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Gli Stati Uniti sanzionano i funzionari dell’UE per la repressione della libertà di espressione, ampliando notevolmente il divario tra Stati Uniti ed Europa_di Simplicius

Gli Stati Uniti sanzionano i funzionari dell’UE per la repressione della libertà di espressione, ampliando notevolmente il divario tra Stati Uniti ed Europa

Simplicius 25 dicembre
 
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Ieri, per la prima volta, gli Stati Uniti hanno annunciato sanzioni contro funzionari europei associati al Digital Services Act dell’UE e all’Online Safety Act del Regno Unito, in particolare per aver oltrepassato i limiti nel tentativo di censurare gli americani extraterritorialmente sul suolo statunitense.

Questi tentativi di censura sono stati messi in atto attraverso una fitta rete di ONG che hanno collaborato con varie istituzioni statunitensi, tra cui l’amministrazione Biden, per “segnalare” i contenuti americani e creare “liste nere” di “trasgressori” americani destinati alla rimozione dalle piattaforme e ad altre forme di soppressione illegale della libertà di espressione.

Sottosegretario agli Affari Pubblici degli Stati Uniti Sarah Rogers:

I nostri obiettivi sono stranieri, ma noterete che alcuni hanno collaborato con i burocrati statunitensi alla repressione della libertà di parola in stile Murthy. Non preoccupatevi: anche noi al @StateDept perseguiamo la trasparenza, la verità e la riconciliazione.

Sebbene si tratti di un passo importante, il sottosegretario alla diplomazia pubblica Sarah Rogers ha specificatamente sottolineato che queste cosiddette “sanzioni” non sono del tipo ad alto impatto come il Magnitsky Act, che mira a privare i soggetti interessati dei servizi bancari e a rovinarli finanziariamente, spesso applicato agli interessi russi, ma piuttosto semplici restrizioni sui visti, almeno per ora , che impediscono semplicemente ai funzionari sanzionati di visitare gli Stati Uniti o espellono quelli che già si trovano nel Paese.

L’elenco completo degli ex funzionari sanzionati. Il più importante tra loro è Thierry Breton, un pezzo grosso della Commissione europea sotto il regime corrotto della von der Leyen e uno dei “menti” della stessa “Legge sui servizi digitali”.

Un’altra era Josephine Ballon di HateAid, un’organizzazione che vigila sui “discorsi di incitamento all’odio”; ecco la sua opinione succintamente “democratica” sulla libertà di espressione:

Naturalmente, tutti i massimi esponenti dell’Unione Europea hanno ricevuto l’ordine di iniziare a organizzare una difesa disperata dei cosiddetti “valori europei”:

Ma come al solito, l’ultimo “assalto all’Europa” da parte dell’amministrazione Trump ha rivelato o messo in evidenza due aspetti fondamentali.

In primo luogo, il fatto che il divario tra Stati Uniti ed Europa si stia ampliando, poiché l’amministrazione Trump sembra comprendere che il Deep State si è ritirato su posizioni più difendibili nell’UE, dopo essere stato almeno in parte ostacolato e respinto negli Stati Uniti. E così ora, l’amministrazione Trump ritiene che debba essere perseguito e tagliato alla radice in Europa stessa, almeno secondo la plausibile ipotesi di Richard Werner:

Questa controversia in atto sta portando alla luce la guerra in corso tra Trump e lo Stato profondo, almeno in Europa: dopo aver dovuto cedere terreno negli Stati Uniti, lo Stato profondo americano si è ritirato nella sua fortezza più grande: la Germania e l’UE, dove si è trincerato, traendo i suoi poteri legali dagli Statuti di occupazione del 1945 in Germania e dal suo controllo sulla dittatoriale Commissione europea sin da quando la CIA ha creato queste istituzioni dell’UE (con Jean Monnet, Schuman, Spaak ecc. e il Movimento europeo, tutti asset della CIA).

In questo caso specifico, possiamo fare riferimento al “Complesso industriale della censura” – termine coniato da Mike Benz – che è una sorta di sovrapposizione di molte ONG globaliste e altri “interessi particolari” che hanno creato una sorta di rete internazionale in grado sia di influenzare che di operare in qualsiasi nazione occidentale.

Le élite hanno espresso il loro shock per questo sviluppo, sconvolte dal fatto che gli Stati Uniti possano osare creare una frattura tra i diversi rami dello Stato profondo globale:

Ma la seconda cosa che ho menzionato e che gli ultimi sviluppi hanno rivelato è la totale ipocrisia delle élite europee che fingono di scandalizzarsi. Si indignano per l’«attacco» alle loro cosiddette libertà quando gli Stati Uniti osano fare proprio ciò che queste stesse élite europee hanno allegramente inflitto a molte nazioni meno fortunate, in particolare alla Russia.

Ad esempio, confrontiamo l’agitazione di Kaja Kallas con le sue precedenti richieste di vietare i viaggi ai russi:

In effetti, se ci pensate bene, l’indignazione melodrammatica generale per il cambiamento di posizione dell’amministrazione Trump nei confronti dell’Europa è piuttosto “ricca”.

Prendiamo questo recente titolo che sostiene che solo ora, dopo aver profanato il sacro “giardino europeo”, gli Stati Uniti finalmente siano passati nella categoria dei “maligni”:

Pensate a quanto ciò sia offensivo per il resto del mondo reale, che esiste al di fuori della fortezza neocolonialista del “giardino” edenico di Borrell. Decenni di interferenze nelle elezioni globali, invasioni di decine di paesi del terzo mondo, in particolare del Medio Oriente, distruzione di nazioni e milioni di vite umane, tutto in nome di una “libertà” inventata: tutto bene e accettabile: gli Stati Uniti erano il “faro splendente” della democrazia.

Ma ora che il drago americano liberato ha rivolto il suo alito infuocato sulla sacra Europa, tra le élite in preda al panico si è scatenato un improvviso scoppio di digrignare di denti e stringere le perle. Che evidente malignità! Si può vedere il palese razzismo eurocentrico trasparire nei disperati tentativi di proteggere quella fortezza finale e inviolabile dei privilegi dell’élite globale che è il sacro “giardino” europeo dalla punizione più straziante e impensabile: la parità di trattamento.

Benvenuti nell’età dell’oro, cari europei: sotto il pontefice massimo Trump, anche voi siete diventati la giungla.

Ora prostratevi e implorate perdono.

Un addio appropriato da parte di un utente X:

La morsa si sta stringendo sulla classe dirigente dell’UE, distaccata e egocentrica.
L’Europa ribolle di rabbia mentre i cittadini vedono le loro nazioni soffocare sotto il peso della corruzione, della censura, dell’immigrazione di massa, del fanatismo ideologico e del fallimento istituzionale.
Bruxelles è diventata un bunker sigillato di arroganza, sordo alla realtà e ostile al proprio popolo.
Tagliandosi fuori dalla strada, dalla responsabilità e dal buon senso, l’UE ha firmato la propria condanna a morte. Ciò che rimane è una struttura vuota e decadente che barcolla verso il collasso.

Ricordate solo che, quando le cose vanno male, c’è solo una cosa che i marci eurocrati sanno fare, come sempre: raddoppiare la posta in gioco.

Il rapporto di oggi è breve per darvi la possibilità di godervi il Natale senza troppa fatica mentale. Detto questo, un ultimo punto.

Ora che è arrivato il Natale, l’Occidente sta naturalmente ricorrendo a una propaganda di basso livello per criticare la Russia che non ha accettato il disperato tentativo di “tregua natalizia” di Zelensky, con persino il Papa che ha manifestato il suo “disappunto” nei confronti della Russia per unirsi al coro dei suoi padroni globalisti:

Link Twitter

L’unico piccolo problema è che la precedente proposta di tregua natalizia avanzata dalla Russia nel 2023 è stata categoricamente respinta sia da Zelensky, sia da Biden, sia dagli europei:

https://en.wikipedia.org/wiki/2023_Russian_Christmas_truce_proposal
https://en.wikipedia.org/wiki/2023_Russian_Christmas_truce_proposal

La sera dello stesso giorno, il presidente russo Vladimir Putin ha incaricato il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu di dichiarare un cessate il fuoco temporaneo di 36 ore lungo l’intera linea di contatto tra le truppe russe e ucraine da mezzogiorno (12:00 ora di Mosca; 09:00 UTC) del 6 gennaio fino alla mezzanotte (24:00/00:00 ora di Mosca; 21:00 UTC) tra il 7 e l’8 gennaio 2023.

La proposta di tregua è stata respinta dalle autorità ucraine, che l’hanno definita una “trappola cinica”. Nonostante fosse stato dichiarato il cessate il fuoco, esso ha avuto scarso effetto poiché i combattimenti sono continuati.

Sempre da Wiki:

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha affermato che la proposta di tregua era solo una “pausa” per le forze russe e un’occasione per loro di riorganizzarsi. Alla richiesta dei giornalisti di commentare l’iniziativa di Putin, ha osservato che la Russia ha continuato a bombardare “ospedali, asili e chiese” ucraini il giorno di Natale 2022 (“il 25”) e a Capodanno. “Penso che lui [Putin] stia cercando di prendere fiato”, ha aggiunto Biden.

Questo è tutto.

Per unirsi allo spirito festivo natalizio, Zelensky ha persino dato prova della sua eleganza in un’offerta ufficiale in cui ha condiviso il suo grande desiderio natalizio… che Putin muoia; questo oltre alla sua descrizione dei russi come non umani in altre parti del discorso.

Zelensky auspica la morte di Putin nel suo messaggio natalizio:

Mio caro popolo, fin dai tempi antichi gli ucraini credevano che nella notte di Natale i cieli si aprissero.

E se confidano loro i propri sogni, questi si avvereranno sicuramente.

Oggi abbiamo tutti un unico sogno. E abbiamo un unico desiderio per tutti:

“Che muoia”, come tutti dicono a se stessi.

L’ultima volta Zelensky ha espresso lo stesso augurio nei confronti del presidente americano con la sua frase “alcuni vivono, altri muoiono”, questa volta è toccato alla Russia. Sembra che l’oscurità abbia divorato il vecchio Zelensky e che i pensieri di morte ora opprimano regolarmente la fragile psiche del povero leader ucraino. In alcune tradizioni si dice addirittura che augurare del male agli altri possa segnare lo stesso destino.

Non preoccuparti però, se quanto detto sopra ti ha un po’ rattristato, l’italiana Meloni ha un messaggio natalizio che sicuramente ti tirerà su il morale:

Buon Natale a tutti!


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Una sconfitta tedesca_di WS

Mi  aspettavo appunto   che anche Simplicius  cogliesse   “la novità”    accaduta   qualche  giorno fa  a Bruxelles;  per la prima  volta , credo , nella  storia della U€,    il  blocco  “  €urogermanico”   è  stato politicamente   sconfitto    da  un “blocco”  “antigermanico ”       abilmente manovrato  sì dalla Meloni,  ma all’interno del quale  è stato  determinante il ruolo della Francia    con la sua  appendice belga  .
Il fatto  è stata    registrato   soprattutto dai  giornali inglesi  che ora  attaccano la Francia e Macron per aver presumibilmente “pugnalato alle spalle” Merz .

E  questa   della “ indignazione inglese” è la parte più gustosa  di  questo  avvenimento;  ci indica le linee di faglia che si stanno formando nell’ €urolager.

Tra  Francia  e  Germania  non si tratta nella fattispecie di un conflitto politico, perché sia Macron che Merz sono entrambi “ funzionari  del Kapitale “,  burattini degli stessi banksters;  rivela piuttosto   il riemergere   di   una faglia geopolitica antica   almeno 1200 anni   che appunto gli inglesi hanno sempre  saputo   sfruttare  bene  a proprio vantaggio   da  secoli  ,  e che  ovviamente    corrisponde  ai relativi ” st(r) ati profondi” dei due paesi. “St(r)ati profondi  che i due presidenti  attuali  non potevano far altro che  rappresentare.

Ma  è veramente una “sconfitta  tedesca”? Beh  qui in seguito propongo una lettura alternativa. Lo  so che è fantasiosa  ed improbabile; per una   volta, però,  voglio dire  qualcosa  di “ottimistico”.

Ricapitolando,  le relazioni   franco -tedesche   sono sempre state  cruciali nella  storia  europea , e l’  “ €urolager”  ha funzionato tanto bene proprio poggiando  su di un  direttorio franco-tedesco con due Kapò ” specializzati”, il primo per i servizi e la proiezione militare e il secondo per il controllo economico.

 Ma questo duo doveva lavorava sempre nell’ interesse dello stesso padrone:  “il Grande kapitale”.

 Ma è evidente che  questo   duo  sia  sempre   stato  un matrimonio sbilanciato a sfavore della Germania cui spettava  sempre  di fare in modo che la Francia non affondasse economicamente nella sua grandeur.

La  Germania  infatti  resta l’osservato  speciale dei banksters    (  e mi sembra ovvio),  sempre  tenuta ad un livello  di controllo ben  superiore  alle  altre  due potenze  sconfitte, Giappone  ed Italia.

Nella fattispecie  al Giappone è stato permesso  di  essere una potenza  subnucleare; ha accumulato  grandi scorte  di plutonio.  La  Germania non ne detiene nemmeno un grammo  perché non  gli è stato  concesso di processare il proprio combustibile nucleare  esaurito; ha dovuto sempre   trasferirlo  alla   Francia  pagandole   profumatamente il servizio.

 Il motivo è che,  al contrario  di quello   giapponese,  il nucleare  civile  tedesco  sorto  dopo la crisi  del ‘73   era  complemente “ castrato”  fin  da l’ inizio;  prova   evidente  di un disegno  strategico  che  vedeva  nel Giappone una  risorsa  “bankesters”  per una futura  WW  “ revanchista” in Asia contro  Russia / Cina . Disegno che  adesso    comincia ad  evidenziarsi   non solo   nel rapido  riarmo giapponese, quanto  addirittura  nella  proclamata intenzione giapponese   di dotarsi  di  armi nucleari, cosa  che  , a mio parere,   il Giappone  potrebbe  fare  in pochi mesi,  sempre che non lo abbia già sostanzialmente fatto.

Alla   Germania invece  non è stato concesso  di  avere  una propria filiera nucleare e    tra l’altro questo spiegherebbe  l’ improvvisa  decisione  tedesca  di uscire dal nucleare dopo la stesa  dei  due gasdotti Nord  Stream.  Politicamente ed economicamente era molto più  redditizio      trafficare  con la Russia  che   sostenere la potenza nucleare  francese, pagandola pure.

è vero che  fare  il Kapò    economico   dell’ €urolager porta  enormi  vantaggi  alle  esportazioni tedesche , ma  è altrettanto  vero  che   questo  flusso  di soldi  che entra in  Germania     grazie  all’ €uromarco svalutato  deve pure uscirne per  sostenere   i suoi  “vincitori”: la  finanza “angloamericana”  e   la pomposa “grandeur”   del suo  cameriere  francese.

La Germania   quindi , per  “il Padrone”  è solo un  gigante    castrato,  del quale,  per  quanto   appunto  “ canti  soavemente”,  non ci si può fidare  pensando  che  sia anche  “contento”.

Da  questo punto di vista le “ demenziali” mosse  tedesche  assumono  quindi una luce  diversa; la  decisione   dei padroni  de  “l’ eurolager”  di usare  l’€uropa   contro  la Russia  potrebbe  essere  per  questo “ castrone”  una  occasione di  recuperare  libertà  ed  attributi.

Infatti  più  l’€uropa  va in guerra, più  essa  diventa innefficiente e più la Germania è giustificata      a NON pagare   il  consueto  tributo  ai suoi  vincitori, per mettere  invece  quei soldi      nel  PROPRIO   riarmo.

“ Riarmo “ ovviamente  CONTRO   “l’ orso  russo”,  secondo la “narrazione”   del Padrone    de  l”eurolager”.

“Orso”  però   con cui   poi   si potrebbe   trattare  una PROPRIA   “  zona  di influenza”, grazie  ai profondi legami  che  ancora  sussistono, anche se  ben nascosti.

E  per  questo ovviamente  occorre    che lo stato di  guerra  si prolunghi    A BASSA  INTENSITA ‘ affinché la Germania  abbia  il  tempo di rendere irreversibile     la sua  transizione  a “grande potenza “ , proprio  come  la Russia non ha alcun interesse  a  finire “la guerra “  adesso.

E i primi  a   cogliere  la   stonatura  di questa  “canzone  tedesca”  non possono    che  essere i francesi     i quali     vedono   non solo   rinascere  il “gendarme  tedesco”,  ma anche rimpicciolire  il proprio   ruolo  di “  gendarme ” ANCHE  per l’inaridirsi   del   flusso  finanziario   da  Berlino a Parigi.

 E l’ altro  giorno  a  Bruxelles la Francia  ha  dato appunto  un “  segnale”  di insoddisfazione  e sicuramente   ha fatto anche un test  per  capire  da  che parte realmente vada la Germania.

Così,   quella  che   a prima vista può  sembrare una “sconfitta  tedesca”,  potrebbe   essere il tassello da inserire  in una guerra in cui, evento mirabile  della  storia, i tedeschi   perdono “  tutte le battaglie “  ma  “vincono  la  guerra” .

 Io lo  so  che questo è poco probabile perché  i tedeschi  sono   per loro  natura    impediti   alla   guerra   tridimensionale ,   cosa in cui   invece   eccellono  i nostri   e loro “ padroni “. Ma non  sarebbe   divertente ?

Gli  eventi recenti di Bruxelles   ci dicono  comunque che  già  diversi  ne “l’ €urolager”  hanno   capito   che   QUESTA  guerra in Ucraina l’ €uropa l’ ha già persa  e  seppur   i padroni   dell’ €urolager   vorrebbero andare  avanti    “rilanciando” , per ogni    detenuto  e , Kapò  di questo lager   si  tratta  già ora  di    definire il proprio individuale interesse sia  nella futura   escalation     sia  nella ammissione della sconfitta. In questa ipotesi  dovranno valutare anche  la  propria  posizione nei nuovi possibili  equilibri  determinati  da  questo fallimento.

Chissà,  forse il 18 dicembre  2025  potrebbe  essere  più memorabile    di quanto adesso  appaia.

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Fake news da Repubblica_Caso Epstein_a cura di Gianfranco Campa

Abbiamo inaugurato una nuova rubrica: le balle (fake news) raccontate dal nostro sistema informativo istituzionale. La trovate alla vostra destra.

Stati Uniti. Svelate altre carte su Epstein. “Trump 8 volte sul suo aereo. Hanno violentato una donna”

La denuncia anonima si riferisce al 1995: “È successo in un palazzo di lusso”. Jeffrey scrisse a Larry Nassar, medico della squadra olimpica di ginnastica, anche lui condannato per abusi sessuali: “Anche il presidente ama le giovani ragazze”

https://www.repubblica.it/esteri/2025/12/24/news/caso_epstein_trump_aereo_donna_violentata-425058363/

REALTA`:

I fatti centrali sono i seguenti

  • I documenti confermano che Trump volò sul jet di Epstein tra il 1993 e il 1997, prima che Epstein acquistasse Little St. James
  • Queste informazioni non sono nuove – sono state rese pubbliche già nel 2019
  • Non ci sono prove di Trump coinvolto in attività illecite durante questi voli
  • Trump stesso ha dichiarato di aver tagliato i rapporti con Epstein nel 2004

Contesto dell’articolo di Repubblica

L’articolo di Repubblica del 23 dicembre 2025, intitolato “Caso Epstein, dipartimento di giustizia rilascia 11mila file: Trump 8 volte sul jet privato”, si basa su un nuovo batch di documenti (oltre 30.000 pagine totali, di cui circa 11.000 in questo rilascio specifico) resi pubblici dal Dipartimento di Giustizia USA (DOJ). Tra questi, c’è una mail interna del DOJ datata gennaio 2020 che menziona Trump in almeno 8 voli sull’aereo privato di Epstein negli anni ’90. In almeno 4 di questi voli era presente anche Ghislaine Maxwell (complice di Epstein), e in uno Trump ed Epstein erano soli, ma senza dettagli su attività illecite.

Il titolo include un riferimento a “Hanno violentato una donna”, che sembra alludere a una denuncia anonima del 1995 menzionata nei documenti, ambientata in un palazzo di lusso (forse legato a Epstein o Trump Tower). Tuttavia, non accusa esplicitamente Trump di violenza: è una citazione vaga e non verificata. Il DOJ ha sottolineato che molti documenti contengono “claims untrue and sensationalist” (affermazioni non vere e sensazionalistiche), senza nuove prove di crimini da parte di Trump.

È una notizia nuova? No, e non implica reati

Non c’è nulla di nuovo qui: il fatto che Trump abbia volato sull’aereo privato di Epstein (il cosiddetto “Lolita Express”) non è una notizia fresca, non implica necessariamente che abbia commesso reati, e l’articolo di Repubblica sembra spingere un po’ sull’inferenza di colpevolezza per associazione. I libri di volo di Epstein sono stati resi pubblici per la prima volta nel 2019 durante il processo a Ghislaine Maxwell, e già allora mostravano che Trump aveva volato 7 volte sull’aereo negli anni ’90 (principalmente brevi voli tra Palm Beach e New York, spesso con la sua famiglia, come suo fratello o suo figlio). Questo ottavo volo menzionato ora è un dettaglio aggiuntivo da un’email interna della DOJ del 2020, ma non cambia il quadro complessivo – è solo un rilascio più completo di documenti già noti in parte.

Trump stesso ha ammesso pubblicamente di aver volato con Epstein in passato (ad esempio in interviste del 2019), ma ha chiarito di aver interrotto i rapporti intorno al 2004, dopo aver bandito Epstein da Mar-a-Lago per il suo comportamento con le ragazze minorenni. Non ci sono record di Trump su voli verso l’isola privata di Epstein (Little St. James), dove avvenivano molti abusi – Epstein non possedeva nemmeno l’isola fino al 1998. Inoltre, Trump non è mai volato con ragazze o donne minorenni, ma solo con la sua famiglia: la sua allora moglie Marla Maples e sua figlia Tiffany hanno partecipato a molti dei viaggi.

Ogni singola affermazione “senzazionalista” riguardante i documenti di Epstein relativi a Trump è disponibile da quasi 6 anni. Nessuna di queste notizie è nuova: stanno solo riciclando vecchie informazioni e fingendo che siano nuove, e queste notizie saltano sempre fuori proprio prima delle elezioni. 

Epstein possedeva cinque aerei, e Trump ha fatto 7 viaggi tra il 1993 e il 1997. SÌ, Trump non è mai stato sul Lolita Express in senso stretto, e i registri di volo sono stati resi pubblici.

Le accuse specifiche: vecchie, smentite o infondate

Trump non è mai stato imputato in nessuna indagine su Epstein per reati sessuali o traffico di minori. Al contrario, in testimonianze passate (ad esempio da Virginia Giuffre, una vittima di Epstein), Trump è stato descritto come qualcuno che “non ha partecipato” alle attività illecite e ha addirittura cooperato con le indagini fornendo informazioni su Epstein. Il DOJ ha ribadito che questi file non contengono nuove accuse contro Trump, e molti sono solo menzioni storiche o email interne senza prove.

Le accuse specifiche menzionate sono state tutte smentite o confutate perché erano bugie fin dall’inizio:

La falsa accusa di stupro del 1995 proveniva da un ex produttore del Jerry Springer Show.

L’autore della bufala della limousine sosteneva di conoscere il secondo attentatore di Oklahoma City: non c’era alcuna collaborazione, nessuna testimonianza dell’autista della limousine e nessun decesso in Oklahoma che corrispondesse a decessi reali.

Le accuse specifiche menzionate sono state tutte smentite o confutate perché erano bugie fin dall’inizio: la falsa accusa di stupro del 1995 proveniva da un ex produttore del Jerry Springer Show.

La lettera in questione, che appare nel recente rilascio di file del Dipartimento di Giustizia (DOJ) su Epstein (Data Set 8, reso pubblico il 23 dicembre 2025), è una presunta missiva scritta da Jeffrey Epstein a Larry Nassar, un pedofilo già condannato. La lettera è datata e timbrata il 13 agosto 2019, tre giorni dopo il suicidio di Epstein avvenuto il 10 agosto 2019 nel Metropolitan Correctional Center di New York. Nel testo, con un linguaggio crudo e provocatorio, si parla di un “amore e cura per le giovani signore” condiviso tra i due, e c’è una stoccata a Trump: “Our president shares our love of young, nubile girls. When a young beauty walked by, he loved to ‘grab snatch’”. La lettera è firmata “J. Epstein” ed è stata restituita al mittente, per poi finire nelle mani dell’FBI il 25 settembre 2019. 

Questa lettera è chiaramente una bufala e va smontata con chiarezza, perché viene usata per alimentare accuse infondate. Il primo elemento che la rende impossibile è la data: come poteva Epstein scrivere e spedire una lettera tre giorni dopo essere morto? Il postmark del 13 agosto 2019 è incompatibile con la sua morte avvenuta il 10. La lettera è stata ritrovata restituita nella mail room della prigione settimane dopo, indirizzata a Nassar (allora in Arizona, poi trasferito in Florida), e trasmessa all’FBI a fine settembre 2019. 

Il Dipartimento di Giustizia ha chiesto un’analisi calligrafica all’FBI nel 2020, ma i risultati preliminari erano già incerti. Il DOJ ha poi confermato ufficialmente, il 23 dicembre 2025, che la lettera è falsa: “The FBI has confirmed this alleged letter from Jeffrey Epstein to Larry Nassar is FAKE” e ha aggiunto che la calligrafia “does not appear to match” quella di Epstein. La firma non corrisponde a esempi noti di Epstein.

Anche il linguaggio è sospetto: frasi come “our love & caring for young ladies” e il riferimento al “grab snatch” (un’evidente distorsione del famoso tape di Trump del 2005) suonano infantili e parodistici, lontani dallo stile sofisticato che emerge dalle lettere autentiche di Epstein, che era un finanziere abituato a un registro molto diverso. Non esiste alcuna prova documentata di un rapporto tra Epstein e Nassar, e il contenuto sembra costruito apposta per collegare in modo sensazionalistico i tre nomi (Epstein, Nassar, Trump).

Il contesto del rilascio DOJ è importante: lo stesso Dipartimento ha avvertito che molti documenti includono “untrue and sensationalist claims”, soprattutto accuse contro Trump presentate all’FBI poco prima delle elezioni del 2020. Hanno precisato: “This fake letter serves as a reminder that just because a document is released by the Department of Justice does not make the allegations or claims within the document factual”. È molto probabile che si tratti di un falso inserito ad arte tra i file per generare titoli eclatanti.

In sintesi, questa lettera è un altro pezzo di carburante per la macchina della propaganda attorno a Epstein: crea l’illusione di guilt-by-association senza portare alcuna prova concreta. Se fosse autentica sarebbe esplosiva, ma non lo è. È un hoax evidente, probabilmente una falsificazione piazzata lì per fare scalpore. Su X si ripete sempre lo stesso schema: da una parte si grida “bombshell”, dall’altra “fake news”. Qui non c’è nessun nuovo crimine di Trump, solo l’ennesimo ciclo di dramma riciclato.

C’è stato un tentativo di distogliere l’attenzione da Bill Clinton, che era presente sull’isola e sull’aereo 27 volte. Il NYT ammette ciò che chiunque con un po’ di cervello già sapeva: non c’è alcuna prova che Trump abbia fatto qualcosa di sbagliato nei file di Epstein. Pensate davvero che i democratici, che hanno cercato di mandare in bancarotta, imprigionare e uccidere Trump, avrebbero lasciato che le prove dei crimini di Trump-Epstein esistessero senza usarle? Andiamo su.

Cosa ne pensiamo?

Ci sembra un classico caso di “guilt by association” (colpevolezza per associazione), dove la vicinanza a Epstein viene usata per insinuare qualcosa di più grave senza prove concrete. Epstein aveva contatti con tantissime figure potenti (Clinton, Gates, Chomsky, Prince Andrew, ecc.), e i media – specialmente quelli critici verso Trump – tendono a enfatizzare questi legami per scopi politici, come nota anche Repubblica in altri articoli sullo stesso tema. C’è un schema comune in questi articoli: Creano rumore, ma finora non hanno portato a nuove incriminazioni per Trump. Se emergessero prove reali di reati, sarebbe una storia diversa, ma qui siamo nel regno delle insinuazioni e possibilmente di denuce per calunnia…Vedere la BBC…

Fonti ufficiali / DOJ / FBI

Articoli e reporting giornalistico (principali)

Fonti su Epstein, date e fatti storici

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