BISOGNA CAMBIARE IL MONDO REALE, a cura di Luigi Longo

BISOGNA CAMBIARE IL MONDO REALE.

a cura di Luigi Longo

 

 

Suggerisco la lettura dello scritto di Paul Craig Roberts, L’intero mondo occidentale vive in una dissonanza cognitiva apparso su www.megachip.globalist.it il 23 giugno 2018, come riflessione per capire la potenza dell’ideologia sia per nascondere (accezione negativa) il mondo reale sia per aderire (accezione positiva) al modello di legame sociale proposto dalla potenza mondiale egemone degli USA. Per capire perché gli statunitensi vedono le brutture che commettono solo quando succedono in casa propria e non quando le consumano nelle case degli altri sparse in tutto il mondo bisogna andare alla storia del Destino manifesto. L’espansionismo americano e l’Impero del Bene che è il titolo del bel libro dello storico Anders Stephanson pubblicato dalla Feltrinelli (2004). Riproduco alcuni passi tratti dal Prologo dell’autore (pp.11-15).

<< […] Tuttavia, è proprio a John O’Sullivan che siamo debitori dell’espressione “destino manifesto”: la coniò nel 1845 per definire la missione degli Stati Uniti di “espandersi nel continente assegnato dalla provvidenza al libero sviluppo delle crescenti moltitudini  del nostro popolo”. In tutto il Nord America era in corso una gigantesca espansione in nome della libertà, una libertà spessa definita anche di carattere “anglosassone” in termini culturali o razziali […] Essa divenne, così, lo slogan dell’idea di un diritto provvidenzialmente o storicamente fondato all’espansionismo continentale. Da questo punto di vista, non si trattava affatto di una novità, dal momento che già nel 1616, rivolgendosi al pubblico inglese, un agente della campagna di colonizzazione aveva pomposamente concluso la sua presentazione delle meraviglie delle verdi distese americane con queste parole: “Quale timore allora dovrebbe trattenerci dal partire immediatamente , essendo noi un popolo speciale indicato ed eletto dal dito di Dio a prendere possesso di quella terra?”.

In questo libro, “destino manifesto” verrà utilizzato anche in un’accezione più ampia, vicina a quella adoperata da Woodrow Wilson per sottolineare il ruolo assegnato dalla provvidenza agli Stati Uniti di guidare il mondo verso un futuro nuovo e migliore. Per Wilson, ciò che definiva l’”America” era proprio questa particolare vocazione o missione. La nazione, alla quale era stata concessa di vedere la luce, era destinata a mostrare il cammino ai paesi storicamente retrogradi, poiché aveva il compito di svilupparsi ed espandersi in tutta la sua potenzialità grazie al dono divino della più alta perfezione morale inimmaginabile. Questa idea è stata un elemento costante della storia americana, ma, storicamente, ha prodotto due atteggiamenti molto diversi nei confronti del mondo esterno. Il primo mirava a fare degli Stati Uniti un modello esemplare, separato dal mondo corrotto e perverso, lasciando che le altre nazioni lo imitassero come meglio potevano. Il secondo, corrispondente alla visione di Wilson, consisteva nel far progredire il mondo, intervenendo per rigenerarlo. Tra i due atteggiamenti quello di distacco, tuttavia, è stato quello generalmente dominante.

Gli Stati Uniti non sono stati l’unico paese ad attribuire un carattere esemplare alla propria identità nazionale. Ogni stato-nazione sostiene in qualche modo la propria unicità e, nel corso della storia, alcune nazioni e alcuni imperi si sono considerati consacrati da un’autorità superiore a centro del mondo o della storia universale. Tuttavia, per fare un esempio, il “mandato” dinastico sul quale si fondava la legittimazione del potere in Cina confuciana non contemplò mai che una radicale trasformazione del mondo a propria immagine e somiglianza potesse condurre a una “fine” trascendente della storia (corsivo mio). La “Cina” era un’idea aristocratica di civiltà superiore. Per prendere un esempio a noi più vicino, il Sacro romano impero, se anche può avere sposato l’idea di una trasformazione celeste del mondo terreno, si accontentava, nell’attesa della fine stabilita, di sospendere il progetto messianico (corsivo mio) per dedicarsi alla costruzione delle istituzioni politiche >>.

 

Non basta, come sostiene Paul Craig Roberts, << far uscire le persone dal mondo propagandistico e farla entrare in quello reale >>, bisogna cambiare il mondo reale.

 

Per motivi di chiarezza ho evidenziato le tre maggiori notizie correnti utilizzate dall’autore per illustrare la sconnessione mentale mondiale.

 

 

L’intero mondo occidentale vive in una dissonanza cognitiva

 

 

di Paul Craig Roberts

 

[Traduzione per Megachip di Piotr]

 

 

In questo editoriale mi accingo a utilizzare tre delle maggiori notizie correnti per illustrare la sconnessione che alligna ovunque nella mente occidentale.

Iniziamo con la questione della separazione delle famiglie.

 

La separazione dei bambini dai genitori immigrati o rifugiati o richiedenti asilo ha suscitato così tante proteste che il Presidente Trump ha indietreggiato e firmato un ordine esecutivo per far finire la separazione delle famiglie.
L’orrore dei bambini rinchiusi in magazzini gestiti da privati che si arricchiscono coi soldi dei contribuenti, mentre i genitori sono perseguiti per ingresso illegale, ha risvegliato dal loro torpore persino gli Americani autocompiaciuti di essere “eccezionali e indispensabili” [fa riferimento alla nota affermazione dei presidenti statunitensi che gli USA sono una nazione eccezionale e l’unica indispensabile nel mondo (sic!) – NdT].
Rimane un mistero perché il regime di Trump abbia scelto di gettare discredito sulla sua politica di rafforzamento delle frontiere separando le famiglie.
Forse la politica era quella di scoraggiare l’immigrazione illegale lanciando il messaggio che se venite in America i vostri bambini vi saranno strappati.
La domanda è: come mai gli Americani riescono a vedere e rifiutare l’inumana politica di controllo delle frontiere e non vedono e rifiutano l’inumanità della distruzione delle famiglie che è stato il costante risultato della distruzione da parte di Washington in tutto o in parte di sette o otto Paesi nel XXI secolo?
Milioni di persone sono state separate dalla famiglia dalla morte inflitta da Washington e per quasi due decenni non ci sono state praticamente proteste. Nessun grido di protesta ha fermato George W. Bush, Obama e Trump dal perpetrare atti chiaramente e senza possibilità di smentita illegali, definiti dalla legge internazionale stabilita dagli USA stessi, come crimini di guerra contro, gli abitanti dell’Afghanistan, dell’Iraq, della Libia, della Siria, dello Yemen e della Somalia. Possiamo aggiungere un ottavo esempio: gli attacchi militari dello stato fantoccio ucraino neo-nazista e armato e finanziato dagli USA contro le province russe separatiste.
Le morti in massa, la distruzione delle città, dei paesi, delle infrastrutture, le menomazioni, fisiche e mentali, lo sradicamento che ha inviato milioni di rifugiati i fuga dalle guerre di Washington a invadere l’Europa, dove i governi sono fatti da una collezione di lacchè idioti che hanno sostenuto gli enormi crimini di guerra di Washington in Medio Oriente e Nord Africa, non hanno prodotto nessun grido di dolore paragonabile a quello contro la politica di Trump sull’immigrazione.
Stiamo vivendo una forma psicotica di massa di dissonanza cognitiva?

Spostiamoci adesso sul secondo esempio: il ritiro di Washington dal Consiglio dell’ONU per i Diritti Umani.

Il 2 di novembre del 2017 (1917, mia correzione del refuso tecnico), due decenni prima dell’olocausto imputato alla Germania nazionalsocialista, il ministro degli Esteri britannico, James Balfour, scrisse a Lord Rothschild che la Gran Bretagna favoriva la trasformazione della Palestina in un focolare nazionale ebraico. In altre parole, il corrotto Balfour mandò al diavolo i diritti e le vite di milioni di Palestinesi che stavano in Palestina da duemila e più anni. Che era sta gente a confronto col denaro dei Rothschild? Non erano niente per il ministro degli Esteri britannico.
L’atteggiamento di Balfour verso i legittimi abitanti della Palestina è il medesimo atteggiamento britannico verso i popoli di ogni colonia o territorio su cui la forza britannica aveva prevalso. Washington ha imparato questo modo di fare e lo ha coerentemente ripetuto.
Proprio l’altro giorno l’ambasciatrice all’ONU di Trump, Nikki Haley, la cagnolina pazza furiosa di Israele, ha annunciato che Washington si ritirava dal Consiglio per i Diritti Umani perché è “una fogna di pregiudizi politici” contro Israele.
Cosa aveva mai fatto il Consiglio per guadagnarsi questo rimprovero dall’agente israeliano Nikki Haley? Il Consiglio aveva denunciato la politica israeliana di assassinio dei Palestinesi: medici, bambini, madri, anziane e anziani, padri, adolescenti.
Criticare Israele, non importa quanto grande ed evidente sia il suo crimine, significa essere antisemiti e un negazionista dell’olocausto. Per Nikki Haley e Israele, ciò relega il Consiglio per i Diritti Umani nei ranghi dei nazisti fanatici di Hitler.
L’assurdità di ciò è evidente, ma pochi, se non nessuno, riescono a rilevarla. Certo, il resto del mondo, con l’eccezione d’Israele, ha denunciato la decisione di Washington, non solo i nemici e i Palestinesi, ma anche i burattini e i vassalli di Washington.
Per vedere la sconnessione è necessario fare attenzione alle parole delle denunce della decisione.
Un portavoce dell’Unione Europea ha detto che il ritiro di Washington dal Consiglio per i Diritti Umani “rischia di minare il ruolo degli USA come campioni e sostenitori della democrazia nel teatro mondiale”. Si può immaginare un’affermazione più idiota?
Washington è nota come sostenitrice di tutte le dittature che aderiscono alla sua volontà. Washington è nota per aver distrutto ogni democrazia in America Latina che abbia eletto un presidente rappresentante degli interessi del popolo di quella nazione e non degli interessi delle banche di New York, di quelli commerciali statunitensi e della politica estera statunitense.
Fate il nome di un posto dove Washington abbia sostenuto la democrazia. Solo per parlare degli ultimi anni, il regime di Obama ha rovesciato il governo democraticamente eletto dell’Honduras e ha imposto il suo burattino. Il regime di Obama ha rovesciato il governo democraticamente eletto dell’Ucraina e imposto un regime neo-nazista. Washington ha rovesciato i governi dell’Argentina e del Basile, sta cercando di rovesciare quello del Venezuela e ha nel suo mirino la Bolivia così come la Russia e l’Iran.
Margot Wallstrom, la ministra degli Esteri svedese, ha dichiarato: “Mi rattrista che gli USA abbiano deciso di ritirarsi dal Consiglio per i Diritti Umani. Arriva in un momento in cui il mondo ha bisogno di più diritti umani e di un ONU più forte, non l’opposto”. Perché diamine Wallstrom pensa che la presenza di Washington, un noto distruttore di diritti umani, (basta chiedere ai milioni di rifugiati dai crimini di guerra di Washington che si riversano in Europa e in Svezia), pensa che questa presenza nel Consiglio per i Diritti Umani rafforzerebbe il Consiglio invece che minarlo. La disconnessione della Wallstrom è fantastica. E’ talmente estrema da essere incredibile.
Il Primo Ministro australiano, Julie Bishop, ha parlato per il più adulatore dei vassalli di Washington quando ha detto che era preoccupata per i “pregiudizi antisraeliani” del Consiglio. Avete qui una persona che ha subito un lavaggio del cervello talmente totale da essere impossibilitata di mettersi in connessione con una qualsiasi cosa che sia reale.

Il terzo esempio è la “guerra commerciale” che Trump ha lanciato contro la Cina.

 

La tesi del regime di Trump è che a causa di pratiche sleali la Cina ha un surplus con gli USA di quasi 400 miliardi di dollari. Questa grande cifra è si suppone che sia dovuta, appunto, a “pratiche sleali” da parte cinese. Nella realtà il deficit commerciale con la Cina è dovuto alla Apple, alla Nike, la Levi e a un gran numero di corporation americane che producono offshore in Cina i prodotti che poi vendono agli Americani. Quando le produzioni delocalizzate delle corporation statunitensi entrano negli USA, sono contate come importazioni.
Ho detto e ripetuto questo da molti anni a partire della mia testimonianza davanti alla Commissione per la Cina del Congresso USA. Ho scritto numerosi articoli pubblicati quasi ovunque. Sono sintetizzati nel mio libro The Failure of Laissez Faire Capitalism del 2013.
La presstitute dei media economici, i lobbisti delle corporation, che include molti “nomi” accademici, e gli sfigati politici americani il cui intelletto in pratica non esiste, non riescono a riconoscere che l’enorme deficit commerciale USA è il risultato delle delocalizzazioni. Questo è il livello di completa stupidità che governa l’America.
In The Failure of Laissez Faire Capitalism ho discusso il madornale errore fatto da Matthew J. Slaughter, un membro del Consiglio Economico di George W. Bush, che ha affermato in modo incompetente che per ogni posto di lavoro delocalizzato si creavano due posti di lavoro negli USA. Ho anche denunciato come una truffa lo “studio” del professore di Harvard, Michael Porter, per il cosiddetto Consiglio per la Competitività (una lobby per le delocalizzazioni), che ha fatto la straordinaria affermazione che la forza-lavoro statunitense traeva beneficio dalla delocalizzazione dei loro lavori a più alto valore aggiunto e a più alta produttività.
Gli idioti economisti americani, gli idioti media finanziari americani, e gli idioti politici americani non riescono a capire nemmeno adesso che la delocalizzazione ha distrutto le prospettive dell’economia americana e ha sospinto la Cina più avanti di 45 anni delle aspettative americane.

Per concludere.

 

La mente occidentale e le menti degli “integrazionisti atlanticisti” russi [i fautori di un’integrazione della Russia nel circuito economico, finanziario, politico e militare occidentale, persone che spesso occupano posti di grande responsabilità anche nei governi di Putin, NdT] e della gioventù cinese pro-americana, sono così piene di assurdità propagandistiche che non hanno connessione con la realtà.
C’è il mondo reale e c’è il mondo costruito dalla propaganda che nasconde il mondo reale e serve interessi specifici. Il mio compito è far uscire le persone dal mondo propagandistico e farla entrare in quello reale. Sostenetemi in questo sforzo.