AGGIORNAMENTI E CONFERME, di Antonio de Martini

IMBARAZZANTI IMPROVVISAZIONI

Ho appena letto su Dagospia ( ripresi dal Messaggero che ha citato il rapporto di Procura) il resoconto dei fatti connessi al delitto di via Cossa.

Mi sono soffermato sul comportamento dei Carabinieri coinvolti.
Quattro che erano in libera uscita e hanno assistito alla prima fase ( il furto).

a) desistono dall’inseguimento del reo e consigliano al derubato ( pusher-truffatore) di chiamare il 112.

Sopraggiungono i due CC della stazione Farnese ( i fatti si erano svolti a Piazza Mastai), si tiene consiglio su chi continuerà ad occuparsene e decidono che siano quelli di Farnese.

Appena arrivano a via Cossa, colluttazione e morte.

Da tutto questo scenario risulta, a mio parere:

1) la demotivazione dei 4 Carabinieri è la mancanza di spirito di corpo. In altri tempi non avrebbero lasciato i commilitoni a sbrogliare la matassa per continuare la passeggiata trasteverina.

2) ruolo quasi nullo dell’ufficiale di servizio al 112 che avrebbe dovuto mantenere il controllo e passare lui l’incarico alla tenenza/ stazione Prati per competenza territoriale.
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3) la decisione presa dal gruppetto dei CC ha tenuto conto della comodità invece che della efficienza : avrebbero almeno dovuto far partecipare uno dei quattro che era in grado di riconoscere i due americani che Rega e il commilitone non avevano mai visto.

4) il 112 ( o i quattro Carabinieri o Rega) hanno anche omesso di informare la tenenza Prati di una operazione che stava per svolgersi sul territorio di sua competenza.

Confrontato a uno scontro armato, l’altro carabiniere non ha nemmeno pensato di reagire con l’arma di dotazione nemmeno con gli avversari in fuga.

DEMOTIVAZIONE, TRASCURATEZZA, NON COORDINAMENTO, ADDESTRAMENTO CARENTE.

Esattamente quel che ho scritto nel mio testo ( “ Meditazione in morte di un Carabiniere”) a botta calda.

Il coltello lo ha usato l’americano, ma le mani che lo hanno armato avete capito di chi sono: di coloro che hanno svirilizzato e invigliacchito – con pervicacia e intenzionalità – l’Arma dei carabinieri dai tempi del generale de Lorenzo in poi.

http://italiaeilmondo.com/2019/07/27/meditazione-in-morte-di-un-carabiniere-di-antonio-de-martini/

LA MAFIA È PIÙ LEALE DEI CARABINIERI, di Antonio de Martini

LA MAFIA È PIÙ LEALE DEI CARABINIERI

L’arresto del presidente regionale della Confindustria siciliana, tale Montante, mi ha dato brividi di nausea.

Non tanto perché si tratti di un ambiguo farabutto – la maggior parte del ceto dirigente di questo nostro paese lo è – quanto per il fatto che la complicità verso costui viene ostentata senza vergogna dalla Confindustria nazionale che si è sempre mostrata solidale verso il suo referente locale.

Questo personaggio è stato inquisito per ben tre anni mi dicono, e per tutti questi mille giorni è stato difeso a spada tratta dai presidenti della Confindustria nazionale che si sono succeduti nella carica.

Nessuno ha inquisito o mosso censura a questi complici del reo.

Erano troppo occupati a far pagare a Mario Mori l’ardire di aver denunziato a suo tempo i rapporti tra mafia e tutti gli appaltatori di lavori pubblici in Sicilia.

Da allora, sono passati anni e anni, la procura di Palermo cerca di incastrare questo colonnello – nel frattempo andato in pensione da generale- cercando di incriminarlo con ogni scusa possibile, cambiando le imputazioni fino a quattro volte durante lo stesso processo, creando processi nuovi per quattordici anni di fila.

Stiamo aspettando che qualcuno ( magari il presidente della Repubblica che dice di essere contro la mafia) esprima solidarietà a questo ufficiale che ha catturato Morucci e Faranda, sbaragliando la colonna romana delle brigate rosse, ha catturato il capo della Mafia, Totò Riina, ha catturato i brigatisti e i mafiosi rifugiatisi all’estero e sta pagando di tasca propria da quattordici anni le spese di difesa contro una serie di accuse grottesche collegate al suo stato di servizio.

La Confindustria si mostra solidale verso un suo rappresentante territoriale anche se colpevole, la Mafia mostra lealtà verso i propri uomini pagando loro gli avvocati.

La Patria è matrigna e i carabinieri restano affezionati alla fama di scarsa perspicacia.

Non hanno capito che demotivano le loro nuove leve dal dedicarsi alla loro missione anima e corpo.