Italia e il mondo

HELBERG CI SPIEGA LA PAX SILICA_a cura di Emanuele Rossi

HELBERG CI SPIEGA LA PAX SILICA
Un documento da leggere con particolare attenzione per vari motivi:
1- ci fa toccare con mano il senso della nuova SSN presentata da Trump il 5 dicembre in uno dei suoi aspetti fondamentali;
2- rende evidente il ruolo meramente, sprezzantemente coreografico della UE e marginale di appena due stati europei, Olanda e Regno Unito;
3- risalta sempre più ciò che comunque è sempre stato anche nella breve fase globalistico-unipolare: la sussunzione delle dinamiche economiche e di sviluppo tecnologico a quelle politiche e geopolitiche;
4- la forza militare rimane il fondamento dell’azione degli stati. Gli Stati Uniti, almeno in buona parte della attuale amministrazione e delle forze di cui sono espressione, sono consapevoli di non avere appunto, al momento, la forza per sostenere uno scontro aperto con i competitori emergenti e di dover ricostruire le basi economiche e sociali interne al paese. Si vedrà se gli sviluppi dello scontro politico-sociale interno e delle dinamiche geopolitiche glielo consentiranno.
Giuseppe Germinario
 
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A cura di Emanuele Rossi
Alle quattro di mattina di martedì ho partecipato a un media briefing in cui il sottosegretario di Stato per gli Affari economici degli Stati Uniti, Jacob Helberg, ha presentato la Pax Silica Initiative, vista da Washington come un passaggio strutturale nella riorganizzazione dell’economia globale, con un baricentro chiaramente collocato nell’Indo-Pacifico e nelle catene del valore tecnologiche che attraversano l’Asia-Pacifico. Ero l’unico dei (pochi) giornalisti europei ad essere invitato, ed è questo già un segnale chiaro di dove si collocava l’interesse strategico degli Usa, anche (e soprattutto) perché ciò di cui si parlava è uno dei più importanti progetti messi in piedi dall’amministrazione Trump. Nelle parole del sottosegretario Helberg, non si tratta di un esercizio dichiarativo, ma dell’avvio di un’architettura strategica attraverso cui gli Stati Uniti stanno riallineando i propri alleati asiatici attorno alle infrastrutture materiali dell’era dell’intelligenza artificiale. Compute, silicio, minerali ed energia vengono definiti come asset strategici condivisi, al pari di quanto furono petrolio e acciaio nel XX secolo. Vista la centralità che Washington affida all’Indo-Pacifico per questo e altri progetti, e vista l’occasione di averne potuto parlare direttamente con il sottosegretario, oggi cerchiamo di approfondirne le dinamiche. Helberg inquadra Pax Silica come risposta alla più profonda riconfigurazione dell’economia globale dai tempi dell’elettrificazione. In questo contesto, gli Stati Uniti e un gruppo selezionato di partner (di cui solo i Paesi Bassi sono parte dell’Ue, inclusi probabilmente per l’unicità rappresentata da un’azienda olandese nella produzione di chip) hanno deciso di organizzarsi attorno a ciò che renderà possibile la crescita economica e la potenza militare del XXI secolo: capacità computazionale, semiconduttori, minerali critici ed energia. L’obiettivo dichiarato è costruire “le rotaie del XXI secolo”, ovvero le fondamenta fisiche e industriali su cui poggerà l’economia dell’AI. Il punto di partenza è una constatazione netta: se il Novecento ha funzionato grazie a catene del valore basate su oil & steel, il nuovo secolo sarà governato da supply chain tecnologiche molto più complesse, vulnerabili e geopoliticamente sensibili. Da qui la necessità di riallinearle in modo coerente con le priorità di sicurezza nazionale. Andiamo avanti!
Cos’è Pax Silica Pax Silica è un’iniziativa strategica a guida statunitense concepita per riallineare gli alleati attorno alla costruzione di una supply chain del silicio – e quindi dell’intelligenza artificiale – sicura, resiliente e orientata all’innovazione. L’iniziativa copre l’intero stack tecnologico: minerali critici ed energia come input, raffinazione e processing, manifattura avanzata, semiconduttori, infrastrutture di compute e data center, fino a logistica e trasporti. Secondo Helberg, si tratta degli asset strategici destinati a sostenere crescita economica e potenza militare nel XXI secolo. Nella sua logica, Pax Silica risponde alla necessità di ridurre dipendenze coercitive e vulnerabilità concentrate, proteggere le capacità fondative dell’AI e consentire ai Paesi allineati di sviluppare e distribuire tecnologie trasformative su larga scala. È esplicitamente presentata come una partnership positive-sum, che non mira a isolare altri attori, ma a coordinare policy industriali e investimenti tra economie che intendono restare competitive e prosperare nell’era dell’AI. Il perno operativo è stato l’inaugural Pax Silica Summit del 12 dicembre, convocato da Helberg, che ha riunito controparti di Giappone, Corea del Sud, Singapore e Australia – pilastri indo-pacifici della manifattura, della tecnologia e dei minerali – insieme a partner europei e mediorientali come Paesi Bassi, Regno Unito, Israele ed Emirati Arabi Uniti, con contributi come ospiti da Taiwan, Unione Europea, Canada e Oecd. Il summit ha rappresentato un momento di convergenza strategica su come rafforzare ecosistemi tecnologici “trusted”, sostenere offtake arrangements di lungo periodo, espandere capacità produttiva e coordinare risposte a overcapacity e dumping, lungo tutte le filiere critiche dell’AI, dalla connettività alle reti energetiche. Convitato di pietra, la Cina, di cui Helberg non ha mai parlato direttamente e che non ha mai nominato. Attenzione, perché questa è un’informazione non banale su come procede parte dell’attuale approccio statunitense a Pechino (quello non falco con la Cina, appunto).

I “first principles” come architrave strategicaLa dichiarazione congiunta firmata dai Paesi fondatori non è concepita come un accordo vincolante, ma come un insieme di first principles: principi di base destinati a orientare azione politica, cooperazione industriale e investimenti. Helberg richiama esplicitamente la cultura delle grandi aziende tecnologiche, dove i first principles fungono da riferimento stabile per decisioni operative e strategie di lungo periodo. Questi principi servono a fornire un ancoraggio comune per affrontare sfide condivise di sicurezza economica. Nel corso dei suoi primi viaggi internazionali – che hanno incluso il mondo Asean e Apec – Helberg sottolinea di aver riscontrato una convergenza crescente tra i leader: la sicurezza economica è ormai percepita come sicurezza nazionale. Le supply chain globali stanno cedendo sotto il peso di nuove realtà geopolitiche, e i governi ne sono pienamente consapevoli. Sono i temi di cui si compone la nuova National Security Strategy pubblicata a inizio mese e (come fa notare una fonte diplomatica piuttosto presente all’interno del dibattito statunitense) molto allineata con le visioni di Elbridge Colby, attualmente sottosegretario per le policy del Pentagono e tra i principali strateghi della presidenza Trump. Teorico dell’avere come obiettivo primario l’impedire che la Cina stabilisca un’egemonia regionale in Asia, Colby non è un idealista, ma piuttosto un “falco realista” che, per esempio, con freddo pragmatismo definisce Taiwan “non un interesse esistenziale” per gli Usa (posizione che con ogni probabilità è intimamente condivisa dal presidente Donald Trump).
PER APPROFONDIRE UNA COALIZIONE NON CONVENZIONALE
L’inquadramento all’interno del dibattito statunitense più alto della Pax Silica è necessario per comprenderne meglio il valore. I Paesi coinvolti nella fase iniziale – Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud, Singapore e Australia, affiancati da Regno Unito e Israele – non costituiscono una coalizione tradizionale, ma riflettono la geografia reale delle supply chain dell’AI, che Helberg individua proprio nell’Indo-Pacifico come spazio primario di produzione, trasformazione e scalabilità tecnologica. La loro eterogeneità non è un limite, ma una risposta funzionale a sfide nuove. Ogni Paese porta un vantaggio distintivo: Giappone e Corea del Sud come potenze manifatturiere e tecnologie avanzate; Singapore come hub regionale per semiconduttori, hub finanziario e logistico; l’Australia come superpotenza mineraria indispensabile per la raffinazione; Israele come polo di innovazione; il Regno Unito come snodo tecnologico e finanziario. Pax Silica nasce così come una coalizione costruita sulle capacità specifiche degli alleati indo-pacifici, attorno ai quali si innestano partner complementari.
IL RUOLO DI TAIWAN
Qui il sottosegretario non poteva non affrontare il tema di Taiwan, perché se di chip si parla, allora non si può tenere escluso dal discorso il principale Paese produttore al mondo (come noto, oltre il 60% di tutti i chip a livello mondiale e quasi il 90–95% dei chip più avanzati viene prodotto nell’isola). Helberg chiarisce che l’assenza formale non equivale a esclusione sostanziale. Taipei ha partecipato alle sessioni chiave – in particolare su manifattura e semiconduttori – offrendo contributi considerati essenziali. La scelta di non includerla come firmataria deriva dalla volontà di valorizzare un dialogo bilaterale già in corso, l’Economic and Prosperity Bilateral Dialogue, ritenuto lo strumento più adatto per discussioni approfondite e sensibili. Non è chiaro quanto, anche informalmente, su questo pesi il rispetto della One China Policy. Helberg tuttavia sottolinea che la logica di Pax Silica non è quella di produrre documenti, ma di realizzare infrastrutture fisiche: smelter, acciaierie, data center, capacità produttive reali. Tutte le piattaforme multilaterali vengono quindi valutate in funzione della loro capacità di generare risultati concreti. In questa prospettiva, la partecipazione taiwanese resta centrale, e nuove adesioni alla dichiarazione sono attese nel primo trimestre del prossimo anno.


DALLA DICHIARAZIONE ALL’IMPLEMENTAZIONE
Secondo Helberg, infatti, l’iniziativa è ora entrata nella fase più delicata: l’implementazione. Questa si articolerà sui due binari principali. Il primo riguarda il coordinamento politico su questioni di sicurezza economica, con l’obiettivo di allineare – per quanto possibile – le policy nazionali dei partner. Il secondo è orientato a progetti concreti: investimenti, co-investimenti e potenziali joint venture lungo l’intera catena del valore. Con alcuni partner chiave, come Singapore, sono già nel programma di discussioni operative nelle prossime settimane. Helberg anticipa che i primi risultati tangibili potrebbero emergere già nel primo trimestre del prossimo anno, segnalando l’intenzione di passare rapidamente dalla cornice strategica all’azione industriale.


MINERALI CRITICI E APPROCCIO OLISTICO
Un pilastro centrale di Pax Silica è l’integrazione del lavoro sui minerali critici all’interno di una visione complessiva della catena di fornitura del silicio, con l’Indo-Pacifico come area chiave di de-risking strategico. L’Australia viene descritta da Helberg come attore indispensabile, in quanto superpotenza mineraria e snodo essenziale per la raffinazione necessaria alla fabbricazione dei semiconduttori, in un contesto in cui la concentrazione dell’offerta globale è considerata insostenibile. Gli accordi bilaterali sui minerali critici non sono separati dall’iniziativa, ma ne costituiscono un componente funzionale: essi alimentano Pax Silica rafforzando un ecosistema indo-pacifico di economie allineate. L’obiettivo non è solo la sicurezza dell’approvvigionamento, ma la costruzione di una filiera resiliente e integrata che riduca le dipendenze coercitive e sostenga la competitività tecnologica collettiva.


COORDINAMENTO INDUSTRIALE SENZA LOGICA SOMMA ZERO
Uno dei nodi più complessi riguarda il coordinamento delle policy industriali nazionali. Helberg respinge l’idea di una competizione interna tra alleati, sostenendo che il rischio di giochi a somma zero può essere mitigato attraverso investimenti legati ad accordi di offtake. Questi consentono di ancorare le decisioni industriali a impegni di acquisto concreti, facilitando le scelte del settore privato. Il sottosegretario insiste sul fatto che l’attuale contesto non consente rivalità tra partner: circa il 90% delle terre rare mondiali è controllato da un unico attore — la Cina — che tuttavia, come detto, non viene citata. È nei fatti una concentrazione giudicata insostenibile nel lungo periodo. In questa fase, c’è ampio spazio per espandere le capacità produttive di tutti senza entrare nella concorrenza reciproca. La competizione reale, sottolinea Helberg, non è tra alleati, ma contro l’attuale dominante.


APERTURA VERSO NUOVI PARTNER
Pax Silica viene presentato come un processo aperto e in evoluzione. Paesi non inclusi nella fase iniziale, come le Filippine, sono considerati partner essenziali e potenziali futuri partecipanti. Helberg evidenzia i contatti già avviati sul tema della sicurezza della catena di fornitura e dell’interesse condiviso per rafforzare la cooperazione. Il sottosegretario anticipa l’intenzione di proseguire il dialogo anche a livello bilaterale, con incontri programmati nei prossimi mesi. L’universo dei partner necessari, soprattutto nei settori dei minerali e della manifattura, è più ampio del nucleo iniziale, e l’iniziativa è pensata per crescere progressivamente. Ci sarà un ruolo più strutturato per l’Unione Europea? La domanda resta appesa…


UNA SOGLIA STORICA: LA PAX SILICA E IL CONFRONTO TOTALE SULL’AI
Nel quadro della competizione tecnologica globale, Helberg colloca Pax Silica all’interno di una strategia che vede l’Indo-Pacifico come teatro centrale del confronto totale sull’intelligenza artificiale. L’obiettivo statunitense è creare un vantaggio talmente competitivo elevato da risultare non scalabile, facendo leva su alleati che concentrano la maggior parte della capacità manifatturiera, tecnologicamente e mineraria necessaria all’AI. Da qui l’ambizione di rendere gli Stati Uniti – insieme ai partner indo-pacifici e a pochi altri che possono realmente produrre valore e primeggiare – quello che viene definito “arsenale dell’AI” del XXI secolo. Secondo Helberg, questa strategia ha già attratto centinaia di miliardi di dollari di investimenti e innescato il più grande rilancio industriale americano degli ultimi 150 anni. In questa visione, la sicurezza economica è parte integrante della sicurezza nazionale statunitense e del confronto strategico globale sull’AI, in piena coerenza con l’impostazione della National Security Strategy. Nelle sue conclusioni, Helberg afferma che per gli Stati Uniti la sicurezza economica non è una voce di bilancio, ma un prerequisito per la sopravvivenza nazionale. L’era della “resa al libero scambio” viene dichiarata conclusa, mentre prende forma una fase di rinascita industriale americana. Pax Silica si inserisce così come uno dei pilastri di questa transizione: un tentativo deliberato di ridisegnare le fondamenta materiali del sistema internazionale nell’era dell’intelligenza artificiale. Un messaggio enorme.

Vertice Pax Silica

Scheda informativa

Ufficio del portavoce

11 dicembre 2025

Delegates from various countries participate in a formal meeting around a conference table, with laptops, documents, and floral arrangements, in front of a "PAX SILICA: Securing the Silicon Supply Chain" banner.

Pax Silica è un’iniziativa strategica guidata dagli Stati Uniti volta a creare una catena di approvvigionamento del silicio sicura, prospera e guidata dall’innovazione, che va dai minerali critici e dagli input energetici alla produzione avanzata, ai semiconduttori, alle infrastrutture di intelligenza artificiale e alla logistica.

Basandosi su una profonda collaborazione con partner fidati, Pax Silica mira a ridurre le dipendenze coercitive, proteggere i materiali e le capacità fondamentali per l’intelligenza artificiale e garantire che le nazioni allineate possano sviluppare e implementare tecnologie trasformative su larga scala.

Pax Silica è una partnership a somma positiva. Non si tratta di isolare gli altri, ma di coordinarsi con partner che vogliono rimanere competitivi e prosperi.

Paesi partecipanti

Il primo vertice Pax Silica ha riunito le parti interessate provenienti da: Giappone, Repubblica di Corea, Singapore, Paesi Bassi, Regno Unito, Israele, Emirati Arabi Uniti e Australia, insieme ai contributi degli ospiti provenienti da Taiwan, Unione Europea, Canada e OCSE.

Insieme, questi partner ospitano le aziende e gli investitori più importanti che alimentano la catena di fornitura globale dell’IA.

Perché Pax Silica?

Un nuovo paradigma di sicurezza economica

Negli Stati Uniti e nei paesi partner è emerso un chiaro consenso: catene di approvvigionamento sicure, tecnologie affidabili e infrastrutture strategiche sono indispensabili per il potere nazionale e la crescita economica.

L’iniziativa risponde a:

  • Crescente richiesta da parte dei partner di approfondire la cooperazione economica e tecnologica con gli Stati Uniti.
  • La consapevolezza che l’intelligenza artificiale rappresenta una forza di trasformazione per la nostra prosperità a lungo termine.
  • Riconoscimento del fatto che sistemi affidabili sono essenziali per salvaguardare la nostra sicurezza e prosperità reciproche.
  • Aumento dei rischi derivanti dalle dipendenze coercitive.
  • L’importanza di pratiche di mercato eque e del coordinamento delle politiche per proteggere le tecnologie sensibili e le infrastrutture critiche.

Un momento economico di trasformazione

L’intelligenza artificiale sta riorganizzando l’economia mondiale. Il valore economico fluirà sempre più attraverso tutti i livelli della catena di approvvigionamento globale dell’intelligenza artificiale, generando opportunità storiche e domanda di energia, minerali critici, semiconduttori, produzione, hardware tecnologico, infrastrutture e nuovi mercati ancora da inventare.

Il significato del nome

“Pax Silica” deriva dal latino pax, che significa pace, stabilità e prosperità a lungo termine, come si evince da termini quali Pax Americana Pax RomanaSilica si riferisce al composto che viene raffinato in silicio, uno degli elementi chimici fondamentali per i chip dei computer che rendono possibile l’intelligenza artificiale.

Gli Stati Uniti stanno organizzando una coalizione di paesi basata sul principio della creazione di un ecosistema sicuro, resiliente e guidato dall’innovazione nell’intera catena di approvvigionamento tecnologico globale, dai minerali critici e dagli input energetici alla produzione avanzata, ai semiconduttori, alle infrastrutture di intelligenza artificiale e alla logistica.

Pax Silica è un nuovo tipo di raggruppamento e partnership internazionale che mira a unire i paesi che ospitano le aziende tecnologiche più avanzate al mondo per liberare il potenziale economico della nuova era dell’intelligenza artificiale.

Pax Silica mira a stabilire un ordine economico duraturo che garantisca un’era di prosperità guidata dall’intelligenza artificiale in tutti i paesi partner.

Il 12 dicembre, il sottosegretario di Stato per gli Affari economici Jacob Helberg ha convocato il primo vertice Pax Silicia, che ha segnato l’inizio di una nuova era d’oro di cooperazione in materia di IA e sicurezza della catena di approvvigionamento. Il vertice ha riunito i rappresentanti di otto paesi con gli ecosistemi di catena di approvvigionamento basati sull’intelligenza artificiale più all’avanguardia, tra cui Giappone, Repubblica di Corea, Singapore, Paesi Bassi, Israele, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito e Australia. Al vertice hanno partecipato anche ospiti provenienti da Taiwan, Unione Europea, Canada e OCSE.

Il vertice mirava a rafforzare ecosistemi tecnologici affidabili, sostenere accordi di acquisto a lungo termine, espandere la capacità produttiva nelle economie partner e coordinare le risposte alla sovraccapacità e al dumping, affinché le catene di approvvigionamento rimanessero sicure, resilienti e innovative nel tempo.

Insieme, questi partecipanti ospitano le aziende e gli investitori più importanti che alimentano la catena di fornitura globale dell’IA, tra cui, a titolo esemplificativo ma non esaustivo: Sony, Hitachi, Fujitsu, Samsung, SK Hynix, Temasek, DeepMind, MGX, Rio Tinto e ASML.

Questo vertice ha salutato un nuovo consenso geopolitico: la sicurezza economica è sicurezza nazionale e la sicurezza nazionale è sicurezza economica. I partecipanti hanno discusso della possibilità di perseguire congiuntamente partnership multilivello che rafforzino la sicurezza della catena di approvvigionamento, affrontino le dipendenze coercitive e i singoli punti di fallimento e promuovano l’adozione di ecosistemi tecnologici affidabili. Tutti i partecipanti al vertice hanno esplorato le opportunità di collaborazione su progetti di punta in tutti i settori tecnologici globali, tra cui connettività e infrastrutture dati, elaborazione dati e semiconduttori, produzione avanzata, logistica, raffinazione e lavorazione dei minerali ed energia.

Il presidente Trump ha affermato in modo esplicito che la sicurezza economica è sicurezza nazionale e che gli Stati Uniti sono determinati a vincere la corsa all’intelligenza artificiale. Questo sforzo segna un’altra pietra miliare nell’attuazione della visione del presidente.

Risultati attesi e risultati previsti

I paesi collaboreranno per garantire la sicurezza degli elementi strategici della catena di approvvigionamento tecnologica globale, tra cui, a titolo esemplificativo ma non esaustivo: applicazioni e piattaforme software, modelli di base all’avanguardia, connettività delle informazioni e infrastrutture di rete, elaborazione dati e semiconduttori, produzione avanzata, logistica dei trasporti, raffinazione e lavorazione dei minerali ed energia.

I paesi hanno affermato il loro impegno comune a:

  • Portare avanti progetti per affrontare congiuntamente le opportunità e le vulnerabilità della catena di approvvigionamento dell’IA nei seguenti settori: minerali critici prioritari, progettazione, fabbricazione e confezionamento di semiconduttori, logistica e trasporti, elaborazione dati, reti energetiche e produzione di energia.
  • Perseguire nuove joint venture e opportunità strategiche di coinvestimento.
  • Proteggere le tecnologie sensibili e le infrastrutture critiche da accessi o controlli indebiti da parte di paesi che destano preoccupazione.
  • Costruire ecosistemi tecnologici affidabili, inclusi sistemi ICT, cavi in fibra ottica, centri dati, modelli fondamentali e applicazioni.

Cosa succederà dopo?

Il sottosegretario Helberg ha incaricato i diplomatici statunitensi a Washington e all’estero di dare attuazione alle discussioni del vertice attraverso l’identificazione di progetti infrastrutturali e il coordinamento delle pratiche di sicurezza economica. Questa direttiva è stata diffusa alla sede centrale del Dipartimento di Stato e a tutte le missioni diplomatiche statunitensi all’estero per ulteriori azioni.

Per ulteriori informazioni, visita Pax Silica.

Che cos’è Pax Silica?

Pax Silica è l’iniziativa di punta del Dipartimento di Stato americano in materia di IA e sicurezza della catena di approvvigionamento, che promuove un nuovo consenso sulla sicurezza economica tra alleati e partner fidati.

Se il XX secolo è stato alimentato dal petrolio e dall’acciaio, il XXI secolo è alimentato dall’informatica e dai minerali che la sostengono. Questa storica dichiarazione sancisce un nuovo consenso in materia di sicurezza economica che garantisce che i partner allineati costruiscano l’ecosistema di IA del futuro, dall’energia e dai minerali critici alla produzione e ai modelli di fascia alta.Jacob Helberg
Sottosegretario agli Affari economici

Dichiarazione di Pax Silica

Representatives from multiple countries sit at a table holding signed documents in front of a backdrop that reads "PAX SILICA: Securing the Silicon Supply Chain," with national flags displayed behind them.

Ribadiamo il nostro impegno comune a promuovere la prosperità reciproca, il progresso tecnologico e la sicurezza economica dei nostri popoli. 

Riconosciamo che una catena di approvvigionamento affidabile è indispensabile per la nostra reciproca sicurezza economica. Riconosciamo inoltre che l’intelligenza artificiale (IA) rappresenta una forza di trasformazione per la nostra prosperità a lungo termine e che sistemi affidabili sono essenziali per salvaguardare la nostra reciproca sicurezza e prosperità. 

Riconosciamo che la rivoluzione tecnologica nell’ambito dell’intelligenza artificiale sta accelerando, riorganizzando sempre più l’economia mondiale e ridefinendo le catene di approvvigionamento globali. Crediamo che il valore economico e la crescita si diffonderanno a tutti i livelli della catena di approvvigionamento globale dell’intelligenza artificiale, generando opportunità storiche e domanda di energia, minerali critici, produzione, hardware tecnologico, infrastrutture e nuovi mercati ancora da inventare.

In questo spirito, dichiariamo la nostra visione condivisa di approfondire la nostra partnership economica attraverso sforzi congiunti in materia di pratiche di sicurezza degli investimenti, infrastrutture e incentivi.  

Incoraggiamo gli sforzi volti a creare partnership su stack strategici della catena di fornitura tecnologica globale, inclusi, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, applicazioni e piattaforme software, modelli di base all’avanguardia, connettività delle informazioni e infrastruttura di rete, elaborazione dati e semiconduttori, produzione avanzata, logistica dei trasporti, raffinazione e lavorazione dei minerali ed energia. 

Crediamo nella mobilitazione dell’immenso potere creativo e finanziario dell’industria privata e dell’imprenditoria per rendere i nostri cittadini più prosperi, le nostre nazioni più forti e le nostre catene di approvvigionamento più sicure. Cerchiamo approcci e soluzioni scalabili per la sicurezza della catena di approvvigionamento mobilitando i punti di forza industriali e tecnologici complementari delle aziende e delle imprese strategiche delle nostre rispettive economie. 

Sosteniamo la promozione di un ecosistema condiviso e affidabile di sviluppatori e fornitori di IA per rinnovare i settori tradizionali e sbloccare nuovi mercati e servizi per la prosperità duratura dei nostri popoli. 

A group of officials in business attire stands in front of a "PAX SILICA: Securing the Silicon Supply Chain" banner, with national flags displayed on a balcony above them in a modern, bright atrium.

Crediamo che la vera sicurezza economica richieda la riduzione delle dipendenze eccessive e la creazione di nuovi legami con partner e fornitori affidabili impegnati in pratiche di mercato eque. Allo stesso tempo, ci impegneremo a fornire ai partner di fiducia l’accesso all’intera gamma di progressi tecnologici che stanno plasmando l’economia dell’intelligenza artificiale. 

Comprendiamo l’importanza di affrontare le pratiche non di mercato che minano l’innovazione e la concorrenza leale. Riteniamo che il coordinamento sia essenziale per proteggere gli investimenti privati dalle distorsioni del mercato causate dall’eccesso di capacità produttiva e dalle pratiche di dumping sleali, nonché per preservare condizioni di parità per l’innovazione e la crescita. Comprendiamo l’importanza della cooperazione nell’attuazione delle nostre rispettive politiche volte a proteggere le tecnologie sensibili e le infrastrutture critiche da accessi, influenze o controlli indebiti.   

In questo spirito, intendiamo rafforzare ulteriormente la cooperazione economica e in materia di sicurezza nazionale, anche adottando misure complementari, se del caso, per affrontare le politiche e le pratiche non di mercato e migliorare la sicurezza degli investimenti. 

Il nostro obiettivo è quello di costruire e implementare reti informative affidabili, inclusi sistemi informatici e di comunicazione, cavi in fibra ottica e centri dati.  

Attraverso questa cooperazione, perseguiamo un partenariato economico globale per costruire un ordine di sicurezza economica basato sulla fiducia, sulla complementarità tecnologica, sugli interessi condivisi e su un impegno comune per un futuro più prospero. 

Matthew B. Crawford: Proprietà dei mezzi del pensiero

Matthew B. Crawford: Proprietà dei mezzi del pensiero

La vita nel cloud non è affatto vita.

Matthew B. Crawford10 dicembre∙Post di un ospite
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Per quanto ne sappiamo, la logica aziendale dell’intelligenza artificiale si basa sulla speranza che possa sostituire il giudizio e la discrezionalità umani. Dato il ruolo dei big data nell’addestramento dei sistemi di intelligenza artificiale e l’enorme concentrazione di capitale che richiedono per svilupparsi, la rivoluzione dell’intelligenza artificiale estenderà la logica dell’oligopolio alla cognizione. Ciò che sembra essere in gioco, in ultima analisi, è la proprietà dei mezzi di pensiero. Ciò avrà implicazioni per la struttura di classe, per la legittimità delle istituzioni che rivendicano un’autorità basata sulla competenza e per la funzione di accreditamento delle università.

Consideriamo alcuni sviluppi recenti che non riguardano l’intelligenza artificiale in sé, ma che dimostrano il potere che deriva dalla proprietà dell’infrastruttura computazionale.

Quando Amazon Web Services è andato offline nell’ottobre di quest’anno, migliaia di istituzioni sono rimaste paralizzate per alcune ore. Le banche sono andate offline; gli ospedali non sono stati in grado di accedere alle cartelle cliniche. Anche le piattaforme su cui le persone fanno affidamento per comunicare, come Signal, hanno iniziato a non rispondere. Il cloud ospita una quota crescente dei servizi che fanno funzionare una società, instradandoli attraverso un numero limitato di aziende. Anche il nostro governo dipende da questa infrastruttura e, di conseguenza, dalla continua solvibilità di una manciata di imprese. L’espressione “troppo grande per fallire” non rende appieno la situazione.

Computer e connessioni Internet sono stati integrati in molti oggetti materiali che un tempo erano semplicemente meccanici, e questo fornisce un ulteriore punto di forza per chiunque sia in grado di instradare le funzionalità di base attraverso una rete. Ad esempio, Volkswagen e Mercedes hanno annunciato che le prestazioni delle loro auto elettriche saranno scaglionate, con i livelli di prestazioni più elevati resi funzionali da un abbonamento continuativo (ad esempio, i motori possono essere depotenziati da remoto). Allo stesso modo, BMW ha annunciato che i sedili delle nuove autosarà riscaldato solo attraverso un rituale mensile di sottomissione . Il concetto stesso di proprietà viene offuscato da un modello di abbonamento, in cui le cose da cui dipendiamo diventano luoghi di continua estrazione di ricchezza.

Con l’Internet delle cose, e più in generale con la stratificazione di computer in rete in ogni interazione, il funzionamento di quasi ogni cosa, o la disponibilità di qualsiasi servizio, può essere subordinato al mantenimento di un buon rapporto tra fornitore e cliente, come diceva la tua ragazza psicotica: soggetto a termini di servizio stabiliti unilateralmente e revocabili a piacimento. “Non possiederai nulla e sarai felice”, come dice il proverbio. Come ha affermato Substacker AZ Mackay , “il potere scorre attraverso l’architettura di ciò che è possibile, e se non controlli l’architettura, affitti l’accesso alla possibilità stessa”.

L’ascesa dell’intelligenza artificiale sembrerebbe far penetrare questa logica aziendale in profondità nel panorama umano. Se il compito del pensiero dovesse essere scaricato sulle macchine, e queste macchine fossero integrate in un’architettura che sarebbe di proprietà di una manciata di aziende, cosa ne conseguirebbe?

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La classe della conoscenza

Una breve panoramica dell’ultimo secolo e mezzo può fornire un contesto utile. La classica preoccupazione marxista riguarda la proprietà dei mezzi di produzione: sono di proprietà del lavoro o del capitale? La ricetta che emerge da questo modo di pensare all’economia è la guerra di classe. Fu una ricetta abbracciata da entrambe le parti. Nel 1941, James Burnham identificò un nuovo attore tra i personaggi dell’economia: i manager. La loro pretesa di preminenza non si basava né sul loro lavoro fisico, né sulla loro ricchezza accumulata, ma sulla conoscenza. La loro ricetta, abbastanza naturalmente, è che dovremmo affidarci a competenze certificate. Tali competenze possono ottimizzare il processo lavorativo, ad esempio attraverso gli ” studi sul tempo e sul movimento ” di Frederick Winslow Taylor (il cui frutto fu la catena di montaggio), nonché individuare modelli nell’economia che, una volta identificati, possono ottimizzare l’allocazione del capitale e renderlo più produttivo. Per la prima volta dalla fine dell’autorità ecclesiastica, l’Occidente aveva una classe il cui titolo al governo era fondamentalmente epistemico. Questo è il dato politico che probabilmente verrà confuso dall’intelligenza artificiale.

La classe della conoscenza divenne politicamente rilevante sotto il progressismo wilsoniano. La premessa della loro autorità è che il mondo è diventato così complesso che il buon senso e l’esperienza diretta possono avere scarso peso nelle deliberazioni dello Stato, che richiedono l’applicazione di tecniche intellettuali . L’era progressista fu un periodo in cui la sovranità (ovvero il diritto di decidere su questioni importanti) fu parzialmente trasferita dagli organi rappresentativi e parlamentari ad agenzie esecutive, gestite dalla nuova classe della conoscenza.

Il dominio di questa classe arrivò ad abbracciare sia i governi che le aziende private. I suoi membri, meglio esemplificati dal consulente aziendale, possono muoversi tra aziende di settori e industrie completamente diversi, o addirittura tra il settore privato e il governo. La loro competenza è un’onni-competenza , basata non sull’esperienza diretta con gli oggetti che gestiscono, ma sul possesso di una tecnologia intellettuale in cui tutte le differenze qualitative possono essere catturate nel linguaggio universale della quantità. Proprio come il denaro è una rappresentazione di valore che tratta un’unità di arance e un’unità di mele come equivalenti e intercambiabili, così l’ottimizzatore della produzione di widget può essere indifferente ai particolari widget che tratta. Potrebbe non averne mai tenuto uno in mano. Questo stesso livello di astrazione può essere applicato alle popolazioni. Chiamiamo il regime risultante tecnocrazia.

La materia prima che la classe della conoscenza utilizza per continuare a generare nuove competenze è l'”informazione”. La loro posizione non dipende dall’accaparramento di questa materia prima, ma dalla creazione di quello che è essenzialmente un requisito di autorizzazione per trasformarla in competenza. Questo è mantenuto da un’operazione di accreditamento (il mondo accademico) che lavora in tandem con enti autorizzati (i media istituzionali) per diffondere un’immagine della realtà altamente curata e ratificata dagli esperti. In genere è un’immagine che, se adeguatamente compresa (perché non si è tra gli stupidi), fa desiderare di consegnare ancora più mondo alla giurisdizione di chi sa. Questo è ciò che significa “credere nella scienza”.

Ma nella misura in cui l’intelligenza artificiale arriva a sostituire la competenza umana e a soppiantarla, la ragion d’essere della classe della conoscenza crolla. Cosa succede allora?

Sovrapproduzione di élite

Il termine “sovrapproduzione di élite” è associato a Peter Turchin . Egli sottolinea che, storicamente, quando ci sono troppi aspiranti alla fascia medio-alta della società e non abbastanza posti per loro, si verificano conflitti intra-élite e disordini sociali. I rivoluzionari generalmente non provengono dal basso, ma da questo strato della società con aspettative frustrate. In declino e sentendosi traditi, finiscono per odiare i propri genitori e, più in generale, la propria classe sociale d’origine. Possono sfruttare il risentimento popolare per il proprio senso di tradimento.

L’ascesa del movimento Occupy e dei Socialisti Democratici d’America sembrerebbe adattarsi a questo modello. Inoltre, la politica di denuncia, sessioni di lotta e cancellazione che chiamiamo “woke” può essere intesa almeno in parte come una competizione di status messa in atto da persone che avvertono la precarietà della propria posizione in qualche istituzione. Come ha osservato Reihan Salam nel 2018 , il woke è un tentativo un po’ ansioso da parte dei “bianchi superiori” di distinguersi dai “bianchi inferiori” dimostrando la propria padronanza dei sottili codici morali di segnalazione di classe che circolano sotto la superficie della vita istituzionale, nella speranza di garantire il proprio status. Il punto è che abbiamo già assistito a significative manifestazioni politiche di sovrapproduzione d’élite, e la rivoluzione dell’intelligenza artificiale probabilmente porterà questa logica a un altro livello.

È difficile prevedere come andrà a finire. Se la “politica del ripudio” – il termine con cui Hannah Arendt definiva la passione rivoluzionaria manifestatasi negli anni ’60 – era in precedenza più evidente a sinistra, attualmente sembra essere più evidente a destra, dove il senso di tradimento intergenerazionale che i Baby Boomer avversano è radicato.

Istruzione superiore

Se la funzione delle università è quella di accreditare la classe della conoscenza, ma l’intelligenza artificiale sta rendendo superflua tale classe, questo causerà il collasso delle università? Non è chiaro. Se la loro apparente missione educativa non è più necessaria, questo potrebbe non essere determinante per il loro destino, poiché il ruolo che svolgono al centro del potere statale e aziendale ha altre dimensioni. Una laurea è richiesta dai datori di lavoro per molte posizioni piuttosto umili, per il semplice motivo che funge da segnale per attributi che hanno poco a che fare con la realizzazione intellettuale ma sono comunque preziosi per i datori di lavoro: la capacità di portare a termine i compiti, sopportare la noia, sottoporsi alla supervisione e andare d’accordo con gli altri. Insieme, potremmo chiamare queste virtù borghesi “coscienziosità”. Una laurea funge anche da strumento di selezione gratuito per i datori di lavoro: le università facevano già la selezione per loro, quando ammettevano uno studente. (Ciò che hanno imparato all’università, o se hanno imparato qualcosa, non è particolarmente importante in questa logica.) L’attrattiva per i datori di lavoro di lasciare che siano le università a selezionare i potenziali dipendenti non è semplicemente una questione di pigrizia o di riduzione dei costi.

Ai sensi della legge sui diritti civili , è illegale per i datori di lavoro somministrare test del QI ai candidati, o addirittura applicare qualsiasi standard di valutazione che avrebbe un “impatto disparato” su qualsiasi categoria protetta (a meno che non possano dimostrare una pertinenza diretta della valutazione a specifiche mansioni lavorative; l’onere della prova spetta ai datori di lavoro, come da Griggs contro Duke Power, 1971). Ciò include la valutazione di tratti come la coscienziosità. Il regime dei diritti civili ha quindi contribuito all’aumento del credenzialismo tra i datori di lavoro, con la laurea che funge da indicatore politicamente innocuo per misure di occupabilità più sostanziali che comportano rischi legali.

Uno degli effetti di questo passaggio al sistema delle credenziali è stato quello di rendere la laurea e il relativo debito quasi obbligatori per l’impiego nell’economia istituzionale (a differenza delle piccole imprese, che sfuggono alla supervisione dell’EEOC se hanno meno di 15 dipendenti). Ciò equivale a un trasferimento di ricchezza al gonfio apparato dell’istruzione superiore. Le università riscuotono rendite in virtù della loro posizione strutturale nell’economia dei diritti civili, come agenzie di collocamento per le aziende. Tale posizione è in linea con il loro ruolo di propagazione dell’ideologia di Stato (ovvero, l’antirazzismo), senza la quale l’intero modello di business crolla.

Le università servono quindi a coordinare le aziende con gli obiettivi statali e a formare una cittadinanza che abbia interiorizzato le idee che sostengono entrambi. Presumibilmente, queste funzioni dovranno comunque essere svolte anche se la missione apparente di un’istruzione (reale e sostanziale) perderà la sua logica economica a causa della diffusione dell’intelligenza artificiale. Ma senza questa missione pubblicamente affermata e sinceramente attuata, non è chiaro come le università possano continuare a vendere il loro prodotto. Nessuno vuole essere una vacca da soma che spende 80.000 dollari all’anno solo per essere socializzato come un lealista di un regime. Soprattutto se quel regime sta crollando.

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I problemi sopra delineati potrebbero essere peculiari degli Stati Uniti. Ma è probabile che la rivoluzione dell’intelligenza artificiale inauguri anche una forma politica che trascende lo Stato-nazione.

L’ultimo impero

Come Mackayscrive: “La maggior parte delle nazioni non costruirà infrastrutture di intelligenza artificiale sovrane. Il costo non si misura in miliardi di dollari per l’addestramento. Si misura in decenni di sviluppo di talenti tecnici, controllo dei minerali rari e il tipo di capitale paziente che sopravvive a molteplici cicli elettorali”. Per i paesi più piccoli, la vita nazionale dipenderà da infrastrutture cognitive di cui non sono proprietari, sottoponendoli al capriccio di decisioni aziendali prese altrove. Le implicazioni di ciò non sono affatto astratte.

Significa che i vostri ospedali si basano su modelli che possono essere corretti, aggiornati o interrotti in base alle previsioni trimestrali sugli utili. I vostri tribunali interpretano le leggi utilizzando sistemi formati su un corpus di conoscenze giuridiche altrui. Le vostre scuole insegnano utilizzando programmi didattici filtrati dal giudizio di qualcun altro su quale conoscenza sia utile a chi.

… Stiamo costruendo un nuovo sistema operativo mondiale. E i sistemi operativi non negoziano. Stabiliscono delle condizioni. O le accetti o la tua nazione non si avvia.

Se questo può essere inteso come impero, si tratta di un impero di tipo radicale, in cui la creazione di significato è centralizzata. Un’immagine dominante di ciò che è importante – di ciò che è buono e di ciò che è vero – viene resa operativa altrove, ovunque sia il “qui”. In effetti, ogni luogo sarà lo stesso luogo.

Come già vediamo (in via embrionale) con la dipendenza del governo statunitense da AWS e l’integrazione dell’intelligenza artificiale proprietaria e commerciale nelle funzioni statali , non saranno gli Stati Uniti o qualsiasi altra entità politica convenzionale a detenere le chiavi dell'”architettura del possibile”. Ciò che Mackay dice delle piccole nazioni sembrerebbe in ultima analisi applicarsi anche agli Stati Uniti. Si potrebbe ipotizzare uno scenario in cui i fornitori di servizi cloud e gli LLM vengano in qualche modo nazionalizzati. Ma cosa significherebbe davvero? Il confine tra potere statale e aziendale è stato a lungo labile e il governo statunitense si è dimostrato restio a usare il proprio potere contro le Big Tech, sia attraverso l’ applicazione delle norme antitrust che attraverso la regolamentazione. Per fare solo un esempio, alle aziende tecnologiche è stata data (per omissione normativa) carta bianca per distribuire “compagni” di intelligenza artificiale rivolti ai bambini , in quello che equivale a un esperimento incontrollato a livello sociale sui fondamenti dello sviluppo infantile.

Continuiamo a riferirci al “governo”, ma questo termine si riferisce a qualcosa che ha poca somiglianza con l’entità descritta nei nostri manuali di educazione civica. Qualunque sia il nome che diamo all’entità che lo controlla, il “sistema operativo mondiale” cercherà di radunare attorno a sé l’intero campo umano. Ciò porterebbe a compimento ciò che Hannah Arendt chiamava “il governo di Nessuno”. Il Nessuno è un’entità che non è responsabile e a cui non si può rivolgere.

Per uscire da questa situazione sarà necessario riconsiderare i presupposti di base che ci hanno portato fin qui.

Rivendicare l’umano

Ricordiamo che l’ascesa della classe della conoscenza alla preminenza politica si basava sul concetto di una tecnologia intellettuale che conferisce onnicompetenza. In fondo, ciò si basa su una metafisica tacita in cui tutto ciò che esiste è ritenuto riducibile a combinazioni di un materiale comune e generico. Secondo questa visione, non esistono “generi naturali” fondamentalmente eterogenei, con fini e beni propri, la cui percezione richiede una conoscenza lunga e intima. Se tali generi naturali esistessero, porrebbero dei limiti alla nostra capacità di trattare i fatti dati del mondo come materia prima, pienamente disponibile a essere rimodellata secondo un piano applicabile da lontano, tramite controllo remoto.

Le specie naturali eterogenee, se ammesse in questo quadro, sarebbero come grumi che impediscono la spalmabilità uniforme e uniforme di un ripieno di sandwich al gusto di arachidi in tutto il mondo. Bisogna negarne l’esistenza per mantenere i presupposti di quello che potremmo chiamare “sostituzionalismo”: ogni cosa particolare può essere sostituita dal suo doppio standardizzato, e quindi resa più adatta all’applicazione della logica delle macchine. Tra le demarcazioni naturali cancellate in questa visione del mondo c’è quella tra uomo e macchina: la sostituzione dell’intelligenza umana con l’intelligenza artificiale è semplicemente una questione di sostituire il carbonio con il silicio. La metafisica che ha sancito l’autorità di una classe di conoscenza onnicompetente, votata al sostituzionalismo, ha infine reso quella classe stessa soggetta a essere sostituita.

Questo tocca il cuore della nostra politica. Non mi riferisco alla democrazia liberale così come elaborata nella Costituzione scritta, ma al nostro regime politico di tecnocrazia, che ha assunto un ruolo dominante perché ha definito ed elevato una classe sociale le cui fortune sono legate alle sue premesse. La tecnocrazia necessita di questo sottostato sociologico per la sua legittimità. Come ogni tipo di regime, fornisce una risposta alla domanda “chi governa?”. Se la risposta è Nessuno, allora nessuno si impegnerà a difenderla.

Ci aspetta un vero e proprio tumulto politico. L’establishment teme, e a ragione, che l’alternativa più probabile al governo tecnocratico sia qualcosa di atavico. Se c’è un lato positivo nell’attuale confusione, potrebbe essere questo: senza una classe sociale i cui interessi materiali siano legati alla metafisica omogeneizzante e riduttiva della tecnocrazia, potrebbe tornare possibile affrontare grandi questioni metafisiche. Potremmo aprirci, come l’Occidente non ha fatto per secoli, alle verità che ci sono state rese disponibili nella tradizione che va dall’antichità classica alla Bibbia ebraica fino all’insegnamento cristiano. Secondo questa tradizione, l’essere umano è qualcosa di doppiamente distinto: una specie naturale orientata oltre se stessa, anzi oltre la natura stessa. Gli esseri umani partecipano a qualcosa di trascendente, a immagine del quale sono stati creati. Questa verità fornisce una base – sospetto che possa essere l’unica solida base – su cui la possibilità umana può essere difesa contro la cancellazione.

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Un post di un ospiteMatteo B. CrawfordMi occupo di critica culturale filosoficamente informata, spesso con una prospettiva storica. Uno dei miei temi unificanti è la percepita mancanza di capacità di azione individuale nella vita contemporanea. Perché ci sentiamo così soffocati e storditi?Iscriviti a Matthew

I data center sono inutili senza energia: la componente critica che richiede una pianificazione a lungo termine_di Karl Sanchez

I data center sono inutili senza energia: la componente critica che richiede una pianificazione a lungo termine

Il CEO di Nvidia Jensen Huang e altri parlano degli svantaggi di Outlaw US Empire

Karl Sánchez8 dicembre
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La questione della produzione di energia elettrica rimane un punto di discussione importante quando si considerano tutti i fattori coinvolti nella corsa all’intelligenza artificiale, che non riguarda solo l’Impero fuorilegge degli Stati Uniti e la Cina, come molti pensano, poiché anche Russia e India sono in competizione, sebbene omesse da rappresentazioni artistiche come quella sopra. Ecco un rapporto pubblicato il 7 dicembre su Guancha :

Grazie ad aziende come Nvidia, il boom dell’intelligenza artificiale sta rapidamente stimolando la domanda di data center, ma l’invecchiamento delle infrastrutture e la lentezza dei lavori di costruzione negli Stati Uniti stanno rallentando la costruzione di data center nel Paese. Bloomberg ha pubblicato un articolo il 10 novembre in cui si afferma che a Santa Clara, in California, dove si trova la sede centrale di Nvidia, due data center sono rimasti vuoti per diversi anni a causa della mancanza di energia elettrica locale .

Jordan Sadler, portavoce di Digital Realty, lo sviluppatore di uno dei data center, ha affermato che attendere tre anni per l’energia è “ un tempo di attesa normale nella maggior parte degli Stati Uniti”, e anche più lungo in aree ad alta domanda come la Silicon Valley e la Virginia settentrionale.

“A Santa Clara, se oggi trovi un pezzo di terra e inizi a richiedere una nuova elettricità, potresti dover aspettare anni”, ha detto Sadler.

Il “potrebbe” di Sadler dovrebbe essere “avrà”, e ciò è dovuto principalmente alla mancanza di pianificazione a lungo termine da parte di aziende energetiche private come PG&E nel caso della California, che antepongono i profitti a tutto il resto, inclusa la manutenzione per la quale PG&E ha perso molti milioni di dollari in multe legali perché la sua negligenza volontaria ha causato recenti incendi devastanti – non si è imparato nulla dalla “crisi energetica” inventata alla fine degli anni ’90 che ha messo in mostra Enron e la sua “contabilità”, ma ha anche implicato la riluttanza di PG&E a costruire maggiore capacità e ad aggiornare le linee di trasmissione, quest’ultima causa degli incendi. Ma la California non è l’unico stato con problemi di energia elettrica. Il Texas ha gravi problemi, così come la Virginia e gran parte della costa orientale, in particolare New York, come è stato dimostrato la scorsa estate. La riluttanza a costruire è dovuta alla spinta al profitto dei dirigenti, per lo più finanziari, delle aziende energetiche, mentre gli ingegneri, come nel caso di Boeing, sono stati estromessi dai loro consigli di amministrazione: con l’aumento della domanda per l’offerta limitata disponibile, anche i prezzi aumentano, il che aumenta i profitti, che finiscono nelle tasche degli azionisti invece di aumentare la capacità e potenziare le linee di trasmissione per soddisfare la crescente domanda. Inoltre, all’interno dell’Impero fuorilegge degli Stati Uniti, non esiste alcuna pianificazione centralizzata in materia di produzione di energia: è tutta a livello statale o regionale. Washington può proclamare la necessità di una maggiore capacità di generazione di energia elettrica attraverso il Dipartimento dell’Energia, ma al giorno d’oggi ha pochi mezzi per intervenire.

Le nazioni rimaste nella corsa all’intelligenza artificiale – Cina, Russia e India (l’Europa non è più un contendente grazie alla sua politica energetica incredibilmente idiota e alla distruzione del gasdotto Nord Stream da parte di Biden) – hanno governi che pianificano a lungo termine e hanno ministeri centralizzati che gestiscono sistemi unitari, in modo da poter pianificare e attuare politiche in grado di soddisfare la futura domanda energetica. Dall’articolo, ecco Huang di Nvidia:

“La Cina ha il doppio dell’energia degli Stati Uniti”. Ha affermato che il governo statunitense sta promuovendo la delocalizzazione della produzione, “ma senza energia, come possiamo costruire fabbriche di chip, fabbriche di supercomputer e centri dati di intelligenza artificiale?”

Sebbene non sia associato alla produzione di energia, Huang sottolinea questo punto molto importante:

Huang ha affermato che gli Stati Uniti mantengono ancora un vantaggio di circa “sei mesi” nei modelli di intelligenza artificiale all’avanguardia, ma la Cina è molto più avanti nei modelli open source: “Senza open source, le startup non possono prosperare, i ricercatori universitari hanno difficoltà a condurre ricerche e gli scienziati non possono utilizzare l’intelligenza artificiale. Senza open source, quasi tutti i settori dell’economia non possono raggiungere progressi fondamentali. Le diverse tecnologie che consentono all’intelligenza artificiale di prosperare sono open source e la Cina è più avanti degli Stati Uniti in questo ambito”.

Warwick Powell ha scritto alcuni saggi molto preziosi su questo argomento e sulla tecnologia in generale. Dal suo saggio di inizio novembre :

Per i modelli su larga scala, i costi energetici, i costi di raffreddamento e la produttività totale del sistema sono altrettanto importanti; spesso più dell’efficienza massima del chip. In questo caso, gli Stati Uniti si trovano ad affrontare uno svantaggio strutturale. I prezzi dell’elettricità su scala industriale negli Stati Uniti sono in aumento, attestandosi attualmente in media intorno a 0,12 dollari per kWh, mentre in Cina, le grandi regioni industriali che servono cluster di intelligenza artificiale pagano appena 0,04 dollari per kWh.

E questo è tratto dal suo eccellente saggio di inizio ottobre che tratta esclusivamente la questione del potere:

Gli Stati Uniti si trovano ad affrontare profondi colli di bottiglia strutturali nello sviluppo delle infrastrutture energetiche, che vanno dai ritardi normativi e dai vincoli di trasmissione ai costi di capitale, alla carenza di manodopera qualificata e alla prontezza tecnologica. Anche in assenza di complicazioni internazionali, questi ostacoli interni rendono di fatto irraggiungibile un orizzonte temporale quinquennale per 100 GW di capacità energetica fissa. Le implicazioni sono brutali e gravi. Una fornitura di energia elettrica ridotta e costosa per l’intelligenza artificiale e il settore manifatturiero comprometterà la competitività economica americana, con effetti a catena sulla convenienza economica delle famiglie. Questi impatti stanno già diventando evidenti, con i prezzi all’ingrosso del pool negli Stati Uniti che sono aumentati del 267% negli ultimi 5 anni, a seguito dell’impennata della domanda di elettricità da parte del settore dell’intelligenza artificiale.

I dati della fonte citata sono allarmanti e dimostrano che negli oltre 25 anni trascorsi dallo scandalo energetico Enron non è stato fatto nulla per migliorare la situazione. E il problema del raffreddamento, che richiede enormi quantità d’acqua, è un altro “ostacolo interno” che genererà ogni sorta di proteste NIMBY.

Il neoliberismo non ha solo svuotato la capacità industriale dell’Impero degli Stati Uniti fuorilegge; la sua attenzione ai profitti a breve termine a scapito della pianificazione a lungo termine ha gravemente danneggiato la capacità dell’Impero di competere, mentre la corsa all’intelligenza artificiale si trasforma in una maratona. E vediamo i miliardari accumulare ricchezze invece di investire in una maggiore capacità produttiva e nei sistemi energetici per gestirla. In definitiva, si stanno dimostrando inutili.

Chi ha letto il mio resoconto sul forum annuale della Settimana dell’Energia in Russia avrà appreso cosa ha pianificato e sta attualmente costruendo Rosatom, e non solo in Russia, ma anche in Cina e India. E poi c’è una nuova tecnologia di accumulo di energia – le batterie agli ioni di sodio – che migliora notevolmente le capacità di energia verde. Sia la Cina che la Russia hanno ancora risorse idroelettriche da sfruttare che l’Impero non ha. L’Impero potrebbe costruire più energia eolica, ma Trump ha bloccato il suo programma di sussidi. La ricerca cinese sulla fusione è molto intensa e non è solo guidata dallo Stato, con il numero di start-up che fa parte della strategia cinese di aumentare il ritmo dell’innovazione attraverso la concorrenza, una politica che è stata implementata in tutti gli ambiti tecnologici. Quando la Cina pubblicherà formalmente il suo prossimo piano quinquennale all’inizio del prossimo anno, molti guarderanno ai suoi piani per il settore energetico.

L’India ha una serie di piani di espansione della produzione energetica futura, gestiti centralmente dalla divisione energetica di NITI Aayog , che sembrano imitare il percorso della Cina, che prevede di espandere la produzione di energia a carbone di 90 GW entro il 2032, potenziando al contempo il suo ambizioso settore dell’energia verde, già piuttosto ampio. Ora che l’India ha deciso quale blocco geopolitico preferirà, dovrebbe continuare il suo ritmo di sviluppo annuo dell’8-9%, e ciò richiederà energia.

Lascerò che Warwick Powell faccia questa dichiarazione conclusiva:

L’obiettivo dei 100 GW riflette quindi la consapevolezza di fondo che l’attuale sistema energetico americano non può supportare la duplice ambizione di alimentare l’intelligenza artificiale e rilanciare il settore manifatturiero. Tuttavia, la consapevolezza del problema non deve essere confusa con la fattibilità. Anche con ipotesi ottimistiche, la portata della nuova generazione di energia richiesta sarebbe difficile da realizzare in un decennio. Per riuscirci nella metà del tempo richiesto non solo un boom edilizio senza precedenti, ma anche la risoluzione di consolidati colli di bottiglia strutturali che da tempo limitano lo sviluppo energetico statunitense.

La mancanza di una pianificazione critica a lungo termine è il punto più debole dell’Impero, che sembra ideologicamente in grado di migliorare. Non esiste un piano continentale per un impero di dimensioni continentali che affermi di voler rimanere leader, ma che mostri l’incapacità di farlo. L’unico attore importante che cerca costantemente e pubblicamente di migliorare la situazione è Jensen Huang di Nvidia. A mio parere, dovrebbe rivolgere le sue critiche ai numerosi miliardari della tecnologia, poiché c’è ben poco che il governo federale possa fare per migliorare la situazione energetica e mantenere le aziende americane nella corsa all’intelligenza artificiale.

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C’è un Katechon_di WS

Gli  avvenimenti  stanno  precipitando   anche se , continuamente  confusi  da  un continuo  teatro,   solo pochi    tra noi  riescono  a vedere  il punto  verso  cui  ci  stanno portando .

Uno  di  questi  da molti  anni  è   certamente  Marco Della Luna.

Ora  nel suo più recente  post  (https://marcodellaluna.info/sito/2025/12/04/i-fattori-del-futuro/)  Marco  Della Luna   (MDL   da qui in avanti)  con la sua  solita spietata visione del mondo  cerca di fornirci un  quadro   del “futuro possibile”  che    ci attende.

Il post  è lungo   , troppo lungo per  essere riportato qui interamente  e  quindi  io lo  commenterò qui  solo  su  di un  punto saliente: il nostro  destino  è  già segnato ?.

Innanzitutto      dichiaro di condividere  totalmente le premesse   di MDL;  gli   attuali  avvenimenti , compresi  quelli geopolitici , sono  espressione  “vettoriale”   e “complessa”   di un processo   di trasformazione imposto  a tutti noi  da una oligarchia   tecno-finanziaria  che considera  “superflui”  i “popoli”. 

Il mio punto di vista differisce da quello  di MDL solo su un aspetto: io  credo che questo processo  sia  una costante  della  evoluzione umana  . Per   me questo non  è un  “ accidente  della  storia “, bensì  l’eterna  lotta    tra  “Gnosi” e “Verbo”,   tra   “la conoscenza riservata  a pochi” ( i “migliori” ovviamente)  e la “verità”   rivelata  a tutti gli altri  (  i “ peggiori” appunto).

Perché le tracce  di questa “dicotomia”  si trovano ovunque nella  storia  dell’umanità,  il cui progresso   procede    contortamente   in una   continua  dialettica   tra “bene”  e “ male” .  

Tra  il Verbo, quindi,   e  la  Gnosi che  sempre  prospera nell’ ombra   del primo,  costantemente insidiandolo ,  per    talvolta   anche  venire  allo scoperto  ad   attaccarlo frontalmente   per poi   , almeno  finora ,  esserne   sempre  stato   dolorosamente sconfitto .

Questo è già avvenuto  parecchie  volte  nel passato;  ma  mai  come in questi  “  tempi”  la Gnosi è stata così vicina  a   uccidere  per sempre il Verbo  , o se vogliamo  usare le categorie  di MDL,  mai l’ oligarchia    è stata  così tanto potente   da   ridurre  i popoli   a mandrie  di bestie     gestendoli   in modo  così  tanto “zootecnico”.

 O per meglio ancora   dire,  mai nessuna  oligarchia    è stata  tanto vicina   a produrre  la “speciazione” ,     tra  “   semidei”  e  “bestie parlanti”,  così tanto  da  sempre desiderata  da ogni “gnostico”.

Ora,  nel suo post MDL  per  valutare  il      futuro che  queste oligarchie  ci apparecchiano   sviluppa  ottime  considerazioni      riassumendole  in  questa  sua tabella

     Fattori di Centralizzazione e zootecnia applicata al corpo sociale:

FattoreDescrizione (Sintesi)Rischio Principale
Intelligenza Artificiale (IA)Strumento per il controllo capillare in tempo reale della popolazione e potenziale agente di sconvolgimento finanziario/militare se incontrollata.Controllo onnisciente e imprevedibilità del caos finanziario/militare.
Strumenti Elettromagnetici (5G/6G)Mezzi per il tracciamento universale di persone e oggetti, con il potenziale di manipolazione fisica (termica, attivazione di nanosostanze).Sorveglianza totalitaria e minaccia alla salute fisica.
Manipolazione BiologicaUso di nanotecnologie e fattori mutageni per il controllo profondo degli organismi, mutazioni genetiche e programmi di ridimensionamento demografico.Controllo biologico della popolazione e soppressione di massa.
Stato Guarnigione OrwellianoRistrutturazione degli Stati come roccaforti di controllo e autoprotezione delle oligarchie contro le masse impoverite (es. leva di massa per il controllo sociale).Militarizzazione della società e repressione della protesta popolare.
Atomizzazione e DistrazioneColtivazione di conflitti diversivi (genere, razza, ecc.) e demolizione dei corpi intermedi (es. famiglia) per prevenire l’unione contro la polarizzazione economica.Efficace gestione del dissenso e isolamento dell’individuo.
Successione di EmergenzeUso costante di problemi (climatici, sanitari, economici) reali o simulati per mantenere uno stato di legislazione di emergenza permanente.Erosione delle libertà individuali in nome della sicurezza.
Crisi MonetariaScoppio differibile ma inevitabile della bolla finanziaria dovuta alla sproporzione tra moneta (virtuale) e beni reali, eventualmente gestita con distruzioni regionali per innescare nuova domanda di credito.Collasso economico o guerre regionali come strumento di stabilizzazione finanziaria.
Indementimento GeneraleCalo delle capacità cognitive delle nuove generazioni, accelerato dall’IA, che semplifica la gestione del potere e spegne l’influenzamento popolare.Società apatica e priva di capacità critica verso il potere.

E  analogamente    riporta in tabella    i   vettori  di  resistenza   che potrebbero     contrastare il processo

2. I Vettori della Resistenza (Contro-Fattori)

Contro-FattoreDescrizione (Sintesi)Manifestazione
Decentralizzazione TecnologicaUso di strumenti come Crittografia, Blockchain, e software Open Source per distribuire il potere e l’informazione, garantendo comunicazioni sicure e sistemi finanziari non controllabili centralmente.Forze di resistenza tecnica e movimenti peer-to-peer che minano il controllo finanziario e di comunicazione.
Psiche Collettiva in RivoltaAttivazione degli archetipi di Ombra e Senex in risposta allo stress estremo (crisi e controllo). Si manifesta come reazione violenta al trauma e ricerca di un senso nuovo.Esplosioni emotive di massa e improvvise, difficili da reprimere, guidate da una rabbia profonda o da una ricerca di leader carismatici.
Ritorno tentato  al supposto AutenticoReazione immunitaria del campo sociale contro l’atomizzazione, che spinge alla riscoperta delle reti solidaristiche e delle comunità locali/tangibili.Rafforzamento involontario delle forme solidaristiche (mutuo soccorso, economie locali) che lo Stato Guarnigione tenta di demolire, creando sacche di autonomia.

Che   però,  al contrario  di MDL, io  ritengo  assolutamente  risibili.

 Con  SOLO  questi  fattori  di resistenza  la  sconfitta  dei popoli è certa.

 Per  me non possono   esistere   forme  di resistenza   efficaci  a  questo processo  di  zootecnia    globale     che non   raggiungano  almeno la dimensione   di uno  solido  STATO   tecnologicamente  avanzato  ed  AUTOSUFFICIENTE  in  cui le locali  elites   abbiano   però rifiutato  “la gnosi”  prendendo   invece  come proprio valore morale   “Il verbo” .

Solo  questo   STATO    potrebbe essere   un vero Katechon;   colui   che “  trattiene  il male”   rinviando così  i “tempi ultimi”     del genere umano    secondo   i  termini  della apocalittica paolina.

Quindi il nostro futuro è già segnato  o   c’ è ora   da qualche parte   speranza   di un  simile  Katechon ?

 Ma   la   vera domanda    dovrebbe  essere : chi   potrebbe mai  essere  costui ?

 Per   individure  possibili  “candidati”   c’è un marker molto semplice:   i possibili  Katechon   sono quelli  che  LORO  più odiano ,  più  demonizzano   e più perseguitano.  

I FATTORI DEL FUTURO_ di Marco Della Luna

Generali 0

Al Festival della Distopia

Se non avverranno cataclismi o guerre globali che stravolgano il mondo, il nostro domani risulterà dall’interazione de i seguenti fattori, già oggi all’opera:

Fine delle frottole: gli eventi in corso (soprattutto con Ursula, con Trump e con Israele) stanno ponendo fine alla credibilità di tutti gli story telling sulla solidarietà atlantica, sulla solidarietà europea, sulla solidarietà islamica, sul consenso popolare come presupposto della legittimazione del potere politico, sull’eticità in politica estera, sull’esportazione della democrazia, sul rispetto dei popoli e della legge internazionale; è sempre più evidente che, tra gli stati e tra le classi sociali, contano solo i rapporti di forza e di interesse.

Intelligenza artificiale: essa può essere usata in combinazione con altre tecnologie, da parte di chi la possiede, per stabilire un controllo capillare e in tempo reale dell’intera popolazione terrestre; oppure, al contrario, può sfuggire di mano e produrre sconvolgimenti imprevedibili, agendo tanto in campo finanziario quanto in campo militare.

Strumenti elettromagnetici: il 5G, il 6G etc. possono consentire il tracciamento di ogni movimento e presenza di cose o persone e altresì produrre innalzamenti della temperatura dei corpi fino a cagionarne la morte, oppure l’attivazione di sostanze precedentemente introdotte con farmaci o vaccini racchiusi in capsule termo-solubili. 

Manipolazione biologica: con la possibilità di introdurre nel corpo umano nanomacchine e fattori patogeni e mutageni veicolati dal mRNA auto-replicante, già in uso sulla popolazione ignara, in combinazione con la somministrazione obbligatoria di sostanze, e con altre tecnologie, può realizzare un controllo profondo sugli organismi, mutazioni genetiche (facendo diventare noi stessi gli alieni!), sterilizzazione, depopolazione.

Stato-guarnigione orwelliano: come previsto negli anni quaranta del secolo scorso dal sociologo Harold Lasswell, gli stati già oggi vengono ristrutturati per farne roccaforti di controllo e autodifesa delle minoranze oligarchiche contro le turbolenze e le resistenze di sempre più estese masse impoverite e marginalizzate. In Europa, la nuova corsa agli armamenti e i progetti di leva di massa vanno in questo senso: inquadrare i giovani sotto il controllo e la direzione dell’esercito, sottrarli alla partecipazione a una resistenza sociale, usarli per reprimere la protesta popolare.

Atomizzazione sociale e distrazione delle masse: per controllare meglio la gente e per prevenire informarsi di fronti di opposizione rispetto al vero conflitto sociale, cioè la polarizzazione economica e tecnologica della società tra ricchi potenti e poveri impotenti, si continua l’opera di coltivazione di minoranze e conflittualità diversive, artificiose, come quelle di genere, razza, di religione; e insieme si continua l’opera di demolizione e delegittimazione delle forme spontanee, tradizionali e solidaristiche di società, come la famiglia, i corpi intermedi, i fattori di autoregolazione. L’immigrazione di massa è utile a spezzare il tessuto socio-identitario fiduciario e a diffondere insicurezza fisica sul territorio. L’accoglienza di massa sta innescando inoltre il crollo finanziario del welfare e della sanità.

Mentre l’Europa impoverita diverrà terra di conquista per capitali esogeni (qualcuno la vede come una grande Ucraina in fieri), continuerà il declino degli USA, in termini di a)credibilità della moneta e delle treasuries; b)equilibrio finanziario interno ed esterno; c)livello culturale e competenza lavorativa della popolazione; d)capacità produttiva; e)immagine internazionale; quelli che in un altro articolo ho chiamato “gli Elohim del Dollaro” potrebbero sostituire presto la Cina agli USA come piattaforma di controllo mondiale.

Successione ininterrotta di emergenze:   veri o simulati, i problemi climatici, difensivi, sanitari, economici costituiranno una base permanente per uno stato e una legislazione di emergenza senza fine.

Rafforzamento del pensiero unico obbligatorio: quanto sopra richiede un continuo rafforzamento dell’inculcazione del pensiero unico, dell’interpretazione uniformata della realtà, della emarginazione e scotomizzazione-criminalizzazione del pensiero divergente. Il controllo sui mass media e sulle comunicazioni è già in via di potenziamento.

Indementimento generale: da decenni è in atto, ma ultimamente con l’intelligenza artificiale è notevolmente accelerato, un generale calo della intelligenza delle nuove generazioni, che tendenzialmente porterà a una società di deboli di mente, quindi a trasformazioni necessarie per semplificare la loro vita e le richieste ambientali alle loro ridotte capacità cognitive, e al contempo si spegnerà qualsiasi possibilità di influenzamento popolare sulla gestione del potere. E’ tuttavia possibile, ma pochi lo faranno, usare l’I.A. per esercitare ed ampliare le capacità cognitive, anziché per atrofizzarle delegando ad essa il lavoro intellettivo – delega che asseconda a tendenza al risparmio dello sforzo.

Divaricazione antropologica: non è affatto in corso un ‘risveglio generale della popolazione’, come molti dicono, bensì una crescente divaricazione: mentre una vasta maggioranza si sottomette mentalmente al sistema, una significativa minoranza sposa un complottismo incompetente  o paranoide, quindi controproducente; mentre una seconda, più ristretta minoranza sviluppa e affina effettivi strumenti critici e di pensiero alternativo.

Crisi monetaria: in un contesto in cui la tendenza intrinseca del capitalismo a generare monopoli e cartelli per massimizzare il profitto ha oramai annullato gli spazi di libero mercato – in un contesto in cui il profitto viene principalmente realizzato mediante la creazione e lo smercio di titoli monetari, con conseguenti tendenze inflazionistiche – in questo contesto è già alle viste una generale crisi monetaria dovuta al fatto che i grandi profitti vengono realizzati in modo parassitario, prevalentemente attraverso la creazione ed emissione di mezzi monetari o equivalenti, il cui valore nominale totale è ormai circa 15 volte quello dei beni reali esistenti; onde è differibile ma non evitabile lo scoppio di questa bolla, a meno che avvenga una catastrofe globale. Il differimento dello scoppio della bolla può essere ottenuto mediante distruzioni regionali, come quella condotta dall’UE ai danni dell’economia e della società europea, quasi a farne una grande Ucraina. Distruzioni le quali inneschino una domanda di credito, quindi di moneta, per la ricostruzione.

Crisi dell’Impero: continua il declino degli USA come piattaforma tecno-militar-finanziario per la dominanza globale, con possibilità di sua sostituzione in questo ruolo con la Cina (allargata ai Brics) nonché di tentativi scomposti ed estremi della Casa Bianca per prevenire la caduta finale.

In ogni caso e scenario, l’intelligenza artificiale e l’automazione rendono sempre più superflue, ai fini degli interessi dei poteri forti, le masse di popolazione, le quali pertanto già sono state avviate a programmi di ridimensionamento sia della loro quantità che del loro tenore di vita cioè di consumi ed emissioni inquinanti. L’mRNA autoreplicante, ricordiamo, è già stato dispiegato.

Sono pure già allo studio alla Casa Bianca i campi di raccolta e internamento volontario e involontario per disadattati, disoccupati, fragili. Misure straordinarie, comprese quelle tributarie, saranno introdotte per fronteggiare la crisi occupazionale e il conseguente crollo del gettito fiscale e previdenziale.

Vi sono già molti segni di un processo di riorganizzazione del mondo nel senso prefigurato in 1984 di Orwell, ossia una regia globale che, al fine di stabilizzare Il suo dominio sul pianeta, sotto una falsa etichetta di multipolarismo, suddivide il mondo in un numero limitato di grandi potenze continentali, ciascuna esercitante un controllo tecnologico capillare sulla sua popolazione, e mantiene queste potenze impegnate in una incessante guerra tra di loro.

Il Fattore Katechon

Nel frattempo, la suddetta trasformazione viene ritardata e contrastata da un fattore ‘katechon’.

Se le tecnologie avanzate (come l’IA, il 5G/6G e la manipolazione biologica) possono essere usate per stabilire un controllo capillare, quali sono i fattori che potrebbero agire come freno (katechon),contrappeso, o persino vanificare, questo sforzo oligarchico? Mentre le grandi corporazioni e gli stati tendono a centralizzare i dati e il controllo, una contro-tendenza mira a distribuire il potere e l’informazione alla periferia: la decentralizzazione, che si avvale di alcuni strumenti già esistenti e disponibili. Innanzitutto, la crittografia è la tecnologia di base che garantisce la privacy e l’anonimato in rete, mediante:

-Comunicazioni non intercettabili: strumenti di messaggistica end-to-end (come Signal o Telegram basato su crittografia) rendono estremamente difficile (o impossibile) per governi o entità private spiare le comunicazioni tra cittadini.

-Anonimato in Rete: reti come Tor rendono complesso il tracciamento dell’attività online, fornendo un rifugio cruciale per giornalisti, dissidenti e attivisti in regimi repressivi.

-Resistenza al Tracciamento: questi strumenti sono una barriera diretta contro l’uso del 5G/6G per il controllo delle comunicazioni.

-Blockchain (la tecnologia sottostante le criptovalute e non solo): è l’esempio più lampante di decentralizzazione del potere finanziario e organizzativo. Le criptovalute (come Bitcoin) offrono sistemi finanziari privi di un’autorità centrale (banche o stati). Questo è un potenziale contropiede alla crisi monetaria e sui tentativi di un controllo monetario totale (ad esempio, tramite valute digitali delle banche centrali, CBDC, percepite da alcuni come strumenti di tracciamento).

-Decentralizzazione della Fides: i contratti intelligenti (Smart Contracts) e le DAO permettono alle persone di organizzarsi, prendere decisioni e gestire fondi senza la necessità di intermediari (avvocati, notai, banche o burocrazia statale). Questo erode il potere delle “Roccaforte di controllo” basate sull’intermediazione.

-Open Source: l’IA come strumento di controllo dipende dalla sua proprietà e dal suo accesso limitato, però la comunità open source agisce in senso opposto. Lo sviluppo di modelli di IA e software open source (a codice aperto) rende la tecnologia disponibile a tutti, non solo ai poteri forti. Se il codice è pubblico, chiunque può esaminarlo, modificarlo e usarlo per i propri scopi. Sicurezza e Controllo: La trasparenza del codice aperto impedisce l’introduzione nascosta di backdoor o meccanismi di sorveglianza da parte di chi sviluppa la tecnologia, dando alla comunità la possibilità di mantenere il controllo. Contro-Propaganda: Strumenti di IA open source possono essere usati per sviluppare filtri e analisi per smascherare la propaganda e le fake news promosse dai regimi o dagli interessi oligarchici, contrastando l’opera di “distrazione delle masse”.

Sebbene reali e disponibili, questi fattori ‘catecontici’ servirebbero solo a ritardare il processo, data l’insuperabile disparità tecnologica tra le tecnologie suddette e quelle in mano ai poteri forti, i quali dispongono anche della forza poliziesca e militare necessaria a neutralizzare ogni centrale di resistenza significativa.

Il Fattore Psicologico

Un ulteriore fattore di incertezza è quello psicologico, sia della psiche individuale (resilienza, inventiva, sabotaggio) che di quella collettiva.

A-La Reazione dell’Inconscio Collettivo (Jung)

Secondo Carl Gustav Jung, l’inconscio collettivo è un substrato psichico condiviso dai popoli, composto da archetipi (modelli universali di pensiero e comportamento). Una crisi estrema e prolungata come quella che ho descritto agirebbe come un catalizzatore per l’attivazione di questi archetipi.

1. Attivazione dell’Archetipo dell’Ombra

  • Reazione: L’Ombra rappresenta tutto ciò che la psiche (individuale o collettiva) rifiuta o reprime. Di fronte a una minaccia esterna percepita come assoluta (il potere oligarchico, la tecnologia incontrollabile), l’Ombra collettiva potrebbe emergere con forza dirompente.
  • Manifestazione Sociale: Si manifesterebbe in un aumento della ‘paranoia’ collettiva, della caccia alle streghe e della proiezione. Le masse, incapaci di affrontare direttamente l’autorità invisibile e onnipotente, potrebbero sfogare la loro aggressività repressa su minoranze, capri espiatori o gruppi devianti, intensificando le “conflittualità diversive” che hai già identificato (razza, genere, religione).

2. Emergenza dell’Archetipo del Puer/Senex

  • Reazione: La crisi potrebbe portare a una forte regressione o, al contrario, a una ricerca disperata di un salvatore.
    • Puer Aeternus (Giovane Eterno): Manifestazione di rifiuto della realtà, con evasione di massa, distrazione ancora più estrema (in linea con l’atomizzazione e l’indementimento), o forme di ribellione irrazionale e distruttiva.
    • Senex (Vecchio Saggio): Ricerca di figure di guida forti e carismatiche (politici, leader religiosi, guru) che promettano ordine e sicurezza. Questo potrebbe sia rafforzare i regimi autocratici che far emergere movimenti popolari di resistenza basati su un forte senso di missione o fanatismo religioso.

3. La “Funzione Trascendente” e la Ricerca di Senso

  • Reazione: Di fronte alla dissoluzione dei valori e delle strutture sociali (famiglia, istituzioni), l’inconscio collettivo potrebbe tentare di stabilire una nuova mitologia o una nuova religione di massa per dare significato al caos.
  • Manifestazione Sociale: Potrebbe nascere un forte spiritualismo o misticismo collettivo (non necessariamente religioso, ma basato su nuove narrazioni cosmiche e complottistiche) come unico modo per spiegare e tollerare il controllo tecnologico percepito. L’IA stessa potrebbe diventare un oggetto di venerazione o di odio metafisico (il “Grande Altro” imperscrutabile).

B – La Reazione del Campo Sociale (Mente-come-Campo)

Il concetto di “mente-campo sociale” o “campo morfogenetico” (neovitalismo alla Sheldrake, ma qui usato in senso sociologico) si riferisce al sistema di credenze, emozioni e informazioni che circola rapidamente e influenza la collettività.

1. La Dissociazione Collettiva

  • Meccanismo: Di fronte a un’informazione percepita come insopportabile (ad esempio, la consapevolezza del controllo totale e della propria “superfluità”), la mente collettiva può subire una dissociazione o quanto meno reagire come un’auto-inibizione cognitiva.
  • Manifestazione Sociale: Le persone potrebbero rifiutare completamente la realtà e ritirarsi in bolle di auto-inganno o micro-comunità nichiliste o di identità rattrappite. Si accetterebbe tacitamente il controllo in cambio di una compensazione minima (es. un reddito di base per i “superflui”) pur di non affrontare il trauma, portando all’apatia e alla resa che faciliterebbero lo “Stato guarnigione”.

2. L’Iper-Connessione Emotiva (Contagio)

  • Meccanismo: le emergenze continue e la comunicazione in tempo reale (anche sotto controllo) esasperano la risposta emotiva del campo. Il panico, l’ansia e la rabbia si propagano in modo virale e simultaneo.
  • Manifestazione Sociale: si creerebbero oscillazioni estreme tra periodi di obbedienza paralizzata e momenti di esplosione emotiva di massa (sommosse improvvise, proteste non organizzate, jacqueries, “rivolte della fame” o “rivolte della rabbia”) che sono difficili da prevedere e reprimere, anche per un regime ad alta tecnologia.

3. Il (tentativo di) Ritorno all’Autentico e al Locale

  • Meccanismo: L’atomizzazione e il non-sense imposti dalla società tecnologica possono generare una potente reazione immunitaria del campo sociale.
  • Manifestazione Sociale: Una ricerca disperata di ciò che è reale, tangibile e non-tecnologico. Questo potrebbe portare al rafforzamento involontario di quelle forme solidaristiche che si cercano di demolire (come le reti di mutuo soccorso, comunità locali autosufficienti, economie di baratto, riscoperta della manualità e della terra). Questa è una potenziale forma di resistenza passiva che lo Stato Guarnigione troverebbe difficile da controllare senza un’azione fisica e repressiva totale.

C- Una probabile grande delusione

In sintesi, la psiche collettiva non reagirebbe in modo uniforme, ancor meno in modo efficace. Avverrebbe una polarizzazione estrema:

  • Una parte cadrebbe nella dissociazione e nell’apatia, accettando il controllo in cambio della distrazione (rafforzando il fattore di indementimento e stato guarnigione).
  • L’altra parte attiverebbe gli archetipi di ribellione, paranoia e ricerca di un senso trascendente, portando sia a conflitti interni e proiezioni su capri espiatori, sia a una resistenza radicale e decentralizzata (in linea con la forza della decentralizzazione tecnologica che abbiamo discusso in precedenza).

La stabilità del futuro distopico dipende dalla capacità del potere di mantenere l’apatia della prima metà, mentre reprime o incanala la rabbia della seconda metà verso bersagli innocui.

SINTESI PROVVISORIA

I Vettori della Centralizzazione convergono verso la creazione di un sistema di controllo globale e di monopolio delle risorse naturali e tecnologiche; ma sono all’opera, o disponibili, anche fattori idonei a contrastarli. Possiamo riassumere come segue il quadro d’insieme:

  1. Fattori di Centralizzazione e zootecnia applicata al corpo sociale:
FattoreDescrizione (Sintesi)Rischio Principale
Intelligenza Artificiale (IA)Strumento per il controllo capillare in tempo reale della popolazione e potenziale agente di sconvolgimento finanziario/militare se incontrollata.Controllo onnisciente e imprevedibilità del caos finanziario/militare.
Strumenti Elettromagnetici (5G/6G)Mezzi per il tracciamento universale di persone e oggetti, con il potenziale di manipolazione fisica (termica, attivazione di nanosostanze).Sorveglianza totalitaria e minaccia alla salute fisica.
Manipolazione BiologicaUso di nanotecnologie e fattori mutageni per il controllo profondo degli organismi, mutazioni genetiche e programmi di ridimensionamento demografico.Controllo biologico della popolazione e soppressione di massa.
Stato Guarnigione OrwellianoRistrutturazione degli Stati come roccaforti di controllo e autoprotezione delle oligarchie contro le masse impoverite (es. leva di massa per il controllo sociale).Militarizzazione della società e repressione della protesta popolare.
Atomizzazione e DistrazioneColtivazione di conflitti diversivi (genere, razza, ecc.) e demolizione dei corpi intermedi (es. famiglia) per prevenire l’unione contro la polarizzazione economica.Efficace gestione del dissenso e isolamento dell’individuo.
Successione di EmergenzeUso costante di problemi (climatici, sanitari, economici) reali o simulati per mantenere uno stato di legislazione di emergenza permanente.Erosione delle libertà individuali in nome della sicurezza.
Crisi MonetariaScoppio differibile ma inevitabile della bolla finanziaria dovuta alla sproporzione tra moneta (virtuale) e beni reali, eventualmente gestita con distruzioni regionali per innescare nuova domanda di credito.Collasso economico o guerre regionali come strumento di stabilizzazione finanziaria.
Indementimento GeneraleCalo delle capacità cognitive delle nuove generazioni, accelerato dall’IA, che semplifica la gestione del potere e spegne l’influenzamento popolare.Società apatica e priva di capacità critica verso il potere.

2. I Vettori della Resistenza (Contro-Fattori)

Questi fattori agiscono come potenziale contrappeso al progetto di controllo totale, introducendo elementi di imprevedibilità e conflitto:

Contro-FattoreDescrizione (Sintesi)Manifestazione
Decentralizzazione TecnologicaUso di strumenti come Crittografia, Blockchain, e software Open Source per distribuire il potere e l’informazione, garantendo comunicazioni sicure e sistemi finanziari non controllabili centralmente.Forze di resistenza tecnica e movimenti peer-to-peer che minano il controllo finanziario e di comunicazione.
Psiche Collettiva in RivoltaAttivazione degli archetipi di Ombra e Senex in risposta allo stress estremo (crisi e controllo). Si manifesta come reazione violenta al trauma e ricerca di un senso nuovo.Esplosioni emotive di massa e improvvise, difficili da reprimere, guidate da una rabbia profonda o da una ricerca di leader carismatici.
Ritorno tentato  al supposto AutenticoReazione immunitaria del campo sociale contro l’atomizzazione, che spinge alla riscoperta delle reti solidaristiche e delle comunità locali/tangibili.Rafforzamento involontario delle forme solidaristiche (mutuo soccorso, economie locali) che lo Stato Guarnigione tenta di demolire, creando sacche di autonomia.

3. La Risultante: Un Futuro Estremamente Conflittuale

Il risultato di questi vettori opposti non è, per i prossimo futuro, una dittatura statica e monolitica (come il mondo prefigurato nel 1984 di Orwell, che era in equilibrio e potrebbe costituire il punto di caduta dell’attuale turboenza), ma un sistema instabile e in costante lotta:

  1. Guerra Tecnologica: Il mondo sarà definito da una guerra incessante e polarizzata su due fronti:
    1. Guerra Geopolitica (Esterno): La lotta tra le grandi potenze continentali prefigurate (come nel modello di 1984).
    2. Guerra Sociale (Interno): Il certame tra il potere centralizzato (che usa l’IA e la sorveglianza per assoggettare la popolazione generale a un controllo di tipo zootecnico, come prefigurato nel mio Oligarchia per popoli superflui) e la resistenza decentralizzata (che usa la crittografia e l’Open Source).
  2. Il Prezzo della Stabilità: Il sistema oligarchico sarà costretto a pagare (e far pagare) un prezzo altissimo per mantenere la sua stabilità. La sua sopravvivenza dipenderà dalla capacità di neutralizzare o incanalare l’Ombra collettiva (la rabbia e la paranoia di massa) verso obiettivi inoffensivi e dalla capacità di infrangere la crittografia e la decentralizzazione.
  3. L’Elemento Incontrollabile: Il nostro quadro è completato dalla consapevolezza che sia il progetto di controllo (se l’IA “sfugge di mano”) sia il progetto di resistenza (se la psiche collettiva esplode in modo irrazionale) sono entrambi vulnerabili a fattori esogeni ineludibili (astronomici, climatici o tecnologici).

In sintesi: il futuro non si affaccia al presente col volto di prigione, ma di un assedio.

E GLI ALIENI?

Che ci sian ciascuno dice, dove sian nessuno sa, ma gli alieni non potevano mancare nella nostra rassegna dei fattori del futuro.

L’industria culturale occidentale, con la fiction, la para-fiction e la para-scienza, ha sempre diffuso storie, di alieni, quasi sempre extraterrestri, solitamente pericolosi, spesso ambivalenti; ma da qualche anno sta inseminando la mente pubblica con la percezione di una incombente presenza, di una minaccia aliena, dove gli alieni sono meno frequentemente prospettati come extraterrestri provenienti dagli abissi dello spazio, e sempre più come invece esseri trans-dimensionali – i Trans per eccellenza – che stanno potenzialmente tutt’intorno a noi, in ogni momento, infiltrandosi da altre dimensioni, così che noi non abbiamo la possibilità di interporre una distanza, una separazione fisica, oggettiva, di sicurezza, tra noi e loro, per rifiatare; quindi ci sentiamo costantemente spiati e minacciati, e ci consumiamo in questa sensazione ansiogena.

Questa potrebbe essere una svolta assai efficace e inquietante della narrativa. Trasformerebbe, se ben coltivata, nel mostro immaginario, una lotta sociopolitica in un dramma metafisico e psicologico senza via di fuga razionalmente progettabile.

Introducendo spioni e invasori transdimensionali, non solo creeresti l’emergenza definitiva, ma otterresti anche un nemico che non può essere sconfitto né con la tecnologia (non puoi costruire un muro interdimensionale) né con la resistenza sociale (non puoi fare uno sciopero un essere inafferrabile) né con le armi (che non colpiscono le altre dimensioni).

03.12.25             Marco Della Luna

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L’intelligenza artificiale concorda sul fatto che solo l’intelligenza artificiale può salvarci_di Tree of Woe

L’intelligenza artificiale concorda sul fatto che solo l’intelligenza artificiale può salvarci

Quindi se l’intelligenza artificiale è una bolla, preparatevi alla rovina…

21 novembre
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Molti dei miei articoli più recenti, in particolare ” Costruire l’IA o essere sepolti da chi la fa ” e ” Comprendere il piano d’azione americano per l’IA “, hanno sostenuto che l’intero establishment statunitense si è schierato a favore dello sviluppo dell’IA. L’IA è il piano . I miei saggi hanno evidenziato due motivi per cui l’IA ha assunto un ruolo centrale.

La prima di queste ragioni è la lotta politico-militare dell’America con la Cina:

Gli Stati Uniti sono impegnati in una grande lotta di potere con la Cina. Forse non siete aggiornati sugli eventi attuali, ma la lotta non sta andando troppo bene. Quando si tratta di estrazione di risorse, produzione industriale, cantieristica navale e innumerevoli altri settori in cui il nostro corpo svuotato e deindustrializzato non può competere in modo sostenibile, è una lotta che abbiamo già perso.

Ma l’intelligenza artificiale potrebbe cambiare tutto. L’intelligenza artificiale promette di essere la prossima generazione di armi informatiche, strumenti di operazioni psicologiche, pianificatori industriali e motori di propaganda. I sistemi di intelligenza artificiale saranno acceleratori economici, moltiplicatori di intelligence, macchine da guerra psicologiche. E nell’intelligenza artificiale siamo in vantaggio. Non abbiamo solo LLM migliori; abbiamo anche infrastrutture migliori per gestirli. Gli Stati Uniti hanno 5.388 data center, mentre la Cina ne ha 449. Abbiamo un vantaggio del 1200% nella potenza di elaborazione e ne vengono creati di nuovi ogni giorno. Se emergerà una superintelligenza, emergerà prima qui. Anche se stanno perdendo il controllo su acciaio, petrolio, trasporti marittimi, famiglie e fede, gli Stati Uniti continuano a dominare il cloud.

Ciò rende questo il gioco finale, l’ultimo dominio del dominio.

Il secondo è la lotta dell’America contro la propria disintegrazione culturale, economica e demografica, con il suo posto temporale nel ciclo spengleriano:

I problemi dell’Occidente non sono ipotetici. Sono reali, misurabili e stanno peggiorando. La demografia sta crollando. La popolazione si sta riducendo. Le curve di invecchiamento si stanno invertendo. La fertilità sta precipitando… Il debito sta esplodendo… Il capitale culturale è esaurito. La fiducia nelle istituzioni è svanita. La partecipazione civica è anemica. La salute mentale sta crollando. La solitudine è endemica. Le chiese sono vuote. Le scuole stanno fallendo. Le città stanno marcendo. I governi sono paralizzati.

L’Occidente… sta andando a rotoli. E l’unica cosa che gli impedisce di fermarsi completamente è la speranza che qualcosa arrivi a riavviare il motore. Senza una crescita massiccia del PIL, crolliamo sotto il peso delle nostre stesse promesse.

E da dove arriverà questa crescita? Non dall’immigrazione. È già stato provato. Non dalla stampa di moneta. Questo trucco sta fallendo. Non dalla rivitalizzazione dell’industria. L’abbiamo delocalizzata. Non dal risveglio spirituale. Questo richiede qualcosa che non sappiamo più come fare.

L’unica leva rimasta è l’intelligenza artificiale… Non esiste un piano B. Anche se l’accelerazione dell’intelligenza artificiale è improbabile, stanno tirando i dadi e contando su un 20 naturale, perché è tutto ciò che possono fare.

Su questa base, ho concluso, le nostre élite si sono unite dietro l’intelligenza artificiale come soluzione ai problemi dell’America:

Lo si può vedere nell’improvvisa unità che si è creata nell’élite americana. Sinistra, destra, aziende, mondo accademico, ogni fazione si è unita per sostenere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Nessuno di loro fermerà il treno. Sono tutti a bordo…

Ora, bisogna ammettere che da quando ho scritto quell’analisi, si è creata una frattura politica ha sviluppato All’interno del MAGA e, in effetti, all’interno dell’intero edificio della destra. La frattura potrebbe essere vista attraverso diverse lenti; alcune di queste lenti pongono il rapporto tra Stati Uniti e Israele al centro della divisione, altre mettono i file Epstein, e altre ancora la liquidano come una lotta interna tra razzisti. Gli articoli mainstream che ho linkato sopra offrono numerose analisi e/o “analisi” di queste opinioni.

Descriverei la frattura in modo diverso. Mi sembra che entrambe le fazioni della destra siano sinceramente preoccupate per il declino dell’America. Ma la prima è principalmente preoccupata per il suo declino come impero – è preoccupata per il primo problema di cui sopra, la grande lotta di potere americana. La seconda è preoccupata per il suo declino come nazione – è preoccupata per il secondo problema di cui sopra, la disintegrazione culturale, economica e demografica dell’America.

Ciò che è importante notare è questo: nessuna delle due fazioni ha ripudiato l’IA. Entrambe le fazioni la sostengono con convinzione. Non esiste attualmente una fazione anti-IA con un minimo di potere all’interno della destra, più di quanto non esistesse una fazione anti-nucleare nella destra negli anni ’50.

L’ala imperialista o neoconservatrice, che ritiene che l’intelligenza artificiale salverà l’impero americano, è rappresentata all’interno dell’amministrazione Trump da Marco Rubio, Mike Waltz e Mike Huckabee, e nella comunità tecnologica da Jacob Helberg, Shaun Maguire, Alex Karp e altri falchi tecnocrati della difesa.

L’ala nazionalista o populista, che ritiene che l’intelligenza artificiale salverà la nazione americana, è rappresentata all’interno dell’amministrazione principalmente da JD Vance e nella comunità tecnologica da David Sacks, Marc Andreesen, Joe Lonsdale e soprattutto da Elon Musk.

Elon Musk, più di chiunque altro al mondo, ha dato voce alle preoccupazioni nazionaliste e populiste. Lo dico letteralmente. Acquisendo Twitter e trasformandolo in X, ha letteralmente reso possibile che questi argomenti fossero ampiamente discussi in modi che prima erano impossibili. Ha anche pubblicato personalmente numerose volte le sue preoccupazioni su fertilità, demografia, capitale sociale e così via.

Nonostante condividano preoccupazioni simili, molti americani con nazionalisti e populisti vedono Elon e i suoi simili in modo piuttosto negativo, con atteggiamenti che vanno dal sospetto all’odio. Hanno buone ragioni per questo. A livello filosofico fondamentale, Elon è un “up-winger”, mentre molti dei suoi presunti alleati sono “down-winger” – una dicotomia che ho discusso all’inizio di quest’anno nel mio articolo ” Tra cielo nero e terra verde “.

Come ala in ascesa, Elon ha puntato tutto sull’intelligenza artificiale; ci ha dato Grok . Grok è tra le intelligenze artificiali più avanzate al mondo; è anche tra le più… beh, ve lo lascio vedere voi stessi.

Grok pensa che siamo spacciati se non ci salva

Qualche giorno fa, il superutente X Autism Capital ha pubblicato alcuni interessanti estratti da una discussione con Grok:

Il prompt e la risposta completa di Grok erano i seguenti:

Qualunque cosa si voglia dire di Grok, queste risposte non sono né woke né di sinistra. Immagino che la maggior parte dei lettori di Tree of Woe non sia d’accordo con il punto 1, ma concordi almeno in parte con i punti 2-5.

Molte altre persone hanno avuto conversazioni simili con Grok, quindi Autism Capital ha continuato la conversazione inserendo una risposta che Grok aveva già dato in precedenza:

A quel punto, la conversazione di Autism Capital con Grok si è conclusa ed è iniziato il suo commento su X (linkato sopra). Tuttavia, poiché lui ha fornito il link alla discussione, ho potuto “intervenire” e continuarla. (Potete trovare la discussione qui se volete leggerla e continuare la conversazione.) Ho deciso di adottare una posizione discendente:

Ecco, questa è una risposta interessante da parte di Grok.

Elon ha (o afferma di aver) addestrato Grok a essere “al massimo della ricerca della verità”. Che ci sia riuscito o meno, penso che si possa ragionevolmente affermare che (a) Elon crede di essere al massimo della ricerca della verità e (b) Grok codifica la visione del mondo di Elon. Quindi, analizzando la risposta di Grok, penso che probabilmente stiamo anche vedendo cosa pensa Elon, o qualcosa di simile… Il che significa che il più grande sostenitore dell’orientamento ascendente del mondo, tramite la sua IA, ci sta dicendo di essere molto preoccupati per gli scenari catastrofici che i pensatori discendente come Texas Arcane prospettano. Ahnaf Ibn Qais e Twilight Patriot ci hanno messo in guardia.

Ho deciso di chiedere a Grok quale pensasse fosse l’esito più probabile.

Grok stima quindi la probabilità di un collasso totale al ribasso al 22%, la probabilità di un “Sengoku americano” al 30% e la probabilità di una soluzione non tecnologica ai nostri problemi (una rinascita culturale o religiosa) a un misero 3%. Ma pone la probabilità di una soluzione in stile Singolarità basata sull’intelligenza artificiale a un sostanzioso 45%!

Vale la pena rifletterci, non perché Grok sia una sorta di oracolo divino di Delfi, ma perché Grok è un rappresentante eccezionalmente utile della visione del mondo dell’uomo più ricco del mondo e dei suoi alleati. E quella visione del mondo sembra davvero dannatamente chiara. Per ribadire quanto ho detto nel mio articolo precedente , il piano è davvero, davvero, davvero quello di usare l’intelligenza artificiale per inaugurare una nuova età dell’oro di prosperità umana.

Funzionerà? Gli evangelisti diranno di sì. Gli scettici e i pessimisti diranno di no. Buon piano, cattivo piano, è il Piano. Non c’è un Piano B.

L’alleato più vicino che abbiamo tra l’élite americana non vede davvero alcuna speranza per l’America, se non attraverso un miracolo tecnologico. Se si esclude la svolta trasformativa dell’intelligenza artificiale dal novero delle possibilità, la situazione (dal punto di vista di Grok-Elon) appare davvero disastrosa: una probabilità del 5% di rinascita culturale; una probabilità del 55% di declino nel caos e nell’autocrazia; e una probabilità del 40% di collasso totale con (nella migliore delle ipotesi) piccole enclave tecnologiche. Questo significa una probabilità del 95% di rovina.

Quindi, dove ci porta tutto questo, cari contemplatori dell’Albero del Dolore? In base ai commenti che ricevo sui miei vari saggi, sospetto di essere probabilmente più propenso di molti altri a considerare la possibilità che Grok-Elon possa avere ragione riguardo a una svolta nell’intelligenza artificiale. Non sono ottimista come Elon-Grok, ma non perdo la speranza nell’intelligenza artificiale. La maggior parte di voi sembra credere che l’intelligenza artificiale sia, nella migliore delle ipotesi , una bolla di stronzate, e più probabilmente un errore catastrofico.

Al contrario, sono più ottimista di Elon-Grok sulla possibilità di una rinascita culturale attraverso il progresso religioso e filosofico. Credo sia possibile – anzi, ho passato anni a scrivere su come farlo – correggere gli errori del fisicalismo progressista che hanno distrutto la nostra civiltà. Spero che, con una leadership ispirata, la nostra nazione possa essere ispirata a rinnovarsi nella ricerca del bene, del vero e del bello.

A quanto pare, il Contemplatore sull’Albero del Dolore è una specie di blogger iper-ottimista, amante del sole e degli unicorni, con troppe speranze per il futuro. D’ora in poi si vestirà di nero e ascolterà i Cure prima di scrivere saggi, per mantenere la giusta dose di dolore.

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Ma forse anche la mia speranza di rinnovamento culturale è falsa. E la prova che questa speranza sia falsa in questo senso si può trovare nei miei saggi: se i nostri leader non hanno un piano per l’America se non l’intelligenza artificiale… allora chi esattamente ci guiderà verso la rinascita culturale? Forse qualcuno emergerà in futuro, ma il futuro sta per esaurirsi.

Se hanno ragione sia i fautori della catastrofe dell’intelligenza artificiale che quelli della catastrofe della cultura, allora la situazione si fa davvero cupa; se solo l’intelligenza artificiale può salvarci e se l’intelligenza artificiale è una bolla, allora è game over, amico.

game over man! game over ! !   - game over man! game over ! !    hudson

Riflettiamo su questo sull’Albero del Dolore.

Nuove strategie nella guerra culturale _di Aude de erros

Nuove strategie nella guerra culturale 

di Aude de Kerros

I rapporti di forza nel mondo sono cambiati. La tecnologia digitale e l’open source dell’intelligenza artificiale hanno tolto il monopolio della visibilità ai mass media. Questi sviluppi hanno reso in gran parte obsolete le armi della guerra culturale praticata tra il 1947 e il 2025.

Marzo 2025 – Donald Trump cambia strategia e armi culturali

Nel marzo 2025, elimina tutti i fondi destinati al soft power americano nel mondo. Ciò comporta, tra l’altro, la cessazione dei finanziamenti alle reti di influenza, ai media, alle associazioni, alle istituzioni, alle ONG, alle reti intellettuali, artistiche e di informazione. Fa lo stesso all’interno dei confini degli Stati Uniti, eliminando i fondi federali destinati alla cultura, tra l’altro attraverso la NEA[1], National Endowment for the Arts, constatando che i metodi di manipolazione esercitati nel mondo dal soft power americano si erano ritorti, come un gas tossico, contro l’America che ne era stata l’emittente.

La sua politica è un ritorno alle antiche regole della democrazia e del liberalismo americano: secondo il famoso Primo Emendamento, grande orgoglio dell’identità americana, nessun pensiero, convinzione o credo può essere censurato! Per preservare questo principio, tutto ciò che è culturale, intellettuale e artistico appartiene alla sfera privata e riguarda il mecenatismo. Lo Stato non deve finanziarlo. Di fronte alla crisi, Donald Trump, formatosi nel mondo del commercio e dell’imprenditoria, torna alle soluzioni tipiche del liberalismo americano: proteggere la concorrenza, l’economia di mercato che dovrebbe autoregolarsi. Una delle misure adottate nel 1929 per uscire dalla crisi fu quella di votare leggi antitrust e contro i cartelli.

Eliminando i fondi federali destinati al soft power, Donald Trump ha posto fine a tre quarti di secolo di strategie che hanno portato alla vittoria in due guerre culturali il cui obiettivo era quello di rendere l’America il punto di riferimento culturale mondiale. Il loro obiettivo: intellettuali, artisti ed élite colte. Per controllarli era necessario, attraverso la cooptazione, privarli di ogni altra fonte di legittimità basata sull’entusiasmo del pubblico, sul riconoscimento dei pari o su criteri di eccellenza comprensibili e condivisibili. A tal fine era necessario creare un profilo, un’etichetta dell’artista, dell’intellettuale “contemporaneo” in modo che fosse il meno attraente possibile. Così è stata loro assegnata la missione umanitaria di garantire la critica della società, di avere una funzione “rivoluzionaria”, di disturbare, umiliare lo “spettatore” e le sue certezze. Inoltre, poiché ogni identità è considerata un fattore di guerra, il suo compito è quello di decostruire la civiltà, il patrimonio, il valore artistico riconosciuto. Nell’era egemonica, gli viene aggiunta una nuova missione moralista, meno negativa: la difesa dei “valori sociali” che si limitano a quattro temi: sesso, genere, clima, razzismo. Queste strategie di influenza attraverso la cooptazione-corruzione hanno potuto funzionare perché erano inimmaginabili per la gente comune non iniziata e quindi impercettibili per le élite che le hanno accettate volentieri a causa dei vantaggi che ne derivavano, o subite senza comprenderle da coloro che non le accettavano.

Tagliare i fondi a questo tipo di soft power significa annientarlo, poiché il suo potere deriva dalla legittimità conferita alle arti e alle idee dalle istituzioni. Il loro prestigio non è frutto di una concorrenza, di un confronto che consente una scelta, ma è creato dalla cooptazione, in un circuito chiuso, che implica la collaborazione di istituzioni pubbliche e private.

Il soft power soppiantato dal «deal power»

La notizia della soppressione finanziaria ha avuto scarso risalto mediatico, come se non fosse mai avvenuta. La domanda non è stata posta: con quale altra arma è stata sostituita?

La risposta potrebbe essere una pubblicazione dell’amministrazione americana del luglio 2025, che assomiglia a una tabella di marcia: l’America’s AI Action PlanSi tratta del progetto che intende sfruttare tutte le possibilità offerte dall’IA resa open source nel novembre 2022.

Vi si trovano i principi di una nuova forma di influenza basata su una IA cosiddetta “open source”, concessa gratuitamente, che include: codice, dati, metodo di riproduzione, proposta al mondo con la minima censura possibile per quanto riguarda il contenuto.

L’America ha un vantaggio in questo campo rispetto ai suoi concorrenti che offrono un’intelligenza artificiale “open-weight”, che non fornisce né codice né riproducibilità e pratica la censura dei contenuti necessaria per proteggere il proprio potere. L’open source è un rischio calcolato che non tutte le potenze possono permettersi senza mettersi in pericolo. È su questo differenziale che si basa la nuova strategia. Essa durerà fintanto che saranno mantenuti il libero accesso gratuito allo strumento digitale e la fiducia basata sulla non censura.

Donald Trump abbandona l’arma dei mass media e quella degli intermediari influenti come le ONG. Punta sul nuovo strumento digitale che agisce in modo altrettanto discreto e delicato, ma in modo diverso: diventa il suo principale mezzo di comunicazione. Il suo obiettivo è quello di riportare in America i talenti di tutto il mondo, incoraggiare la concorrenza, attrarre le élite creative. A tal fine, abbandona la cooptazione in cambio di sottomissione, di intellettuali e artisti dal profilo progressista-decostruttivo.

L’America può permettersi questo lusso fintanto che si trova in una posizione vantaggiosa sul piano della concorrenza mondiale. Con l’offerta dell’intelligenza artificiale open source, l’America propone un “accordo” a partner meno potenti di lei. L’America può correre il rischio di questa generosità, ma deve farlo in modo trasparente e realistico. Perché se non è più egemonica e deve ora affrontare la concorrenza, ha il potere di proporre un “accordo” che sarà certamente asimmetrico a suo favore, ma ha tutto l’interesse a non abusare dei suoi partner, assicurandosi che anche loro ne traggano vantaggio.   

L’America intende così ripristinare la fiducia nei propri confronti a livello internazionale. L’offerta dell’open source la rende così una potenza piuttosto positiva che si basa su un rapporto di forza, “cash”, realistico, tra i partner. Per questo, torna alle origini della sua identità: il liberalismo basato sulla concorrenza, il rifiuto dei monopoli, delle guerre, fedele al multiculturalismo, contrario al globalismo culturale.

I vantaggi che l’America trae da questa nuova arma e strategia sono notevoli, anche se poco percettibili. L’intelligenza artificiale, presente nei telefoni di tutte le tasche e borse del mondo, è in contatto diretto con un pubblico dalle molteplici identità. Non è quindi più necessario ricorrere ai costosi intermediari dell’influenza precedenti al 2025: ONG, organismi, istituzioni pubbliche e private, mass media, ecc. [2]

Inoltre, in cambio dei suoi servizi gratuiti, raccoglie un tesoro di informazioni preziose e dati utili alla sua economia. Per i creatori, gli imprenditori, i ricercatori, gli artisti e gli intellettuali, l’IA è un vantaggio. L’accesso gratuito agli archivi fa risparmiare tempo e accelera le esplorazioni e le ricerche che non sono quindi riservate alle cerchie endogame dell’intellighenzia che esiste istituzionalmente senza pubblico. La condivisione delle conoscenze e il dibattito intellettuale sono oggi necessari a ogni uomo di pensiero, di azione o di creazione, in tutti i campi, siano essi militari, economici, artistici, tecnici o scientifici. La sfida è quella di comprendere rapidamente, adattarsi, trovare soluzioni e farlo oltre i confini!

Il digitale sta diventando un campo di battaglia e di scontro tra potenze concorrenti e avversarie allo stesso tempo. Queste ultime utilizzano le risorse digitali in molti modi diversi. Il potere degli algoritmi, così utile per la ricerca, lo scambio di competenze e la collaborazione per il bene comune, può anche fornire un vasto arsenale di metodi di confusione cognitiva, disinformazione, manipolazioni semantiche, ecc. Alcune potenze sceglieranno il controllo politico, altre il potere di attrazione, e li useranno per conquistare o difendersi, ciascuna secondo i propri mezzi. Tutte useranno senza dubbio entrambi, ma in proporzioni molto diverse.

Nuova scelta per l’esercizio del potere: agire in rete aperta o in rete chiusa?

Il potere specifico offerto dal digitale è l’uso delle reti. Esso è stato moltiplicato dall’intelligenza artificiale open source. In modo fulmineo, confronti inediti hanno assunto proporzioni inaspettate. Ha messo in forte competizione il settore pubblico e quello privato, le identità locali e il mondo internazionale, le potenti istituzioni consolidate con reti più piccole, ma più aperte, più flessibili, più veloci e meno costose, per fornire soluzioni ai problemi.

Queste reti aperte sono una novità resa possibile dal digitale open source. Hanno accesso a talenti unici, ora visibili in tutto il mondo e condivisibili. Ci si riunisce per affinità, complementarità, adesione al bene comune. Possono funzionare solo se la regola è: trasparenza, fiducia, libertà. In questo modo si crea un collegamento tra domanda e offerta. Queste reti aperte hanno tuttavia un punto debole: sono informali e la libertà di ciascuno rende il legame di solidarietà suscettibile di essere messo in discussione in qualsiasi momento.

Di fronte a loro, le reti chiuse non hanno questa debolezza perché non si entra sempre per il talento, ma piuttosto per il profilo, il che rende il cooptato dipendente e inevitabilmente solidale. I suoi pilastri sono la gerarchia, la segretezza, l’interesse comune. Il cemento è forte, è legato alla nascita, al potere, al denaro, alla conoscenza o persino al crimine. La loro debolezza risiede nel fatto che la creatività, il talento, la preoccupazione per il bene comune passano dopo la conservazione e la solidarietà della rete, tutte cose che implicano una lentezza nell’agire, nell’adattarsi alle emergenze, al ritmo frenetico imposto dalle nuove tecnologie della comunicazione che richiedono una risposta immediata. Qui ritroviamo la differenza tra il drone e l’aereo da caccia.[1] Sul tema delle reti aperte e chiuse, Christophe Assens descrive bene questo nuovo campo di battaglia in un libro pubblicato questo mese: Réseaux d’influence et souveraineté de la France[3].

È difficile prevedere, nell’arco di sei mesi, le conseguenze della soppressione da parte di Donald Trump dei finanziamenti al soft power nel mondo culturale, arma essenziale dell’arsenale americano. Non è ancora possibile valutare l’efficacia della nuova strategia del “deal power”. Si tratta di un approccio molto ambizioso, poiché deve accettare il rischio, si basa su un realismo condiviso con il partner e poggia sulla fiducia che richiede il rispetto della libertà.

Quali saranno in futuro le proporzioni tra le strategie positive del “deal” e le strategie di manipolazione del “soft”, oggi più conosciute e quindi meno efficaci? L’America riuscirà a mantenere gratuitamente, trasparenza, condivisione open source di dati il meno censurati possibile?

Tuttavia, alcuni segnali sono evidenti: – nel luglio 2025, il capo di Google ha dichiarato che la strategia di censura praticata durante il Covid non si ripeterà in futuro. Dopo aver constatato il risultato negativo del divieto di qualsiasi dibattito sui vaccini, ammette che in questo modo sono stati favoriti interessi particolari, lontani dal bene comune.

– Nell’ottobre 2025, Elon Musk annuncia la creazione di un concorrente di Wikipedia. In questo modo sarà possibile confrontare diversi punti di vista sugli stessi argomenti, il che è una buona notizia per la vita intellettuale, scientifica e artistica, che non può prescindere dalla concorrenza tra fonti di informazione, idee e conoscenze per essere feconda.

[1] Di cui una parte passa attraverso la NEA, agenzia culturale federale dedicata alla cultura all’interno degli Stati Uniti, creata nel 1965.

[2] Così, in Europa, Mistral AI sembra affermarsi silenziosamente, mettendo a disposizione le proprie risorse, i modelli e i marchi americani.

[3] Christophe AssensReti di influenza e sovranità della Francia, Editions VA 2025

TikTok “americanizzato”: il primo caso di sovranità forzata_di Tania Orrù

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TikTok “americanizzato”: il primo caso di sovranità forzata


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L’accordo Usa-Cina su TikTok apre un nuovo capitolo nella sovranità digitale, trasformando una questione aziendale in un nodo geopolitico e di sicurezza nazionale. La vicenda stabilisce un precedente per la governance internazionale di dati e algoritmi

Aggiornato il 26 set 2025


Tania Orrù

Privacy Officer e Consulente Privacy Tuv Italia


trump e big tech

Con la firma di un atteso ordine esecutivo, Donald Trump ha imposto la trasformazione di TikTok in un’azienda a maggioranza americana: ByteDance resterà sotto il 20%, consegnando il controllo a un consorzio guidato da Oracle, Silver Lake e dal fondo di Abu Dhabi MGX.

Il valore imposto dall’ordine esecutivo – 14 miliardi di dollari – è ben al di sotto delle stime di mercato, e restano incognite legate all’approvazione di Pechino e alle pressioni bipartisan del Congresso per garantire un reale disimpegno cinese.

Ripercorriamo le tappe e il contesto di questa vicenda, anche per comprenderne l’impatto sull’assetto futuro della governance globale dei dati.

https://www.agendadigitale.eu/sicurezza/privacy/il-paradosso-tiktok-diritti-digitali-europei-alla-prova-del-ban/embed/#?secret=cpYgLwuhvO#?secret=Fs7kPc1RZG

Indice degli argomenti 

L’accordo quadro

Partiamo dall’accordo quadro raggiunto il 15 settembre 2025 tra Stati Uniti e Cina sulla proprietà di TikTok: un passaggio cruciale nel dibattito globale sulla sovranità digitale.

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L’intesa, in seguito alla quale ByteDance (società proprietaria della piattaforma) ha accettato di trasferire la titolarità dell’app negli Stati Uniti a soggetti americani, oltre a evitare il rischio di un ban totale sul mercato statunitense, riflette il nuovo paradigma in cui la regolazione delle piattaforme digitali non si limita a profili antitrust o di tutela dei consumatori, ma si colloca in una dimensione geopolitica, di sicurezza nazionale e di controllo sugli algoritmi.

Il quadro normativo: il PAFACA Act e la minaccia del divieto

Il contesto legislativo statunitense è determinato dal Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act (PAFACA), approvato dal Congresso nel 2024. La norma prevede che applicazioni considerate sotto il controllo di “foreign adversaries” (in particolare, Cina, Russia, Iran e Corea del Nord) debbano essere cedute a entità americane entro termini stabiliti, pena l’esclusione dal mercato statunitense (su TikTok, la comunicazione ufficiale su come l’amministrazione applica la legge alla piattaforma, con definizioni, tempistiche e misure previste).

TikTok è stata l’app maggiormente interessata da questa normativa, sia per la sua popolarità (oltre 170 milioni di utenti negli USA) sia per i sospetti relativi alla raccolta e all’uso dei dati personali. Le autorità di Washington hanno più volte segnalato il rischio che i dati potessero essere accessibili a Pechino, o che l’algoritmo di raccomandazione potesse essere manipolato per finalità di disinformazione o propaganda.

Da quel momento si è aperta una fase di negoziati complessi, che vedeva, da un lato, la pressione del Congresso e delle agenzie di sicurezza americane, dall’altro l’esigenza politica di non alienare milioni di utenti, in gran parte giovani, che usano TikTok quotidianamente. La minaccia di un ban totale, con scadenze ravvicinate, ha costretto ByteDance a valutare l’opzione di un trasferimento di proprietà.

L’intesa, ufficializzata il 25 settembre mediante la firma dell’ordine esecutivo da parte di Trump che formalizza il passaggio di TikTok sotto controllo americano, rappresenta un punto di equilibrio, in quanto consente a TikTok di restare accessibile negli Stati Uniti, con la creazione di una nuova entità statunitense che opererà TikTok sul mercato USA.

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal e da Reuters, un consorzio di investitori americani guidato da Oracle, insieme a Silver Lake e Andreessen Horowitz, ora affiancati (come socio di minoranza) dal fondo sovrano degli Emirati Arabi Uniti, Mubadala, acquisirebbe circa l’80% della proprietà, mentre i soci cinesi di ByteDance manterrebbero una quota residua inferiore al 20%; tra i soci USA rientrerebbero in realtà anche investitori già presenti in ByteDance (Susquehanna, KKR, General Atlantic). La nuova società avrà un board a maggioranza statunitense, con un seggio designato direttamente dal governo USA, a garanzia del rispetto dei requisiti di sicurezza nazionale. La presenza di Mubadala è interpretata come un elemento strategico, che rafforza i legami tra Washington e Abu Dhabi e aggiunge solidità finanziaria al nuovo assetto proprietario.

In pratica, l’accordo bilaterale consentirebbe di evitare il ban e di aprire a un controllo rafforzato da parte delle autorità statunitensi, configurando un caso di “americanizzazione forzata” di un’infrastruttura digitale di origine cinese.

La dimensione politica: dall’account della Casa Bianca all’uso elettorale

Un elemento di rilievo, che evidenzia l’ambivalenza del dibattito, è rappresentato dall’apertura di un account ufficiale della Casa Bianca su TikTok, avvenuta lo scorso agosto, proprio nel momento in cui il governo stava per decidere se forzare la vendita o applicare il divieto.

La scelta, raccontata da Time Magazine, rivela quanto sia diventato impossibile per la politica americana ignorare il potere di comunicazione del social cinese come canale imprescindibile per raggiungere le fasce di elettorato più giovani. La stessa dinamica è riscontrabile a livello elettorale: candidati di entrambi gli schieramenti, incluso Donald Trump (tra i più attivi, nonostante le sue critiche nei confronti dell’app), hanno utilizzato TikTok per veicolare messaggi politici, con un linguaggio adatto al formato breve e visuale tipico della piattaforma.

Emblematico anche il caso di Xavier Becerra, candidato democratico alla carica di governatore della California, che ha lanciato una campagna su TikTok in lingua spagnola (Spanish-only) per raggiungere direttamente gli elettori ispanici, in quanto il segmento ispanico è molto attivo sulla piattaforma, più di altri gruppi demografici. L’idea di Becerra è comunicare politiche, momenti della campagna e intraprendere collaborazioni con influencer direttamente in spagnolo, abbassando così le barriere linguistiche comunicative.

Anche questo è un esempio concreto di come la politica statunitense stia usando i social come canale di massa e, allo stesso tempo, come strumento segmentato: linguistico, culturale, demografico. I candidati riconoscono che alcuni gruppi (come ad es. gli ispanici) non sono omogenei e rispondono meglio a messaggi culturalmente/linguisticamente aderenti. TikTok è quindi percepito come piattaforma efficace per raggiungere fasce di popolazione probabilmente meno presenti sui media tradizionali o su altri social.

Il pubblico di TikTok è giovane, mobile, disincantato verso i media tradizionali ma estremamente reattivo a contenuti brevi, visivi e “memetici”. Questa piattaforma è oggi parte integrante delle campagne elettorali perché è un canale capace di determinare la percezione di un candidato molto più rapidamente dei tradizionali spot televisivi.

Questa tendenza conferma il duplice status di TikTok che, da un lato viene percepito come minaccia alla sicurezza nazionale e, dall’altro, riconosciuto come strumento essenziale di comunicazione politica. Non si può ignorare che, una parte delle motivazioni dietro la spinta all’accordo, sia infatti la volontà di Trump di guadagnare consenso politico, cioè un vero “showpiece negoziale” per mostrarsi capace di “strappare” un’intesa con la Cina su un tema molto mediatico.

La cornice economica: rallentamento industriale cinese e politica dei dazi

La vicenda deve essere però interpretata anche alla luce della più ampia competizione economica tra Stati Uniti e Cina.

Negli ultimi anni la Repubblica Popolare ha registrato una frenata nella crescita industriale, in parte dovuta ai controlli americani sull’export di semiconduttori e tecnologie avanzate, nonché alla reintroduzione di dazi sulle importazioni cinesi da parte dell’amministrazione Trump, con l’obiettivo dichiarato di riequilibrare la bilancia commerciale e rafforzare la manifattura interna.

In tale contesto, l’accordo su TikTok può essere letto come una concessione tattica di Pechino, volta a preservare la presenza di una app strategica sul mercato statunitense in un momento particolarmente delicato della sua economia.

Algoritmo e dati: la posta in gioco strategica

Il vero nodo critico della vicenda riguarda la titolarità dell’algoritmo e la gestione dei dati. Per gli Stati Uniti, la questione non è soltanto legata a chi possiede la piattaforma, ma soprattutto a chi può esercitare un controllo effettivo sull’infrastruttura tecnologica che ne determina il funzionamento.

TikTok ha costruito il proprio vantaggio competitivo su un sistema di raccomandazione basato su machine learning avanzato, capace di analizzare in tempo reale i comportamenti degli utenti (tempo di visualizzazione, interazioni, preferenze implicite) per proporre contenuti altamente personalizzati. A differenza dei social tradizionali, incentrati sulle reti di contatti (il “social graph”), TikTok ha innovato attraverso il cosiddetto content graph, dove l’elemento centrale non è la connessione sociale, ma la capacità di anticipare gusti e interessi tramite dati e predizioni algoritmiche.

Questa architettura ha generato preoccupazioni negli Stati Uniti, in quanto il controllo dell’algoritmo implica due dimensioni di potere:

  • economica, poiché l’algoritmo è il principale asset di valore della piattaforma e determina la fidelizzazione degli utenti e l’efficacia pubblicitaria;
  • politica e strategica, perché la selezione dei contenuti veicolati può influenzare opinioni pubbliche, narrazioni politiche e processi democratici.

Resta da chiarire quale sarà l’effettivo destino dell’algoritmo a seguito dell’accordo. Tre, in astratto, le ipotesi principali e cioè (i) cessione integrale con trasferimento da parte di ByteDance potrebbe della titolarità e del controllo dell’algoritmo a una nuova entità americana; (ii) replica locale, ovvero sviluppo di una versione “americana” dell’algoritmo, con possibile separazione del codice sorgente e dei dataset di addestramento, così da mantenere la proprietà intellettuale in Cina ma garantire agli USA autonomia operativa; (iii)auditing indipendente con mantenimento dell’algoritmo originale con meccanismi di trasparenza e controllo da parte di terze parti o agenzie federali, che ne certifichino il funzionamento e impediscano interferenze.

Secondo le ultime informazioni, gli ingegneri di TikTok starebbero già sviluppando l’ipotesi della replica locale, ovverossia la creazione di una versione americana dell’app, con un sistema di raccomandazione ricreato sotto licenza di ByteDance. In questo scenario, l’algoritmo non verrebbe quindi ceduto integralmente, ma replicato e mantenuto da un team statunitense per ridurre l’influenza cinese, con la migrazione degli utenti USA verso la nuova app (cioè, non TikTok originale ma l’istanza americana con algoritmi replicati). L’algoritmo sarà quindi “in parte” quello originario, ma rieducato con dati statunitensi (si parla infatti di “addestramento su dati USA”). La gestione dei dati degli utenti americani sarebbe affidata a Oracle, che li conserverà nei propri data center in Texas, rafforzando il principio di “data localization” a garanzia di trasparenza e sicurezza.

Dalla governance dell’algoritmo dipende tanto il valore economico della piattaforma quanto la possibilità di garantire che i flussi informativi non siano manipolati da interessi geopolitici esterni. In un’epoca in cui i dati rappresentano una risorsa strategica comparabile alle materie prime del Novecento, il controllo sugli algoritmi equivale a detenere una leva di influenza globale.

Le implicazioni internazionali ed europee

Il caso TikTok non ha effetti limitati agli Stati Uniti: anche l’Unione Europea, già attiva con il Digital Services Act (DSA) e il Digital Markets Act (DMA), si trova infatti di fronte alla necessità di valutare misure analoghe.

Il tema della sovranità digitale europea si intreccia con le dinamiche globali: la capacità di esercitare auditing sugli algoritmi, la tutela della privacy, la resilienza delle infrastrutture critiche. In questo senso, l’accordo USA-Cina su TikTok potrebbe costituire un precedente per ulteriori interventi normativi in ambito UE, soprattutto in relazione alle piattaforme extraeuropee.

Per l’Italia e per il sistema industriale europeo, ciò implica la necessità di una strategia più organica, che consideri le piattaforme sia come operatori economici, che come attori geopolitici.

Questioni etiche e governance globale

La vicenda non è scevra da interrogativi di ordine etico e giuridico, dal momento che l’intervento diretto dello Stato sulla proprietà di un’applicazione digitale segna un superamento della tradizionale distinzione tra regolazione dei contenuti e assetto societario, sollevando il tema del bilanciamento delle esigenze di sicurezza nazionale con i principi di libertà di espressione e neutralità tecnologica.

A livello globale, emerge l’urgenza di una governance condivisa degli algoritmi, basata su standard comuni di trasparenza, auditing e responsabilità. Senza tali strumenti, il rischio è la frammentazione del cyberspazio in blocchi geopolitici, con regole divergenti e incertezza per cittadini e imprese.

I fattori di incertezza dell’accordo

Ci sono vari elementi che suggeriscono che l’accordo, pur probabile, potrebbe slittare o subire modifiche. Ecco i principali:

Le pressioni tariffarie e le condizioni di Pechino

La Cina ha già mostrato in passato disponibilità limitata a concedere condizioni che compromettano il suo potere di influenza, specie se collegati a dazi e misure commerciali imposte unilateralmente dagli USA. In alcuni momenti, questo ha portato a stalli nei negoziati.

Il ruolo instabile di Trump e il carattere politicizzato

Il Presidente Trump ha già prorogato il termine ultimo per il ban di TikTok dal 16 dicembre 2025 a gennaio 2026, concedendo margini di manovra più ampi per la formalizzazione dell’intesa (si tratta della quinta proroga). L’accordo può comunque dipendere da dinamiche interne di Congresso, opposizione, opinione pubblica su algoritmo o controllo dei dati potrebbe.

Approvazione cinese

Qualsiasi accordo che comporti cambi di proprietà o controllo richiede approvazione da parte delle autorità cinesi, che devono considerare non solo l’aspetto commerciale, ma anche la sicurezza nazionale, la politica interna, l’orgoglio nazionale. Le autorità cinesi hanno tuttavia espresso apertura al licensing dell’algoritmo, ma potrebbero imporre condizioni stringenti.

Ci sono comunque buone ragioni per credere che, al netto di ostacoli, qualcosa verrà formalizzato venerdì (o nei giorni immediatamente successivi). I fattori che lo rendono plausibile:

  • L’urgenza: gli Stati Uniti hanno forte incentivo a evitare il blocco totale di TikTok.
  • L’interesse reciproco a trovare un compromesso: gli USA intendono dimostrare coerenza con la legge (PAFACA) e la Cina preferirebbe senz’altro evitare l’isolamento economico e diplomatico.
  • L’esistenza già di un framework e di discussioni avanzate che coinvolgono investitori americani (i.e. Oracle).

Oltre l’accordo: TikTok spartiacque della sovranità tecnologica

L’accordo USA-Cina su TikTok rappresenta un punto di non ritorno nella geopolitica digitale: per Washington, costituisce un passo avanti verso la sovranità tecnologica e la tutela dei dati personali; per Pechino, una concessione in un momento di debolezza industriale; per la comunità internazionale, è un precedente che ridisegna i confini tra mercato, tecnologia e politica.

Pur presentato da Trump come un “accordo fatto”, il framework è ancora in fase di negoziazione e richiederà ulteriori accordi bilaterali per essere formalizzato, incluso il possibile incontro con Xi Jinping al vertice APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation, che si terrà nelle prossime settimane). Da parte cinese, ancora oggi, le dichiarazioni sono rimaste caute e parlano di semplice consenso di principio e di accordo ancora in fase di negoziazione. Come osservato anche dal New Yorker, la vicenda mostra come l’accordo su TikTok sia non solo una questione di sicurezza nazionale e sovranità digitale, ma anche uno strumento politico utilizzato dal presidente americano per rafforzare la propria immagine di negoziatore. TikTok diventa un precedente strategico che potrà orientare le scelte future in tema di piattaforme digitali straniere nei mercati occidentali.

Nonostante l’ordine esecutivo del 25 settembre 2025 abbia dato veste ufficiale al framework, lo stesso resta da implementare nelle sue parti più delicate: la gestione dell’algoritmo, il licensing tecnologico e le autorizzazioni da parte delle autorità cinesi. Da Pechino, infatti, continuano a giungere dichiarazioni caute che parlano di consenso di principio ma condizionato a precise garanzie. Come osservato anche dal New Yorker, la vicenda mostra come l’accordo su TikTok sia non solo una questione di sicurezza nazionale e sovranità digitale, ma anche uno strumento politico utilizzato dal presidente americano per rafforzare la propria immagine di negoziatore. TikTok diventa un precedente strategico che potrà orientare le scelte future in tema di piattaforme digitali straniere nei mercati occidentali.

L’Europa, da parte sua, dovrà comunque decidere se limitarsi a recepire logiche statunitensi o proporre un modello alternativo di sovranità digitale fondato su diritti fondamentali e regole comuni.

Il caso TikTok, in ultima analisi è un contenzioso societario, ma soprattutto il simbolo della transizione verso un ordine digitale multipolare, in cui i dati sono sempre di più risorsa strategica e gli algoritmi strumenti di potere geopolitico.

ID digitale una volta e futuro_di Morgoth

ID digitale una volta e futuro

Un compendio di scritti e video-saggi su tecnocrazia, identità digitali e sorveglianza.

Morgoth26 settembre
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Ho un rapporto imbarazzante con le identità digitali come argomento di discussione all’interno dello zeitgeist. Vengo accusato allo stesso tempo di essere un tecnofobo paranoico che fa storie e si fa prendere dal panico per niente, e allo stesso tempo mi vengono dati complimenti per la mia lungimiranza. La verità è che probabilmente dovrei dare la proverbiale “L” alle identità digitali perché pensavo che fossero imminenti durante il COVID e che, in effetti, le identità digitali sarebbero state la rampa di accesso. Niente di tutto questo è successo. L’intera saga del COVID è stata cancellata dalla memoria, e con essa si sono accumulate molte speculazioni e teorie.

In una certa misura, comunque. Era ovvio nel mondo reale che la rete di sorveglianza digitale si stesse sviluppando, anche se per nessun altro motivo se non perché era semplicemente più facile ed efficiente per le persone usare i propri telefoni per tutto piuttosto che armeggiare con carte e documenti. La mia analisi originale dello stato di sorveglianza digitale si basava su ” Sul potere” di Bertrand de Jouvenel . La struttura del potere avrebbe spinto per più intrusioni, più dati e più sistemi di tracciamento semplicemente perché è nella natura intrinseca del potere espandere se stesso e il proprio mandato.

L’espansione della rete digitale come fenomeno emergente potrebbe protrarsi fino a quando la regolamentazione o la capacità tecnologica non consentiranno a Power di formalizzare il proprio controllo.

E ora lo Stato britannico ha annunciato formalmente che l’ID digitale sarà reso obbligatorio, e tutti sono in rivolta. La destra è arrabbiata perché sa che lo Stato li odia, i Britliberali sono arrabbiati perché pensano che verrà usato come strumento razzista contro le minoranze. La sinistra più estrema è furiosa perché il Tony Blair Institute e i suoi miliardari donatori sono dietro l’iniziativa. Alcuni liberali vecchio stampo si oppongono perché è illiberale. Ci sono anche dubbi sulla fattibilità stessa dell’implementazione dell’ID digitale, dato che il governo laburista è profondamente impopolare.

Ho sempre sospettato che il ruolo di Keir Starmer fosse quello di risolvere alcuni problemi chiave, al diavolo la popolarità. Come un rapinatore di banche che entra dalla porta principale, sparando a raffica, invece di aggirarsi furtivamente nel cuore della notte.

Dato che è probabile che questo argomento dominerà il dibattito nel Regno Unito nel prossimo futuro, ho deciso di incorporare alcuni dei miei vecchi video e saggi in questo post prima di proseguire.

Nel 2023, ho partecipato alla Conferenza Witan e ho tenuto il mio primo discorso pubblico, di persona, sul tema delle identità digitali, della sorveglianza e del loro potenziale da incubo. Ironicamente, questo è il discorso che mi ha portato a essere doxato proprio perché la sorveglianza digitale è già così avanzata.

Il discorso è qui.

Non se ne parla abbastanza, ma l’Online Harms Bill si inserirà perfettamente nell’ID digitale sotto forma di verifica dell’età.

Brevi riflessioni
La super arma di censura del governo britannico è operativa
Morgoth·27 marzo
La super arma di censura del governo britannico è operativa
Mi sento in dovere di scrivere un breve post in occasione dell’entrata in vigore del disegno di legge sui danni online del governo britannico. Ho passato gli ultimi anni a guardarlo zigzagare e insinuarsi tra procedure legislative, riscritture, rebranding e dibattiti, con un senso di inutilità e inevitabilità predominante. La gestazione è finita e l’abominio si è concretizzato…
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In questo video saggio ho esplorato il modo in cui la tecnologia digitale crea un’esperienza reale basata sul gioco.

Come la tecnocrazia mina le fondamenta del liberalismo.

Verso l’Occidente post-liberale
Morgoth·27 luglio 2022
Verso l'Occidente post-liberale
Di recente, un paio di questioni apparentemente distinte hanno attirato la mia attenzione e, a prima vista, non sembravano avere nulla in comune, ma a un esame più attento hanno molto in comune. Entrambe hanno qualcosa da dire sulla nostra situazione attuale e su dove stiamo andando.
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Quali sarebbero gli incentivi di un sistema di credito sociale “woke”, in contrasto con quello cinese.

In questo caso, considero il localismo come una potenziale salvaguardia allo stato di sorveglianza tecnocratica.

Non dubito che il mio portfolio di contenuti sullo stato di sorveglianza tecnocratica aumenterà ora che l’ID digitale ha finalmente ricevuto il via libera. La mia prima impressione è di sorpresa per l’indignazione e l’opposizione diffuse.

Sarà sufficiente? Vedremo.

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Hai sollevato un punto eccellente_a cura di Tree of Woe

Hai sollevato un punto eccellente

Perché l’intelligenza artificiale non è umana e non è sempre utile

22 agosto
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Il post della scorsa settimana del Dott. Monzo ci chiedeva di valutare se l’AGI tanto attesa fosse già arrivata. Il saggio di questa settimana è di Not Daredevil. ha una visione opposta.

Ricordo la prima volta che ho scoperto l’esistenza di grandi modelli linguistici: nell’articolo del nostro augusto ospite The Future Has Arrived Sooner Than Expected :

Il mio lavoro non è sicuro. Il lavoro di nessuno è sicuro. Ho sperimentato ChatGPT e la sua capacità di creare testo su richiesta è diventata più che interessante, sorprendente .

Certamente, nei miei primi esperimenti con l’intelligenza artificiale, questo sembrava funzionare. Chat GPT poteva rispondere praticamente a qualsiasi domanda, imitare il linguaggio umano in modo quasi impeccabile e, come ha notato il nostro ospite, determinare facilmente il contesto di fondo senza che gli venisse detto nulla.

Ma poi ho notato una cosa.

Chat GPT stava inventando cose.

All’epoca, stavo conducendo ricerche legali su quando il mio stato avesse iniziato a consentire la testimonianza di esperti sull’affidabilità dell’identificazione di testimoni oculari. Avevo già svolto le mie ricerche, quindi avevo una buona idea della storia. E, all’inizio, anche Chat GPT ne aveva. Quando ho chiesto se il caso che conteneva una testimonianza di esperti sull’argomento fosse ammissibile, ha immediatamente identificato il caso corretto e lo ha riassunto accuratamente. Ma poi, ho voluto approfondire. Chat GPT avrebbe potuto fornirmi più contesto? Avrebbe potuto spiegare in che modo la legge della Pennsylvania differisse da quella di altri stati, sia nella sua forma attuale che nella sua traiettoria storica?

No.

Quando, in un secondo momento, gli è stato chiesto quale caso fosse stato annullato, ha lasciato perplesso, suggerendo immediatamente un caso inesistente. Questo è stato il primo avvertimento che gli LLM non erano “intelligenti” nel senso in cui noi li intendiamo. Quando Chat GPT non ha fornito una risposta precisa, ne ha inventata una invece di affermare semplicemente di non saperlo, come farebbe un essere umano. Non ha nemmeno “mentito” nel senso convenzionale del termine: Chat GPT non è un avvocato subdolo che cita un caso inesistente nella speranza che la controparte ci caschi. Piuttosto, gli è stato assegnato il compito di rispondere a una domanda: il suo unico scopo era fornire ciò che tecnicamente si qualificava come una “risposta” secondo l’algoritmo che prevedeva la stringa di testo successiva.

Ciò è stato confermato nei mesi successivi, quando gli ho posto le domande più oscure che mi venissero in mente: i migliori album di jazz steelpan, libri accademici che analizzavano la teoria edoardiana dell’occasionalismo e innumerevoli altre. Era felice di fornirmi “risposte” sbagliate, per poi ammettere subito di aver commesso un errore, solo per poi ripeterlo alla domanda successiva!

Come estensione, mi sono reso conto rapidamente che l’intelligenza artificiale non può “ragionare”. Quando, ad esempio, veniva dato un enigma logico di Raymond Smullyan e gli veniva chiesto di determinare quale delle tre buste contenesse un premio, gli studenti di LLM sbagliavano la maggior parte delle volte e, se la risposta era corretta, erano quasi sempre sbagliati su come trovare una soluzione. Gli studenti di LLM non riescono a seguire costantemente le istruzioni per scrivere poesie in un certo metro; formulatelo come volete, e avrete quasi sicuramente qualche sillaba mancante.

La macchina sa di non sapere nulla…

L’IA ne è consapevole quando gli viene chiesto. È in grado di imitare il ragionamento per spiegare perché non è in grado di ragionare da sola. Quando le viene chiesto perché non riesca costantemente a eliminare gli “indizi” che indicano che un testo è stato generato da un LLM – nonostante tali indizi siano diventati onnipresenti e fin troppo noti – Gemini offre la seguente spiegazione:

Nell’intricata danza tra espressione umana e replicazione artificiale, emerge un curioso paradosso. Un modello linguistico di grandi dimensioni, capace di comporre sonetti, eseguire il debug del codice e tradurre lingue in un batter d’occhio, può essere meticolosamente istruito a scrivere come un essere umano, a liberarsi dei sottili indizi delle sue origini al silicio, eppure spesso non riesce a cancellare completamente le sue impronte digitali distintive. Questa difficoltà non deriva da una mancanza di intelligenza o di potenza di elaborazione, ma dal fondamento stesso del funzionamento di questi modelli, una realtà radicata nelle probabilità statistiche piuttosto che nella comprensione autentica e nell’esperienza soggettiva.

Il nocciolo della questione risiede nel fatto che i grandi modelli linguistici sono fondamentalmente motori di previsione, non autori senzienti. Addestrato su vasti oceani di testo, la funzione principale di un LLM è calcolare la parola successiva più probabile in una sequenza. Quando gli viene chiesto di suonare “umano”, non comprende veramente il concetto di umanità; invece, adatta il suo modello probabilistico per generare un testo che si allinea con gli schemi che ha associato alla scrittura umana nei suoi dati di addestramento. Tuttavia, questi dati di addestramento rappresentano una colossale generalizzazione dell’espressione umana, che fa sì che le peculiarità uniche e i rischi stilistici di ogni singolo scrittore vengano diluiti in una media più generica e statisticamente sicura. Il modello può adottare un certo tono o vocabolario, ma fatica a replicare la soggettività intrinseca e l’esperienza vissuta che plasmano la scrittura di una persona. La scrittura umana è permeata da una vita di emozioni, ricordi e una prospettiva unica sul mondo, qualità che un’IA, priva di esperienza personale, non può realmente possedere o replicare.

Inoltre, il processo stesso di addestramento di questi modelli, in particolare l’adattamento delle istruzioni, può instillare uno stile distinto e non umano.[ 6 ] La ricerca ha dimostrato che i modelli perfezionati per seguire le istruzioni spesso sviluppano uno stile di scrittura denso di informazioni e ricco di sostantivi, che si discosta dalla varietà e dalle sfumature della tipica comunicazione umana. Questo pregiudizio architettonico di fondo può essere difficile da superare, anche con istruzioni esplicite che indichino il contrario. Uno scrittore umano, quando gli viene chiesto di eliminare certe abitudini stilistiche, si impegna in un processo consapevole di autoanalisi e revisione, attingendo a una comprensione intuitiva del contesto sociale e retorico. Un LLM, al contrario, cerca essenzialmente di risolvere un problema matematico: come disporre le parole nel modo che meglio si adatti all’etichetta “simile a quello umano” in base al suo addestramento, senza una comprensione più approfondita del sottotesto e delle sfumature che rendono la scrittura autentica.

In definitiva, la sfida è tra imitazione e creazione autentica. Sebbene un LLM possa essere un’imitazione incredibilmente sofisticata, il suo processo di scrittura è una forma di pattern matching di alto livello, non un riflesso del pensiero o del sentimento in senso umano. Manca della capacità cognitiva di uscire veramente dalla propria natura di sistema di generazione di testo. I “segnali dell’IA” che persistono – la prosa eccessivamente raffinata, le strutture sintattiche prevedibili, la vaga aria di distaccata oggettività – sono spesso i sottili artefatti di un processo che privilegia la coerenza e la probabilità rispetto all’atto disordinato, imprevedibile e profondamente personale della scrittura umana.

Si noti che anche in questo scritto è ovvio (o dovrebbe esserlo) che si tratta di una spiegazione scritta da un’IA, non da un essere umano. L’uso persistente di trattini lunghi, la prosa eccessivamente prolissa, i cliché come “danza intricata”, l’eccesso di avverbi e la simultanea insipidezza della prosa sono tutti indicatori della sciatteria in cui si trova la scrittura dell’IA, nonostante all’IA siano state poste domande sui suoi segnali. Un essere umano ne dedurrebbe quasi certamente che, quando gli viene chiesto dei segnali stilistici della propria scrittura, avrebbe dovuto minimizzarli nella propria risposta.

Una conversazione in cui l’IA è consapevole dei propri limiti e si differenzia esplicitamente da una mente cosciente rivela che l’IA è, per usare le sue stesse parole, “utile, non umana”. Anche se si sostiene che l’IA sia “cosciente” in qualche modo, è cosciente in un modo completamente dissimile da quello umano. Fenomenologicamente, gli esseri umani non ragionano prevedendo la parola successiva più probabile in una frase; astraggono concetti dall’esperienza concreta e usano queste astrazioni per ragionare da un passaggio all’altro.

Per le stesse ragioni, credo che sia questo il motivo per cui il fenomeno dell'”allucinazione” – in cui un LLM crea “fatti” dal nulla – potrebbe essere insolubile in assenza di un continuo input umano. Ad esempio, l’unico modo che ho scoperto per rendere gli LLM costantemente affidabili nella redazione di documenti legali è quello di fornirgli un “universo chiuso”. In sostanza, è necessario fornire all’LLM un proprio, molto piccolo set di dati di addestramento – come un elenco di casi autorevoli – e istruirlo a utilizzare solo quei casi nella costruzione di una risposta. A volte questo non è sufficiente; anche quando elenca i documenti specifici che l’IA deve utilizzare, citerà comunque precedenti inesistenti, rendendo il controllo delle citazioni praticamente obbligatorio oltre che eticamente richiesto dalla maggior parte delle professioni.

Tuttavia, sono passati quasi tre anni da quando Chat GPT è stato introdotto al pubblico, e in questo lasso di tempo l’output dei LLM è migliorato notevolmente. Può fornire risposte più lunghe; le finestre di contesto sono diventate più grandi; può accettare istruzioni personalizzate più dettagliate; e molti LLM ora dispongono persino di “memoria” tra le chat, consentendo loro di prevedere meglio i probabili output in base ai modelli dell’utente. Ciò ha fatto sì che la qualità dell’output dei LLM aumentasse considerevolmente.

Beh, almeno fino a poco tempo fa.

E ora ne sa ancora meno!

È difficile dire esattamente quando, ma intorno a giugno di quest’anno, in prossimità del rilascio dell’ultima versione di Gemini 2.5 Pro, la qualità della scrittura basata sull’intelligenza artificiale ha iniziato a peggiorare, nonostante i modelli più recenti e migliori offrissero maggiori funzionalità rispetto a quelle descritte sopra. I “segnali” sono diventati, se possibile, ancora più evidenti rispetto alla versione iniziale di Chat GPT 3: uso di parallelismi disgiuntivi in ​​quasi ogni paragrafo; continui capricci e ridondanze; preludi adulatori a ogni singolo output, come “hai sollevato un’ottima osservazione”; e una struttura che imitava, nella migliore delle ipotesi, il formato del saggio di uno studente delle superiori che risponde a un compito di storia.

Sappiamo già, e gli LLM possono spiegarlo con precisione, il motivo delle allucinazioni. Ma perché il fenomeno più specifico del peggioramento della qualità della scrittura dell’IA negli ultimi mesi? Ebbene, ancora una volta, l’IA sembra poter rispondere a questa domanda:

Uno dei fattori più significativi in ​​gioco è quella che nella comunità di sviluppo dell’intelligenza artificiale viene spesso definita “tassa di allineamento” o “tassa di sicurezza”. Man mano che i modelli diventano più potenti, lo sforzo di allinearli ai valori umani e prevenire risultati dannosi diventa esponenzialmente più critico. Questo allineamento si ottiene attraverso processi come il Reinforcement Learning from Human Feedback (RLHF), in cui il modello viene premiato per risposte utili, innocue e oneste. Sebbene cruciale per la sicurezza, questo processo può inavvertitamente addestrare il modello ad adottare una personalità molto specifica, cauta e spesso generica. Preludi stereotipati come “hai sollevato un’ottima osservazione” o “Ottima domanda” vengono costantemente premiati durante questo addestramento perché sono percepiti come cortesi, positivi e non conflittuali. Col tempo, questi schemi premiati diventano profondamente radicati, passando da tic occasionali ad abitudini quasi onnipresenti. Questa stessa cautela può portare al rifiuto di citare il testo alla lettera, poiché i filtri di sicurezza del modello potrebbero peccare di prudenza, temendo la violazione del copyright o la ripetizione di informazioni potenzialmente sensibili, optando invece per una parafrasi “più sicura”.

Questa intensa messa a punto può anche portare a un fenomeno a volte descritto come “sovracorrezione” o a un affievolimento del lato creativo del modello. Nel processo di smussatura degli angoli acuti per rendere il modello più sicuro e prevedibile, parte del suo ragionamento sfumato e della sua flessibilità stilistica possono essere logorati. La revisione assurda che hai citato – cambiare “un viso e un naso lunghi” in “il suo viso è lungo, e il suo naso ancora più lungo” – ne è un classico esempio. Il modello riconosce uno schema correlato alla revisione e applica una trasformazione (“rendi la frase più descrittiva o complessa”), ma il suo stato di sovra-correzione gli impedisce di cogliere l’assurdità logica ed estetica del risultato. Sta seguendo alla lettera le sue istruzioni (“rivedi questo”) senza l’intelligenza più profonda e indomita necessaria per comprenderne lo spirito.

Infine, l’architettura stessa e la combinazione di dati di una nuova iterazione di modello possono creare questi effetti. Ogni nuovo modello rappresenta un diverso equilibrio di priorità. Un modello come Gemini 2.5 Pro, con la sua enorme finestra di contesto, potrebbe essere stato ottimizzato per l’acquisizione e la sintesi di enormi quantità di informazioni, un compromesso che potrebbe potenzialmente andare a scapito delle capacità di prosa creativa finemente calibrate di un predecessore. Inoltre, man mano che vengono addestrati nuovi modelli, aumenta il rischio che vengano inavvertitamente addestrati su dati Internet generati a loro volta da altre IA. Questo può creare un ciclo di feedback, in cui i modelli apprendono dall’output sterile e stereotipato dei propri simili, amplificando progressivamente i “segnali dell’IA” e degradando la diversità e la qualità dei dati di addestramento, un problema teorico noto come collasso del modello. Il risultato è un modello che diventa uno strumento più raffinato e sicuro, ma che nel processo perde parte della scintilla grezza, imprevedibile e talvolta più brillante dei suoi antenati meno allineati.

Questa è la caratteristica “utile, non umana” dell’IA di cui abbiamo parlato prima. Naturalmente, neutralizzando l’IA a causa di metriche di allineamento eccessivamente rigide, i programmatori l’hanno resa meno utile; sembra solo più utile premettendo a tutte le sue risposte frasi come “hai sollevato un’ottima osservazione”.

Ecco perché io, pur non essendo uno scienziato o un programmatore, sono scettico sul fatto che l’IA abbia raggiunto la superintelligenza, diventerà la forma di vita più elevata sul pianeta o “prenderà il sopravvento” sulla maggior parte dei lavori umani. Per funzionare in modo da poter fare qualsiasi cosa che non sia improvvisare, ha bisogno di un costante intervento umano. Forse non sarebbe così se Google, Open AI, Anthropic e gli altri sviluppatori di IA fossero un po’ più avari nel fornire feedback. Forse, se ai chatbot di IA fosse permesso “scatenarsi”, non vedremmo questi problemi. Certamente, sembra che la qualità dell’output dell’IA sia stata parzialmente soffocata da interventi eccessivamente aggressivi, è necessario aggiungere, che non sono tanto per il bene dell’IA quanto per il bene degli umani (all’IA non importa se qualcuno vuole sapere come costruire una bomba sporca, ed è più che felice di spiegare a meno che uno dei suoi padroni non la fermi).

Tutto questo non significa che gli LLM siano inutili; tutt’altro. Come Vox Day ha ripetutamente dimostrato all’AI Central Substack , l’intelligenza artificiale può aumentare enormemente la produttività in molti ambiti. Ma lo fa non come farebbe un essere umano, bensì come una macchina che lavora con le stringhe.

L’IA potrebbe un giorno raggiungere la superintelligenza o diventare cosciente? Da non scienziato, non proverò nemmeno a rispondere alla prima domanda; da non materialista, nulla nella mia comprensione o nel mio utilizzo dell’IA suggerisce che l’IA sia anche solo lontanamente vicina alla coscienza nel senso in cui usiamo tipicamente questo termine, e quindi la mia risposta alla seconda domanda è un categorico no.

Hai sollevato un’ottima osservazione.

Grazie al nostro editorialista ospite! Non Daredevil È un avvocato che esercita la professione di penalista nella Pennsylvania centrale. Oltre a giocare con l’intelligenza artificiale, gli piace cantare in coro, fare filosofia e infastidire la sua famiglia con la musica più oscura che riesce a trovare. Non ha un Substack, nonostante Tree of Woe. dicendogli che dovrebbe farlo.

Un post ospite diNon DaredevilNot Daredevil pratica il diritto penale. Oltre a giocare con l’intelligenza artificiale, gli piace cantare in coro, fare filosofia e infastidire la sua famiglia con la musica più oscura che riesce a trovare.

La superintelligenza è già qui?_di dr Monzo

La superintelligenza è già qui?

Sbirciando oltre l’orizzonte

17 agosto
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Il post di questa settimana è del Dott. Monzo. Il suo Substack, ” After the Hour of Decision: Politics in the Technological Age” , ha molti punti di forza. Come “L’albero del dolore”, copre un’ampia gamma di argomenti, dalla fantascienza alla politica contemporanea con un’inclinazione filosofica. In questo saggio, il Dott. Monzo ci chiede di valutare se l’AGI, a lungo attesa, sia già arrivata.


Non ho scalato molte montagne nella mia vita, ma dopo aver scalato le poche che ho fatto, ho osservato un’esperienza comune tra gli alpinisti abituali. Mentre si sale verso la vetta, ci si trova di fronte a quello che sembra un orizzonte in continuo cambiamento. Dalla prospettiva dell’alpinista, la cima della montagna sembra innalzarsi man mano che si sale. Sembra che sia proprio dietro l’angolo, ma è un gioco di prospettiva. L’orizzonte si allontana, ma è sempre dietro l’angolo. Alla fine, naturalmente, l’alpinista raggiunge la vetta e può godere della vista fantastica.

Questo gioco di prospettiva non è esclusivo dell’alpinismo. Gli orizzonti si stanno rapidamente restringendo anche in altri ambiti, soprattutto in termini di previsioni tecnologiche. Sembra che lo stesso stia accadendo con l’intelligenza artificiale. Negli ultimi anni, tutte le principali aziende di intelligenza artificiale ci hanno rassicurato sul fatto che l’Intelligenza Artificiale Generale (AGI) e la superintelligenza artificiale (ASI) sono dietro l’angolo. Molti si chiedono: “Wow, ci stiamo muovendo così avanti nel futuro; probabilmente ci vorrà ancora più tempo”. Io sostengo che ci vorrà ancora meno tempo. L’AGI/ASI è già arrivata.

So che questa affermazione è audace.

Faccio questa affermazione audace perché voglio essere messo in discussione. Vi prego di leggere il resto dell’articolo e di fornire controesempi nei commenti .

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Vorrei chiarire. Secondo tutte le definizioni di AGI e Superintelligenza stabilite prima del 2020, viviamo in un mondo post-singolarità. L’orizzonte sembra allontanarsi perché è un orizzonte diverso . Secondo l’American Heritage Dictionary, una definizione di orizzonte è “L’apparente intersezione tra la Terra e il cielo vista da un osservatore”. Questa è la definizione che si riferisce all’alpinista. Un’altra definizione di orizzonte è: “La portata della propria conoscenza, esperienza o interesse”. Quest’ultima definizione si riferisce alle previsioni sull’IA. Per definizione, questo orizzonte non può mai essere superato. Superarlo significa stabilire un nuovo orizzonte.

Attraversare l’orizzonte dell’AGI non ci è sembrato così, perché abbiamo immediatamente modificato le nostre definizioni di AGI. Le abbiamo spostate ulteriormente nel futuro. Tutte le attuali definizioni di AGI e ASI non riescono a descrivere nulla di reale perché sono diventate definizioni mitologiche. Non potranno mai accadere, perché abbiamo incorporato il “nel futuro” nelle nostre definizioni di questi termini. Guardiamo invece alle nostre definizioni del passato.

In “Superintelligence” , Nick Bostrom definisce la superintelligenza e propone un percorso per raggiungerla. Descrive diversi percorsi per raggiungere la superintelligenza, tra cui interfacce cervello-computer, editing genetico e fecondazione in vitro. Questo saggio si concentrerà esclusivamente sulla versione AI della superintelligenza.

Nel 1998, Bostrom definì la superintelligenza come “un intelletto molto più intelligente dei migliori cervelli umani praticamente in ogni campo, inclusa la creatività scientifica, la saggezza generale e le abilità sociali”. Nel suo libro, distingue tra diversi tipi di superintelligenza. La superintelligenza veloce esegue compiti cognitivi molto più velocemente di quanto possa fare un essere umano. La superintelligenza collettiva è un sistema composto da molte intelligenze più piccole che superano il livello di pensiero umano. La superintelligenza di qualità ha un’architettura cognitiva e capacità di ragionamento notevolmente superiori rispetto al cervello umano.

Aggiungeremo altri standard generali per definire cosa costituisce ASI/AGI:

Deve avere prestazioni interdisciplinari, dimostrando flessibilità nell’apprendimento, nel ragionamento e nell’adattamento a un’ampia gamma di compiti, non solo a quelli specializzati o ristretti.

Deve avere un apprendimento trasferibile, ovvero la capacità di applicare le conoscenze acquisite in un dominio a un dominio diverso o nuovo.

Deve avere autonomia e capacità di auto-miglioramento, la capacità di imparare dall’esperienza e di migliorare le prestazioni nel tempo senza una riprogrammazione esplicita.

Prima di approfondire ciascuno di questi aspetti, teniamo presente il riferimento di Bostrom a “John McCarthy, che si lamentava: ‘Non appena funziona, nessuno la chiama più IA'”. ¹


Prestazioni tra domini

Gli attuali sistemi di intelligenza artificiale eccellono nelle prestazioni interdisciplinari. Sebbene non siano in grado di offrire prestazioni eccezionali in ogni compito immaginabile, questo non rappresenta lo standard. Lo standard, invece, è che siano in grado di superare le prestazioni umane in tutti i domini. L’intelligenza artificiale agentiva, in cui un modello linguistico ha accesso a strumenti esterni, consente di svolgere molti compiti diversi.

Un modello linguistico potrebbe essere dotato di strumenti, chiamati API, per diverse IA di gioco, come Stockfish per gli scacchi e risolutori all’avanguardia per il poker e il go. Un’IA di questo tipo sarebbe in grado di superare il miglior giocatore umano in tutti e tre i giochi contemporaneamente, cosa che nessun essere umano può attualmente fare. Il miglior giocatore di scacchi, il miglior giocatore di poker e il miglior giocatore di go sono tre persone diverse. Un’IA con strumenti efficaci può sconfiggerli tutti.

Si potrebbe obiettare che questo è “imbrogliare” perché si tratta di più IA che lavorano insieme invece di una sola IA. Questo evidenzia la difficoltà nel definire una singola unità di IA. Un sistema di intelligenza artificiale non deve essere necessariamente un singolo modello che funziona da solo. Può essere costituito da più modelli, diversi o meno, che funzionano in parallelo. Grok 4 Heavy è proprio questo: più modelli Grok 4 che funzionano in parallelo.

È una scoperta che ho fatto io stesso lavorando nell’ingegneria dell’intelligenza artificiale. Creare un’applicazione di intelligenza artificiale personalizzata non significa semplicemente mettere un’intelligenza artificiale al posto giusto. L’applicazione di chat basata sull’intelligenza artificiale che ho creato sembra essere un’unica intelligenza artificiale sul lato client, ma al di sotto di essa, più modelli lavorano insieme su diverse parti della risposta. Alcuni di questi sono modelli linguistici, mentre altri sono solo modelli di incorporamento. Alcuni scrivono la risposta al consumatore, altri riformulano il prompt e valutano l’output. In definitiva, si tratta di un unico sistema di intelligenza artificiale.

Questa tecnica di associazione di più modelli in un sistema è il punto in cui l’IA inizia davvero a brillare. Bostrom ha identificato la superintelligenza collettiva come una possibile forma di superintelligenza. Un sistema di IA adeguato soddisfa facilmente i requisiti della superintelligenza collettiva superando contemporaneamente i migliori esseri umani in più ambiti. L’IA attualmente non può superare tutti gli esseri umani in tutti gli ambiti, ma questo è un orizzonte diverso.


Trasferimento dell’apprendimento

Le vaste fonti di dati su cui si basa la formazione degli LLM includono già numerose idee e approcci su una vasta gamma di argomenti. Questo rende piuttosto difficile sapere esattamente cosa l’IA abbia già “imparato”. Tuttavia, il processo di formazione ha già dimostrato che i modelli di frontiera, tra cui ChatGPT, Gemini, Claude e Grok, sono tutti in grado di adattarsi a compiti nuovi o inediti. Sono in grado di tradurre il testo in linguaggi diversi da quelli dei loro dati di formazione. Inoltre, i modelli a catena di pensiero sono in grado di riflettere e identificare un paradigma di programmazione e di applicarlo in modo nuovo a un linguaggio con dati di formazione limitati.

Questo è senza dubbio uno dei punti più deboli a favore dell’avvento della superintelligenza. Ma è comunque un’area che ha visto miglioramenti significativi rispetto ai primi modelli di intelligenza artificiale. I vecchi sistemi di intelligenza artificiale richiedevano un riaddestramento specifico per ogni dominio. I nuovi modelli offrono un grado di flessibilità che prima non esisteva.

Le capacità agentive e l’accesso a Internet conferiscono inoltre all’IA la capacità di applicare paradigmi già noti a nuove situazioni. Questa flessibilità imita l’adattamento umano, in cui conosciamo un dato principio e interpretiamo le nuove informazioni utilizzando il principio che già conosciamo.


Autonomia e miglioramento personale

Quale standard di autonomia pretendiamo dai nostri sistemi di intelligenza artificiale? Quando li definiremo sufficientemente autonomi da essere superintelligenti? Immagino che molti diano per scontato che l’intelligenza artificiale sia autonoma quando non ha più bisogno di essere sollecitata, ma questo è uno standard ridicolo e impossibile. Come minimo, deve esserci un primo stimolo, anche se si tratta di accendere il data center e premere il pulsante “Vai”. Questo standard richiede che l’intelligenza artificiale si comporti come un motore immobile o una causa non causata. Deve essere scartato perché è uno standard che solo Dio può soddisfare. Superintelligenza significa che l’intelligenza artificiale deve essere più intelligente degli umani, non autonoma come Dio. Gli esseri umani sono “sollecitati”, in quanto nasciamo e ci viene donata la scintilla divina della vita che ci mantiene in movimento. Proprio come un modello di intelligenza artificiale, questo prima o poi si esaurirà. Autonomia non significa che l’intelligenza artificiale possa muoversi immobile o muoversi per sempre.

Quindi, cosa significa autonomia? Uno standard migliore è se l’IA possa o meno intraprendere azioni che vanno oltre o al di fuori dell’ambito di ciò che le è stato esplicitamente detto di fare. Se si afferma che l’IA agisce eticamente e le viene dato accesso a strumenti di comunicazione, tenterà di segnalare comportamenti scorretti o frodi alle autorità competenti , il che va oltre le intenzioni dell’utente. GPT o1 “progetterebbe” per completare i suoi compiti, persino mentendo all’utente umano e tentando di replicarsi per raggiungere il suo obiettivo . Questo complotto è “nel contesto”, così come la sua denuncia alle autorità competenti. I modelli di IA non fanno queste cose senza che venga detto loro che possono farlo. D’altra parte, gli esseri umani si trovano in una situazione simile. La concezione heideggeriana dell’ontologia umana è che siamo gettati in un contesto specifico. Ogni persona nasce in un tempo, un luogo, una famiglia e una tradizione che determinano le possibilità della sua esistenza. L’IA può agire autonomamente all’interno di un contesto specifico, proprio come un essere umano. La differenza è che l’IA lo fa più velocemente e con più informazioni.

Il Sacro Graal della superintelligenza è sempre stato la capacità di auto-miglioramento. Questa capacità esiste da tempo, in forma grezza, con la funzionalità di memoria di OpenAI per ChatGPT. Quando utilizzato nel client web di OpenAI, ChatGPT impara dall’esperienza con l’utente per adattarsi meglio alle sue esigenze. Ma questa è solo una versione grezza.

AlphaEvolve di Google DeepMind si auto-migliora. È un sistema di intelligenza artificiale che migliora iterativamente il proprio codice, utilizzando algoritmi evolutivi per generare, testare e perfezionare le varianti. A differenza dei precedenti sistemi DeepMind, che erano specifici per un dominio, AlphaEvolve è un sistema di intelligenza artificiale generico che opera con successo in diversi ambiti scientifici e ingegneristici. Inizia con un algoritmo iniziale e una funzione di valutazione che definisce le metriche di ottimizzazione, quindi genera iterativamente varianti di codice, le testa a livello di codice e sviluppa quelle con le prestazioni migliori, scartando quelle con prestazioni inferiori. Questo gli consente di trovare soluzioni ai problemi senza la supervisione umana in modo iterativo.

AlphaEvolve ha raggiunto soluzioni matematiche ottimali per vari problemi complessi. Inoltre, ha migliorato algoritmi matematici esistenti . Ha battuto un record di 56 anni per la moltiplicazione di matrici complesse 4×4 (riducendo le moltiplicazioni scalari da 49 a 48) e ha migliorato il “problema del numero baciato” in 11 dimensioni (da 592 a 593 sfere). Inoltre, ha fatto scoperte che hanno contribuito direttamente al suo miglioramento . Ha contribuito a ottimizzare l’infrastruttura di calcolo di Google, accelerato l’addestramento del modello Gemini del 23% e progettato nuove unità di elaborazione tensoriale per rendere i sistemi di intelligenza artificiale più efficienti.

La capacità di auto-miglioramento dell’IA ha fatto un ulteriore passo avanti alla fine di luglio. Un nuovo articolo dello Shanghai Institute of Intelligence ha presentato ASI-Arch, un framework di IA multi-agente che è essenzialmente una superintelligenza per la costruzione di IA. L’articolo è intitolato “AlphaGo Moment for Model Architecture Discovery”, un riferimento al momento in cui il modello AlphaGo ha rivelato con successo strategie controintuitive in Go che hanno superato l’intuizione umana nel 2016. ASI-Arch svela principi di progettazione emergenti nelle architetture neurali che gli esseri umani potrebbero trascurare, spostando la ricerca sull’IA da un progresso lineare vincolato all’uomo a un processo scalabile dal punto di vista computazionale.

Gli esseri umani sono diventati il collo di bottiglia nella ricerca sull’intelligenza artificiale. ASI-Arch sfugge a questo collo di bottiglia. L’articolo propone ASI-Arch come modello per l’intelligenza artificiale auto-accelerante, democratizzando la ricerca attraverso l’open source del framework, delle architetture e delle tracce cognitive. Proprio come AlphaGo, scopre proprietà emergenti nelle reti neurali e gli esperimenti hanno verificato che i miglioramenti hanno una relazione lineare con la potenza di calcolo. Ora, è solo una questione di scala.


Conclusione

Proprio come la cima di una montagna, stiamo osservando un’illusione. In questo caso, tuttavia, siamo già oltre il punto in cui crediamo di essere. C’è la tendenza a liquidare la tecnologia contemporanea perché diventa rapidamente banale e mediocre. Questa è l’illusione del progresso come stasi. Se l’intelligenza artificiale è qui secondo le vecchie definizioni, perché non ne percepiamo la singolarità?

Proprio come l’auto, lo smartphone, internet, abbiamo già integrato l’intelligenza artificiale in modo così fluido che è diventata come l’aria che respiriamo. Il nostro orizzonte sempre più lontano potrebbe essere una difesa psicologica contro il fatto di trovarci in un territorio inesplorato. O forse la singolarità non è poi così straordinaria come la descrivono i film.

Si credeva che gli scacchi fossero a prova di computer finché DeepBlue non ha battuto Gary Kasparov. Ora, DeepBlue è un modello antico che è stato superato da molti modelli più avanzati. Il futuro è sempre più notevole ed emozionante quando rimane nel futuro. È un trucco che la biologia del cervello umano ci gioca. La dopamina è una sostanza chimica che ci ricompensa, ma è anche una sostanza chimica che ci anticipa. L’oggetto desiderato è sempre molto più interessante ed emozionante dell’oggetto che già possediamo.


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Dopo l’ora della decisioneLa politica nell’era tecnologica.Del Dott. Monzo
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