Micropolitica e macroillusioni, di Vincenzo Cucinotta
Quando guardo a quella micropolitica che si agita nelle acque torbide della nostra derelitta patria, non vi leggo nulla che possa essere di minimo interesse per il popolo italiano, tutto confinato dentro i meccanismi autonomi di un mondo di mediocri politicanti nostrani che apparecchiano la tavola per loro stessi e per il circo mediatico che li controlla e li parassita totalmente.
Se però consideriamo i padrini dei vari protagonisti, allora viene da chiedersi oggi, nel dopo-Trump, dove si collochi la faglia tra UE a guida tedesca ove si schierano Conte, ma anche lo stesso Mattarella e certamente quel Gualtieri che alla fine riassume in pieno la vacuità dei politicanti italiani, e pro-dem USA rappresentata sicuramente da Renzi e chissà quanti altri.
Siamo stati abituati a vedere un contrasto aspro e palese tra gli USA di Trump e la UE della Merkel, andato avanti senza che nessuno si curasse di occultarlo, ma a livello geopolitico sembrava abbastanza ovvio vedere una sostanziale comunanza tra i dem USA e la UE. Qui in Italia però, vediamo i riflessi chiari di un contrasto che magari non sarà un vero e proprio scontro tra il Renzi tornato con ordini freschi freschi dagli USA e un Conte che ovviamente deve tutta la sua fortuna a un Mattarella che lo ha fin qui coperto totalmente scoraggiando il PD dal procedere contro il PdC.
Non è del resto un caso che Conte resista così tenacemente a Renzi rifiutandosi di cedere la delega ai servizi segreti, come se si aspettasse uno sgambetto da quelle parti lì. Se consideriamo la lunga tradizione di sottomissione dei nostri servizi agli USA fino a farne quasi una succursale della CIA, è evidente che c’è da parte dei dem USA se non una vera e propria ostilità, una forte diffidenza verso Conte e forse verso la parte che lo sostiene così fermamente.
Naturalmente, non mi sento di escludere che Renzi abbia semplicemente ottenuto dal circolo Clinton il permesso di giocarsi le carte e che quindi lo scontro resti tutto nell’ambito angusto degli interessi personalistici dei politicanti nostrani.
Vedremo, di certo rimane il fatto che se anche Conte non ottenesse la fiducia, potrebbe comunque portare avanti la gestione della redazione del Recovery Plan, visto che basterebbe che Mattarella lo pregasse come in effetti si fa sempre in questi casi, di restare in carica per la gestione degli affari correnti che, imponendo la UE le scadenze, potrebbe includere anche la definizione di quel piano.
Ciò a cui non credo, è che si vada alle elezioni quando nessuno degli attori in gioco le vuole, con la sola eccezione del partito FdI, anche se i media continuano a sostenere la tesi assurda di un Mattarella che si rifiuterebbe di ritardare le elezioni. Il personaggio non è certo un Riccardo cuor di leone e certo non gradisce di doversi prendere la responsabilità di traghettare l’attuale parlamento alla sua scadenza normale, ed è credibile perciò che voglia imporre ai duellanti di farla finita togliendogli le castagne dal fuoco, ma un Mattarella che contro la quasi totalità delle forze politiche sciolga le camere, mi pare fantascienza allo stato puro.
Si congelerà la situazione in ogni caso perchè il golpe in corso non può incontrare neanche minimi ostacoli come un semplice cambio di guida, mascherando il tutto con finti incarichi esplorativi che si sa falliranno. Certo, in questi casi il rischio di soluzioni non previste c’è sempre, ma non vedo che alternativa costoro abbiano se non tentare di continuare questa mediocre recita mentre media e medici mediatici eseguano gli ordini ricevuti nel silenzio della politica come sappiamo è fin qui avvenuto.
Checché ne dicano coloro che neanche mi leggono più per la mia apparente ossessione contro la gestione criminale della COVID-19, la vera politica si gioca lì, hanno fatto saltare la costituzione, figuriamoci se non tirano avanti fino alla scadenza prevista del parlamento, sarebbe comunque un aspetto secondario rispetto al golpe già in corso senza che neanche venga fatto alcun sforzo di occultarlo.
tratto da facebook