zaporozhye, ma per ora ci concentreremo sulle due più significative.

A nord di Bogatyr, le forze russe si stanno facendo strada attraverso Oleksiivka:

Non confondetela con le circa altre 3 Oleksiivka attualmente sotto assalto da parte delle forze russe.

Probabilmente l’avanzata maggiore si è avuta proprio a sud-ovest, nell’area a nord di Velyka Novosilka. Ricordiamo che solo un paio di giorni fa le forze russe hanno catturato Fedorovka, ora sono finalmente entrate a Komar, con rapporti che affermano che le truppe ucraine stanno fuggendo dall’insediamento:

Ancora più a sud-ovest da lì le forze russe si sono espanse verso Malinovka, di cui ho riferito la volta scorsa. Stanno lentamente costruendo il fianco per un’eventuale pressione avvolgente su Gulaipole:

Non ci sono state nuove conquiste eclatanti sul fronte di Sumy, ma le forze russe hanno leggermente aumentato il loro territorio, lavorando più a sud lungo le strade principali da Yablonovka e dall’altra Oleksiivka:

Nella regione di Tetkino, vicino a Kursk, l’Ucraina avrebbe ottenuto un piccolo successo nella cattura di una piccola porzione di territorio, mentre Zelensky continua ad attaccare disperatamente un brandello di terra russa per scopi di pubbliche relazioni. Tuttavia, le forze russe stanno tenendo e probabilmente espelleranno le forze AFU dopo averle ridotte a un numero sufficiente di perdite. Ecco come appare oggi Tetkino, disseminata di carne sacrificabile di Zelensky.

Un rapporto dalla regione di Sumy:

“La nostra fonte riferisce che le Forze Armate ucraine hanno una terribile carenza di gruppi UAV nella direzione di Sumy, che sono stati urgentemente ridispiegati nella direzione Pokrovskoe-Konstantinovskoe, così come nella direzione di Kursk vicino all’insediamento di Tetkino, dal momento che Bankovaya ha gettato tutte le sue forze nella presa di questo insediamento di tipo urbano, che è molto importante per loro per le PR. Per più di un mese, le migliori unità delle Forze Armate ucraine hanno condotto un’offensiva massiccia per ottenere risultati.

Allo stesso tempo, i russi hanno conquistato decine di chilometri quadrati nella regione di Sumy in un mese e si stanno avvicinando alla seconda linea di difesa condizionale delle Forze Armate ucraine in direzione della città di Sumy. La città viene ora preparata per l’evacuazione.

La strategia della Bankova di “attacchi di pubbliche relazioni” porterà a tristi risultati”.

Qualche ultima notizia:

Un soldato russo ha usato un’inaspettata arma segreta per fermare un drone ucraino a fibre ottiche che gli stava dando la caccia:

Una bomba russa Fab-3000 atomizza un blocco di appartamenti ucraini trasformati in roccaforte:

Il giornalista ucraino Volodomyr Boiko riferisce che ben 91.000 AFU hanno già disertato dalle forze armate solo nel 2025:

Una catastrofe militare è in arrivo: Più di 90.000 dall’inizio dell’anno – un soldato delle Forze Armate ucraine sulla portata della diserzione nelle truppe

Il giornalista di Kiev Boyko, che presta servizio nelle Forze Armate dell’Ucraina, riporta la sconvolgente dimensione della fuga dall’esercito.

Nei primi 5 mesi del 2025 sono stati registrati 90.590 casi penali per fuga dalle unità militari:

Gennaio – 18.145,

Febbraio – 17.809,

Marzo – 16.349,

Aprile – 18.331,

maggio – 19.956.

Dall’inizio della Seconda guerra mondiale sono stati registrati 213.722 casi di diserzione.

Boyko osserva che questi dati riflettono solo i casi per i quali sono stati avviati procedimenti penali; la situazione reale è molto peggiore.

Secondo lui, i disertori in realtà non vengono cercati, non tornano in servizio.

“La ragione della catastrofe militare che si sta avvicinando all’Ucraina è ovvia: l’evasione dimostrativa della mobilitazione da parte di fabulisti di corte come Sternenko, Leshchenko o Bigus, lo shabuning di massa – quando decine di migliaia di shabunin, vakarchuks, kipianis e altri leader sono fittiziamente elencati nelle truppe e la mancanza di legge e ordine nelle Forze Armate dell’Ucraina e in altre formazioni militari, causata dalla liquidazione dell’ufficio del procuratore militare nel 2019”, scrive.

Boyko osserva inoltre che in realtà ci sono da 30 a 50 mila soldati delle Forze armate ucraine sulla LBS da parte ucraina.

“Le conseguenze di questa situazione non sono difficili da prevedere”, ha concluso. RVvoenkor

Dobbiamo ammettere che i numeri sono difficili da credere perché sollevano una serie di domande. Se l’Ucraina è davvero così a corto di uomini, allora perché la linea del fronte non sta crollando molto più velocemente?

Per fare l’avvocato del diavolo, alcune possibili risposte:

  1. Il “miracolo dei droni” dell’Ucraina è davvero così efficace come sostengono, dove piccoli gruppi di unità di droni sono in grado di tenere interi fronti da soli contro forze russe molto più numerose.
  2. La maggior parte dei disertori ucraini torna indietro. Quanto detto sopra presuppone che non lo facciano. Tuttavia, i rapporti precedenti hanno sempre rivelato che l’AFU era un’organizzazione lassista in cui le truppe si assentavano continuamente per andare a trovare la famiglia o per “mettere la testa a posto”, per poi tornare alla fine, anche se dopo settimane o mesi. Possiamo supporre che qualche percentuale potenzialmente significativa degli assenti ingiustificati di cui sopra finisca per tornare o per essere riportata indietro con la forza.
  3. L’ultima possibilità: L’Ucraina è vicina al collasso totale del fronte, perché questi numeri sono semplicemente impossibili da sostenere.

Sappiamo che l’Ucraina, stando a quanto riferito, raccoglie più di 15-25k uomini al mese, ma ne perde più di 20k a causa di perdite gravi (KIA più disabili) e, se dobbiamo credere ai numeri di cui sopra, altri 20-30k al mese a causa della diserzione. Questo darebbe una perdita netta di manodopera di circa 20.000 unità al mese, o 240.000 all’anno, il che è impossibile da sostenere.

Tra l’altro, si noti l’affermazione dello stesso giornalista sopra riportata, che confermerebbe la mia opzione n. 1: egli sostiene che l’Ucraina ha solo 30-50k uomini lungo l’intera linea del fronte. Questo sembra molto difficile da credere al valore nominale, tuttavia si consideri quanto segue. Entrambe le parti sostengono di avere 600-800 mila uomini in totale, ma solo una parte di questi si riferisce alle “truppe da combattimento” lungo la linea del fronte. Le truppe da combattimento sono di solito il 20% della forza totale o meno. Molti recenti rapporti ucraini affermano che i russi li superano in numero da 5:1 a 8:1 su vari fronti. Se la Russia ha circa 250.000 truppe da combattimento lungo il fronte e il resto è la “coda”, allora forse è concepibile che il numero di combattenti dell’Ucraina sia davvero così basso, ma è ancora difficile da credere, semplicemente perché sembra quasi troppo catastrofico per essere possibile. Ma potremmo sapere presto la verità, viste le varie previsioni sul “collasso” dell’Ucraina nella prossima estate.


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Oil painting-style portrait of former U.S. President Donald Trump in a blue suit and red tie, shown in sharp left profile, standing before a detailed but unlabeled antique-style map of the Middle East. The composition is rich in warm, earthy tones, with Trump’s expression appearing resolute and contemplative, evoking themes of foreign policy, geopolitics, and leadership.

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Sintesi

  • La strategia di Washington in Medio Oriente è passata dal predominio diretto al controllo delegato, conferendo a Turchia e Arabia Saudita il ruolo di esecutori per procura, pur mantenendo la supervisione strategica.
  • L’esaurimento interno dovuto agli interventi e il calo dei ritorni militari spingono gli Stati Uniti verso una posizione più snella, sostituendo la presenza persistente con un’influenza mirata e una condivisione degli oneri.
  • Turchia e Arabia Saudita formano un fragile asse tattico in Siria: interdipendenti dal punto di vista militare e finanziario, ma frammentati da capacità asimmetriche, eredità rivali e tempi divergenti.
  • L’ordine regionale è frammentato: l’Iran resiste grazie a interlocutori delegati e alleanze esterne, mentre Israele si evolve in un attore preventivo, che opera con il sostegno degli Stati Uniti ma con una crescente autonomia.
  • Gli interventi ricalibrati di Trump favoriscono azioni rapide e limitate, evitando coinvolgimenti su larga scala e preservando al contempo un’influenza critica sulle rotte petrolifere, sulle alleanze e sugli equilibri geopolitici.
  • Sta emergendo una nuova architettura di volatilità gestita: l’America come broker strategico, le potenze regionali come assorbitori di rischio e la stabilità che nasce non dal controllo, ma dalla concorrenza limitata.

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Arretramento strutturale e ascesa dei proxy regionali

Il principio guida della strategia mediorientale del secondo mandato dell’amministrazione Trump è un passaggio dalla gestione americana diretta della sicurezza regionale a un modello di dominio delegato. Questa ricalibrazione non rappresenta una rinuncia all’influenza, ma una ridistribuzione strategica delle responsabilità. Washington cerca di preservare il suo primato non attraverso una presenza persistente, ma attraverso un rafforzamento selettivo degli alleati regionali, in particolare Turchia e Arabia Saudita.

Questo cambiamento strategico si basa su due vincoli strutturali duraturi:

  1. Stanchezza politica interna per l’interventismo : dopo i prolungati conflitti in Iraq e Afghanistan, gli elettori americani di tutto lo spettro politico sono diventati ostili a impegni militari costosi e senza limiti di tempo. L’amministrazione Trump riconosce che il capitale politico non è più disponibile per schieramenti su larga scala.
  2. Eccesso di potere operativo e rendimenti decrescenti : la posizione militare globale degli Stati Uniti ha raggiunto la saturazione negli anni 2010. L’onere di mantenere un impegno costante in più teatri ha spinto a un riorientamento strategico verso un approccio economicamente più sostenibile, che ridistribuisce l’onere dell’applicazione della legge senza rinunciare ai benefici dell’influenza.

La Turchia e l’Arabia Saudita sono strumenti strutturalmente differenziati dell’architettura strategica americana:

  • La Turchia , che vanta il secondo più grande accesso militare e geografico della NATO alla Siria e all’Iraq, fornisce una piattaforma per la proiezione di hard power e il contenimento delle minacce irregolari.
  • L’Arabia Saudita , custode della liquidità energetica e degli strumenti finanziari, esercita la sua influenza attraverso il capitale, in particolare nella ricostruzione, nell’assorbimento del debito estero e nelle reti di clientela.

La loro cooperazione è più frutto di una necessità reciproca che di un’affinità strategica. Nessuno dei due Paesi possiede la capacità completa di imporre l’ordine regionale in modo indipendente. Questo li intrappola in un allineamento tattico fragile e temporaneo, guidato da imperativi esterni.


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L’allineamento condizionale turco-saudita

Il conflitto siriano, ormai nella sua fase di transizione post-Assad, è diventato l’asse centrale attorno al quale ruotano gli interessi turchi e sauditi. Il loro reciproco impegno nel plasmare la ricostruzione e il futuro politico della Siria ha reso necessaria una forma di allineamento pragmatico. Tuttavia, questa cooperazione si inserisce in un quadro di tensione strutturale, rivalità storica e divergenza strategica.

Tre asimmetrie fondamentali definiscono l’asse turco-saudita:

  1. Portfolio di potere asimmetrico : la forza della Turchia risiede nella sua capacità di proiettare la forza e proteggere il territorio, mentre la sua base economica è fragile e volatile . Al contrario, l’Arabia Saudita non possiede capacità militari interne, ma controlla vaste riserve finanziarie e un peso economico internazionale.
  2. Narrazioni storiche incompatibili : la soppressione della prima statualità saudita da parte dell’Impero Ottomano nei secoli XVIII e XIX ha lasciato cicatrici durature. Queste rivalità non sono semplici note a margine storiche; plasmano la percezione contemporanea della leadership regionale e della legittimità sunnita.
  3. Diversi orizzonti temporali politici : l’Arabia Saudita, nell’ambito dell’iniziativa di modernizzazione dall’alto di Mohammed bin Salman , cerca prevedibilità all’estero per stabilizzare la trasformazione economica interna. La Turchia, al contrario, sta entrando in un periodo di incertezza politica interna , con l’era Erdogan ormai prossima alla fine e senza un chiaro piano di successione.

Nel teatro siriano, entrambe le potenze condividono l’interesse strategico di contenere la rinascita iraniana e di moderare la crescente influenza di Israele sulla sicurezza. Tuttavia, la loro cooperazione si basa su un calcolo rigorosamente vincolato delle reciproche necessità. Il finanziamento saudita è essenziale per la ricostruzione siriana; le forze turche sul campo sono indispensabili per il mantenimento dell’ordine. Questa interdipendenza è reale ma superficiale, e rimane suscettibile di rotture quando gli interessi divergono.

Detailed historical map showing the Ottoman Empire at its greatest territorial extent, spanning Southeast Europe, Western Asia, and North Africa. The core empire is shaded in dark orange, covering modern-day Turkey (Anatolia), the Balkans (including Greece, Serbia, Bulgaria, Albania, Bosnia), the Middle East (Syria, Iraq, Palestine, and parts of the Arabian Peninsula), and North Africa (Egypt, Libya, Tunisia, Algeria). Lighter orange highlights tributary and vassal states such as Crimea, Moldavia, Wallachia, and Transylvania. Key cities like Constantinople, Cairo, Jerusalem, Mecca, Baghdad, and Vienna are labeled. Major bodies of water including the Mediterranean Sea, Red Sea, Black Sea, and Persian Gulf are clearly marked.

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Israele, Iran e i vincoli all’ordinamento regionale

Il Medio Oriente contemporaneo non si adatta a un dominio unipolare. È un contesto di sicurezza frammentato, caratterizzato da egemoni specifici per ogni ambito, ognuno potente nel proprio ambito ma incapace di imporre un ordine sistemico. La posizione strategica dell’amministrazione Trump riconosce questo fatto e opera di conseguenza.

  • L’Iran , sebbene estromesso dalla Siria , mantiene un’influenza duratura in Iraq, dove le sue milizie e i suoi rappresentanti politici formano un ecosistema di potere consolidato. Le sue alleanze esterne con Russia e Cina forniscono risorse finanziarie e tecnologiche che diluiscono l’efficacia delle sanzioni occidentali.
  • Israele , un tempo soddisfatto della deterrenza strategica, si è evoluto in un attore preventivo. Ora conduce operazioni militari in profondità in Siria e oltre, con l’obiettivo non solo di dissuadere, ma anche di indebolire le infrastrutture avversarie prima che diventino operative. Questa dottrina estesa richiede un supporto costante da parte degli Stati Uniti in ambito logistico, diplomatico e tecnologico.

Tuttavia, l’amministrazione Trump ha deliberatamente imposto restrizioni a tale sostegno. Pur sostenendo le prerogative di sicurezza di Israele, è sempre più riluttante a farsi carico dei costi internazionali dell’escalation israeliana. Il risultato è una ricalibrazione delle aspettative. Israele mantiene la libertà operativa; tuttavia, ci si aspetta che gestisca in modo indipendente il contraccolpo politico ed economico. Viene riposizionato non come un soggetto sottoposto alla strategia statunitense, ma come una potenza autoassicurativa che deve calcolare i costi con maggiore precisione.


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Proiezione della potenza degli Stati Uniti in una modalità vincolata

Gli Stati Uniti non hanno abbandonato il Medio Oriente. Piuttosto, hanno adattato il loro metodo di intervento. L’era degli interventi massimalisti, segnata dall’invasione dell’Iraq del 2003 e dalla campagna in Libia del 2011, ha lasciato il posto a interventi tatticamente calibrati e politicamente moderati. Le azioni militari dell’amministrazione Trump seguono uno schema coerente: rapida escalation, obiettivi limitati e rapido ritiro.

Tre casi emblematici illustrano questa modalità vincolata:

  • Yemen : gli attacchi mirati alle infrastrutture degli Houthi hanno dimostrato la determinazione americana, evitando al contempo il pantano di un coinvolgimento a lungo termine.
  • Iran : la campagna di “massima pressione” si basa sulla coercizione economica, utilizzando sanzioni per indebolire il calcolo strategico di Teheran senza scatenare una guerra vera e propria.
  • Gaza : gli Stati Uniti evitano un coinvolgimento diretto, consentendo a Israele di proseguire la sua campagna senza tuttavia garantire loro il tipo di protezione diplomatica a tutto campo di cui un tempo godevano.

Questo modello riflette dure verità strutturali. Gli Stati Uniti non possono permettersi il costo finanziario o politico di rimodellare le società mediorientali. Eppure, i loro interessi duraturi (il transito del petrolio, le rotte commerciali globali e le rivalità tra grandi potenze) impongono loro di rimanere un arbitro decisivo. Pertanto, gli Stati Uniti si sono riposizionati non come un esecutore permanente, ma come un regolatore strategico, intervenendo episodicamente per preservare l’equilibrio senza incorrere nel peso dell’occupazione.


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Il calcolo strategico delle potenze secondarie

Il ritiro parziale della tutela militare statunitense ha creato un contesto di autonomia condizionata per le potenze regionali. Questa nuova libertà d’azione consente a stati come Turchia, Arabia Saudita e Israele di perseguire programmi indipendenti, sebbene sempre all’interno di una rete di vincoli economici, tecnologici e diplomatici imposti da Washington.

Questi vincoli si manifestano attraverso molteplici strumenti:

  • Dipendenza monetaria : l’integrazione dell’Arabia Saudita nel sistema energetico basato sul dollaro statunitense la rende sensibile alla politica fiscale americana e ai regimi di sanzioni globali.
  • Vulnerabilità commerciali : l’esposizione della Turchia ai dazi statunitensi, unita alla sua dipendenza dall’accesso ai mercati finanziari occidentali, limita la sua capacità di operare al di fuori dell’influenza economica americana.
  • Dipendenza dalla difesa : gli armamenti avanzati, i sistemi di sorveglianza e le capacità informatiche di Israele dipendono in larga misura da componenti e contratti di manutenzione americani.

L’approccio transazionale di Trump, che offre sicurezza in cambio dell’allineamento politico, amplifica questa struttura. Di fatto, Washington ha privatizzato la protezione. Gli attori regionali devono ora pagare, con concessioni politiche o integrazione economica, per lo scudo che un tempo ricevevano incondizionatamente. Ciò rafforza la loro responsabilità strategica, ampliando al contempo la loro libertà operativa.


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La ridistribuzione del rischio e della responsabilità

Il quadro di sicurezza post-americano in Medio Oriente non è un vuoto; è un’architettura di spostamento, in cui gli oneri dell’applicazione della legge e del rischio vengono ridistribuiti tra una serie di attori regionali, tutti vagamente allineati sotto la supervisione strategica degli Stati Uniti.

Questa struttura emergente è caratterizzata dalla specializzazione dei ruoli:

  1. Israele attua una difesa avanzata ma assorbe la reazione internazionale.
  2. L’Arabia Saudita finanzia la stabilizzazione ma non ha capacità di proiezione.
  3. La Turchia proietta la forza a livello locale, ma non riesce a sostenere un’espansione strategica eccessiva.
  4. L’Iran resta geograficamente intrappolato, ma sopravvive grazie a una guerra asimmetrica e alleanze con potenze extraregionali.

In questo sistema, gli Stati Uniti rimangono indispensabili, non come potenza egemone, ma come meccanismo di bilanciamento. Intervengono non per riconfigurare la regione, ma per ricalibrarne le frizioni interne. L’approccio di Trump affina la logica del potere americano. Gli Stati Uniti si trasformano così da manager imperiale a mediatore strategico.

Il risultato è una volatilità gestita, in cui la vera stabilità emerge non dal predominio, ma dal delicato equilibrio delle ambizioni competitive. Il Medio Oriente, un tempo plasmato da imperi esterni, ora evolve attraverso ricalibrazioni interne. L’architettura della realpolitik si è trasformata in un’impalcatura distribuita di potere reciprocamente vincolato.

Generale Mike Flynn

Generale Mike Flynn

Sono, infatti, iniziati, grazie a Tulsi Gabbard, i primi accertamenti sul personale di intelligence a conoscenza della progettazione dell’ultimo attacco alle basi russe_Giuseppe Germinario

1. Mentre la maggior parte degli americani rimane beatamente disinformata dalla stampa istituzionale, le due più grandi superpotenze del mondo vengono manipolate da Forze Oscure, sia all’interno che all’esterno del nostro governo, per arrivare a un importante scontro militare che nessun paese vorrebbe, e nessuna persona sana di mente vorrebbe mai.

2. Non ho alcun ruolo nell’amministrazione Trump, ma nel corso di una lunga carriera nell’esercito in uniforme, in particolare nell’intelligence militare, mi sono impegnato a coltivare numerose fonti di informazione in tutto il mondo. Da quello che riesco a ricostruire, desidero condividere le mie profonde preoccupazioni su chi si celi dietro questa marcia verso la guerra e i miei consigli su come la nostra nazione e l’Occidente possano evitare un importante scontro militare con la Russia.

3. Credo che il Deep State americano sia composto da persone che nutrono un odio profondo, viscerale e irrazionale per la Russia, e che queste persone abbiano cospirato per ostacolare il processo decisionale del presidente Trump attraverso la bufala del Russiagate. Durante il periodo in cui l’Unione Sovietica si espandeva e si infiltrava nel nostro governo, ero un aperto anticomunista, ma, nonostante le bugie raccontate dal nostro Stato Profondo, la Russia non è l’Unione Sovietica e Putin non è Stalin. Ancora oggi, anni dopo la scoperta della bufala del Russiagate, gli sforzi del Presidente Trump per portare la pace incontrano resistenza. La stampa istituzionale, profondamente influenzata e talvolta persino controllata dal nostro Stato Profondo, ha etichettato il Presidente Trump e coloro che lavorano per lui come “burattini di Putin” per spingerlo a prendere misure ingiustificate e aggressive contro la Russia. Queste voci provenienti dalla stampa istituzionale riflettono le opinioni dello Stato Profondo, non del popolo americano, né del movimento MAGA, e dovrebbero essere completamente ignorate, se non addirittura derise.

4. Durante quasi tutto il periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, e certamente fin dalla fondazione della CIA nel 1947, queste forze oscure e non elette dell’establishment hanno agito per destabilizzare il mondo, portando morte, carestia, assassini, violenza, colpi di stato, rivolte, rivoluzioni e distruzione sul nostro pianeta. Attualmente, queste forze stanno lavorando per provocare la Russia in un conflitto militare di vasta portata, forse definitivo, con l’Occidente.

5. Questa provocazione assume molteplici forme. La più recente riguarda l’attacco a sorpresa con droni all’arsenale strategico della Federazione Russa, che si dice abbia colpito 40 bombardieri, ovvero circa un terzo della flotta di bombardieri strategici russa. Poiché i bombardieri strategici russi e americani sono generalmente tenuti, per accordo, a essere visibili alla sorveglianza satellitare, mai prima d’ora nessuno aveva sferrato un attacco contro questi obiettivi visibili. Se i bombardieri russi possono essere attaccati impunemente, lo possono essere anche quelli americani. Con questa azione, il governo ucraino non ha solo indebolito la Russia, ma ha anche messo a repentaglio l’America. Pertanto, coloro che nel governo ucraino hanno ordinato questi attacchi si sono inimicati non solo la Russia, ma anche gli Stati Uniti. A peggiorare le cose,Questo attacco ingiustificato è stato seguito dagli attacchi ucraini al ponte sullo Stretto di Kerch, che collega Russia e Crimea.

6. Non credo che la recente escalation contro la flotta di bombardieri strategici russi sia stata autorizzata o coordinata con il Presidente Trump. Piuttosto, ritengo che lo Stato Profondo stia ora agendo al di fuori del controllo della leadership eletta della nostra nazione. Credo che queste persone nel nostro Stato Profondo siano impegnate in uno sforzo deliberato per provocare la Russia a un confronto importante con l’Occidente, compresi gli Stati Uniti. È giunto il momento di agire aggressivamente contro coloro che abusano della loro autorità di dipendenti pubblici per manipolare la leadership eletta della nostra nazione.

7. Cresciuto in una famiglia democratica irlandese nel Rhode Island, avevo solo circa cinque anni quando John Kennedy fu assassinato, ma la nostra famiglia considerava John Kennedy un eroe. Non solo per la mia famiglia, uno dei nostri presidenti più amati, John F. Kennedy, nel 1961 si ritrovò manipolato dalle precedenti versioni di queste stesse forze del Deep State quando tentarono di manipolare il presidente Kennedy per lanciare aerei dell’Aeronautica Militare per attaccare Cuba dopo la fallita invasione, provocando un conflitto aperto sia con Cuba che con l’Unione Sovietica. Nel discorso del giugno 1963 all’American University, in cui il presidente Kennedy dichiarava la sua visione di pace con l’Unione Sovietica, si dichiarò nemico di questo Deep State, che, a quanto pare, reagì partecipando al suo assassinio cinque mesi dopo a Dallas. Il Deep State americano non è solo una minaccia per la pace, ma una minaccia per il presidente.

8. Il presidente Trump ha già affrontato almeno due tentativi di assassinio. Se c’è una persona che credo abbia il carattere e l’amore per la nostra nazione per liberare il nostro governo da queste forze, è il presidente Trump. Dopo la sparatoria di Butler, in Pennsylvania, il presidente Trump ha mostrato il tipo di coraggio personale che coloro di noi che hanno prestato servizio nell’esercito ammirano profondamente. Con grande affetto per il Presidente, lo esorto ora a rischiare ancora una volta l’ira dello Stato Profondo, intraprendendo azioni volte a epurare i nemici della nostra nazione all’interno delle nostre agenzie e dei nostri dipartimenti. Rimuovere tali persone dal potere è assolutamente necessario per raggiungere il tipo di pace che ha descritto durante la sua campagna e all’inizio della sua amministrazione.

9. Una volta che il Presidente Kennedy si rese conto di essere manipolato e osteggiato perché cercava la pace, rimosse Allen Dulles dall’incarico di Direttore della CIA e diversi suoi assistenti. Esorto il Presidente Trump a fare immediatamente pulizia in casa di chiunque nel governo avesse avuto conoscenza o vi avesse partecipato in qualsiasi modo, e ad andare oltre dichiarando immediatamente la fine di qualsiasi sostegno alla guerra in Ucraina. Il Presidente Trump ha ragione: questa non è la “sua” guerra. Lo esorto a richiamare dall’Ucraina tutto il personale militare e governativo, palese o segreto che sia.Lo esorto a far rimuovere tutto il personale e a interrogarlo presso l’FBI o l’esercito per scoprire la loro possibile partecipazione ad attività militari non autorizzate. Qualsiasi americano che abbia aiutato e favorito gli attacchi all’Ucraina dovrebbe essere indagato per violazione della legge americana e perseguito se necessario.

10. Credo inoltre che il Presidente Trump dovrebbe prendere le distanze da alcuni leader occidentali, come il Cancelliere tedesco Fred Merz, che hanno agito e parlato in modo irresponsabile riguardo alla guerra in Ucraina. Se ci sono Paesi in Europa che desiderano fornire assistenza militare all’Ucraina, questo è un loro problema e non dovrebbero sorprendersi della risposta del Presidente Putin alle loro azioni contro la Russia. Se tali leader vogliono condurre le loro nazioni alla guerra persistendo in un comportamento così irresponsabile, lo faranno da soli.

11. Esorto il Presidente Trump a prendere le distanze anche dai guerrafondai dichiarati nel nostro governo, tra cui spicca il senatore statunitense Lindsay Graham. Chi ama le guerre combattute da altri non è amico dell’America e non ha il diritto di essere amico del Presidente.

12. Infine, esorto il popolo americano a sostenere con preghiera e risolutezza il Presidente Trump mentre fa pulizia e agisce per perseguire il tipo di pace che il Presidente Kennedy aveva abbracciato. La pace non è la condizione normale dell’uomo. La libertà richiede un prezzo da pagare per ogni generazione. È tempo di impegnare nuovamente la nostra nazione in entrambi i campi.

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Trump-Putin: il giorno dopo del giorno dopo Con Gianfranco Campa

Cinque giorni di assordante silenzio alla Casa Bianca da parte di Trump, Vance, Gabbard e Hegseth hanno suscitato attese e profonde inquietudini, soprattutto perchè accompagnate dalla loquacità e dalla intraprendenza di Graham, Pompeo e Blumental, ovvero la fronda manifesta a Trump. In apparenza un temuto passaggio di consegne nell’esercizio di potere e un ritorno alle pratiche neoconservatrici e apertamente belliciste. Ci ha pensato la telefonata tra Putin e Trump certamente non a determinare una svolta, ma a riportare nell’ambiguità la situazione lasciando di fatto a Putin, ancora una volta, l’iniziativa. Lo scontro politico negli States è tutto confermato nella sua virulenza e, presto, lascerà sul terreno altre vittime illustri, sperabilmente lo stesso Graham; sta attraversando verticalmente la stessa amministrazione con la contrapposizione e l’abbandono polemico, di fatto ormai ostile, di Musk; in Europa il sodalizio bellicista è sempre più strutturato, ma al prezzo di una fragilità che sarà messa a dura prova dai prossimi eventi. I vari punti di attrito fanno ormai parte di un puzzle sempre più complesso e difficile da controllare. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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SITREP 6/5/25: Un’altra trovata di pubbliche relazioni si spegne mentre la Russia stringe la morsa su Sumy, di Simplicius

SITREP 6/5/25: Un’altra trovata di pubbliche relazioni si spegne mentre la Russia stringe la morsa su Sumy

Simplicius 6 giugno
 
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In risposta alle provocazioni ucraine dell’ultima settimana, Putin ha rilasciato una lunga dichiarazione in cui accusa l’Ucraina di essere scivolata nel terrorismo e di sabotare i colloqui di pace:

Putin ha rilasciato una serie di dichiarazioni:

– L’Ucraina sta subendo enormi perdite e si sta ritirando lungo l’intera linea del fronte, quindi sta cercando di intimidire la Russia con attacchi terroristici.

– Il regime di Kiev, già illegittimo, sta degenerando in un’organizzazione terroristica e i suoi sponsor stanno diventando complici dei terroristi.

– L’attacco terroristico al treno nella regione di Bryansk è un attacco mirato contro i civili.

– Il regime di Kiev “non ha affatto bisogno della pace”, perché significherebbe una perdita di potere per lui.

– Una pausa nell’azione militare verrebbe utilizzata da Kiev per una mobilitazione forzata, per rifornirsi di armi e per preparare attacchi terroristici.

Ovviamente si tratta di un discorso piuttosto tiepido, vista la quantità di cose che sono accadute solo negli ultimi giorni, ma l’aspetto importante è che Putin sembra essersi irrigidito nella sua posizione: sarebbe inutile concedere all’Ucraina una lunga tregua per il cessate il fuoco.

Chi si aspettava una risposta furiosa da parte russa, ovvero un bombardamento a tappeto di Kiev con gli Oreshnik e simili, era destinato a rimanere deluso dalla reazione della Russia. E ancora di più dalle dichiarazioni di alcuni funzionari russi, in questo caso del viceministro degli Esteri Ryabkov, che ha affermato che non un solo aereo russo è stato “distrutto” nel raid di droni pianificato da tempo dall’Ucraina:

https://www.pnp.ru/politics/ryabkov-zayavil-chto-povrezhdennye-pri-terakte-vsu-samolety-vosstanovyat.html

Gli aerei danneggiati durante l’attacco terroristico del regime di Kiev il 1° giugno saranno ripristinati. Lo ha dichiarato in un’intervista alla TASS il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov.

È un po’ strano e serve solo a screditare le autorità russe, visto che abbiamo visto foto satellitari fresche di aerei che sembrano chiaramente irrecuperabili. Detto questo, sono state intercalate così tante versioni false generate dall’IA da far sorgere legittimamente domande su “quanti” aerei russi siano andati realmente perduti.

Persino i principali account ucraini erano stufi che la falsificazione dell’IA danneggiasse la credibilità dell’Ucraina stessa:

In particolare, si noti lo strano ibrido missile/aereo nell’angolo in alto a destra.

Ne ho visti diversi altri oltre a quello sopra, per non parlare della prova che alcuni degli aerei non avevano motori e quindi erano cellule di recupero.

FighterBomber ha affermato:

Come ho detto prima, il numero di aerei distrutti è a una cifra. Non decine.

Per volontà del destino, la stragrande maggioranza degli aerei attaccati dagli Hohol erano velivoli non volanti della “fila di ferro”.

Purtroppo, nella nascente era dell’IA è difficile fidarsi di qualsiasi cosa, in particolare di un nemico che sta perdendo e che quindi ha un incentivo incomparabilmente maggiore a saturare lo spazio informativo con “vittorie simulate”.

https://www.reuters.com/business/aerospazio-difesa/l’Ucraina ha colpito meno aerei-russi-di quanto stimato-da-noi-ufficiali-dicono-2025-06-04/

Per quanto riguarda la risposta della Russia, un analista russo l’ha formulata nel modo migliore: “Zelensky ha un disperato bisogno di una tragedia rumorosa.“. Ovviamente, tutti gli attacchi di questo tipo sono progettati per spingere la Russia a fare qualcosa che possa essere venduto come un “massacro senza precedenti” o simili.

Detto questo, questa notte i Tu-95 russi e le navi che lanciano Kalibr hanno inscenato un nuovo attacco che potrebbe rientrare tra le “risposte” della Russia.

Una prima sintesi:

Il Retaliation Strike russo è composto da:

5x TU-95
2x TU-160
4x Navi
400~ OWA-UAVS .

Probabile carico d’attacco da queste piattaforme:

400~ OWA-UAV
24x missili Kalibr
64~ missili Kh-101.

La Russia sta probabilmente prendendo di nuovo di mira le infrastrutture energetiche, con un incendio che si è verificato nei pressi del CHP-5 di Kiev, uno dei principali impianti di cogenerazione della città, che fornisce elettricità e riscaldamento a gran parte della capitale. L’Ucraina sta colpendo anche la Russia questa notte con gli OWA-UAVS che hanno attaccato i campi d’aviazione russi di Saratov, Engels, Ryazan e il deposito di missili balistici Iskander-M nel campo d’aviazione di Bryansk, danneggiando fino a 3 TELS della 26esima brigata missilistica russa. Ucraina Missili Neptune lanciati a Sebastopoli e OWA-UAV verso la Crimea.

Continuano gli avanzamenti sul fronte, anche se sono leggermente rallentati negli ultimi due giorni:

Sul fronte di Zaporozhye, vicino a Gulaipole, le forze russe hanno risvegliato una nuova direzione dalla lunga quiescenza. Ukraine’s DeepState scrive dell’improvviso assalto a Malinovka:

Nelle vicinanze della linea Velyka Novosilka, le forze russe hanno ripreso l’offensiva e hanno catturato Fedorovka come ultimo tentativo prima di Komar:

Operazioni militari attive nella zona di Velikaya Novosyolka.

Attacco delle Forze Armate russe nell’insediamento di Fyodorovka. Il gruppo d’assalto elimina le posizioni delle Forze Armate ucraine nella zona residenziale.

L’avanzata delle Forze Armate russe lungo la sponda occidentale del fiume Mokrye Yaly è di oltre 2 km.

47.953795,36.755597

Nella direzione di Konstantinovka vengono presi d’assalto i villaggi gemelli di Dyliivka:

Uno dei maggiori avanzamenti degli ultimi giorni si è verificato sul fronte di Lyman. Lì le forze russe hanno recentemente catturato Ridkodub e si stanno già spingendo a ovest di esso, oltre a un nuovo saliente parallelo direttamente a sud:

A nord, le forze russe hanno conquistato Kindrashivka, sul fianco settentrionale di Kupyansk:

Dopo intensi combattimenti, i soldati della 27ª Brigata motorizzata di fucili della 1ª Armata di carri armati del Distretto militare di Mosca hanno issato la bandiera russa sul villaggio liberato.

Infine, i maggiori progressi si sono registrati ancora una volta nella regione di Sumy. Nell’ultimo aggiornamento di soli due giorni fa, le forze russe avevano appena raggiunto la periferia nord di Yablonovka, ora hanno conquistato completamente il villaggio:

Come si può vedere, hanno preso anche un tratto di territorio a sud di Andriivka e Oleksiivka, continuando a scendere verso Pysarivka.

Sebbene sia stata catturata in precedenza, Vodolahy – cerchiata in bianco qui sopra – è stata conquistata dal 1443° reggimento di fucilieri a motore delle forze russe; una piccola descrizione della loro impresa:

Il comandante del battaglione con il nome di battaglia “Mazhor” racconta come i militari russi hanno conquistato Vodolagi nella regione di Sumy:

L’offensiva ha avuto successo perché l’unità è entrata da tre direzioni, utilizzando tattiche di aggiramento e di avvolgimento. Abbiamo conquistato completamente l’insediamento in tre-quattro giorni”.

Le difese della regione di Sumy si stanno ora sgretolando e molti “sussurri” suggeriscono che l’intera regione potrebbe crollare e andare perduta. Un commentatore di nome Masno, che vive a Sumy in forma anonima, riferisce:

Da un ufficiale dell’esercito ucraino a Sumy, parole sue, non mie… “Sumy è fottuta, sarà persa per la Russia”. Ha parlato più o meno della maggior parte dell’Oblast’ di Sumy.

Nel frattempo, una donna di Sumy ha postato questo:

Si noti che “Importi” in basso è una traduzione errata di Sumy da parte dell’AI.

Ciò ha fatto seguito alla pubblicazione di Mariana Bezugla:

Ultimi articoli di nota:

https://www.politico.eu/articolo/missili-ucraina-attacchi-drone-bombardieri-russia-guerra-invasione-trattative-pace-conflitto/

Politico lustra l'”Operazione ragnatela” dell’Ucraina, ma alla fine conclude che avrà pochi effetti reali sulla guerra:

È triste dirlo, ma anche se l’attacco complica la scelta della Russia di dove basare i suoi bombardieri strategici e di come proteggerli, la tendenza militare è ancora a favore del Cremlino, con o senza sanzioni economiche più dure. E mentre la Russia aumenta la produzione di droni e missili balistici, la guerra aerea diventa sempre più difficile per l’Ucraina.

Scrivono poi:

Attualmente, si ritiene che il Paese abbia otto batterie di missili Patriot, ma si pensa che solo una mezza dozzina sia in funzione in qualsiasi momento… I Patriot sono circa l’unica arma che l’Ucraina ha per intercettare i missili balistici russi, ma spesso ci vuole una coppia di intercettori Patriot per abbattere un missile in arrivo.

Intanto, secondo Oleh Ivashchenko, capo del Servizio di intelligence estera dell’Ucraina, la Russia prevede di produrre circa 3.000 missili a lungo raggio nel 2025, tra cui 750 missili balistici Iskander e più di 560 missili Kh-101.E sebbene il numero esatto di missili Patriot che l’Ucraina ha a disposizione sia un segreto strettamente custodito, la maggior parte degli osservatori militari sospetta che siano meno di 200. .

In sostanza, i conti non tornano a favore dell’Ucraina.

L’analista ucraino Tatarigami è d’accordo:

Sebbene sia improbabile che questa operazione diminuisca immediatamente la frequenza degli attacchi missilistici contro l’Ucraina, dato che la Russia impiega in genere da 7 a 11 bombardieri per ogni salva, essa ha implicazioni a più lungo termine. Di conseguenza, la perdita anche solo di una parte di queste risorse, soprattutto quelle difficili o quasi impossibili da sostituire, riduce la capacità di proiezione di forze a lungo raggio della Russia e la sua flessibilità geostrategica complessiva. In sintesi, si è trattato di un’operazione significativa e probabilmente di grande successo per l’Ucraina. Sebbene non porti di per sé a una rapida riduzione della minaccia aerea sulle città ucraine, degrada un segmento critico delle capacità di proiezione di forza della Russia. Infine, potrebbe influenzare un potenziale accordo per ridurre e limitare gli attacchi a lungo raggio in futuro.

In breve: non ha alcun effetto reale sull’Ucraina, ma riduce la “proiezione di forza” globale della Russia. La traduzione più accurata è che l’Ucraina sta semplicemente combattendo la battaglia per indebolire la Russia in vista di una futura guerra Russia-NATO, usando se stessa come agnello sacrificale per farlo.

Alla luce di ciò, l’ultimo rapporto ISW sostiene:

Il Cremlino sta continuando a preparare la società russa e la base dell’industria della difesa russa (DIB) a una guerra prolungata con l’Ucraina e a una potenziale guerra futura con la NATO.

Il 30 maggio il Presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che consente al governo russo di revocare i diritti degli azionisti delle imprese industriali della difesa nel caso in cui l’impresa non adempia agli ordini di difesa dello Stato durante la legge marziale.[4] Il decreto consente al Ministero russo dell’Industria e del Commercio di nominare una società di gestione che agisca come unico organo esecutivo dell’impresa al fine di adempiere agli obblighi contrattuali nei confronti del governo russo. Il decreto si applica alle imprese di aviazione civile e di costruzione navale, alle imprese di sviluppo e produzione militare e ai subappaltatori del governo.

Putin sta probabilmente creando le condizioni legali per consentire al governo russo di requisire elementi dell’economia russa e del DIB nel caso in cui il Cremlino introduca la legge marziale completa per passare il Paese a un assetto di guerra. ISW continua a ritenere che il Cremlino stia preparando la società e l’economia russa a una guerra prolungata in Ucraina, indicando che la Russia non èinteressata a impegnarsi in negoziati in buona fede per raggiungere una soluzione diplomatica alla sua guerra in Ucraina.[5]

L’Ucraina ha annunciato che un altro centro di addestramento è stato colpito a Poltava, questa volta affermando che ci sono stati solo “feriti”:

Due nuovi carri armati Abrams e un Leopard sono stati recuperati dalle forze russe a Sumy e Kursk:

Una presentazione militare a Kiev sostiene che la Russia intende occupare tutto il territorio fino al Dniepr entro il 2026:

La Russia punta a liberare tutto il territorio a est del Dnepr e a tagliare fuori l’Ucraina dal Mar Nero

– Pavlo Palisa, vice capo dell’Ufficio di Zelensky, ha dichiarato che la Russia intende assumere il pieno controllo di tutto il territorio a est del fiume Dnepr nel 2026. L’operazione dovrebbe includere anche le regioni strategiche di Odessa e Nikolaev, eliminando così il restante accesso dell’Ucraina al Mar Nero.

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Si noti l’affermazione dell’intelligence secondo cui la Russia intende prendere d’assalto il Dnieper e conquistare Kherson entro la fine del 2025. Sanno qualcosa che noi non sappiamo?

All’inizio della giornata, le bombe a mano russe hanno distrutto l’edificio amministrativo della città di Kherson, dove è stata registrata una presenza militare ucraina:

Alla luce di tutte le provocazioni nel Mar Baltico, la flotta russa del Baltico ha inscenato esercitazioni per “respingere il sequestro di navi russe da parte dei terroristi” – possiamo immaginare a cosa si riferisca:

La Flotta del Baltico si sottopone a esercitazioni pianificate per salvare una nave catturata dai terroristi.

I distaccamenti di contro-sabotaggio della Flotta Baltica e le unità delle forze per le operazioni speciali si sono esercitati nella liberazione di una nave catturata dai terroristi.

Secondo lo scenario, una nave civile, che era un rimorchiatore di salvataggio della Flotta del Baltico, è stata catturata da un gruppo di uomini armati che minacciavano di uccidere gli ostaggi se non avessero obbedito.

Il Comando della Flotta del Baltico ha deciso di inviare nell’area dell’incidente navi antisabotaggio e di pattugliamento, nonché imbarcazioni ad alta velocità con personale delle forze speciali della Flotta del Baltico.

Per sostenere le azioni delle forze militari speciali, sono stati coinvolti elicotteri navali con distaccamenti d’assalto a bordo. Durante questo episodio dell’esercitazione, sono state praticate varie opzioni per isolare la nave catturata. Sono stati anche addestrati ad evacuare i feriti e a fornire loro assistenza medica.

Le unità delle forze operative speciali sono sbarcate dal mare e dall’aria sulla nave catturata, hanno bloccato e neutralizzato i finti terroristi. L’equipaggio della nave è stato liberato con successo.

Le truppe russe dimostrano un drone a fibra ottica con una portata record di 50 km su un enorme cilindro:

Un corrispondente russo cavalca uno dei nuovi droni terrestri UGV della Russia:

Un corrispondente della Zvezda ha fatto un giro su un drone terrestre – il progetto militare è in fase di test in uno dei campi di prova della regione di Mosca. Dopo tutte le modifiche, il robot dovrebbe essere inviato nella zona SVO. Può essere utilizzato per consegnare munizioni ed evacuare i soldati: sette persone possono salire contemporaneamente, ha dichiarato Vladislav Kustov. La capacità di carico del drone è di almeno 500 chilogrammi.

Un’unità russa senza nome si lancia in un fulmineo assalto in moto, dimostrando il nuovo volto della guerra:

Una vignetta attuale sull’ossessione tormentosa e, allo stesso tempo, esilarante e senza speranza che tormenta l’Ucraina per il ponte di Crimea:


Il vostro supporto è inestimabile. Se avete apprezzato la lettura, vi sarei molto grato se vi impegnaste a sottoscrivere un impegno mensile/annuale per sostenere il mio lavoro, così da poter continuare a fornirvi report dettagliati e incisivi come questo.

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TRUMP-RAMAPHOSA: DRAMMA NELLO STUDIO OVALE E POI UN ACCORDO COMMERCIALE, di Chima

TRUMP-RAMAPHOSA: DRAMMA NELLO STUDIO OVALE E POI UN ACCORDO COMMERCIALE

Un altro articolo straordinariamente dettagliato per separare i fatti dalla finzione, con alcuni dati statistici sulla criminalità e accordi commerciali aggiunti per buona misura

Chima2 giugno
 LEGGI NELL’APP 

NOTA DELL’AUTORE:

Non avrei mai pensato di tornare a scrivere del Sudafrica così presto, ma eccoci di nuovo con un quarto articolo sullo stesso argomento.

Il precedente (terzo) articolo che ho scritto su questo argomento si concentrava su come Ernst Roets e la sua organizzazione AfriForum sfruttassero la Guerra Culturale statunitense iper-razzializzata per manipolare i conservatori americani (ad esempio Tucker Carlson) spingendoli a sostenere la sua causa secessionista. Utilizzando il caso dell’ambasciatore Rasool, espulso, ho illustrato quanto il governo sudafricano sia impreparato nel contrastare le narrazioni ingannevoli diffuse da creature venali come Ernst Roets e il suo capo, Carl Martin Kriel.

Cliccando sulla miniatura avrete accesso diretto all’articolo di aprile 2025 :


SUDAFRICA: I RAPPORTI CON GLI USA CONTINUANO A DECRESCERE
Chima·24 aprile
SUDAFRICA: I RAPPORTI CON GLI USA CONTINUANO A DECRESCERE
Punti salienti:
Leggi la storia completa

Il quarto articolo pubblicato di seguito è essenzialmente una continuazione del precedente articolo, con gli stessi temi di scarsa preparazione e incompetenza da parte del governo sudafricano nel contrastare la narrazione del “genocidio bianco”.

Ma, cosa ancora più importante, copre il recente dramma pubblico scoppiato alla Casa Bianca quando Donald Trump ha colto di sorpresa la delegazione sudafricana in visita con videoclip di Julius Malema, foto di contadini afrikaner con i volti feriti e insanguinati e immagini di una sepoltura di massa nella Repubblica Democratica del Congo spacciate per “prova del genocidio bianco”.

L’espressione di sconcerto e disagio sul volto del presidente sudafricano, impreparato, diceva tutto. A quanto pare, Cyril Ramaphosa era sbalordito dal fatto che l’altamente volubile Trump rinunciasse pubblicamente alle sottigliezze diplomatiche e insultasse i suoi ospiti con accuse mirate e prive di fondamento.

Ciononostante, il leader sudafricano in difficoltà si presentò comunque alla Casa Bianca con proposte commerciali che interessarono il famoso Orange Strongman, un uomo forte e incline alle transazioni.


Il pilastro dell’ANC ed ex sindacalista Ramaphosa, fotografato nel 1999. Ha presieduto la Commissione per l’Emancipazione Economica dei Neri (BEE), che supervisionava le iniziative di “azione affermativa”. La BEE non ha aiutato i poveri non bianchi a superare le disuguaglianze economiche dell’era dell’apartheid. Ma ha aiutato i pilastri “socialisti” dell’ANC a imparare a “smettere di preoccuparsi delle disuguaglianze di classe e ad amare lo stile di vita borghese dei ricchi imprenditori”.

Fin dall’espulsione dell’ambasciatore sudafricano Ebrahim Rasool dagli Stati Uniti per aver usato l’ormai consueto insulto “Trump è un suprematista bianco” , il presidente Cyril Ramaphosa si è battuto per impedire che i rapporti diplomatici con gli Stati Uniti si deteriorassero ulteriormente. Le sue motivazioni non erano un amore eterno per gli Stati Uniti, ma puramente affari e commercio.

Decenni di accettazione di sinecure da dirigente per sedere nei consigli di amministrazione di grandi aziende straniere e di aziende nazionali di proprietà di bianchi, desiderose di rispettare le leggi sulle “azioni positive” , avevano insegnato al sindacalista diventato miliardario i meccanismi del commercio internazionale molto prima che diventasse presidente del Sudafrica.

Non si è preoccupato quando Trump ha cancellato gli “aiuti dei donatori”, dato che non sarebbe stato nemmeno un segnale, data la grande economia mista del Sudafrica. Era preoccupato per la propensione di Trump ai dazi, che comunque non danneggeranno l’economia sudafricana, ma che sarebbero stati sicuramente un segnale visibile.

Solo il 7% delle esportazioni sudafricane è destinato agli Stati Uniti. Eppure, molti posti di lavoro andrebbero persi nei settori agricolo e manifatturiero se Trump impedisse al Sudafrica di continuare a beneficiare dell’Africa Opportunity Growth Act (AGOA), promulgato dal Congresso degli Stati Uniti nel maggio 2000.

La partecipazione di diversi paesi africani all’AGOA scadrà a settembre 2025. Ciò significa che, tra pochi mesi, il governo statunitense potrà utilizzare l’AGOA come strumento per punire i paesi africani con cui non è d’accordo. Nel corso degli anni, 17 paesi africani si sono trovati dalla parte sbagliata del governo statunitense, il che ha portato alla loro dichiarazione di “non ammissibilità” a beneficiare dell’AGOA.

Molti sudafricani amanti degli affari temono che a settembre 2025 il loro Paese verrà aggiunto alla lista dei “non idonei” , che comprende già bellezze come Zimbabwe, Ruanda, Burkina Faso, Mali, Niger, Etiopia, Uganda, Camerun, Eritrea e così via.

Questo spiega perché AgriSA , un’organizzazione che rappresenta migliaia di agricoltori commerciali (per lo più bianchi) in Sudafrica, ha rilasciato una dichiarazione ai media locali , denunciando la propaganda del “genocidio bianco” .

Il comunicato stampa dell’amministratore delegato di AgriSA, Johann Kotze, è stato seguito da un’intervista televisiva con il presidente di AgriSA, Jaco Minnaar. Minnaar ha dichiarato a gran voce che non ci sono sequestri di terreni agricoli. Minnaar ha anche espresso fiducia nella capacità della Costituzione sudafricana di proteggere i membri della sua organizzazione agricola.

Ecco un videoclip dell’intervista condotta da eNCA del Sud Africa:

Separatamente, il signor Theo de Jager, ex presidente della ben più grande Confederazione dei sindacati agricoli dell’Africa meridionale, ha aggiunto la sua voce a quella delle persone che denunciano la propaganda del genocidio, come si vede nel video qui sotto:

Non ci sono prove che l’amministrazione Trump abbia tenuto conto delle dichiarazioni pubbliche rilasciate da entrambe le organizzazioni, che rappresentano migliaia di agricoltori commerciali. Quindi, c’è ancora la possibilità che il Sudafrica venga espulso dall’AGOA a settembre.

Senza le esenzioni doganali offerte dall’AGOA, le esportazioni agricole sudafricane verso gli Stati Uniti saranno soggette a dazi automatici, con un impatto negativo sul settore agricolo del Paese e sul sostentamento di quegli agricoltori bianchi che un Trump altamente disinformato afferma di voler aiutare. Gli stabilimenti di assemblaggio di veicoli con sede in Sudafrica che esportano i loro prodotti subirebbero un duro colpo, ma sopravviverebbero poiché solo il 6,5% delle loro esportazioni è destinato agli Stati Uniti. Detto questo, il settore automobilistico perderebbe diversi posti di lavoro se venissero imposti i dazi.

La foto mostra uno stabilimento di assemblaggio in Sudafrica. Il Paese ospita diversi stabilimenti di assemblaggio di veicoli di proprietà di marchi stranieri come BMW, Nissan, Mercedes-Benz, Iveco, Ford, MAN, Mitsubishi, Volvo, Volkswagen, Isuzu e Toyota. Di queste aziende, solo Mercedes e BMW esportano veicoli e ricambi auto negli Stati Uniti dai loro stabilimenti sudafricani.

Con un tasso di disoccupazione già al 33%, Ramaphosa è fortemente incentivato a ricucire i rapporti con l’amministrazione Trump. Ma come potrebbe farlo? Il leader sudafricano è rimasto chiaramente sbalordito dalle assurde accuse di “genocidio bianco” provenienti direttamente da Donald Trump.

Dall’espressione incredula sul suo volto quando si rivolse ai media sudafricani nel febbraio 2025, potrei facilmente immaginare Ramaphosa chiedersi come qualcuno potesse credere che fosse in atto un genocidio in un paese che accoglie flussi costanti di uomini d’affari e turisti stranieri.

Se me l’avesse chiesto, avrei semplicemente ripetuto questo passaggio del mio terzo articolo sul Sudafrica:

Il successo della propaganda di AfriForum risiede nella natura insulare di ampi segmenti della popolazione americana. Roets e i suoi compagni farebbero fatica a ottenere lo stesso successo con gli europei, che tendono a recarsi più spesso all’estero per le loro vacanze. Sarebbe impossibile convincere norvegesi, danesi, belgi, tedeschi e britannici che hanno partecipato a più safari turistici che è in corso un genocidio, soprattutto quando diverse guide turistiche sono sudafricani bianchi che non vivono nella paura di essere massacrati.

Come ho già detto in precedenza, Ramaphosa era personalmente ferito dal fatto che Elon Musk, che lui apprezzava sinceramente, avesse promosso la falsa narrazione del “genocidio bianco” .

Nel settembre 2024, il presidente sudafricano era volato a New York per partecipare a una riunione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA). A margine dell’UNGA, aveva avuto un incontro d’affari con Elon Musk. Successivamente, aveva concesso un’intervista alla South African Broadcasting Corporation (SABC) in cui si era entusiasmato per il proprietario di Space X con lo stesso entusiasmo con cui un adolescente emozionato descrive l’incontro con il suo idolo pop star preferito.

Ecco un estratto di ciò che Ramaphosa disse all’intervistatore della SABC l’anno scorso:

Incontrare Elon Musk era una mia chiara intenzione… Alcuni lo chiamano bromance , quindi è un intero processo per ravvivare il suo affetto e il suo legame con il Sudafrica.

Nel febbraio 2025, il presidente sudafricano capì che qualsiasi “bromance” pensasse di avere con Elon era ormai morta e sepolta. Ciononostante, riteneva che ci fosse ancora speranza di ottenere la sua approvazione.

Ramaphosa contattò Errol Musk, il più illustre membro della famiglia Musk residente in Sudafrica. Oltre a essere un imprenditore di successo, Errol ebbe una carriera politica come membro del (ora defunto) Partito Federale Progressista , che si oppose al regime totalitario dell’apartheid durante la sua esistenza.

Errol organizzò una telefonata tra suo figlio (Elon) e il presidente sudafricano, ma non se ne fece nulla.

Ramaphosa voleva che Elon esercitasse la sua influenza su Trump. Elon voleva che Starlink diventasse operativa in Sudafrica senza dover rispettare le leggi sull ‘”azione affermativa” che obbligano le aziende straniere a concedere il 30% del capitale a “gruppi storicamente svantaggiati” .

Ramaphosa replicò educatamente, spiegando a Elon che tutte le aziende straniere che desideravano entrare nel mercato sudafricano dovevano rispettare le leggi introdotte dall’amministrazione Mbeki (1999-2008), nota per la sua ossessione per le quote razziali, a differenza della precedente amministrazione Mandela (1994-1999). La telefonata si concluse positivamente, con Elon che disse a Ramaphosa di “aver ormai compreso” la necessità di rispettare le leggi del Paese.

Poco dopo, Elon ha iniziato a promuovere aggressivamente il mito del “genocidio bianco” su Twitter, sostenendo che non gli era permesso portare Starlink in Sudafrica perché non era una persona di colore.

Naturalmente, questo è falso, come ho spiegato in precedenza:

Molte aziende di proprietà di bianchi operano in Sudafrica. Per le aziende registrate all’estero come Starlink, il prezzo da pagare per entrare nel Paese è il rispetto delle quote razziali. Per ragioni comprensibili, Elon non è disposto a concedere il 30% del capitale azionario ad alcuni tizi neri con legami politici con l’African National Congress.

A peggiorare le cose per Ramaphosa, il suo principale diplomatico a Washington DC, l’ambasciatore Rasool, è stato espulso dagli Stati Uniti. Il diplomatico espulso ha poi dichiarato di “non avere rimpianti” per aver insultato Trump.

In risposta a tale espulsione, Ramaphosa ha inviato sondaggi all’interno del suo partito per la nomina di un ambasciatore sudafricano bianco, preferibilmente un membro afrikaner dell’ANC, come Andries Carl Nel, che ha ricoperto diversi incarichi nel partito, come parlamentare (1994-2009) e come ministro del governo (2009-oggi).

Andries Carl Nel (a sinistra) e Marthinus Van Schalkwyk (a destra)

Un altro membro afrikaner dell’ANC, Marthinus van Schalkwyk , ex Ministro del Turismo (2004-2014), è stato anch’egli proposto come possibile nuovo ambasciatore a Washington DC. Marthinus aveva già maturato la necessaria esperienza diplomatica grazie al suo servizio come ambasciatore del Sudafrica in Grecia (2015-2019) e poi come Alto Commissario del Sudafrica in Australia (2019-2023).

Tony Leon guidò il DA quando era il principale partito di opposizione nel Parlamento sudafricano. Nonostante ciò, un governo dell’ANC lo scelse come ambasciatore concomitante in Argentina, Uruguay e Paraguay dal 2009 al 2012.

Tuttavia, i piani di Ramaphosa furono ostacolati dall’opposizione di due fronti. La prima opposizione proveniva dalla Democratic Alliance (DA), che fa parte del governo di coalizione sudafricano. I ministri della DA volevano che il loro ex leader del partito, Tony Leon, diventasse il prossimo ambasciatore, invece di un politico bianco dell’ANC. Tony possedeva la necessaria esperienza diplomatica, ma non era né afrikaner né membro del partito di Ramaphosa.

La seconda opposizione proveniva da una piccola fazione dell’ANC guidata dall’ambasciatore espulso Ebrahim Rasool, che è sceso in piazza con un megafono per gridare “niente ambasciatore bianco per un presidente bianco” . Rasool e i suoi sostenitori hanno esortato Ramaphosa a non nominare un ambasciatore sudafricano bianco, perché ciò avrebbe placato l’amministrazione Trump.

Con l’opposizione di due fronti, Ramaphosa ha accantonato per il momento il suo piano di nominare un nuovo ambasciatore. Senza un’adeguata verifica, si è affrettato a nominare il politico diventato imprenditore, Mcebisi Jonas , come inviato speciale negli Stati Uniti per ricucire i rapporti con l’amministrazione Trump .

Mcebisi Jonas è il presidente della società di telecomunicazioni sudafricana MTN Group, il più grande fornitore di servizi di telecomunicazione mobile nel continente africano.

Non ci è voluto molto perché un vecchio videoclip emergesse. Nel video, Mcebisi Jonas definiva Trump “razzista”, “narcisista” e “omofobo” . I propagandisti pro-apartheid, dentro e fuori dal Sudafrica, esultanti, hanno rapidamente diffuso il video in lungo e in largo su internet per sabotare il tentativo di Ramaphosa di ricucire i rapporti con Trump.

Mentre il presidente sudafricano stava ancora pensando a come gestire quella situazione critica, si è assistito allo spettacolo di 49 individui – che si definivano “rifugiati in fuga dal genocidio dei bianchi” – arrivati all’aeroporto Dulles su un volo charter pagato dall’amministrazione Trump. Approfondiremo la questione di questi “rifugiati” più avanti.

A quel punto, Ramaphosa si rese conto che l’unico modo per salvare le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti era un incontro faccia a faccia con Donald Trump.

Il presidente Ramaphosa ha chiesto l’aiuto di Ernie Els , un afrikaner di etnia sudafricana, un tempo considerato il campione di golf numero uno al mondo. È stato Ernie a convincere Trump ad accettare un incontro con il presidente sudafricano.

Trump con Ernie Els nel suo golf club in Florida (circa marzo 2013)

Il Presidente sudafricano è arrivato lunedì 19 maggio 2025. La delegazione che lo accompagnava era un mix eclettico di funzionari governativi e privati cittadini. Era anche multietnica.

Tra i membri neri della delegazione figuravano il Ministro degli Esteri Ronald Lamola , il Ministro del Commercio e dell’Industria Parks Tau , il Ministro della Presidenza Khumbudzo Ntshavheni e la sindacalista Zingiswa Losi . Queste ultime due erano le uniche donne presenti nella delegazione.

I membri bianchi della delegazione erano tutti di etnia afrikaner, ad eccezione dell’imprenditore Adrian Gore , ebreo sudafricano. Gli afrikaner erano John Steenhuisen , Ministro dell’Agricoltura e leader del partito Alleanza Democratica, l’uomo più ricco del Sudafrica, Johann Rupert , e due golfisti sudafricani, Retief Goosen ed Ernie Els .

Nel disperato tentativo di sfatare il mito del genocidio bianco, il presidente Ramaphosa ha aggiunto alla sua delegazione presidenziale due campioni di golf di etnia afrikaner, Ernie Els (a sinistra) e Retief Goosen (a destra). Ramaphosa pensava che avrebbero potuto fare appello a Trump affinché abbandonasse il mito.

A parte John Steenhuisen, non avrei mai immaginato che altre personalità sudafricane bianche avrebbero fatto parte della delegazione. La mia opinione su come dovrebbe essere una delegazione sudafricana in visita è stata espressa nell’articolo che ho pubblicato ad aprile :

Un ambasciatore sudafricano altamente competente avrebbe potuto organizzare una grande delegazione di parlamentari bianchi dell’ANC e di altri partiti politici in visita negli Stati Uniti per dissipare le menzogne perpetrate da AfriForum e dai media alternativi come Breitbart News.

Comandanti militari sudafricani bianchi recentemente in pensione, come il generale di brigata Gerhard Kamffer, il generale di divisione Roy Cecil Andersen e il tenente generale Carlo Gagiano avrebbero potuto essere invitati a unirsi alla delegazione che avrebbe sfatato miti in visita negli Stati Uniti.

Anche il maggiore generale Michal J. de Goede, ex comandante dell’esercito sudafricano ancora in servizio attivo, sarebbe stato sufficiente come rispettabile rappresentante degli afrikaner che guardano al futuro anziché soffermarsi sul passato dell’apartheid.

Detto questo, credo che Ramaphosa avesse ottime ragioni per includere nella sua delegazione anche afrikaner che non erano funzionari pubblici eletti.

Il presidente sudafricano credeva che i due campioni di golf, in particolare Ernie Els, sarebbero stati in grado di convincere il collega golfista Trump che non c’era alcun “genocidio bianco” . Johann Rupert era un uomo d’affari miliardario che avrebbe potuto essere in grado di far ragionarecollega miliardario,Trump. L’imprenditore Adrian Gore era lì per convincere l’esigente Trump che il Sudafrica possiede molti dei minerali essenziali che gli Stati Uniti desiderano. Tra questi, platino, manganese, ferro, cobalto, titanio, vanadio, palladio, cromo, iridio, ecc. ecc.

Ebbene, non sembra che la strategia abbia funzionato subito su Trump, come Ramaphosa aveva previsto prima di intraprendere il viaggio negli Stati Uniti.

Il leader sindacale Zingiswa Losi (a sinistra) in piedi accanto all’imprenditore miliardario Johann Rupert (al centro) e al golfista Retief Goosen (a destra). La delegazione sudafricana era un mix eclettico di persone provenienti da contesti diversi.

Già prima che accadesse, il viaggio di Ramaphosa negli Stati Uniti era stato oggetto di polemiche in patria. Molti sudafricani (indipendentemente dal colore della pelle) ritenevano umiliante che il presidente Ramaphosa si recasse negli Stati Uniti per “supplicare Trump” di abbandonare una narrazione palesemente insensata.

Per molti sudafricani comuni, l’ affermazione del “genocidio bianco” era semplicemente uno stratagemma per distrarre il loro paese dal ricorso legale presentato contro Israele presso la Corte internazionale di giustizia (da non confondere con la Corte penale internazionale ).

Concordo in una certa misura sul fatto che la potente lobby sionista negli Stati Uniti stia sicuramente istigando Donald Trump contro il Sudafrica a causa del caso intentato dalla Corte Internazionale di Giustizia contro Israele per le atrocità di Gaza. Tuttavia, ho sottolineato in precedenti articoli sull’argomento che è sbagliato attribuire questa propaganda del “genocidio bianco” esclusivamente a quella lobby.

Come ho affermato in tre precedenti articoli su Substack, il mito del “genocidio bianco” circola nei media alternativi di destra statunitensi da quasi un decennio. Lo so perché fruisco di contenuti di queste testate da anni.

Nel 2017 ricordo di aver letto su Breitbart News della “persecuzione dei cristiani in Nigeria” e dei “violenti sequestri di terreni in Sudafrica”.

Trump incontra Buhari alla Casa Bianca nell’aprile 2018

Ed ecco che, quando il presidente nigeriano Muhammadu Buhari visitò gli Stati Uniti nell’aprile 2018, fu colto di sorpresa dal presidente Trump alla Casa Bianca con una domanda diretta. Trump chiese perché il governo nigeriano “stasse uccidendo i cristiani”, come insinuato da Breitbart News e altri media alternativi di destra. Buhari rimase di stucco.

Il presidente nigeriano ha dedicato del tempo a spiegare a Trump la reale situazione del Paese. Sì, c’erano terroristi jihadisti che attaccavano i cristiani nel Nord-Est. Le forze armate nigeriane sono riuscite a scacciare i jihadisti dalle aree più popolate. I terroristi ora operano principalmente nelle frange più settentrionali del Paese, le aree remote che formano il confine internazionale con Niger, Camerun e Ciad.

Oltre ai terroristi jihadisti, c’era la minaccia di pastori nomadi di etnia Fulani , pesantemente armati , che ricorrono saltuariamente al banditismo contro i contadini rurali nella Nigeria centro-settentrionale, religiosamente mista , dove i cristiani di varie etnie costituiscono la maggioranza. (La maggioranza cristiana nelle regioni meridionali è molto più numerosa).

Mappa che mostra i 36 stati che costituiscono la Federazione nigeriana. Questi stati federati sono raggruppati in 6 regioni geopolitiche, rappresentate sulla mappa con diversi colori.

Buhari ha anche spiegato a Trump che era profondamente falso che il governo nigeriano stesse attaccando i cristiani. Sarebbe stato praticamente impossibile, dato che cristiani e musulmani erano rappresentati equamente a tutti i livelli del governo, così come nelle forze armate e nei servizi di sicurezza.

Ironicamente, il vicepresidente della Nigeria all’epoca era Yemi Osinbajo , professore di giurisprudenza all’Università di Lagos e pastore cristiano evangelico. Durante la visita di Muhammadu Buhari negli Stati Uniti, fu questo vicepresidente cristiano ad assumere la carica di presidente ad interim della Nigeria.

Ciò che mi ha insegnato quel dialogo tra Trump e Buhari è che il presidente americano si fidava dei media alternativi di destra statunitensi con la stessa tenacia con cui diffidava dei media mainstream statunitensi, per lo più progressisti.

Il tweet di Donald Trump in Sudafrica: come ha recepito il messaggio | News24
La comprensione di Trump del Sudafrica è in gran parte filtrata dalle narrazioni presentate dai media statunitensi di destra. Ad esempio, il servizio di Tucker Carlson su Fox News del maggio 2018 ha indotto Trump a credere che il governo sudafricano stesse assassinando e sequestrando terre ai contadini bianchi. Sono passati sette anni da quella falsa trasmissione su Fox News e i contadini bianchi hanno ancora il controllo delle loro terre.

Il confronto tra Trump e il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa durante l’incontro alla Casa Bianca di mercoledì 21 maggio 2025 è una versione melodrammatica dello scontro silenzioso che il leader nazionale statunitense ha avuto con Buhari nel 2018.

Trump ha avuto il buon senso di affrontare Buhari in privato. Ramaphosa non ha ricevuto la stessa cortesia. Trump ha cercato di umiliarlo pubblicamente in diretta televisiva, con grande gioia dei suoi sostenitori del MAGA, che non sanno assolutamente nulla del continente africano.

La conferenza stampa alla Casa Bianca tra Trump e Ramaphosa nello Studio Ovale è iniziata piuttosto bene. Entrambi si sono scambiati cordiali saluti e strette di mano. Ramaphosa ha presentato i membri della sua delegazione e ha detto a Trump di aver portato con sé alcuni eminenti sportivi, campioni di golf, dal suo Paese per incontrarlo. Trump ha chiesto dell’89enne campione di golf sudafricano Gary J. Player . Ramaphosa si è scusato con Gary per non essere riuscito a venire negli Stati Uniti, citando la sua età avanzata.

Successivamente, il presidente sudafricano è passato allo scopo principale della sua visita negli Stati Uniti, ovvero riallacciare i rapporti diplomatici con l’amministrazione Trump e sviluppare relazioni commerciali più strette.

Ecco un estratto del discorso commerciale di Ramaphosa a Trump:

Vogliamo discutere di come possiamo promuovere ulteriori investimenti in entrambi i Paesi. Circa 22 aziende sudafricane investono negli Stati Uniti, creando così numerosi posti di lavoro. Allo stesso modo, quasi 600 aziende hanno investito in Sudafrica, alcune delle quali sono presenti in Sudafrica da oltre cento anni. Quindi, i nostri legami sono davvero duraturi.

Vorremmo ricalibrare le relazioni tra i nostri due Paesi e discutere di una vasta gamma di questioni: il lavoro che state svolgendo per portare la pace nel mondo, in Ucraina e in Medio Oriente…

Disponiamo di minerali essenziali che desiderate alimentare la crescita della vostra economia e reindustrializzare. Quindi, li offriamo, compresi i minerali delle terre rare. Quindi, tutta questa combinazione di opportunità, i prodotti che acquistiamo da voi e ciò che vi vendiamo, credo costituisca un rapporto davvero solido e solido.

Al termine del suo discorso di presentazione, Ramaphosa ha detto a Trump di avergli portato in regalo un “fantastico libro da golf che pesa 14 kg” . Ha anche ringraziato Trump per aver inviato 150 respiratori in Sudafrica durante la pandemia di COVID-19 nel 2020.

Trump ha ringraziato Ramaphosa e ha espresso la sua sorpresa per la recente visita di Zelensky in Sudafrica. Trump ha parlato del suo ruolo nel tentativo di porre fine alla guerra russo-ucraina.

Ramaphosa è intervenuto, ricordando di aver guidato l’Iniziativa di pace delle sei nazioni in Africa, che si sarebbe svolta a Kiev e San Pietroburgo nel giugno 2023.

Trump ha affermato di aver svolto il ruolo di mediatore di pace tra India e Pakistan dopo il recente scontro sulla questione del Kashmir.

Il Presidente degli Stati Uniti ha risposto ad alcune domande dei giornalisti. Un giornalista americano ha rivolto una domanda irrilevante sull’indagine penale dell’FBI sul Procuratore Generale dello Stato di New York, Letitia James, per frode ipotecaria.

Un altro giornalista americano della NBC ha posto una domanda pertinente sul perché Trump stia concedendo lo status di rifugiato agli afrikaner, quando ad altre persone che ne hanno urgente bisogno viene negato l’ingresso negli Stati Uniti. Trump ha risposto con disprezzo: ” La NBC è una vera e propria fake news. Pongono domande in modo molto diretto… Non sono domande, sono affermazioni”.

Trump ha poi menzionato i 21 milioni di migranti che avevano attraversato illegalmente il confine tra Stati Uniti e Messico, affermando che stava cercando di deportarli. Ha giustificato l’accoglienza di alcuni afrikaner come “rifugiati” con la scusa di “persecuzione e genocidio”.

Un giornalista sudafricano ha chiesto a Trump se si aspettasse che il Sudafrica ritirasse la causa contro Israele presso la Corte Internazionale di Giustizia. Trump non ha voluto dare una risposta sostanziale alla domanda. Si è rifiutato di cogliere l’occasione per chiedere al Sudafrica di ritirare la causa presso la Corte Internazionale di Giustizia.

Ecco come ha risposto alla domanda:

Non mi aspetto nulla, a dire il vero. Non lo so davvero. Hanno un caso in corso. C’è molta rabbia, una rabbia tremenda. Non mi aspetto nulla. Vedremo cosa succede. Avremo una sentenza. Chissà cosa significherà la sentenza?

La risposta noncurante di Trump a questa domanda deve aver stupito molti sudafricani in patria, i quali credono erroneamente che la retorica di Trump sul “genocidio bianco” sia motivata principalmente dalla sua sottomissione alla potente lobby sionista.

Come ho affermato in precedenza in questo articolo, Trump parla di “genocidio bianco” da quando ha guardato Tucker Carlson Tonight su Fox News nel maggio 2018.

La lobby sionista si è lanciata opportunisticamente sul carro del “genocidio bianco” quando il Sudafrica ha portato Israele alla Corte Internazionale di Giustizia nel dicembre 2023. Molto probabilmente, la lobby ha contribuito a convincere Trump a includere una condanna dell’ostilità del Sudafrica verso Israele e dell’amicizia con l’Iran nell’ordine esecutivo che concedeva lo status di rifugiato agli afrikaner.

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Il tweet di Donald Trump dell’agosto 2018 in cui chiedeva a Mike Pompeo di indagare sulla falsa accusa di Tucker Carlson secondo cui lo stato sudafricano post-apartheid stava uccidendo contadini bianchi e sequestrando i loro terreni agricoli.

Un giornalista britannico alla Casa Bianca ha poi posto una domanda simile sul Medio Oriente. Voleva sapere se Trump avrebbe chiamato a rispondere il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu per la sua nuova campagna militare a Gaza, volta a perpetuare l’omicidio di massa di uomini, donne e bambini palestinesi innocenti.

Trump si è rifiutato di rispondere alla domanda, senza né offrire né negare il suo sostegno a Netanyahu. Un segno che Trump potrebbe essersi stancato dell’inflessibile leader israeliano.

Una giornalista sudafricana ha chiesto a Trump cosa gli sarebbe servito per accettare che non ci fosse stato alcun “genocidio bianco” in Sudafrica. Prima che Trump potesse rispondere alla domanda, Ramaphosa è intervenuta:

Posso rispondere… Ci vorrà che il Presidente Trump ascolti le voci dei sudafricani, alcuni dei quali sono suoi buoni amici, come quelli che sono qui. Quando avremo colloqui tra noi al tavolo della discussione, ci vorrà che il Presidente Trump li ascolti…

Direi che se ci fosse stato un genocidio degli agricoltori afrikaner, scommetto che questi tre signori non sarebbero qui, incluso il mio Ministro dell’Agricoltura. Non sarebbe con me. Quindi, ci vorrà che il Presidente Trump ascolti le loro storie, il loro punto di vista.

“tre gentiluomini” a cui si riferiva Ramaphosa erano i due golfisti e il leader del partito DA nel suo entourage. Dalla sua osservazione sulla necessità di “tenere colloqui al tavolo della tranquillità” , era chiaro che Ramaphosa si aspettava che Trump e la delegazione sudafricana discutessero del tema del “genocidio bianco” a porte chiuse.

Ma Trump non ci stava. Chiamò un’assistente di nome Natalie e le chiese di abbassare le luci nella stanza, con grande stupore dei suoi ospiti sudafricani. Poi Trump ordinò a un perplesso presidente Ramaphosa di girarsi e guardare il televisore a schermo piatto appeso alla parete dello Studio Ovale.

Un video viene riprodotto durante un incontro tra il presidente Donald Trump e il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa nello Studio Ovale della Casa Bianca, mercoledì 21 maggio 2025, a Washington. (AP Photo/Evan Vucci)
Ai sudafricani è stato chiesto di guardare un filmato in cui Malema e i membri del suo partito, l’EFF, cantavano la canzone razzialmente incendiaria “Kill The Boer”. Un presidente Ramaphosa, sconcertato, ha spiegato in seguito che il suo governo non aveva nulla a che fare con il partito di opposizione marginale di Malema.
Nel video è apparso anche Jacob Zuma, l’ex presidente del Sudafrica, costretto a dimettersi in disgrazia a causa di uno scandalo di corruzione e interdetto dalle cariche elettive dai tribunali. Dopo la sua espulsione dall’ANC, Zuma è stato il leader del piccolo partito di opposizione MK. Oggi, compete con Malema per chi canti più forte “Kill The Boer”.

Sullo schermo televisivo, Natalie ha mostrato un montaggio video di Malema, Zuma e i loro sostenitori che cantavano “Kill The Boer” durante comizi politici rivali. Dopo aver riprodotto il video, Trump ha dichiarato che Julius Malema, Zuma e i loro sostenitori erano funzionari del governo sudafricano Un’affermazione ridicolmente falsa.

I partiti di opposizione EFF e MK non hanno assolutamente nulla a che fare con il governo sudafricano. Sarebbe come mostrare un video in cui i politici del Partito Democratico Chuck Schumer Alexandria Ocasio-Cortez dicono cose negative e poi ritenere responsabile l’amministrazione Trump per le loro affermazioni.

In effetti, non sono nemmeno sicuro che sia appropriato per me fare questo paragone, dato che Schumer e Ocasio-Cortez appartengono entrambi a un partito politico mainstream negli Stati Uniti, mentre Malema e il suo nemico politico, Zuma, gestiscono piccoli partiti politici rivali che godono di una minima parte di sostegno nell’elettorato sudafricano.

Una commissione disciplinare interna all’ANC, presieduta da Derek Hanekom, ha espulso Julius Malema dall’ANC nel febbraio 2012 per una serie di trasgressioni che ho trattato in un altro articolo linkato qui . Il 26 luglio 2013, Malema ha creato il suo partito, l’Economic Freedom Front (EFF), che ha faticato a ottenere un sostegno significativo tra gli elettori.

Fin dall’inizio, sembra che il presidente Ramaphosa non fosse preparato a ciò che Trump gli avrebbe inflitto. Lo sconcerto era evidente sul suo volto. Ovviamente non era a conoscenza del fatto che Trump e i suoi funzionari avessero guardato quei video e alimentato ogni sorta di propaganda da parte di propagandisti pro-apartheid, i quali pretendono che Malema faccia parte del governo sudafricano, falsamente dipinto come composto esclusivamente da politici neri arrabbiati che vogliono colpire i bianchi.

Il leader del DA John Steenhuisen su "Il percorso per costruire una nuova maggioranza"
Il Ministro dell’Agricoltura John Steenhuisen guida l’Alleanza Democratica (DA), un partito politico chiave nel governo di coalizione sudafricano. La DA è il secondo partito più grande del Sudafrica dopo l’ANC.

Innanzitutto, sebbene l’ANC sia certamente dominato dai suoi membri neri, ha anche una significativa componente bianca, come ho già detto più volte . Ci sono parlamentari bianchi dell’ANC nel parlamento sudafricano. Tuttavia, va detto che la maggior parte dei parlamentari bianchi in parlamento appartiene a partiti politici più piccoli come DA FFP Action SA , ecc.

In secondo luogo, il Sudafrica non è più governato esclusivamente dall’ANC. Dopo la disastrosa performance alle elezioni generali del 2024, l’ANC ha perso così tanti seggi parlamentari da non averne più abbastanza per formare un governo di propria iniziativa.

L’ANC fu quindi costretto a formare un governo di coalizione con 10 partiti politici, tra cui due partiti a maggioranza bianca, il già citato partito liberal DA e il partito conservatore bianco FFP, a maggioranza afrikaner. L’EFF di Malema e il MK di Zuma furono deliberatamente esclusi dalla coalizione di governo.

Il governo di coalizione multipartitico guidato dal presidente Ramaphosa è salito al potere nel giugno 2024. Tuttavia, il percorso della coalizione al potere è stato accidentato, dato che DA e ANC hanno opinioni opposte in materia di politica estera.

La DA sostiene l’Ucraina ed è amica di Israele. Al contrario, l’ANC è amica della Russia e sostiene la causa palestinese. Ci sono anche opinioni contrastanti sulle politiche governative di “azione affermativa” . I ministri del governo dell’ANC sostengono tali politiche, mentre i ministri di governo appartenenti alla DA e al FFP vi si oppongono fermamente.

Solly Malatsi del DA nominato nuovo ministro delle Comunicazioni | ITWeb
Solly Malatsi è Ministro delle Comunicazioni nel governo di coalizione. È membro del partito DA, a maggioranza bianca e liberal. Sostiene il rifiuto di Elon Musk di conformarsi alle leggi sulle “azioni positive” per ottenere la licenza per gestire Starlink in Sudafrica. La posizione di Solly lo mette in contrasto con i funzionari dell’ANC nel governo di coalizione.

In quanto partito di opposizione, l’EFF di Malema non ha alcuna influenza sulla politica del governo. Dalla sua fondazione nel 2013, l’EFF ha faticato a imporsi nella politica elettorale. Alle elezioni parlamentari del 2014, il partito ha ottenuto il 6,4% dei voti totali. La percentuale di voti totali è salita al 10,8% nelle elezioni del 2019, per poi scendere al 9,5% nelle elezioni del 2024.

Tornato alla Casa Bianca, un Ramaphosa calmo ha faticato a convincere Trump che le dichiarazioni razziste e incendiarie di Malema non avevano nulla a che fare con il governo sudafricano. Il resto della delegazione in visita era troppo educato per sottolineare senza mezzi termini l’assurdità dell’insistenza di Trump sul fatto che le attività di Malema fossero rappresentative della politica statale sudafricana.

Di nuovo, le buffonate di Trump sarebbero in un certo senso come se io mostrassi un video della politica statunitense di estrema sinistra Kshama Sawant , membro del consiglio comunale di Seattle , e poi affermassi che le sue idee politiche trotskiste definiscono le politiche dell’amministrazione Trump.

Trump mostra le immagini insanguinate del 73enne Jan Jurgens e della moglie 72enne Antoinette, aggrediti nella loro fattoria una settimana fa. Trump ha affermato che erano stati “assassinati nel genocidio”. In realtà, sono sopravvissuti a un’aggressione da parte di ladri armati di machete e pietre.
Jan Jurgens e Antoinette sono stati fortunati a sopravvivere al loro incontro con rapinatori armati il ​​16 maggio 2025. Diversi agricoltori (per lo più bianchi) e i loro dipendenti (per lo più neri) sono stati assassinati impunemente da rapinatori armati che depredavano fattorie situate in aree rurali semi-isolate del Sudafrica.

Il Ministro dell’Agricoltura John Steenhuisen si è unito ai commenti di Ramaphosa. Come mostrato nel video qui sotto, John ha spiegato a Trump che tutti gli agricoltori (bianchi e non bianchi) sono vittime di criminali comuni e ha spiegato che il suo ministero stava pianificando di rafforzare la sicurezza per salvaguardare gli agricoltori che vivono in aree rurali semi-isolate, dove la polizia sudafricana è scarsamente presente. Ha anche spiegato che Malema, Zuma e i loro rispettivi sostenitori erano “canaglia” senza alcun legame con il governo.

Un’indicazione di quanto impreparata fosse la delegazione sudafricana è stata l’incapacità di prevedere che Trump avrebbe tirato fuori la canzone “Kill The Boer” , che era servita come strumento indispensabile nella diffusione delle false narrazioni sul “genocidio bianco”, come ho menzionato qui :

L’interpretazione di questa canzone da parte di Malema e dei suoi seguaci nel corso degli anni è stata un incredibile regalo di propaganda per Ernst Roets e il suo capo, Carl Martin Kriel. Hanno scoperto che questa canzone sconvolge la sensibilità degli americani bianchi conservatori e quindi la tirano fuori ripetutamente nelle loro conversazioni con funzionari dell’amministrazione Trump, organi di stampa alternativi di destra simpatizzanti come Breitbart News e think tank come il libertario Cato Institute.

Roets menzionò la canzone razzialmente incendiaria durante la sua prima intervista con Tucker Carlson nel maggio 2018, spingendo il giornalista americano a trasmettere al suo folto pubblico americano un servizio di Fox News che affermava falsamente che il governo dell’ANC stava già espropriando con la violenza i terreni agricoli ai loro proprietari bianchi. Lo “scenario dello Zimbabwe” si stava replicando in Sudafrica…

Al suo ritorno per l’intervista del marzo 2025, Roets scoprì… [che] tutto ciò che doveva fare era sedersi e guardare Tucker Carlson esprimere ripetutamente disgusto per la canzone. Roets si limitò principalmente a rafforzare la falsa immagine di un Malema molto influente, alleato con il governo sudafricano…

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Ramaphosa si sta divertendo moltissimo alla Casa Bianca

In risposta al richiamo di questa canzone da parte di Trump durante la riunione alla Casa Bianca, il presidente Ramaphosa ha menzionato la “libertà di parola” e poi ha preso le distanze, sia lui che il suo partito, dal brano razzialmente incendiario. Nessun altro membro della delegazione ha affrontato l’argomento in modo sostanziale.

Nessuno ha informato Trump dei vent’anni di contenziosi legali sulla canzone, nata nel pieno della lotta contro il regime totalitario dell’apartheid. Tra il 2003 e il 2024, la magistratura multirazziale del Sudafrica ha esaminato diverse cause intentate da individui e organizzazioni che chiedevano la messa al bando della canzone per “incitamento all’odio” .

Alla fine, la corte d’appello ha stabilito che la canzone non doveva essere presa sul serio. La corte ha inoltre affermato che i ricorrenti non hanno fornito alcuna prova che la canzone, che esiste da oltre 40 anni, abbia contribuito alla morte di un singolo contadino bianco nel Sudafrica post-apartheid. I ricorrenti, insoddisfatti, hanno tentato di presentare ricorso alla Corte Costituzionale sudafricana, ma la Corte Suprema ha rifiutato di esaminare il caso, ritenendolo infondato.

Gli 11 giudici della Corte Costituzionale. Da sinistra a destra: il giudice Madala, il giudice Sachs, il giudice Ackermann, il giudice Yacoob (nominato nel 1998), il giudice O'Regan, il giudice Ngcobo (nominato nel 1999), il giudice Goldstone. Da sinistra a destra: il giudice Kriegler, il vicepresidente della Corte Suprema Langa, il presidente della Corte Suprema Chaskalson, il giudice Mokgoro. - Giselle Wulfsohn
La magistratura del Sudafrica post-apartheid è multirazziale e multietnica. L’immagine sopra mostra i giudici della Corte Costituzionale sudafricana, equivalente a una Corte Suprema in altri paesi.

In pratica, la magistratura sudafricana si è rifiutata di vietare la canzone razzialmente provocatoria, proprio come è stata riluttante a vietare certi gruppi estremisti afrikaner, come l’ Afrikaner Weerstandsbeweging (AWB) , che incitano all’odio contro i neri e proclamano il loro desiderio di creare un nuovo paese razzialmente esclusivo nelle zone costiere del Sudafrica, che avrebbe dovuto essere ripulito etnicamente dai suoi abitanti neri.

L’AWB ha una lunga storia di violenze contro i non bianchi fin dalla sua fondazione nel 1973. All’inizio degli anni ’90, l’AWB uccise 21 persone nel tentativo fallito di fermare il declino dello stato di apartheid. Nel Sudafrica post-apartheid, quattro membri dell’AWB perpetrarono un attentato dinamitardo in un supermercato nel 1996. L’AWB conta attualmente circa 5.000 membri .

Eugene Terre'Blanche a Ventersdorp nel 1995
Il leader dell’AWB Eugene Terre’ Blanche davanti al simbolo della sua organizzazione, ispirato alla svastica. Eugene ha scontato una condanna a 3 anni di carcere per tentato omicidio di un ex bracciante agricolo. Eugene stesso è stato assassinato nell’aprile 2010 da due dipendenti neri dopo essersi rifiutato di pagare loro lo stipendio.
È noto che l’AWB gestisce campi di addestramento paramilitari per ragazzi adolescenti afrikaner che vuole preparare per una guerra razziale in Sudafrica.
"Non ho amici neri": Dion Bernard, un quindicenne soprannominato Sparky, è stato puntato alla testa con una pistola durante le lezioni di autodifesa presso il campo dell'Afrikaner Resistance Movement vicino a Johannesburg.
Nell’immagine fissa tratta da un video del 2015 del campo di addestramento dell’AWB, il quindicenne Dion Bernard viene mostrato con una pistola premuta contro la fronte. “Non ho amici neri. Se vengono dalla mia parte e chiedono di parlarmi, dico di no, oppure volto loro le spalle e me ne vado”, afferma, sostenendo che la Bibbia proibisce alle razze diverse di convivere.

Tornando all’incontro alla Casa Bianca, credo che la delegazione sudafricana abbia perso un’occasione d’oro per informare Trump sulle battaglie legali relative alla canzone e sul verdetto della corte d’appello.

Ramaphosa ha trascorso la maggior parte del tempo costantemente sulla difensiva, mentre Trump faceva ogni genere di dichiarazioni azzardate, insistendo sul fatto che i bianchi stavano fuggendo perché “il governo sudafricano stava prendendo le loro terre agricole e permettendo che venissero giustiziati”.

La verità è che Regno Unito, Nuova Zelanda e Australia hanno programmi di emigrazione attivi fin dagli anni ’90, che hanno permesso a migliaia di sudafricani bianchi di emigrare negli ultimi 31 anni. Tra il 1995 e il 2001, più di un milione di bianchi sono emigrati, citando la mancanza di opportunità e la criminalità violenta in Sudafrica. Tuttavia, la popolazione bianca residente in Sudafrica si è stabilizzata all’inizio di questo secolo e ora ammonta a 4,7 milioni.

Fino a quando Trump non firmò il suo ordine esecutivo, i bianchi che volevano emigrare dal Sudafrica lo facevano in silenzio, senza il clamoroso dramma del “genocidio bianco” .

Una delegazione sudafricana meglio preparata avrebbe potuto anche affrontare preventivamente le affermazioni mitologiche che circolano su internet sui “4000 omicidi nelle fattorie dal 2018” . Non l’hanno fatto. Quindi, lo farò io per loro.

Un uomo in abiti tradizionali Zulu rende omaggio ai contadini assassinati

La Transvaal Agricultural Union of South Africa (TAU SA), fondata nel 1897, è uno dei più antichi sindacati agricoli commerciali del paese. Oltre a rappresentare gli interessi dei suoi membri agricoltori afrikaner, la TAU SA si batte contro il sistema delle quote razziali e, cosa ancora più importante, registra gli omicidi agricoli. Secondo l’organizzazione, tra il 1990 e il 2022 si sono verificati un totale di 2.183 omicidi agricoli e oltre 6.000 aggressioni . Tra questi, agricoltori bianchi e le loro famiglie, nonché dipendenti agricoli neri.

Va inoltre notato che gli attacchi alle fattorie non sono un fenomeno esclusivo del periodo post-apartheid, iniziato nel 1994. Anche gli omicidi nelle fattorie si sono verificati durante il periodo dell’apartheid. La differenza principale è che lo stato dell’apartheid ha avuto il buon senso di mantenere unità di commando di milizia, mentre l’amministrazione Mbeki post-apartheid le ha abolite.

Durante la sua esistenza, le unità commando vennero dispiegate in aree rurali semi-isolate per supportare la polizia nella sicurezza delle comunità agricole. La loro presenza non impedì gli omicidi nelle fattorie, ma contribuì a ridurre i tassi di furti e omicidi.

Lo stato post-apartheid, sotto la prima amministrazione Mandela, integrò razzialmente il personale delle unità commando della milizia e incoraggiò gli agricoltori bianchi ad arruolarsi . Tuttavia, molti abitanti neri delle zone rurali lamentarono violazioni dei diritti umani perpetrate dai membri delle milizie commando.

La tabella sopra mostra la ripartizione razziale delle unità Commando nel novembre 2005. I Commando facevano parte delle riserve militari delle Forze di Difesa Nazionale Sudafricane (SANDF) post-apartheid.

Tali lamentele spinsero la successiva amministrazione Mbeki ad annunciare che le unità commando della milizia sarebbero state abolite in più fasi, dal 2003 al 2008. Nel clamore suscitato dalla decisione di smantellare queste unità in un periodo di tassi di criminalità alle stelle, a Mosiuoa Lekota , allora ministro della Difesa, fu chiesto di spiegare al parlamento sudafricano perché il suo governo stesse prendendo una misura così drastica.

Il signor Lekota ha affermato quanto segue riguardo alle unità commando, composte in maggioranza da bianchi:

Il personale dei commando militari non era disposto a prestare servizio sotto un governo nero ed era ostile alla democrazia in Sudafrica. I membri dei commando erano politicamente indottrinati e dotati di armi e addestramento per spiare i neri nelle loro zone, rendendo questa struttura militare del tutto inadatta al nuovo Sudafrica.

Dopo l’abolizione delle unità commando della milizia, l’amministrazione Mbeki ha incaricato la polizia sudafricana di garantire la sicurezza delle comunità agricole. Tuttavia, non c’è mai stato abbastanza personale di polizia per presidiare le vaste distese di territorio rurale remoto in cui si trovano queste terre agricole.

Inoltre, la polizia dà priorità alla lotta alla criminalità urbana, che è di ordini di grandezza superiori a quella nelle aree rurali. La maggior parte del personale di polizia è dislocata nelle città, nelle periferie e nelle squallide borgate nere.

File di croci bianche si vedono su entrambi i lati di una strada rurale in Sudafrica. Trattori e automobili percorrono il centro della carreggiata, con campi su entrambi i lati.
Un’immagine fissa dal video riprodotto alla Casa Bianca. Trump ha affermato che l’immagine raffigurava un “luogo di sepoltura” di oltre 1000 afrikaner assassinati negli ultimi anni. In realtà, l’immagine mostra una strada rurale nella città sudafricana di Normandien. Le croci di legno sono state erette dai manifestanti nel settembre 2020 per ricordare le vittime degli omicidi nelle fattorie. Le croci sono state successivamente rimosse dagli organizzatori della protesta.

Una scarsa preparazione o una certa riluttanza a impegnarsi in una discussione imbarazzante sono buone ipotesi sul perché Ramaphosa non abbia spiegato a Trump che, l’anno scorso, dei rapinatori armati si sono resi responsabili di 32 omicidi nelle fattorie: 23 contadini bianchi e 9 dipendenti agricoli neri.

In effetti, non ci sono prove che l’odio razziale sia la causa delle rapine trasformate in omicidi, dato che i criminali non fanno distinzioni tra agricoltori dalla pelle chiara e i loro dipendenti dalla pelle scura. Inoltre, anche le fattorie di proprietà di agricoltori non bianchi vengono attaccate, un altro indicatore che il furto, non l’odio razziale, è il movente principale dei rapinatori a mano armata neri.

Come ho spiegato nel mio secondo articolo , il Sudafrica è nel mezzo di un’ondata di criminalità dilagante, che colpisce tutte le etnie. Gli omicidi nelle fattorie rurali costituiscono una minima parte degli omicidi totali registrati ogni anno in Sudafrica. La maggior parte degli omicidi avviene nelle aree urbane e la stragrande maggioranza delle vittime e degli autori sono neri nativi.

Tra il 1° aprile 2022 e il 31 marzo 2023, la polizia sudafricana ha registrato un totale di 27.494 omicidi a livello nazionale. Solo 51 di questi riguardavano omicidi nelle fattorie. Anche allora, le vittime degli omicidi nelle fattorie erano il solito mix di proprietari bianchi e dipendenti neri che vivono e lavorano nelle fattorie.

Statistiche annuali sulla criminalità della polizia sudafricana dal 2010 al 2019
El Salvador (barre blu) contro Sudafrica (barre rosse). El Salvador aveva uno dei tassi di omicidio più alti al mondo, ma non più. Nel 2015, gli omicidi salvadoregni hanno raggiunto il picco di 107 omicidi ogni 100.000 abitanti, per poi scendere a 2,4 omicidi ogni 100.000 abitanti nel 2023. Nel frattempo, gli omicidi in Sudafrica sono aumentati vertiginosamente.

Molti sudafricani pensano che Trump abbia mentito deliberatamente, data l’assurdità delle storie sul “genocidio bianco” . Ma io non la penso così. Credo che Trump credesse sinceramente a ciò che diceva. È semplicemente ignorante riguardo a vaste aree del mondo, come ho notato ad aprile :

Il presidente Trump è noto per la sua scarsa conoscenza degli altri Paesi. Di recente, Trump ha dichiarato apertamente di non conoscere la posizione specifica della Repubblica Democratica del Congo in Africa.

Dubito che sappia che ci sono due paesi africani distinti che condividono il nome “Congo”. Durante il suo primo mandato presidenziale, Trump rimase scioccato nello scoprire che il Regno Unito possedeva bombe nucleari sviluppate internamente.

Per ragioni chiaramente comprensibili, Trump non si fida dei media mainstream aziendali (tranne Fox News) e tende ad affidarsi a organi di informazione alternativi di destra che mescolano resoconti giornalistici accurati con narrazioni fuorvianti…

Data la conoscenza limitata dell’Africa da parte di Trump e la sua predisposizione alla disinformazione da parte di elementi pro-apartheid (ad esempio Darren Beattie ) e di intransigenti sionisti (ad esempio Marco Rubio ) all’interno della sua amministrazione, è fondamentale per il Sudafrica avere un ambasciatore capace di trasmettere con precisione la verità al presidente degli Stati Uniti e al più ampio pubblico americano.

Quando ho scritto quanto sopra in un precedente articolo di Substack, non potevo immaginare che Ramaphosa sarebbe arrivato così presto alla Casa Bianca. Stavo solo sottolineando cosa un futuro ambasciatore sudafricano deve fare per contrastare la propaganda del “genocidio bianco” così pervasiva tra i media alternativi di destra, con un vasto pubblico conservatore americano disinformato.

Non mi sarei mai aspettato che Trump tirasse fuori un fascio di fogli di carta con sopra stampate un sacco di ridicole disinformazioni. Per esempio, guardate il video qui sotto in cui Trump mostra l’immagine di operatori della Croce Rossa in tute bianche anti-contagio biologico che maneggiano diversi sacchi per cadaveri in un luogo di sepoltura di massa.

Come si vede nel video qui sotto, Trump sostiene che le immagini che tiene in mano rappresentano “contadini bianchi che vengono sepolti” .

In realtà, l’immagine non aveva assolutamente nulla a che fare con il Sudafrica, per non parlare dei contadini bianchi. L’immagine era in realtà tratta da un servizio giornalistico su un evento orribile accaduto nella Repubblica Democratica del Congo.

L’immagine nella mano di Trump mostra il personale della Croce Rossa che maneggia i sacchi per cadaveri di 167 prigioniere, violentate e bruciate vive in seguito a un’evasione di massa dal carcere della città congolese di Goma .

Il 27 gennaio 2025, i ribelli dell’M23, sostenuti dal Ruanda, avanzarono a Goma , con i fucili che sparavano con le mitragliatrici e i razzi che volavano sopra la testa. Le inutili forze militari congolesi non furono in grado di opporre una seria resistenza agli invasori ribelli. L’autorità civile in città crollò e gli abitanti locali iniziarono a fuggire in tutte le direzioni, inseguiti da proiettili e granate a propulsione missilistica. Non passò molto tempo prima che le strade della città iniziassero a riempirsi di migliaia di cadaveri.

Nel caos della città di Goma, i detenuti maschi del carcere di Munzenze sono fuggiti in massa e si sono diretti verso il braccio femminile. Una volta all’interno del braccio femminile, gli uomini hanno violentato le detenute e poi hanno appiccato il fuoco alla prigione per coprire la fuga. 167 donne intrappolate nel carcere sono state bruciate vive. In totale, 2.900 abitanti della città sono morti durante l’avanzata dei ribelli. Ciò ha significato una giornata impegnativa per il personale della Croce Rossa, che ha dovuto seppellire migliaia di cadaveri, compresi i resti carbonizzati delle prigioniere.

Pertanto, l’immagine non era il trucco che Trump pensava di avere. Lo sconcerto di Ramaphosa probabilmente si è intensificato alla vista dell’immagine insolita, che Trump ha insistito fosse la prova del “genocidio bianco” in Sudafrica.

Trump è stato probabilmente ingannato dai suoi subordinati che gli hanno detto che l’immagine della sepoltura di massa in Congo raffigurava contadini bianchi sepolti in Sudafrica.
L’immagine della sepoltura di un congolese mostrata da Trump alla Casa Bianca proviene molto probabilmente da un servizio pubblicato sul canale YouTube di WION, un’emittente televisiva indiana. Si noti che la data di pubblicazione del video è il 7 febbraio 2025. Il servizio di WION sulla sepoltura di massa di un congolese può essere visto cliccando su questo link.

L’unica persona nella delegazione sudafricana che apparentemente è riuscita a convincere Trump è stato Johann Rupert , l’imprenditore miliardario afrikaner. L’uomo d’affari ha parlato con grande franchezza ed è persino riuscito a lanciare qualche frecciatina a due membri del suo entourage. Ha iniziato attaccando Julius Malema definendolo “feccia”, prima di lanciare rapidamente una frecciatina al Ministro degli Esteri Ronald Lamola , seduto di fronte a lui.

Ho potuto sentire l’imbarazzato Ronald Lamola rabbrividire sul divano quando il signor Rupert ha detto a Trump che Lamola era un tempo uno stretto collaboratore di Malema, ma che il quarantunenne Ministro degli Esteri “da allora ha cambiato atteggiamento” .

Tredici anni fa, Malema fu espulso dall’ANC dopo una serie di trasgressioni, di cui ho ampiamente parlato nel mio primo articolo . Eccone un breve estratto:

Alcune di queste trasgressioni includono: (1) la sfida all’autorità di Jacob Zuma, che all’epoca era leader dell’ANC e Presidente del Sudafrica; (2) il comportamento violento e da teppista dei suoi seguaci; (3) la visita nello Zimbabwe governato da Mugabe per annunciare il proprio sostegno alle violente espropriazioni di terreni in un momento in cui l’ANC stava cercando di presentarsi come mediatore imparziale tra lo Zanu-PF e il partito di opposizione MDC; (4) commenti razzialmente provocatori che non sono andati a genio all’ANC, i cui dirigenti del partito sono bianchi; (5) l’attacco verbale all’allora ministro delle finanze in carica Pravin Gordhan, che era un membro dell’ANC di origine indiana sudafricana.

È esilarante che la commissione disciplinare del partito che espulse Julius Malema nel febbraio 2012 fosse presieduta da un alto funzionario bianco dell’ANC, di etnia afrikaner, di nome Derek Hanekom . Forse Derek è la figura che Malema visualizza nella sua mente mentre canta “Kill The Boer” oggi.

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Il Ministro degli Esteri Ronald Lamola, fotografato nel 2024. Quindici anni fa, era il vice di Malema nella Lega Giovanile dell’ANC. Lamola si separò da Malema dopo l’espulsione di quest’ultimo dall’ANC.

Con l’espulsione di Malema dall’ANC, Ronald Lamola si è trovato di fronte alla scelta di unirsi al suo amico agitatore in un nuovo partito politico o di modificare il suo comportamento per conformarsi ai dettami della leadership dell’ANC. Lamola ha scelto la seconda opzione.

La carriera di Lamola all’interno dell’ANC progredì. In breve tempo, si ritrovò nel Comitato Esecutivo Nazionale dell’ANC . Una volta diventato un alto funzionario del partito nel 2017, era solo questione di tempo prima che ottenesse un incarico come ministro.

Lamola vinse un seggio legislativo alle elezioni generali del 2019 e si ritrovò a rappresentare l’ANC nel Parlamento sudafricano, di fronte al suo ex amico Julius Malema, ora alla guida del rivoluzionario Fronte per la Libertà Economica, che fondeva la retorica marxista con il “nazionalismo nero” . A pochi giorni dal suo insediamento, Lamola passò al ruolo di Ministro della Giustizia (2019-2024) e successivamente di Ministro degli Esteri (2024-oggi).

Le opinioni di Malema e Lamola sono divergenti negli ultimi quindici anni. Malema vuole la nazionalizzazione di tutte le imprese e la confisca di terreni agricoli di proprietà dei bianchi senza indennizzo. Lamola è a favore delle imprese e vorrebbe che il Sudafrica accogliesse con favore gli investimenti diretti esteri.

Titolo del Sunday Times del Sud Africa del 12 novembre 2024

Lamola vedeva la rielezione di Trump nel 2024 come una grande opportunità per sviluppare legami commerciali più stretti con gli Stati Uniti. Affermò con inganno che il Sudafrica era “neutrale” nel conflitto russo-ucraino. Lamola raccomandò a Ebrahim Rasool, ambasciatore negli Stati Uniti durante l’amministrazione Obama, di tornare a Washington DC come massimo diplomatico del Sudafrica. La raccomandazione di Lamola di affidare la posizione di Rasool si rivelò un grave errore, come discusso ampiamente nel mio terzo articolo .

Malema ha condannato la rielezione di Trump nel 2024. Nell’agosto 2018, Malema aveva liquidato Trump come un “bugiardo patologico” dopo che il presidente degli Stati Uniti aveva twittato di aver chiesto a Mike Pompeo di indagare sulle accuse di “genocidio bianco” fatte al programma di Fox News, Tucker Carlson Tonight. Da quando Trump è tornato alla Casa Bianca nel gennaio 2025 e ha ripreso a parlare di “genocidio bianco” , Malema non ha smesso di inveire contro di lui.

Al contrario, il più conciliante Lamola e il suo capo, Ramaphosa, hanno cercato il modo di dissuadere Trump dalla falsa narrazione del “genocidio” e di convincere il famoso “Orange Strongman” a concludere accordi commerciali. Questo spiega il sorriso imbarazzato di Lamola nel video, quando Johann Rupert gli ha dato un colpetto sulla spalla mentre Trump ascoltava il miliardario sudafricano menzionare la passata relazione del Ministro degli Esteri con il signor Malema.

Lamola non fu l’unica persona a essere coinvolta dall’imbarazzante franchezza mostrata da Johann Rupert. Anche il leader del partito DA John Steenhuisen fu oggetto delle frecciatine di Rupert.

Sfatando la falsa narrazione del genocidio, il miliardario sudafricano ha osservato che gli omicidi nelle fattorie rurali impallidiscono in confronto agli omicidi urbani legati alle gang nelle Cape Flats , una zona all’interno della città di Città del Capo governata da funzionari eletti del partito DA. In effetti, la più ampia Provincia del Capo Occidentale , anch’essa sotto il governo DA, non è immune alla stessa ondata di criminalità che affligge altre province governate dall’ANC.

Come ho detto prima, mi sembra che Johann Rupert sia stato l’unico membro della delegazione sudafricana ad essere riuscito a convincere Trump. Entrambi hanno storie simili. Donald Trump è un miliardario, il cui padre, Fred Trump , era un miliardario. Johann Rupert è un miliardario, il cui padre, Anton Rupert, era un miliardario e membro fondatore del World Wildlife Fund for Nature (WWF).

Sebbene Anton fosse un nazionalista afrikaner che investiva ingenti somme di denaro nella preservazione della cultura afrikaner, era anche un critico della durezza del sistema razzista dell’apartheid. Per questo motivo, altri nazionalisti afrikaner lo denunciarono ripetutamente come ” kaffirboetie”, l’equivalente afrikaans di “amante dei negri”.

Dopo essere stato rilasciato dalla prigione, Nelson Mandela strinse un’amicizia che durò tutta la vita con Anton Rupert.

Anton Rupert: il visionario che ha costruito un impero - Entrepreneur Hub SA
Anton Rupert (1916-2006) con Nelson Mandela (1918-2013)

Oltre alle simili origini familiari, Johann Rupert parlava il linguaggio di Trump. Ha menzionato il problema della criminalità in Sudafrica tra gli immigrati clandestini provenienti da altri paesi africani. Tuttavia, va detto che la maggior parte dei crimini in Sudafrica è commessa da sudafricani neri.

Continuando ad addentrarsi nel vocabolario di Trump, il signor Rupert ha tracciato un’equivalenza tra i migranti illegali che affliggono il Sudafrica e i gangster salvadoregni della MS-13 che commettono crimini negli Stati Uniti.

A quanto pare, Johannes Rupert aveva incontrato il vicepresidente J.D. Vance molti anni prima, quando entrambi si erano esibiti al Charlie Rose Show , dove Vance stava promuovendo il suo libro ” Hillbilly Elegy: A Memoir of a Family and Culture in Crisis” . Citando alcuni passaggi del libro di Vance, Rupert parlò a Trump della necessità di far crescere l’economia e risolvere il problema della disoccupazione come antidoto alla criminalità e all’illegalità in Sudafrica.

Dopo che Rupert ha finito di parlare, la voce del presidente Ramaphosa è tornata a supportare i commenti fatti dal suo entourage in merito al problema della criminalità in Sudafrica e a riassumere il suo discorso commerciale a Trump:

Dobbiamo far crescere la nostra economia. Perché attraverso la crescita economica, saremo in grado di creare più posti di lavoro. Perché la criminalità prospera dove c’è disuguaglianza e disoccupazione. E questo è uno dei motivi che ci ha spinto a migliorare i nostri rapporti di investimento e commerciali. In modo da poter preservare il numero di posti di lavoro che le vostre aziende hanno in Sudafrica.

Grazie a ciò che esportiamo, siamo in grado di creare fino a 500.000 posti di lavoro nell’industria automobilistica, in quella agricola e in numerosi settori, tra cui quello minerario…

Sappiamo anche che, investendo qui, le aziende sudafricane possono creare posti di lavoro. Si tratta quindi di un rapporto reciprocamente vantaggioso. La nostra ragione principale per essere qui è promuovere il commercio e gli investimenti…

Proprio come il signor Rupert prima di lei, la signorina Zingiswa Losi, a capo del più grande sindacato del Sudafrica, il COSATU , è stata molto eloquente nel descrivere il crimine devastante che molti sudafricani neri subiscono. Ha parlato di donne anziane nere violentate e assassinate nelle zone rurali. Ha anche detto a Trump che la criminalità, non la razza, era il problema in Sudafrica. Ha parlato della necessità di più scambi commerciali e occupazione per ridurre il tasso di criminalità incontrollata in Sudafrica.

Nelson Mandela con Gaynor e Johann Rupert
Nelson Mandela con Johann Rupert e sua moglie Gaynor

Mentre la sessione pubblica della riunione alla Casa Bianca si concludeva, un’altra giornalista sudafricana ha chiesto a Trump se avrebbe partecipato al prossimo vertice del G20 a Johannesburg, alla luce di quanto gli era stato riferito dalla delegazione sudafricana. All’inizio di quest’anno, Trump aveva annunciato che avrebbe boicottato il vertice a causa del “genocidio bianco”.

Trump ha risposto a questa domanda in modo poco coerente, affermando di non aver ancora deciso se partecipare o meno al vertice del G20 previsto per novembre di quest’anno.

Con un linguaggio lusinghiero, Ramaphosa ha cercato di convincere Trump a partecipare al summit. Ha sostenuto che la presenza di Trump al vertice di Johannesburg avrebbe inviato un messaggio al mondo sul ruolo chiave che gli Stati Uniti svolgono nell’organizzazione, di cui sono co-fondatori. Il presidente sudafricano ha anche colto l’occasione per estendere a Trump un invito per una visita di Stato ufficiale.

Non ho avuto l’impressione che Trump si sia lasciato influenzare dalle esortazioni di Ramaphosa. Dopotutto, a Trump non interessano molto gli organismi multilaterali, soprattutto quelli grandi e ingombranti come il G20.

Poco dopo, i rumorosi giornalisti e le loro apparecchiature di registrazione furono accompagnati fuori dallo Studio Ovale, segnando la fine della teatrale sessione pubblica della riunione alla Casa Bianca, con grande sollievo di Ramaphosa. La riunione stava per trasformarsi in una sessione privata in cui l’imprenditore Adrian Gore avrebbe cercato di convincere Trump, fortemente legato alle transazioni, che il Sudafrica ha una ricchezza di “chicche” da offrire agli Stati Uniti, a partire dai minerali essenziali e dalle terre rare.

Ramaphosa sperava che la proposta commerciale preparata dal suo team commerciale in patria avrebbe interessato Trump a sufficienza da indurlo ad abbandonare la propaganda insensata sul “genocidio bianco” che gli veniva propinata da funzionari statunitensi corrotti come Darren Beattie, Marco Rubio e Christopher Landau.

Adrian Gore | Società Internazionale di Assicurazioni
L’imprenditore sudafricano Adrian Gore è stato scelto da Ramaphosa per presentare a Trump allettanti accordi sui minerali durante la sessione privata della riunione alla Casa Bianca

Nel frattempo, in Sudafrica, l’opinione pubblica era divisa sulla performance di Ramaphosa e del suo entourage alla Casa Bianca. Molti criticavano il presidente sudafricano per non aver previsto che Trump avrebbe cercato di metterlo nei guai con fiumi di false informazioni che pretendevano di dimostrare il “genocidio bianco”.

I tre ministri neri in carica, Ronald Lamola, Khumbudzo Ntshavheni e Parks Tau, sono stati criticati da molti sudafricani in patria per non aver pronunciato una sola parola durante la sessione pubblica della riunione alla Casa Bianca.

Il quotidiano sudafricano The Mercury , risalente a 173 anni fa, ha pubblicato l’immagine grafica qui sotto, attaccando tutti e tre per non aver difeso il Paese dalle accuse infondate di Trump.

Potrebbe essere un'immagine di 6 persone, lo Studio Ovale e il testo che dice "'Se ne sono rimasti lì seduti: furia mentre Trump attaccava il Sudafrica e i ministri non riuscivano a difendere il Paese THE MERCURY"

Anche l’opinione pubblica sudafricana era insoddisfatta della tiepida difesa del Paese da parte dei golfisti alla Casa Bianca. Molti erano rimasti profondamente turbati dal ringraziamento di Ernie Els agli Stati Uniti per “aver sostenuto il Sudafrica durante il conflitto in Angola”.

In altre parole, Ernie Els stava ripensando al teatro angolano della guerra di confine sudafricana (1966-1990) . Era apparentemente nostalgico per quel momento storico in cui lo stato sudafricano dell’apartheid poteva contare su armi statunitensi fornite clandestinamente per combattere le truppe angolane, supportate dalle forze di spedizione cubane, dagli irregolari della SWAPO dai combattenti paramilitari dell’ANC .

Se Ramaphosa era curioso di sapere cosa Ernie Els aveva raccontato della relazione intima e semi-segreta tra gli Stati Uniti e il defunto regime dell’apartheid, non lo diede a vedere.

L’operato del Ministro dell’Agricoltura John Steenhuiseen è stato elogiato da alcuni membri dell’opinione pubblica sudafricana e stroncato da altri. La mia opinione personale è che John abbia fatto bene a smentire l’ assurdità del “genocidio bianco” e a spiegare chiaramente che il circo Malema-Zuma non ha nulla a che fare con il governo sudafricano.

Un’ampia fetta del pubblico ha elogiato l’imprenditore miliardario sudafricano Johann Rupert per la sua performance alla Casa Bianca. È stato elogiato per la sua franchezza e per la sua chiara spiegazione del fatto che gli omicidi erano generalizzati (razziali) e non limitati ai contadini bianchi.

Molti erano contenti che avesse parlato degli omicidi commessi dalle gang a Cape Flats. Tuttavia, l’opinione pubblica non credeva alla sua affermazione secondo cui spesso andava a letto la sera senza chiudere a chiave la porta. Data l’ondata di criminalità, la maggior parte dei sudafricani trovava inconcepibile che Rupert potesse fare una cosa così sciocca.

Nonostante tutti gli elogi ricevuti, il pubblico sudafricano è stato unanime nel respingere l’affermazione di Rupert secondo cui la tecnologia Starlink era la panacea al problema della criminalità.

Molti sudafricani sostengono l’idea di droni con comunicazioni satellitari che pattuglino i cieli sopra le aree rurali semi-isolate per supportare le forze di polizia a corto di personale nella lotta ai crimini nelle fattorie. Sono contrari all’utilizzo della tecnologia satellitare di Starlink, poiché ritengono che equivarrebbe a premiare Elon Musk per aver appoggiato la propaganda del “genocidio bianco” sulla sua piattaforma Twitter.

A causa della rabbia pubblica, Solly Malatsi, il Ministro delle Comunicazioni che inizialmente aveva appoggiato il rifiuto di Elon di conformarsi alle leggi sulle “azioni positive” , ha revocato la sua promessa di trovare scappatoie per consentire a Starlink di ottenere una licenza operativa. Il suo voltafaccia risolve l’attuale stallo tra lui (membro del partito DA) e i suoi colleghi ministeriali dell’ANC sulla questione Starlink.

Alcuni dei 49 sudafricani bianchi che hanno accettato lo status di “rifugiato” di Trump all’aeroporto di Dulles, nello stato della Virginia, USA

Ora, esaminiamo la questione di quei 49 sudafricani bianchi che si autodefiniscono “rifugiati in fuga dal genocidio” . Inizierò ribadendo quanto ho già detto nel terzo articolo . È mia opinione, a ben vedere, che la maggior parte dei 4,7 milioni di bianchi sudafricani (inclusi 2,9 milioni di afrikaner) non accetterà l’offerta di Trump di lasciare il loro Paese per gli Stati Uniti.

Tuttavia, sospettavo che 42.115 bianchi (per lo più afrikaner) che vivono al di sotto della soglia di povertà potessero essere tentati di accettare l’offerta di Trump di emigrare negli Stati Uniti per una vita migliore. Ma con mia sorpresa, sembra che questa particolare fascia demografica povera – lo 0,9% della popolazione bianca – desideri in gran parte rimanere a casa, in Sudafrica.

Da quanto ho capito finora, la maggior parte degli adulti tra i 49 individui che si sono recati negli Stati Uniti per fare cosplay di “rifugiati bianchi in fuga dal genocidio” sono opportunisti della classe media che cercano di ottenere la cittadinanza statunitense e i privilegi del passaporto che ne derivano.

Da quando le immagini di quei 49 individui che sventolavano bandiere statunitensi all’aeroporto Dulles sono state rivelate al mondo, la stampa sudafricana locale e i comuni cittadini sudafricani sui social media hanno pubblicato informazioni che dimostrano che la maggior parte dei 49 rifugiati non ha alcun legame con la comunità agricola.

Un “rifugiato” maschio si è rivelato essere un meccanico urbano che non aveva nulla a che fare con l’ambiente agricolo rurale. Lo stesso vale per la moglie casalinga che ha dichiarato ai funzionari statunitensi di essere un ‘”allevatrice di bestiame in fuga dal genocidio dei bianchi”.

C’è stato il caso della donna che viveva in città e desiderava ricongiungersi con il marito che già viveva negli Stati Uniti. Era già stanca del tedioso iter burocratico per ottenere un permesso di soggiorno per trasferirsi negli Stati Uniti quando Trump l’ha improvvisamente sorpresa a febbraio con il suo ordine esecutivo.

Non sorprende che questa donna abbia abbandonato il tedioso iter burocratico in favore della procedura accelerata per entrare negli Stati Uniti, dichiarandosi una “rifugiata bianca in fuga dal genocidio” . Ironicamente, la stampa sudafricana ha ampiamente riportato la notizia secondo cui questa donna avrebbe ceduto la sua casa in Sudafrica a un cognato non bianco, che probabilmente si è dimenticato di “commetterne il genocidio” prima che lasciasse il Paese.

C’è stato il caso di un’altra donna “rifugiata” opportunista il cui profilo LinkedIn professionale è stato pubblicato sulla stampa sudafricana. Il profilo indicava che non era una contadina bianca di campagna, nemmeno lontanamente immaginabile. Era una dipendente di classe media residente in città della Heineken Beer Company, prima di decidere di andare a prendere i figli e la madre e recarsi negli Stati Uniti per travestirsi da “contadina bianca in fuga dal genocidio”. Per motivi etici, non ripubblicherò qui il suo profilo LinkedIn, anche se so che è una bugiarda di merda.

Tuttavia, riprodurrò volentieri il filmato di un finto “rifugiato” bugiardo di nome Charl Kleinhaus, perché ha accettato di rilasciare un’intervista registrata alla BBC. Nel filmato qui sotto, Kleinhaus afferma in modo indiscriminato di aver abbandonato le sue proprietà, i suoi cani e sua madre in Sudafrica per fuggire dal “genocidio” :

Naturalmente, l’incompetente intervistatore della BBC non si è nemmeno degnato di chiedergli perché avrebbe abbandonato sua madre per essere uccisa in un genocidio. Allo stesso modo, nessuno sembra curioso del fatto che Elon Musk non si sia mai preoccupato della sicurezza e del benessere di diversi membri della sua famiglia (incluso suo padre) residenti in Sudafrica. Viste le sue urla primordiali sul “genocidio bianco” , ci si sarebbe aspettato che facesse tutto il possibile per “salvare” i suoi parenti paterni da morte certa per mano dei “genocidiari” .

I sostenitori del MAGA che sostengono Trump non si fermano a porre domande sulla veridicità di queste affermazioni sul “genocidio bianco” perché in generale agli americani non importa nulla del benessere dei sudafricani (bianchi o neri).

Non farlo, Scott! Ashley Allison della CNN rimprovera Scott Jennings
L’americano bianco di destra Scott Jennings e l’americano nero di sinistra Ashley Allison appaiono regolarmente sulla CNN per mettere in scena la versione teatrale della Guerra Culturale degli Stati Uniti

Quei 49 cosplayer “rifugiati” sudafricani bianchi sono utili solo come carne da cannone nella guerra culturale iperrazzializzata che infuria tra conservatori e progressisti americani. Ecco perché quando guardi i canali televisivi americani, trovi spesso un imbecille americano di destra (ad esempio Scott Jennings) che sostiene le accuse di “genocidio bianco” in Sudafrica. Dall’altra parte, trovi un imbecille americano di sinistra (ad esempio Ashley Allison) che afferma che i sudafricani bianchi sono “colonizzatori che devono tornare in Germania”.

A quanto pare, certi ignoranti della sinistra statunitense credono che i sudafricani bianchi provengano dalla Germania nazista. Scommetto che non hanno mai sentito parlare di Jan van Riebeeck e del Forte di Buona Speranza , costruito nel 1652. Ma d’altronde, i fatti non contano. Ciò che conta sono gli americani di destra e di sinistra impegnati nel loro passatempo preferito: scambiarsi accuse di razzismo.

Credo di averlo detto meglio nel mio articolo precedente :

Gli Stati Uniti sono un paese diviso razzialmente. Un luogo dove le accuse di intolleranza (reali o presunte) vengono lanciate con nonchalance come coriandoli a una parata di coriandoli. Hai appena criticato Israele? Beh, devi essere un antisemita!! Stai criticando il sindaco nero di Baltimora per corruzione e incompetenza? Devi essere un razzista!!!

Il piccolo numero di secessionisti sudafricani bianchi pro-apartheid che desiderano il Volkstaat ha capito da tempo che molti americani sono ipersensibili alle questioni razziali. Pertanto, tutto ciò che hanno dovuto fare è stato produrre una propaganda di atrocità razziali per aizzare un numero significativo di conservatori americani bianchi.

Anton Bouwer (a sinistra) è stato accusato di aver ucciso i suoi genitori settantenni (in alto a destra), la figliastra (in basso a destra) e la collaboratrice domestica nera, Elizabeth Mahlangu (in basso a sinistra)

I secessionisti bianchi sudafricani non solo travisano falsamente le rapine trasformate in omicidi nelle fattorie come “genocidio bianco” , ma etichettano erroneamente anche la violenza domestica trasformata in omicidi all’interno delle famiglie afrikaner.

Ad esempio, Anton Bouwers fu arrestato nel 2011 con l’accusa di aver ucciso i genitori, la figliastra, un domestico nero e di aver tentato di uccidere la moglie. I soliti bugiardi filo-apartheid rubarono le foto dei membri della famiglia Bouwer assassinati e le spacciarono per “vittime del genocidio bianco”.

Esistono numerosi esempi di violenze domestiche trasformate in omicidi spacciati per “prove di genocidio bianco”, come ampiamente documentato con foto su Twitter da Bianca van Wyk, una donna afrikaner che ha dedicato il suo tempo a smentire la propaganda.

Schermata dell’articolo del quotidiano The Citizen che riporta il caso dell’omicidio di Anton Bouwer

Le assurdità del “genocidio bianco” stampate sui fogli di carta che Trump sbandierava alla Casa Bianca erano un miscuglio eclettico di immagini che non avevano nulla a che fare con il Sudafrica, immagini di omicidi nelle fattorie sudafricane che coinvolgevano criminali comuni e immagini di omicidi legati alla violenza domestica.

Agli influencer conservatori del MAGA, come Matt Walsh del Daily Wire , non importa quale sia la verità. Come ho già detto, i sudafricani bianchi sono semplicemente carne da macello per persone come Matt nella lotta interna razziale nota come Guerra Culturale degli Stati Uniti.

Anche se presentassi Matt ad agricoltori afrikaner come Hannes de Waal, che si sentono a casa in Sudafrica e rifiutano la propaganda fasulla del genocidio, al dipendente del Daily Wire non importerebbe nulla. Tuttavia, sono certo che i miei lettori, a prescindere dall’ideologia politica, vorrebbero sentire cosa ha detto Hannes de Waal durante una riunione d’affari nella provincia del Capo Orientale . Guarda il video qui sotto:

Il presidente Ramaphosa e il suo entourage si sono imbarcati sul volo dagli Stati Uniti al Sudafrica il 22 maggio, il giorno dopo lo scontro pubblico alla Casa Bianca.

Ancor prima che l’aereo che trasportava la delegazione sudafricana entrasse nello spazio aereo nazionale, Malema e i suoi sostenitori del partito EFF stavano già godendo della notorietà che Trump aveva attribuito loro alla Casa Bianca. Malema tenne persino un comizio per celebrare il fatto che Trump fosse rimasto deluso dalle sue canzoni, dicendo ai suoi sostenitori che il prestigio internazionale del loro piccolo partito di opposizione stava crescendo. Giurò di non smettere mai di cantare “Kill The Boer” .

Al suo ritorno in Sudafrica, Ramaphosa ha giustificato la sua decisione di non essere polemico nei confronti di Trump di fronte alla valanga di falsità che gli venivano rivolte. Ha dichiarato che il viaggio negli Stati Uniti era stato un successo, poiché era riuscito a raggiungere un accordo commerciale con l’amministrazione Trump.

I punti salienti dell’accordo tra Ramaphosa e Trump:

  • Un impegno del Sudafrica ad acquistare dagli Stati Uniti circa 75-100 milioni di metri cubi di gas naturale liquefatto (GNL) all’anno per un periodo di 10 anni. Il valore di questo scambio è compreso tra 900 milioni e 1,2 miliardi di dollari all’anno, ovvero tra 9 e 12 miliardi di dollari nell’arco di 10 anni.
  • Il Sudafrica e gli Stati Uniti esplorerebbero congiuntamente ambiti di cooperazione tecnologica, tra cui il fracking, per sviluppare giacimenti di gas di scisto in Sudafrica.
  • Al Sudafrica sarà concessa l’esenzione da dazi doganali per l’esportazione di 40.000 veicoli all’anno verso gli Stati Uniti. Anche i pezzi di ricambio per autoveicoli avranno accesso esente da dazi doganali ai mercati statunitensi.
  • Al Sudafrica sarà concessa l’esportazione in esenzione da dazi di 385 milioni di kg di acciaio all’anno e di 132 milioni di kg di alluminio all’anno verso gli Stati Uniti.

Sono rimasto un po’ sorpreso che l’accordo commerciale non menzionasse minimamente i minerali critici e le terre rare. Era logico che Ramaphosa raggiungesse un accordo per la fornitura di GNL americano, dato che il Sudafrica ha da tempo in programma di aumentare il volume di gas naturale importato per alimentare le centrali elettriche, gestite da operatori come ESKOM Limited.

Come ho riportato nel mio terzo articolo , l’infrastruttura elettrica del Sudafrica è inadeguata. Dal gennaio 2008, ogni governo post-apartheid ha faticato a fornire elettricità ininterrottamente alla popolazione. I blackout a rotazione sono diventati la norma.

E prima che qualsiasi falsificatore della storia in agguato in questa pagina intervenga con narrazioni su come il “glorioso” regime dell’apartheid fornisse elettricità ininterrotta alla popolazione del Sudafrica, vi prego di considerare questo passaggio :

Durante il regime di apartheid, molti neri non avevano accesso alle meravigliose infrastrutture che Roets e Carlson lamentano ripetutamente come mal gestite dai successivi governi dell’ANC nel Sudafrica post-apartheid. Mentre i neri sudafricani possono attualmente sopportare interruzioni di corrente elettrica a causa dell’inettitudine del governo dell’ANC, sotto il regime di apartheid, molte famiglie nere non ricevevano affatto elettricità…

Le sfide che l’ESKOM deve affrontare oggi possono essere ricondotte direttamente agli sforzi frenetici del Sudafrica post-apartheid per estendere l’elettricità alla stragrande maggioranza delle famiglie nere che avevano scarso o nessun accesso ad essa durante il periodo dell’apartheid.

L’infrastruttura dell’ESKOM non è mai stata progettata per servire l’intera popolazione nazionale. Pertanto, centrali elettriche, sottostazioni di trasformazione e la rete elettrica nazionale sono state sovraccaricate e sovraccaricate dall’estensione dell’elettricità in luoghi in cui non era mai stata fornita.

L’amministrazione Mbeki (1999-2008) è la principale responsabile dell’insorgenza di interruzioni di corrente in Sudafrica. Quel governo era troppo impegnato a promulgare leggi di “azione affermativa” per ascoltare i ripetuti avvertimenti degli ingegneri dell’ESKOM sulla necessità di ingenti investimenti infrastrutturali per alleviare lo stress e la pressione a cui era sottoposta la società di servizi pubblici sovraccarica.

L’amministrazione Ramaphosa (2018-oggi) è stata la prima dopo l’apartheid, dal gennaio 2008, a garantire la fornitura di energia elettrica ininterrotta per un periodo prolungato. Tra marzo 2024 e gennaio 2025, ESKOM è riuscita a garantire 10 mesi di fornitura elettrica ininterrotta prima del ritorno di quei fastidiosi blackout a rotazione.

Da allora, Ramaphosa ha cercato freneticamente nuove fonti di energia per alimentare una serie di centrali elettriche che sta progettando di costruire. Il carbone nazionale alimenta il 78% delle centrali elettriche sudafricane esistenti. Un gasdotto proveniente dal vicino Mozambico fornisce gas naturale importato, un combustibile alternativo per la produzione di elettricità.

La futura importazione di gas naturale liquefatto (GNL) prodotto negli Stati Uniti andrà ad arricchire il mix energetico petrolifero che già comprende quantità relativamente piccole di gas naturale nazionale e di petrolio greggio prodotti nelle acque al largo della costa meridionale del Sudafrica.

Naturalmente, il metodo Fischer-Tropsch dell’era dell’apartheid viene ancora utilizzato per produrre sinteticamente benzina e gasolio da abbondanti riserve di carbone. Certo, l’idrogenazione del carbone per produrre petrolio liquido è un processo sporco e costoso. Ma questo verrebbe presto superato dal nuovo accordo commerciale, che prevede l’utilizzo della tecnologia statunitense di fracking per produrre gas di scisto nella regione del Karoo , in Sudafrica.

Viaggio nel Karoo
La regione semiarida del Karoo in Sudafrica

Dal suo ritorno dagli Stati Uniti, il presidente Ramaphosa ha preso alla leggera la situazione imbarazzante che ha dovuto affrontare alla Casa Bianca. Durante il suo discorso al Simposio sullo Sviluppo delle Infrastrutture Sostenibili Città del Capo , il 27 maggio, ha osservato con umorismo che l’abbassamento delle luci nella sala del simposio gli ricordava la richiesta di Trump di abbassare le luci nello Studio Ovale per la riproduzione di un video:

Quando sono entrato, ho visto la stanza diventare un po’ buia. L’hanno oscurata. E per un attimo mi sono chiesto: “Cos’è questo? Mi sta succedendo di nuovo!”

Immagine
Il ministro del governo sudafricano Dean Macpherson parla al Simposio sullo sviluppo delle infrastrutture sostenibili il 26 maggio 2025

Naturalmente, Malema e i membri del suo partito, l’EFF, non hanno riso alle battute di Ramaphosa. Hanno attaccato duramente il presidente sudafricano per il suo presunto servilismo nei confronti di Donald Trump.

Utilizzando una retorica marxista infuocata che avrebbe risvegliato Franz Fanon dalla morte per applaudirlo, Malema affermò che l’incontro alla Casa Bianca era stato “un’interazione dominata da uomini bianchi privilegiati, che hanno accumulato ricchezze a spese del popolo africano” .

Lo stesso giorno in cui intervenne al simposio, il Presidente Ramaphosa si presentò nella camera bassa del Parlamento bicamerale sudafricano per rivolgersi ai parlamentari. Malema e altri deputati dell’EFF, seduti nei banchi dell’opposizione, schernirono e provocarono il Presidente.

La vicepresidente dell’organo legislativo, una donna di etnia afrikaner di nome Annelie Lotriet , ha lottato per mantenere l’ordine mentre i legislatori dell’EFF, guidati da Malema, continuavano a interrompere i lavori parlamentari.

Ecco un breve video del caotico scontro in parlamento:

Inevitabilmente, il tentativo di Annelie Lotriet di mantenere l’ordine parlamentare degenerò in insulti, con Julius Malema che la definì “bianca” “bullismo razzista” . La situazione si risolse definitivamente quando Annelie espulse Malema e i suoi rancorosi legislatori dell’EFF dall’aula parlamentare.

Potete cliccare su questo link per guardare il video completo del caos in parlamento.

L’intero video vi darà un’idea di come sia strutturato il Parlamento sudafricano. I disordini non sono rari nella sua camera bassa. Un esempio famoso è l’aspro scambio di battute tra i legislatori dell’EFF e Pieter Groenewald del Freedom Front Plus (FFP) di otto anni fa.

Attualmente il signor Groenewald è ministro del governo di coalizione del Sudafrica.

Il 13 giugno 2017, Pieter Groenewald si è rivolto al Parlamento. Puntando il dito contro i legislatori dell’EFF, ha affermato che il loro desiderio di espropriazioni di terreni agricoli senza indennizzo era un’utopia e ha messo in guardia contro una guerra civile sulla questione. ( articolo completo )

Per quanto ne so, Annelie Lotriet è la seconda persona bianca con autorità politica in Sudafrica ad aver umiliato Julius Malema dopo Derek Hanekom . Dato che entrambi sono afrikaner, sono sicuro che Malema avrà in mente loro quando canterà “Kill The Boer” al prossimo comizio dell’EFF.


Contatto – Geocache Adventures

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I colloqui russo-ucraini sono in una situazione di stallo che solo gli Stati Uniti o la forza bruta possono superare, di Andrew Korybko

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Andrew Korybko3 giugno
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Lo scenario migliore e più realistico per la Russia sarebbe che gli Stati Uniti cercassero seriamente di costringere l’Ucraina a fare delle concessioni, che la Russia non rispondesse in modo devastante alle successive provocazioni disperate dell’Ucraina e che poi l’Ucraina capitolasse poco dopo, una volta che gli Stati Uniti la interrompessero.

Il secondo round dei colloqui russo-ucraini, recentemente ripresi a Istanbul lunedì, non ha portato a progressi verso la pace. Entrambe le parti si sono semplicemente scambiate le rispettive memorandum sui loro prevedibili finali politico-militari a somma zero e hanno concordato un altro scambio di prigionieri . Tale risultato era prevedibile, dato che gli Stati Uniti non hanno ancora costretto nessuna delle due parti a concessioni. Pertanto, a meno che gli Stati Uniti non intervengano e ottengano successo, solo la forza bruta può uscire da questa situazione di stallo.

Per quanto riguarda la possibile soluzione di un intervento americano, assumerebbe forme diverse con l’Ucraina e/o la Russia, se mai dovesse concretizzarsi. Per quanto riguarda la prima, gli Stati Uniti dovrebbero minacciare in modo credibile di tagliare completamente fuori l’Ucraina dagli aiuti militari, di intelligence ed economici se non accettasse alcune delle concessioni richieste dalla Russia per la pace, e poi procedere in tal senso se Zelensky rifiutasse. Anche se gli europei probabilmente non seguiranno l’esempio , non potrebbero sostituire il ruolo allora perduto degli Stati Uniti nell’aiutare l’Ucraina.

Per quanto riguarda la forma che assumerebbe con la Russia, gli Stati Uniti dovrebbero imporre e poi applicare sanzioni secondarie paralizzanti contro tutti i clienti energetici russi, senza eccezioni, con particolare attenzione a Cina, India, UE e Turchia. Oltre a quanto sopra, o in sua sostituzione, a causa del doloroso contraccolpo che tali sanzioni potrebbero comportare, gli Stati Uniti potrebbero anche “escalation to de-escalation” aumentando gli aiuti militari, di intelligence ed economici all’Ucraina, sebbene a rischio di una guerra per un errore di calcolo con la Russia.

Per quanto riguarda la possibile soluzione della forza bruta, anche questa assumerebbe forme diverse da quelle dell’Ucraina e/o della Russia, se mai dovesse concretizzarsi. Per quanto riguarda la prima, l’Ucraina dovrebbe effettuare un numero sufficiente di attacchi strategici con droni contro la Russia per costringere Putin a capitolare alle richieste massimaliste di Zelensky, ma senza provocare una rappresaglia devastante con gli Oreshnik (eventualmente dotati di armi nucleari tattiche). Questo obiettivo è tuttavia irrealistico, mentre i mezzi sono estremamente rischiosi. Ciononostante, l’Ucraina potrebbe comunque tentarlo.

Quanto alla forma che potrebbe assumere la Russia, Putin dovrebbe autorizzare la suddetta rappresaglia per costringere Zelensky a capitolare alle sue stesse richieste massimaliste, ma senza provocare Trump a “de-escalation” in risposta per paura di perdere tutti gli investimenti statunitensi nel “Progetto Ucraina”. La Russia dovrebbe anche essere pronta a rispondere a qualsiasi disperata provocazione europea in tal caso, come il dispiegamento formale di truppe in Ucraina , pur tenendo gli Stati Uniti fuori dalla mischia.

La terza possibile soluzione che alcuni avrebbero potuto concepire, ovvero continuare la campagna sul terreno in assenza di coercizione statunitense su entrambe le parti e senza che nessuna delle due “escalation per de-escalation” a modo proprio, porterebbe inevitabilmente a questo scenario con il tempo. Dopotutto, Trump sarebbe costretto a isolare l’Ucraina o a “escalation per de-escalation” se le linee del fronte crollassero, nel qual caso l’Ucraina o la Russia potrebbero a loro volta “escalation per de-escalation”. Un certo grado di escalation potrebbe quindi essere inevitabile.

Considerando queste dinamiche strategiche, lo scenario migliore e più realistico per la Russia sarebbe quindi che gli Stati Uniti cercassero seriamente di costringere l’Ucraina a fare concessioni , che la Russia non rispondesse in modo devastante alle successive disperate provocazioni ucraine e che l’Ucraina capitolasse poco dopo, una volta che gli Stati Uniti la interrompessero. Purtroppo, l’ ultima… la retorica contro Putin e la bozza di legge sulle sanzioni del suo alleato Lindsey Graham suggerisce che non è pronto a farlo, quindi potrebbe verificarsi lo scenario peggiore.

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Lavrov ha sollevato tre punti importanti sulla diplomazia militare russa

Andrew Korybko6 giugno
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È nell’interesse della Russia amplificare questi punti per contrastare le interpretazioni distorte della sua diplomazia militare, volte a screditare la politica russa presentandola come un partner inaffidabile.

Il Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov è stato duramente attaccato da un attivista filo-ucraino che si spacciava per giornalista, il quale, durante il suo ultimo viaggio in Armenia, ha provocatoriamente insinuato che l’uso di armi russe da parte dell’Azerbaigian suggerisse il sostegno di Mosca a Baku anziché a Yerevan. Nella sua risposta, troppo lunga per essere ripubblicata integralmente ma che può essere letta qui , Lavrov ha sollevato tre punti importanti sulla diplomazia militare russa che vale la pena sottolineare, poiché la maggior parte dei media li ha ignorati.

Prima di procedere, è importante definire cosa si intende per diplomazia militare. Questa si riferisce all’uso della vendita di armi per promuovere obiettivi politici, che nel caso della Russia si traduce in tali vendite a paesi rivali nella speranza di mantenere l’equilibrio di potere tra di loro. Ha lo scopo di incoraggiarli ad affidarsi a mezzi politici per risolvere le loro controversie anziché a quelli militari. Al contrario, la diplomazia militare degli Stati Uniti mira a conferire ai propri partner vantaggi rispetto ai loro avversari, in modo che facciano affidamento su mezzi militari.

Di conseguenza, la Russia vende armi sia all’Armenia che all’Azerbaigian, mentre gli Stati Uniti hanno iniziato ad allontanarsi dall’Azerbaigian verso l’Armenia sotto Biden e potrebbero continuare su questa strada sotto Trump. Questi fatti aggiungono contesto ai tre punti importanti sollevati da Lavrov sulla diplomazia militare russa, il primo dei quali è che “Molti paesi hanno le nostre armi, ma ciò non significa che vengano sempre utilizzate in modi che siano in linea con i principi che convengono a tutti”.

A titolo di esempio, ha ricordato al suo provocatore filo-ucraino che “anche l’Armenia ha utilizzato armi di fabbricazione russa negli anni successivi alla sua indipendenza, in particolare per conquistare sette distretti azeri che non aveva mai rivendicato ufficialmente”. Il secondo punto importante sollevato da Lavrov è stato che “acquistare armi da altri paesi non è un problema. Questo spetta ai nostri amici armeni”, ma ha lasciato intendere secondi fini da parte dell’Armenia nell’acquistare armi dalla Francia, paese ostile alla Russia.

La Francia pratica la stessa forma di diplomazia militare degli Stati Uniti, mirando a conferire ai propri partner vantaggi rispetto agli avversari, in modo che si avvalgano di mezzi militari anziché politici per risolvere le controversie. Per quanto riguarda l’acquisto di armi francesi da parte dell’Armenia, ciò suggerisce che la leadership armena potrebbe ancora nutrire obiettivi revanscisti che potrebbero provocare un altro conflitto, il che avvalora la posizione dell’Azerbaigian. preoccupazioni .

I due punti precedenti hanno poi portato direttamente al terzo, su come la Russia abbia cercato di risolvere politicamente questo conflitto in passato, dopo aver armato entrambe le parti in base alla sua dichiarata politica di diplomazia militare. Lavrov ha rinfrescato la memoria a tutti ricordando come la Russia avesse proposto il ritiro dell’Armenia da cinque delle regioni azere occupate, mentre le restanti due sarebbero state “lasciate alle generazioni future”. Nella sua valutazione, “[era] probabilmente una soluzione migliore di quella attuale”, eppure l’Armenia l’ha respinta.

Nel complesso, Lavrov ha sollevato i seguenti tre punti importanti sulla diplomazia militare russa: 1) in ultima analisi la Russia non è responsabile di come i suoi partner utilizzano le sue armi; 2) questi stessi partner sono liberi di acquistare armi da chiunque desiderino (anche se farlo da paesi anti-russi suscita perplessità); e 3) l’Armenia ha respinto il compromesso proposto dalla Russia con l’Azerbaigian sul Karabakh, che si basava sul ruolo di mediazione che Mosca aveva ottenuto attraverso la sua diplomazia militare con entrambi.

È nell’interesse della Russia amplificare i punti sopra menzionati al fine di contrastare le interpretazioni distorte e strumentali che mirano a screditare la politica russa presentandola come un partner inaffidabile. Questa falsa percezione viene poi sfruttata per aiutare il complesso militare-industriale americano a fare progressi a spese del concorrente russo, il che, in questo caso, si traduce in una falsa legittimazione e, di conseguenza, nell’accelerazione del passaggio dell’Armenia verso gli Stati Uniti, che minaccia di destabilizzare la regione.

Trump era a conoscenza in anticipo degli attacchi strategici con i droni dell’Ucraina?

Andrew Korybko4 giugno
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Di seguito sono riportati cinque punti rilevanti, ciascuno accompagnato da brevi argomentazioni sul perché dimostrano o meno che egli ne fosse realmente consapevole, il che aiuterà i lettori a farsi un’idea propria.

Gli attacchi strategici con droni condotti domenica dall’Ucraina contro elementi della triade nucleare russa in tutto il Paese sono stati una provocazione senza precedenti che rischia di aggravare drasticamente il conflitto. Da allora si sono susseguite speculazioni sul fatto che Trump fosse a conoscenza di questi attacchi in anticipo, cosa che il suo addetto stampa ha negato . Di seguito sono riportati cinque punti rilevanti, ciascuno accompagnato da brevi argomentazioni sul perché dimostrino o meno che ne fosse effettivamente a conoscenza, che aiuteranno i lettori a farsi un’idea.

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1. Trump sta spingendo per un bilancio della difesa record di mille miliardi di dollari

* L’escalation e il successivo mantenimento delle tensioni con la Russia, ma soprattutto il loro mantenimento a livelli gestibili, creerebbe un senso di urgenza al Congresso per l’approvazione di questo bilancio record entro la fine dell’anno e ridurrebbe l’opposizione da parte dei principali alleati del MAGA. Il complesso militare-industriale è influente nel Trump 2.0 e lui stesso si è sempre vantato di quanto potenti vorrebbe che diventassero le Forze Armate statunitensi. Potrebbe quindi essere stato a conoscenza in anticipo dei piani di attacco con droni dell’Ucraina, ma non li ha annullati per questo motivo.

– Trump ha investito molto capitale politico nel tentativo di allentare le tensioni con la Russia e ha ricevuto tonnellate di critiche, eppure rimane ufficialmente impegnato in questo (almeno per ora), il che suggerisce sincerità. Per quanto riguarda il suo bilancio della difesa proposto, potrebbe riguardare più la preparazione degli Stati Uniti alla guerra con la Cina, non un’altra guerra infinita contro la Russia per procura. C’è anche un’ampia approvazione del Congresso per contenere la Cina, quindi il suo bilancio della difesa probabilmente non ha bisogno di un’escalation delle tensioni con la Russia per essere approvato.

2. Trump ha sorprendentemente risolto i suoi problemi con Zelensky

* L’ accordo sui minerali , l’ultimo incontro di persona di Trump con Zelensky in Vaticano e l’influenza delle burocrazie militari, di intelligence e diplomatiche permanenti degli Stati Uniti (“stato profondo”) potrebbero essersi combinati per rimodellare la percezione che Trump ha di Zelensky e Putin. Potrebbe quindi essere che, mentre Trump parla di pace con Putin in pubblico, stia complottando contro di lui durante i colloqui con Zelensky. Il loro ultimo incontro di persona potrebbe persino aver visto Trump approvare i piani strategici di Zelensky per l’attacco con i droni.

– Trump è orientato al profitto e volubile, quindi è comprensibile che il suo atteggiamento nei confronti di Zelensky sia cambiato in meglio dopo la firma dell’accordo sui minerali. Allo stesso modo, la sua incapacità di raggiungere accordi simili o più significativi con Putin – che dipendono prima dal congelamento o dalla risoluzione del conflitto ucraino – spiega la sua nuova dura retorica nei suoi confronti. Se Trump fosse stato a conoscenza dei piani di Zelensky in anticipo, li avrebbe annullati per non rischiare di perdere questi potenziali accordi con Putin in seguito.

3. Trump ha avvertito che presto potrebbero accadere cose “DAVVERO BRUTTE” alla Russia

* Il suo scandaloso post è arrivato meno di una settimana prima degli attacchi strategici con i droni dell’Ucraina e potrebbe quindi aver voluto prefigurare questa provocazione senza precedenti, sebbene in modo “plausibilmente negabile” ai fini del controllo dell’escalation. Trump avrebbe anche potuto voler segnalare a Putin che avrebbe fatto meglio ad accettare un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni, altrimenti sarebbe stato un disastro. Se è davvero andata così, allora potrebbe star preparando un altro post simile per lo stesso motivo, sperando che possa poi spingere Putin a fare concessioni.

– I critici sostengono che Trump a volte bluffi come tattica negoziale, quindi questo potrebbe essere stato un esempio di ciò in pratica sulla scena mondiale. La formulazione e la tempistica hanno casualmente servito gli interessi rilevanti dello “stato profondo” dell’era Biden, che avrebbe potuto preparare questa provocazione senza precedenti molto tempo fa senza che lui lo scoprisse mai, dato che potrebbe implicare Trump agli occhi di Putin. In tal caso, il processo di pace potrebbe crollare e Trump potrebbe quindi intensificare la sua risposta, proprio come desiderano.

4. Axios inizialmente sosteneva che l’Ucraina avesse informato gli Stati Uniti in anticipo

* Sebbene Axios abbia successivamente corretto il suo rapporto per sottolineare che l’Ucraina non aveva informato in anticipo gli Stati Uniti, la sua affermazione iniziale potrebbe essere stata corretta, ma comprensibili preoccupazioni relative al controllo dell’escalation nei confronti della Russia avrebbero potuto spingere la Casa Bianca a richiedere urgentemente una modifica. Axios potrebbe aver aderito volontariamente per motivi di sicurezza nazionale o perché costretta da minacce legali. In ogni caso, questo incidente ha convinto alcuni che Trump fosse effettivamente a conoscenza in anticipo dei piani dell’Ucraina.

– Axios ha commesso un errore innocente nel suo rapporto iniziale, poi prontamente corretto, oppure si è trattato di una provocazione premeditata da parte di elementi dello “Stato profondo” fedeli ai Democratici per incriminare Trump. Se si fosse verificato il secondo scenario, lo scopo sarebbe stato convincere Putin che Trump fosse realmente a conoscenza in anticipo dei piani dell’Ucraina, il che avrebbe potuto innescare il collasso del processo di pace. Ciononostante, la Russia è ben consapevole dei trucchi dello “Stato profondo”, quindi potrebbe non cadere in quest’ultima possibile trappola.

5. Trump è rimasto sospettosamente in silenzio riguardo a questi attacchi

* Per uno che sembra avere sempre un’opinione su tutto, anche sulle cose più banali e casuali, Trump non ha ancora detto una parola sulla provocazione senza precedenti dell’Ucraina contro la Russia. Il suo silenzio sospetto viene quindi interpretato da alcuni come tacita approvazione. Dopotutto, questi attacchi strategici con droni rischiano di innescare il collasso del processo di pace in cui ha già investito così tanto capitale politico, quindi ne consegue che avrebbe già condannato l’Ucraina se fosse stato davvero contrario a ciò che ha fatto.

– Trump potrebbe essere stato colto di sorpresa da questa situazione tanto quanto Putin, se lo “stato profondo” dell’era Biden avesse davvero architettato tutto molto tempo fa senza che lui lo scoprisse. Pertanto, entrambi potrebbero aver concordato – sia durante una telefonata non riportata domenica, sia durante quella dei loro principali diplomatici lo stesso giorno – di mantenere la calma mentre indagavano congiuntamente, mantenendo così vivo il processo di pace per il momento. In tal caso, il silenzio di Trump sarebbe temporaneo e Putin saprebbe già di non doverlo interpretare erroneamente come un’accettazione.

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La risposta alla domanda se Trump fosse a conoscenza in anticipo degli attacchi strategici dell’Ucraina determinerà l’entità della ritorsione russa e se rimarrà coinvolta nel processo di pace. Lo scenario migliore, dal punto di vista russo, è che Putin si convinca che Trump non ne fosse a conoscenza e agisca contro coloro che nel suo governo lo sapevano, mentre lo scenario peggiore è che Putin concluda che Trump ne fosse a conoscenza e che o l’abbia approvato, o non gliene importasse, o non sia riuscito a fermarlo, ma non lo abbia informato.

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La rappresaglia della Russia agli attacchi strategici con i droni dell’Ucraina porrà fine al conflitto in modo definitivo?

Andrew Korybko1 giugno
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Questa notte sarà decisiva per il futuro del conflitto.

L’Ucraina ha condotto domenica attacchi strategici con droni contro diverse basi in tutta la Russia, note per ospitare elementi della sua triade nucleare. Questo è avvenuto un giorno prima del secondo round dei colloqui russo-ucraini recentemente ripresi a Istanbul e meno di una settimana dopo che Trump aveva avvertito Putin che “cose brutte… DAVVERO BRUTTE” avrebbero potuto presto accadere alla Russia. Non si può quindi escludere che fosse a conoscenza della situazione e che abbia persino manifestato discretamente il suo consenso per “costringere la Russia alla pace”.

Certo, è anche possibile che stesse bluffando e che la CIA dell’era Biden abbia contribuito a orchestrare questo attacco in anticipo senza che lui lo scoprisse, in modo che l’Ucraina potesse sabotare i colloqui di pace se avesse vinto e fare pressione su Zelensky, oppure estorcere alla Russia le massime concessioni, ma le sue minacciose parole appaiono comunque negative. Qualunque sia la portata della conoscenza di Trump, Putin potrebbe tornare a salire sulla scala dell’escalation inviando altri Oreshnik all’Ucraina, il che potrebbe rischiare una rottura dei loro rapporti.

Considerando che Trump viene tenuto all’oscuro del conflitto dai suoi più stretti consiglieri (senza contare Witkoff), come dimostrato dal fatto che ha erroneamente descritto gli attacchi di ritorsione della Russia contro l’Ucraina della scorsa settimana come immotivati, potrebbe reagire allo stesso modo all’inevitabile ritorsione russa. Il suo alleato Lindsay Graham ha già predisposto una legge per imporre dazi del 500% su tutti i clienti energetici russi, che Trump potrebbe approvare in risposta, e questo potrebbe accompagnarsi all’aumento degli aiuti armati all’Ucraina in una grave escalation.

Tutto dipende quindi dalla forma della ritorsione russa; dalla risposta degli Stati Uniti; e – se non verranno annullati di conseguenza – dall’esito dei colloqui di domani a Istanbul. Se le prime due fasi di questo scenario non sfuggiranno al controllo, tutto dipenderà se l’Ucraina farà concessioni alla Russia dopo la sua ritorsione; se la Russia farà concessioni all’Ucraina dopo la risposta degli Stati Uniti alla ritorsione russa; o se i loro colloqui saranno ancora una volta inconcludenti. Il primo è di gran lunga l’esito migliore per la Russia.

La seconda ipotesi suggerirebbe che gli attacchi strategici con droni dell’Ucraina contro la triade nucleare russa e la risposta degli Stati Uniti alla loro rappresaglia abbiano spinto Putin a scendere a compromessi sui suoi obiettivi dichiarati. Questi sono il ritiro dell’Ucraina da tutte le regioni contese, la sua smilitarizzazione, la denazificazione e il ripristino della sua neutralità costituzionale. Il congelamento della Linea di Contatto (LOC), anche forse in cambio di un allentamento delle sanzioni statunitensi e di un’azione incentrata sulle risorse. strategico una partnership con essa potrebbe cedere il vantaggio strategico della Russia.

Non solo l’Ucraina potrebbe riarmarsi e riposizionarsi prima di riprendere le ostilità a condizioni relativamente migliori, ma truppe occidentali in uniforme potrebbero anche invadere l’Ucraina , dove potrebbero fungere da trappole per manipolare Trump inducendolo a “escalation to de-escalation” in caso di attacco russo. Per quanto riguarda la terza possibilità, colloqui inconcludenti, Trump potrebbe presto perdere la pazienza con la Russia e quindi “escalation to de-escalation” comunque. Potrebbe sempre andarsene , tuttavia, ma i suoi recenti post suggeriscono che non lo farà.

Nel complesso, la provocazione senza precedenti dell’Ucraina inasprirà il conflitto, ma non è chiaro cosa succederà dopo l’inevitabile rappresaglia russa. La Russia o costringerà l’Ucraina a fare le concessioni che Putin chiede per la pace; la risposta degli Stati Uniti alla sua rappresaglia costringerà invece la Russia a fare concessioni all’Ucraina; oppure entrambe le situazioni rimarranno gestibili e i colloqui di domani saranno inconcludenti, probabilmente ritardando così l’apparentemente inevitabile escalation del coinvolgimento degli Stati Uniti. Questa sera sarà quindi decisiva per il futuro del conflitto.

Il rafforzamento militare russo lungo il confine finlandese diventerà probabilmente la nuova normalità

Andrew Korybko1 giugno
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Si tratta di una risposta prevedibile alla decisione inutile e altamente provocatoria della Finlandia di aderire alla NATO.

Il New York Times (NYT) ha recentemente pubblicato un articolo su come ” La Russia rafforza le basi vicino al confine con la Finlandia “, basandosi su immagini satellitari per giungere a tale conclusione. Il rafforzamento militare della Russia nel nord del Paese viene descritto come inquietante nell’articolo, con abbondanti speculazioni sui suoi piani post-Ucraina tra gli intervistati. A loro merito, gli autori del NYT hanno effettivamente fatto riferimento alle percezioni della Russia sull’espansione della NATO, ma non le hanno portate alle loro logiche conclusioni per quanto riguarda la Finlandia.

Non si fa alcun accenno a quanto fosse inutile la sua decisione di aderire alla NATO. Prima di allora, la Finlandia era già un cosiddetto “membro ombra” della NATO, nel senso che si era strettamente integrata con il blocco e aveva praticamente ottenuto l’interoperabilità con le sue forze dopo anni di addestramento congiunto. Ciononostante, non aveva le garanzie di difesa reciproca previste dall’Articolo 5, ma oggettivamente non erano necessarie, poiché non c’era mai stato uno scenario credibile in cui la Russia avrebbe lanciato un attacco immotivato o un’invasione totale della Finlandia.

Poco dopo lo speciale Quando l’operazione è iniziata oltre tre anni fa, l’élite liberal-globalista finlandese ha diffuso il panico tra i suoi sostenitori, sostenendo che il loro Paese potesse essere il prossimo dopo l’Ucraina, il che è stato il falso pretesto con cui ha ribaltato la sua posizione decennale nei confronti dell’adesione formale alla NATO. Lungi dall’aderire per sincere preoccupazioni per la propria sicurezza, l’ha fatto unicamente per espandere il confine della NATO con la Russia, che avrebbe potuto essere presentato come una simbolica vittoria occidentale, a prescindere dall’esito di questa guerra per procura in corso .

Ecco tre briefing di base sull’argomento per aggiornare i lettori ignari:

* 8 febbraio 2024: “ La Finlandia apre il fronte di contenimento artico della NATO contro la Russia ”

* 25 maggio 2024: “ Una nuova cortina di ferro si sta costruendo dall’Artico all’Europa centrale ”

* 1 ottobre 2024: “ Non dimentichiamoci di come il fianco nord-orientale della NATO possa creare molti problemi alla Russia ”

Ora verranno riassunti e inseriti nel più ampio contesto geostrategico della Nuova Guerra Fredda .

In breve, l’adesione della Finlandia alla NATO consente al blocco di distogliere una parte delle forze russe da altri fronti come quello ucraino, ampliando al contempo la capacità dell’Occidente di proiettare forze in Russia, rendendola una mossa altamente strategica ma anche estremamente pericolosa. La nuova cortina di ferro che sta calando sulla regione collegando le difese di confine recentemente rafforzate della Finlandia, la “Linea di difesa baltica”, e lo “Scudo orientale” polacco garantirà la persistenza delle tensioni post-ucraine.

Anche nello scenario del nascente Russo – USA ” Nuovo Con la ” distensione ” che si evolve in un partenariato strategico a pieno titolo, basato sulla cooperazione per le risorse, come i progetti congiunti per l’Artico , come quelli proposti da Mosca, i membri europei della NATO potrebbero ancora minacciare unilateralmente la Russia attraverso questi mezzi. In altre parole, la stessa strategia che la precedente amministrazione statunitense ha cercato di adottare contro la Russia potrebbe essere utilizzata dai suoi alleati nominali per provocare una crisi e complicare i rapporti della nuova amministrazione con la Russia, il che è ironico.

Detto questo, la probabilità che ciò venga tentato – per non parlare del suo successo – si ridurrebbe notevolmente se la suddetta “Nuova Distensione” entrasse in vigore, poiché gli Stati Uniti potrebbero semplicemente rifiutarsi di estendere le garanzie di difesa reciproca dell’Articolo 5 a qualsiasi dei suoi “alleati canaglia” che fomentassero problemi su questo fronte, dissuadendoli così. Detto questo, rimane sempre la possibilità che una futura amministrazione statunitense non sia così amichevole nei confronti della Russia o si “stacchi” da essa con qualsiasi pretesto, quindi la Russia non potrà mai abbassare la guardia da qui in poi.

La Russia non guarderà più dall’altra parte mentre la Serbia arma indirettamente l’Ucraina

Andrew Korybko30 maggio
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Qualunque cosa accada, e si spera che non accada nulla di troppo drammatico, è da tempo che la Russia dovrebbe finalmente chiamare in causa Vucic.

Il Servizio di Intelligence Estero russo (SVR) ha accusato la Serbia di aver sparato alle spalle alla Russia armando l’Ucraina. Tali notizie sono circolate per la prima volta in relazione alle fughe di notizie del Pentagono della primavera del 2023, ma sono state smentite dal presidente Aleksandar Vučić, che ha appena sfidato le pressioni dell’UE visitando Mosca durante il Giorno della Vittoria. Ha reagito alle ultime notizie dichiarando che bloccherà la fornitura di armi e munizioni serbe ai paesi sospettati di inviarle all’Ucraina, ma ciò contraddice quanto dichiarato nel giugno 2023 .

All’epoca, disse: “È possibile che stia succedendo? Non ho dubbi che possa succedere. Qual è l’alternativa per noi? Non produrlo? Non venderlo?… Ma non sono uno stupido. Sono consapevole che alcune armi potrebbero finire in Ucraina”. In altre parole, ha chiuso un occhio quando i paesi hanno inviato armi e munizioni serbe all’Ucraina, ma il rapporto dell’SVR suggerisce che la Russia non girerà più dall’altra parte. La Russia potrebbe quindi smettere di sostenere la sua affermazione che le recenti proteste contro di lui siano una Rivoluzione Colorata .

Per essere assolutamente chiari, la Russia non inciterà tali manifestazioni, ma potrebbe rimanere in silenzio se ripetesse queste accuse la prossima volta che ci saranno proteste su larga scala contro di lui. Ciò dimostrerebbe che ci sono motivi legittimi per opporsi a lui, suggerirebbe che i partecipanti non sono tutti tirapiedi filo-occidentali e potenzialmente incoraggerebbe i patrioti a mantenere alta la pressione. Questo non significa che la Russia voglia sostituirlo, ma che potrebbe ora ritenere che tenerlo sotto controllo non sia una cattiva idea.

Dopotutto, non solo sta permettendo ad altri paesi di inviare armi e munizioni serbe in Ucraina, ma il suo generale di punta ha accennato all’intenzione di attuare una svolta militare filo-occidentale sotto la pressione delle sanzioni all’inizio dell’anno. Inoltre, Vučić ha recentemente licenziato il vice primo ministro Aleksandar Vulin, ampiamente considerato il funzionario più vicino alla Russia nel suo governo. Questi sviluppi hanno probabilmente contribuito a spiegare perché l’SVR ha infine deciso di accusare Vučić di aver permesso alla Serbia di armare indirettamente l’Ucraina.

Non si può escludere che la Russia abbia ottenuto informazioni di intelligence che indicano una svolta filo-occidentale più decisa da parte della Serbia, come l’adesione ufficiale alle sanzioni a complemento dei suoi voti contro la Russia alle Nazioni Unite o qualche altra manifestazione, forse la cessazione definitiva dell’uso di armi russe. Questo potrebbe spiegare perché la Russia abbia deciso di denunciare Vučić nonostante anni di difesa. Comunque sia andata, la Russia non vede più Vučić allo stesso modo di prima e ora vuole che il mondo intero lo sappia.

L’SVR ha ricordato a tutti che “la Russia è venuta in aiuto dei serbi più di una volta nei momenti più critici della loro storia. Ricordiamo, ad esempio, la liberazione della Serbia dal giogo dell’Impero Ottomano, la prevenzione di una catastrofe nazionale durante la Prima Guerra Mondiale, la lotta contro gli occupanti fascisti e i loro scagnozzi durante la Seconda Guerra Mondiale, i bombardamenti NATO di Belgrado, la tragedia del Kosovo”. Ciò rafforza il fatto che la Russia si senta tradita dalla Serbia e da Vučić in particolare.

I legami interpersonali rimangono ancora forti, eppure Vucic potrebbe presto colpire duramente la sua popolazione, a maggioranza russofila, con il falso pretesto che la Russia stia tramando la sua rimozione. Non sarebbe sorprendente se un’agenzia di intelligence occidentale lo avvertisse di un finto complotto per provocare la sua prevedibile reazione. Qualunque cosa accada, e si spera che non accada nulla di troppo drammatico, è da tempo che la Russia chiama finalmente in causa Vucic. Lo scenario migliore è che capisca il messaggio e smetta di armare indirettamente l’Ucraina.

Qual è la probabilità che la Russia presto lanci altri Oreshnik sull’Ucraina?

Andrew Korybko29 maggio
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Passo dopo passo, Trump sta trasformando la “guerra del sonnolento Joe Biden” nella sua, esattamente come Steven Bannon lo aveva avvertito di non fare.

La rivelazione del cancelliere tedesco Friedrich Merz secondo cui l’Occidente avrebbe rimosso tutte le restrizioni alla gittata delle armi fornite all’Ucraina ha suscitato una sensazione di déjà vu dalla fine dell’anno scorso. La Russia li aveva messi in guardia dal farlo all’epoca, il momento della verità è finalmente arrivato dopo che loro l’hanno sfidato, e poi Putin ha scalato la scala dell’escalation autorizzando l’uso di un missile ipersonico a medio raggio Oreshnik, fino ad allora top secret, contro l’Ucraina. La storia potrebbe quindi essere sul punto di ripetersi .

Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha descritto la decisione dell’Occidente come “piuttosto pericolosa”, mentre il Ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha valutato che sia stata evidentemente “presa da tempo e tenuta segreta”, il che è in linea con quanto affermato in seguito dallo stesso Merz nel chiarire le sue dichiarazioni. Ciononostante, questa politica non ha ancora portato ad attacchi strategicamente significativi, né tantomeno a rimodellare le dinamiche del conflitto a favore dell’Ucraina. Se la situazione dovesse cambiare, tuttavia, la Russia potrebbe sganciare altri Oreshnik.

Ciò potrebbe accadere anche in assenza di questi due scenari scatenanti. Trump ha pubblicato in modo minaccioso martedì: “Quello che Vladimir Putin non capisce è che se non fosse stato per me, alla Russia sarebbero già successe un sacco di cose davvero brutte, e intendo DAVVERO BRUTTE. Sta giocando col fuoco!”. Questo post segue quello su come “[Putin] sia completamente impazzito!”, che è stato analizzato qui come prova del fatto che sia stato maliziosamente disinformato dai suoi fidati consiglieri e/o che abbia creato il pretesto per l’escalation statunitense.

È quindi chiaro che Trump si sta preparando alla possibilità che i colloqui di pace possano presto fallire, in vista della quale sta cercando di costruire una narrazione egoistica. Denigrando Putin come “pazzo” e insinuando che “cose brutte… DAVVERO BRUTTE” potrebbero presto accadere alla Russia, Trump sta segnalando una tacita approvazione delle imminenti provocazioni ucraine. Oltre all’uso di missili americani a lungo raggio contro obiettivi strategici, questo potrebbe assumere la forma di una campagna nazionale di omicidi e terrorismo.

Non va dimenticato che la Russia ha incolpato l’Ucraina per l’attacco terroristico al Crocus della primavera del 2024, l’ha accusata di aver complottato per assassinare Putin durante la parata del Giorno della Marina dello scorso luglio a San Pietroburgo e ha appena rivelato che uno sciame di droni russi ha cercato di abbattere il suo elicottero durante la visita della scorsa settimana a Kursk. Inoltre, Trump è rimasto sospettosamente in silenzio dopo che Zelensky ha implicitamente minacciato di attaccare la parata del Giorno della Vittoria a Mosca, quindi è possibile che possa finalmente “lasciare andare l’Ucraina” anche se si ritira dal conflitto.

Nel caso in cui i missili occidentali a lungo raggio dell’Ucraina colpiscano obiettivi strategicamente significativi e/o venga avviata una campagna nazionale di omicidi e terrorismo, soprattutto in presenza di una minaccia credibile per Putin o altri alti funzionari, la Russia potrebbe reagire inviando altri Oreshnik. Per il momento si sta tenendo in disparte, apparentemente per evitare di indurre Trump ad attraversare il Rubicone con i mezzi sopra menzionati, ma non avrà più motivo di rimanere in silenzio se finirà per farlo per primo.

Tutto sommato, le relazioni russo-americane potrebbero presto deteriorarsi a seconda di ciò che farà l’Ucraina, soprattutto se il Cremlino concluderà che si tratta di un ammiccamento e un cenno di assenso da parte dell’America. Non c’è modo che la Russia non reagisca se l’Ucraina intensifica il conflitto. Questo potrebbe molto probabilmente assumere la forma di ulteriori attacchi Oreshnik, che a loro volta potrebbero essere sfruttati da Trump come pretesto per una più diretta escalation statunitense. Passo dopo passo, Trump sta trasformando la ” guerra del sonnolento Joe Biden ” nella sua, esattamente come Steven Bannon lo aveva avvertito di non fare.

Cinque spunti dalle elezioni presidenziali in Polonia

Andrew Korybko3 giugno
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Vincono il MAGA e i conservatori europei, perdono l’Ucraina e l’UE e diminuiscono i rischi di una guerra con la Russia.

Il candidato conservatore polacco alla presidenza, Dr. Karol Nawrocki, ha battuto di misura il suo rivale liberale Rafal Trzaskowski domenica al secondo turno elettorale, con il 50,89% contro il 49,11%, dopo aver perso il primo turno rispettivamente con il 29,54% contro il 31,36%. Il Primo Ministro liberale Donald Tusk ha dichiarato in modo drammatico che le elezioni avrebbero “deciso il futuro della Polonia”, tanto che in tutto il mondo si è manifestato interesse per il voto, data la sua crescente importanza negli affari europei. Ecco cinque spunti di riflessione da quanto appena accaduto:

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1. Questa è la prima vittoria conservatrice in Europa da settembre 2023

Da quando il Primo Ministro slovacco Robert Fico è tornato al potere dopo le elezioni parlamentari del suo Paese nel settembre 2023, non si è registrata una vittoria conservatrice in Europa. I liberali hanno vinto in Moldavia lo scorso novembre, in Germania a febbraio e in Romania il mese scorso. Avendo interrotto la tendenza, la Polonia ha dimostrato che il conservatorismo non è la causa persa che i liberali avevano travisato dopo quelle elezioni. Anzi, essendo il Paese più grande della regione, quanto accaduto in Polonia potrebbe influenzare anche le prossime elezioni di altri Paesi.

2. I populisti nazionalisti si sono schierati a favore dei conservatori, considerandoli il male minore

Al primo turno , i nazionalisti populisti Sławomir Mentzen e Grzegorz Braun hanno ottenuto un totale del 21,15% dei voti, rispettivamente con il 14,1% e il 6,34%. La maggior parte dei loro sostenitori si è poi schierata attorno a Nawrocki, considerandolo il male minore, nella speranza che mantenesse fede alle otto promesse che si era impegnato a rispettare per iscritto dopo l’intervista con Mentzen poco prima del secondo turno. Tra queste, la protezione della sovranità della Polonia nei confronti dell’UE e il rifiuto di autorizzare lo schieramento di truppe in Ucraina .

3. Le relazioni della Polonia con alcuni dei suoi partner chiave potrebbero presto peggiorare

Sulla base dell’ultima promessa, l’Ucraina non è per nulla contenta della vittoria di Nawrocki, sebbene ora stia cercando di mantenere la calma, pur condannandolo per essersi opposto all’adesione alla NATO come una delle sue otto promesse. Allo stesso modo, i rapporti con l’UE potrebbero nuovamente irrigidirsi, anche se non così tanto come lo erano quando i conservatori controllavano anche la carica di Primo Ministro. Lo stesso vale per la Germania, poiché il leader dell’opposizione conservatrice Jarosław Kaczynski ritiene che Tusk sia letteralmente un ” agente tedesco “.

4. I legami con la Russia probabilmente rimarranno tesi nel prossimo futuro…

Anche se Nawrocki finirà probabilmente in disaccordo con l’Ucraina, l’UE e forse persino la Germania, e nonostante sia amico di Trump , i rapporti con la Russia probabilmente non miglioreranno. Come Trzaskowski, sostiene il megaprogetto ” East Shield ” per la costruzione di fortificazioni di confine ad alta tecnologia lungo i confini dello Stato dell’Unione. Lo stesso vale per l’autoproclamata leadership polacca nell'” Iniziativa dei Tre Mari “, che include megaprogetti a duplice uso militare e logistico. La Russia è contraria a entrambi per motivi di sicurezza nazionale.

5. …Ma il rischio di una guerra tra loro per errore di calcolo è crollato

Se c’è un lato positivo nell’elezione di Nawrocki dal punto di vista russo, è che il suo impegno a non schierare truppe in Ucraina (cosa che richiede l’autorizzazione del Presidente, previa richiesta del Primo Ministro) ridurrà notevolmente il rischio di una guerra tra i due Paesi per errore di calcolo. La Polonia continuerà ad armare l’Ucraina a credito , a facilitare il flusso di armi altrui e a costruire quella che oggi è la terza forza armata più grande della NATO , ma finché le sue truppe non saranno schierate in Ucraina, la Russia non avrà motivo di attaccarla.

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” La Polonia è di nuovo pronta a diventare il principale partner degli Stati Uniti in Europa “, ancor più di quanto non lo fosse all’inizio di quest’anno, quando è stata pubblicata la precedente analisi. I conservatori di tutto il continente ora sperano di replicare il suo successo alle prossime elezioni dei loro paesi, riducendo al contempo il rischio di una Terza Guerra Mondiale. D’altro canto, la Polonia continuerà a creare problemi di sicurezza nazionale per la Russia, che disprezza ferocemente il partito orgogliosamente russofobo rappresentato da Nawrocki, quindi questa non è una vittoria per Putin .

Analisi dei rapporti secondo cui la Russia avrebbe concluso un accordo con il Pakistan per ricostruire la sua acciaieria

Andrew Korybko5 giugno
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Sebbene l’accordo segnalato sarebbe apolitico, la conseguente riduzione delle importazioni di acciaio pakistane, l’alleviamento della crisi valutaria e il rafforzamento dell’industria nazionale potrebbero avere implicazioni strategiche per il Pakistan nei confronti della rivalità con l’India.

Il dibattito geopolitico sui social media dell’Asia meridionale è stato dominato la scorsa settimana dalle notizie secondo cui la Russia avrebbe concluso un accordo multimiliardario con il Pakistan per ricostruire la sua acciaieria a Karachi, fondata con il sostegno sovietico nel 1973 e gestita in parte dai suoi funzionari fino al 1992. Secondo Adnan Aamir del Nikkei Asia , il cui articolo ha avuto più ampia diffusione di qualsiasi altro, “L’accordo è stato raggiunto [all’inizio di maggio] durante un incontro tra il presidente russo Denis Nazarov e Haroon Akhtar Khan”.

Essendo stato presumibilmente raggiunto subito dopo l’ ultimo conflitto indo-pakistano , in cui la Russia si è dimostrata sorprendentemente neutrale , è stato naturalmente accolto con entusiasmo dai pakistani e condannato dagli indiani. Sebbene l’accordo presumibilmente sia apolitico, la conseguente riduzione delle importazioni di acciaio pakistane, l’alleviamento della crisi valutaria e il rafforzamento dell’industria nazionale potrebbero avere implicazioni strategiche per il Pakistan rispetto alla rivalità con l’India. Questo spiega la reazione diametralmente opposta di entrambe le società.

Venerdì scorso, l’emittente pubblica pakistana PTV World ha riportato che ” i media globali definiscono la partnership strategica Russia-Pakistan una grave battuta d’arresto diplomatica per l’India “, ma più tardi, quello stesso giorno, Sputnik India, emittente pubblica russa, ha negato l’esistenza di un accordo del genere: “Sebbene i negoziati siano stati effettivamente svolti, Sputnik India non è riuscita a trovare alcuna prova che fosse stato firmato un ‘contratto multimiliardario’. È importante notare che questa ‘notizia’ è stata inizialmente riportata da Nikkea Asia, che ha CESSATO di trasmettere dalla Russia nel 2022”.

L’All India Radio, radio indiana finanziata con fondi pubblici, ha poi riportato quanto segue prima della fine della giornata: “Mosca ha fermamente negato qualsiasi accordo multimiliardario firmato, accusando elementi in Pakistan di cercare di compromettere il solido partenariato strategico tra India e Russia, soprattutto dopo la recente operazione Sindoor dell’India, che ha preso di mira i campi terroristici in Pakistan e PoK. Un alto funzionario russo ha definito i resoconti esagerati e ha affermato che mirano a sensazionalizzare legami che non esistono su tale scala”.

Il loro rapporto e il fact-checking di Sputnik India di venerdì scorso suggeriscono che, sebbene questi resoconti siano fondati, visto che quest’ultimo ha confermato che “i negoziati hanno avuto luogo”, Aamir del Nikkei Asia ha commesso un errore nel riportare erroneamente che un accordo era stato raggiunto o ha deliberatamente fuorviato per creare problemi. Secondo il Ministero dell’Informazione e della Radiodiffusione pakistano , l’unico accordo raggiunto il 13 maggio è stato quello di “formare un gruppo di lavoro congiunto” per la costruzione di una nuova acciaieria, il che non equivale a concludere un accordo.

Ciò non significa che un giorno non possano firmare un “contratto multimiliardario”, ma solo che ciò non è ancora accaduto, il che è importante poiché la tempistica subito successiva all’ultimo conflitto indo-pakistano potrebbe aver inavvertitamente danneggiato la percezione che gli indiani hanno della Russia, sebbene Mosca non abbia intenzioni ostili. Sembra quindi che sia esattamente così, come riportato da All India Radio, citando un alto funzionario russo anonimo, secondo cui questi rapporti “mirano a sensazionalizzare i legami (Russia-Pakistan)” al fine di interrompere quelli russo-indo-indiani.

Molte persone sono state sinceramente ingannate dall’articolo di Aamir per il Nikkei Asia, la cui formulazione è stata o un suo errore innocente o forse indicativa di intenzioni più subdole, e quindi hanno inconsapevolmente contribuito a questa operazione di guerra dell’informazione. In ogni caso, ciò che questo rapporto e la reazione regionale sui social media hanno dimostrato è che tutti ora riconoscono il successo del riavvicinamento russo-pakistano, ma pakistani e indiani lo valutano ovviamente in modo molto diverso.

La percezione dell’India da parte dei politici russi potrebbe cambiare

Andrew Korybko4 giugno
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La fazione politica pro-BRI sta attualmente vivendo una rinascita della sua influenza.

Sembra che sia in atto un cambiamento nel modo in cui i politici russi percepiscono l’India. Il Ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha avvertito a metà maggio che l’Occidente vuole mettere l’India contro la Cina e ha fatto un forte riferimento al Quad , a cui partecipa l’India, come esempio di formato “apertamente conflittuale”. Poco dopo, ha proposto la ripresa degli incontri nel formato Russia-India-Cina (RIC), nonostante le segnalazioni secondo cui la Cina avrebbe fornito informazioni satellitari al Pakistan durante il suo ultimo conflitto con l’India .

Questo ultimo sviluppo ha coinciso con la visita storica del Vice Ministro degli Esteri russo Alexey Overchuk in Pakistan lo scorso settembre, che oggi ricopre il ruolo di massimo funzionario incaricato di espandere i legami bilaterali, in merito alla ferrovia transeuroasiatica tra Russia e India via Pakistan. Nelle sue parole, “Vogliamo davvero che si stabiliscano buone relazioni tra Pakistan e India, in modo da poter garantire la comunicazione ferroviaria tra Russia, Pakistan e India”.

Tutto ciò è avvenuto dopo la neutralità della Russia durante l’ultimo conflitto indo-pakistano, che è stata elaborata nella precedente analisi con link, ma può essere riassunta come il risultato di una rinascita dell’influenza della fazione pro-BRI a scapito dei rivali più equilibrati e pragmatici. Nel complesso, i rispettivi messaggi inviati dalla Russia sono: diffidenza nei confronti dei legami dell’India con gli Stati Uniti, desiderio che l’India risolva i problemi con la Cina e speranza in una rapida risoluzione del conflitto in Kashmir .

Dal punto di vista dell’India, tuttavia, i legami con gli Stati Uniti non sono diretti contro alcuna terza parte, le relazioni con la Cina rimangono complicate e il Pakistan deve cedere il controllo sulla sua porzione di Kashmir per risolvere il conflitto. Queste politiche sono state pubblicamente articolate, eppure la Russia ha espresso opinioni diverse su queste questioni nell’ultimo mese. Chiaramente, ciò può essere logicamente dovuto solo al mutamento delle sue dinamiche politiche, che precede la visita di Putin in India prevista per la fine dell’anno.

Se questa tendenza continua parallelamente senza alcun cambiamento nella politica indiana nei confronti di Stati Uniti, Cina e Pakistan, non si può escludere che i politici russi possano concludere che l’India stia ostacolando l’integrazione multipolare dell’Eurasia, sebbene ciò potrebbe non portare ad alcun cambiamento di politica, almeno non ancora. Dopotutto, l’India rimane il partner strategico speciale e privilegiato della Russia, come hanno concordato di definire ufficialmente le loro relazioni, è il principale cliente di armi della Russia e l’India è oggi tra i maggiori acquirenti di petrolio russo.

Sarebbe quindi reciprocamente svantaggioso per la Russia prendere proattivamente le distanze dall’India in modo significativo, anche nello scenario in cui i politici la percepiscano diversamente. Ciononostante, la Russia potrebbe attuare informalmente una politica di “doppia associazione”, in cui l’India viene accostata a Cina e Pakistan nella percezione dei politici, portandola così a considerare i loro interessi in ogni rapporto con l’India. Ciò potrebbe a sua volta renderli riluttanti a privilegiare apertamente l’India, come avviene attualmente.

Sarebbe un peccato dal punto di vista dell’India, ma comprensibile da quello della Russia, sebbene Modi potrebbe affrontare questa tendenza con Putin durante la visita di quest’ultimo, nella speranza che intervenga per correggerla. Sono amici intimi e Putin stesso è un pragmatico equilibratore, quindi potrebbe essere aperto alle potenziali lamentele di Modi. La possibilità che la percezione dell’India da parte dei politici russi cambi entro il loro prossimo incontro ne accresce l’importanza e dovrebbe quindi essere monitorata attentamente da tutti gli osservatori.

Il Bangladesh è diviso sull’opportunità di aiutare gli Stati Uniti a creare uno Stato proxy dal Myanmar

Andrew Korybko30 maggio
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In questo momento in Bangladesh è in corso una lotta di potere sulla misura in cui il governo post-golpe del Paese dovrebbe colludere con gli Stati Uniti su questioni geostrategiche regionali.

India Today ha recentemente pubblicato due articoli dettagliati qui e qui sull’importanza del ruolo del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito del Bangladesh, il Generale Waker-uz-Zaman, in una critica alla decisione del governo del Consigliere Capo Muhammad Yunus di partecipare alla creazione di un corridoio umanitario per lo Stato di Rakhine in Myanmar. In sostanza, Waker teme che ciò possa coinvolgere direttamente il Bangladesh in quel conflitto confinante che sta assumendo sempre più i contorni di una guerra per procura sino-americana, come spiegato qui alla fine dello scorso anno.

Di rilievo, il movimento radicale Jamaat-e-Islami (il cui precedente divieto è stato revocato dopo il cambio di regime sostenuto dagli Stati Uniti della scorsa estate ) ha recentemente proposto uno stato indipendente per i Rohingya, i cui co-etnie, il cui futuro è più incerto che mai dopo che l’Esercito dell’Arakan (AA) ha conquistato gran parte della regione. L’AA è composto da nazionalisti buddisti militanti che sono stati in conflitto con i Rohingya musulmani. Fanno anche parte della “Alleanza delle Tre Fratellanze” (3BA), che ha ottenuto importanti progressi dall’ottobre 2023.

Sebbene il Bangladesh sostenga politicamente i Rohingya, il coinvolgimento nella guerra ibrida civile-internazionale in atto in Myanmar, al fianco degli Stati Uniti, consentendo l’invio segreto di armi al 3BA con la copertura di aiuti umanitari, rappresenterebbe un’escalation senza precedenti, che potrebbe danneggiare i legami con la Cina. Il Corridoio Economico Cina-Myanmar (CMEC), che comprende due oleodotti e una ferrovia in progetto lungo un’autostrada, termina al porto di Kyaukphyu, nello Stato centrale di Rakhine.

Qualsiasi ruolo svolto dal Bangladesh nell’ostruire o, in definitiva, bloccare l’accesso della Cina a quella struttura strategica, anche se solo indirettamente, facilitando il flusso di armi americane verso la 3BA, potrebbe portare a una crisi nei rapporti bilaterali, complicando ulteriormente il già difficile equilibrio sino-indo-indiano del Bangladesh dopo il colpo di stato. Inoltre, sarebbe un tradimento degli interessi nazionali, così come le forze armate li intendono, se il loro Paese contribuisse ad armare l’AA, che un giorno potrebbe usare queste armi contro i Rohingya.

Allo stesso tempo, come valutato da India Today in uno dei suoi precedenti articoli citati su questo tema, Yunus potrebbe tramare per sostituire Waker al fine di allentare la pressione militare su di lui affinché indichi elezioni, in modo che lui e la sua cricca possano rimanere al potere più a lungo nonostante le crescenti proteste contro il suo governo. Waker gli aveva anche recentemente comunicato che le elezioni devono essere tenute entro dicembre , ma Yunus è finora riluttante a organizzarle, il che aggrava i sospetti reciproci tra l’esercito e il governo ad interim.

Aiutare gli Stati Uniti a ricavare uno stato proxy dal Myanmar potrebbe quindi essere il prezzo che Yunus dovrà pagare per continuare a sostenere l’America, anche se ciò tradirebbe gli interessi nazionali del Bangladesh. Inoltre, il corridoio umanitario proposto per lo Stato di Rakhine è una questione delicata per i bengalesi, dato che i Rohingya sono loro connazionali, quindi potrebbe dividere il movimento di protesta. L’opposizione di Waker potrebbe anche rivoltare una parte della popolazione contro di lui e generare maggiore sostegno per Yunus che lo sostituirà.

Come si può vedere, in Bangladesh è in corso una lotta di potere sulla misura in cui il governo post-golpe dovrebbe colludere con gli Stati Uniti su questioni geostrategiche regionali, con i militari che scelgono di tenerlo a distanza, mentre il governo ad interim vuole diventarne il principale alleato. Nulla può essere escluso, da proteste più armate (sia contro Yunus che contro Waker) a un colpo di stato militare, il cui esito determinerebbe il ruolo del Bangladesh nell’Asia meridionale durante la Nuova Guerra Fredda .

L’incontro del leader yemenita con Putin dovrebbe essere una verifica della realtà per i media alternativi

Andrew Korybko2 giugno
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Molti sono stati indotti dai più influenti personaggi a credere che la Russia sostenga gli Houthi.

Il presidente del Consiglio di leadership presidenziale dello Yemen, Rashad Mohammad al-Alimi, ha incontrato Putin al Cremlino la scorsa settimana. Gli ha detto con tono significativo: “Sono venuto qui oggi prima di tutto per ringraziarvi per il vostro sostegno al legittimo governo dello Yemen. Dopo il colpo di Stato orchestrato dagli Houthi con il sostegno iraniano, la posizione della Russia nel Consiglio di sicurezza e su tutte le piattaforme internazionali ha costantemente sostenuto la legittimità costituzionale, promuovendo al contempo lo sviluppo e la prosperità dello Yemen”.

Ciò deve aver sorpreso molti membri dell’Alt -Media Community (AMC), indotti in errore da importanti influencer a credere che la Russia sostenga gli Houthi . Uno di questi influencer, Pepe Escobar , si è infuriato affermando che “la posizione ufficiale della Russia sullo Yemen FA ASSOLUTAMENTE SCHIFO. Un disastro di credibilità”. La realtà, però, è che l’unico “disastro di credibilità” è quello che ha appena colpito l’AMC dopo l’incontro di Alimi con Putin, poiché i membri dell’AMC potrebbero ora iniziare a chiedersi perché siano stati ingannati sulla politica russa nei confronti dello Yemen.

Il rappresentante permanente russo alle Nazioni Unite ha condannato gli attacchi marittimi degli Houthi , una delegazione yemenita ha visitato Mosca nel maggio 2024 per discutere una serie di proposte di cooperazione economica e la Russia sta pianificando di riaprire la sua ambasciata ad Aden , la capitale provvisoria, non a Sana’a, controllata dagli Houthi. Questi fatti avrebbero dovuto screditare le false narrazioni dei principali influencer di AMC sui legami tra Russia e Houthi, ma il loro pubblico si è invece lasciato convincere dalla notizia falsa che la Russia li stesse armando e persino reclutando alcuni membri per combattere l’Ucraina.

Hanno creduto a queste notizie perché sono stati indottrinati da influencer fidati a credere che la Russia sostenga l’ Asse della Resistenza . Alcuni di questi influencer sono affiliati allo Stato, come dimostrato dai loro incontri con alti funzionari e dalla partecipazione a eventi d’élite, resi pubblici. Questo ha instillato nel loro pubblico la percezione che tutto il loro lavoro sia “approvato dal Cremlino” e che potrebbero persino fungere da “voci non ufficiali di infiltrati russi”. Nulla potrebbe essere più lontano dalla verità.

Come spiegato lo scorso autunno in questa analisi su ” Perché continuano a proliferare le false percezioni sulla politica russa nei confronti di Israele “, molti dei principali influencer di AMC – inclusi i “filo-russi non russi” “adiacenti allo Stato” – si abbandonano a illusioni, nonostante Putin abbia messo in guardia i commentatori strategici contro questo nell’estate del 2022. Alcuni di loro hanno intenzioni innocenti, mentre altri vogliono generare influenza, promuovere un’ideologia e/o sollecitare donazioni dal loro pubblico.

In ogni caso, è un problema tra i principali influencer di AMC, ma la Russia non li spinge gentilmente a correggere le loro affermazioni inaccurate sulla sua politica. Questo perché si pensa che alcuni di loro stiano praticando un approccio di soft power che può essere definito “Potemkinismo”, ovvero la creazione calcolata di realtà artificiali a fini strategici. Le interpretazioni distorte della politica estera russa sono tacitamente autorizzate a proliferare senza ostacoli, nella convinzione che migliorino la sua posizione di soft power agli occhi del pubblico di riferimento.

Questo è esattamente ciò che è accaduto con i rapporti tra Russia e Houthi, ma questa particolare manifestazione di “Potemkinismo” è stata appena screditata dall’incontro di Alimi con Putin, quindi probabilmente non verrà più promossa. Il problema di questo approccio sta proprio qui: i fatti screditano sempre la narrazione che viene diffusa, e con essa i principali influencer di AMC che li hanno spacciati. Quanto appena accaduto dovrebbe quindi essere un punto di riferimento per AMC e ispirare i suoi membri a “mettere più domande”, esattamente come richiede lo slogan di RT.

I talebani tornano sotto i riflettori internazionali

Andrew Korybko31 maggio
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Dato il rinnovato interesse che i principali attori interessati – India, Pakistan, Iran, Russia, Cina e Stati Uniti – hanno nei confronti dell’Afghanistan, il ritorno dei talebani alla ribalta internazionale potrebbe preannunciare una nuova era di cooperazione e competizione tra di loro.

Al Jazeera ha recentemente pubblicato un articolo dettagliato su come India, Pakistan e Iran stiano corteggiando i Talebani, il che è vero, ma ha omesso di menzionare come lo stiano facendo anche Russia e Cina, senza menzionare la nuova pressione che gli Stati Uniti stanno esercitando sul gruppo. Nell’ordine in cui sono stati menzionati, il Ministro degli Esteri indiano, Dr. Subrahmanyam Jaishankar, ha tenuto una chiamata storica con la sua controparte afghana a fine maggio, la prima tra funzionari del loro livello in oltre venticinque anni.

Lo ha ringraziato per aver condannato l’attacco terroristico di Pahalgam di aprile, che ha portato al recente conflitto indo-pakistano, e per essersi lasciato ingannare da fake news mirate a fomentare tensioni tra i due Paesi. Hanno anche discusso dell’ampliamento dei rapporti bilaterali. India e Afghanistan condividono la percezione di una minaccia nei confronti del Pakistan, la prima a causa del conflitto in Kashmir e la seconda per i presunti tentativi di Islamabad di subordinare Kabul. Una più stretta cooperazione tra i due Paesi favorisce quindi i rispettivi interessi, ma suscita profonda diffidenza da parte del Pakistan.

Insinuando interesse negli interessi del Paese, il Pakistan accusa l’Afghanistan di ospitare gruppi terroristici, accusa negata dai Talebani. Il miglioramento dei loro rapporti, una volta risolto il conseguente dilemma di sicurezza, potrebbe aprire la strada alla creazione di un Corridoio Eurasiatico Centrale dal Pakistan alla Russia e oltre. Il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha organizzato un incontro tra i suoi principali diplomatici a Pechino a fine maggio, ma non è chiaro se si otterranno progressi tangibili. La reciproca diffidenza potrebbe rivelarsi insormontabile.

Passando all’Iran, il Paese ha da tempo tensioni con i Talebani in materia di diritti idrici e migrazione, ma il suo Ministro degli Esteri ha appena visitato Teheran nel tentativo di contribuire a risolverle. Che ciò accada o meno è un’altra storia, ma l’Iran ha sinceramente interesse a farlo a causa della nuova pressione che gli Stati Uniti stanno esercitando sui Talebani, di cui parleremo più avanti in questa analisi. Il punto è che i rapporti sembrano essersi dissolti e, come minimo, le tensioni potrebbero rimanere gestibili per ora.

I legami dell’Iran con l’Afghanistan sono in netto contrasto con quelli della Russia, che ha recentemente rimosso la qualifica di terrorista dei Talebani, ha appena ospitato una delegazione al recente Forum Mondiale Russia-Islamico di Kazan, dove ha firmato diversi accordi , e ha una visione geoeconomica ambiziosa per l’Afghanistan, descritta in dettaglio qui . Quanto sopra si sovrappone ai piani di connettività del Pakistan, precedentemente menzionati, il che spiega in parte il loro riavvicinamento negli ultimi anni e potrebbe consentire alla Russia di mediare tra quest’ultimo e l’Afghanistan.

Su questo argomento, la Cina sta già mediando, come scritto sopra, ma la Russia sembra oggettivamente più vicina ai Talebani oggi di quanto non lo siano, visti gli ultimi accordi appena firmati. In ogni caso, la Cina è pronta a svolgere un ruolo fondamentale nella ricostruzione dell’Afghanistan, sebbene le continue minacce alla sicurezza derivanti dall’ISIS-K sembrino aver finora ostacolato l’attuazione dei suoi piani. Ciononostante, questi piani rimangono in vigore ed è possibile che possano essere rapidamente attuati in futuro.

Questo è esattamente ciò che gli Stati Uniti vogliono impedire, tuttavia, il che spiega la nuova pressione che stanno esercitando sui talebani attraverso la richiesta di Trump di riprendere il controllo della base aerea di Bagram e la minaccia implicita di Rubio di riclassificare il gruppo come “Organizzazione terroristica straniera” (possibilmente solo se rifiuta). La possibile collusione del Pakistan con gli Stati Uniti sarà fondamentale nel determinare cosa accadrà. Se gli Stati Uniti avranno successo, potrebbero rimodellare la geopolitica dell’Asia meridionale , con grande danno per l’India e forse anche per la Cina.

Dato il rinnovato interesse che i principali attori – India, Pakistan, Iran, Russia, Cina e Stati Uniti – nutrono per l’Afghanistan, il ritorno dei Talebani alla ribalta internazionale potrebbe preannunciare una nuova era di cooperazione e competizione tra di loro. La variabile principale è se il dilemma di sicurezza afghano-pakistano verrà presto risolto e a quali condizioni, ad esempio con la mediazione eurasiatica (Russia e/o Cina) o con la coercizione americana, il che a sua volta porrà queste dinamiche su traiettorie molto diverse.

Trump tra colloqui e colpi bassi Con Giuseppe Germinario, Giacomo Gabellini

Una registrazione di due settimane fa. L’accavallarsi di eventi, ne hanno tardato la pubblicazione.

Propositi di collaborazione che devono fare i conti con una potente fronda interna. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Rassegna stampa tedesca 36 A cura di Gianpaolo Rosani

Per Die Welt nella campagna elettorale in Polonia i contenuti non hanno avuto praticamente alcun
ruolo. Il rapporto dei candidati con l’UE, la guerra in Ucraina, la difficile situazione demografica
della Polonia o l’economia sono stati appena accennati. Vivaci sono invece stati i personaggi e i
loro attacchi personali, nonché una retorica da guerra culturale. Il successo del candidato
nazionalista di destra Karol Nawrocki alle elezioni presidenziali polacche è anche un successo per
Donald Trump. Per settimane, il campo del presidente americano ha interferito sistematicamente
nella campagna elettorale.

03.06.2025
Il nazionalista di destra Nawrocki è il nuovo
presidente della Polonia
Non ha esperienza politica, la sua carriera è stata segnata da scandali. Ma questo sembra aver solo
rafforzato il suo seguito. Non è l’unico parallelo con Donald Trump

DI PHILIPP FRITZ
È una frase breve ma significativa. «Jaroslaw l’ha fatto di nuovo», Proseguire cliccando su:

Mercoledì Friedrich Merz si recherà a Washington per la sua visita inaugurale. Giovedì è atteso
alla Casa Bianca. Come si prepara Merz per Trump? Cinque fattori che ora contano secondo il
giornale di Amburgo.

02.06.2025
Visita a Trump: ecco come si prepara Merz
Dopo lo scontro tra Zelenskyj e Trump alla Casa Bianca, i visitatori sono allarmati. Il cancelliere deve
prestare attenzione a questi cinque fattori
Berlino. Ci sono colloqui difficili, colloqui molto difficili e poi ci sono i colloqui con Donald Trump:

Mercoledì Friedrich Merz si recherà a Washington per la sua visita inaugurale. Giovedì è atteso
alla Casa Bianca. Come si prepara Merz per Trump? Cinque fattori che ora contano secondo il
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prestare attenzione a questi cinque fattori
Berlino. Ci sono colloqui difficili, colloqui molto difficili e poi ci sono i colloqui con Donald Trump: Proseguire cliccando su:

Secondo la TAZ “il risultato elettorale getta già ora un’ombra sul futuro: la società profondamente
divisa, in cui oltre dieci milioni di persone hanno votato a favore dell’Europa e dei valori liberali e
altrettanti a favore di una visione nazionalista, si dividerà ancora di più”. Il parametro di giudizio
rimane indefettibilmente l’allineamento ai vertici UE.

03.06.2025
La Polonia vira a destra
L’elezione del candidato del PiS Karol Nawrocki alla presidenza della Polonia potrebbe scatenare disordini
interni e elezioni anticipate, oltre ad aggravare ulteriormente le tensioni con l’UE

Da Varsavia e Bruxelles Gabriele Lesser ed Eric Bonse
Il populista di destra Karol Nawrocki (42) sarà il nuovo presidente della Polonia. Per la terza volta
consecutiva, i polacchi hanno votato un candidato antieuropeo e nazional-populista. Proseguire cliccando su:

Il desiderio di un cambiamento radicale dello Stato e della società era stato una motivazione
determinante per la rivoluzione pacifica nella DDR. Recensione di una raccolta di saggi che non
rappresenta un bilancio definitivo delle esperienze di trasformazione della Germania orientale,
tuttavia costituisce un primo passo che stimolerà ulteriori ricerche sulla riunificazione, quando la
vita dei tedeschi dell’Est fu sconvolta in modo allora inimmaginabile.

27.05.2025
La mentalità inventata della DDR
Incertezza, protesta e rassegnazione: come hanno vissuto i tedeschi dell’Est gli anni dopo la caduta del
muro? Una raccolta di saggi cerca di dare una prima risposta.

Jörg Ganzenmüller (a cura di): Transformations – erfahrungen. Lebens –
weltliche Umbrüche in Ostdeutschland nach 1990 (Trasformazioni – esperienze. Sconvolgimenti nella vita
quotidiana nella Germania dell’Est dopo il 1990). Böhlau Verlag, Colonia 2025. 280 pagine, 35,– €.
Di HERMANN WENTKER
A seguito della riunificazione, la vita dei tedeschi dell’Est Proseguire cliccando su:

Secondo il partito SPD, circa i “Taurus” Merz ha finito per creare confusione piuttosto che
annunciare qualcosa di nuovo. “Per quanto riguarda la portata, vorrei dire che non c’è alcun nuovo
accordo che vada oltre ciò che ha fatto il governo precedente”, ha affermato il leader dell’SPD e
vicecancelliere Lars Klingbeil. Merz aveva precedentemente sottolineato: “Non ci sono più
restrizioni sulla portata delle armi fornite all’Ucraina”. Il ministero della Difesa del ministro Boris
Pistorius ha sottolineato: “Questa linea non è nuova, non c’è alcun cambiamento di situazione”. La
linea concordata esiste dallo scorso anno. Sebbene Merz non voglia parlare pubblicamente di
forniture di armi nel quadro di una “ambiguità strategica”, Zelenskyj non può sperare a breve
termine nel missile da crociera Taurus con una gittata di 500 chilometri, nonostante il cambio di
governo a Berlino. Poiché per un possibile controllo degli obiettivi sarebbe necessario coinvolgere
soldati dell’esercito tedesco, si teme che la Germania possa diventare parte in guerra, secondo
l’interpretazione anche della SPD, che aveva escluso una fornitura nel suo programma elettorale.

28.05.2025
Merz non può mantenere le promesse fatte per i
“Taurus”
Il cancelliere irrita con le sue dichiarazioni sull’uso di armi occidentali contro la Russia. L’Ucraina non
riceverà missili da crociera tedeschi nel prossimo futuro.

Di Georg Ismar e Henrike Roßbach
Il cancelliere Friedrich Merz (CDU) ha relativizzato la sua dichiarazione secondo cui ci sarebbe un
cambiamento di rotta nel sostegno militare all’Ucraina. Durante una visita in Finlandia, Proseguire cliccando su:

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