Rassegna stampa tedesca 17 (verso le elezioni)_a cura di Gianpaolo Rosani

Il giornale economico titola come la “Bild” (vedi in questa rassegna stampa), ma sviluppa in modo più articolato le congetture sui  destini dei partiti e dei loro leader e sulle possibili alleanze di governo, come panoramica alla vigilia del voto.

21-22-23.02.2025

Cosa c’è in gioco per i candidati

La sera delle elezioni potrebbero finire alcune carriere politiche. Ma anche il probabile vincitore delle elezioni teme il “caso peggiore”. Una panoramica.

di D. Delhaes, J. Hildebrand,D. Neuerer, J. Olk – Berlino

 

Trionfo o sconfitta? Cancelleria o dimissioni? Raramente, in un’elezione al Bundestag, così tante carriere politiche potrebbero essere decise in una sola sera elettorale come questa domenica. La posta in gioco è alta per i candidati di punta. proseguire la lettura cliccando su: Handelsblatt (21-22-23.02.2025)

Chiamata ai seggi sull’edizione domenicale del “Die Welt”, addirittura modificando la testata (Wählt, votate, che si pronuncia uguale al nome del giornale). Applica al voto la tesi che, come il silenzio, l’ignoranza o il linguaggio del corpo trasmettono un messaggio, anche chi non vota fa una scelta e rafforza i partiti radicali, i cui sostenitori prendono molto seriamente il loro diritto di voto. Segue una proposta semi-seria: “tutti i voti dei non votanti ingiustificati vengono assegnati in blocco a un partito, che viene determinato a sorte. Dal 2009, il MEP (Mir-Egal-Partei – Per me sono tutti uguali) è la seconda forza politica più grande della Germania e, in quanto comunità elettorale, potrebbe ribaltare qualsiasi maggioranza”.

23.02.202

Andate a votare!

Il partito degli astenuti sta diventando sempre più grande. Jean-Remy von Matt ha due idee su come cambiare questa situazione

Jean-Remy von Matt è un artista e co-fondatore dell’agenzia pubblicitaria Jung von Matt. Ha avuto l’idea di cambiare il nostro titolo

proseguire la lettura cliccando su:Die Welt (23.02.2025)

Approssimandosi le elezioni federali, questa settimana troviamo su Stern più che un articolo un pamphlet sul “cambiamento”, quello necessario in quanto inevitabile, nell’alveo della tradizione liberal-conservatrice. Sostiene che per chi non crede più che i mezzi tradizionali della democrazia (Trump e Weidel, che “diffondono bugie”) – dibattito, compromesso, riforma – possano migliorare la propria vita, la distruzione è un’opportunità e qualcosa di bello crescerà dopo il disboscamento. Ne traggono vantaggio gli estremisti, che sono contrari allo stato di diritto e alla democrazia, a tutti i meccanismi che potrebbero limitare il loro guadagno personale. Estremisti che vogliono distruggere a loro favore, non migliorare. Vengono presentati dieci cambiamenti scomodi ma necessari: “Se vogliamo continuare a vivere bene, molte cose devono cambiare in Germania. Purtroppo, durante la campagna elettorale se ne è parlato troppo poco. Cosa fare adesso. I democratici devono dimostrare che c’è speranza nel futuro”.

stern

19.02.2025

C’è qualcosa che non va nella Germania – ed è per questo che molte cose devono essere capovolte

proseguire la lettura cliccando su: Stern (19.02.2025)

Calcoli col bilancino in base a incerti sondaggi. “Il terzo partner” è l’argomento degli ultimi giorni di campagna elettorale. La CDU/CSU avrà la maggioranza relativa, vorrebbe prendersi un solo alleato, ma i numeri sono in bilico: chi supererà la soglia di sbarramento cambierà la composizione del Bundestag e la coalizione di governo dovrà essere più ampia.

20.02.2025

Quale coalizione governerà la Germania?

Raramente l’esito delle elezioni federali è stato così incerto come adesso. L’unica cosa molto probabile è che sarà l’Unione a governare. Lo dimostra un’analisi dei possibili modelli  proseguire la lettura cliccando su: Die Welt (20.02.2025)

In prima pagina il quotidiano di Amburgo a pochi giorni dal voto illustra il suo orientamento elettorale: “Il nostro Paese dipende più che mai dall’auto-aiuto, sia economico che militare. Si può solo augurare a ogni futuro partito della Cancelliera di essere abbastanza forte da formare il governo da solo con un partner di coalizione, invece di logorarsi nella ricerca permanente di compromessi con più partner. Se il centro democratico vuole riconquistare la fiducia perduta, deve dimostrare di poter governare il Paese in modo efficiente e di poter affrontare i problemi, soprattutto nella politica economica e migratoria. Se anche il prossimo governo fallirà, tra quattro anni potremmo ritrovarci in una situazione simile a quella dell’Austria”.

20.02.2025

DEMOCRAZIA

Scelta difficile, ma così importante

Inimmaginabile se in questa situazione mondiale dovesse fallire anche un nuovo governo in Germania

di GIOVANNI DI LORENZO

proseguire la lettura cliccando su: Die Zeit (20.02.2025)

  • Sostieni il nostro lavoro!Il sito Italia e il Mondo non riceve finanziamenti pubblici o pubblicitari. Se vuoi aiutarci a coprire le spese di gestione (circa 4.000€/anno), ecco come contribuire:✔ Postepay Evolution: Giuseppe Germinario – 5333171135855704
    ✔ IBAN: IT30D3608105138261529861559
    ✔ PayPal: PayPal.Me/italiaeilmondo
    ✔ Tipeee: https://it.tipeee.com/italiaeilmondo

    Puoi impostare un contributo mensile a partire da soli 2€! (PayPal trattiene 0,52€ di commissione per transazione)

“Stiamo vivendo una sorta di guerra mondiale postmoderna”, di Carlo Masala_a cura di Gianpaolo Rosani

tratto dal quotidiano tedesco Handelsblatt

21-22-23.02.2025

“Stiamo vivendo una sorta di guerra mondiale postmoderna”

Il professore dell’università dell’esercito tedesco dubita che gli europei abbiano capito il segnale di avvertimento lanciato dal governo statunitense.

Non crede a una pace rapida in Ucraina, né a un piano geniale di Donald Trump.

Lo scienziato Carlo Masala è professore di politica internazionale presso la facoltà di scienze politiche e sociali dell’Università della Bundeswehr di Monaco di Baviera. È considerato un esperto di conflitti armati. L’autore Masala ha scritto numerosi libri e bestseller, come “Perché il mondo non vuole la pace” e “Disordine mondiale”.

Le domande sono state poste da Jens Münchrath e Sven Prange.

Signor Masala, dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sembra voler negoziare inizialmente da solo con il suo omologo russo sull’Ucraina, l’Europa è scioccata e parla di un campanello d’allarme. Non è affatto il primo. Vede delle possibilità che questa volta i responsabili abbiano capito?

I responsabili non hanno altra scelta che capire. Se non lo fanno, il continente europeo è sulla china di un’altra guerra. Il problema è che in Germania siamo alle porte delle elezioni, il presidente in carica è quindi un “anatra zoppa” e non possiamo ancora prevedere quanto tempo ci vorrà prima che la Germania abbia un governo in grado di agire. Ma la Germania è fondamentale per tutto ciò che deve accadere nelle prossime settimane e nei prossimi mesi in termini di sicurezza e difesa europea.

Come valuta il segnale che è partito da Parigi?

Non ci si poteva aspettare che da lì partissero segnali decisi. Da un lato perché la situazione in Germania è quella che ho appena descritto, dall’altro perché la questione delle truppe europee in Ucraina dipende dal fatto che gli Stati Uniti diano o meno a queste truppe garanzie di sicurezza dall’esterno. E proprio a questa domanda non è possibile rispondere al momento. Per questo motivo molti Stati europei presenti a Parigi sono titubanti.

La parte europea della NATO dispone della forza militare e delle truppe necessarie per garantire una possibile pace?

Sì e no. Non possiede in misura sufficiente molte delle capacità centrali necessarie per una forza robusta: capacità di trasporto aereo, difesa aerea, capacità di ricognizione satellitare. Si pone anche il problema che una grande presenza europea – 50.000 uomini o più – in Ucraina creerebbe delle lacune nei piani di difesa della NATO. In questo modo si protegge l’Ucraina da un nuovo attacco russo, ma si indebolisce la difesa del fianco orientale della NATO, creando così nuove “opportunità” per un’aggressione russa in quella zona.

Trump ha appena invertito i ruoli di carnefice e vittima, attribuendo la colpa della guerra al presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj. Questo non dimostra la direzione che stanno prendendo i negoziati tra Vladimir Putin e Trump?

Con l’affermazione di Trump che Zelenskyj non avrebbe mai dovuto iniziare questa guerra, non solo inverte i ruoli tra vittima e carnefice, ma serve anche, come per altre cose, la narrativa russa secondo cui la Russia ha solo anticipato un imminente attacco ucraino con l’aggressione.

È davvero concepibile che alla fine solo Putin e Trump decidano non solo sul destino dell’Ucraina, ma anche sull’architettura di sicurezza europea?

Non riesco a immaginarlo. È assurdo che il presidente degli Stati Uniti cerchi di negoziare l’architettura di sicurezza europea con il suo omologo russo senza gli europei. Né si può negoziare il futuro dell’Ucraina senza gli ucraini.

Come valuta la possibilità che possa esserci una soluzione diplomatica tre anni dopo l’invasione dell’Ucraina?

Nel complesso, il dibattito su una soluzione diplomatica mi sembra fuorviante. Molti credono evidentemente che il nuovo presidente degli Stati Uniti abbia poteri magici per annullare la logica di questo conflitto.

Beh, si sta comportando in modo molto energico.

A Panama e in Groenlandia questi poteri possono fare colpo. Ma che Trump possa ora convincere Vladimir Putin con un piano di pace è ingenuo. Non vedo alcuna disponibilità da parte della Russia a venire incontro a Trump.

Quindi Trump rappresenta piuttosto un’opportunità o un rischio per gli sforzi di pace?

Entrambe le cose. Opportunità, perché Trump sta effettivamente portando avanti la questione e perché il presidente non sta semplicemente tagliando i fondi, come si temeva. Vedo dei rischi, perché Trump non ha molta pazienza. Potrebbe fare concessioni solo per porre fine a questa fastidiosa questione.

Su cosa si dovrebbe negoziare concretamente: Kiev dovrebbe cedere una parte dell’Ucraina alla Russia in cambio di garanzie di sicurezza?

L’Ucraina ha anche occupato il territorio della Russia, questo può essere oggetto di negoziazione.

Come definireste una vittoria dell’Ucraina o una vittoria della Russia?

Una vittoria della Russia significherebbe che otterrebbe il territorio che ora occupa, cioè circa il 20% dell’Ucraina, nessuna garanzia di sicurezza per l’Ucraina e un esercito ucraino debole. È difficile definire una vittoria dell’Ucraina. Non ci sarà un ritiro completo delle truppe russe. Un successo sarebbe cedere alla Russia molto meno del 20% del territorio più forti garanzie di sicurezza.

Esistono garanzie di sicurezza efficaci al di sotto dell’adesione alla NATO? Trump le rifiuta.

Se includono componenti nucleari, preferibilmente statunitensi, sì.

È realistico?

Proprio no, ed è per questo che dico che stiamo conducendo un dibattito strano. L’aspirazione neoimperialista della Russia si estende ben oltre l’Ucraina. Putin vuole riportare l’architettura di sicurezza europea allo stato del 1997. Lo ha chiarito inequivocabilmente in due lettere identiche inviate a Washington e Bruxelles nel dicembre 2021. Anche nei colloqui in corso, non vuole parlare dell’Ucraina, ma dell’architettura di sicurezza europea e globale.

Se dovesse farla da padrone, non sarebbe un incentivo per altri governanti ad attaccare paesi in violazione del diritto internazionale?

Vedo tre effetti: in primo luogo, Putin si sentirà incoraggiato a continuare. Il secondo effetto è il segnale al resto del mondo; Pechino, ad esempio, potrebbe presumere che gli Stati Uniti non difendano con decisione nemmeno Taiwan. Il principio dell’inviolabilità dei confini sarebbe perso. In terzo luogo, assisteremmo a un’ondata di proliferazione delle armi nucleari. Perché molti Stati crederanno che l’unica cosa che proteggerebbe da un’aggressione imperiale in un mondo del genere sarebbero le armi nucleari.

Il conflitto non è già stato internazionalizzato? Già ora, sul fronte russo, combattono soldati nordcoreani.

La situazione è tale che tre potenze nucleari stanno dalla parte dell’Ucraina e tre potenze nucleari stanno contro l’Ucraina. Ne abbiamo nove al mondo. Due terzi delle potenze nucleari sono quindi già coinvolte direttamente o indirettamente in questo conflitto. Sono davvero una persona prudente, ma stiamo vivendo una sorta di guerra mondiale postmoderna.

Secondo i sondaggi, il rischio di una reazione nucleare a catena preoccupa anche molti tedeschi. Alla fine, tutti coloro che temono l’escalation del conflitto avranno ragione?

La paura di molti tedeschi, che anche il Cancelliere non manca mai di affrontare, deriva dal concetto di parte in guerra. La Germania non dovrebbe diventare una parte in guerra. Ci sono due argomenti a favore di questa tesi: in base al diritto internazionale non possiamo mai diventare una parte in guerra, perché uno Stato attaccato ha sempre il diritto di essere sostenuto. E poi c’è l’argomento politico, secondo il quale Putin potrebbe dichiararci parte in guerra. Ma questo non dipende da ciò che consegniamo. Putin ci ha già definiti parte in guerra quando l’allora ministro della Difesa ha annunciato la consegna di elmetti.

Molti tedeschi la vedono diversamente. Dicono che le forniture di armi alimentano il rischio di escalation, ma non portano la pace. La Russia non può essere sconfitta in ogni caso.

Quale sarebbe l’alternativa? Dobbiamo renderci conto che all’inizio dell’estate del 2022 la Russia aveva occupato quasi la metà del territorio ucraino. L’Ucraina ne ha riconquistato gran parte. Negare agli ucraini il diritto di combattere per il loro paese è esattamente l’atteggiamento imperialista e disumano che ora denunciamo nella nuova amministrazione statunitense, in Cina o anche in Russia.

Crede che la Russia possa essere sconfitta?

Se guardi la mappa, vedi che la Russia sta pagando un prezzo molto alto per aver guadagnato relativamente poco terreno. Ma ancora più importante: siamo stati troppo esitanti nel fornire qualsiasi tipo di arma. Prendi quella discussione infinita sui carri armati. Mentre l’Occidente discuteva, la Russia si è completamente trincerata nel sud dell’Ucraina e ha costruito fortificazioni. Semplicemente non abbiamo fatto tutto il possibile.

Ciò significa che la Russia avrebbe già potuto essere sconfitta o almeno costretta al tavolo dei negoziati se l’Occidente avesse fornito armi con sufficiente determinazione?

Non sto dicendo che ora non ci sarebbe più un russo sul territorio ucraino. Ma l’Occidente non ha mai avuto una strategia veramente chiara su ciò che vuole ottenere in questo conflitto. La frase del Cancelliere, che la Russia non deve vincere e l’Ucraina non deve perdere, non è una strategia.

In termini assoluti, la Germania è il secondo fornitore dell’Ucraina dopo gli Stati Uniti. Come valuta nel complesso la gestione della crisi da parte del Cancelliere, che con il suo discorso sul cambiamento epocale ha comunque dato un’impronta molto apprezzata a livello internazionale?

Il cambiamento epocale non è mai stato un vero e proprio programma. E il governo federale ha deciso la questione del sostegno all’Ucraina quasi esclusivamente sulla base di parametri di politica interna. La Germania ha fornito principalmente solo armi che erano facili da vendere a livello di politica interna. Ad esempio, i sistemi di difesa aerea, in cui la Germania ha davvero fatto molto. La Germania ha sempre esitato a fornire armi che l’Ucraina potesse usare per attaccare in modo efficace.

Anche se il candidato alla cancelleria della CDU e presunto prossimo cancelliere federale Friedrich Merz si è espresso molto chiaramente nei confronti della Russia, la politica tedesca nei confronti dell’Ucraina cambierà presto?

Merz ha una bussola chiara in questo senso. Ma questo non vale per qualsiasi altra situazione dopo le elezioni. Non solo nella SPD, ma anche nella CDU ci sono alcuni, come il primo ministro della Sassonia Michael Kretschmer, che preferirebbero importare di nuovo rapidamente gas russo a basso costo. E ignorano completamente ciò che abbiamo fatto con esso. Con l’acquisto di gas, la Germania ha finanziato la preparazione sistematica dell’invasione dell’Ucraina.

Merz ha annunciato che, come cancelliere, fornirà armi in modo molto più coerente. Questo aiuterebbe ancora l’Ucraina?

Ciò che possiamo ancora ottenere militarmente è una stabilizzazione del fronte. E cambiare il calcolo bellico russo in modo tale che ulteriori conquiste di territorio richiedano un prezzo troppo alto.

Merz è anche molto più ambizioso per quanto riguarda l’aumento della spesa per la difesa, puntando al tre per cento del PIL. È realistico, in primo luogo, considerando che la coalizione è crollata a causa di un deficit di bilancio di otto miliardi di euro, e in secondo luogo, basterebbe?

Se si vuole creare un’architettura di sicurezza in cui gli europei possano cavarsela senza il sostegno degli Stati Uniti, allora si parla piuttosto del 4-6%. Ed è proprio quello che sta accadendo. Tra l’altro, non è Trump a invocare questo nuovo ordine mondiale. È iniziato sotto Barack Obama. Naturalmente, lui lo ha formulato in modo molto più amichevole. Ma in sostanza ha già detto agli europei: fate di più, altrimenti ce ne andiamo.

Ciò significa che Trump sta ottenendo con la forza bruta ciò che altri presidenti degli Stati Uniti non sono riusciti a fare, ovvero che l’Europa si assuma finalmente la responsabilità della politica di sicurezza per un continente?

Esatto. Ma sarà ancora difficile. Gli accordi con Trump, come sperano alcuni nella CDU, non cambieranno nulla a questa dichiarazione. Gli Stati Uniti ridurranno drasticamente il loro impegno in Europa, indipendentemente da Trump. E se ora l’altra parte, mi riferisco ai Verdi, dice: la risposta a America first è Europe United. Naturalmente suona bene, ma in fin dei conti significa davvero che qui dobbiamo spendere fino al sei per cento della nostra produzione economica per gli armamenti.

Cosa che da un giorno all’altro potrebbe essere piuttosto difficile.

L’Europa dovrebbe tentare di concordare con gli americani una tabella di marcia in cui ci impegniamo chiaramente su determinate questioni. Vale a dire: aumentare la spesa per gli armamenti, acquistare prodotti americani, produrre prodotti europei. Bisogna dare un segnale agli americani: abbiamo capito che volete uscire da qui, quindi ci facciamo carico noi.

E cosa ne sarà della garanzia di sicurezza nucleare degli americani per l’Europa, che anche Trump ha già messo in discussione?

Ci comportiamo sempre come se il problema esistesse solo da quando c’è Trump. Fin dalla fondazione della NATO, il problema degli europei è il dubbio che, in caso di emergenza, gli americani rischierebbero davvero la distruzione di New York per liberare Brunsbüttel. Non possiamo evitarlo. La deterrenza estesa ha sempre il problema della credibilità.

Non vorrà davvero dire che la situazione non è cambiata?

Voglio dire che i problemi sono in parte noti da decenni. Trump è solo il tipo che dice le cose in modo molto diretto – e probabilmente le farà anche accadere.

L’Europa è tutt’altro che unita sia nelle questioni di politica di sicurezza che nell’atteggiamento nei confronti della Russia. In questo caso, l’unità non è forse più importante del dibattito sull’entità del bilancio della difesa dei singoli paesi?

L’Europa non ha scelta, non deve dipendere dalle decisioni comuni dei 27 Stati membri in materia di politica di sicurezza. L’Europa dei 27 è unita dall’interesse per il mercato interno, tutto il resto dobbiamo regolarlo in piccoli gruppi. Chiamatela l’Europa delle diverse velocità, chiamatela Europa “core”.

Ma in cosa dovrebbe consistere questa Europa “core”? La Francia non ha un governo in grado di agire da quasi un anno, per quanto riguarda la Germania non si sa, la Gran Bretagna non è nemmeno più membro dell’UE. Sarà difficile affrontare la Russia solo con i paesi baltici e scandinavi.

Per questo c’è bisogno di una Germania determinata. E non dobbiamo più considerare i britannici come un qualsiasi paese terzo in materia di politica di difesa, è assurdo.

Come valuta le prospettive a lungo termine? Ci sarà sicurezza in Europa solo contro la Russia o prima o poi anche con la Russia?

Finché la Russia perseguirà una politica neoimperiale, non ci sarà sicurezza con la Russia. E non mi riferisco solo a Putin. Gran parte della popolazione sostiene questa politica. Quando sarà archiviata, potremo tornare a parlare di sicurezza con la Russia. Ma questo è un processo che è nelle mani della Russia. Il nostro compito nei prossimi anni sarà quello di contenere le mire imperiali della Russia.

Il suo collega Timothy Snyder una volta ha detto che chi vuole una Russia pacifica deve assicurarsi che Putin subisca una pesante sconfitta. Ha ragione?

Storicamente ha ragione. In Russia ci sono sempre stati sconvolgimenti dopo le guerre perse. In Russia non si verificano sconvolgimenti del sistema perché la gente scende in strada e spazza via i governi. Quindi, se si vuole un’Europa stabile e pacifica, la migliore premessa è una clamorosa sconfitta della Russia e, di conseguenza, la fine dell’era Putin e del suo regime. Sarebbe un mondo ideale, ma al momento siamo ancora lontani anni luce da questo.

E il fatto che in un caso del genere potrebbe scoppiare il caos, condizioni simili a una guerra civile in una potenza mondiale con 6000 testate nucleari, non vi preoccupa?

Non dipende da noi. Se il regime di Putin crollerà, allora crollerà, e dovremo affrontare questo crollo. Ma credo che non sia il nostro ruolo e la nostra responsabilità. Quindi sì, la preoccupazione è giustificata. Ma se non abbiamo alcuna influenza sullo sviluppo, non dovrebbe paralizzarci.

Signor Masala, grazie per l’intervista.

  • Sostieni il nostro lavoro!Il sito Italia e il Mondo non riceve finanziamenti pubblici o pubblicitari. Se vuoi aiutarci a coprire le spese di gestione (circa 4.000€/anno), ecco come contribuire:✔ Postepay Evolution: Giuseppe Germinario – 5333171135855704
    ✔ IBAN: IT30D3608105138261529861559
    ✔ PayPal: PayPal.Me/italiaeilmondo
    ✔ Tipeee: https://it.tipeee.com/italiaeilmondo

    Puoi impostare un contributo mensile a partire da soli 2€! (PayPal trattiene 0,52€ di commissione per transazione)

Rassegna stampa tedesca 16 (verso le elezioni)_a cura di Gianpaolo Rosani

Demografia social-elettorale anche sul quotidiano bavarese: ricercatori all’opera, ci dicono che le persone nate tra il 1946 e il 1960 sono state le ultime a mostrare un comportamento elettorale “piuttosto stabile”; ora, con la generazione emergente, il cambiamento elettorale sta aumentando. CDU e CSU sono di gran lunga i partiti più amati dagli anziani, e anche la SPD, non così i Verdi. “Per molto tempo, la scienza politica ha visto solo l’effetto trickle-down, cioè che genitori e nonni trasmettono le loro esperienze ai figli”, ma ora sappiamo che esiste anche un cosiddetto effetto bottom-up, ovvero i nonni e i genitori possono essere influenzati dai loro nipoti e figli. La generazione dei 70 anni e oltre è la più decisa a sostenere la cessione dei territori ucraini alla Russia, se necessario, per consentire la pace.

 

19.02.2025

Come votano gli anziani?

La decisione degli anziani su chi votare è più importante che mai: quasi un quarto degli elettori ha più di 70 anni.

di Sina-Maria Schweikle e Joscha F. Westerkamp – Berlino 

proseguire la lettura cliccando su: Süddteutsche Zeitung (19.02.2025)

Appunti di demografia social-elettorale sul giornale di Stoccarda: nel Land “la sinistra, la SPD e l’AfD ottengano risultati migliori dove l’affluenza alle urne è più bassa, mentre i Verdi, la CDU e il FDP ottengono risultati migliori dove più persone vanno a votare. Gli elettori dei Verdi hanno in media il livello di istruzione più alto di tutti i gruppi di elettori, quelli del FDP il reddito più alto”. Secondo una ricerca, la scelta di votare è guidata dagli stessi fattori che tendono anche a dire qualcosa su chi si dovrebbe votare: le persone che non votano non hanno denaro, istruzione e reti che incoraggino a votare; chi possiede redditi e istruzione più elevati vota più spesso.

19.02.2025

Anche gli astenuti influenzano i politici

Anche il 23 febbraio, secondo gli esperti, si dimostrerà ancora una volta che nelle città ricche molte persone vanno a votare, mentre nelle città più povere spesso solo poche. Questo ha conseguenze sulle decisioni politiche.

 Nelle elezioni del Bundestag la percentuale di coloro che vanno a votare è la più alta rispetto ad altre elezioni

di Chiara Sterk

Breitingen/Schwarzach. Nelle ultime elezioni federali, nel Baden-Württemberg ha votato il 77,8% degli proseguire la lettura cliccando su: Stuttgarter Nachrichten (19.02.2025)

Sondaggi e scenari del dopo-voto: solo due cose sono certe. In primo luogo, che la CDU/CSU ha preso chiaramente le distanze dall’AfD. In secondo luogo, si prevede che i colloqui esplorativi seri inizieranno solo dopo le elezioni del parlamento di Amburgo il 2 marzo, almeno nel caso di rapporti di maggioranza incerti. Fino ad allora sarà di nuovo come adesso: nessun partito vuole spaventare i propri sostenitori con la chiarezza. Anche perché la CDU/CSU spera di non dover ingoiare un boccone amaro: il dover formare una coalizione a tre perché i numeri non saranno sufficienti per blindare o il nero-rosso (CDU/CSU e SPD) o il nero-verde (CDU e Verdi).

19.02.2025

L’agonia della campagna elettorale

Nonostante eventi incisivi e diversi dibattiti televisivi, i sondaggi non mostrano grandi cambiamenti / I partiti sperano in un’accelerazione tardiva

di MARKUS DECKER

Dopo la fine della trasmissione “Quadrell” sulle reti private RTL e n-tv la domenica sera, i demoscopi hanno proseguire la lettura cliccando su: Frankfurter Rundschau (19.02.2025)

Analisi sulle prospettive elettorali e sugli obiettivi dei Verdi: devono combattere contro la CDU/CSU e l’AfD, anche se il vero concorrente è la SPD. Il partito ha registrato decine di migliaia di nuovi iscritti da quando è stato rotto l’accordo con i socialdemocratici. Il leader Habeck ha vissuto una campagna elettorale in cui l’obiettivo era difficile da circoscrivere. Ha dovuto difendersi dalla SPD, dalla Sinistra, dall’Unione, dall’AfD e da parti del suo stesso partito.

18.02.2025

Robert Habeck

Sale piene, piena incertezza

Il candidato cancelliere dei Verdi dà l’impressione di essere un brillante performer, ma la sua fine politica potrebbe essere imminente. Uno sguardo all’interno di una campagna elettorale turbolenta.

di Julian Olk

Dopo il programma televisivo “Quadrell” di domenica sera, Robert Habeck è nel foyer degli studi RTL a Berlino-Adlershof. proseguire la lettura cliccando su: Handelsblatt (18.02.2025)

Die Linke: dall’inizio dell’anno ci sono state oltre 23.500 nuove adesioni.  Ma chi sono i nuovi membri? Cosa vogliono dalla sinistra? La corrispondente del giornale ha trascorso una giornata della campagna elettorale con i militanti mentre facevano il porta-a-porta in una cittadina nella Sassonia (Est), poi in una nell’Assia (Ovest) e infine in alcuni quartieri di Berlino. Cresce la speranza che l’ondata di adesioni possa essere più di un fuoco di paglia. Se il partito riuscirà a coinvolgere i nuovi membri e a lavorare con loro sui suoi conflitti interni, potrebbe trasformarsi da partito elettorale dei pensionati della Germania dell’Est, che ultimamente rischiava di diventare, a partito di membri attivi con un futuro roseo. Il sorprendente esito del voto nazionale auto-organizzato di 166.000 giovani sotto i 18 anni.

18.02.2025

Giovani, di sinistra e determinati

Il partito di sinistra guadagna ogni giorno nuovi membri. Lottano alle porte di casa, contro la svolta a destra e per la giustizia sociale. Chi sono i nuovi? Perché entrano proprio ora? E come dovrebbe andare avanti per loro dopo le elezioni? Tra i nuovi arrivati ci sono molte persone queer, più della metà sono donne, la percentuale di donne è ora del 42 per cento.

 

di Lotte Laloire (testo) Sven Döring (foto)

Con un balzo, Zada Salihovic si solleva in aria, alza il braccio e stacca un adesivo attaccato a una tettoia. proseguire la lettura cliccando su: TAZ_Die Tageszeitung (18.02.2025)

Cronaca dei umori elettorali raccolti nelle strade di una città del Baden-Württemberg, che il giornale ha visitato perché qui l’AfD riceve la percentuale più alta di voti di tutta la Germania occidentale. Le opinioni dei cittadini sono variegate, ma il tema è solo quello: la città ha una delle più alte percentuali di stranieri. Secondo l’Ufficio Statistico Statale, è del 31,2%, mentre la media nazionale è del 15,2%.

17.02.2025

Il successo dell’AfD nella Germania occidentale

In una città del Baden-Württemberg, il partito ha registrato risultati elettorali record: quasi una persona su quattro ha votato per l’AfD. Sul posto, le spiegazioni sono contraddittorie.

di NICOLAS WALTER

Con il cestino della spesa in mano e a passo deciso, la donna, sui cinquant’anni, capelli castani, si avvicina a proseguire la lettura cliccando su: Die Welt (17.02.2025)

Rassegna stampa tedesca 15 (conferenza di Monaco)_a cura di Gianpaolo Rosani

Echi dalla conferenza sulla sicurezza di Monaco. Da questo articolo del quotidiano bavarese si ricava il turbamento nello Stato profondo tedesco, ovvero convinzioni ben consolidate che entrano in dissonanza cognitiva con il presente: “la telefonata di Trump con Putin rientra nella categoria delle perturbazioni, cosa vogliono negoziare gli Stati Uniti e la Russia a spese dell’Ucraina e dell’Europa – e chi può ancora dire la sua? I neoconservatori sono ormai storia, ma da uno dei loro rami è nato il trumpismo, che come è noto vive molto di rabbia, menzogna e imprevedibilità. In questo momento di massima incertezza un vecchio conoscente di questa conferenza garantisce la massima chiarezza: il presidente ucraino che, come molti in sala, teme di essere tradito e venduto da Donald Trump”.

 

17.02.2025

C’era una volta l’America

Raramente la Conferenza sulla sicurezza di Monaco ha tremato così tanto per l’indignazione – e sì, anche per la paura. Dal discorso di J. D. Vance, non è in discussione nient’altro che l’ordine mondiale. Una cosa è certa: a Mosca non crederanno ai loro occhi.

Basta immergersi un po’ nella storia per misurare l’entità della caduta che si è verificata questo fine settimana a Monaco. Per Putin, in ogni caso, sono state giornate di festa, ha potuto semplicemente guardare i suoi avversari sbranarsi a vicenda.

di Stefan Kornelius Proseguire la lettura cliccando su: Süddteutsche Zeitung (17.02.2025)

Come la stampa tedesca riporta e commenta l’intervento spartiacque del vice-presidente americano J.D. Vance alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco. In massima sintesi, che vale per ogni testata: lo shock causato dal tradimento e dall’umiliazione da parte della nuova dirigenza USA è profondo; i tedeschi sono spettatori tanto stupiti quanto impotenti. Vance, il segretario di Stato americano Marco Rubio e l’inviato speciale per l’Ucraina Keith Kellogg hanno incontrato un governo di minoranza impotente e un leader dell’opposizione nel rush finale della campagna elettorale.

 

15.02.2025

C’è un nuovo sceriffo in città

La conferenza sulla sicurezza tra panico e modalità di difesa: l’apparizione di J.D. Vance suscita contraddizioni.

di Peter Carstens, Monaco di Baviera

Proseguire la lettura cliccando su: Miscellanea Conferenza Sicurezza Monaco (15.02.2025)

  • CONTRIBUITE!! AL MOMENTO I VERSAMENTI COPRONO UNA PARTE DELLE SPESE VIVE DI CIRCA € 4.000,00. NE VA DELLA SOPRAVVIVENZA DEL SITO “ITALIA E IL MONDO”. A GIORNI PRESENTEREMO IL BILANCIO AGGIORNATO _GIUSEPPE GERMINARIOll sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate:postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704
    oppure iban IT30D3608105138261529861559
    oppure PayPal.Me/italiaeilmondo
    oppure https://it.tipeee.com/italiaeilmondo/Su PayPal, Tipee, ma anche con il bonifico su PostePay, è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (pay pal prende una commissione di 0,52 centesimi)

Rassegna stampa tedesca 14 (verso le elezioni)_a cura di Gianpaolo Rosani

A Monaco di Baviera, un richiedente asilo respinto si lancia con la sua auto contro una manifestazione di Verdi. Molte persone rimangono gravemente ferite. Cronaca del fatto e dichiarazioni di autorità civili e politiche arrivate sul posto. In città inizia la conferenza sulla sicurezza, a soli due chilometri dalla scena del crimine. Sono attesi più di 60 capi di stato e di governo, più di 100 ministri e altri ospiti, tra cui il vicepresidente americano J. D. Vance, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Al momento le Autorità non ravvedono alcun collegamento tra l’attacco e la conferenza.

 

14.02.2025

“Deve finire adesso!”

A Monaco di Baviera, un richiedente asilo respinto si lancia con la sua auto contro una manifestazione di Verdi. Molte persone rimangono gravemente ferite.

di Karin Truscheit, Monaco di Baviera

Il telo di salvataggio dorato svolazza al vento, un’infermiera lo tiene fermo con una mano, con l’altra spinge Proseguire la lettura cliccando su: Frankfurter Allgemeine (14.02.2025)

L’afgano Farhad N. (24 anni) ha speronato intenzionalmente a Monaco di Baviera un gruppo di manifestanti con la sua auto; 28 i feriti. Riportiamo la traduzione dell’intera pagina della “Bild” con la cronaca ed i commenti, nel suo stile lapidario.

­­­­­­­

14.02.2025

L’ORRORE DI MONACO

Richiedente asilo respinto si lancia nella folla a Monaco. 28 feriti. Indizi di “retroterra estremista”

Alle 10.30 l’afgano si è lanciato nella folla

+++ Paura del terrorismo e immagini dell’orrore a Monaco +++ Sospetto che l’autore del reato sia un estremista +++ Chi ha fallito? +++  Proseguire la lettura cliccando su: Bild (14.02.2025)

Cosa sta succedendo a Scholz poco prima delle elezioni? Crede ancora, come ha sempre
affermato pubblicamente, che l'inverno 2025 sarà simile all'autunno 2021, cioè che otterrà una vittoria dell’ultimo minuto di cui prima era convinto solo lui? O sa da tempo che sta conducendo una battaglia inutile e che ora si tratta soprattutto di portare a termine la sua carica di Cancelliere con dignità? La sensazionale vittoria del 2021 non si ripeterà: per il ruolo da eroe nel 2025, molto probabilmente Scholz non sarà più all’altezza.

13.02.2025
Il tempo guarisce tutte le ferite
Olaf Scholz crede ancora di poter ripetere la sua clamorosa vittoria del 2021? Negli ultimi metri in viaggio
con il Cancelliere in campagna elettorale.

di PETER DAUSEND
La grande sala del Capitol di Schwerin, con la sua galleria, i palchi, le lampade da parete grandi come tavoli Proseguire la lettura cliccando su: Die Zeit (13.02.2025).2

Tre articoli su “Die Zeit” si occupano oggi di previsioni elettorali. Il primo è la classica panoramica sui tuttora “indecisi”, stimati al 30%. Il secondo sul software “Wahl-o-Mat”, che ha superato i 15 milioni di accessi: rispondendo a 38 domande secche indica a ciascuno il partito più affine. Il terzo calcola le conseguenze sul proprio reddito in base ai programmi dei partiti sul fisco.

13.02.2025

Chi votare?

Più del trenta per cento dei tedeschi non sa ancora a chi dare il proprio voto il 23 febbraio. Com’è possibile? E in questa grande confusione, l’Wahl-O-Mat è davvero d’aiuto? Chi beneficia dei piani fiscali dei partiti, ma anche dove i programmi potrebbero promettere troppo.

Voto così! Proseguire la lettura cliccando su: Die Zeit (13.02.2025)

Il partito BSW fondato da Sahra Wagenknecht, che nel suo primo anno di vita ha raccolto risultati elettorali importanti a livello locale, sembra ora in difficoltà per le elezioni federali. “Die Linke”, la sinistra dalla quale si era staccata ha ritrovato slancio, secondo l’articolo del settimanale Stern. Il suo leader, Jan van Aken, è stato fuori dalla politica per sei anni, poi è arrivata la chiamata a salvare il partito; non si perde in una politica identitaria, ma si concentra su questioni sociali.

stern

12.02.2025

C’È ANCORA SLANCIO

Dopo la partenza di Sahra Wagenknecht, la sinistra sembrava finita. Ma all’improvviso il partito sembra di nuovo giovane e combattivo. Si sta preparando una sorpresa?

Ma guarda un po’: la sinistra è di buon umore! Il candidato di punta Jan

                                                      van Aken e la candidata di punta Heidi Reichinnek vogliono mantenere il loro partito nel Bundestag

di Martin Debes e Miriam Hollstein

Miriam Hollstein ha incontrato il presidente della Sinistra, van Aken, che sembrava quasi euforico, mentre Martin Debes ha visto la leader del BSW, Wagenknecht, più pensierosa che mai.

Chiunque incontri Sahra Wagenknecht di solito raramente può indovinare cosa pensa o prova. Che sorrida, aggrotti la fronte o appaia impassibile, rimane impenetrabile. Un enigma umano. Ma quel pomeriggio, nel Proseguire la lettura cliccando su: Stern (12.02.2025)

Note sul nuovo sistema di voto in Germania: gli elettori hanno due voti da segnare su una unica scheda. Il primo voto viene assegnato a un candidato diretto nella propria circoscrizione elettorale. Il secondo voto va a un partito, che con la nuova legge decide la distribuzione dei 630 seggi nel Bundestag. Chi riceve meno del cinque per cento di tutti i secondi voti non può entrare in Parlamento (a meno che non abbia vinto almeno 3 circoscrizioni), quindi i primi voti (e il voto disgiunto) può essere inefficace. Il numero di partiti rappresentati nel Bundestag potrebbe avere un impatto sulle possibilità di formare un governo.

11.02.2025

La questione dei due voti

Votare tatticamente con il primo e il secondo voto – oggi non è più possibile. Cosa cambia con la nuova legge elettorale

di Saladin Salem

Monaco – Con le prossime elezioni federali, il Parlamento si ridurrà notevolmente. Secondo la più recente riforma della legge elettorale, ci sarà posto solo per un massimo di 630 deputati. Proseguire la lettura cliccando su: Süddteutsche Zeitung (11.02.2025)

Secondo gli esperti consultati dalla “Bild” l’accordo dell’UE su un sistema comune di asilo (GEAS), che dovrebbe entrare in vigore a metà del 2026, non cambierà nulla nella distribuzione dei rifugiati nell’UE. Perché chi rifiuta di riprendere i rifugiati non deve continuare a temere sanzioni: in questo senso, le dichiarazioni di Scholz sono “favole”.

­­­­­­­

11.02.2025

Il piano di Scholz sull’asilo è più di aria fritta?

Il cancelliere vuole risolvere la crisi dell’asilo attraverso una riforma dell’UE. Gli esperti avvertono: non funzionerà.

di NIKOLAUS HARBUSCH

Berlino – È considerato il progetto per risolvere la crisi dell’asilo: l’accordo dell’UE su un sistema comune di asilo (GEAS). Proseguire la lettura cliccando su: Bild (11.02.2025)

In diversi Comuni della Germania orientale, dove l’AfD è diventata la forza dominante, la CDU e altri partiti stanno già cooperando con l’estrema destra. Da tempo, dalla seconda fila della CDU orientale si levano richieste di abbattere qualsiasi muro di separazione. Ora, dopo la manovra di Merz, queste voci stanno diventando più forti.

08.02.2025

Giocare con il fuoco

Il voto con l’AfD al Bundestag riaccende il dibattito sul muro tagliafuoco nella CDU orientale.

di Frauke Böger, Paul-Anton Krüger, Peter Maxwill

Il primo ministro Voigt, l’uomo dell’AfD Höcke nel 2024: stretta di mano, ma nessuna collaborazione.

 

Quando in questi giorni viene chiesto a Friedrich Merz del “Brandmauer”, il candidato cancelliere dell’Unione reagisce in modo difensivo. Proseguire la lettura cliccando su: Der Spiegel (08.02.2025).2

In copertina del settimanale “Der Spiegel” vediamo disegnati i tre leader della coalizione uscente (CDU, SPD e Verdi) che si guardano truci, a loro volta osservati da dietro da una beffarda Alice Weidel (Afd). Nelle pagine interne l’articolo spiega che la Berlino politica guarda con preoccupazione al periodo successivo al 23 febbraio. I potenziali partner si stanno lanciando le più gravi accuse reciproche. Stanno tracciando linee rosse ed escludendo opzioni di coalizione. Stanno formulando condizioni che dichiarano non negoziabili… eppure CDU/CSU, Verdi, SPD e FDP hanno dimostrato più volte di essere in grado di lavorare insieme ed è possibile che siano ancora in grado di farlo dopo le elezioni, persino probabile … ma non più certo. I pragmatici dei partiti storici si battono per la cooperazione; una cooperazione che in realtà non vogliono, ma alla quale non c’è alternativa se si vuole tenere l’AfD fuori dal potere.

08.02.2025

VA BENE COSÌ?

 Quando nessuno può parlare con nessuno

Le parti in conflitto

Accuse, linee rosse, intransigenza: dopo lo scandalo dell’AfD al Bundestag, i fronti tra i partiti centristi si sono induriti. Riusciranno a riunirsi anche dopo le elezioni?  Proseguire la lettura cliccando su: Der Spiegel (08.02.2025)

  • CONTRIBUITE!! AL MOMENTO I VERSAMENTI COPRONO UNA PARTE DELLE SPESE VIVE DI CIRCA € 4.000,00. NE VA DELLA SOPRAVVIVENZA DEL SITO “ITALIA E IL MONDO”. A GIORNI PRESENTEREMO IL BILANCIO AGGIORNATO _GIUSEPPE GERMINARIOll sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate:postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704
    oppure iban IT30D3608105138261529861559
    oppure PayPal.Me/italiaeilmondo
    oppure https://it.tipeee.com/italiaeilmondo/Su PayPal, Tipee, ma anche con il bonifico su PostePay, è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (pay pal prende una commissione di 0,52 centesimi)

 

Rassegna stampa tedesca 13 (verso le elezioni)_a cura di Gianpaolo Rosani

Sull’edizione settimanale del “Die Zeit” troviamo le interviste a tutti i leader di partito sul tema geopolitico: “Come si fa a rendere sicura la Germania” …

06.02.2025

Non c’è quasi nessun altro settore politico in cui si debbano prendere simultaneamente decisioni così importanti e difficili come la sicurezza interna ed esterna. ZEIT ha quindi condotto interviste con i principali candidati di tutti i partiti rappresentati nel Bundestag e ha posto loro le stesse domande: (per proseguire la lettura cliccare su: Die Zeit (06.02.2025).5

Sull’edizione settimanale del “Die Zeit” troviamo le interviste a tutti i leader di partito sul tema geopolitico: “Come si fa a rendere sicura la Germania” …

06.02.2025

Non c’è quasi nessun altro settore politico in cui si debbano prendere simultaneamente decisioni così importanti e difficili come la sicurezza interna ed esterna. ZEIT ha quindi condotto interviste con i principali candidati di tutti i partiti rappresentati nel Bundestag e ha posto loro le stesse domande:

  • Come potrebbe essere una pace giusta in Ucraina?
  • L’America è ancora nostra amica?
  • E se vostro figlio dovesse andare in guerra per difendere la Germania?

Se le risposte non erano chiare, i nostri intervistatori le hanno approfondite.

Come si fa a rendere sicura la Germania?

Christian Lindner (FPD): “Difenderei il mio Paese”

Le domande sono state poste da Alice Bota e Paul Middelhoff

 

Signor Lindner, qual è secondo lei la più grande minaccia per la politica estera e di sicurezza della Germania?

La Russia di Putin è la risposta più ovvia. Ma vedo anche la nostra sicurezza fondamentalmente minacciata dal fatto che la coesione della nostra alleanza transatlantica potrebbe diventare fragile e il multilateralismo è in ritirata. Dobbiamo quindi rispondere alla mutata situazione di minaccia rafforzando le nostre capacità  per proseguire la lettura cliccare su:   Die Zeit (06.02.2025).6

Sull’edizione settimanale del “Die Zeit” troviamo le interviste a tutti i leader di partito sul tema geopolitico: “Come si fa a rendere sicura la Germania” …

06.02.2025

Non c’è quasi nessun altro settore politico in cui si debbano prendere simultaneamente decisioni così importanti e difficili come la sicurezza interna ed esterna. ZEIT ha quindi condotto interviste con i principali candidati di tutti i partiti rappresentati nel Bundestag e ha posto loro le stesse domande:

  • Come potrebbe essere una pace giusta in Ucraina?
  • L’America è ancora nostra amica?
  • E se vostro figlio dovesse andare in guerra per difendere la Germania?

Se le risposte non erano chiare, i nostri intervistatori le hanno approfondite.

Come si fa a rendere sicura la Germania?

Jan van Aken (Die Linke): „No, non siamo in guerra”

Le domande sono state poste da Peter Dausend e Mark Schieritz

 

Signor van Aken, qual è secondo lei la più grande minaccia per la politica estera e di sicurezza della Germania?

Nelle varie autocrazie del mondo. Non equiparo Donald Trump a Vladimir Putin, ma lui e le sue politiche rappresentano una sfida importante. Le sue politiche colpiranno l’Europa con forza. Dobbiamo essere preparati al fatto che il nostro rapporto con gli Stati Uniti sarà completamente diverso con un Presidente Trump autocratico. per proseguire la lettura cliccare su: Die Zeit (06.02.2025).7

Famosa come pochi politici dell’opposizione, controversa per decenni come pochi: l’ex icona della sinistra Sahra Wagenknecht si presenta per la prima volta alle elezioni del Bundestag con il suo movimento BSW. Ma da settimane è in crisi. BILD am Sonntag l’ha incontrata per un’intervista.

09.02.2025

Si fida di Putin, signora Wagenknecht?

La leader del BSW sulla sua posizione favorevole al Cremlino, sulla debolezza del suo nuovo partito e sul proprio futuro

di PETER TIEDE E HANS-JÖRG VEHLEWALD

BILD: Il vostro BSW è attualmente a volte al di sotto, a volte appena al di sopra della soglia del 5%, mentre all’apice eravate al 10%.Cosa sta andando storto?

SAHRA WAGENKNECHT: Siamo un partito che esiste solo da un anno. In questa campagna elettorale abbiamo avuto la sensazione che gli altri partiti ci stiano combattendo con ogni mezzo a loro disposizione, così come i media vicini a questi partiti. E credo che per un partito così giovane il 5,5% non sia un cattivo risultato. per proseguire la lettura cliccare su: Bild am Sonntag (09.02.2025)

Cronaca di un’inaugurazione a Görlitz (Sassonia, sul confine polacco), presente il Cancelliere Scholz: la vecchia fabbrica di vagoni ferroviari, orgoglio cittadino, è ora riconvertita a produzione militare. L’articolo riporta il dilemma di cittadini e politici, alle prese con la difesa dell’occupazione e opposte visioni di pace e di guerra, mentre è in corso la campagna elettorale… alla fine, Scholz si fa fotografare con i rappresentanti dell’industria davanti a un carro armato, che si trova di fronte agli scheletri dei vagoni …

 

09.02.2025

Il fronte trasversale di Putin

La pace non compare quasi mai in campagna elettorale. L’AfD, il BSW e la sinistra vogliono cambiare questa situazione insieme

di Oliver Georgi per proseguire la lettura cliccare su: Frankfurter Allgemeine (09.02.2025)

Cronache di campagna elettorale “spicciola” che il giornale riporta da vari Land della Germania; oggi da una circoscrizione dell’Assia, storicamente socialdemocratica. La crisi della Volkswagen dello scorso anno ha scatenato incertezza e timori di declino; non tutti votano per l’AfD, ma “la croce indefettibile per la SPD” è diventata più rara, dice un sindacalista. Chi ha votato SPD per tutta la vita, ha dei dubbi. Forse voterà per il giovane candidato locale. Questa volta, però, non perché è nell’SPD, ma nonostante lo sia.

10.02.2025

Difesa di una roccaforte

La SPD ha vinto tutte le elezioni federali nel distretto di Schwalm-Eder, nel nord dell’Assia. Questa volta lotta contro la crisi, l’AfD e Olaf Scholz  per proseguire la lettura cliccare su: Frankfurter Allgemeine (10.02.2025)

In questa intervista, lo storico Heinrich Winkler, che è un membro della SPD,  propone di  “sostituire il diritto d’asilo soggettivo con il diritto d’asilo istituzionale”. In quest’ottica, lo storico elogia il progetto di “legge sulla limitazione dell’afflusso” presentato dal candidato cancelliere dell’Unione Friedrich Merz (CDU), per impedire gli ingressi non autorizzati e la migrazione per asilo. “Ci sono molti elementi che fanno pensare che una simile politica di asilo toglierebbe il vento alle vele dell’AfD”.

10.02.2025

Inasprire il diritto d’asilo

Il socialdemocratico Winkler sostiene Merz. Molti elementi suggeriscono che una politica di asilo di questo tipo toglierebbe il vento alle vele dell’AfD.

Lo storico Heinrich August Winkler si è espresso a favore dell’abolizione del diritto di asilo individuale in Germania. “In effetti, non si può negare che gli stranieri entrati illegalmente nel Paese debbano invocare il diritto d’asilo solo per ottenere uno status di residenza temporanea, spesso indefinita, nella Repubblica federale, anche se non possono chiedere asilo politico”, scrive Winkler in un articolo per ‘Der Spiegel’. per proseguire la lettura cliccare su: Tagesspiegel (10.02.2025)

I sondaggi elettorali aggiornati non portano variazioni. Handelsblatt li pubblica, analizza le possibili coalizioni e ne spiega la probabilità. Molti considerano una nuova grande coalizione come lo scenario più probabile. Tuttavia, le richieste del candidato cancelliere della CDU/CSU Friedrich Merz di una politica migratoria più severa potrebbero rendere più difficile la formazione di una coalizione.

10.02.2025

Formazione del governo

Sono ipotizzabili coalizioni per un governo federale

I nuovi sondaggi per le elezioni del Bundestag hanno portato poco movimento. La formazione di una coalizione sarà comunque difficile. Quali sono le opzioni sul tavolo. per proseguire la lettura cliccare su: Handelsblatt (10.02.2025)

  • CONTRIBUITE!! AL MOMENTO I VERSAMENTI COPRONO UNA PARTE DELLE SPESE VIVE DI CIRCA € 4.000,00. NE VA DELLA SOPRAVVIVENZA DEL SITO “ITALIA E IL MONDO”. A GIORNI PRESENTEREMO IL BILANCIO AGGIORNATO _GIUSEPPE GERMINARIOll sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate:postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704
    oppure iban IT30D3608105138261529861559
    oppure PayPal.Me/italiaeilmondo
    oppure https://it.tipeee.com/italiaeilmondo/Su PayPal, Tipee, ma anche con il bonifico su PostePay, è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (pay pal prende una commissione di 0,52 centesimi)

Rassegna stampa tedesca 12 (verso le elezioni)_a cura di Gianpaolo Rosani

I liberali (FDP), che hanno 90 deputati nel Bundestag uscente, nei sondaggi sembrano cementati al quattro per cento e rischiano di rimanere fuori dal prossimo. Il gruppo parlamentare si è rivelato disunito quando si è trattato di votare sulla limitazione dell’immigrazione. D’ora in poi, è tutta una questione di sopravvivenza politica: la precedente strategia di campagna elettorale, che prevedeva di formare un governo solo con i cristiano-sociali, è ora illusoria. Per di più, non si intravede un leader alternativo con la forza, le idee e le capacità di integrazione necessarie per ricostruire l’FDP al di fuori del Bundestag.

04.02.2025

L’FDP deve abbandonare la sua precedente strategia di campagna elettorale

di THORSTEN JUNGHOLT

Wolfgang Kubicki, il cavallo di battaglia politico dell’FDP, ha fatto un grande colpo al Bundestag venerdì. Entrato nel partito liberale 54 anni fa, il 73enne ha iniziato il suo intervento durante il dibattito su una proposta di legge del gruppo parlamentare CDU/CSU per inasprire le leggi sull’immigrazione. Ha fatto campagna elettorale per Willy Brandt (SPD) e Walter Scheel (FDP) e si è schierato a favore di “Osare più democrazia”. Proseguire la lettura cliccando su:Die Welt (04.02.2025)

La CDU ha inaugurato la “fase calda” della campagna elettorale con la conferenza federale di partito di lunedì. Il leader della CDU e candidato dell’Unione per il cancellierato Friedrich Merz ha aperto la riunione a mezzogiorno con un grande applauso da parte dei circa 950 delegati. Hanno poi adottato all’unanimità un “programma immediato”, che dovrà essere attuato immediatamente se si formerà un governo dopo le elezioni federali. Il programma comprende anche il piano in cinque punti per rafforzare la politica migratoria, approvato dal Bundestag con il sostegno dell’AfD.

04.02.2025

I principali politici della CDU sostengono Merz

I cristiano-democratici annunciano la “fase calda” della campagna elettorale con il loro congresso federale di partito

 

Il leader della CDU Friedrich Merz riceve il sostegno del congresso del partito per la sua campagna elettorale sull’immigrazione, che ha scatenato proteste in tutta la Germania a causa delle votazioni congiunte al Bundestag con l’AfD. Il ministro presidente dell’Assia Boris Rhein (CDU) ha detto ai delegati della CDU a Berlino che Merz ha preso posizione e ha dimostrato che l’Unione resta fedele alle sue convinzioni “anche quando c’è una tempesta”. È così che si comporta un cancelliere. Proseguire la lettura cliccando su: Die Welt (04.02.2025_II)

Cronache di campagna elettorale “spicciola” che il giornale racconta da due distretti della Turingia (in bilico tra CDU e AfD), tra intrighi di provincia e grandi questioni discusse tra militanti e cittadini sotto i gazebo dei vari partiti.

04.02.2025

La CDU ha ancora speranza qui

L’AfD è in competizione con se stesso nel collegio elettorale 189

di Markus Wehner

Proseguire la lettura cliccando su: Frankfurter Allgemeine (04.02.2025)

Esco fuori tema di questa rassegna elettorale perchè vedo barlumi di sopravvivenza, anche del giornalismo. Basta una foto.

stern

06.02.2025, pagina 10-11

GAZA

PIETRA SU PIETRA

Non rimane molto della loro casa a Gaza City, ma ad ogni blocco che questa famiglia palestinese sovrappone, cresce la volontà di ricominciare.

Proseguire la lettura cliccando su: Stern (06.02.2025)

Sul settimanale Stern un ritratto di Alice Weidel (AfD) a mezza strada tra il personale ed il politico. Dopo il 23 febbraio, come leader dell’opposizione, Weidel potrebbe assistere allo smantellamento pezzo per pezzo della prossima instabile coalizione e poi, chissà, tollerare un governo di minoranza. Una volta formato un governo, dice, il suo partito “riadatterà la sua strategia”. È probabile che il prossimo gruppo parlamentare diventi molto più grande, più contraddittorio e anche più estremista. Tuttavia, Weidel vuole iniziare definitivamente a plasmare l’AfD sulla falsariga di Giorgia Meloni in Italia o di Marine Le Pen in Francia.

stern

06.02.2025

IL SUO PIANO

Alice Weidel, leader dell’AfD, punta sul crollo del centro politico: vuole diventare cancelliere al più tardi nel 2029. Molte cose sembrano andare a suo favore in questo momento

di Martin Debes: si occupa di AfD dal 2013 e ha accompagnato Alice Weidel in molte occasioni. Non l’ha mai vista così sicura di sé come adesso. La Weidel sembra davvero convinta di poter diventare cancelliere…

Le sue scarpe tintinnano sul marmo con un ritmo incalzante. Alice Weidel ha fretta. Un ascensore, un corridoio, una scala. È già nel tunnel che porta dagli uffici dei deputati al palazzo del Reichstag, dove… Proseguire la lettura cliccando su: Stern (_06.02.2025)

Sull’edizione settimanale del “Die Zeit” troviamo le interviste a tutti i leader di partito sul tema geopolitico: “Come si fa a rendere sicura la Germania” … guarda guarda a chi ci tocca ora di dare ospitalità e spazio! La redazione del giornale si è trovata con un dilemma…..”Alla luce degli eventi della scorsa settimana, abbiamo discusso in redazione se pubblicare anche l’intervista che abbiamo fatto alla candidata dell’AfD Alice Weidel. Alla fine abbiamo deciso a favore perché siamo convinti che le posizioni di un partito in cui apparentemente si identifica un quinto degli elettori debbano essere rese trasparenti”.

06.02.2025

Non c’è quasi nessun altro settore politico in cui si debbano prendere simultaneamente decisioni così importanti e difficili come la sicurezza interna ed esterna. ZEIT ha quindi condotto interviste con i principali candidati di tutti i partiti rappresentati nel Bundestag e ha posto loro le stesse domande:

  • Come potrebbe essere una pace giusta in Ucraina?
  • L’America è ancora nostra amica?
  • E se vostro figlio dovesse andare in guerra per difendere la Germania?

Se le risposte non erano chiare, i nostri intervistatori le hanno approfondite.

Come si fa a rendere sicura la Germania?

Alice Weidel: “ Non dobbiamo assolutamente schierarci”  

Le domande sono state poste da Mariam Lau e Anna Sauerbrey  Die Zeit (06.02.2025)

Sull’edizione settimanale del “Die Zeit” troviamo le interviste a tutti i leader di partito sul tema geopolitico: “Come si fa a rendere sicura la Germania” …

06.02.2025

Non c’è quasi nessun altro settore politico in cui si debbano prendere simultaneamente decisioni così importanti e difficili come la sicurezza interna ed esterna. Proseguire la lettura cliccando su:Die Zeit (06.02.2025).2

Sull’edizione settimanale del “Die Zeit” troviamo le interviste a tutti i leader di partito sul tema
geopolitico: “Come si fa a rendere sicura la Germania” …

06.02.2025
Non c'è quasi nessun altro settore politico in cui si debbano prendere simultaneamente decisioni così
importanti e difficili come la sicurezza interna ed esterna. ZEIT ha quindi condotto interviste con i
principali candidati di tutti i partiti rappresentati nel Bundestag e ha posto loro le stesse domande:
 Come potrebbe essere una pace giusta in Ucraina?
 L'America è ancora nostra amica?
 E se vostro figlio dovesse andare in guerra per difendere la Germania?
Se le risposte non erano chiare, i nostri intervistatori le hanno approfondite.
Come si fa a rendere sicura la Germania?
Olaf Scholz (SPD): “Sono cauto con la parola guerra” Proseguire la lettura cliccando su:  Die Zeit (06.02.2025).3

Sull’edizione settimanale del “Die Zeit” troviamo le interviste a tutti i leader di partito sul tema geopolitico: “Come si fa a rendere sicura la Germania” …

06.02.2025

Non c’è quasi nessun altro settore politico in cui si debbano prendere simultaneamente decisioni così importanti e difficili come la sicurezza interna ed esterna. ZEIT ha quindi condotto interviste con i principali candidati di tutti i partiti rappresentati nel Bundestag e ha posto loro le stesse domande:

  • Come potrebbe essere una pace giusta in Ucraina?
  • L’America è ancora nostra amica?
  • E se vostro figlio dovesse andare in guerra per difendere la Germania?

Se le risposte non erano chiare, i nostri intervistatori le hanno approfondite.

Come si fa a rendere sicura la Germania?

Friedrich Merz (CDU/CSU):  Proseguire la lettura cliccando su:Die Zeit (06.02.2025).4

  • CONTRIBUITE!! AL MOMENTO I VERSAMENTI COPRONO UNA PARTE DELLE SPESE VIVE DI CIRCA € 4.000,00. NE VA DELLA SOPRAVVIVENZA DEL SITO “ITALIA E IL MONDO”. A GIORNI PRESENTEREMO IL BILANCIO AGGIORNATO _GIUSEPPE GERMINARIOll sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate:postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704
    oppure iban IT30D3608105138261529861559
    oppure PayPal.Me/italiaeilmondo
    oppure https://it.tipeee.com/italiaeilmondo/Su PayPal, Tipee, ma anche con il bonifico su PostePay, è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (pay pal prende una commissione di 0,52 centesimi)

 

 

Rassegna stampa tedesca 11 (verso le elezioni)_a cura di Gianpaolo Rosani

Il tema centrale della campagna elettorale ruota ora intorno alla migrazione. A insediarlo è stato  il leader della CDU Friedrich Merz, proprio lui che lo scorso autunno metteva in guardia dall’esacerbare la campagna elettorale con questo tema; l’attacco di Aschaffenburg ha superato questo avvertimento. La pressione ad agire è così forte che la CDU/CSU accetta l’accusa di aver sbrecciato il muro verso l’AfD.

Il 29 gennaio è passata al Bundestag, in conclusione di legislatura prima delle imminenti elezioni anticipate, una delle due mozioni in tema di immigrazione della CDU/CSU (quella dei “cinque punti”) che è stata votata da AfD, BSW e Liberali FDP, con i voti contrari di SPD e Verdi . Risultato 348 favorevoli e 344 contrari, 10 astenuti. Non è giuridicamente vincolante (non è un disegno di legge), ma il suo valore politico non sfugge.

C’è stato poi un seguito venerdì 31 gennaio: il Parlamento  ha discusso la proposta di “legge sulla limitazione dell’afflusso” (Zustrombegrenzungsgesetz), che non è passata: ha raccolto 338 voti a favore di CDU/CSU (12 assenti), AfD e BSW che, per la defezione di circa un quarto dei Liberali FDP (23), non sono stati sufficienti a superare i 349 voti contrari di SPD e Verdi, 5 astenuti.

Per chi desidera approfondire: Italiaeilmondo ha curato due rassegne – questa è la seconda: riunisce i resoconti e i contrapposti commenti dei più influenti giornali tedeschi, pubblicati dopo la bocciatura della proposta di legge il 31 gennaio. Per la CDU/CSU i sondaggi reggono sul 30%, tuttavia ad urne chiuse sarà da vedere come l’”azzardo” del 29 e del 31 gennaio complicherà la trattativa per una comunque inevitabile coalizione di governo tra tutti o qualcuno dei partiti tradizionali. Per ora, a campagna elettorale in corso, SPD e Verdi rifiutano il programma di inasprimento della politica migratoria della CDU/CSU.

01.02.2025

FOLLIA DEL PARLAMENTO FEDERALE!

La maggioranza del parlamento vota contro la volontà della maggioranza dei cittadini. Lo storico dibattito al Bundestag sulla svolta in materia di asilo

dagli inviati: JONATHAN ANDA, NADJA ASWAD, JOSEF FORSTER, FLORIAN KAIN, MARIUS KIERMEIER, ELIAS SEDLMAYR, PETER TIEDE, BURKHARD  UHLENBROICH, HANS-JÖRG VEHLEWALD

Berlino – Storico dibattito al Bundestag tedesco: un grande momento – e un punto basso allo stesso tempo! La Germania sa ora qual è la posizione di ciascun partito in materia di immigrazione illegale e sicurezza. Chi mette la causa al di sopra del partito e chi dà la priorità a tattiche, potere e ideologia. Lo sappiamo: Chi si preoccupa della volontà del popolo. E per chi non lo è. Proseguire la lettura cliccando su: Azzardo CDU (01-03.02.2025)

  • CONTRIBUITE!! AL MOMENTO I VERSAMENTI COPRONO UNA PARTE DELLE SPESE VIVE DI CIRCA € 4.000,00. NE VA DELLA SOPRAVVIVENZA DEL SITO “ITALIA E IL MONDO”. A GIORNI PRESENTEREMO IL BILANCIO AGGIORNATO _GIUSEPPE GERMINARIOll sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate:postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704
    oppure iban IT30D3608105138261529861559
    oppure PayPal.Me/italiaeilmondo
    oppure https://it.tipeee.com/italiaeilmondo/Su PayPal, Tipee, ma anche con il bonifico su PostePay, è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (pay pal prende una commissione di 0,52 centesimi)

Rassegna stampa tedesca 10 (verso le elezioni)_a cura di Gianpaolo Rosani

Il tema centrale della campagna elettorale ruota ora intorno alla migrazione. A insediarlo è stato  il leader della CDU Friedrich Merz, proprio lui che lo scorso autunno metteva in guardia dall’esacerbare la campagna elettorale con questo tema; l’attacco di Aschaffenburg ha superato questo avvertimento. La pressione ad agire è così forte che la CDU/CSU accetta l’accusa di aver sbrecciato il muro verso l’AfD.

Il 29 gennaio è passata al Bundestag, in conclusione di legislatura prima delle imminenti elezioni anticipate, una delle due mozioni in tema di immigrazione della CDU/CSU (quella dei “cinque punti”) che è stata votata da AfD, BSW e Liberali FDP, con i voti contrari di SPD e Verdi . Risultato 348 favorevoli e 344 contrari, 10 astenuti. Non è giuridicamente vincolante (non è un disegno di legge), ma il suo valore politico non sfugge.

C’è stato poi un seguito venerdì 31 gennaio: il Parlamento  ha discusso la proposta di “legge sulla limitazione dell’afflusso”, che non è passata: ha raccolto 338 voti a favore di CDU/CSU (però 12 assenti), AfD e BSW, non sufficienti a compensare le ulteriori assenze (16) dei Liberali FDP contro i 349 voti contrari di SPD e Verdi, 5 astenuti.

Per chi desidera approfondire: Italiaeilmondo presenta due rassegne, di cui questa è la prima che riunisce resoconti e commenti dei più influenti giornali tedeschi, usciti nei giorni antecedenti la seconda votazione del 31 gennaio. La seconda conterrà i commenti all’esito ed alle conseguenze dell’”azzardo” dei cristiano-sociali.

In generale la stampa tedesca ha catalogato  la manovra dei cristiano-sociali come elettorale e rischiosa (… vi diamo noi quello che promette l’AfD, non serve votarla…). Non è detto che riuscirà ad allontanare gli elettori dall’AfD e a portarli verso di loro: Merz sta correndo un grosso rischio con la sua determinazione, giocando con una fonte di forza senza la certezza di poterla controllare.

28.01.2025

Piano Merz sulla migrazione: gli ostacoli sono alti

La CDU/CSU vuole approvare una legge a favore di maggiori respingimenti alle frontiere prima delle elezioni. Anche se dovesse avere successo, non significa che cambierà davvero qualcosa.

DI RICARDA BREYTON E MARCEL LEUBECHER

Sembra strano, ma è così: quasi tutti i partiti vogliono ridurre al minimo l’immigrazione per asilo – eppure, ad oggi, nessun tentativo di ingresso illegale può essere impedito alla frontiera non appena il migrante dichiara di chiedere asilo. L’opportunità di porre fine a questa situazione sta diventando sempre più un punto centrale di discussione nella campagna elettorale per le elezioni parlamentari tedesche. Dopo il bagno di sangue di Aschafenburg, il candidato cancelliere della CDU Friedrich Merz (CDU) ha promesso, senza alcuna opzione di uscita, che se diventasse cancelliere i richiedenti asilo verrebbero respinti alle frontiere della Germania. Per proseguire la lettura cliccare su: Azzardo CDU (28-31.01.2025)

Rassegna stampa tedesca 9 (verso le elezioni di febbraio)_a cura di Gianpaolo Rosani

Questa settimana l’editoriale di Stern ragiona sulla dichiarazione di Merz (CDU/CSU) che, se eletto, imporrà controlli a tutte le frontiere tedesche e un divieto di ingresso per gli stranieri privi di documenti nel suo primo giorno nell’ufficio del cancelliere: “sta imitando l’uomo alla Casa Bianca”; spiega perchè “la versione tedesca del trumpismo raggiunge i suoi limiti”. Segue una lunga intervista al leader dei liberali (FDP) Christian Lindner, che con la sue dimissioni da Ministro delle Finanze ha posto fine alla coalizione-semaforo guidata da Scholz: espone le tipiche linee-guida liberali, consapevole del rischio che il suo partito non superi la soglia di esclusione dal Parlamento.

stern

30.01.2025

La rubrica di Nico Fried

CAMPAGNA ELETTORALE DOPO ASCHAFFENBURG

Friedrich Merz è determinato a diventare cancelliere. Farà di tutto per ottenerlo, imita perfino Donald Trump – e non se la cava male. Ma questo stile “me ne frego” lo porterà davvero fino al cancellierato?”.

Chi avrebbe mai pensato che il nuovo Presidente americano Donald Trump sarebbe stato così influente nel plasmare lo stile della politica tedesca in così poco tempo? Proseguire la lettura cliccando su: Stern (30.01.2025)

Associazioni imprenditoriali e singole aziende hanno pubblicato un inserto nel quotidiano “Die Welt” con un appello al mondo politico tedesco per una svolta economica, in affiancamento alla “Giornata di allarme economico”, da loro indetta a livello nazionale per il 29 gennaio 2025.

28.01.2025

Come possiamo diventare tornare a essere leader mondiali

Dare uno scossone insieme alla politica

                   Giornata di allarme economico a livello nazionale il 29 gennaio

L’elezione del Bundestag deve diventare un’elezione economica, abbiamo bisogno di una svolta economica – ora. Da un punto di vista economico, ciò include i seguenti punti:

  1. Una riduzione completa della burocrazia che supera di gran lunga tutti i tentativi precedenti. Proseguire la lettura cliccando su: Die Welt (28.01.2025)

Accesi dibattiti sulla politica migratoria e risvolti politici della proposta di inasprimento della CDU. Il caporedattore del Tagesspiegel ritiene corretto l’avvertimento sulle conseguenze del dibattito per la democrazia. A suo avviso, il miglior rimedio è che i partiti tradizionali adottino misure attive per ripristinare un senso di sicurezza. Se tutti si bloccano a vicenda e la gente continua ad avere la sensazione che non stia succedendo nulla, solo un partito ne beneficerà: l’AfD.

28.01.2025

Dibattito sulla politica migratoria

Ora si vede chi è il partito del popolo

Un commento di Christian Tretbar

Brandmauer?? Che tipo di Brandmauer? È la promessa protezione

                                                                                                                                                dei confini esterni della Germania!

 

Questa settimana la posta in gioco è alta. Per i partiti, per l’intero Paese. È in gioco niente meno che la coesione sociale. Coloro che si definiscono il partito del popolo sono ancora in grado di garantire questa coesione? I dubbi sono leciti, se non opportuni. Proseguire la lettura cliccando su: Tagesspiegel (28.01.2025)

 

In base ai risultati dei sondaggi, la CDU/CSU e l’AfD avrebbero un’ampia maggioranza parlamentare se dovessero governare insieme. Siccome aleggia una possibile retromarcia della CDU/CSU sull’impossibilità di un’alleanza con AfD (“Brandmauer”, muro di fuoco), il quotidiano economico opera una comparazione tra i punti programmatici dei due partiti e trova punti di contatto e non. Per il momento Merz (CDU) dichiara che una tale coalizione sarebbe fatale per il suo partito e per la democrazia.

28.01.2025

Cosa unisce CDU/CSU e AfD – e cosa li divide

Il Brandmauer reggerà? Friedrich Merz prende le distanze dall’AfD sulla politica migratoria. Ma ci sono delle somiglianze, anche su altre questioni.

  1. Neuerer, J. Wiedau Berlino

Per Alice Weidel, la questione è chiara. “Gli elettori vogliono una coalizione blu-nera nella Repubblica Federale Tedesca”, ha dichiarato la leader dell’AfD in occasione del lancio ufficiale della campagna elettorale del suo partito a Halle (Saale) sabato scorso. Ha lanciato un appello alla CDU: “Abbattete i Brandmauer antidemocratici”. Proseguire la lettura cliccando su: Handelsblatt (28.01.2025)

Come prevedono i partiti la protezione del clima? E in che misura è messa in ombra dalla crisi economica? Il quotidiano bavarese propone una panoramica dei programmi elettorali.

30.01.2025

Non sta diventando più verde

Prima delle recenti elezioni politiche, il clima era un tema caldo e gli obiettivi ambiziosi sono diventati legge. E ora? Quanto la protezione del clima è ancora presente nei manifesti elettorali?

di Michael Bauchmüller

Almeno le immagini parlano un linguaggio inconfondibile. In California, gli incendi stanno distruggendo intere strade. In Baviera, Baden-Württemberg e Sassonia, le piogge allagano le cantine e causano un terribile disastro a Valencia, in Spagna. Se volete sapere perché le risposte alla crisi climatica sono più necessarie che mai, basta accendere il telegiornale. Proseguire la lettura cliccando su: Süddeutsche Zeitung (30.01.2025)

 

  • CONTRIBUITE!! AL MOMENTO I VERSAMENTI COPRONO UNA PARTE DELLE SPESE VIVE DI CIRCA € 4.000,00. NE VA DELLA SOPRAVVIVENZA DEL SITO “ITALIA E IL MONDO”. A GIORNI PRESENTEREMO IL BILANCIO AGGIORNATO _GIUSEPPE GERMINARIOll sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate:postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704
    oppure iban IT30D3608105138261529861559
    oppure PayPal.Me/italiaeilmondo
    oppure https://it.tipeee.com/italiaeilmondo/Su PayPal, Tipee, ma anche con il bonifico su PostePay, è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (pay pal prende una commissione di 0,52 centesimi)
1 2 3