Tutto, purtroppo, va come deve andare e la cosa più interessante da commentare in questo articolo di Simplicius è che la valutazione più realistica della situazione strategica viene da Budanov e non da Zuluhzny, nonostante che il primo sia un dirigente di un apparato di sicurezza sicuramente coinvolto in azioni di guerra “illegali”, compresi gravi attentati terroristici del livello del Crocus; mentre il secondo rappresenta il top dell’apparato militare impegnato in azioni di guerra “legali”.
Certamente Budanov descrive la realtà strategica per “ stimolare” maggiore “ sostegno” dagli “sponsor” ma in questo modo non diffonde certo ottimismo come invece cerca comunque di fare Zuluhzny. Ma così Budanov, al contrario di Zuluhzny, pur parlando con “nuora”, forse cerca di dire qualcosa anche a “suocera” ?
E questo fatto non sarebbe sorprendente perché, se pure entrambi, servizi e difesa, siano organi subordinati al un potere “politico “, dovunque questo si situi e quanto legale esso sia, un buon “servizio” deve avere una visione strategica completa su tutti gli elementi che definiscono la sicurezza del sistema e la possibilità di operare nelle “zone d’ ombra”, mentre uno ” stato maggiore è sempre necessariamente incentrato sul “teatro operativo”.
E questa differerenza risulta evidente proprio nei momenti di crisi sistemica.
E’ noto infatti quanto negli anni ’80 il KGB avesse segnalato al Politburo i fattori di crisi sistemica che si addensavano sull’URSS, mentre i vertici militari si focalizzavano solo sui bilanci e lo sviluppo della forza militare; è altrettanto noto che l’intero KGB fu molto “ rapido” ad “adattarsi” al “nuovo corso”, mentre i “militari” rimasero molto più “irrigiditi”, quindi “fuorigioco”.
Questa discrasia non è il prodotto di una maggiore o minore intelligenza ma di un diverso “punto di vista”. Gli eserciti sono, la storia romana ce lo insegna, l’ ultimo organo della stato a ” deperire” rimanendo in grado di funzionare anche quando il sistema è praticamente “morto”; vedi le “inutili” vittorie di Ezio.
E negli anni ’80 lo stato maggiore sovietico infatti fece “opzioni di sviluppo” che, non a caso poi abilmente protette nel caos ” eltsiniano” dai servizi militari russi, sono state poi riprese da Putin e oggi ne costituiscono il suo patrimonio strategico.
I supermissili russi non sono nati ieri, ma “ieri l’altro” quando ancora l’ URSS esisteva.
E non è un caso infatti che questa “nuova” Russia sia poi sorta per l’azione fondamentale di uomini ex-KGB, mentre l’ unica cosa che seppero fare i militari russi per fermare la deriva gorbacioviana fu un putch rapidamente sconfitto perchè i militari non avevano il polso di ciò che la gente realmente pensava.
Infatti senza il favore della gente non si poteva “tornare indietro” anche se “andare avanti “era un “salto nel buio”. E anche se i “politici” non ne erano capaci, “qualcosa” andava fatto; questo i ” servizi” lo sapevano, i “militari” no.
Purtroppo poi in quel “vuoto politico” furono fatte molte ” cose sbagliate”, finché la dura realtà ha creato, nella testa della “gente”, la consapevolezza della necessità di fare arrivare al potere le “persone giuste”.
E qui torniamo all’Ucraina: chi gestirà il “salto ” del post”NATOismo” ucraino? Non c’ è dubbio che il piano-A del Kremlino, nella sua “corsa su Kiev”, contasse sulla rivolta dei militari , cioè in ultima analisi su Zuluhzny e i suoi che per formazione erano tutti militari ex-sovietici.
Ma evidentemente i russi non avevano calcolato che in 8 anni di NATO-ucraina i ” servizi” angloamericani avevano opportunamente “filtrato” l’apparato militare.
Il comando ucraino non era formato da “patrioti” ex-sovietici ma da NATO-collaborazionisti.
E i “servizi” ucraini erano stati ancor più “filtrati”. Ma non si può mettere su un servizio solo di fanatici e opportunisti. Un buon ” servizio” ha bisogno anche di “capaci”, cioè di gente che “vede” e “pensa” da sé e per sé.
E quando collasserà la NATO-ucraina i ” servizi” ucraini saranno certamente i primi a vederlo… e a riposizionarsi!
D’altronde è già successo durante il collasso dell’URSS e quello di Germania ed Italia. Non sono ancora oggi i “nostri” servizi la “longa manus “ dei nostri vincitori di allora?
Budanov non è stupido! Sa che la NATO-ucraina collasserà prima o poi e ci sta forse accennando che non ha ancora deciso se seguire la massa dei NATO collaborazionisti emigrando dove già ci sono i loro “conti esteri” o invece vedere se sia possibile per lui qualcosa d’altro “in patria”.
Daltronde, per tentare di sopravvivere nel distopico futuro che ci hanno preparato i globalisti, tra i popoli torneranno di moda le “autocrazie” o “fascismi” secondo la mitologia piddina.
E qualcuno dovrà pure gestire ciò che resterà dell’ Ucraina; di sicuro, Putin ce lo insegna, un ex- agente dei servizi sarà meglio qualificato di un “ex-attore, no?
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Cosa succede quando il tecno-talitarismo è moralmente giustificabile?
02 agosto 2025
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Nella cupa oscurità di un futuro lontano, c’è solo la guerra.
È forse la tagline più famosa nella storia della speculative fiction, ed è diventata la base dell’intero genere del grimdark fantasy. È la tagline diWarhammer 40.000, l’ambientazione fantascientifica creata dall’azienda britannica Games Workshop.WH40K(come lo chiamano i fan) è nato nel 1987 come gioco di miniature da tavolo, ma nel corso dei decenni si è espanso in romanzi, videogiochi, fumetti e altri media. Negli ultimi anni è esploso nel mainstream della cultura pop, con meme che identificano il presidente Donald Trump conWH40KDio-Imperatore dell’uomo.
IlWH40KL’ambientazione si svolge nel 41° millennio, circa 38.000 anni nel futuro. L’umanità ha colonizzato gran parte della galassia e governa un enorme impero chiamato Imperium dell’Uomo. L’Imperium si estende su circa un milione di pianeti (circa la stessa dimensione della Repubblica Galattica di Star Wars), ma non è una società pacifica o progressista. L’Imperium dell’Uomo è, credo, l’esempio più estremo di stato teocratico fascista mai presentato nella narrativa. Nella forma, nell’ideologia, nel funzionamento, è il logico punto di arrivo della politica in un mondo in cui la sopravvivenza della specie è l’unico valore morale raggiungibile.
L’Imperium ha una portata totalitaria. Non c’è aspetto della vita che non sia di suo interesse, non c’è angolo dell’esistenza che non sia sotto il suo controllo. La sua burocrazia, l’Adeptus Administratum, si estende per tutte le stelle. I governatori dei pianeti sono nominalmente autonomi, ma sono vincolati dagli editti di Terra, applicati da infiniti strati di scribi, impiegati ed esattori. La conformità è, letteralmente, una condizione di sopravvivenza.
L’Imperium è di natura teocratica. L’Imperatore, tenuto in vita in un’agonia perpetua sul Trono d’Oro, è venerato non solo come un sovrano, ma come un dio. L’Ecclesiarchia fa rispettare il Credo Imperiale, assicurandosi che ogni uomo, donna e bambino su un milione di mondi pieghi il ginocchio alla sua autorità divina. L’adorazione non è una devozione privata, ma un dovere pubblico. L’apostasia non è un errore intellettuale, è un tradimento. La fede è obbligatoria perché la fede è un’armatura contro le potenze rovinose.
L’Imperium è militarista nella sua essenza. L’Astra Militarum, la Guardia Imperiale, composta da innumerevoli miliardi di soldati comuni, combatte guerre infinite contro alieni, eretici e demoni. Gli Adeptus Astartes, i famosi Space Marine, sono i guerrieri d’élite dell’Imperium, ognuno frutto di manomissioni genetiche e indottrinamento spirituale, armi viventi impiegate per schiacciare ribellioni, guidare invasioni o annientare minacce xeno. La Marina mantiene il controllo del vuoto. L’Adeptus Mechanicus si occupa delle macchine da guerra, i cui sacerdoti tecnologici preservano i motori di un’età dell’oro passata che non comprendono più.
Nell’Imperium dell’Uomo non esiste il concetto di libertà individuale. Non c’è libertà di parola, né di coscienza, né di proprietà privata, anzi non ci sono diritti al di là del bisogno dell’Imperatore. L’Imperium è una distopia brutale dove trilioni di persone vivono e muoiono nella miseria.
E le forze dell’Imperium sono lebravi ragazzinelWH40Kuniverso.
Siamo i cattivi? No, non lo siamo.
La domanda che assilla la maggior parte dei nuovi arrivati aWarhammer 40.000è semplice: Dato che l’Imperium dell’Uomo è un regime fascista, teocratico e totalitario, questo non lo rende… malvagio?
Dal punto di vista dei nostri quadri morali moderni, la risposta è chiara. Un liberale laico che eleva l’individuo sulla collettività, i diritti sui doveri e la ragione sulla fede sarà respinto dall’Imperium. Un progressista egualitario sarà inorridito dal razzismo, dalla xenofobia, dalla misoginia e dalla gerarchia dell’Imperium. Persino un neo-reazionario che preferisce il trono e l’altare difficilmente potrebbe sostenere il totalitarismo genocida dell’Imperium. Secondo il metro di misura di ogni ideologia contemporanea, l’Imperium è indiscutibilmente orribile.
Ma ilWarhammer 40Kl’universo non è il nostro universo.WH40Knon ci offre un universo umanistico come quello del liberalismo secolare, dove la ragione, la tolleranza e il progresso porteranno inevitabilmente a un domani più luminoso. Né ci concede l’universo freddo e morto dell’ateismo materialista, in cui il cosmo è indifferente alla vita umana ma in ultima analisi conquistabile attraverso la scienza. Né ci regala l’universo eucatastrofico del cristianesimo, in cui le tenebre del mondo decaduto sono trafitte dalla grazia divina di Cristo, la cui redenzione attende i fedeli.
No, la visione del mondo dell’Imperium parte da una serie di fatti metafisici così terribili che farebbero disperare persino H.P. Lovecraft. La galassia del 41° millennio è un luogo ostile, e non nel senso astratto di competizione geopolitica. È piena di civiltà aliene che vedono l’umanità come una preda: gli Orchi, una razza di guerrieri geneticamente modificati che vivono per la guerra; i Tiranidi, bestie alveari extragalattiche che divorano tutta la biomassa sul loro cammino; i Drukhari o Eldar Oscuri, sadici razziatori che si nutrono del dolore dei prigionieri. Con questi nemici non si può negoziare, ragionare o comprare. Possono solo essere uccisi.
Ancora peggiore è il Warp, la dimensione parallela attraverso la quale è possibile viaggiare più velocemente della luce. Il Warp non è un mezzo neutrale; è un mare di correnti psichiche abitate da entità demoniache, gli Dei del Caos, che cercano solo la corruzione, il tormento e la distruzione finale di ogni vita senziente. Ogni psichico umano è una potenziale porta d’ingresso per queste entità. Immaginate se ogni volta che la ragazzina del film di Stephen KingCarrieSe la donna avesse usato la sua psicocinesi, avrebbe potuto permettere a Satana di annientare ogni forma di vita sulla Terra. Questa è la posta in gioco nelWH40Kuniverso. Ogni errore di vigilanza rischia un’incursione demoniaca, e ogni incursione demoniaca rischia l’annientamento omnicida. InWH40K,L’eresia non minaccia solo l’ordine sociale. Minaccia la realtà stessa.
In un universo di questo tipo, l’Imperium fa ciò che fa perché l’alternativa è l’annientamento. Impone l’ortodossia religiosa non perché cerca di controllare il pensiero per il suo bene, ma perché l’incredulità nell’Imperatore apre la porta a culti pericolosi, eresie e culto del Caos. Giustizia gli psyker non per sadismo, ma perché gli psyker non addestrati sono una minaccia esistenziale. Esige una fedeltà assoluta perché la fedeltà divisa è fatale.
La crudeltà dell’Imperium non è né gratuita né inutile; è strumentale e inevitabile. Gli agenti dell’Imperium non operano con la convinzione che tutti gli uomini debbano essere schiacciati per la gloria dell’Imperatore, ma con la consapevolezza oggettiva che senza unità e obbedienza non ci sarà umanità da salvare.
Questo rende l’Imperium malvagio? No, se si accetta la premessa metafisica dell’ambientazione, questo rende l’Imperium buono. In un universo di minacce implacabili e metafisicamente ostili, ciò che noi chiamiamo “tirannia” l’Imperium lo chiama “governo saggio”.
I tempi duri richiedono uomini duri. IlWH40KL’universo ha vissuto i momenti più difficili che si possano immaginare per oltre 10.000 anni. I suoi eroi sono gli uomini più duri che si possano immaginare.
Il resto di questo articolo contiene un’eresia di tale portata che la sua proliferazione potrebbe provocare un decreto di Exterminatus da parte dell’Inquisizione contro la famiglia Woe. Di conseguenza, è stato riservato ai soli abbonati paganti.
Se non sei d’accordo, probabilmente sei di sinistra…
L’analisi che ho fornito sopra sembra ovvia per me, e per la maggior parte delle persone di destra.Warhammer 40Ktifosi. Ma non è ovvio per il pubblico di sinistra del gioco. Se passate abbastanza tempo su X, Discord o Reddit, vedrete molti dibattiti accesi tra destra e sinistra sul fatto che l’Imperium of Man sia “buono” o “cattivo”.
Perché questo accade? In poche parole: i critici di sinistra non sono disposti a giudicare l’universo di Warhammer alle sue condizioni. Giudicano invece l’ambientazione utilizzando i moderni valori liberaldemocratici senza confrontarsi con le sue realtà metafisiche. Preferiscono schierarsi con i Tiranidi piuttosto che ammettere che il Dio-Imperatore ha ragione.
Nella storia,presentismosi riferisce all’interpretazione di eventi passati solo attraverso il nostro attuale quadro morale, invece di comprenderli nel loro contesto. Gli storici avvertono che questo distorce la comprensione, sostituendo la logica interna di una cultura con presupposti moderni. All’estremo opposto,contestualismo(o storicismo) cerca di interpretare i mondi passati o fittizi interamente nei loro termini. Ma portato all’estremo, questo rischia il relativismo morale, che implica che non ci sono motivi per giudicare perché “le cose sono andate così”.
Normalmente gli storici cercano di bilanciare presentismo e contestualismo. Questo è un approccio ottimale, perché gli storici operano all’interno di un’unica realtà condivisa in cui le leggi della natura e la natura umana non sono cambiate radicalmente. MaWarhammer 40Kè diverso: è un universo fittizio con fatti metafisici diversi. Le minacce dei demoni del Warp, del contagio psichico e della predazione aliena non negoziabile sono reali, non costruzioni sociali. Si può perdonare l’applicazione del presentismo quando si studia Roma; è irrazionale applicare il presentismo a un universo che non è il nostro.
L’applicazione del presentismo aWH40Kderiva dall’incapacità di impegnarsi inmodellazione contingente. Impegnarsi nella modellazione contingente significa immaginare una visione del mondo o un quadro morale come funzionerebbe in un diverso insieme di fatti contingenti. È l’abilità di ragionare sul fatto che “se X fosse vero, allora Y ne seguirebbe – anche se nel mio mondo X non è vero”. Per esempio:
“Se non avessi fatto colazione oggi, allora avrei fame – anche se oggi ho fatto colazione e quindi non ho fame”.
“Se fosse vero che anche un solo praticante religioso non regolamentato potrebbe permettere alle entità del Warp di entrare nella nostra dimensione e distruggere ogni essere vivente su un pianeta, ne conseguirebbe che i praticanti religiosi devono essere totalmente regolamentati per evitare che ciò accada, anche se nel mio mondo ciò non è vero”.
Sebbene siano perfettamente in grado di fare modelli contingenti, ad esempio sulla colazione, gli uomini di sinistra sono sorprendentemente incapaci di fare modelli contingenti sulla moralità. Non è una mia opinione; la loro relativa debolezza nella modellazione contingente di altri punti di vista è un fenomeno ben documentato. Per esempio, gli studi del professor Jonathan Haidt inLa mente rettadimostrano costantemente che i conservatori sono in grado di prevedere più accuratamente le risposte liberali ai dilemmi morali di quanto i liberali siano in grado di prevedere le risposte dei conservatori. I conservatori possono ragionare “se avessi dei valori liberali…”, ma i liberali non sono in grado di fare altrettanto bene.
Gli studiosi non sono d’accordo sul perché la sinistra non sia brava in questo. È perché la sinistra ha dominato il discorso così a lungo che non ha dovuto imparare a capire come pensa l’altra parte? Quelli di destra hanno dovuto imparare a capire quelli di sinistra solo per evitare di essere cancellati, se non altro. È una differenza di struttura cerebrale? I cervelli di destra rispondono presumibilmente ai segnali di pericolo con maggiore intensità, e la modellazione contingente del comportamento altrui è una preziosa abilità strategica di sopravvivenza quando si affrontano le minacce. È perché le persone di destra hanno un quadro morale più ampio che rende più facile per loro vedere altre opzioni morali? Ne è convinto Jonathan Haidt (per saperne di più).
La mia teoria è che le persone di sinistra non sono tanto consapevolmenteincapacedi impegnarsi in una modellazione contingente della moralità comenon volendoper farlo. Thomas Sowell e Stephen Pinker mi hanno convinto che la differenza fondamentale tra destra e sinistra sta nella loro visione della natura umana. La sinistra crede che la natura umana sianon vincolatoe quindi sia manipolabile che perfezionabile. La marcia del progresso è in definitiva un progressivo miglioramento della natura umana. I giusti credono che la natura umana siavincolatoe non può essere migliorato senza limiti. I tentativi di realizzare l’utopia di sinistra falliscono perché gli esseri umani non riescono a diventare il Nuovo Uomo Sovietico e devono invece essere mandati nei gulag. La modellazione contingente della moralità richiede intrinsecamente di accettare che possano esistere vincoli sulla natura umana imposti dalla realtà esterna. Riconoscere tali vincoli è un anatema per il sinistrismo. Quando gli si chiede di impegnarsi in una modellazione contingente sui vincoli, la maggior parte si impegna in quello che Orwell chiamava crimestop, ovvero bloccare istintivamente i pensieri non ortodossi prima che possano formarsi.
Forse la vera spiegazione è “tutto questo”. In ogni caso, il problema è abbastanza reale da manifestarsi anche nel lavoro di brillanti creatori di sinistra, che costruiscono mondi di fantasia con una logica interna che propende per la destra, per poi sorprendersi quando i fan interpretano i personaggi di destra del mondo come eroi (o criticano l’intera opera come fascista). Lo abbiamo visto in Alan Moore, inWatchmen,Verhoeven’sStarship Troopers,e più recentemente in AmazonL’uomo nell’alto castello.Purtroppo, anche gli stessi creatori di Warhammer sono vittime di questa situazione.
In Warhammer, l’Imperium è una civiltà costruita per sopravvivere a minacce metafisiche. Data la logica interna dell’ambientazione, le sue azioni nascono da una brutale necessità. Non riuscendo a capire che nel suo universo laImperiumè buonoè una prova di scarsa modellazione contingente, non un semplice disaccordo morale.
Ma potresti essere un libertario!
Una delle scoperte più interessanti del lavoro di Jonathan Haidt è che i libertari hanno un quadro morale completamente diverso da quello dei liberali e dei conservatori. Secondo Haidt, esistono sei fondamenti morali: cura, equità, lealtà, autorità, santità e libertà. I conservatori apprezzano tutti e sei i fondamenti. I liberali (moderni) apprezzano molto l’attenzione e l’equità, e in qualche modo la libertà, ma svalutano tutte le altre norme morali. I libertari danno valore alla libertà… e basta. I libertari devono, per forza di cose, condannare l’Imperium dell’uomo.
Ora, il libertarismo è un’elegante filosofia politica che ho sostenuto ardentemente per due decenni. Hoscritto ampiamentesu questo blogsul perchéAlla fine, con rammarico, ho abbandonato il libertarismo a favore delfisiocraziama dire che rimango profondamente affezionato al libertarismo è un eufemismo. Se credessi in un’utopia, l’utopia in cui crederei sarebbe quella libertaria. La sua promessa di un mondo in cui l’associazione volontaria, la proprietà privata e il principio di non aggressione (NAP) costituiscono il fondamento della prosperità umana mi entusiasma.
Ma è una visione del mondo che presuppone l’assenza di minacce innate e implacabili: perché il libertarismo funzioni, la coercizione deve essere rara e l’aggressione deve essere eccezionale, non sistemica.
IlWarhammer 40.000L’universo annienta questo assunto fin dall’inizio. Il principio di non aggressione crolla in una galassia in cui l’aggressione non è un vizio occasionale, ma una legge fondamentale della realtà. Gli Orchi sono geneticamente predisposti alla guerra. I Tiranidi esistono per consumare. I Drukhari compiono razzie non per necessità strategica, ma per nutrire i loro sadici appetiti. I culti del Caos sorgeranno sempre dove la volontà umana è incustodita. Non c’è “vivi e lascia vivere” nel 41° millennio; c’è solo “uccidi o sarai annientato”.
L’enfasi libertaria sulla libertà individuale è altrettanto insostenibile. Le tentazioni del Caos sono troppo grandi e insidiose. Nell’Imperium, la “libertà” di una singola persona di esplorare la propria curiosità spirituale o intellettuale potrebbe portare a un’incursione demoniaca e all’annientamento di un pianeta. Il Warp non è neutrale: è attivamente ostile. Permettere la libertà di coscienza o di culto equivale al tradimento.
L’Imperium stesso dipende da ciò che i libertari chiamerebbero atrocità. La sua sopravvivenza dipende dal sacrificio quotidiano di migliaia di psyker per alimentare il faro psichico dell’Imperatore, l’Astronomican. Questi psyker non sono volontari. Alcuni possono andare volontariamente, la maggior parte no. Ma senza la loro morte, i navigatori dell’Imperium sarebbero ciechi, le sue flotte perse, i suoi mondi isolati e l’umanità condannata. Non esiste una struttura libertaria che possa far quadrare il cerchio senza alterare la realtà metafisica dell’ambientazione.
Immaginate, per un momento, che Murray Rothbard sia posto a capo dell’Imperium. Si potrebbero attuare i principi libertari senza cambiare le regole dell’universo? La risposta è ovvia. A meno che non si riscriva in modo disonesto la natura del Caos, degli psyker e delle minacce xeno, l’Imperium di Rothbard avrebbe poche settimane prima di crollare nell’anarchia, nell’eresia e nella morte di massa.
Al contrario, il libertarismo funziona in contesti comeLucciolaperché questi universi hanno verità metafisiche diverse. InLucciolaL’Alleanza può anche essere corrotta, ma non sta affrontando un’invasione demoniaca, né possiede esseri umani di distruzione di massa i cui poteri minacciano l’ordine civile.1Il libertarismo prospera solo in mondi in cui la base dell’esistenza permette la cooperazione volontaria, non in cosmi in cui la sopravvivenza richiede una costante mobilitazione totale.
IlWarhammer 40KL’universo è un brutale esperimento di pensiero su ciò che accade alla teoria politica e morale quando la sopravvivenza dell’intera specie è permanentemente in gioco. In questo crogiolo, il libertarismo brucia, non perché sia moralmente sbagliato nel nostro mondo, ma perché è moralmente sbagliato nel loro.
L’OccidenteWarhammerMomento
Nel 2010, lo stratega della difesa Fred Iklé ha pubblicatoAnnientamento dall’internoUn libro di cui parlo raramente, ma su cui rifletto spesso. Iklé avvertiva in modo preveggente che la più grande minaccia alla civiltà moderna non sarebbe venuta necessariamente da eserciti stranieri o da rivali statali, ma dal decadimento interno che la tecnologia consente. Mentre le capacità distruttive degli individui aumentano, la capacità morale delle società di controllare o limitare tale potere non tiene il passo.
La lettura sobria della storia di Iklé è sgradita a qualsiasi vero credente nel progresso umano. Tuttavia, è una lettura accurata. La scienza si è mossa a un ritmo sempre più veloce, ma non il progresso morale. La conoscenza per distruggere, interrompere o destabilizzare sta diventando più economica, più accessibile e più potente. La percentuale di individui sociopatici disposti a sfruttare il potere per cattiveria è costante (si stima che sia l’1% della popolazione), mentre il numero assoluto sta salendo alle stelle.
Quando si misura la capacità distruttiva di un singolo individuo, dobbiamo esaminare due diversi fattori. Il primo fattore è la quantità di distruzione che può essere ottenuta da un singolo individuo utilizzando la migliore arma disponibile. Questo fattore è aumentato in modo esponenziale nel corso del tempo. Per esempio, nel 1500 d.C. un singolo soldato con un moschetto a pietra focaia poteva uccidere con facilità un altro uomo. Nel 1884, un uomo solo con una mitragliatrice poteva ucciderne decine. Nel 1918, un singolo individuo con esplosivi e gas velenosi poteva ucciderne centinaia. Nel 1964, un lupo solitario con una Special Atomic Demolition Munition (meglio nota come valigia nucleare) poteva ucciderne decine di migliaia. Oggi, un terrorista solitario che scatena un’arma biologica può uccidere centinaia di migliaia o milioni di persone. In futuro, un pazzo con un’arma nanotecnologica potrebbe distruggere tutto e tutti.
Nel grafico qui sotto, l’asse delle ordinate è logaritmico, quindi ogni passo in avanti corrisponde all’incirca a un ordine di grandezza.
Il secondo fattore è il costo corretto per l’inflazione della costruzione dell’arma di distruzione di massa. Nel 1945,Bambinocosto 9,3 miliardi di dollarieucciso 140.000, con un costo per decesso di 66.000 dollari. Nel 1964, ilIl costo del SADM è di circa 0,61 milioni di dollari.epotrebbe uccidere 20.000per un costo per decesso di 30 dollari. Nel 1993, 100 kg di antrace aerosolizzato costavanomeno di 0,1 milioni di dollariche richiedono solo un team di cinque biologi e attrezzature di laboratorio prontamente disponibili, epotrebbe uccidere 130.000 personea 1.400.000per un costo per decesso compreso tra 0,77 e 0,08 dollari. Nel 2025, un laboratorio fai-da-te in garage con CRISPRpuò essere acquistato per meno di 10.000 dollarie usato per creare una pandemia ingegnerizzata che potrebbe uccidere 10.000.000 o più di persone, per un costo per decesso di 0,001 dollari. Nel grafico log-log sottostante, il costo per morte precipita di oltre 4 ordini di grandezza in 80 anni.
Nel 2025, il PIL pro capite ha superato i 15.000 dollari a persona, il che significa che per la prima volta nella storia il reddito annuo di una persona media è sufficiente per costruire armi in grado di uccidere 10 milioni di persone.
Nel complesso, si tratta di grafici molto sgradevoli da contemplare. Anche se la sociopatia rimane biologicamente costante, laassolutoIl numero di persone potenzialmente catastrofiche aumenta di pari passo con la popolazione globale. Se a questo si aggiungono l’impennata delle uccisioni per persona, l’aumento della ricchezza per persona e il crollo delle curve del costo per uccisione che abbiamo tracciato in precedenza, il rischio di “annientamento dall’interno” cresce non solo in modo esponenziale, ma super-esponenziale.È un titolo di hockey su un diagramma logico.
Questo grafico ci dice in modo piuttosto brutale qualcosa che nessuno di noi vuole sentire.Se non stiamo già vivendo nel mondo diWarhammer 40K,ci siamo molto vicini.È solo che invece di essere messi in pericolo da psyker disonesti che creano demoni del Caos, siamo messi in pericolo da terroristi scientifici (o scienziati terrificanti) che creano armi di distruzione di massa.
Potrebbe anche essere peggio di così. Potremmo essere messi in pericolo da chiunque abbia accesso a un master. Il premio Nobel Geoff Hinton, il padrino dell’IA, sostiene che le conoscenze necessarie per progettare armi chimiche e biologiche diventano facilmente disponibili a chiunque abbia accesso a un modello di frontiera. A differenza di un testo di chimica o di una relazione di laboratorio di biologia, un LLM può guidare l’aspirante bioterrorista passo dopo passo. In questa intervista l’autore parla diffusamente di questo pericolo:
O almeno così affermano il Dr. Hinton e altri condannatori dell’IA. Non cercherò nemmeno di modellare questo aspetto visivamente, perché mostra solo una linea verticale in cui moriremo tutti entro i prossimi anni.2
Il Dio-Imperatore è pregato di recarsi alla corsia 2? .
Mi sembra indiscutibile che Fred Iklé abbia ragione. Possiamo cavillare sull’esatto costo per decesso, o sul numero esatto di persone in grado di scatenare il caos, e così via. Ma la linea di tendenza è chiara e il rischio è reale.
Sembra anche indiscutibile che l’élite al potere in Occidente sia consapevole della situazione. Hanno letto anche Fred Iklé; probabilmente hanno letto molti interessanti briefing riservati che fanno sembrare la visione del mondo di Fred Iklé nobile.
La risposta che hanno scelto è chiara: stabilireun panopticon tecno-totalitario di sorveglianza, controllo e restrizione.Dal rilevamento biometrico alla polizia predittiva, dalla censura digitale al controllo centralizzato dei dati, l’equivalente terrestre dell’Inquisizione dell’Imperium si sta costruendo a rotta di collo. L’élite occidentale intende costruire – e sta costruendo – un sistema in cui nulla sfugge allo sguardo vigile dello Stato. L’accelerazione è stata particolarmente visibile nell’ultima settimana. (Per coloro che non si sono tenuti aggiornati, ho fatto assemblare a Google Gemini questo white paper sull’argomento..)
Di fronte allo stesso problema dell’Imperium dell’Umanità, i nostri leader oligarchici stanno adottando la stessa soluzione. Abbiamo già visto cheWH40K’Imperium è una distopia sgradevolmente cupa. Un nostro Imperium sarebbe ancora peggiore, perché non abbiamo nemmeno un Dio-Imperatore immortale e benevolo che ci guidi. Il nostro candidato principale si è dimostrato fin troppo umano nei suoi fallimenti… e non ci sarà per 10.000 anni.
Recenti prove suggeriscono che il presidente Donald Trump non è in realtà una divinità immortale con poteri quasi onnipotenti e la saggezza necessaria per guidare l’umanità per 10 millenni.
Per quanto riguarda l’Altro Lato, la loro élite ha più in comune con gli Eldar Oscuri che con il Dio Imperatore. Uno stato tecno-totalitario governato dai tirapiedi del Caos addestrati da Soros sarà persino peggiore dell’Imperium dell’Uomo Arancione. Chiamerebbero “discorso d’odio” anche solo riferirsi ad esso come all’Imperium.dell’uomoperché ciò offenderebbe gli altri 42 generi in cui credono.
Cosa fare di fronte a questa realtà?
Non è sufficiente fingere che la minaccia non esista. Per quanto allettante possa essere, farlo significherebbe cadere in preda allo stesso fallimento della modellazione contingente che ho giustamente criticato in precedenza.
La tecnologia sta avanzando, che ci piaccia o no. Ho un amico che una volta ha acquistato attrezzature di laboratorio di seconda mano su eBay e le ha usate per impiombare i geni dei ragni nei bachi da seta, producendo bachi in grado di filare la seta di ragno (sì, ha brevettato il processo e ha lanciato un’azienda). Gli ho chiesto cosa gli avrebbe impedito di usare le stesse attrezzature per creare un agente patogeno mortale. La sua risposta è stata semplice: “Credo di non essere un sociopatico”.
Ma ci sono anche i sociopatici. E ci sono zeloti, nichilisti e opportunisti. Quando creare armi biologiche diventerà facile come creare virus informatici “per divertimento”, cosa succederà? La distruzione reciproca assicurata ha funzionato per fermare la guerra nucleare tra grandi potenze. Non funzionerà in questo caso, perché non si può dissuadere uno psicopatico suicida che è disposto a morire per ucciderti. Il possesso diffuso di armi da fuoco scoraggia la violenza delle armi da fuoco. Ma il possesso diffuso di mezzi terroristici non scoraggia il terrorismo, lo aumenta.
Warhammer 40Kè sì una finzione, ma è anche un avvertimento. Immagina una civiltà bloccata in un’emergenza permanente, dove lo Stato assume un potere assoluto perché la minaccia è assoluta.
Come sopravvive una società libera quando la capacità di distruzione diventa onnipresente? La migliore risposta dell’Imperium è il totalitarismo teocratico. La risposta dell’élite occidentale è il tecno-totalitarismo. Qual è la nostra risposta migliore?
Non lo so. So solo che ne abbiamo bisogno. In futuro potrei discutere alcune delle alternative possibili al panopticon globalista, valutandone i pro e i contro. Per ora, vi invito solo a contemplare l’annichilimento sull’Albero dei Guai.
A scanso di equivoci, non sto suggerendo che dovremmo accettare la sorveglianza globale dello Stato. Sto suggerendo che dobbiamo pensare bene a delle alternative praticabili, perché se non lo facciamo, otterremo uno Stato tecno-totalitario, che sarà accolto dalle masse come necessario per la loro sicurezza.
Storicamente, le forze di occupazione tedesche furono le prime grandi potenze a creare e riconoscere una qualche forma di indipendenza, seppur di breve durata, dello Stato “ucraino”. Ciò avvenne nel gennaio 1918, durante la rivoluzione bolscevica anti-russa del 1917-1921, da loro ispirata e sostenuta. Dobbiamo tenere presente che fino alla rivoluzione del febbraio/marzo 1917 nella Russia imperiale, le potenze centrali riuscirono a occupare i territori orientali della Curlandia, della Lituania, della Polonia e della Romania. Tuttavia, nel 1918, la linea dei territori occupati al fronte orientale fu spostata molto più a est, includendo la Bessarabia, l’Ucraina, la Crimea, la Russia Bianca, la Livonia e l’Estonia (comprese Rostov sul Don, Novorossijsk, Novočerkassk, Harkov, Minsk, Pskov, Reval e Helsingfors) [Direttore generale, Marco Ausenda, Nuovissimo Atlante Storico Mondiale, Milano: Touring Club Italiano, 2001, 128‒129]. In breve, lo Stato ucraino creato e protetto dalla Germania fu, per la prima volta nella storia, un’entità politica con confini più o meno definiti che si costituì con il nome di Ucraina. Pertanto, fino a quel momento, il termine puramente geografico “Ucraina” (“terra di confine” tra Polonia e Russia) si trasformò in un’entità politica e persino in una nazione.
Tuttavia, dopo essere state rioccupate dall’Armata Rossa bolscevica, le parti orientali e meridionali dell’attuale territorio dell’Ucraina (o Grande Ucraina) entrarono a far parte dell’URSS nel 1922 come Repubblica Socialista Sovietica separata (senza la penisola di Crimea). La parte occidentale dell’Ucraina post-1945 fu annessa alla Polonia nel periodo tra le due guerre mondiali. Per quanto riguarda la penisola di Crimea, territorio “conteso” tra Ucraina e Russia, è importante notare che secondo il censimento sovietico del 1926 (il primo censimento organizzato nell’URSS), la maggioranza della popolazione era di etnia russa (382.645). Il secondo gruppo etnico più numeroso era quello dei tartari (179.094).
In realtà, V. I. Lenin (di etnia non russa) deve essere considerato il vero padre storico dello Stato ucraino, ma anche della nazione ucraina contemporanea. L’Ucraina era la repubblica sovietica più fertile dal punto di vista agricolo, ma fu particolarmente colpita dalla politica economica di J. V. Stalin (di etnia georgiana, non russa!) negli anni ’30 (NEP), che trascurò la produzione agricola a favore della rapidità dell’industrializzazione del paese, secondo l’ideologia politico-economica del marxismo-leninismo. Il risultato fu una grande carestia (Holodomor) con circa sette milioni di morti, ma la maggior parte di loro erano di origine etnica russa e non ucraina, la cui maggioranza viveva all’epoca nella Polonia occidentale, come la Galizia (con Leopoli/Lviv/Lavov/Lemberg/Leopoli/), ecc., cioè non inclusa nell’URSS. Inoltre, nella Polonia tra le due guerre, la nazionalità etnica ucraina non era riconosciuta.
Il territorio dell’Ucraina sovietica tra le due guerre comprendeva le città di Kiev/Kyiv, Vinnica/Vinnytsia, Aleksandrovsk/Zaporož’e, Juzovka/Stalin/Stalino, Vorošilovgrad, Harkov/Kharkiv, Nikolaev, Odessa, ecc. I tre insediamenti urbani più grandi erano Kiev, Odessa e Harkov [Direttore generale, Marco Ausenda, Nuovissimo Atlante Storico Mondiale, Milano: Touring Club Italiano, 2001, 130].
Il territorio dell’attuale Ucraina fu devastato durante la seconda guerra mondiale dalle forze di occupazione naziste tedesche dal 1941 al 1944, sostenute da gruppi criminali e fantoccio attorno a S. Bandera (1900-1959), sotto i quali fu commesso il genocidio di polacchi, ebrei e russi [su Stepan Bandera, vedi: Grzegorz Rossoliński-Liebe, Stepan Bandera: The Life and Afterlife of a Ukrainian Nationalist. Fascism, Genocide, and Cult, Stoccarda, ibidem, 2014]. Ad esempio, la milizia ucraina (12.000 uomini) partecipò direttamente all’olocausto del 1942 di circa 200.000 ebrei della Volinia insieme a 140.000 poliziotti tedeschi. I killer di massa di etnia ucraina impararono il mestiere dai tedeschi e applicarono le loro conoscenze anche sui polacchi [Timothy Snyder, Tautų rekonstrukcija: Lieuva, Lenkija, Ukraina, Baltarusija 1569−1999, Vilnius: Mintis, 2009, 183]. La storiografia polacca odierna sostiene che almeno 200.000 polacchi furono sterminati dalla milizia ucraina durante la Seconda guerra mondiale.
J. V. Stalin e l’Ucraina
Dopo la guerra, J. V. Stalin, sostenuto dal membro del partito ucraino N. Khrushchev, deportò circa 300.000 ucraini dalla loro patria con l’accusa di aver collaborato con il regime nazista durante la guerra e di aver partecipato al genocidio commesso dai nazionalisti armati e dai criminali di guerra di S. Bandera. Ciò fu fatto affinché quegli ucraini non subissero ritorsioni per i loro crimini. Tuttavia, dopo la guerra, gli ucraini sono stati direttamente ricompensati da Mosca per la loro collaborazione con i tedeschi e la partecipazione al genocidio organizzato da S. Bandera, poiché le terre della Transcarpazia, della Moldavia costiera (Bessarabia), la Galizia polacca e parte della Bucovina rumena nel 1945, seguite dalla Crimea nel 1954, furono annesse alla Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, nonostante il fatto che in molte di queste regioni gli ucraini etnici non esistessero o fossero in minoranza e che queste regioni non fossero mai appartenute all’Ucraina geografica. Questi territori, che non hanno mai fatto parte di alcun tipo di Ucraina e non sono sostanzialmente popolati da ucraini etnico-linguistici, sono stati inclusi nell’Ucraina sovietica principalmente a causa dell’attività politica del più forte gruppo dirigente del partito ucraino nell’URSS, N. Khrushchev, una persona che ha ereditato il trono di J. V. Stalin a Mosca nel 1953.
In questo caso, il parallelo con la Croazia è assoluto: i croati hanno commesso un genocidio contro serbi, ebrei e rom sotto il regime di A. Pavelić (una versione croata di S. Bandera) durante la seconda guerra mondiale sul territorio dello Stato Indipendente di Croazia, e nel dopoguerra la Croazia (Repubblica Socialista) è stata assegnata da un dittatore croato-sloveno della Jugoslavia, J. B. Tito, con le terre dell’Istria, delle isole adriatiche e di Dubrovnik, tutte zone che prima della seconda guerra mondiale non avevano mai fatto parte di uno Stato croato.
Scioglimento dell’URSS e l’Ucraina post-sovietica
La politica del segretario generale del Partito Comunista Sovietico M. Gorbachev di scioglimento deliberato e graduale dell’URSS dopo il vertice di Reykjavik (Islanda) o l’incontro bilaterale con il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan l’11-12 ottobre1985, causò una rinascita del nazionalismo etnico degli ucraini, che proclamarono l’indipendenza il 24 agosto 1991 (confermata con un referendum il 1° dicembre 1991 solo da coloro che non lo boicottarono) sulla scia del colpo di Stato militare anti-Gorbaciov a Mosca, che (ab)usò della situazione politica di paralisi del governo centrale del Paese. Tuttavia, l’indipendenza dello Stato ucraino fu proclamata e successivamente riconosciuta a livello internazionale entro i confini di una Grande Ucraina stalinista-hrushcheviana, con almeno il 20% della popolazione di etnia russa che viveva in un’area compatta nella parte orientale del Paese e costituiva la maggioranza qualificata (2/3) della popolazione della Crimea. In verità, va chiaramente affermato che una Grande Ucraina sovietica e post-sovietica ha annesso alcuni territori etnico-storici di tutti i suoi vicini e, quindi, potenzialmente può essere o è già in conflitto politico.
Gli anni successivi hanno visto l’acuirsi delle divisioni con la vicina Russia, con il principale obiettivo politico di Kiev (Kyiv) di impegnarsi il più possibile nell’ucrainizzazione (assimilazione) dei russi etnici (simile alla politica di croatizzazione dei serbi etnici in Croazia orchestrata dal governo neonazista di Zagabria guidato dal dottor Franjo Tuđman negli anni ’90). Allo stesso tempo, la maggioranza russa in Crimea chiedeva costantemente la riunificazione della penisola con la Madre Russia, ma ottenne solo uno status autonomo all’interno dell’Ucraina, un paese che non aveva mai considerato la sua patria naturale e storica (a titolo di confronto, gli albanesi del Kosovo godevano all’interno della Serbia socialista e della federazione jugoslava di un livello di autonomia nazionale più elevato rispetto alla Crimea all’interno dell’Ucraina). Gli ucraini di etnia russa erano sempre più insoddisfatti delle condizioni in cui vivevano dal 1998-2001, quando il sistema fiscale ucraino era crollato, rendendo il governo centrale di Kiev incapace di pagare gli stipendi e le pensioni ai propri cittadini. L’organizzazione statale ucraina, molto debole, era infatti diventata incapace di funzionare normalmente (“Stato fallito”) e, di conseguenza, non aveva il potere di impedire una serie di omicidi politici seguiti da proteste popolari, anch’esse fortemente ispirate dal declino economico del Paese [sulla storia dell’Ucraina e degli ucraini, per ulteriori informazioni e confronti, si veda: Andrew Wilson, The Ukrainians: Unexpected Nation, New Heaven: Yale University Press, 2009; Serhii Plokhy, The Gates of Europe: A History of Ukraine, New York: Basic Books, 2015; Anna Reid, Borderland: A Journey Through the History of Ukraine, New York: Basic Books, 2015].
Storiografia nazionalista ucraina
In realtà, va sottolineato che la storiografia ucraina della storia del proprio territorio e del proprio popolo è estremamente nazionalista e, in molti casi, non obiettiva come molte altre storiografie nazionali. È fondamentalmente influenzata dalla politica e ha come obiettivo principale quello di presentare gli ucraini come una nazione etnico-linguistica naturale che ha lottato storicamente per creare uno Stato nazionale indipendente e unito e che rivendica ingiustificatamente alcuni territori come etnico-storicamente “ucraini”.
Uno degli esempi tipici di questa tendenza a riscrivere la storia dell’Europa orientale secondo un quadro nazionalistico e politicamente corretto è, ad esempio, il libro di Serhy Jekelčyk sulla nascita della nazione ucraina moderna, in cui, tra altri fatti quasi storici basati su eventi autointerpretati, si scrive che l’URSS nel 1939-1940 annesse alla Polonia e alla Romania la “terra dell’Ucraina occidentale” [Serhy Jekelčyk, Ukraina: Modernios nacijos gimimas, Vilnius: Baltos lankos, 2009, 17]. Tuttavia, questa “terra dell’Ucraina occidentale” non ha mai fatto parte di alcun tipo di Ucraina prima della seconda guerra mondiale, poiché l’Ucraina come Stato o provincia amministrativa non è mai esistita prima che V. I. Lenin creasse una Repubblica Socialista Sovietica Ucraina (nel 1922) all’interno dell’URSS, ma a quel tempo senza la “terra dell’Ucraina occidentale”, poiché non faceva parte dell’URSS (era diventata parte della Polonia). Inoltre, gli ucraini non vivevano o erano solo una minoranza su questa terra, il che significa che l’Ucraina non aveva nemmeno diritti etnici sulla maggior parte della “terra dell’Ucraina occidentale”.
Ancora oggi, circa la metà del territorio dell’Ucraina non è popolata dagli ucraini, che costituiscono la maggioranza della popolazione. Inoltre, in alcune regioni non ci sono affatto ucraini. Pertanto, la questione fondamentale è diventata: su quali principi sono stati tracciati i confini dell’Ucraina? In linea di principio, almeno per quanto riguarda il Vecchio Continente (l’Europa), esistevano due principi fondamentali o modelli per la creazione dello Stato “nazionale”: quello storico e quello etnico. Tuttavia, in diversi casi, questi due modelli sono stati combinati in una certa misura. Ciononostante, per quanto riguarda l’Ucraina, nessuno di questi due modelli principali è stato applicato in forma significativa. Di conseguenza, l’Ucraina è diventata uno dei tipici esempi di creazione “artificiale”, esistente in quanto tale grazie a progetti geopolitici di alcune grandi potenze dell’epoca.
Un altro esempio dell’errata interpretazione nazionalistica della storiografia ucraina si trova in una brochure accademica sulla residenza del metropolita di Bukovina, pubblicata nel 2007 dall’Università Nazionale di Chernivtsi. Nella brochure si legge che questa università è “…una delle più antiche università classiche dell’Ucraina” [Il complesso architettonico della residenza del metropolita della Bucovina, Chernivtsi: Università Nazionale Yuriy Fedkovych di Chernivtsi, 2007, 31], il che è vero solo dal punto di vista politico attuale, ma non da un punto di vista storico-morale. L’università si trova infatti nella Bukovina settentrionale, annessa alla monarchia asburgica nel 1775. Dal 1786 il territorio era amministrato dal distretto di Chernivtsi in Galizia e, cento anni dopo l’annessione della Bukovina alla monarchia, il 4 ottobre 1875 (giorno dell’onomastico dell’imperatore) fu inaugurata la Franz-Josephs-Universität. In altre parole, l’origine dell’università nel suo complesso non ha nulla a che vedere con l’Ucraina storica e/o con gli ucraini etnici, poiché prima del 1940 essa si trovava al di fuori del territorio amministrativo dell’Ucraina, quando l’intera Bukovina settentrionale, il 13 agosto, fu annessa all’URSS in base al patto Hitler-Stalin (o patto Ribbentrop-Molotov) firmato il 23 agosto 1939 [Ibid.].
Pertanto, due famigerati banditi (uno nazista e l’altro bolscevico) decisero di trasferire la Bucovina settentrionale all’URSS e, dopo la seconda guerra mondiale, il territorio entrò a far parte della Grande Repubblica Socialista Sovietica Ucraina (di Stalin). Tuttavia, mentre i nazionalisti ucraini sostengono che la “Russia” (in realtà l’URSS anti-russa) abbia occupato l’Ucraina, l’annessione della Bucovina settentrionale e di altri territori della Polonia, della Cecoslovacchia e della Romania nel 1940 è per loro un atto legittimo di giustizia storica compiuto dalla stessa “Russia” (cioè l’URSS). Qui dobbiamo notare che, secondo lo stesso patto, anche i territori degli Stati indipendenti di Lituania, Lettonia ed Estonia furono annessi dall’URSS, cosa che i loro storici e politici considerano un’occupazione, ovvero un atto (illegale) di aggressione che viola il diritto internazionale e l’ordine legittimo nelle relazioni internazionali. Ciononostante, essi non hanno mai accusato l’Ucraina di aver fatto lo stesso riguardo ai territori occupati dai suoi tre vicini occidentali nel 1940/1944 [vedi, ad esempio: Priit Raudkivi, Estonian History in Pictures, Tallinn: Eesti Instituut, 2004 (senza numerazione delle pagine); Arūnas Gumuliauskas, Lietuvos istorija (1795−2009), Šiauliai: Lucilijus, 2010, 279−295]. La Lituania, inoltre, all’interno dell’URSS di J. V. Stalin fu “giustificatamente” ampliata territorialmente con il Memelland tedesco e la regione polacca di Vilnius (“Lituania centrale”/“Litwa Śródkowa”). L’intera parte orientale dell’attuale Lituania, compresa Vilnius, fu ceduta alla Lituania da Mosca con un decreto speciale il 10 ottobre 1939 e il 26 ottobre l’esercito lituano (con elmetti tedeschi) marciò su Vilnius [Tomas Venclova, Vilnius. City Gide, Vilnius: R Paknio leidykla, 2012, 57, 61]. Qualcosa di simile accadde anche con l’Ucraina nel 1944/1945.
L’anno 1654
L’assimilazione politica di alcuni gruppi etnico-linguistici slavi separati in Ucraina era ed è uno degli strumenti standardizzati per la creazione e il mantenimento dell’identità nazionale ucraina nel XX secolo. Il caso più brutale è quello dei ruteni (rusini), che sono stati semplicemente proclamati ucraini storici conosciuti con tale nome fino alla seconda guerra mondiale. La loro terra, che nel periodo tra le due guerre faceva parte della Cecoslovacchia, fu annessa dall’URSS alla fine della seconda guerra mondiale e inclusa nella Grande Ucraina Sovietica. Fu semplicemente ribattezzata da Ruthenia a Ucraina subcarpatica. Tuttavia, i ruteni e gli ucraini sono due gruppi etnico-linguistici slavi distinti, riconosciuti come tali, ad esempio, nella provincia autonoma serba della Vojvodina, dove la lingua rutena (rusina) è persino standardizzata e studiata insieme alla filologia e alla letteratura rutena in un dipartimento separato dell’Università di Novi Sad. Purtroppo, la posizione dei ruteni in Ucraina è ancora peggiore rispetto a quella dei curdi in Turchia, poiché il processo di assimilazione dei ruteni è molto più rapido e efficace rispetto a quello dei curdi.
Dall’attuale prospettiva della crisi ucraina e in generale dal punto di vista della risoluzione della “questione ucraina”, va notato un fatto storico molto importante: una parte dell’attuale Ucraina orientale è stata legalmente incorporata nell’Impero russo nel 1654 a seguito della decisione dell’atamano locale del territorio di Zaporozhian, Bohdan Khmelnytsky (1595-1657 circa), sulla base di una rivolta popolare contro l’occupazione polacco-lituana (cattolica romana) dell’Ucraina scoppiata nel 1648 [Alfredas Bumblauskas, Senosios Lietuvos istorija, 1009-1795, Vilnius: R. Paknio leidykla, 2007, 306; Jevgenij Anisimov, Rusijos istorija nuo Riuriko iki Putino: Žmonės. Įvykiai. Datos, Vilnius: Mokslo ir enciklopedijų leidybos centras, 2014, 185−186]. Ciò significa che il nucleo dell’attuale Ucraina (l’Ucraina propriamente detta) si è unito volontariamente alla Russia, sfuggendo così all’oppressione cattolica romana polacco-lituana. Di conseguenza, il territorio governato da B. Khmelnytsky deve essere considerato, da un punto di vista storico, come la patria di tutta l’Ucraina attuale, la patria che già nel 1654 aveva scelto la Russia.
Dr. Vladislav B. Sotirovic
Ex professore universitario
Ricercatore presso il Centro di studi geostrategici
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I russi – Putin, Lavrov e altri alti funzionari – sono stati estremamente pazienti, per non dire a lungo sofferenti, quando si è trattato di provocazioni militari sconsiderate e retorica esagerata da parte degli anglo-sionisti. Ora Trump sta rendendo estremamente ovvio che quando ha detto alla Corte Suprema che aveva bisogno di imporre dazi al mondo a causa di un’emergenza di deficit, li stava completamente manipolando. I dazi riguardano solo marginalmente il deficit. La mia ipotesi è che ci siano tre voti garantiti alla Corte Suprema contro il permesso al Presidente di mentire loro in questo modo, e che quando i casi sui dazi arriveranno alla Corte Suprema è del tutto possibile che a quei tre se ne aggiungano almeno altri due che riconosceranno che i dazi devono essere votati dal Congresso.
I dazi sono chiaramente intesi come una mazza per disgregare i BRICS, costringendo così il resto del mondo a baciare il culo a Re Dollaro per sempre. Questo è il significato dell’accorciamento della “scadenza” delle sanzioni/dazi da 50 a 10 giorni. Nel bel mezzo dei negoziati con Cina e India, Trump ha annunciato sanzioni nei loro confronti se non abbandonano la Russia, ovvero se non partecipano alla disgregazione dei BRICS. Sia la Cina che l’India, unite dal Brasile, stanno dicendo a Trump di farsi da parte, e hanno carte forti da giocare.
Questo, unito all’imminente sconfitta di Trump in Ucraina, ha messo Trump di cattivo umore e, come se ce ne fosse bisogno, lo ha portato a ingaggiare una discussione verbale molto sconsiderata con Dmitry Medvedev (Putin sta semplicemente ignorando le dichiarazioni di Trump a questo punto). Il risultato sembra essere un segnale da parte russa che sta finalmente perdendo la pazienza.
DD Geopolitica @DD_Geopolitica
 Trump attacca duramente India e Russia , affermando che “non gli importa cosa fa l’India con la Russia” e definisce le loro economie “morte”.
Poi minaccia Medvedev e lo avverte che sta “entrando in un territorio molto pericoloso”.
23:28 · 30 lug 2025
Ciò ha spinto Medvedev a rispondere così:
DD Geopolitica @DD_Geopolitica
Dmitry Medvedev ha risposto a Donald Trump:
“In merito alle minacce di Trump nei miei confronti sulla sua rete personale Truth Social, alla quale ha vietato l’utilizzo nel nostro Paese:
Se poche parole di un ex presidente russo provocano una reazione così nervosa nel presunto potente presidente degli Stati Uniti, allora significa che la Russia ha assolutamente ragione e continuerà sulla strada scelta.
E per quanto riguarda il discorso sulle “economie morte” di India e Russia o sull'”ingresso in territorio pericoloso”, lasciate che ricordi i suoi film preferiti sui “morti che camminano” e anche quanto possa essere pericolosa la mitica “Mano Morta”.
02:00 · 31 lug 2025
Scott Ritter spiega di cosa sta parlando Medvedev: la Mano Morta:
https://x.com/i/status/1950839900112371771
Scott Ritter @RealScottRitter
IL PERICOLOSO SCAMBIO DI PAROLE TRA TRUMP E MEDVEDEV
Mentre la retorica si fa più accesa, dobbiamo essere consapevoli delle conseguenze.
Il duro scambio di battute tra il presidente Trump e l’ex presidente Medvedev sottolinea quanto siano diventati pericolosi i rapporti sempre più deteriorati tra Stati Uniti e Russia.
Le minacce promulgate non sono vane.
Il presidente Trump è rimasto affascinato dalla soluzione israeliana “Nasrallah”: la decapitazione della leadership e la rottura dei quadri intermedi, progettate per provocare il rapido collasso di un governo/sistema.
È stato tentato, ma è fallito, in Iran.
Ma Trump è consigliato dai russofobi, convinti che gli Stati Uniti possano attuare con successo un piano del genere contro la Russia.
Questo piano inizia con le sanzioni, come tutti i piani simili.
Si conclude con un attacco di decapitazione su Mosca.
Credo che Scott abbia assolutamente ragione nel dire che questa conversazione tra Trump e Putin, presumibilmente avvenuta durante la presidenza Trump e Putin durante la presidenza Trump 1.0, è una pura invenzione, una pura fantasia. Ma rivelare tali fantasie ai propri interlocutori geopolitici è imprudente e pericoloso:
La conversazione immaginata da Trump con Putin, in cui minacciava di “bombardare Mosca a tappeto”, è indicativa del pensiero del Presidente a questo proposito.
L’attacco di decapitazione preferito viene effettuato utilizzando bombardieri B-52 che lanciano missili da crociera, accompagnati da missili Trident lanciati da sottomarini di classe Ohio operanti al largo delle coste della Russia, consentendo una traiettoria di volo più piatta e tempi di volo più brevi.
Il commento di Medvedev sulla “Mano morta” indica che la Russia è ben consapevole dei piani di Trump.
Il “Dead Hand”, o sistema Perimeter, è un meccanismo/piano di sicurezza di lunga data che garantisce una rappresaglia nucleare su vasta scala nel caso in cui una nazione sia così sciocca da tentare un attacco di decapitazione.
Risale all’epoca sovietica, quando uno speciale reggimento di missili SS-20 era dotato di dispositivi di trasmissione radio al posto delle testate nucleari. Questi missili venivano lanciati trasmettendo codici di lancio che avrebbero indirizzato tutte le armi nucleari strategiche ai loro obiettivi, anche se Mosca fosse stata distrutta.
Non si trattava di teoria: nel mio libro Disarmament in the Time of Perestroika , descrivo come i sovietici trasferirono questa capacità al sistema SS-25, una volta eliminato l’SS-20 in base al trattato INF.
Oggi questa missione è gestita da un reggimento speciale di missili SS-27.
Ci sono altri componenti della “Mano Morta”.
Il fatto che Medvedev ne abbia parlato è un promemoria non proprio gentile rivolto a Trump e ai suoi pianificatori: pensare a un attacco preventivo con decapitazione contro la Russia è un suicidio.
Speriamo che questo messaggio arrivi.
Altrimenti, l’allusione a “The Walking Dead” fatta da Medvedev sarà il futuro degli Stati Uniti e del mondo.
06:44 · 31 lug 2025
A sette mesi dall’inizio del Trump 2.0, sembra proprio che la Russia si stia stufando di Trump. Non è una buona cosa. È pericolosa, perché sta spingendo la Russia alla conclusione che l’aggressione anglo-sionista possa essere fermata solo con una seria punizione.
Larry Johnson ha pubblicato due immagini che la dicono lunga sulla posizione di Trump, che continua ad ascoltare fanatici e idioti. Le immagini parlano da sole:
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