Italia e il mondo

Rapporti sul congelamento dei fondi per l’Ucraina: un destino funesto per l’allineamento tra Trump e la Russia, di Simplicius

Rapporti sul congelamento dei fondi per l’Ucraina: un destino funesto per l’allineamento tra Trump e la Russia

  • Sostieni il nostro lavoro!Il sito Italia e il Mondo non riceve finanziamenti pubblici o pubblicitari. Se vuoi aiutarci a coprire le spese di gestione (circa 4.000€/anno), ecco come contribuire:

    ✔ Postepay Evolution: Giuseppe Germinario – 5333171135855704
    ✔ IBAN: IT30D3608105138261529861559
    ✔ PayPal: PayPal.Me/italiaeilmondo
    ✔ Tipeee: https://it.tipeee.com/italiaeilmondo

    Puoi impostare un contributo mensile a partire da soli 2€! (PayPal trattiene 0,52€ di commissione per transazione)

Continua la settimana difficile per l’Ucraina, che continua a scivolare in un abisso senza speranza. Una serie di nuovi rapporti indicano un approccio così massimalista da parte di Trump, che è difficile non sensazionalizzare le cose con un entusiasmo prematuro.

Per molto tempo ci siamo chiesti quali fossero le vere intenzioni di Trump e della sua squadra nei confronti della guerra, e se forse il segmento dei falchi della guerra neocon avrebbe di nuovo fatto marcia indietro, guidando Trump nella stessa vecchia spirale di escalation contro la Russia. Finora, però, abbiamo assistito al dispiegarsi davanti a noi del percorso più ottimistico che si potesse immaginare.

Non solo tutte le nomine più critiche contro lo Stato profondo, come Tulsi Gabbard e ora Kash Patel, sono state confermate con successo – il che di per sé eliminerà la componente di “cattiva informazione” della classica morsa dei globalisti sul ramo esecutivo – ma tutti i segnali indicano che Trump punta non a una soluzione “a metà” della guerra, ma a una soluzione veramente decisiva, per annientare una volta per tutte il partito della guerra dello Stato profondo. E per loro è niente di meno che il peggior incubo immaginabile, come evoca l’ultimo numero dell’Economist, di proprietà della Rothschild:

Vediamo le ultime trasmissioni che indicano con tanta enfasi un’accelerazione degli eventi verso l’asse massimalista.

In primo luogo ci sono le notizie provenienti dall’Ucraina stessa, secondo cui la squadra di Trump ha effettivamente congelato i finanziamenti. Il capo del Comitato per la Difesa della Rada ucraina, Roman Kostenko, ha dato per primo la notizia:

❗️Gli Stati Uniti hanno smesso di vendere armi all’Ucraina, – il capo del Comitato per la Difesa della Rada Roman Kostenko.

Gli Stati Uniti hanno smesso di vendere armi all’Ucraina, ha dichiarato il capo della Commissione Difesa della Verkhovna Rada, Roman Kostenko.

“Secondo le mie informazioni, le armi che erano in vendita – le consegne si sono fermate. Le aziende che avrebbero dovuto trasferire queste armi ora stanno aspettando, perché non c’è alcuna decisione”, ha detto il deputato.

“E tutti aspettano di vedere se ci sarà una decisione di fornire armi qui almeno in cambio di denaro”, ha aggiunto Kostenko.

Dopo di che il collega Goncharenko, deputato della Rada, è apparso “confermare” la notizia da fonti americane da lui stesso dichiarate:

Ma secondo il Kiev Post, la deputata ucraina Oleksandra Ustinova ha contestato queste affermazioni, anche se si può vedere Goncharenko respingere la sua stessa contro-dichiarazione sopra:

Al CPAC Mike Johnson ha nuovamente dichiarato che “non c’è appetito” per nessun nuovo disegno di legge di finanziamento per l’Ucraina:

Quest’ultimo fatto ha portato a speculazioni sul fatto che l’Ucraina collasserà entro sei mesi se non verranno ripristinati gli aiuti. Le Monde ha scatenato una tempesta di fuoco con questo articolo:

Da quanto sopra:

Ma senza gli aiuti militari americani, “dureremo sei mesi”, ha spiegato il tenente generale Ihor Romanenko, ex primo vice dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, ad Al-Jazeera il 17 febbraio, durante la Conferenza di Monaco.

Le attuali forniture statunitensi, se utilizzate con parsimonia, non possono durare oltre “la metà dell’estate” o “l’autunno”, ha aggiunto Nikolai Mitrokhin, ricercatore dell’Università di Brema (Germania), anch’egli citato dal canale qatariota.

Come si può vedere da quanto sopra, praticamente tutti i personaggi di rilievo convergono sulla tempistica dei “sei mesi”, che include Budanov nel suo precedente “discorso segreto” trapelato. Certo, questo non significa che l’AFU crollerà necessariamente in sei mesi: significa che i rifornimenti potrebbero esaurirsi, e a quel punto l’AFU potrebbe teoricamente ancora resistere a costo di perdite ancora più elevate, almeno per un certo periodo di tempo.

Alcuni di questi aspetti sono già stati notati: per esempio, negli attacchi dei droni Geran di ieri su Kiev, i commentatori hanno osservato una netta mancanza di difesa aerea, dato che i droni, che si muovevano lentamente, sono stati in grado di fluttuare tranquillamente verso i loro obiettivi senza essere disturbati. Ricordiamo che proprio nel precedente rapporto avevo postato un video di Zelensky che spiegava come l’Ucraina sia in condizioni critiche soprattutto per quanto riguarda gli intercettori Patriot. Ora la Reuters riporta addirittura che gli Stati Uniti hanno minacciato di tagliare del tutto il servizio Starlink dell’Ucraina, dopo che Musk ha lanciato una dura offensiva contro Zelensky su X.

Ricordiamo che le ostilità sul fronte sono state di intensità piuttosto bassa per un po’ di tempo a causa del tempo, ma una volta che questo inizierà a schiarirsi e la Russia aumenterà la pressione, l’Ucraina potrà fare ben poco se non ripiegare senza grandi aiuti.

E sta cominciando a sembrare proprio quello che Trump intende fare.

In primo luogo, l’indiscrezione bomba dell’europarlamentare finlandese Mika Aaltola, secondo cui gli Stati Uniti avrebbero segretamente dato all’Europa un ultimatum di tre settimane per “concordare la resa dell’Ucraina” o affrontare il ritiro totale degli Stati Uniti dall’Europa:

Va notato che, come è consuetudine degli istrionici euro-tecnocrati, egli è presumibilmente iperbolico nel definirla “la resa dell’Ucraina”. Piuttosto che Trump voglia effettivamente firmare una capitolazione, l’eurodeputato finlandese si riferisce probabilmente alle richieste degli Stati Uniti in merito a un accordo di pace – come quello sui minerali – che gli europei percepiscono semplicemente come equivalente alla resa, nonostante sia in realtà ben lontano dalla capitolazione che potrebbe verificarsi se non venisse firmato un accordo di pace.

La prossima notizia bomba afferma che una fonte vicina a Trump ha lasciato intendere che Zelensky deve lasciare immediatamente l’Ucraina per la Francia:

Una seconda fonte vicina a Trump concorda con la valutazione e suggerisce che “il caso migliore per [Zelensky] e per il mondo è che se ne vada in Francia immediatamente”.

Un analista russo commenta quanto sopra:

Le voci sul trasferimento di Zelensky in Francia non sono iniziate senza motivo. Questo è un indizio: Volodya, lo sappiamo tutti.

Ovviamente, il denaro della famiglia Zelensky è nascosto lì.

Nel 2023, Elena Zelenskaya ha aperto conti speciali di tesoreria in tre banche della holding Rothschild, nascosti ai controlli fiscali e antiriciclaggio.

Per ordine del capo di gabinetto di Macron, il movimento dei fondi in questi conti è nascosto alle ispezioni e alla supervisione, ed è anche inaccessibile al controllo a distanza da parte dei regolatori di Bruxelles.

È qui che possono essere nascosti i profitti delle transazioni in criptovaluta, dell’acquisto e della vendita di armi e di altri contanti.

Questo per non lasciare tracce nella giurisdizione statunitense.

Quelle stesse consegne di armi messicane e africane di cui ha parlato Tucker Carlson, così come la rivendita di UAV d’attacco alla Siria per la nuova leadership, che, su ordine segreto di Biden, sono stati prodotti per l’assemblaggio di cacciaviti per gli ucraini.

Durante il periodo di un’importante verifica, gli Stati Uniti stabiliranno facilmente tutte le transazioni su questi conti, soprattutto considerando tutte le criptovalute che sono state utilizzate e che sono sotto il controllo della CIA e del Tesoro americano.

L’offerta di andare in Francia è l’ultimo avvertimento cinese.

A proposito, se siete sospettosi del legame con i Rothschild che suona cospiratorio, non esserlo: è un fatto ben noto che molte figure dell’opposizione ucraina e russa hanno partecipazioni segrete con i Rothschild. Poroshenko è uno di questi:

E tutti ricordiamo il famoso video in cui lo stesso Khodorkovsky ammette di aver posto la sua società Yukos sotto la protezione segreta di Jacob Rothschild:

Collegati dalla loro affiliazione tribale, Khodorkovsky, Poroshenko, Zelensky e Rothschild erano destinati a raggruppare i loro soldi in una ristretta cerchia elitaria. A parte ciò, è interessante notare che gli stessi Rothschild hanno ammesso di non avere alcuna attività in Russia e di essere stati effettivamente cacciati dal Paese, in una telefonata trapelata con i famosi imitatori Vovan e Lexus.

Rothschild, che crede di parlare con ‘Zelensky’, afferma: “Dal 2017 siamo molto più coinvolti con il vostro Paese”.

Ma torniamo indietro. Zelensky sta chiaramente iniziando a non essere più il benvenuto, e nemmeno i Rothschild saranno in grado di proteggerlo dalle cose che verranno. Gli USA avrebbero abbandonato una risoluzione del G7 che chiedeva un linguaggio che citasse “l’aggressione russa” contro l’Ucraina, mentre allo stesso tempo si dice che Trump rinuncerà a “perseguire i crimini di guerra” russi:

Ci sono molte altre iniziative che si sono perse nel dimenticatoio, come la richiesta del senatore Josh Hawley di controllare gli aiuti all’Ucraina:

Si è arrivati al punto che persino Arestovich sta ora aumentando le sue buffonate, dichiarando in diverse interviste che, se dovesse diventare presidente dell’Ucraina, ordinerebbe l’arresto immediato e l’ergastolo di Zelensky, Turchinov e degli altri cattivi responsabili di questo pasticcio:

Il fronte di pressione che si è venuto a creare ha fatto sì che molti si chiedessero: per quanto tempo Zelensky potrà sopravvivere in un simile ambiente informativo?

Lo Spiegel, per esempio, esalta il martirio del narcofuhrer dichiarando in modo ridicolo che Zelensky è stato “tradito”:

Forse è una domanda retorica, ma lo Spiegel ha mai parlato di “tradimento” quando Zelensky ha impoverito decine di milioni di cittadini tedeschi con il più grande attacco terroristico alle imprese tedesche nella storia con il Nord Stream? Si presume di no…

Dall’articolo sopra citato:

“Credo che Zelensky non sia ancora psicologicamente pronto per una fine della guerra in cui non è il vincitore”, afferma il politologo Fessenko. Il presidente è davvero cresciuto nella guerra e lo dimostra con la sua barba, il suo abbigliamento paramilitare e i suoi discorsi serali. “Se improvvisamente smettesse di tenere discorsi e tornasse a indossare giacca e cravatta, sarebbe uno shock per gli ucraini”.

Per Selenskyj, essere Churchill significava camminare coraggiosamente attraverso la guerra come in un tunnel, con gli occhi puntati esclusivamente sulla luce in fondo, mobilitando le forze di una società stanca che non vede la luce.

Ora si scopre che il tunnel non ha una vera uscita, che alla sua fine inizia un nuovo tunnel, che si chiamerà pace ma non sarà una vera pace, e nel quale ci aspettano nuove difficoltà e delusioni. Come spiegare alla vostra gente che la luce promessa è stata ingannevole? Quali sono i ruoli storici per questo?

L’Europa ora arranca per trovare un modo per sostenere il regime di Zelensky che sta naufragando. Ma, come ha dichiarato la “fonte” in apertura, è improbabile che l’Europa sia in grado di sostituire gli aiuti statunitensi. Il fiasco europeo si è trasformato in una crisi politica senza precedenti, lasciando gli eurocrati a rincorrersi la coda nel disordine, mentre le opzioni si riducono. L’unica cosa che gli resta sono gli appelli frammentati a incrementare gli armamenti militari e altre retoriche bellicose che cadono come gocce d’acqua sulle orecchie sorde della popolazione disaffezionata ed esausta.

A sinistra: nuovi titoli di oggi, a destra: un titolo del 2022 come riferimento.

Ecco a cosa ammonta il “piano” europeo per salvare il regime di Zelensky, brillantemente riassunto da Alex Christoforou qui sotto:

Come nota interessante, in una nuova clip che fa riferimento all’accordo di pace, Trump afferma che pensa che Putin “voglia fare un accordo” ma che “non deve fare un accordo perché può avere [tutta l’Ucraina] se vuole”.

È affascinante perché rivela che Trump è più perspicace di quanto forse a volte gli abbiamo dato credito. La maggior parte dell’amministrazione statunitense ha creduto alla menzogna, basata su informazioni sbagliate, che la Russia sia debole e abbia un disperato bisogno di un cessate il fuoco. Ma in realtà Trump sembra pienamente consapevole che Putin non ha bisogno di questo accordo, e può continuare a ingoiare l’Ucraina. Questo è fondamentale, perché rivela molte implicazioni: ad esempio, il fatto che Trump probabilmente sa che l’incentivo deve essere estremamente forte perché la Russia scelga un accordo piuttosto che prendersi tutta l’Ucraina come parte del bottino di guerra. Di conseguenza, possiamo supporre che gli Stati Uniti debbano logicamente preparare importanti concessioni alle richieste di Putin per far funzionare realisticamente un “accordo di pace”.

E oggi abbiamo avuto una conferma di ciò, in quanto è stato riportato dal Financial Timesche il ritiro delle truppe americane dall’Europa orientale è stata una richiesta esplicita da parte russa a Riyadh, per qualsiasi normalizzazione.

Un nuovo rapporto del Financial Times ha rivelato che durante i colloqui USA-Russia di martedì in Arabia Saudita, Mosca ha richiesto il ritiro delle forze NATO e americane dall’Europa orientale come condizione per “normalizzare le relazioni”.

Sempre più segnali indicano che Trump sta cercando di invertire un secolo e mezzo di infruttuoso comportamento atlantista di avversione verso la Russia, in particolare con l’altra voce di oggi, attraverso la rivista francese Le Point, secondo cui Trump intende partecipare alla parata del Giorno della Vittoria di Mosca del 9 maggio. Trump avrebbe smentito questa notizia.

Per concludere, ecco un estratto del precedente pezzo dello Spiegel:

Non c’è più alcun ruolo per Selenskyj e l’Ucraina. Un oggetto di scena che viene spinto sul palcoscenico non ha una parte di parola. Come per l’invasione di tre anni fa, il suo obiettivo è quello di dimostrare ancora una volta di essere un soggetto attraverso le sue azioni, senza guardare alle conseguenze. Per dire, come fece allora, al suo popolo e al mondo intero, l’uomo al Cremlino e l’uomo alla Casa Bianca: Sono ancora qui anch’io.

Sì, sei ancora qui, ma non per molto.

Qualche ultima notizia:

Putin ha commentato gli anni di scienza segreta dei materiali che hanno preceduto la creazione del sistema missilistico Oreshnik:

La temperatura della sua superficie è quasi uguale a quella del sole. È interessante notare che le temperature di funzionamento del missile statunitense Sprint erano note:

Sprint accelerava a 100 g, raggiungendo una velocità di Mach 10 (12.000 km/h; 7.600 mph) in 5 secondi. Una velocità così elevata ad altitudini relativamente basse creava temperature della pelle fino a 6.200 °F (3.400 °C), richiedendo uno scudo ablativo per dissipare il calore. L’alta temperatura ha causato la formazione di un plasma intorno al missile, che ha richiesto segnali radio estremamente potenti per raggiungerlo per la guida. Il missile si è illuminato di un bianco brillante mentre volava.

È uno dei pochi missili documentati ad aver effettivamente raggiunto velocità ipersoniche a bassa quota in condizioni di pressione atmosferica densa, a causa della sua rapida accelerazione; in quanto tale fornisce una linea di base approssimativa. Si dice che la temperatura della superficie del sole sia di poco inferiore ai 10.000 gradi centigradi. Se lo Sprint ha raggiunto i 6.200° a Mach 10, ciò sembrerebbe suggerire velocità interessanti per l’Oreshnik se, secondo Putin, raggiunge temperature superficiali molto più elevate.

Le forze ucraine hanno allestito dei percorsi ad ostacoli per i droni a fibra ottica russi, sperando di “impigliare” i loro cavi nelle zone critiche di trasporto:

Ma come si può vedere, gli operatori dei droni russi riescono a superare questi ostacoli.

Il governatore di Kherson Saldo minaccia che se Kiev non accetterà l’attuale serie di negoziati, la prossima serie includerà referendum in tutte le altre regioni ex-russe e dell’URSS oltre a quelle attualmente annesse:

I referendum per l’adesione alla Russia potrebbero essere indetti in tutte le regioni dell’Ucraina che facevano parte dell’Impero russo o dell’URSS se Kiev non accetterà le condizioni di Mosca, ha dichiarato il governatore della regione di Kherson Saldo. – FRWL

Il colonnello austriaco Reisner fornisce un interessante aggiornamento di mezz’ora sul campo di battaglia in inglese, per chi fosse interessato:

Il tuo supporto è inestimabile. Se hai apprezzato la lettura, apprezzerei molto se sottoscrivessi un impegno mensile/annuale per supportare il mio lavoro, così che io possa continuare a fornirti report dettagliati e incisivi come questo.

In alternativa, puoi lasciare la mancia qui: buymeacoffee.com/Simplicius

[Messaggio troncato]  Visualizza intero messaggio

Rassegna stampa tedesca 16 (verso le elezioni)_a cura di Gianpaolo Rosani

Demografia social-elettorale anche sul quotidiano bavarese: ricercatori all’opera, ci dicono che le persone nate tra il 1946 e il 1960 sono state le ultime a mostrare un comportamento elettorale “piuttosto stabile”; ora, con la generazione emergente, il cambiamento elettorale sta aumentando. CDU e CSU sono di gran lunga i partiti più amati dagli anziani, e anche la SPD, non così i Verdi. “Per molto tempo, la scienza politica ha visto solo l’effetto trickle-down, cioè che genitori e nonni trasmettono le loro esperienze ai figli”, ma ora sappiamo che esiste anche un cosiddetto effetto bottom-up, ovvero i nonni e i genitori possono essere influenzati dai loro nipoti e figli. La generazione dei 70 anni e oltre è la più decisa a sostenere la cessione dei territori ucraini alla Russia, se necessario, per consentire la pace.

 

19.02.2025

Come votano gli anziani?

La decisione degli anziani su chi votare è più importante che mai: quasi un quarto degli elettori ha più di 70 anni.

di Sina-Maria Schweikle e Joscha F. Westerkamp – Berlino 

proseguire la lettura cliccando su: Süddteutsche Zeitung (19.02.2025)

Appunti di demografia social-elettorale sul giornale di Stoccarda: nel Land “la sinistra, la SPD e l’AfD ottengano risultati migliori dove l’affluenza alle urne è più bassa, mentre i Verdi, la CDU e il FDP ottengono risultati migliori dove più persone vanno a votare. Gli elettori dei Verdi hanno in media il livello di istruzione più alto di tutti i gruppi di elettori, quelli del FDP il reddito più alto”. Secondo una ricerca, la scelta di votare è guidata dagli stessi fattori che tendono anche a dire qualcosa su chi si dovrebbe votare: le persone che non votano non hanno denaro, istruzione e reti che incoraggino a votare; chi possiede redditi e istruzione più elevati vota più spesso.

19.02.2025

Anche gli astenuti influenzano i politici

Anche il 23 febbraio, secondo gli esperti, si dimostrerà ancora una volta che nelle città ricche molte persone vanno a votare, mentre nelle città più povere spesso solo poche. Questo ha conseguenze sulle decisioni politiche.

 Nelle elezioni del Bundestag la percentuale di coloro che vanno a votare è la più alta rispetto ad altre elezioni

di Chiara Sterk

Breitingen/Schwarzach. Nelle ultime elezioni federali, nel Baden-Württemberg ha votato il 77,8% degli proseguire la lettura cliccando su: Stuttgarter Nachrichten (19.02.2025)

Sondaggi e scenari del dopo-voto: solo due cose sono certe. In primo luogo, che la CDU/CSU ha preso chiaramente le distanze dall’AfD. In secondo luogo, si prevede che i colloqui esplorativi seri inizieranno solo dopo le elezioni del parlamento di Amburgo il 2 marzo, almeno nel caso di rapporti di maggioranza incerti. Fino ad allora sarà di nuovo come adesso: nessun partito vuole spaventare i propri sostenitori con la chiarezza. Anche perché la CDU/CSU spera di non dover ingoiare un boccone amaro: il dover formare una coalizione a tre perché i numeri non saranno sufficienti per blindare o il nero-rosso (CDU/CSU e SPD) o il nero-verde (CDU e Verdi).

19.02.2025

L’agonia della campagna elettorale

Nonostante eventi incisivi e diversi dibattiti televisivi, i sondaggi non mostrano grandi cambiamenti / I partiti sperano in un’accelerazione tardiva

di MARKUS DECKER

Dopo la fine della trasmissione “Quadrell” sulle reti private RTL e n-tv la domenica sera, i demoscopi hanno proseguire la lettura cliccando su: Frankfurter Rundschau (19.02.2025)

Analisi sulle prospettive elettorali e sugli obiettivi dei Verdi: devono combattere contro la CDU/CSU e l’AfD, anche se il vero concorrente è la SPD. Il partito ha registrato decine di migliaia di nuovi iscritti da quando è stato rotto l’accordo con i socialdemocratici. Il leader Habeck ha vissuto una campagna elettorale in cui l’obiettivo era difficile da circoscrivere. Ha dovuto difendersi dalla SPD, dalla Sinistra, dall’Unione, dall’AfD e da parti del suo stesso partito.

18.02.2025

Robert Habeck

Sale piene, piena incertezza

Il candidato cancelliere dei Verdi dà l’impressione di essere un brillante performer, ma la sua fine politica potrebbe essere imminente. Uno sguardo all’interno di una campagna elettorale turbolenta.

di Julian Olk

Dopo il programma televisivo “Quadrell” di domenica sera, Robert Habeck è nel foyer degli studi RTL a Berlino-Adlershof. proseguire la lettura cliccando su: Handelsblatt (18.02.2025)

Die Linke: dall’inizio dell’anno ci sono state oltre 23.500 nuove adesioni.  Ma chi sono i nuovi membri? Cosa vogliono dalla sinistra? La corrispondente del giornale ha trascorso una giornata della campagna elettorale con i militanti mentre facevano il porta-a-porta in una cittadina nella Sassonia (Est), poi in una nell’Assia (Ovest) e infine in alcuni quartieri di Berlino. Cresce la speranza che l’ondata di adesioni possa essere più di un fuoco di paglia. Se il partito riuscirà a coinvolgere i nuovi membri e a lavorare con loro sui suoi conflitti interni, potrebbe trasformarsi da partito elettorale dei pensionati della Germania dell’Est, che ultimamente rischiava di diventare, a partito di membri attivi con un futuro roseo. Il sorprendente esito del voto nazionale auto-organizzato di 166.000 giovani sotto i 18 anni.

18.02.2025

Giovani, di sinistra e determinati

Il partito di sinistra guadagna ogni giorno nuovi membri. Lottano alle porte di casa, contro la svolta a destra e per la giustizia sociale. Chi sono i nuovi? Perché entrano proprio ora? E come dovrebbe andare avanti per loro dopo le elezioni? Tra i nuovi arrivati ci sono molte persone queer, più della metà sono donne, la percentuale di donne è ora del 42 per cento.

 

di Lotte Laloire (testo) Sven Döring (foto)

Con un balzo, Zada Salihovic si solleva in aria, alza il braccio e stacca un adesivo attaccato a una tettoia. proseguire la lettura cliccando su: TAZ_Die Tageszeitung (18.02.2025)

Cronaca dei umori elettorali raccolti nelle strade di una città del Baden-Württemberg, che il giornale ha visitato perché qui l’AfD riceve la percentuale più alta di voti di tutta la Germania occidentale. Le opinioni dei cittadini sono variegate, ma il tema è solo quello: la città ha una delle più alte percentuali di stranieri. Secondo l’Ufficio Statistico Statale, è del 31,2%, mentre la media nazionale è del 15,2%.

17.02.2025

Il successo dell’AfD nella Germania occidentale

In una città del Baden-Württemberg, il partito ha registrato risultati elettorali record: quasi una persona su quattro ha votato per l’AfD. Sul posto, le spiegazioni sono contraddittorie.

di NICOLAS WALTER

Con il cestino della spesa in mano e a passo deciso, la donna, sui cinquant’anni, capelli castani, si avvicina a proseguire la lettura cliccando su: Die Welt (17.02.2025)

Dalla storia dei crimini di guerra occidentali: il massacro di Dresda (febbraio 1945) I tre uomini della carneficina, di Vladislav B. Sotirovic

Dalla storia dei crimini di guerra occidentali: il massacro di Dresda (febbraio 1945)

I tre uomini della carneficina

Era tra maggio e settembre del 1945 quando finì la Seconda Guerra Mondiale, la guerra più sanguinosa e orribile mai combattuta nella storia dell’umanità. La guerra che portò alla creazione dell’ONU nel 1945 per proteggere il mondo da eventi simili in futuro, un’organizzazione politico-di sicurezza pan-globale che per prima emanò un atto giuridico, fu la Carta delle Nazioni Unite che ispirò la definizione di genocidio della Convenzione di Ginevra del 1948.

I processi di Norimberga e Tokyo furono organizzati come “le ultime battaglie” per la giustizia, in quanto primi processi globali per criminali di guerra e assassini di massa, compresi i massimi esponenti della gerarchia statale e politica. Tuttavia, 80 anni dopo la seconda guerra mondiale, la cruciale questione morale necessita ancora di una risposta soddisfacente: tutti i criminali di guerra della seconda guerra mondiale hanno affrontato la giustizia nei processi di Norimberga e Tokyo? O almeno quelli che non sono sfuggiti alla vita pubblica dopo la guerra. Qui presenteremo solo uno di quei casi della Seconda Guerra Mondiale che deve essere caratterizzato come genocidio seguito dalle personalità direttamente responsabili: il massacro di Dresda del 1945.

Il raid su Dresda del 1945 fu sicuramente uno dei raid aerei più distruttivi della Seconda Guerra Mondiale, ma anche nella storia mondiale delle distruzioni militari di massa e dei crimini di guerra contro l’umanità.[1] Il raid aereo principale e più distruttivo fu quello effettuato nella notte tra il 13 e il 14 febbraio dal Comando Bombardieri britannico, quando 805 bombardieri attaccarono la città di Dresda, che fino a quel momento era stata protetta da attacchi simili principalmente per due motivi:

1. La città era di estrema importanza culturale e storica paneuropea in quanto uno dei più bei luoghi “museo a cielo aperto” d’Europa e probabilmente la città con il più bel patrimonio architettonico barocco del mondo.[2]

2. La mancanza di importanza geostrategica, economica e militare della città.

Il principale raid aereo fu seguito da altri tre raid simili alla luce del giorno, ma questa volta da parte dell’8a Forza Aerea degli Stati Uniti. Il Comandante in Capo Supremo Alleato (in realtà, Regno Unito-Stati Uniti), il Generale a cinque stelle statunitense Dwight D. Eisenhower (1890-1969)[3], era ansioso di collegare le forze alleate con l’Armata Rossa sovietica che stava avanzando nella Germania meridionale. Per questo motivo, Dresda divenne improvvisamente un punto di grande importanza strategica come centro di comunicazione, almeno agli occhi di Eisenhower. Tuttavia, a quel tempo Dresda era conosciuta come una città sovraffollata da circa 500.000 rifugiati tedeschi provenienti dall’est. Per il Quartier Generale del Comando Supremo anglo-americano era chiaro che un bombardamento aereo massiccio della città avrebbe causato molte vittime e una catastrofe umana. La decisione di lanciare o meno massicci attacchi aerei su Dresda non era solo sulla coscienza di Eisenhower, poiché non dobbiamo dimenticare che Eisenhower era solo un comandante militare (stratega in greco) ma non un politico. Indubbiamente, la questione di Dresda nel gennaio-febbraio 1945 era di natura politica e umana, non solo militare. Pertanto, insieme al Comandante in capo supremo delle forze alleate, anche il Primo ministro britannico Winston Churchill (1874-1965) e il presidente degli Stati Uniti Presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt (1882-1945).

Questi tre uomini, tuttavia, alla fine concordarono sul fatto che le inevitabilmente numerose vittime di Dresda avrebbero potuto, in ultima analisi, contribuire ad abbreviare la guerra, il che, da un punto di vista tecnico, era vero. Durante una notte e un giorno di raid, furono distrutti oltre 30.000 edifici e il numero di coloro che furono uccisi nel bombardamento e nella successiva tempesta di fuoco è ancora oggetto di disputa tra gli storici, poiché le stime arrivano fino a 140.000. Va notato che se questa stima più alta fosse vera, significherebbe che durante il massacro di Dresda del 1945 morirono più persone che nel caso di Hiroshima dall’agosto 1945 (circa 100.000, ovvero un terzo della popolazione totale di Hiroshima prima del bombardamento).

Il “Bomber Harris” e l’“Atomic Harry”

Una persona direttamente responsabile della trasformazione di Dresda in un crematorio a cielo aperto, poiché la città fu bombardata con bombe infiammabili proibite per una distruzione massiccia (Saddam Hussein fu attaccato nel 2003 dall’alleanza della NATO con la presunta e infine falsa accusa di possedere proprio tali armi – WMD) è il “Bomber Harris”, un comandante delle forze aeree reali britanniche durante il raid su Dresda. Il “Bombardiere Harris” era, in realtà, Arthur Travers Harris (1892-1984), a capo del Comando Bombardieri britannico nel 1942-1945. Nato a Cheltenham, si arruolò nel Corpo Reale Britannico dell’Aviazione nel 1915, prima di combattere come soldato in Africa sudoccidentale. Divenne comandante del quinto gruppo dal 1939 al 1942, quando ne divenne il capo (Bomber Command). Il punto è che fu proprio Arthur Travers Harris a richiedere e difendere ostinatamente il massiccio bombardamento aereo della Germania, con l’idea che tale pratica avrebbe portato alla distruzione della Germania (compresi gli insediamenti civili) che avrebbe finalmente costretto la Germania alla resa senza coinvolgere le forze alleate nella vera e propria invasione militare via terra. Il punto cruciale è che questa strategia di “Bomber Harry” ricevette il pieno sostegno del primo ministro britannico Winston Churchill che, quindi, divenne un politico che benedisse e legittimò massacri aerei su larga scala nella forma legale di genocidio, come descritto nella Carta delle Nazioni Unite del secondo dopoguerra e in altri documenti internazionali sulla protezione dei diritti umani (ad esempio, le Convenzioni di Ginevra del 1949). Tuttavia, c’erano “Bomber Harry”, Dwight Eisenhower, Franklin D. Roosevelt e Winston Churchill che trasformarono il bombardamento di obiettivi selezionati come sistemi di trasporto, aree industriali o raffinerie di petrolio nella massiccia distruzione aerea di interi insediamenti urbani, trasformandoli in crematori a cielo aperto come fu fatto per la prima volta nella storia con Dresda, una città con un patrimonio storico raro (oggi Dresda prebellica sarebbe nella lista UNESCO dei luoghi protetti del patrimonio mondiale) ma rasa al suolo in un giorno e una notte. [4]

Questa pratica di successo fu presto seguita dalle forze alleate anche in altre città tedesche,[5] come Würzburg, una città medievale densamente popolata che esplose in una tempesta di fuoco nel marzo 1945, in una sola notte, con il 90% dello spazio urbano distrutto, che non aveva alcuna importanza strategica. [6] Tuttavia, il bombardamento strategico degli insediamenti urbani nella seconda guerra mondiale raggiunse il suo apice con la distruzione di Hiroshima e Nagasaki per ordine del presidente degli Stati Uniti Il presidente (democratico) Harry Truman – l’“Harry atomico” (1884-1972) che autorizzò il lancio delle bombe atomiche su queste due città giapponesi per porre fine alla guerra contro il Giappone senza ulteriori perdite delle truppe militari statunitensi, insistendo sulla resa incondizionata del Giappone.[7]

“L’ultima battaglia per la giustizia” e i “macellai di Dresda”

Sicuramente, uno dei risultati più evidenti della Seconda Guerra Mondiale fu la sua distruttività senza precedenti. Fu più visibile nelle città devastate della Germania e del Giappone, dove i bombardamenti aerei di massa, una delle maggiori innovazioni della Seconda Guerra Mondiale, si rivelarono molto più costosi in termini di vite umane e di edifici rispetto ai bombardamenti delle città spagnole durante la guerra civile spagnola. [8] Per questo e altri motivi, riteniamo che molti militari alleati e personalità civili con potere decisionale durante la Seconda Guerra Mondiale abbiano dovuto affrontare la giustizia ai processi di Norimberga e Tokyo insieme a Hitler, Eichmann, Pavelić e molti altri. Tuttavia, è risaputo che i vincitori scrivono la storia e riscrivono la storiografia. Pertanto, invece di vedere Dwight Eisenhower, Winston Churchill, Franklin D. Roosevelt (FDR), Harry Truman o Arthur Travers Harris nei tribunali dei processi di Norimberga e Tokyo , accusati di crimini contro l’umanità e genocidio, come lo erano gli imputati nazisti tedeschi, tra cui funzionari del NSDAP e alti ufficiali militari insieme a industriali, uomini di legge e medici tedeschi, anche 73 anni dopo la seconda guerra mondiale leggiamo e impariamo biografie politicamente imbiancate e abbellite di quei criminali di guerra che hanno distrutto Dresda, Hiroshima o Nagasaki come eroi nazionali, combattenti per la libertà e protettori della democrazia. [9] Ad esempio, in nessuna biografia ufficiale di Winston Churchill è scritto che è responsabile della pulizia etnica dei civili tedeschi nel 1945, ma sappiamo che il primo ministro britannico promise chiaramente ai polacchi di ottenere dopo la guerra la pulizia etnica del territorio dai tedeschi.[10]

Se il processo di Norimberga, 1945-1949, fu “l’ultima battaglia” per la giustizia,[11] allora fu incompleta. Inoltre, a due dei più accaniti assassini di Dresda, Churchill ed Eisenhower, dopo la guerra fu concesso rispettivamente il secondo mandato da primo ministro e il doppio mandato da presidente nei loro paesi.[12]

Dr. Vladislav B. Sotirovic

Ex professore universitario

Ricercatore presso il Centro di Studi Geostrategici

Belgrado, Serbia

Traduzione di www.geostrategy.rs

Traduzione di sotirovic1967@gmail.com

© Vladislav B. Sotirovic 2025

Dichiarazione personale: l’autore scrive per questa pubblicazione a titolo personale, senza alcuna rappresentanza di alcuna persona o organizzazione, se non per le proprie opinioni personali. Nulla di quanto scritto dall’autore deve essere in alcun modo associato alle opinioni editoriali o alle posizioni ufficiali di qualsiasi altro mezzo di comunicazione o istituzione.

Riferimenti:

[1] Per approfondire l’argomento, vedere [L. B. Kennett, A History of Strategic Bombing: From the First Hot-Air-Baloons to Hiroshima and Nagasaki, Scribner, 1982].

[2] Per la storia e l’architettura di Dresda, vedi [W. Hädecke, Dresden: Eine Geschichte von Glanz, Katastrophe und Aufbruch, Carl Hanser Verlag, Monaco-Vienna, 2006; J. Vetter (ed.), Beautiful Dresden, Lubiana: MKT Print, 2007].

[3] Nato a Denison, in Texas, crebbe in Kansas e si laureò all’Accademia Militare di West Point nel 1915. Durante la Grande Guerra comandò un’unità di addestramento carri armati e tra le due guerre mondiali ebbe numerosi incarichi. Nel 1942 il generale George Marshall lo scelse come comandante delle truppe statunitensi in Europa. Come tenente generale, D. Eisenhower continuò a comandare l’Operazione Torch nel novembre 1942, lo sbarco alleato in Nord Africa. Nel dicembre 1943 fu nominato Comandante Supremo delle Forze di Spedizione Alleate. In quanto tale, divenne responsabile della pianificazione e dell’esecuzione degli sbarchi del D-Day (estate 1944) e delle successive campagne militari in Europa occidentale contro le truppe naziste tedesche.

[4] Per quanto riguarda il bombardamento di Dresda, si veda [P. Addison, J. A. Crang (eds.), Firestorm. The Bombing of Dresden, 1945, Ivan R. Dee, 2006; M. D. Bruhl, Firestorm: Allied Airpower and the Destruction of Dresden, New York: Random House, 2006; D. Irving, Apocalypse 1945: The Destruction of Dresden, Focal Point Publications, 2007; F. Taylor, Dresden. Martedì 13 febbraio 1945, HarpenCollins e-books, 2009; Charler River Editors, The Firebombing of Dresden: The History and Legacy of the Allies’ Most Controversial Attack on Germany, CreateSpace Independent Publishing Platform, 2014].

[5] Per approfondire l’argomento, si veda [J. Friedrich, The Bombing of Germany 1940-1945, New York: Columbia University Press, 2006; R. S. Hansen, Fire and Fury: The Allied Bombing of Germany, 1942-1945, New York: Penguin Group/New American Library, 2009].

[6] Sul caso di Würzburg, vedi [H. Knell, To Destroy a City: Strategic Bombing and its Human Consequences in World War II, Cambridge, MA: Da Capo Press/Pireus Books Group, 2003].

[7] Per approfondire l’argomento, si veda [C. C. Crane, Bombs, Cities, & Civilians: American Airpower Strategy in World War II, Lawrence, Kansas: University Press of Kansas, 1993; A. C. Grayling, Among the Dead Cities: The History and Moral Legacy of the WWII Bombing of Civilians in Germany and Japan, New York: Walker & Company, 2007].

[8] J. M. Roberts, The New Penguin History of the World, quarta edizione, Londra: Allen Lane, un marchio della Penguin Press, 2002, p. 965.

[9] Vedi, ad esempio, [R. Dallek, Harry S. Truman, New York: Henry Holt and Company, LLC, 2008; J. E. Smith, FDR, New York: Random House, 2008; S. E. Ambrose, The Supreme Commander: The War Years of Dwight D. Eisenhover, New York: Anchor Books A Division of Random House, Inc., 2012; A. D. Donald, Citizen Soldier: A Life of Harry S. Truman, New York: Basic Books, 2012; W. Manchester, P. Reid, The Last Lion: Winston Spencer Churchill: Defender of the Realm, 1940-1965, New York: Penguin Random House Company, 2013; B. Johnson, The Churchill Factor: How One Man Made History, London: Hodder & Stoughton Ltd, 2014; B. Harper, Roosevelt, New York City, Inc., 2014; P. Johnson, Eisenhower: A Life, New York: Viking/Penguin Group, 2014].

[10] T. Snyder, Kruvinos Žemės. Europa tarp Hitlerio ir Stalino, Vilnius: Tyto alba, 2011, p. 348 (titolo originale: T. Snyder, Bloodlands. Europe Between Hitler and Stalin, New York: Basic Books, 2010).

[11] D. Irving, Nuremberg: The Last Battle, World War II Books, 1996.

[12] Dwight Eisenhower, dopo la seconda guerra mondiale, fu eletto nel novembre 1952 34° presidente degli Stati Uniti (1953-1961) come repubblicano con Richard Nixon come vicepresidente. Nel luglio 1953 mantenne la promessa di porre fine alla guerra di Corea firmando un armistizio. Fu il primo presidente repubblicano dal 1933. Nel 1957 fece ricorso alle truppe federali per sedare la violenza segregazionista a Little Rock, in Arkansas.

Sir Winston Leonard Spencer Churchill scrisse la sua opera in sei volumi intitolata La seconda guerra mondiale (1948-1954), per la quale ricevette il Premio Nobel per la letteratura nel 1953 (in realtà, mascherò molto il suo ruolo di leader britannico nella seconda guerra mondiale). Tuttavia, tornò come Primo Ministro britannico nel 1951, ormai con la salute in declino. Dedicò la maggior parte delle sue energie a mantenere uno straordinario rapporto con gli Stati Uniti, che gli conferirono la cittadinanza onoraria. Tuttavia, nonostante la sua retorica politico-patriottica sulla gloria britannica, di fatto guidò il Regno Unito durante la sua scomparsa come grande potenza mondiale. Come Eisenhower, Churchill non fu mai accusato di aver commesso crimini di guerra contro l’umanità (né in Europa né nelle colonie britanniche).

  • CONTRIBUITE!! AL MOMENTO I VERSAMENTI COPRONO UNA PARTE DELLE SPESE VIVE DI CIRCA € 4.000,00. NE VA DELLA SOPRAVVIVENZA DEL SITO “ITALIA E IL MONDO”. A GIORNI PRESENTEREMO IL BILANCIO AGGIORNATO _GIUSEPPE GERMINARIOll sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate:postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704
    oppure iban IT30D3608105138261529861559
    oppure PayPal.Me/italiaeilmondo
    oppure https://it.tipeee.com/italiaeilmondo/Su PayPal, Tipee, ma anche con il bonifico su PostePay, è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (pay pal prende una commissione di 0,52 centesimi)

AVANTI IL PROSSIMO_di Teodoro Klitsche de la Grange

AVANTI IL PROSSIMO

Ha ottenuto una risonanza planetaria il discorso da Monaco di J. D. Vance in cui ha rampognato le classi dirigenti europee. Le reazioni di quella italiana (di centrosinistra) e della stampa mainstream sono state le solite. Chi, riferendosi all’incontro di Vance con i leaders di AFD l’ha ricondotta alla consueta reductio ad hitlerum; i più a una interferenza (ovviamente inammissibile perché non sollecitata da loro); altri al tentativo di far dimenticare analoghi errori della politica USA, e qua siamo al focherello, perché prassi simili sono state poste in essere dalle amministrazioni di Biden ed Obama (salvo altri).

A me preme di notare che in quanto affermato da Vance siano enunciate idee che da millenni, o da secoli fanno parte del pensiero politico realista, quello parafrasando Machiavelli, che prende in considerazione la realtà dei fatti e non l’immaginazione degli stessi.

Due in particolare.

La prima è che l’Europa è in crisi, e che questa è per così dire endogena.

Dice Vance: “L’Europa deve affrontare molte sfide, ma la crisi che questo continente sta affrontando in questo momento, la crisi che credo stiamo affrontando tutti insieme, è una crisi che abbiamo creato noi stessi” Questa è dovuta a “come molti di voi in questa sala sapranno, la Guerra Fredda ha schierato i difensori della democrazia contro forze molto più tiranniche in questo continente. E considerate la parte in quella lotta che censurava i dissidenti, che chiudeva le chiese, che annullava le elezioni. Erano i buoni? Certamente no. E grazie a Dio hanno perso la Guerra Fredda. Hanno perso perché non hanno valorizzato né rispettato tutte le straordinarie benedizioni della libertà. La libertà di sorprendere, di sbagliare, di inventare, di costruire, poiché a quanto pare non si può imporre l’innovazione o la creatività, così come non si può costringere le persone a pensare, a sentire o a credere a qualcosa, e noi crediamo che queste cose siano certamente collegate. E purtroppo, quando guardo all’Europa di oggi, a volte non è così chiaro cosa sia successo ad alcuni dei vincitori della Guerra Fredda”. In altre parole l’Europa decade perché non crede essa stessa nei propri valori. A chiosare quanto affermato dal vice presidente USA, perché ha oscurato le radici giudaico-cristiane, cioè il fondamento della democrazia liberale, in particolare nella “variante” della dottrina del diritto divino provvidenziale. Nei due capisaldi fondamentali: il rispetto per le decisioni e convinzioni della comunità e la tutela dei diritti di ciascuno, comunque quello di manifestazione della libertà del pensiero. Per cui, sempre a leggere Vance, alla luce di Machiavelli, farebbero molto bene i governi europei a “ritornar al principio”, cioè ai fondamenti dell’ordine politico democratico-liberale e non all’(ipocrita) camuffamento del medesimo.

La seconda. Vance ha poi posto un problema di potenza politica. Infatti dice: “Se avete paura dei vostri stessi elettori, non c’è niente che l’America possa fare per voi, né, del resto, c’è niente che voi possiate fare per il popolo americano che ha eletto me e ha eletto il presidente Trump. Avete bisogno di mandati democratici per realizzare qualcosa di valore nei prossimi anni. Non abbiamo imparato nulla dal fatto che mandati deboli producono risultati instabili, ma c’è così tanto valore che può essere realizzato con il tipo di mandato democratico che penso verrà dall’essere più reattivi alle voci dei vostri cittadini.

 

Se volete godere di economie competitive, se volete godere di energia a prezzi accessibili e catene di approvvigionamento sicure, allora avete bisogno di mandati per governare perché dovete fare scelte difficili per godere di tutte queste cose e, ovviamente, lo sappiamo molto bene in America”.

E qua Vance ha posto un tema fondamentale del pensiero politico ossia, a sintetizzarlo al massimo, quello dell’obbedienza (del consenso, della legittimità) e del rapporto con la potenza dell’istituzione politica (o nelle “varianti” dei governanti, delle comunità). È intuitivo che un comando che non ottiene obbedienza non è comando reale; quello che la ottiene, ma soltanto con la coazione, dura poco (è instabile). Quindi l’ideale è che il comando sia sempre corrisposto da un certo grado di obbedienza (anche se non perinde ac cadaver). Meno intuitivo è che un governo, poco confortato dal consenso degli elettori (pour richiamandosi alla democrazia) è un governo debole.

Scriveva Spinoza: “Il diritto dello Stato, infatti, è determinato dalla potenza della massa, che si conduce come se avesse una sola mente. Ma questa unione degli animi non sarebbe in alcun modo concepibile, se lo Stato non avesse appunto soprattutto di mira ciò che la sana ragione insegna essere utile a tutti gli uomini”[1] e che “non è il modo di obbedire, ma l’obbedienza stessa, che fa per il suddito”; ciò, malgrado non ammettesse un dovere d’obbedienza assoluta, Anche se un monarca come Federico II di Prussia enunciava come fattori di potenza e di sicurezza di uno Stato: esercito, tesoro, fortezze, alleanze” (omettendo così il consenso/obbedienza) è sicuro che senza questa, il potere del governante è ridotto ai minimi termini. L’ordine e la coesione sociale e politica che ne consegue – al contrario – facilitano sia l’esecuzione delle obbligazioni, anche internazionali come, del pari, rendono vane – o limitano – la possibilità di speculare dall’esterno sulle rivalità e conflitti tra i governati e soprattutto sui gruppi in cui si dividono. E pluribus unum non è solo il motto degli USA: è il compito e lo scopo di ogni unità politica vitale.

Ma se, al contrario, tale unità degli animi non si realizza, anzi si sviluppano nuove contrapposizioni, a farne le spese è, in primo luogo, la potenza (in senso weberiano) dell’istituzione statale, che vede nullificata o radicalmente ridotta la possibilità che la propria volontà possa essere fatta valere. Il parametro sul quale giudicare la potenza dello Stato è esistenziale e non normativo. La scelta virtuosa, dice Vance, è abbracciare “ciò che il vostro popolo vi dice, anche quando è sorprendente, anche quando non siete d’accordo. E se lo fate, potete affrontare il futuro con certezza e fiducia, sapendo che la nazione è al fianco di ognuno di voi, e questa per me è la grande magia della democrazia… Credere nella democrazia significa capire che ogni cittadino ha la propria saggezza e la propria voce, e se ci rifiutiamo di ascoltare quella voce, anche le nostre battaglie più riuscite otterranno ben poco…. Non dovremmo avere paura del nostro popolo, anche quando esprime opinioni in disaccordo con la propria leadership”. Mentre nelle istituzioni europee a molti “non piace l’idea che qualcuno con un punto di vista alternativo possa esprimere un’opinione diversa o, Dio non voglia, votare in modo diverso o, peggio ancora, vincere un’elezione”.

E in ciò Vance non ha fatto altro che seguire non solo il pensiero politico realistico, ma anche la prassi del diritto internazionale (sia classico che post-vestfaliano) per cui soggetto di diritto internazionale, o comunque interlocutore è chi ha il potere, in una comunità; chi lo aveva, anche se titolare legale, ma non ce l’ha più, lo perde. Chi è in “lista di sbarco” come gran parte della classe dirigente europea, è un interlocutore debole e quindi inutile. Dato che, negli ultimi anni, la gran parte dei paesi dell’U.E. ha visto cambi di governo a favore di sovranisti (lato sensu) e, laddove non è successo, gli stessi sono cresciuti, di guisa che perfino la stabilissima quinta repubblica francese è diventata bastabile, è chiaro che i suddetti governanti non sono ritenuti interlocutori reali. A meno che – quanto meno improbabile – non recuperino il favore popolare. Ma se ciò non avviene non resta che aspettare le elezioni: avanti il prossimo.

Teodoro Klitsche de la Grange

[1] Trattato politico, III, Torino 1958.

  • CONTRIBUITE!! AL MOMENTO I VERSAMENTI COPRONO UNA PARTE DELLE SPESE VIVE DI CIRCA € 4.000,00. NE VA DELLA SOPRAVVIVENZA DEL SITO “ITALIA E IL MONDO”. A GIORNI PRESENTEREMO IL BILANCIO AGGIORNATO _GIUSEPPE GERMINARIOll sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate:postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704
    oppure iban IT30D3608105138261529861559
    oppure PayPal.Me/italiaeilmondo
    oppure https://it.tipeee.com/italiaeilmondo/Su PayPal, Tipee, ma anche con il bonifico su PostePay, è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (pay pal prende una commissione di 0,52 centesimi)

Rassegna stampa tedesca 15 (conferenza di Monaco)_a cura di Gianpaolo Rosani

Echi dalla conferenza sulla sicurezza di Monaco. Da questo articolo del quotidiano bavarese si ricava il turbamento nello Stato profondo tedesco, ovvero convinzioni ben consolidate che entrano in dissonanza cognitiva con il presente: “la telefonata di Trump con Putin rientra nella categoria delle perturbazioni, cosa vogliono negoziare gli Stati Uniti e la Russia a spese dell’Ucraina e dell’Europa – e chi può ancora dire la sua? I neoconservatori sono ormai storia, ma da uno dei loro rami è nato il trumpismo, che come è noto vive molto di rabbia, menzogna e imprevedibilità. In questo momento di massima incertezza un vecchio conoscente di questa conferenza garantisce la massima chiarezza: il presidente ucraino che, come molti in sala, teme di essere tradito e venduto da Donald Trump”.

 

17.02.2025

C’era una volta l’America

Raramente la Conferenza sulla sicurezza di Monaco ha tremato così tanto per l’indignazione – e sì, anche per la paura. Dal discorso di J. D. Vance, non è in discussione nient’altro che l’ordine mondiale. Una cosa è certa: a Mosca non crederanno ai loro occhi.

Basta immergersi un po’ nella storia per misurare l’entità della caduta che si è verificata questo fine settimana a Monaco. Per Putin, in ogni caso, sono state giornate di festa, ha potuto semplicemente guardare i suoi avversari sbranarsi a vicenda.

di Stefan Kornelius Proseguire la lettura cliccando su: Süddteutsche Zeitung (17.02.2025)

Come la stampa tedesca riporta e commenta l’intervento spartiacque del vice-presidente americano J.D. Vance alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. In massima sintesi, che vale per ogni testata: lo shock causato dal tradimento e dall’umiliazione da parte della nuova dirigenza USA è profondo; i tedeschi sono spettatori tanto stupiti quanto impotenti. Vance, il segretario di Stato americano Marco Rubio e l’inviato speciale per l’Ucraina Keith Kellogg hanno incontrato un governo di minoranza impotente e un leader dell’opposizione nel rush finale della campagna elettorale.

 

15.02.2025

C’è un nuovo sceriffo in città

La conferenza sulla sicurezza tra panico e modalità di difesa: l’apparizione di J.D. Vance suscita contraddizioni.

di Peter Carstens, Monaco di Baviera

Proseguire la lettura cliccando su: Miscellanea Conferenza Sicurezza Monaco (15.02.2025)

  • CONTRIBUITE!! AL MOMENTO I VERSAMENTI COPRONO UNA PARTE DELLE SPESE VIVE DI CIRCA € 4.000,00. NE VA DELLA SOPRAVVIVENZA DEL SITO “ITALIA E IL MONDO”. A GIORNI PRESENTEREMO IL BILANCIO AGGIORNATO _GIUSEPPE GERMINARIOll sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate:postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704
    oppure iban IT30D3608105138261529861559
    oppure PayPal.Me/italiaeilmondo
    oppure https://it.tipeee.com/italiaeilmondo/Su PayPal, Tipee, ma anche con il bonifico su PostePay, è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (pay pal prende una commissione di 0,52 centesimi)

Rassegna stampa tedesca 14 (verso le elezioni)_a cura di Gianpaolo Rosani

A Monaco di Baviera, un richiedente asilo respinto si lancia con la sua auto contro una manifestazione di Verdi. Molte persone rimangono gravemente ferite. Cronaca del fatto e dichiarazioni di autorità civili e politiche arrivate sul posto. In città inizia la conferenza sulla sicurezza, a soli due chilometri dalla scena del crimine. Sono attesi più di 60 capi di stato e di governo, più di 100 ministri e altri ospiti, tra cui il vicepresidente americano J. D. Vance, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Al momento le Autorità non ravvedono alcun collegamento tra l’attacco e la conferenza.

 

14.02.2025

“Deve finire adesso!”

A Monaco di Baviera, un richiedente asilo respinto si lancia con la sua auto contro una manifestazione di Verdi. Molte persone rimangono gravemente ferite.

di Karin Truscheit, Monaco di Baviera

Il telo di salvataggio dorato svolazza al vento, un’infermiera lo tiene fermo con una mano, con l’altra spinge Proseguire la lettura cliccando su: Frankfurter Allgemeine (14.02.2025)

L’afgano Farhad N. (24 anni) ha speronato intenzionalmente a Monaco di Baviera un gruppo di manifestanti con la sua auto; 28 i feriti. Riportiamo la traduzione dell’intera pagina della “Bild” con la cronaca ed i commenti, nel suo stile lapidario.

­­­­­­­

14.02.2025

L’ORRORE DI MONACO

Richiedente asilo respinto si lancia nella folla a Monaco. 28 feriti. Indizi di “retroterra estremista”

Alle 10.30 l’afgano si è lanciato nella folla

+++ Paura del terrorismo e immagini dell’orrore a Monaco +++ Sospetto che l’autore del reato sia un estremista +++ Chi ha fallito? +++  Proseguire la lettura cliccando su: Bild (14.02.2025)

Cosa sta succedendo a Scholz poco prima delle elezioni? Crede ancora, come ha sempre
affermato pubblicamente, che l'inverno 2025 sarà simile all'autunno 2021, cioè che otterrà una vittoria dell’ultimo minuto di cui prima era convinto solo lui? O sa da tempo che sta conducendo una battaglia inutile e che ora si tratta soprattutto di portare a termine la sua carica di Cancelliere con dignità? La sensazionale vittoria del 2021 non si ripeterà: per il ruolo da eroe nel 2025, molto probabilmente Scholz non sarà più all’altezza.

13.02.2025
Il tempo guarisce tutte le ferite
Olaf Scholz crede ancora di poter ripetere la sua clamorosa vittoria del 2021? Negli ultimi metri in viaggio
con il Cancelliere in campagna elettorale.

di PETER DAUSEND
La grande sala del Capitol di Schwerin, con la sua galleria, i palchi, le lampade da parete grandi come tavoli Proseguire la lettura cliccando su: Die Zeit (13.02.2025).2

Tre articoli su “Die Zeit” si occupano oggi di previsioni elettorali. Il primo è la classica panoramica sui tuttora “indecisi”, stimati al 30%. Il secondo sul software “Wahl-o-Mat”, che ha superato i 15 milioni di accessi: rispondendo a 38 domande secche indica a ciascuno il partito più affine. Il terzo calcola le conseguenze sul proprio reddito in base ai programmi dei partiti sul fisco.

13.02.2025

Chi votare?

Più del trenta per cento dei tedeschi non sa ancora a chi dare il proprio voto il 23 febbraio. Com’è possibile? E in questa grande confusione, l’Wahl-O-Mat è davvero d’aiuto? Chi beneficia dei piani fiscali dei partiti, ma anche dove i programmi potrebbero promettere troppo.

Voto così! Proseguire la lettura cliccando su: Die Zeit (13.02.2025)

Il partito BSW fondato da Sahra Wagenknecht, che nel suo primo anno di vita ha raccolto risultati elettorali importanti a livello locale, sembra ora in difficoltà per le elezioni federali. “Die Linke”, la sinistra dalla quale si era staccata ha ritrovato slancio, secondo l’articolo del settimanale Stern. Il suo leader, Jan van Aken, è stato fuori dalla politica per sei anni, poi è arrivata la chiamata a salvare il partito; non si perde in una politica identitaria, ma si concentra su questioni sociali.

stern

12.02.2025

C’È ANCORA SLANCIO

Dopo la partenza di Sahra Wagenknecht, la sinistra sembrava finita. Ma all’improvviso il partito sembra di nuovo giovane e combattivo. Si sta preparando una sorpresa?

Ma guarda un po’: la sinistra è di buon umore! Il candidato di punta Jan

                                                      van Aken e la candidata di punta Heidi Reichinnek vogliono mantenere il loro partito nel Bundestag

di Martin Debes e Miriam Hollstein

Miriam Hollstein ha incontrato il presidente della Sinistra, van Aken, che sembrava quasi euforico, mentre Martin Debes ha visto la leader del BSW, Wagenknecht, più pensierosa che mai.

Chiunque incontri Sahra Wagenknecht di solito raramente può indovinare cosa pensa o prova. Che sorrida, aggrotti la fronte o appaia impassibile, rimane impenetrabile. Un enigma umano. Ma quel pomeriggio, nel Proseguire la lettura cliccando su: Stern (12.02.2025)

Note sul nuovo sistema di voto in Germania: gli elettori hanno due voti da segnare su una unica scheda. Il primo voto viene assegnato a un candidato diretto nella propria circoscrizione elettorale. Il secondo voto va a un partito, che con la nuova legge decide la distribuzione dei 630 seggi nel Bundestag. Chi riceve meno del cinque per cento di tutti i secondi voti non può entrare in Parlamento (a meno che non abbia vinto almeno 3 circoscrizioni), quindi i primi voti (e il voto disgiunto) può essere inefficace. Il numero di partiti rappresentati nel Bundestag potrebbe avere un impatto sulle possibilità di formare un governo.

11.02.2025

La questione dei due voti

Votare tatticamente con il primo e il secondo voto – oggi non è più possibile. Cosa cambia con la nuova legge elettorale

di Saladin Salem

Monaco – Con le prossime elezioni federali, il Parlamento si ridurrà notevolmente. Secondo la più recente riforma della legge elettorale, ci sarà posto solo per un massimo di 630 deputati. Proseguire la lettura cliccando su: Süddteutsche Zeitung (11.02.2025)

Secondo gli esperti consultati dalla “Bild” l’accordo dell’UE su un sistema comune di asilo (GEAS), che dovrebbe entrare in vigore a metà del 2026, non cambierà nulla nella distribuzione dei rifugiati nell’UE. Perché chi rifiuta di riprendere i rifugiati non deve continuare a temere sanzioni: in questo senso, le dichiarazioni di Scholz sono “favole”.

­­­­­­­

11.02.2025

Il piano di Scholz sull’asilo è più di aria fritta?

Il cancelliere vuole risolvere la crisi dell’asilo attraverso una riforma dell’UE. Gli esperti avvertono: non funzionerà.

di NIKOLAUS HARBUSCH

Berlino – È considerato il progetto per risolvere la crisi dell’asilo: l’accordo dell’UE su un sistema comune di asilo (GEAS). Proseguire la lettura cliccando su: Bild (11.02.2025)

In diversi Comuni della Germania orientale, dove l’AfD è diventata la forza dominante, la CDU e altri partiti stanno già cooperando con l’estrema destra. Da tempo, dalla seconda fila della CDU orientale si levano richieste di abbattere qualsiasi muro di separazione. Ora, dopo la manovra di Merz, queste voci stanno diventando più forti.

08.02.2025

Giocare con il fuoco

Il voto con l’AfD al Bundestag riaccende il dibattito sul muro tagliafuoco nella CDU orientale.

di Frauke Böger, Paul-Anton Krüger, Peter Maxwill

Il primo ministro Voigt, l’uomo dell’AfD Höcke nel 2024: stretta di mano, ma nessuna collaborazione.

 

Quando in questi giorni viene chiesto a Friedrich Merz del “Brandmauer”, il candidato cancelliere dell’Unione reagisce in modo difensivo. Proseguire la lettura cliccando su: Der Spiegel (08.02.2025).2

In copertina del settimanale “Der Spiegel” vediamo disegnati i tre leader della coalizione uscente (CDU, SPD e Verdi) che si guardano truci, a loro volta osservati da dietro da una beffarda Alice Weidel (Afd). Nelle pagine interne l’articolo spiega che la Berlino politica guarda con preoccupazione al periodo successivo al 23 febbraio. I potenziali partner si stanno lanciando le più gravi accuse reciproche. Stanno tracciando linee rosse ed escludendo opzioni di coalizione. Stanno formulando condizioni che dichiarano non negoziabili… eppure CDU/CSU, Verdi, SPD e FDP hanno dimostrato più volte di essere in grado di lavorare insieme ed è possibile che siano ancora in grado di farlo dopo le elezioni, persino probabile … ma non più certo. I pragmatici dei partiti storici si battono per la cooperazione; una cooperazione che in realtà non vogliono, ma alla quale non c’è alternativa se si vuole tenere l’AfD fuori dal potere.

08.02.2025

VA BENE COSÌ?

 Quando nessuno può parlare con nessuno

Le parti in conflitto

Accuse, linee rosse, intransigenza: dopo lo scandalo dell’AfD al Bundestag, i fronti tra i partiti centristi si sono induriti. Riusciranno a riunirsi anche dopo le elezioni?  Proseguire la lettura cliccando su: Der Spiegel (08.02.2025)

  • CONTRIBUITE!! AL MOMENTO I VERSAMENTI COPRONO UNA PARTE DELLE SPESE VIVE DI CIRCA € 4.000,00. NE VA DELLA SOPRAVVIVENZA DEL SITO “ITALIA E IL MONDO”. A GIORNI PRESENTEREMO IL BILANCIO AGGIORNATO _GIUSEPPE GERMINARIOll sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate:postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704
    oppure iban IT30D3608105138261529861559
    oppure PayPal.Me/italiaeilmondo
    oppure https://it.tipeee.com/italiaeilmondo/Su PayPal, Tipee, ma anche con il bonifico su PostePay, è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (pay pal prende una commissione di 0,52 centesimi)

 

Rassegna stampa tedesca 13 (verso le elezioni)_a cura di Gianpaolo Rosani

Sull’edizione settimanale del “Die Zeit” troviamo le interviste a tutti i leader di partito sul tema geopolitico: “Come si fa a rendere sicura la Germania” …

06.02.2025

Non c’è quasi nessun altro settore politico in cui si debbano prendere simultaneamente decisioni così importanti e difficili come la sicurezza interna ed esterna. ZEIT ha quindi condotto interviste con i principali candidati di tutti i partiti rappresentati nel Bundestag e ha posto loro le stesse domande: (per proseguire la lettura cliccare su: Die Zeit (06.02.2025).5

Sull’edizione settimanale del “Die Zeit” troviamo le interviste a tutti i leader di partito sul tema geopolitico: “Come si fa a rendere sicura la Germania” …

06.02.2025

Non c’è quasi nessun altro settore politico in cui si debbano prendere simultaneamente decisioni così importanti e difficili come la sicurezza interna ed esterna. ZEIT ha quindi condotto interviste con i principali candidati di tutti i partiti rappresentati nel Bundestag e ha posto loro le stesse domande:

  • Come potrebbe essere una pace giusta in Ucraina?
  • L’America è ancora nostra amica?
  • E se vostro figlio dovesse andare in guerra per difendere la Germania?

Se le risposte non erano chiare, i nostri intervistatori le hanno approfondite.

Come si fa a rendere sicura la Germania?

Christian Lindner (FPD): “Difenderei il mio Paese”

Le domande sono state poste da Alice Bota e Paul Middelhoff

 

Signor Lindner, qual è secondo lei la più grande minaccia per la politica estera e di sicurezza della Germania?

La Russia di Putin è la risposta più ovvia. Ma vedo anche la nostra sicurezza fondamentalmente minacciata dal fatto che la coesione della nostra alleanza transatlantica potrebbe diventare fragile e il multilateralismo è in ritirata. Dobbiamo quindi rispondere alla mutata situazione di minaccia rafforzando le nostre capacità  per proseguire la lettura cliccare su:   Die Zeit (06.02.2025).6

Sull’edizione settimanale del “Die Zeit” troviamo le interviste a tutti i leader di partito sul tema geopolitico: “Come si fa a rendere sicura la Germania” …

06.02.2025

Non c’è quasi nessun altro settore politico in cui si debbano prendere simultaneamente decisioni così importanti e difficili come la sicurezza interna ed esterna. ZEIT ha quindi condotto interviste con i principali candidati di tutti i partiti rappresentati nel Bundestag e ha posto loro le stesse domande:

  • Come potrebbe essere una pace giusta in Ucraina?
  • L’America è ancora nostra amica?
  • E se vostro figlio dovesse andare in guerra per difendere la Germania?

Se le risposte non erano chiare, i nostri intervistatori le hanno approfondite.

Come si fa a rendere sicura la Germania?

Jan van Aken (Die Linke): „No, non siamo in guerra”

Le domande sono state poste da Peter Dausend e Mark Schieritz

 

Signor van Aken, qual è secondo lei la più grande minaccia per la politica estera e di sicurezza della Germania?

Nelle varie autocrazie del mondo. Non equiparo Donald Trump a Vladimir Putin, ma lui e le sue politiche rappresentano una sfida importante. Le sue politiche colpiranno l’Europa con forza. Dobbiamo essere preparati al fatto che il nostro rapporto con gli Stati Uniti sarà completamente diverso con un Presidente Trump autocratico. per proseguire la lettura cliccare su: Die Zeit (06.02.2025).7

Famosa come pochi politici dell’opposizione, controversa per decenni come pochi: l’ex icona della sinistra Sahra Wagenknecht si presenta per la prima volta alle elezioni del Bundestag con il suo movimento BSW. Ma da settimane è in crisi. BILD am Sonntag l’ha incontrata per un’intervista.

09.02.2025

Si fida di Putin, signora Wagenknecht?

La leader del BSW sulla sua posizione favorevole al Cremlino, sulla debolezza del suo nuovo partito e sul proprio futuro

di PETER TIEDE E HANS-JÖRG VEHLEWALD

BILD: Il vostro BSW è attualmente a volte al di sotto, a volte appena al di sopra della soglia del 5%, mentre all’apice eravate al 10%.Cosa sta andando storto?

SAHRA WAGENKNECHT: Siamo un partito che esiste solo da un anno. In questa campagna elettorale abbiamo avuto la sensazione che gli altri partiti ci stiano combattendo con ogni mezzo a loro disposizione, così come i media vicini a questi partiti. E credo che per un partito così giovane il 5,5% non sia un cattivo risultato. per proseguire la lettura cliccare su: Bild am Sonntag (09.02.2025)

Cronaca di un’inaugurazione a Görlitz (Sassonia, sul confine polacco), presente il Cancelliere Scholz: la vecchia fabbrica di vagoni ferroviari, orgoglio cittadino, è ora riconvertita a produzione militare. L’articolo riporta il dilemma di cittadini e politici, alle prese con la difesa dell’occupazione e opposte visioni di pace e di guerra, mentre è in corso la campagna elettorale… alla fine, Scholz si fa fotografare con i rappresentanti dell’industria davanti a un carro armato, che si trova di fronte agli scheletri dei vagoni …

 

09.02.2025

Il fronte trasversale di Putin

La pace non compare quasi mai in campagna elettorale. L’AfD, il BSW e la sinistra vogliono cambiare questa situazione insieme

di Oliver Georgi per proseguire la lettura cliccare su: Frankfurter Allgemeine (09.02.2025)

Cronache di campagna elettorale “spicciola” che il giornale riporta da vari Land della Germania; oggi da una circoscrizione dell’Assia, storicamente socialdemocratica. La crisi della Volkswagen dello scorso anno ha scatenato incertezza e timori di declino; non tutti votano per l’AfD, ma “la croce indefettibile per la SPD” è diventata più rara, dice un sindacalista. Chi ha votato SPD per tutta la vita, ha dei dubbi. Forse voterà per il giovane candidato locale. Questa volta, però, non perché è nell’SPD, ma nonostante lo sia.

10.02.2025

Difesa di una roccaforte

La SPD ha vinto tutte le elezioni federali nel distretto di Schwalm-Eder, nel nord dell’Assia. Questa volta lotta contro la crisi, l’AfD e Olaf Scholz  per proseguire la lettura cliccare su: Frankfurter Allgemeine (10.02.2025)

In questa intervista, lo storico Heinrich Winkler, che è un membro della SPD,  propone di  “sostituire il diritto d’asilo soggettivo con il diritto d’asilo istituzionale”. In quest’ottica, lo storico elogia il progetto di “legge sulla limitazione dell’afflusso” presentato dal candidato cancelliere dell’Unione Friedrich Merz (CDU), per impedire gli ingressi non autorizzati e la migrazione per asilo. “Ci sono molti elementi che fanno pensare che una simile politica di asilo toglierebbe il vento alle vele dell’AfD”.

10.02.2025

Inasprire il diritto d’asilo

Il socialdemocratico Winkler sostiene Merz. Molti elementi suggeriscono che una politica di asilo di questo tipo toglierebbe il vento alle vele dell’AfD.

Lo storico Heinrich August Winkler si è espresso a favore dell’abolizione del diritto di asilo individuale in Germania. “In effetti, non si può negare che gli stranieri entrati illegalmente nel Paese debbano invocare il diritto d’asilo solo per ottenere uno status di residenza temporanea, spesso indefinita, nella Repubblica federale, anche se non possono chiedere asilo politico”, scrive Winkler in un articolo per ‘Der Spiegel’. per proseguire la lettura cliccare su: Tagesspiegel (10.02.2025)

I sondaggi elettorali aggiornati non portano variazioni. Handelsblatt li pubblica, analizza le possibili coalizioni e ne spiega la probabilità. Molti considerano una nuova grande coalizione come lo scenario più probabile. Tuttavia, le richieste del candidato cancelliere della CDU/CSU Friedrich Merz di una politica migratoria più severa potrebbero rendere più difficile la formazione di una coalizione.

10.02.2025

Formazione del governo

Sono ipotizzabili coalizioni per un governo federale

I nuovi sondaggi per le elezioni del Bundestag hanno portato poco movimento. La formazione di una coalizione sarà comunque difficile. Quali sono le opzioni sul tavolo. per proseguire la lettura cliccare su: Handelsblatt (10.02.2025)

  • CONTRIBUITE!! AL MOMENTO I VERSAMENTI COPRONO UNA PARTE DELLE SPESE VIVE DI CIRCA € 4.000,00. NE VA DELLA SOPRAVVIVENZA DEL SITO “ITALIA E IL MONDO”. A GIORNI PRESENTEREMO IL BILANCIO AGGIORNATO _GIUSEPPE GERMINARIOll sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate:postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704
    oppure iban IT30D3608105138261529861559
    oppure PayPal.Me/italiaeilmondo
    oppure https://it.tipeee.com/italiaeilmondo/Su PayPal, Tipee, ma anche con il bonifico su PostePay, è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (pay pal prende una commissione di 0,52 centesimi)

Rassegna stampa tedesca 12 (verso le elezioni)_a cura di Gianpaolo Rosani

I liberali (FDP), che hanno 90 deputati nel Bundestag uscente, nei sondaggi sembrano cementati al quattro per cento e rischiano di rimanere fuori dal prossimo. Il gruppo parlamentare si è rivelato disunito quando si è trattato di votare sulla limitazione dell’immigrazione. D’ora in poi, è tutta una questione di sopravvivenza politica: la precedente strategia di campagna elettorale, che prevedeva di formare un governo solo con i cristiano-sociali, è ora illusoria. Per di più, non si intravede un leader alternativo con la forza, le idee e le capacità di integrazione necessarie per ricostruire l’FDP al di fuori del Bundestag.

04.02.2025

L’FDP deve abbandonare la sua precedente strategia di campagna elettorale

di THORSTEN JUNGHOLT

Wolfgang Kubicki, il cavallo di battaglia politico dell’FDP, ha fatto un grande colpo al Bundestag venerdì. Entrato nel partito liberale 54 anni fa, il 73enne ha iniziato il suo intervento durante il dibattito su una proposta di legge del gruppo parlamentare CDU/CSU per inasprire le leggi sull’immigrazione. Ha fatto campagna elettorale per Willy Brandt (SPD) e Walter Scheel (FDP) e si è schierato a favore di “Osare più democrazia”. Proseguire la lettura cliccando su:Die Welt (04.02.2025)

La CDU ha inaugurato la “fase calda” della campagna elettorale con la conferenza federale di partito di lunedì. Il leader della CDU e candidato dell’Unione per il cancellierato Friedrich Merz ha aperto la riunione a mezzogiorno con un grande applauso da parte dei circa 950 delegati. Hanno poi adottato all’unanimità un “programma immediato”, che dovrà essere attuato immediatamente se si formerà un governo dopo le elezioni federali. Il programma comprende anche il piano in cinque punti per rafforzare la politica migratoria, approvato dal Bundestag con il sostegno dell’AfD.

04.02.2025

I principali politici della CDU sostengono Merz

I cristiano-democratici annunciano la “fase calda” della campagna elettorale con il loro congresso federale di partito

 

Il leader della CDU Friedrich Merz riceve il sostegno del congresso del partito per la sua campagna elettorale sull’immigrazione, che ha scatenato proteste in tutta la Germania a causa delle votazioni congiunte al Bundestag con l’AfD. Il ministro presidente dell’Assia Boris Rhein (CDU) ha detto ai delegati della CDU a Berlino che Merz ha preso posizione e ha dimostrato che l’Unione resta fedele alle sue convinzioni “anche quando c’è una tempesta”. È così che si comporta un cancelliere. Proseguire la lettura cliccando su: Die Welt (04.02.2025_II)

Cronache di campagna elettorale “spicciola” che il giornale racconta da due distretti della Turingia (in bilico tra CDU e AfD), tra intrighi di provincia e grandi questioni discusse tra militanti e cittadini sotto i gazebo dei vari partiti.

04.02.2025

La CDU ha ancora speranza qui

L’AfD è in competizione con se stesso nel collegio elettorale 189

di Markus Wehner

Proseguire la lettura cliccando su: Frankfurter Allgemeine (04.02.2025)

Esco fuori tema di questa rassegna elettorale perchè vedo barlumi di sopravvivenza, anche del giornalismo. Basta una foto.

stern

06.02.2025, pagina 10-11

GAZA

PIETRA SU PIETRA

Non rimane molto della loro casa a Gaza City, ma ad ogni blocco che questa famiglia palestinese sovrappone, cresce la volontà di ricominciare.

Proseguire la lettura cliccando su: Stern (06.02.2025)

Sul settimanale Stern un ritratto di Alice Weidel (AfD) a mezza strada tra il personale ed il politico. Dopo il 23 febbraio, come leader dell’opposizione, Weidel potrebbe assistere allo smantellamento pezzo per pezzo della prossima instabile coalizione e poi, chissà, tollerare un governo di minoranza. Una volta formato un governo, dice, il suo partito “riadatterà la sua strategia”. È probabile che il prossimo gruppo parlamentare diventi molto più grande, più contraddittorio e anche più estremista. Tuttavia, Weidel vuole iniziare definitivamente a plasmare l’AfD sulla falsariga di Giorgia Meloni in Italia o di Marine Le Pen in Francia.

stern

06.02.2025

IL SUO PIANO

Alice Weidel, leader dell’AfD, punta sul crollo del centro politico: vuole diventare cancelliere al più tardi nel 2029. Molte cose sembrano andare a suo favore in questo momento

di Martin Debes: si occupa di AfD dal 2013 e ha accompagnato Alice Weidel in molte occasioni. Non l’ha mai vista così sicura di sé come adesso. La Weidel sembra davvero convinta di poter diventare cancelliere…

Le sue scarpe tintinnano sul marmo con un ritmo incalzante. Alice Weidel ha fretta. Un ascensore, un corridoio, una scala. È già nel tunnel che porta dagli uffici dei deputati al palazzo del Reichstag, dove… Proseguire la lettura cliccando su: Stern (_06.02.2025)

Sull’edizione settimanale del “Die Zeit” troviamo le interviste a tutti i leader di partito sul tema geopolitico: “Come si fa a rendere sicura la Germania” … guarda guarda a chi ci tocca ora di dare ospitalità e spazio! La redazione del giornale si è trovata con un dilemma…..”Alla luce degli eventi della scorsa settimana, abbiamo discusso in redazione se pubblicare anche l’intervista che abbiamo fatto alla candidata dell’AfD Alice Weidel. Alla fine abbiamo deciso a favore perché siamo convinti che le posizioni di un partito in cui apparentemente si identifica un quinto degli elettori debbano essere rese trasparenti”.

06.02.2025

Non c’è quasi nessun altro settore politico in cui si debbano prendere simultaneamente decisioni così importanti e difficili come la sicurezza interna ed esterna. ZEIT ha quindi condotto interviste con i principali candidati di tutti i partiti rappresentati nel Bundestag e ha posto loro le stesse domande:

  • Come potrebbe essere una pace giusta in Ucraina?
  • L’America è ancora nostra amica?
  • E se vostro figlio dovesse andare in guerra per difendere la Germania?

Se le risposte non erano chiare, i nostri intervistatori le hanno approfondite.

Come si fa a rendere sicura la Germania?

Alice Weidel: “ Non dobbiamo assolutamente schierarci”  

Le domande sono state poste da Mariam Lau e Anna Sauerbrey  Die Zeit (06.02.2025)

Sull’edizione settimanale del “Die Zeit” troviamo le interviste a tutti i leader di partito sul tema geopolitico: “Come si fa a rendere sicura la Germania” …

06.02.2025

Non c’è quasi nessun altro settore politico in cui si debbano prendere simultaneamente decisioni così importanti e difficili come la sicurezza interna ed esterna. Proseguire la lettura cliccando su:Die Zeit (06.02.2025).2

Sull’edizione settimanale del “Die Zeit” troviamo le interviste a tutti i leader di partito sul tema
geopolitico: “Come si fa a rendere sicura la Germania” …

06.02.2025
Non c'è quasi nessun altro settore politico in cui si debbano prendere simultaneamente decisioni così
importanti e difficili come la sicurezza interna ed esterna. ZEIT ha quindi condotto interviste con i
principali candidati di tutti i partiti rappresentati nel Bundestag e ha posto loro le stesse domande:
 Come potrebbe essere una pace giusta in Ucraina?
 L'America è ancora nostra amica?
 E se vostro figlio dovesse andare in guerra per difendere la Germania?
Se le risposte non erano chiare, i nostri intervistatori le hanno approfondite.
Come si fa a rendere sicura la Germania?
Olaf Scholz (SPD): “Sono cauto con la parola guerra” Proseguire la lettura cliccando su:  Die Zeit (06.02.2025).3

Sull’edizione settimanale del “Die Zeit” troviamo le interviste a tutti i leader di partito sul tema geopolitico: “Come si fa a rendere sicura la Germania” …

06.02.2025

Non c’è quasi nessun altro settore politico in cui si debbano prendere simultaneamente decisioni così importanti e difficili come la sicurezza interna ed esterna. ZEIT ha quindi condotto interviste con i principali candidati di tutti i partiti rappresentati nel Bundestag e ha posto loro le stesse domande:

  • Come potrebbe essere una pace giusta in Ucraina?
  • L’America è ancora nostra amica?
  • E se vostro figlio dovesse andare in guerra per difendere la Germania?

Se le risposte non erano chiare, i nostri intervistatori le hanno approfondite.

Come si fa a rendere sicura la Germania?

Friedrich Merz (CDU/CSU):  Proseguire la lettura cliccando su:Die Zeit (06.02.2025).4

  • CONTRIBUITE!! AL MOMENTO I VERSAMENTI COPRONO UNA PARTE DELLE SPESE VIVE DI CIRCA € 4.000,00. NE VA DELLA SOPRAVVIVENZA DEL SITO “ITALIA E IL MONDO”. A GIORNI PRESENTEREMO IL BILANCIO AGGIORNATO _GIUSEPPE GERMINARIOll sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate:postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704
    oppure iban IT30D3608105138261529861559
    oppure PayPal.Me/italiaeilmondo
    oppure https://it.tipeee.com/italiaeilmondo/Su PayPal, Tipee, ma anche con il bonifico su PostePay, è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (pay pal prende una commissione di 0,52 centesimi)

 

 

Rassegna stampa tedesca 11 (verso le elezioni)_a cura di Gianpaolo Rosani

Il tema centrale della campagna elettorale ruota ora intorno alla migrazione. A insediarlo è stato  il leader della CDU Friedrich Merz, proprio lui che lo scorso autunno metteva in guardia dall’esacerbare la campagna elettorale con questo tema; l’attacco di Aschaffenburg ha superato questo avvertimento. La pressione ad agire è così forte che la CDU/CSU accetta l’accusa di aver sbrecciato il muro verso l’AfD.

Il 29 gennaio è passata al Bundestag, in conclusione di legislatura prima delle imminenti elezioni anticipate, una delle due mozioni in tema di immigrazione della CDU/CSU (quella dei “cinque punti”) che è stata votata da AfD, BSW e Liberali FDP, con i voti contrari di SPD e Verdi . Risultato 348 favorevoli e 344 contrari, 10 astenuti. Non è giuridicamente vincolante (non è un disegno di legge), ma il suo valore politico non sfugge.

C’è stato poi un seguito venerdì 31 gennaio: il Parlamento  ha discusso la proposta di “legge sulla limitazione dell’afflusso” (Zustrombegrenzungsgesetz), che non è passata: ha raccolto 338 voti a favore di CDU/CSU (12 assenti), AfD e BSW che, per la defezione di circa un quarto dei Liberali FDP (23), non sono stati sufficienti a superare i 349 voti contrari di SPD e Verdi, 5 astenuti.

Per chi desidera approfondire: Italiaeilmondo ha curato due rassegne – questa è la seconda: riunisce i resoconti e i contrapposti commenti dei più influenti giornali tedeschi, pubblicati dopo la bocciatura della proposta di legge il 31 gennaio. Per la CDU/CSU i sondaggi reggono sul 30%, tuttavia ad urne chiuse sarà da vedere come l’”azzardo” del 29 e del 31 gennaio complicherà la trattativa per una comunque inevitabile coalizione di governo tra tutti o qualcuno dei partiti tradizionali. Per ora, a campagna elettorale in corso, SPD e Verdi rifiutano il programma di inasprimento della politica migratoria della CDU/CSU.

01.02.2025

FOLLIA DEL PARLAMENTO FEDERALE!

La maggioranza del parlamento vota contro la volontà della maggioranza dei cittadini. Lo storico dibattito al Bundestag sulla svolta in materia di asilo

dagli inviati: JONATHAN ANDA, NADJA ASWAD, JOSEF FORSTER, FLORIAN KAIN, MARIUS KIERMEIER, ELIAS SEDLMAYR, PETER TIEDE, BURKHARD  UHLENBROICH, HANS-JÖRG VEHLEWALD

Berlino – Storico dibattito al Bundestag tedesco: un grande momento – e un punto basso allo stesso tempo! La Germania sa ora qual è la posizione di ciascun partito in materia di immigrazione illegale e sicurezza. Chi mette la causa al di sopra del partito e chi dà la priorità a tattiche, potere e ideologia. Lo sappiamo: Chi si preoccupa della volontà del popolo. E per chi non lo è. Proseguire la lettura cliccando su: Azzardo CDU (01-03.02.2025)

  • CONTRIBUITE!! AL MOMENTO I VERSAMENTI COPRONO UNA PARTE DELLE SPESE VIVE DI CIRCA € 4.000,00. NE VA DELLA SOPRAVVIVENZA DEL SITO “ITALIA E IL MONDO”. A GIORNI PRESENTEREMO IL BILANCIO AGGIORNATO _GIUSEPPE GERMINARIOll sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate:postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704
    oppure iban IT30D3608105138261529861559
    oppure PayPal.Me/italiaeilmondo
    oppure https://it.tipeee.com/italiaeilmondo/Su PayPal, Tipee, ma anche con il bonifico su PostePay, è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (pay pal prende una commissione di 0,52 centesimi)

Rassegna stampa tedesca 10 (verso le elezioni)_a cura di Gianpaolo Rosani

Il tema centrale della campagna elettorale ruota ora intorno alla migrazione. A insediarlo è stato  il leader della CDU Friedrich Merz, proprio lui che lo scorso autunno metteva in guardia dall’esacerbare la campagna elettorale con questo tema; l’attacco di Aschaffenburg ha superato questo avvertimento. La pressione ad agire è così forte che la CDU/CSU accetta l’accusa di aver sbrecciato il muro verso l’AfD.

Il 29 gennaio è passata al Bundestag, in conclusione di legislatura prima delle imminenti elezioni anticipate, una delle due mozioni in tema di immigrazione della CDU/CSU (quella dei “cinque punti”) che è stata votata da AfD, BSW e Liberali FDP, con i voti contrari di SPD e Verdi . Risultato 348 favorevoli e 344 contrari, 10 astenuti. Non è giuridicamente vincolante (non è un disegno di legge), ma il suo valore politico non sfugge.

C’è stato poi un seguito venerdì 31 gennaio: il Parlamento  ha discusso la proposta di “legge sulla limitazione dell’afflusso”, che non è passata: ha raccolto 338 voti a favore di CDU/CSU (però 12 assenti), AfD e BSW, non sufficienti a compensare le ulteriori assenze (16) dei Liberali FDP contro i 349 voti contrari di SPD e Verdi, 5 astenuti.

Per chi desidera approfondire: Italiaeilmondo presenta due rassegne, di cui questa è la prima che riunisce resoconti e commenti dei più influenti giornali tedeschi, usciti nei giorni antecedenti la seconda votazione del 31 gennaio. La seconda conterrà i commenti all’esito ed alle conseguenze dell’”azzardo” dei cristiano-sociali.

In generale la stampa tedesca ha catalogato  la manovra dei cristiano-sociali come elettorale e rischiosa (… vi diamo noi quello che promette l’AfD, non serve votarla…). Non è detto che riuscirà ad allontanare gli elettori dall’AfD e a portarli verso di loro: Merz sta correndo un grosso rischio con la sua determinazione, giocando con una fonte di forza senza la certezza di poterla controllare.

28.01.2025

Piano Merz sulla migrazione: gli ostacoli sono alti

La CDU/CSU vuole approvare una legge a favore di maggiori respingimenti alle frontiere prima delle elezioni. Anche se dovesse avere successo, non significa che cambierà davvero qualcosa.

DI RICARDA BREYTON E MARCEL LEUBECHER

Sembra strano, ma è così: quasi tutti i partiti vogliono ridurre al minimo l’immigrazione per asilo – eppure, ad oggi, nessun tentativo di ingresso illegale può essere impedito alla frontiera non appena il migrante dichiara di chiedere asilo. L’opportunità di porre fine a questa situazione sta diventando sempre più un punto centrale di discussione nella campagna elettorale per le elezioni parlamentari tedesche. Dopo il bagno di sangue di Aschafenburg, il candidato cancelliere della CDU Friedrich Merz (CDU) ha promesso, senza alcuna opzione di uscita, che se diventasse cancelliere i richiedenti asilo verrebbero respinti alle frontiere della Germania. Per proseguire la lettura cliccare su: Azzardo CDU (28-31.01.2025)

1 3 4 5 6 7 18