La società italiana è divisa tra quanti hanno capito e non hanno capito o voluto capire i fenomeni sociali manipolativi in corso, di Claudio Martinotti Doria

Su questi argomenti intervenni un paio di mesi fa con un articolo specifico, di primo approccio e come tale non sufficientemente ponderato ed esauriente, per cui lo rielaboro riveduto e integrato.

Essendo presente in rete dal ’96, con una decina di migliaia di contatti accumulati in questo lungo periodo, e monitorando quotidianamente parecchie decine di siti e canali on line, possiedo una posizione privilegiata per cogliere se ci sono particolari comportamenti e fenomeni sociali in corso.

A tal proposito sta circolando e consolidando in rete, in alcuni canali dell’informazione indipendente e libera, una specie di meme/aforisma/motto che sintetizza e catalizza l’atteggiamento di parecchie decine di migliaia di persone che sono state vittime della discriminazione distopica e dispotica verificatisi durante la psicopandemia: NON DIMENTICHEREMO, NON PERDONEREMO.

Credo che interpreti il sentimento di molti dei cosiddetti “risvegliati”, di coloro cioè che si sono accorti di vivere immersi in un oceano di menzogne e di essere governati da farabutti, dove la verità la devi ricercare con un impegnativo percorso individuale di acquisizione di conoscenza e di consapevolezza. Verità che mai nessun media mainstream la riferirà, se non abbondantemente distorta, alterata, mistificata, irriconoscibile e strumentalizzata, finalizzata agli scopi dell’élite dominante che domina totalmente l’informazione e applica evidenti operazioni di guerra psicologica (PSYOPS), BASATE PREVALENTEMENTE SULLA PROPAGANDA E LA CENSURA E LA FALSIFICAZIONE DELLA REALTA’. Chi non se n’è reso ancora conto oltre che esserne vittima spesso rischia di esserne anche complice.

Personalmente preferisco ricorrere ad altri esempi e metafore meno riduttive, per distinguere tra “risvegliati” e addormentati o zombie (decerebrati), come vengono anche definiti gli ipocondriaci mascherati e sprovveduti che ancora si abbeverano alla tv come unica fonte di informazioni. Preferisco distinguere tra quanti hanno capito la situazione e coloro che non hanno capito (di essere stati manipolati e ingannati). Con riferimento particolare a quanto avvenuto negli ultimi anni, dalla psicopandemia attribuita a un virus inizialmente spacciato per “naturale” (mentre trattasi di arma biologica), alla guerra in Ucraina attribuita come responsabilità interamente a Putin che all’improvviso per follia bellicista e delirio di onnipotenza ha invaso il paese confinante (mentre nella realtà oggettiva la guerra è stata provocata dagli anglosassoni intensamente impegnati a tal proposito fin da prima del colpo di stato da loro organizzato nel 2014, costituendo in Ucraina il più forte esercito europeo).

A che scopo la NATO avrebbe dovuto dedicare otto anni a costituire il più potente esercito europeo? Se non per provocare una guerra con la Russia? Una guerra per procura, ovviamente, le cui conseguenze ricadranno interamente sulla popolazione ucraina ed europea.

In questo periodo durato già tre anni, abbiamo visto troppe persone dare il peggio di sé con autocompiacimento e accanimento, sia durante la psicopandemia e sia durante il conflitto bellico in Ucraina, fornendo un’immagine imbarazzante di squallore umano.

Tornando alla distinzione sopra esposta, tra quanti non hanno capito (di essere stati ingannati, in tutti i casi sopra esposti), occorre ulteriormente distinguere, tra coloro che, privi degli strumenti culturali per rendersene conto erano vittime predestinate dell’inganno, e coloro che gli strumenti interpretativi li avevano per poter capire ma hanno preferito scegliere la strada più comoda, la più facile, far finta di nulla, non sapere e non capire e fidarsi della scelta compiuta dalla massa, dai genitori, dai parenti, dagli amici, per omologarsi, conformarsi, far parte del gregge, in taluni casi, divenendo pure complici del sistema di menzogne, contribuendo a diffonderle senza una seppur minima argomentazione a supporto, accanendosi contro i dissidenti e dissenzienti, per consolidare le proprie scelte e dissolvere eventuali scomodi dubbi.

Se ai primi si possono attribuire delle attenuanti, ai secondi spettano solo aggravanti, hanno cioè maggiori responsabilità, la loro scelta è stata ipocrita e dolosa, perché avevano la possibilità di capire e prendere una posizione contraria e critica ma hanno preferito uniformarsi, rinunciando alla loro libertà e autonomia di giudizio, offendendo la loro intelligenza e quella degli altri, divenendo spesso carnefici al servizio del sistema autoritario e oppressivo, contribuendo al delirio collettivo. Hanno sentenziato contro i dissidenti detestandoli, senza argomentare ma solo per partito preso, ripetendo pedissequamente quanto avevano appreso (si fa per dire) dai mezzi di comunicazione di massa.

Con questi ultimi non potrà esservi alcuna riappacificazione, hanno fatto una scelta scellerata ed è giusto che ne subiscano le conseguenze, che purtroppo per loro saranno anche di carattere sanitario, a causa degli effetti collaterali ormai evidenti e diffusissimi provocati dai sieri genici sperimentali che Big Pharma con spietato cinismo ha voluto sperimentare utilizzando la popolazione come cavia. Paradossalmente molti tra costoro sono “istruiti”, plurilaureati, ma in tal caso i loro titoli di studio non contano niente, della serie “è intelligente ma non si applica”, perché l’intelligenza se non è applicata con acume quando occorre, cioè quando le circostanze lo richiedono, diventa solo un orpello, una veste estetica di scarsa valenza intellettuale ed esistenziale, che serve solo ad appagare il proprio Ego e quello del proprio ristretto entourage.

La valutazione di cui sopra si applica anche a coloro che per partito preso filo-atlantista hanno condannato la Russia come paese aggressore, senza aver raccolto alcuna informazione obiettiva e documentazione storiografica, fino alle estreme conseguenze indegne di un paese civile, condannando e perseguitando i russi a prescindere. In tal modo si sono atteggiati a guerrafondai divenendo complici di quanti avevano architettato da parecchi anni questa trappola propagandistica per raccogliere consenso presso l’opinione pubblica manipolandola.

Questa lacerazione che si è creata nella società civile italiana non credo possa essere sanata facilmente, certamente non in tempi brevi e neppure medi, anche a causa dell’aggravamento della situazione economica (anche questa indotta artificialmente e conseguenza soprattutto della scelta belligerante contro la Russia, programmata da parecchio tempo) che avrà gravissime ripercussioni anche sul piano sociale, accentuando ancor più il “divide et impera”, adottato da sempre dal sistema di potere per soggiogare le masse.

Le strade tra questi due gruppi sociali si sono separate nettamente e non so quando s’incroceranno nuovamente. Vedremo dove queste strade porteranno, del resto banalmente è risaputo che “l’albero si riconosce dai frutti”, ma non facendomi alcuna illusione, sono convinto che alcuni non sapranno e non vorranno riconoscerli neppure di fronte all’evidenza, negheranno fino alla fine di aver sbagliato e di essere stati ignavi e pusillanimi, superficiali e vili, utili idioti e servi sciocchi, cavie e kapò.

La responsabilità è sempre individuale, così come l’evoluzione, è una legge naturale e universale, vale a livello materiale che spirituale, non ci si può difendere ricorrendo all’abusato “così fan tutti”, oppure “obbedivo agli ordini ricevuti” o ancora “ho aderito al pensiero comune”, giustificandosi dietro l’alibi della paura e dell’adesione al gruppo di riferimento. Tutti abbiamo avuto paura, ma non tutti si sono comportati allo stesso modo, non tutti hanno abiurato i propri valori e rinunciato alla propria libertà e autonomia di giudizio, avvilendo o rinnegando la propria umanità e sensibilità.

Sarebbe un grossolano errore indulgere nel perdono nei confronti di queste persone disinformate e ignoranti, arroganti e aggressive, che hanno dato il peggio di sé aggravando enormemente la situazione, senza un minimo di autocritica e ammissione di colpa, con la pervicace convinzione di essere dalla parte della ragione e in pieno diritto di disprezzare e penalizzare chi non la pensasse come loro. Non meritano compassione ed è giusto che si assumano le loro responsabilità e subiscano le ripercussioni delle loro scelte.

Non siamo tutti uguali, niente affatto, ed è proprio nei momenti di difficoltà che emerge quanto siamo diversi uno dall’altro, pur avendo tutti paura alcuni si comportano con coraggio e dignità e molti altri con viltà e servilismo, col sostegno della moltitudine, forti coi deboli e deboli coi forti. Se avessero ancora un barlume di coscienza, forse potrebbero vergognarsi e redimersi, forse. Ma non lo credo, non mi faccio illusioni. I precedenti storici inerenti alcune caratteristiche della popolazione italiana hanno sempre confermato quanto sia poco affidabile e seria nelle circostanze che richiederebbero dignità e fierezza e soprattutto coerenza.

Ricordiamoci che alla fine della II Guerra Mondiale i Partigiani, quelli che hanno combattuto veramente nella Resistenza ed erano poche decine di migliaia, divennero improvvisamente milioni, e non vi erano più fascisti, tranne rare eccezioni i fascisti si erano volatilizzati, dissolti nel vento, come non fossero mai esistiti.

E’ un vizio tipico delle genti italiche il trasformismo e il vizio di proiettare sempre all’esterno di sé le proprie responsabilità, la colpa è sempre degli altri o delle circostanze, autoassolvendosi e poi rinnegando la propria partecipazione alle angherie e vessazioni fatte patire alle vittime mentre si comportavano da “caporali” alla Totò (siamo uomini o caporali?). Questo puerile, immaturo e vile atteggiamento finalizzato a sottrarsi alle proprie responsabilità e ripercussioni non funzionerà, e se ne renderanno conto loro malgrado.

 

Articolo riproducibile citando la fonte

 

 

Cav. Dottor Claudio Martinotti Doria, Via Roma 126, 15039 Ozzano Monferrato (AL), Unione delle Cinque Terre del Monferrato,  Italy,

Email: claudio@gc-colibri.com  – Blog: www.cavalieredimonferrato.it – http://www.casalenews.it/patri-259-montisferrati-storie-aleramiche-e-dintorni

Situazione in Ucraina, stanno dando i numeri, ma sono fasulli, frutto di propaganda e disinformazione. Di Claudio Martinotti Doria

Diverse volte nei miei articoli precedenti ho cercato di fornire i numeri reali delle perdite subite dagli ucraini nel corso del conflitto, affidandomi a fonti esterne ai regimi coinvolti, meno che mai quello nazista ucraino che è totalmente inaffidabile, perché privo anche del senso del ridicolo, come dimostrato recentemente quando hanno corretto la dichiarazione pubblica della von der Leyen, che riferiva di oltre 100mila soldati morti, riducendo la cifra a soli 10mila.

A smentire quest’affermazione del regime di Kiev basterebbe segnalare che quasi tutte le fonti occidentali (non ucraine) concordano nell’attribuire 10mila perdite ucraine al solo fronte di Bachmut (Artemivs’k) negli ultimi due mesi, ai quali andrebbero aggiunti 20 o 30 mila feriti (come dimostrato dai ricoveri negli ospedali militari e civili di tutte le regioni circostanti, oltre a visionare i numerosi video in rete dove si vedono i corpi dei caduti accumulati nelle trincee). Considerando che vi erano circa 60mila soldati impegnati in quest’area del fronte, le perdite complessive si attestano attorno al 50% degli effettivi, per cui non riescono più a sopperire inviando rinforzi.

La situazione è gravissima, anche se negata dal regime e dai media occidentali asserviti.

Molti esponenti della cosiddetta controinformazione o informazione libera e indipendente, che prima fornivano cifre più credibili e gravi, per qualche strano improvviso motivo si sono adeguati alle dichiarazioni della von der Leyen e hanno ormai preso per buona la cifra di 100mila caduti ucraini nei circa 10 mesi di conflitto. Personalmente non ci credo minimamente.

Già in un mio articolo di un paio di mesi fa avevo riportato le stime che erano state diffuse da organizzazioni di tecnici e di studiosi che si erano dedicati al problema e avevano individuato alcune soluzioni per desumere/dedurre/estrapolare cifre più attendibili di quelle fornite dai media.

Con una pazienza certosina avevano esaminato i registri delle pompe funebri, dei funerali e dei cimiteri, degli obitori, ecc., e si erano accorti che già in autunno vi erano stati incrementi spaventosi di mortalità in Ucraina, stimati in circa 400mila unità rispetto agli stessi periodi precedenti, e quasi un 10% di questi erano stranieri. Dal che avevano dedotto che anche i mercenari inviati dalla NATO, in particolare dai paesi vicini, che combattono in divisa ucraina, avevano subito perdite elevate.

La stessa Polonia ha recentemente rivelato di aver perso circa 1200 soldati combattenti in Ucraina, e generalmente si tengono bassi per non allarmare le proprie popolazioni.

Risalire alle cifre reali delle perdite durante un conflitto bellico è impresa ardua se non impossibile, nessuno dei contendenti le fornisce, anzi in taluni casi, come questo, si arriva a porre addirittura il segreto militare (avvenuto recentemente in Ucraina, dopo la circolazione sui social di alcune cifre allarmanti), quindi si rischia di subire gravi ripercussioni solo a parlarne.

Oggi come oggi gli studiosi cui ho accennato prima, non potrebbero più fare le ricerche presso i cimiteri, obitori, pompe funebri, ecc., perché rischierebbero di venire arrestati e nessuno in ogni caso gli consentirebbe di accedere ai registri e gli fornirebbe informazioni, sapendo i pericoli cui incorrerebbero collaborando.

Si può ovviare ricorrendo alla logica, al buon senso, alle correlazioni, comparazioni, alle deduzioni, ecc..

Se all’inizio del conflitto l’esercito ucraino era composto da 300mila soldati perfettamente addestrati (dalla NATO, che si è dedicata a tale scopo fin dal colpo di stato del 2014 in previsione della guerra contro la Russia) e altri 300mila furono immediatamente mobilitati appena le truppe russe avevano varcato il confine, per un totale di 600mila uomini, se le perdite fossero quelle dichiarate dall’Ucraina o anche dalla von der Leyen (pur di dieci volte superiori), perché hanno richiamato in servizio addirittura gli ultrasessantacinquenni?  Perché li mandano al fronte dopo pochi giorni di addestramento, come fossero carne da macello? Perché hanno mandato al fronte anche le milizie territoriali che in teoria, e solo in caso di estrema necessità, dovevano limitarsi a difendere le proprie regioni di appartenenza?

Se le perdite fossero limitate a quanto dichiarato dalla von der Leyen, che rammento (repetita iuvant) essere dieci volte più di quanto ammette il regime di Kiev, dovrebbero esserci ancora centinaia di migliaia di soldati disponibili da inviare al fronte. Senza contare le altre centinaia di migliaia che sono stati richiamati durante gli ultimi mesi del conflitto, che secondo alcune fonti occidentali avrebbero fatto ammontare complessivamente le forze armate ucraine a circa 2milioni di unità (personalmente ci credo poco perché moltissimi ucraini ricorrendo alla corruzione si sono dileguati emigrando o nascondendosi, sottraendosi al reclutamento).

Allora perché scarseggiano i soldati da inviare al fronte? Perché hanno decuplicato l’apporto dei mercenari stranieri? Perché la NATO insiste tanto per intervenire direttamente sul fronte di guerra?

Forse perché quegli studiosi cui ho fatto cenno avevano ragione, si erano quantomeno avvicinati alle cifre reali dei caduti e quei 400mila morti che avevano estrapolato dalle loro ricerche, erano probabilmente in parte preponderante militari morti al fronte, alcune decine di migliaia tra di loro potrebbero essere vittime civili, non dei russi ma dei nazisti ucraini che dall’inizio del conflitto bellico hanno fatto strage di tutti quelli ritenuti collaborazionisti dei russi, e per essere considerati tali occorre veramente poco, anche solo una delazione di un vicino rancoroso, aver accettato aiuti materiali dai russi, aver famigliarizzato con loro, essersi rifiutati di obbedire agli ordini dei militari o anche solo essere russofoni.

Ai 400mila indicati da quella ricerca di un paio di mesi fa, di cui abbiamo dedotto una cospicua parte essere militari, occorre aggiungere i feriti, che di solito sono tre o quattro volte superiori ai morti, come dimostra il fronte “bollente” di Bachmut. Poniamo anche il caso ottimistico che solo la metà siano feriti leggeri e possano tornare prima o poi al fronte, ma gli altri? Quelli che hanno subito amputazioni? I feriti gravi che richiedono mesi e mesi di cure e riabilitazione? Quelli che rimangono invalidi? E’ forse azzardato sospettare che almeno la metà delle forze armate mobilitate dal regime di Kiev siano decedute o impossibilitate a combattere? Forse è questo il motivo per cui hanno posto il segreto militare, è vietato parlarne, scriverne, anche solo accennarvi.

Il regime conta sul fatto che l’Ucraina è grande, ha una superficie doppia rispetto all’Italia, gli insediamenti sono dispersi e spesso sono solo villaggi con poche decine di case, non esistono più mezzi di comunicazione, i media sono censurati e riportano solo le veline della propaganda, e in quasi tutto il paese manca la corrente elettrica. Non è per nulla facile per la popolazione informarsi.

Le famiglie ucraine possono capire la gravità della situazione solo incontrandosi tra loro, per rendersi conto che quasi ognuna ha avuto parenti e conoscenti uccisi o feriti, solo in questo caso possono percepire le dimensioni reali della distruzione in corso del loro paese. Del resto cosa altro potrebbero fare, se protestassero per strada finirebbero in carcere o verrebbero uccisi, perché il potere è in mano ai nazisti, armati fino ai denti, privi di scrupoli se non addirittura psicopatici, forti coi deboli e deboli coi forti, che anziché andare a combattere al fronte, preferiscono svolgere funzioni di polizia militare e polizia segreta, per tenere sotto controllo e intimidazione costante la popolazione civile inerme.

Occorre precisare che non tutta la popolazione civile è inerme, decine di migliaia di armi da fuoco sono state distribuite dal regime di Kiev ai cittadini all’inizio del conflitto e altre pervenute dalla NATO sono finite nel mercato nero, favorito da numerosi ufficiali e funzionari corrotti che si stanno arricchendo grazie alla guerra, alimentando anche gruppi e bande di malavitosi e paramilitari che girano per il paese a saccheggiare i civili, provocando spesso conflitti a fuoco tra di loro.

E’ un paese totalmente allo sbando, e la situazione aggravatasi per i bombardamenti russi alle infrastrutture energetiche del paese, non potrà che portare al collasso sociale, economico e politico, della serie tutti contro tutti e si salvi chi può.

Già da alcune settimane pervengano notizie di scontri armati tra polacchi e ucraini per divergenze sulle modalità di condurre le operazioni militari e probabilmente per incompatibilità reciproca. Consideriamo che la Polonia cova risentimento (altroché amicizia e alleanza) verso l’Ucraina fin dai tempi della II Guerra Mondiale e mira ad annettersi la Galizia, regione nordoccidentale dell’Ucraina. Potrebbe cogliere l’opportunità della disfatta ucraina per espandere il suo territorio, avendo già truppe dislocate in esso.

Sono numerose anche le esecuzioni, alcune anche filmate, di militari ucraini che hanno disertato o semplicemente hanno abbandonato il posto assegnato o non hanno ubbidito agli ordini.

Queste brevi note sono già più che sufficienti per dubitare che le perdite ucraine nel conflitto in corso, intendendo sia morti che feriti gravi, siano quelle indicate dalle fonti ufficiali e neppure quelli reperibili dalle fonti dell’informazione alternativa che gira in rete, anche quest’ultime a mio avviso sono molto sottostimate. Personalmente alla luce di quanto letto e visionato finora (e vi assicuro che non è poco) mi sono convinto che siano gravissime, almeno 300mila morti e altrettanti feriti gravi non più in grado di tornare a combattere, pertanto considero l’esercito ucraino ormai al collasso, non solo demotivato e non più in grado di reggere a eventuali incisive offensive russe, ma addirittura in inferiorità numerica rispetto ai russi, mentre all’inizio del conflitto il rapporto era di 6 a 1. Tenendo conto dei rinforzi russi già pervenuti e di quelli che arriveranno nelle prossime settimane, gli ucraini si troveranno in una situazione insostenibile che potrebbe preludere a una totale débâcle, ecco perché la NATO preme per intervenire direttamente sul campo, perché sa che la disfatta è imminente.

 

Cav. Dottor Claudio Martinotti Doria, Via Roma 126, 15039 Ozzano Monferrato (AL), Unione delle Cinque Terre del Monferrato,  Italy,

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Le armi segrete di Zelensky, di Claudio Martinotti Doria

Esattamente come Hitler nell’ultimo periodo bellico, quando ormai le sorti della guerra erano segnate, anche l’ex comico cocainomane Zelensky, ripone le sue ultime speranze nelle armi segrete.

In un video che ha circolato per qualche tempo in rete, poi subito fatto sparire, si è visto atterrare nell’Aeroporto Internazionale di Leopoli “Danylo Halytskyi”, un cargo C-130J Super Hercules privo d’insegne identificative e di color nero, dal quale ci si sarebbe aspettato di vedere scendere materiale bellico o forze speciali. Con immensa sorpresa, i pochi testimoni, uno dei quali probabilmente autore del video, videro scendere alcune decine di uomini e donne con strani costumi policromatici e folkloristici, come fossero provenienti da o diretti a una festa in maschera o di Halloween, tutti portavano una molteplicità di amuleti e talismani di ogni forgia, collane, ornamenti pittoreschi, alcuni disponevano di lugubri bastoni con dei piccoli teschi al posto del pomelo.

Successiva il video, che seppur sparito dalla rete è stato salvato in tempo da diversi internauti, è stato esaminato da alcuni esperti in discipline antropologiche, etnologiche e simbologiche, che hanno identificato i costumi come haitiani. In particolare si tratterebbe di costumi cerimoniali indossati dagli houngan e dalle mambo durante i rituali vudù.

Si presume pertanto che le persone sbarcate a Leopoli fossero sacerdoti e sacerdotesse vudù.

Tutti sappiamo quale sia la principale prerogativa attribuita a tali personaggi, quale sia il loro potere, per quanto ammantato di leggenda e mitologia.

Di fronte al collasso del suo paese, al rischio di un’interruzione del sostegno occidentale, alla migrazione di decine di milioni di abitanti infreddoliti e affamati, e soprattutto di fronte a un esercito ormai decimato e allo sbando, che rischia continui ammutinamenti (seppur soffocati nel sangue dai nazisti e taciuti dai media mainstream), a Zelensky non rimane altro che far resuscitare i soldati da lui stesso fatti massacrare, per obbligarli a combattere di nuovo, in un perverso e aberrante circolo vizioso, una sorta di angosciante loop temporale, nel quale le vittime sono sempre le stesse, come pure il carnefice.

Ma la componente più inquietante di questo situazione è l’imperdonabile complicità dell’Occidente, che non solo sostiene questo osceno personaggio ma ospita moltissimi corrotti oligarchi ucraini fuggiti dalla guerra, arricchitisi depredando il loro paese e vendendo le forniture militari destinate al fronte. Un regime criminale nazista creato dagli anglosassoni con il colpo di stato del 2014 in chiave antirussa, che ha come effetto collaterale doloso il depauperamento dell’UE, eseguito dall’attuale leadership europea che agisce contro gli interessi della popolazione.

Ad ogni modo non escluderei l’ipotesi che gli zombie, una volta attivati, vedendo le folle cittadine dirigersi verso i confini europei in cerca di un pasto e un luogo di accoglienza caldo, si pongano sulla loro scia e non varchino anche loro i confini dell’UE. Aggravando in tal modo la situazione. Non dubito che anche in questo caso, per coerenza politica, i DEM di casa nostra invochino il diritto di accoglienza nei loro confronti, come profughi di guerra, che per altro, nel loro specifico caso, hanno veramente combattuto.

Cav. Dottor Claudio Martinotti Doria, Via Roma 126, 15039 Ozzano Monferrato (AL), Unione delle Cinque Terre del Monferrato,  Italy,

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Approccio critico analitico aggiornato a quanto sta accadendo in Ucraina_Di Claudio Martinotti Doria

Coloro che festeggiano il ritiro delle truppe e della popolazione russa dalla parte settentrionale dell’Oblast di Kherson temo non abbia mai letto Sun Tzu: L’arte della guerra.

Probabilmente sono gli stessi che hanno ritenuto fosse una grande vittoria la conquista ucraina dell’oblast di Kharkiv un paio di mesi fa, che in realtà è stata possibile grazie a una ritirata russa, eseguita ordinatamente e con pochissime perdite di uomini e mezzi.

In estrema sintesi il generale Sergey Surovikin (denominato Armageddon), fin da quando ha assunto il comando delle operazioni militari in Ucraina, aveva anticipato che avrebbe dovuto prendere decisioni difficili e facilmente equivocabili, cioè che avrebbero assunto il sapore della sconfitta.

Questo perché dallo studio della situazione sul campo, si era subito reso conto di come alcune posizioni fossero alla lunga indifendibili, soprattutto tenendo conto di alcuni fattori oggettivi.

In primo luogo il forte incremento di apporto e supporto NATO in uomini e mezzi fornito all’Ucraina, soprattutto a livello di intelligence, comando e controllo e comunicazioni: in soldoni significa che la NATO sorveglia le posizioni e mosse russe e le segnala all’artiglieria ucraina e alle forze armate.

Inoltre il regime nazista ucraino non si fa alcuno scrupolo morale e conduce una guerra sporca, esattamente come farebbero dei veri nazisti, bombardando obiettivi civili, uccidendo i civili ritenuti collaborazionisti (e basta veramente poco per essere considerati tali), bombarda le centrali nucleari per provocare un incidente radioattivo, prepara una bomba sporca (radioattiva) da far esplodere per poi accusare i russi, compie atti di sabotaggio in territorio russo su addestramento anglosassone, non esiterebbe a far saltare delle dighe per allagare i territori controllati dai russi, provocando numerose vittime civili, ecc..

Consapevole di questi rischi il generale Armageddon ha valutato l’elevata probabilità che tutte queste opzioni fossero adottate dagli ucraini, anche in modalità contemporanea o in rapida sequenza, e le ha anticipate.

Apparentemente le sue mosse, approvate dal Ministero della Difesa russo, sembrano sconfitte, o a essere indulgenti, delle ritirate strategiche, che lasciano ampi margini di manovra militare ma soprattutto politica propagandistica all’avversario, cioè alla NATO e ai suoi utili idioti sacrificabili, cioè gli ucraini.

Oppure, sempre a essere indulgenti, potrebbero preludere a degli accordi sottobanco tra la NATO (leggasi USA) e la Russia per un cessate il fuoco, una tregua o un vero e proprio accordo, come avrebbero dovuto negoziare fin dallo scorso autunno (un anno fa). Ma quest’ultimo caso è il meno credibile, a meno che serva solo a guadagnare tempo per consentire a entrambe le parti in causa di organizzare i loro veri progetti e obiettivi, perché non potrà mai esserci alcuna fiducia reciproca. I russi perché sanno benissimo che gli USA sono totalmente inaffidabili e non esiterebbero un istante a infrangere un accordo (anche se lo farebbero insidiosamente salvando le apparenze), e gli USA non applicherebbero mai un accordo a loro sfavorevole avendo come obiettivo risaputo la distruzione della Russia e la sua frantumazione e sfruttamento intensivo.

Pertanto alla pace non si perverrà mai, proseguiranno fino alla sconfitta di uno dei due avversari.

Dopo queste precisazioni doverose, veniamo alla realtà dei fatti.

Le scelte recentemente operate dalla Russia derivano dalla loro cultura e dottrina militare, la priorità per loro è salvare vite umane, non sacrificare invano i propri soldati o esporre a rischi la propria popolazione. Quindi all’occorrenza ci si ritira su posizioni più difendibili e meno rischiose, anche se potrebbe sembrare una sconfitta dal punto di vista militare.

Dopo di che ci si organizza nel migliore dei modi possibili per conseguire i propri obiettivi.

Il generale Inverno si sta avvicinando, ed è la stagione nella quale i russi combattono al meglio delle loro prestazioni.

Circa 80mila soldati di rinforzo sono già arrivati nel sud dell’Ucraina e altri 220mila arriveranno antro fine mese e i primi di dicembre, raddoppiando di fatto le risorse umane militari disponibili, compresi i mezzi bellici. L’inferiorità numerica rispetto agli ucraini verrà annullata. Nel frattempo continuerà il bombardamento alle infrastrutture ucraine per ridurli al buio, al freddo, riducendo drasticamente i collegamenti, le comunicazioni, i trasferimenti di truppe e mezzi, le riserve alimentari, gli approvvigionamenti, ecc..

Ogni tentativo ucraino di condurre offensive sarà stroncato sul nascere, continuando a colpire duramente con la superiorità dell’artiglieria provocando gravi perdite allo schieramento avversario, le loro difese sull’altra sponda del fiume Dnepr diverranno invalicabili.

Dopo di che si attenderanno gli eventi, cioè lo sviluppo della situazione in Ucraina, nell’UE e nella NATO.

Il tempo lavora a favore dei russi, perché la situazione in occidente e in Ucraina può solo peggiorare.

Se l’Occidente non scenderà a più miti e intelligenti consigli, se al contrario riterrà di essere a un passo dalla vittoria e abuserà della pazienza russa, allora quando sarà il momento propizio, l’orso russo colpirà dando delle zampate feroci dove meno se lo aspettano, e questa volta saranno dolorose, andranno fino in fondo, con determinazione.

Del resto l’unico linguaggio che capiscono è quello della forza, e siccome per eccesso di superbia e supponenza, si ritengono i più forti, solo di fronte a una evidente e sonora sconfitta possono rendersi conto della loro effettiva debolezza.

Il terreno ceduto finora di russi non significa nulla rispetto a quello che potrebbero ottenere al momento propizio, cogliendo i segnali di debolezza dello schieramento nemico, intervenendo con tutta la loro potenza di fuoco e di proiezione con un’adeguata tempistica e accurata organizzazione.

C’è un particolare esiziale che è stato sottovalutato finora, anzi, è stato interpretato al contrario. I russi sono una nazione e un popolo coeso (più popoli uniti) con una guida coerente nella quale ripongono fiducia. L’Occidente è un calderone eterogeneo, disunito, comandato dalla NATO a guida USA, che persegue esclusivamente gli interessi anglosassoni a scapito degli europei, pertanto i dissapori e le conflittualità interne aumenteranno sempre più esasperandosi, anche se inizialmente si manifesteranno in maniera sotterranea e subdola, non è affatto una vera alleanza con un’unità d’intenti, ma un’accozzaglia di egoismi tenuti insieme dall’ipocrisia, dalla minaccia e dal ricatto. Di fronte a rischi gravi e concreti quest’accozzaglia crollerà come un castello di carte. Ognuno andrà per la sua strada e si salvi chi può.

E’ solo questione di tempo, e non si dovrà aspettare molto.

Articolo pubblicabile citando la fonte.

 

 

Cav. Dottor Claudio Martinotti Doria, Via Roma 126, 15039 Ozzano Monferrato (AL), Unione delle Cinque Terre del Monferrato,  Italy,

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Quali sviluppi potrebbe avere il conflitto in corso in Ucraina. Di Claudio Martinotti Doria

Prima di addentrarmi in quello che voglio comunicare, devo fare alcune premesse.

Quanto ho scritto nei miei pochi articoli precedenti, si è rivelato preciso e centrato come previsioni almeno al 90%, il 10% di margine di errore è attribuibile a una mia ancora latente vena di ottimismo, che mi fa deviare dall’analisi necessariamente critica e cinica della realtà.

Oltre ovviamente al fatto che le notizie arrivano progressivamente e non sempre la tempistica coincide con la possibilità e voglia di scrivere, e spesso sono peggiori del previsto.

Non avevo alcuna intenzione di scrivere altri articoli, ma la gravità della situazione mi ha indotto a rompere gli indugi e la proverbiale pigrizia. Non fosse altro che per contrastare le menzogne mediatiche di regime che continuano a descrivere una realtà che esiste solo nella narrativa propagandistica, che ha raggiunto livelli parossistici e ridicoli che solo gli imbecilli possono ancora ritenere attendibili.

Dovrò necessariamente essere telegrafico e riduttivo, perché gli argomenti sono moltissimi e potrò solo sfiorarli. Mi limiterò soltanto a fornire un quadro a grandi linee della situazione e della sua pericolosità.

Fatte queste premesse, esaminiamo subito dati importanti che non sono certo stati forniti nei media mainstream.

Le Forze Armate ucraine finora hanno avuto oltre 380 mila perdite, e intendo proprio morti, poi aggiungeteci i feriti, che di solito sono più dei morti. Le perdite ucraine sono all’incirca 15 volte superiori alle perdite subite dai russi. Ma la sorpresa che mi ha spiazzato è stata rilevare l’aggiornamento sulle perdite tra i soldati della NATO, perché si tratta di una guerra tra la NATO e la Russia, l’Ucraina è solo il campo di battaglia e gli ucraini sono solo gli utili idioti sacrificabili, sfruttati a questo scopo, così come avverrà per tutti gli altri popoli che si presteranno.

Ebbene da indagini eseguite accuratamente presso tutti i punti sociali e istituzionali utili a tale scopo (ad esempio le pompe funebri e i dati degli obitori, in proposito ho attinto prevalentemente da OSINT – open source intelligence) hanno rivelato che sono morti oltre 30mila soldati del cosiddetto contingente internazionale, cioè della NATO con divisa ucraina. Alcune fonti sono addirittura superiori, ma io, come sono solito fare, prendo sempre la cifra più bassa, per prudenza. Quindi complessivamente i morti tra le fila NATO/Ucraina superano abbondantemente le 400mila unità. Un’enormità che avrebbe dovuto indurre qualsiasi governo che abbia a cuore le sorti del suo popolo a negoziare.

Questo dato cosa rivela in particolare?

Rivela che alle poche migliaia di soldati NATO (inizialmente mercenari), che io stesso indicavo come presenti in Ucraina e ininfluenti sulle sorti del conflitto durante i primi mesi, di fronte all’evidente catastrofe cui andava incontro l’esercito ucraino, se ne sono aggiunti col tempo decine di migliaia, INVIATI DAI LORO STESSI COMANDI, seppur sotto l’ipocrita definizione di “volontari” e sotto le mentite spoglie di soldati ucraini materializzatisi improvvisamente. Ovviamente sono strapagati, alla pari dei cosiddetti contractors, per indurli ad affrontare rischi così elevati occorre che il compenso sia adeguato.

Il compenso supera abbondantemente i 1000 euro al giorno, somma solo apparentemente elevata rispetto ai rischi che si corrono di rimanere uccisi o mutilati.

Questo spiegherebbe le grandi offensive ucraine dell’ultimo mese e mezzo, che si stima abbiano coinvolto oltre 60mila soldati perfettamente addestrati ed equipaggiati, e non potevano certo essere tutti ucraini, visto che l’esercito ucraino è ormai decimato, nel senso che ne è rimasto un decimo, ormai da mesi ricorrono alle unità delle milizie territoriali per sopperire alle pesanti perdite, che sono poco addestrate e le usano come carne da cannone costringendole a combattere.

Ormai per trovare persone disposte ad andare a farsi ammazzare al fronte devono costringerli con la forza e se si rifiutano non c’è il carcere (come era all’inizio) ma la fucilazione. E i nazisti che fungono da polizia militare li uccidono sul posto se si rifiutano di combattere o se accennano ad arrendersi. Questi fatti ovviamente i media mainstream occidentali non li riportano. Continuano a riferire di un’Ucraina democratica e civile aggredita dai russi. Tacciono sulle migliaia di uccisioni di civili ritenuti collaborazionisti solamente perché sono rimasti nelle loro abitazioni dopo l’arrivo dei russi o sulla corruzione tra gli esponenti nazisti del regime, a tutti i livelli, per cui hanno consentito di emigrare solo a coloro che hanno pagato una sorta di tariffario. Tantomeno i media occidentali rivelano che il regime di Kiev approfittando della guerra ha assunto pieni poteri dittatoriali eliminando tutta l’opposizione e silenziando ogni voce contraria, ogni manifestazione di dissenso, anche minimo. La pena è la morte e la confisca di tutti i loro beni. Mica per nulla sono nazisti, perché si comportano come tali, anche peggio.

Quindi ricapitolando, alcuni analisti militari stimano che almeno la metà dei soldati che hanno realizzato le offensive ucraine negli oblast di Kharkiv e Kherson erano della NATO, e siccome hanno avuto mediamente circa 500 morti al giorno durante i combattimenti nelle fasi più acute degli scontri, e sono trascorsi quasi un paio di mesi, fate presto a fare i conti di quante migliaia di soldati NATO sono morti solo nelle ultime settimane, senza contare quelli caduti sotto gli intensi bombardamenti nelle retrovie.

Inoltre la Russia con i bombardamenti mirati alle infrastrutture dell’Ucraina sta mettendo in ginocchio il paese, impedendo le comunicazioni, gli approvvigionamenti e la logistica, oltre a lasciare al freddo, senza luce e senza carburanti e cibo la popolazione oltre all’esercito.

Tutto questo sacrificio di vite umane aveva il solo scopo di ottenere qualche effimero successo militare ucraino per favorire i DEM prima delle elezioni di medio termine negli USA, che avverranno l’8 novembre. Senza questi successi sul campo il regime nazista di Kiev rischiava l’interruzione dei finanziamenti e delle forniture militari da parte dell’Occidente, cosa che comunque avverrà, perché i mezzi militari e le munizioni si stanno esaurendo anche in Occidente e ci vogliono mesi per produrle. Inoltre i costi sono esorbitanti e l’Occidente non può permettersi di continuare a finanziare la guerra in Ucraina, indipendentemente dalle dichiarazioni di facciata dei politicanti di turno.

Ma questi successi militari sul campo non influiscono minimamente sulle sorti della guerra, far retrocedere di qualche decina di km le truppe russe non determinerà le sorti della guerra, se poi, come è infatti avvenuto, le offensive ucraine si spengono e vengono respinte con gravissime perdite di vite umane e di mezzi bellici.

A questo punto gli USA non potranno fare altro che forzare la mano e intervenire direttamente, o quantomeno tramite alleati affidabili e russofobi, come i polacchi e i paesi baltici, probabilmente dopo una false flag (operazione sotto falsa bandiera) da imputare ai russi per giustificare un intervento NATO. Da mesi si sospetta che i nazi-ucraini stiano preparando una bomba sporca, cioè radioattiva, sotto la supervisione degli anglosassoni (UK e USA sono i maggiori fomentatori del conflitto perché le loro economie stanno collassando), per poi accusare i russi e provocare un’escalation bellica, coinvolgendo altri paesi NATO.

Gli USA NON POTRANNO MAI ACCETTARE CHE IL MONDO DIVENTI MULTIPOLARE, come vorrebbero Russia e Cina, perché provocherebbe il tracollo del dollaro come moneta internazionale (l’ingresso dell’Arabia Saudita nei BRICS significa proprio questo: la fine del petrodollaro), senza il dollaro come moneta dominante gli americani dovrebbero rinunciare al loro elevato tenore di vita parassitario sulle spalle del resto del mondo, e non sono certo disposti a farlo, quindi non rimane che la guerra totale. Purché non sia nucleare. E’ questo il punto che li ha frenati finora.

Hanno confidato che la Russia, essendo un paese responsabile e non criminale come gli USA, non vi ricorresse mai in alcuna circostanza, ma non possono esserne certi. E siccome la Russia con i missili ipersonici ha una netta superiorità tecnologica nel settore, se dovesse ricorrervi, gli USA come potenza militare cesserebbe di esistere, la loro preziosa flotta che li ha resi una potenza marittima di primo piano verrebbe spazzata via dal Mediterraneo e dal Mare del Nord in pochi minuti. Nessuna difesa aerea è in grado fermare i loro missili ipersonici. Solo gli imbecilli che s’informano tramite la tv non sanno della netta superiorità tecnologica militare russa raggiunta ormai da alcuni anni, ma credono ancora che siano gli USA a detenere la supremazia militare del pianeta. Gli americani invece lo sanno benissimo, soprattutto al Pentagono, che non ha alcuna intenzione di misurarsi con la Russia.

Quindi sottobanco si stanno consultando con i russi per cercare di limitare il conflitto alla sola guerra convenzionale terrestre. Vorrebbero cioè che si sacrifichino solo vite umane (possibilmente di altri popoli) e non le loro preziose e costosissime navi da guerra o i satelliti (anche questi ultimi la Russia potrebbe eliminare facilmente, ad esempio con armi a impulsi elettromagnetici).

Se negli USA la popolazione, che è in maggioranza contraria alla guerra in Ucraina contro la Russia (come anche in Europa), non si deciderà a dare una spallata definitiva al fantoccio demente Biden e al suo entourage DEM, composto da neocons e/o sionisti, psicopatici guerrafondai che stanno distruggendo l’Occidente, Europa in primis, si arriverà a una guerra totale e verrà combattuta in Europa, la quale è già prostrata a causa della crisi energetica artificialmente indotta per sottometterla come colonia degli USA e non più concorrente.

In alternativa potrebbero scegliere l’opzione terroristica permanente, cioè ricorrere ad azioni continue di sabotaggio, incursioni, attentati, guerriglie e guerra sporca, ecc., in tutta Europa e in Russia. L’importante è tenere alta la tensione, la paura, la ferocia, la vendetta, la ritorsione … com’è nel loro stile barbaro distruttivo e involutivo. Con la miseria che loro stessi hanno creato in Europa, non avranno alcuna difficoltà a reclutare decine di migliaia di mercenari russofobi per i loro scopi, addestrandoli e occultandoli nelle loro numerose basi militari sul suolo europeo.

Sui burattini che governano attualmente l’Europa non dedico tempo, perché sarebbe sprecato, non mi interessa sapere se sono corrotti o sono stupidi o entrambe le cose, per me è come non esistessero, sono solo marionette, prive di anima e di autonomia di pensiero e di azione. Non riuscirebbero a fare nulla di utile e adeguato alle circostanze neppure per sbaglio. Non bisognava votarli, nel senso che non si doveva proprio votare, era l’unico modo per delegittimarli. Chi li ha votati ora risolva il problema che ha contribuito a creare. Li renda innocui, perché questi obbediranno al padrone, non sanno fare altro, e quindi ci porteranno alla catastrofe.

 

 

 

Cav. Dottor Claudio Martinotti Doria, Via Roma 126, 15039 Ozzano Monferrato (AL), Unione delle Cinque Terre del Monferrato,  Italy,

Email: claudio@gc-colibri.com  – Blog: www.cavalieredimonferrato.it – http://www.casalenews.it/patri-259-montisferrati-storie-aleramiche-e-dintorni

I tempi gravosi richiedono maggiore senso di responsabilità ma anche severità da parte di ognuno di noi_Di Claudio Martinotti Doria

E’ tipico dei tempi gravosi, difficili, caotici, come quelli che stiamo vivendo, provocare confusione e disorientamento, sarebbe strano se così non fosse.

Ma nonostante le difficoltà, occorre cercare di rimanere centrati, equilibrati, equidistanti, per non perdere la lucidità e la visione d’insieme.

In primo luogo è fondamentale non cadere nella trappola delle “tifoserie”, anche se non siete tifosi, il rischio è comunque concreto.

Tutti i media inducono a farvi cadere in questa trappola. Cioè farvi tifare per la squadra che loro vorrebbero imporvi, perché questo è il loro compito, facendo propaganda. Della serie “ha stato Putin”. Sabotano i gasdotti nel Mar Baltico, area sotto stretto controllo NATO: sono stati i russi che amano farsi dei danni da soli, così come si sono auto-bombardati mentre controllavano la centrale nucleare di Zaporižžja. Questo, per quanto possa sembrare ridicolo e patetico, è quanto hanno riportato i media mainstream, che sopravvivono solo grazie ai finanziamenti pubblici, cioè coi nostri soldi.

Quindi finiamola di dare spazio ai media mainstream, sono solo uffici stampa che riportano veline, fanno propaganda e mentono spudoratamente, quindi sono privi di qualsiasi credibilità e valore morale.

I media cartacei vendono poche decine di migliaia di copie, le altre finiscono al macero, le tv riportano la rassegna stampa come se avesse qualche valore, cioè si reggono a vicenda sostenendo le menzogne che raccontano reciprocamente.

La tv ha ancora qualche seguito, ma sempre meno, mi riferisco ovviamente ai tg e ai programmi che pretenderebbero di informare. Sono guardati da coloro che ancora non sanno o non vogliono utilizzare la rete, perché richiede impegno mentre ormai sono abituati ad essere soggetti passivi.

Ma anche in internet occorre prestare la massima attenzione. Oltre agli “infiltrati”, cioè coloro che simulano di essere liberi e indipendenti e imparziali mentre in realtà sono finanziati dal sistema, in tutte le sue molteplici componenti, vi sono molti che seppur in buona fede seguono dei copioni che sono stantii e fanno il gioco degli avversari, ad esempio riprendendo e proponendo estratti dai media di regime per commentarli o confutarli.

In questo modo si valorizzano pur volendo criticarli e pur avendo la nobile missione di cercare di risvegliare qualche sprovveduto che ancora si abbevera a quelle fonti. In questo modo si alimenta un circolo vizioso, col quale i media mainstream finiscono per ricevere sostegno involontario, se li volete veramente boicottare smettete di citarli, sono spazzatura e come tale va trattata, cioè buttata negli appositi cassonetti.

Se un romanzo fa schifo ed è scritto in un italiano approssimativo non credo che voi lo consigliereste a qualcuno, fate lo stesso con i giornali e le tv. Meritano solo disprezzo e vanno evitati, se qualcuno li segue sono problemi suoi, perché far soffrire le persone che da anni li hanno abbandonati riproponendo i loro contenuti? Per farci capire quanto sono fasulli e vacui? Ma chi non l’ha ancora capito credete che vi segua in internet? In questo modo soffrite voi e fate soffrire chi vi segue. I media mainstream vanno semplicemente evitati, come non esistessero. Col tempo o si adegueranno ai mutamenti sociali e culturali o spariranno.

Sarà la situazione contingente quando diverrà tragica che fornirà loro il colpo di grazia.

Quando le aziende chiuderanno e vi saranno milioni di disoccupati, quando ci saranno le bollette da pagare con importi triplicati, quando non si troverà cibo a sufficienza nei supermercati o lo si troverà a prezzi inaccessibili, quando con temperature sotto zero non ci si potrà scaldare in casa, quando ci saranno i blackout energetici, ecc., i media mainstream cosa scriveranno per confortare la cittadinanza ridotta alla disperazione?

Noi della libera informazione in rete questi rischi li avevamo descritti e rivelati con mesi se non anni di anticipo, solo con le proprie capacità di analisi e previsione. Come mai i media mainstream con tutti i mezzi e le risorse a loro disposizione hanno fatto il contrario rispetto a noi? Cioè hanno falsificato la realtà? La gente, per quanto possa essere analfabeta funzionale e sprovveduta, a quel punto se lo chiederà. Perché vedrà che alcuni erano preparati mentre loro che si abbeveravano dalla tv per informarsi non sapevano nulla, anzi pensavano che la situazione fosse sotto controllo, che lo Stato avrebbe provveduto. Mai nessuno tramite la tv gli aveva spiegato che è lo Stato il vero problema, in quanto gli oligarchi che lo gestiscono non fanno gli interessi della popolazione ma quelli dei loro veri datori di lavoro che sono strutture di potere sovranazionale.

Anche nella libera informazione in rete quasi nessuno ad esempio ha avuto il coraggio o la capacità di spiegare che l’unico modo per delegittimare un sistema di potere corrotto e degenerato è non recarsi a votare, perché nel momento in cui si entra nel seggio, anche se si vota scheda bianca o nulla o si fanno dichiarazioni da verbalizzare si è comunque fatto il gioco del potere legittimandolo. Anzi in molti hanno invitato a votare, chiunque purché si voti. In questo modo ci si è prestati a perpetuare l’inganno, perché il sistema non lo cambi dall’interno, una volta che sei dentro, anche se in buona fede e con le migliori intenzioni, il sistema ti contaminerà o ti emarginerà. Il sistema lo potrai cambiare solo delegittimandolo, con un 50% di astensionismo sarebbe stato delegittimato. Non crediate a quelli che dicono che il sistema se ne frega se la metà della popolazione non vota, perché accade già in molte altre pseudo-democrazie occidentali, perché non è così. Il loro più grande timore era proprio l’astensionismo, ecco perché invitavano a votare, chiunque purché votiate. E’ una contraddizione e ingenuità invitare alla disobbedienza civile e poi sollecitare aa recarsi alle urne, perché la prima e fondamentale disubbidienza civile è proprio il rifiuto di votare, e non perché nessuno ci rappresenta, perché sono solo un teatrino della politica, ma perché è proprio il sistema che è fasullo e deve essere sostituito dalle fondamenta. Occorre sostituirlo non con una democrazia (fasulla) rappresentativa ma partecipativa e decentralizzata, con uno stato snello, leggero, ridotto ai minimi termini e il resto del potere lasciato gestire dalle autonomie locali territoriali a stretto contatto e controllo delle popolazioni. Questo deve essere il vero obiettivo.

Quindi smettetela di far riferimento ai media mainstream e ai teatranti della partitocrazia che recitano un copione scritto da altri, e fate riferimento alle vostre fonti, quelle che avete selezionato e che ritenete attendibili e riportate il vostro autentico pensiero, senza timore di censura e se vi censurano cambiate piattaforma, trasferitevi dove non vi censureranno. Questa è l’unica strada percorribile se volete veramente cambiare questo stato di cose, soprattutto adesso che stiamo per affrontare una crisi sistemica epocale, cioè senza precedenti nella storia dell’umanità, occorre essere all’altezza della situazione. Timori e paure è ora di lasciarle alle spalle, gli ultimi tre anni che abbiamo trascorso ci dovrebbero aver insegnato qualcosa, soprattutto che per farsi rispettare occorre disporre degli attributi, e vi accorgerete che quelli che vi minacciano sono in realtà degli eunuchi.

 

 

Cav. Dottor Claudio Martinotti Doria, Via Roma 126, 15039 Ozzano Monferrato (AL), Unione delle Cinque Terre del Monferrato,  Italy,

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Independent researcher, historiographer, critical analyst, blogger on the web since 1996

Frenate gli entusiasmi e i trionfalismi, c’è poco da festeggiare_Di Claudio Martinotti Doria

Scrivo queste brevi note dopo aver letto accurate analisi compiute da esperti indipendenti sull’offensiva ucraina nell’oblast di Kharkiv.

Come sempre quanto scrivo è a scopo divulgativo, i dati indicati non hanno valenza tecnica, sono ponderati in base a quanto letto finora di attendibile, non certo tramite i media mainstream che fanno solo propaganda e tantomeno da fonti ucraine che sono totalmente inattendibili. Anche quelle russe vanno prese con grano salis, anche se occorre riconoscere che generalmente sono improntate a discrezione e riservatezza nel riportare i dati inerenti i colpi inferti al nemico, non vantandosene o gonfiandone l’entità come fanno abitualmente le fonti ucraine, che esagerano in maniera persino patetica e puerile, fino ad inventarsi successi bellici inesistenti.

 

Ci sarebbe da scrivere per ore, ma voglio essere estremamente sintetico, quindi riporto solo l’essenziale.

 

In seguito a quest’offensiva le forze armate ucraine hanno riconquistato circa 2000 kmq di territorio occupato dai russi nell’oblast di Kharkiv (nell’impeto dell’entusiasmo la cifra è già salita in alcune fonti ucraine a 5000 kmq, sapete come vanno queste cose, quando si sniffa troppo per l’entusiasmo!) e si rileva che la Russia ha perso molte attrezzature militari che ha dovuto abbandonare durante la ritirata.

Preciso che si è trattata di ritirata non di disfatta, le parole hanno un peso e devono soprattutto averlo e mantenerlo durante una guerra. Le perdite russe sono state modeste, i comandi militari preferiscono ritirarsi e perdere territori e armamenti piuttosto che vite umane preziose di soldati, a differenza del regime di Kiev che non esita a mandare a morte i propri soldati ANCHE SOLO PER ESIGENZE POLITICHE DI PROPAGANDA, infatti durante l’offensiva le perdite ucraine sono state molto elevate.

A tal proposito è bene precisare che in un paio di settimane di combattimenti, tra la fine di agosto e la prima decade di settembre, durante la fallito offensiva nell’oblast di Cherson, poi trasformata ad arte in “diversivo” dalla propaganda occidentale di cui avremo modo di parlarne in altri articoli, e quella successiva e vittoriosa a Kharkiv l’Ucraina ha perso tra gli 8000 e i 10mila mila soldati, intendo proprio morti, e come minimo il doppio sono rimasti feriti più a meno gravemente (generalmente i feriti dopo una cruenta battaglia sono dal doppio al triplo rispetto ai morti).

Nei sei mesi precedenti i regime di Kiev ne aveva già persi, tra morti feriti e prigionieri, circa 250mila (secondo fonti del Pentagono), su un esercito che stime realistiche compiute da esperti militari valutavano in 600mila (le cifre che sentite di due milioni sono pura propaganda), quindi siamo alla metà circa. 

Qualsiasi paese civile e responsabile con un 50% di perdite si sarebbe già arreso, ma non l’Ucraina, per diversi motivi, il principale è che vive ormai esclusivamente di economia di guerra, finanziata dall’Occidente, USA e UK e UE in primis.

L’Ucraina non è solo sostenuta dalla NATO ma la NATO PARTECIPA IN PRIMA PERSONA ALLA GUERRA, con migliaia di uomini in divisa ucraina e decine di migliaia di attrezzature belliche fornite in continuazione, armi sempre più letali e in gradi colpire a distanza, in genere queste ultime vengono usate contro obiettivi civili e non militari, per terrorizzare e punire, come ritorsione contro la popolazione filorussa, considerata collaborazionista e nemica dai nazisti di Kiev. Ecco perché la popolazione delle aree riconquistate fuggono insieme coi militari russi, per evitare di fare una brutta fine,

Questa è la verità dei fatti, gli ucraini si limitano a fornire carne da cannone. anche se parecchie centinaia di soldati NATO muoiono anch’essi tra le fila dei combattenti, ma in proporzione di 1 a 100 rispetto agli ucraini. Sono gli ucraini che si stanno facendo massacrare, anche quando gridano vittoria, l’hanno pagata a caro prezzo.

Le guerre si devono valutare soprattutto dal punto di vista delle forze in campo e della disponibilità di armi e munizioni e da questo punto di vista la guerra di logoramento che entrambi gli schieramenti volevano attuare, volge indubbiamente a favore della Russia, anche dopo il successo dell’offensiva ucraina a Kharkiv.

La NATO non mollerà mai e proseguirà ad libitum (fino all’ultimo ucraino, non era solo uno slogan), ma come arsenali da mettere in campo è agli sgoccioli, l’UE non supererà l’inverno dovendo gestire molto probabilmente vere e proprie sommosse popolari, perché il malcontento esploderà sia per il freddo che per le bollette esorbitanti da pagare oltre al resto dell’inflazione che colpisce anche generi di prima necessità. I governi europei non reggeranno a lungo, 

Inoltre, com’era prevedibile, la Russia sarà meno moderata nel colpire, non combatterà più in stile cavalleresco con particolare riguardo ai civili, i bombardamenti saranno più intensi e feroci, gli ucraini si devono preparare a un inverno al freddo e senza corrente elettrica, senza mezzi di sussistenza, nella miseria più assoluta, e l’Occidente non potrà aiutarli perché sarà messa male per conto suo. Pare che i russi abbiano già colpito, nelle ore appena precedenti la stesura di questo scritto, diverse centrali elettriche e infrastrutture ucraine e continueranno a farlo fino a ridurre il paese in una totale dipendenza dagli aiuti esterni, peggiorando in tal modo la situazione (già tragica) per tutti paesi complici di Kiev.

Le guerre non si vincono solo con la propaganda o con qualche incursione di successo per rioccupare momentaneamente delle porzioni di territorio per quanto vaste. Queste sono vittorie effimere che servono solo alla propaganda e per motivare gli stolti a combattere e continuare a offrirsi come carne da cannone. Quando i russi inizieranno a fare sul serio, la propaganda potrà solo tacere per lo sgomento o urlare contro i cattivi russi che infieriscono sui poveri ucraini nazisti, parassiti e corrotti che hanno portato la loro nazione alla distruzione totale. Come fecero Hitler e i nazisti con la Germania nella metà degli anni ‘40. 

Nel frattempo un’intera armata russa ha oltrepassato il confine ed è penetrata nel Donbass posizionandosi attorno ai territori riconquistati dagli ucraini. Altri 10mila guerrieri ceceni, guerrieri e non soldati, perché i ceceni è da secoli che sanno combattere come sanno respirare, stanno confluendo nel Donbass. Nel frattempo in Russia sono stati reclutati altri 135mila soldati per rinforzare le forze armate. E non è stata ancora avviata la mobilitazione generale, perché significherebbe passare dallo stato di OPERAZIONE MILITARE SPECIALE allo STATO DI GUERRA TOTALE.

Se non fosse chiaro questo concetto, se questo temuto passaggio avvenisse, significherebbe la completa distruzione dell’UCRAINA e uno scontro diretto con la NATO. Quindi gli sprovveduti che fanno tifo da calcio, tifando per gli ucraini democratici ed eroici, come descritti dai media occidentali, farebbero bene a rinsavire, perché non si sta giocando a Risiko,

i russi fanno sul serio, e se si superano troppe linee rosse poi anche i lobotomizzati e decerebrati che tifano da casa davanti agli schermi televisivi, dovranno fare i conti con le conseguenze vere, reali, di una guerra. E non mi riferisco solo alla chiusura dei rubinetti del gas, al freddo durante l’inverno, ai prezzi alle stelle per l’inflazione, alle bollette stratosferiche per luce e gas, ecc., ma al rischio di sentire vibrare le mura di casa e frantumare i vetri delle finestre per tutti coloro che vivono nei pressi di obiettivi militari e strategici in tutta Europa. Se la cosa vi diverte, proseguite pure col vostro tifo demenziale.

Io sono anziano e dispongo di una formazione storico psicologica e vi assicuro che la situazione è drammatica, soprattutto dopo il trionfalismo ingiustificato montato ad arte dalla propaganda occidentale per questa unica offensiva riuscita in sei mesi di conflitto. Si monteranno la testa e proseguiranno convinti di aver messo in gravi difficoltà la Russia, di essere a un passo dalla vittoria. Del resto coi politicanti che governano l’Europa l’UK e gli USA in questo periodo, dobbiamo aspettarci di tutto, essendo di una supponente e spaventosa ignoranza sfociante in atteggiamenti guerrafondai, tipici di coloro che la guerra l’hanno sempre fatta fare ad altri o non la conoscono minimamente.

Riprendendo la metafora calcistica delle tifoserie, che pare essere appropriata per essere compresa dagli italiani, temo che tra non molto, continuando così, non vi saranno neppure più squadre di calcio per le quali tifare, non ci saranno più gli stadi, non ci sarà la corrente elettrica per far funzionare il televisore per vedere le partite (intendo quelle vecchie registrate), e il rischio è anche che non ci saranno più neppure molti tifosi. Ho reso il quadro della situazione? Dopo di ché se vorrete ancora divertirvi, cercate di fumare roba buona e potente per farvi evadere dalla realtà, perché quest’ultima sarà plumbea oltre ogni più pessimistica immaginazione.

 

 

Cav. Dottor Claudio Martinotti Doria, Via Roma 126, 15039 Ozzano Monferrato (AL), Unione delle Cinque Terre del Monferrato,  Italy,

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Ma quale inverno nucleare? Se scoppiasse un conflitto nucleare non sarebbero le città ad essere colpite … Di Claudio Martinotti Doria

Mi capita, con sempre maggiore frequenza, di assistere a video on line nei quali presunti esperti descrivono i rischi di escalation militare del conflitto in corso in Ucraina, prospettando un pericolo di guerra nucleare.

Tra l’altro colgo l’occasione per riflettere sul fatto che i video stanno proliferando mentre gli articoli seri ed esaustivi latitano, presumo per il semplice fatto che sia molto più facile fornire un video a volte improvvisato e superficiale, rispetto a uno scritto meditato, documentato e ponderato.

Devo dedurre che si sceglie la via più comoda per comunicare, che non è garanzia che sia anche quella più consona a informare correttamente. E questo purtroppo accade nella cosiddetta informazione indipendente detta impropriamente controinformazione. Che è uno dei motivi per cui ho sempre rifiutato di prestarmi a interviste e a interventi in video, anche per canali con decine di migliaia d’iscritti, quando non centinaia di migliaia.

Preferisco scrivere, anche se i lettori saranno sempre pochi, perché leggere e capire costa fatica, rispetto all’essere spettatori passivi.

In quasi tutti questi video cui mi riferisco, si descrive perlopiù il rischio di una guerra nucleare utilizzando paradigmi obsoleti e anacronistici, tipici della prima Guerra Fredda, cioè risalenti a una quarantina e oltre di anni fa. E così facendo non si offre un buon servizio d’informazione ma si contribuisce a creare il panico nella popolazione, facendo il gioco del sistema di potere, seppure in buona fede.

Per citare un esempio che rende bene l’idea, quasi tutti questi presunti esperti descrivono le conseguenze di una guerra nucleare come si sarebbe svolta negli anni ’70 e ’80 se fosse esplosa all’epoca. Insistono, infatti, sugli effetti che avrebbe sulla popolazione dando per scontato che si colpirebbero le città con ordigni nucleari di parecchi chilotoni o addirittura megatoni se ricorressero alle armi termonucleari, che sono molto più potenti.

Ma perché mai allo stato attuale della tecnologia e strategia militare si dovrebbero bombardare le grandi città? Per estinguere l’umanità? E a chi gioverebbe la distruzione reciproca?

Personalmente non condivido quest’approccio nel valutare il rischio di un conflitto nucleare, pur non escludendolo.

Semplicemente sono convinto che non avverrebbe in questo modo.

Le città a mio avviso non costituiscono un obiettivo primario. Gli obiettivi di un conflitto nucleare sarebbero semmai militari e strategici, colpirebbero cioè basi e depositi militari, aeroporti, porti, centri di comando e controllo e di comunicazione, satelliti, navi, sottomarini e portaerei, centrali elettriche, ecc..

E per farlo ricorrerebbero a bombe nucleari tattiche, cioè a bassa potenza e con fallout ridotto.

Il pericolo di estinzione dell’umanità paventato dai presunti esperti sarebbe ridotto. Chi colpisse per primo sarebbe ovviamente favorito, soprattutto se lo facesse con un numero elevato di ordigni lanciati quasi contemporaneamente, non dando modo all’avversario di fare altrettanto.

Quello sopra rappresentato è forse il pericolo maggiore, perché indurrebbe una delle grandi potenze a colpire per prima, contando sulla presunzione di disporre di armi più sofisticate e non in grado di essere intercettate.

Il pericolo maggiore in termini culturali e d’impostazione guerrafondaia e psicopatica è indubbiamente rappresentato in questa epoca dagli USA e UK che però fortunatamente non dispongono delle armi più sofisticate (ipersoniche) in materia nucleare, essendo i russi e i cinesi molto più avanzati tecnologicamente di loro.

Spero pertanto che la consapevolezza della loro inferiorità militare li faccia desistere, perché sono pressoché certo che se le parti fossero invertite non esiterebbero a colpire per primi, come del resto dichiarato esplicitamente dal neo premier UK Liz Truss in una sua recente intervista, nella quel si vantava che non esiterebbe a ordinare l’impiego di armi nucleari se la situazione secondo lei lo richiedesse.

Un soggetto quest’ultimo che emula pateticamente la Lady di Ferro nel suo decisionismo, ma senza possederne neppure una minima porzione di capacità, cultura e lungimiranza, essendo di un’ignoranza conclamata.

I mediocri e gli stupidi in posizione di potere politico sono funzionali al sistema finanziario dominante, perché prendono ordini senza valutare criticamente e responsabilmente le ripercussioni sulla popolazione. Ecco perché contribuiscono ad aumentare la tensione e le provocazioni, gettando benzina sul fuoco, per indurre la Russia alla prima reazione nucleare, sperando sia di modesta entità, quanto basta per giustificare un loro intervento congiunto come NATO contro la Russia.

Si tratterebbe in ogni caso di pura ipocrisia, perché la NATO è già di fatto cobelligerante in Ucraina contro la Russia, essendo presenti in combattimento migliaia di loro truppe, seppur con divise ucraine. E la Russia sarebbe perfettamente giustificata dal punto di vista giuridico bellico a considerare i paesi NATO in guerra contro di essa, sia per le forniture di armi all’Ucraina sia per la presenza di loro soldati al fronte.

Quindi se la situazione degenerasse in un conflitto nucleare, è vero che avremmo pressappoco le ripercussioni descritte dai pseudo esperti che straparlano di inverno nucleare, ma non perché raderebbero al suolo le città con estinzioni di massa conseguenti, ma perché la distruzione sistematica degli obiettivi militari e strategici, azzererebbero tutti i servizi cui siamo abituati, torneremmo cioè all’età della pietra, quantomeno per un periodo più o meno lungo, privandoci di tutto quello cui siamo abituati e che diamo per scontati: dall’acqua potabile, all’energia elettrica, dal collegamento a internet all’uso dei cellulari, dai rifornimenti presso i supermercati a tutti i mezzi che la modernità ci ha fornito. Non funzionerebbe più nulla, soprattutto per gli effetti elettromagnetici provocati dalle esplosioni nucleari, oltre alla distruzione dei siti di produzione ed erogazione dei servizi.

A morire nelle fasi immediatamente successive alle esplosioni nucleari locali sarebbero le popolazioni presenti nei siti colpiti e nelle loro immediate vicinanze. Le altre località potrebbero subire gli effetti delle limitate ricadute del materiale radioattivo, secondo la direzione dei venti in ogni singola area geografica.

Il problema per l’Italia sarebbe comunque molto grave, essendo il paese NATO con il maggior numero di basi militari straniere sul proprio suolo, tra cui due aeroporti militari dotati di decine di bombe nucleari, e il più grande deposito di armi dell’intero continente, situato in Toscana.

Credo che quanto da me descritto sia più attinente ai rischi reali che stiamo correndo, molto più che descrivere di presunti bombardamenti sulle grandi città che raderebbero al suolo non solo la superficie urbana ma l’intero paese, che se non immediatamente distrutto diverrebbe comunque invivibile per i decenni a venire per gli effetti devastanti e nefasti della radioattività e dei cambiamenti climatici, questi si reali e non fittizi.

E’ pertanto corretto essere preoccupati per i rischi reali che stiamo correndo ma non ricorrendo a paradigmi di quarant’anni fa ma a ipotesi molto più plausibili e aggiornate, come quelle cui ho fatto riferimento.

Come si possono evitare questi rischi? Prendendo una chiara, netta e risoluta posizione contro i guerrafondai e i loro complici in tutti i governi europei, manifestando con forte determinazione la propria contrarietà a rifornire l’Ucraina di armi e a farsi usare come carne da cannone dagli angloamericani per i loro interessi.

Che lo facciano i paesi dell’est europeo è comprensibile, essendo russofobi e colonie anglosassoni finanziate lautamente, ma che noi nell’occidente europeo ci si presti a questo gioco al massacro, è da utili idioti e imbecilli suicidi, avendo tutto da perdere, compresa la vita.

Articolo riproducibile citando la fonte.

 

Cav. Dottor Claudio Martinotti Doria, Via Roma 126, 15039 Ozzano Monferrato (AL), Unione delle Cinque Terre del Monferrato,  Italy,

Email: claudio@gc-colibri.com  – Blog: www.cavalieredimonferrato.it – http://www.casalenews.it/patri-259-montisferrati-storie-aleramiche-e-dintorni

Perché i soldati ucraini si fanno massacrare da Zelensky che a sua volta prende ordini da Washington e Londra?_Di Claudio Martinotti Doria

Chi mi legge abitualmente s’informa tramite i media indipendenti nel web e quindi presumo sia al corrente dell’offensiva che Zelensky ha lanciato a fine agosto contro l’oblast di Cherson nel sud dell’Ucraina.

Ha voluto essere di parola, anche se ha scelto l’ultimo giorno dopo numerosi rinvii, aveva ripetutamente promesso da mesi una controffensiva entro agosto che avrebbe spazzato via i russi dai territori conquistati, almeno quelle erano le intenzioni.

Tutti gli analisti militari e geopolitici seri e indipendenti lo deridevano, pensando a un bluff, invece anche i comici e buffoni, seppur criminali, corrotti e incapaci, possono essere di parola, soprattutto quando la vita la fanno rischiare ad altri.

Appena sono riusciti a raccogliere il maggior numero possibile di mezzi corazzati (soprattutto polacchi) e concentrare circa 40mila soldati nell’area, Zelensky nonostante la netta contrarietà dello Stato Maggiore Militare che poneva scarsa o nulla fiducia nella riuscita del piano, ha ordinato l’offensiva, commettendo il classico errore dello stratega da salotto, addestrato a giocare a Risiko (forse manco a quello).

Anziché concentrare tutte le forze in un solo punto per avere maggior impatto e possibilità di sfondamento, li ha divisi in cinque aree e quindi cinque direzioni di attacco diverse, disperdendo le forze che già non sarebbero state sufficienti per un solo attacco in un unico punto, considerando la potenza di fuoco dell’artiglieria e aviazione russa. Così ha disperso la forza d’attacco su un fronte di poco meno di 200 km. Considerando che di solito ad attaccare sono il 50% delle forze, l’altra metà rimane di riserva nelle retrovie per compensare le perdite o rinforzare i punti deboli, se dividete per cinque 20mila soldati su 200 km, vi renderete conto che l’impatto non poteva che essere lieve per i russi, i quali applicano la stessa tattica da mesi, a ogni offensiva ucraina.

Arretrano e li lasciano avanzare e poi man mano che si trovano sempre più allo scoperto in un territorio pianeggiante, senza riuscire ad arrivare a centri abitati (l’unico modo che hanno per trovare riparo e trincerarsi), i russi iniziano a bombardarli senza tregua arrecando loro gravissime perdite.

E’ la tecnica militare del “tritacarne”, una tattica di logoramento lenta e inesorabile che riduce gradatamente il numero dei soldati e dei mezzi degli ucraini fino a che saranno costretti alla resa o a far intervenire le forze di altri paesi della NATO, che in questo caso non potrebbero invocare l’articolo 5 del Trattato Atlantico, perché non sono loro a essere attaccati ma ad attaccare.

Com’è possibile che Zelensky ripeta sempre gli stessi errori? E soprattutto come mai gli ucraini si prestano a farsi massacrare, anziché fuggire, per non essere arruolati oppure finire in prigione per essersi rifiutati di indossare la divisa? Cercherò di rispondere a entrambe le domande essenziali per capire l’esito e lo sviluppo di questo conflitto.

Zelensky non ha alcuna capacità strategica, gli unici ordini che sa impartire sono quelli di attaccare e resistere senza cedere un metro, combattere fino all’ultimo uomo. Vi ricorda qualcuno? Un certo Hitler, quando ormai era impazzito e drogato fino al midollo (altra analogia con Zelensky) e psichicamente alterato perché l’esito della guerra non corrispondeva alle sue attese e tutti i suoi comandanti lo deludevano e li sostituiva in continuazione.

Zelensky prende decisioni a scopo politico, per influenzare i suoi sponsor angloamericani e UE, che ultimamente lo stanno sostenendo sempre meno.

Ha assolutamente bisogno di una vittoria, seppur minima, per continuare a mungere i suoi finanziatori, ben sapendo che una cospicua parte di questi finanziamenti non finisce al fronte ma nelle tasche dei numerosi oligarchi e comandanti corrotti, a tutti i livelli, che vendono le armi ricevute facendo finta siano andate distrutte dai bombardamenti russi.

E questo in parte spiega anche la seconda domanda, come vedremo meglio in seguito.

Inoltre una cospicua parte di questi lauti finanziamenti sono utilizzati per pagare tutto l’apparato militare, con stipendi che per i canoni ucraini sono piuttosto elevati.

Zelensky compie scelte ciniche e spietate esclusivamente per motivi economici, personali e del suo entourage di sostenitori interni, neonazisti e nazionalisti in primis. Della vita dei suoi soldati non gliene frega nulla, per cui non esita a mandarli a morte certa.

Ora veniamo al perché i soldati si prestano a farsi massacrare.

L’Ucraina è da parecchio tempo in miseria, in particolare dall’inizio del conflitto che dura ormai da sei mesi, il paese vive prevalentemente di un’economia di guerra, gli unici soldi che arrivano e circolano sono quelli che alimentano la guerra. E per convincere la gente a combattere, occorre prima averli ridotti nella miseria, privi di scelte di lavoro, ai limiti della sopravvivenza, dopo di ché gli fornisci degli incentivi convincenti perché si arruolino, oltre all’obbligo, che però funziona poco, perché molti si sottraggono emigrando e nascondendosi o rifugiandosi all’Estero, Russia compresa (ne ospita circa due milioni).

Quelli rimasti in patria che scelta hanno per sopravvivere economicamente se non arruolandosi?

Per comprendere perché sono disposti a rischiare la vita, facciamo un paragone con la situazione italiana, così vi sarà più chiaro.

Un Carabiniere appena assunto in Italia percepisce uno stipendio netto di circa 1200 euro mensili, un maresciallo maggiore anziano poco meno di 2000 euro mensili e un capitano poco più di 2000, gli scatti di grado non sono particolarmente rilevanti in termini salariali, poche centinaia di euro l’anno.

Nell’esercito ucraino in seguito allo stato di guerra gli stipendi sono tutta un’altra cosa, proporzionalmente al potere di acquisto che si ha nel loro paese. Utilizzando l’esempio italiano sarebbe come se un soldato ucraino prendesse in Italia 2800 euro al mese, un maresciallo maggiore anziano circa 10mila, e un capitano 15mila. A queste somme erogate diciamo legittimamente dalle istituzioni governative, aggiungiamo la corruzione diffusa capillarmente, cioè le rendite che provengono dai saccheggi, dalle estorsioni ai civili, dalla vendita di armi, ecc., e ci rendiamo meglio conto di quanto possano accumulare i combattenti, soprattutto sottufficiali e ufficiali, che riescono a sopravvivere (magari ricorrendo a cinismo, furberie e sotterfugi), facendo perlopiù rischiare la vita ai loro sottoposti.

In due o tre mesi di guerra, se sopravvivono, possono accumulare una piccola fortuna che gli consentirà di vivere agiatamente per tutto il resto della loro vita (inflazione permettendo).

Quindi la motivazione primaria è l’avidità e la mancanza di alternative. Ecco perché gli ucraini combattono una guerra per procura, è l’unico lavoro di cui dispongono, l’Occidente li foraggia per questo scopo, combattere e morire al posto degli occidentali.

Ma c’è un problema che si sta facendo sempre più grave, diventa sempre più difficile sopravvivere alla guerra.

Prendiamo l’esempio degli ultimi due giorni, tra fine agosto e inizio settembre.

Zelensky ha appunto ordinato l’attacco in cinque aree diverse, e inoltre ha ordinato l’incursione notturna alla centrale nucleare di Zaporižžja, da parte delle forze speciali ucraine, per cercare di riprenderla prima che arrivasse la delegazione dell’AIEA dell’ONU che doveva ispezionare la centrale, probabilmente per poi utilizzare la delegazione come scudo umano contro i russi, come fanno abitualmente gli ucraini, che di crimini di guerra ne hanno commessi a iosa.

L’incursione è finita malissimo, nonostante pensassero che il piano fosse ottimo, utilizzando imbarcazioni silenziose con motori elettrici e poi delle chiatte che trasportavano il grosso delle forze e dei mezzi da sbarco.

Tutte le imbarcazioni e le chiatte sono state distrutte e affondate dalle forze aeree russe, la maggioranza degli incursori sono morti o fatti prigionieri. Si stima fossero circa 500, il minimo necessario per compiere un’operazione di questa portata, considerando che la centrale nucleare di Zaporižžja è la più grande d’Europa, estendendosi su una superficie gigantesca.

Anche le forze attaccanti nel resto del fronte non hanno subito una sorte migliore. Si stima che le perdite in vite umane subìte dall’esercito ucraino siano di oltre mille al giorno. Molto probabilmente fra qualche giorno saranno costretti a ritirarsi, lasciando sul campo quasi tutti i mezzi corazzati impiegati.

A Zelensky non rimarrà altro da giocare che la carta della commiserazione: “Avete visto con quale coraggio combattono gli ucraini?” “Come si sacrificano per il bene dell’Occidente?” “Meritano di essere sostenuti di più, dovete aumentare le risorse e i finanziamenti!”

Una carta cinica e ignobile ma l’unica che gli rimane, possibilmente prima che i comandi militari si stanchino di lui e lo facciano fuori con un colpo di stato. Magari con il beneplacito degli anglosassoni. Altrimenti non rimarrà che far combattere anche i polacchi e i baltici, i più fanatici russofobi che ci siano in Europa. I polacchi e i baltici saranno fanatici ma non sono stupidi, sono consapevoli che se non ci sono riusciti gli ucraini a sconfiggere i russi, che dopo otto anni di addestramento e armati fino ai denti erano diventati l’esercito più potente d’Europa, come potrebbero riuscirci loro che sono anche inferiori di numero (militarmente) rispetto agli ucraini? Perché mai dovrebbero seguirne la sorte? Solo per fanatismo? No. Per farlo prima dovrebbero essere ridotti alla fame anche loro, e sono sulla buona strada per riuscirci, dopo le ultime demenziali mosse politiche ed economiche che hanno compiuto contro la Russia e contro la Cina, le cui ritorsioni si stanno facendo sentire pesantemente.

I porti baltici ad esempio non lavorano più. Tra non molto anche loro potranno sopravvivere solo tramite l’economia di guerra. Una tale situazione diverrà insostenibile da mantenere per l’Occidente, diventerà peggiore di un “buco nero” per le finanze già travagliate dei paesi occidentali.

Ormai i paesi occidentali hanno oltrepassato il precipizio e come riferisce l’aneddoto “ se guardi a lungo nell’abisso, l’abisso guarderà dentro di te …”. E probabilmente stiamo già precipitando nell’abisso, dobbiamo solo toccare il fondo.

Cav. Dottor Claudio Martinotti Doria, Via Roma 126, 15039 Ozzano Monferrato (AL), Unione delle Cinque Terre del Monferrato,  Italy,

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Independent researcher, historiographer, critical analyst, blogger on the web since 1996

C’era una volta … l’Esercito più forte del mondo_ Di Claudio Martinotti Doria

C’era una volta … l’Esercito più forte del mondo. Quello USA, e il suo clone europeo, quello ucraino

Di Claudio Martinotti Doria

 

Dall’inizio dell’Operazione Militare Speciale russa in Ucraina ho scritto una mezza dozzina di articoli sull’argomento e altri correlati, a iniziare dai giorni successivi dell’inizio del conflitto. Non pretendo che andiate a rileggerli nel mio blog o negli altri siti dove sono stati pubblicati, ma fidatevi sulla parola se vi dico che le ho azzeccate tutte.

Mi riferisco all’analisi e valutazioni e previsioni conseguenti allo studio della situazione sul campo e dell’intuizione delle intenzioni e strategie russe, comprese le effettive condizioni in cui versano gli eserciti della NATO.

E quanto scrivevo era in netto contrasto con le versioni ufficiali propagandistiche e mediatiche, al punto da provocarmi le ire e critiche pregiudiziali degli omologati alla narrativa ufficiale. Perché scalfivo le loro convinzioni illusorie sullo stato dell’arte, che nell’immaginario collettivo occidentale degli omologati continua a far credere loro di essere superiori, i più forti, soprattutto dal punto di vista militare e della tecnologia bellica, i detentori del diritto di imporre i loro disvalori al resto del mondo.

In quest’occasione riprendo quegli argomenti puntualizzandoli.

Avevo scritto fin dall’inizio del conflitto, che se al posto delle Forze Armate ucraine ci fosse stato sul campo la NATO sarebbe stata spazzata via dai russi in un paio di settimane, suscitando ovviamente la derisione degli stolti e disinformati (di solito più sono ignoranti più sono supponenti, per dissimulare la loro incompetenza e falsità).

L’Esercito ucraino è stato formato, addestrato e approvvigionato dalla NATO, USA e UK in particolare, per ben otto anni, dal colpo di stato del 2014, assoldando soprattutto i neonazisti e nazionalisti integralisti ucraini, i più motivati e maniaci delle armi e della forza bruta, i più risoluti a ricorrere alla violenza contro i russi e i russofoni ucraini, essendoci tra di loro non pochi psicopatici. Le intenzioni dei paesi occidentali, USA in primis, era quello di trasformarlo in una formidabile arma da guerra contro la Russia, in previsione di una guerra per procura. Per riuscire in questo scopo sono stato inviati in Ucraina migliaia di istruttori militari, veterani e forze speciali, per l’addestramento delle forze armate al combattimento e soprattutto all’uso dei sistemi d’arma della NATO che gli sono stati forniti con generosità, soprattutto dopo il 24 febbraio 2022, inizio del conflitto bellico.

Ai confini con le repubbliche separatiste del Donbass, dove la guerra civile era in corso fin dal colpo di stato del 2014, proseguendo senza interruzioni fino all’inizio dell’intervento russo del 24 febbraio 2022, sono state costruite dall’esercito ucraino centinaia di trincee, bunker, fortificazioni, postazioni protette di artiglieria, campi minati, ecc..

I comandi ucraini a guida NATO avevano concentrato nell’area circa 300mila soldati addestrati e armati fino ai denti, con l’intenzione di condurre un attacco alle due repubbliche separatiste del Donbass, che era stato programmato appena dopo l’intervento russo, che di conseguenza li ha stoppati. L’intenzione del regime di Kiev non era solo la riconquista del Donbass ma anche della Crimea, cioè si trattava, senza mezzi termini, di andare in guerra (per procura) contro la Federazione Russa.

Questo dovrebbe farvi capire come mai gli ucraini hanno resistito così a lungo alle Forze Armate russe, che erano oltretutto in netta inferiorità numerica, in un rapporto di 1 a 3, cosa assolutamente illogica quando si attacca con l’intenzione di invadere un paese per occuparlo. La resistenza ucraina pertanto non è stata solo questione di eroismo ma di preparazione tecnica, tattica e logistica ricevuta in otto anni di tempo e al fatto che si erano organizzati per un attacco in massa al Donbass.

In realtà i russi non avevano alcuna intenzione di invadere e occupare l’Ucraina, ma esattamente come dichiarato fin dall’inizio, volevano liberare i territori del Donbass dalla minaccia dei nazisti e nazionalisti ucraini che hanno continuato a bombardare le città e le aree civili dei russofoni causando oltre 14mila vittime. Soprattutto volevano smilitarizzare l’Ucraina perché non costituisse più una minaccia per la Russia, e per farlo hanno adottato la strategia che abbiamo visto, che potremmo definire del “tritacarne”, lenta ma inesorabile.

La manovra di accerchiamento attorno a Kiev era puramente tattica, fuorviante, per indurre i comandi militari ucraini a sottrarre truppe dal fronte del Donbass per proteggere la capitale e le altre zone minacciate dai russi. Dopo di ché le forze russe si sono concentrati sui loro reali obiettivi in Donbass e nel sud ucraino costiero per ricongiungere la Crimea col Donbass e la Russia.

La netta superiorità dell’aviazione e dell’artiglieria russa ha fatto la differenza e in alcuni mesi ha consentito di liberare il Donbass al 95% della sua estensione, nonostante la presenza di numerose e fortissime postazioni difensive ucraine e nonostante gli ucraini non si siano fatti scrupoli a utilizzare i civili come scudi umani, ad adibire ospedali e scuole a postazioni militari, a bombardare edifici civili per poi attribuire la responsabilità ai russi, a minare con trappole esplosive i territori abbandonati, ecc.. Che rammento essere crimini di guerra.

A distanza di sei mesi dall’inizio dell’intervento militare russo l’esercito ucraino è ormai allo sbando, al collasso. Anche questo lo avevo scritto e previsto come inevitabile. Nonostante tutti i sotterfugi cinici e spietati cui sono ricorsi gli ucraini, alla lunga nessuno può resistere al fuoco infernale dell’artiglieria e aviazione russa, che come descritto dagli stessi veterani e mercenari presenti in loco, non si era mai vista in precedenza in nessuna delle numerose guerre provocate e combattute dalla NATO e paralizza ogni forza di resistenza, mietendo un numero elevatissimo di vittime e distruzione di mezzi militari.

Combattere contro i russi non è come farlo con gli afgani, gli iracheni o i libici, armati tuttalpiù di AK 47 e RPG (lanciagranate) da spalla.

Le vittime ucraine tra morti, feriti, dispersi, prigionieri, disertori, ecc., sono stimate da analisti militari indipendenti in oltre un migliaio al giorno. Dei 600 mila effettivi mobilitati e armati (le altre cifre fornite da Kiev sono solo propaganda), ne saranno rimaste poco più della metà, e sono ridotte piuttosto male.

Al fronte la maggioranza dei reparti ha subito perdite superiori al 60%, quindi non sono più operativi. Vi sono frequenti casi di fucilazioni di soldati e/o uccisioni di ufficiali e diserzioni di massa o rifiuto di obbedire agli ordini da parte di interi reparti.

Sono ormai al collasso, il regime di Kiev fa sempre più fatica ad arruolare uomini, setacciando casa per casa per costringerli a indossare la divisa e recarsi al fronte, hanno addirittura elevato a 70 anni il limite di età per la coscrizione obbligatoria e hanno imposto il carcere per tutti coloro che si rifiutano di combattere.

Centinaia di migliaia di ucraini sono già emigrati all’Estero per sottrarsi alla mobilitazione generale e ancora adesso code interminabili di autovetture di ucraini cercano di varcare i confini interni per porsi sotto la protezione della Russia, migliorando così le proprie condizioni di vita, essendo fin da subito applicate nei territori sotto controllo russo gli stessi standard di vita che nel resto della Russia.

Per citare solo alcuni vantaggi applicati ai territori sotto controllo russo: si viene assunti per la ricostruzione e la ripresa delle attività industriali, si ricevono le pensioni che Kiev non pagava più da tempo, si riceve assistenza sanitaria, si trovano i generi di prima necessità, funzionano i servizi di erogazione di acqua, energia elettrica, gas e la benzina si trova e costa poco, ecc., diventa chiaro perché gli ucraini preferiscano la Russia al loro governo nazista guerrafondaio corrotto dagli USA. E questo avviene non solo tra gli ucraini russofoni ma anche tra quelli che non sono fanatici e nazionalisti.

Perché ho scritto in precedenza, e oggi lo ribadisco con ancora più convinzione, che la NATO non avrebbe resistito neppure una frazione del tempo rispetto agli ucraini? Perché la NATO, nonostante il suo “stolto” segretario di legno (nome omen) ripetitore di banali slogan e patetici bluff, è in condizioni di estrema debolezza.

Non posso certo essere esaustivo e fornire dati tecnici, non è questa la sede essendo un articolo divulgativo e d’informazione di base, ma sappiate che nessun esercito europeo è in piena efficienza, il più potente, quello francese è in efficienza al 50%, gli altri vanno dal 10 al 30% nella migliore delle ipotesi.

Per fare esempi semplici che rendono l’idea, se un esercito su 100 carri armati di cui dispone (ma vale anche per i caccia o l’artiglieria) ne ha 65 fermi da mesi perché in manutenzione, significa che può disporne solo di 35. Ma la cosa ancora più grave è che è stato calcolato che se dovessero affrontare i russi al ritmo attuale d’impiego dell’artiglieria, la NATO avrebbe pochi giorni di autonomia nell’uso dei proiettili, dopo di ché avendoli esauriti dovrebbe ripiegare.

Ho reso l’idea?

E nonostante versino in queste condizioni disperate, hanno inviato armi e munizioni all’Ucraina imitando gli USA, che hanno certamente maggiori disponibilità e potenzialità ma che comunque sono messi male anche loro, essendo molto al di sotto dei loro standard qualitativi abituali, precedenti a certe scelte scellerate di cui parleremo appresso, ma di cui avevo già fatto cenno in passato.

Avevo già accennato in precedenti articoli alle pessime condizioni in cui versa l’esercito dell’ex impero britannico, per capirci è messo molto peggio di quello francese cui ho accennato sopra, nonostante i proclami altisonanti e aggressivi della loro leadership. Quello USA è prossimo al collasso, ormai si basa quasi esclusivamente sull’uso della tecnologia bellica, cioè pilotaggio da remoto di droni e lancio di missili “intelligenti” di precisione, guerra elettronica, ecc., pur essendo ancora indietro con l’approntamento di missili ipersonici, essendo i russi e i cinesi molto più avanzati e dotati in proposito.

Ma a livello di soldati addestrati, operativi e combattivi siamo messi veramente male. Tre sono le cause principali di questo tracollo, due delle quali le avevo già rivelate.

Le vaccinazioni obbligatorie hanno costretto oltre 40mila soldati non disposti a farsi iniettare il siero magico di corta vita a congedarsi o sono stati sospesi d’imperio. Altri 60mila continuano a resistere tramite certificati medici e altri escamotage per guadagnare tempo, ma nel frattempo non possiamo considerarli operativi.

Quelli triplo dosati hanno praticamente triplicato (come le punture) i problemi sanitari gravi che sono una diretta conseguenza delle iniezioni subite con il siero genico sperimentale, quelli che non sono morti sono inabili per le reazioni avverse, perché malati gravi o soggetti a malesseri invalidanti, occasionali o permanenti. Molti dei quali versano in condizioni talmente gravi che hanno dovuto essere congedati.

A queste già gravi condizioni, si sono aggiunte negli ultimi anni alcune scelte scellerate, per volontà dei DEM, dei neocons e del deep state, cui gli alti comandi si sono dovuti adeguare, direttive riformistiche delle forze armate USA, incentrare sull’ideologia transgender, del politically correct, ma soprattutto quella woke, la più devastante e deleteria.

L’applicazione di queste direttive ha favorito l’arruolamento di soggetti del tutto inadeguati ai compiti assegnati, non disposti, motivati e capaci di combattere sul campo, ma solo tramite tecnologia remota, tramite computer e mouse. Per capirci sono “guerrieri da tastiera”. Sono tuttalpiù disposti a premere dei pulsanti per far partire dei missili di precisione.

Queste scelte riformistiche hanno allontanato decine di migliaia di veterani, inducendoli al congedo anticipato, e impedito a quelli fortemente motivati che desideravano arruolarsi di farlo (sapendo a cosa andavano incontro), riducendo drasticamente gli arruolamenti, al punto che hanno dovuto abbassare gli standard qualitativi selettivi accettando anche soggetti poco intelligenti e privi di capacità, potenzialità e competenze.

Per essere ancora più chiaro hanno volutamente favorito i meno dotati e meritevoli, sia nell’arruolamento e sia nelle promozioni, rispetto ai veri combattenti, anche se pluridecorati e con un curriculum invidiabile. Un modo molto efficace per indebolire le forze armate statunitensi sabotandole dall’interno, a conferma del fatto che gli USA i veri nemici non li dovrebbero cercare all’esterno.

Inoltre è venuto a mancare il grande bacino cui attingevano in precedenza le forze armate USA, quello latino-ispanico degli immigrati dal Messico, Caraibi, Centro e Sud America, che si arruolavano con la promessa di ricevere la cittadinanza americana a fine servizio.

Questi immigrati sapendo in che condizioni versa l’esercito, e del rischio reale di doversi recare al fronte a combattere vere guerre con i russi, i cinesi e gli iraniani e non con gli afgani o iracheni, si guardano bene dal presentare domanda di arruolamento, non intendendo rischiare di morire per pochi dollari al mese (non sono certo remunerati come i contractors).

Qualcuno di voi che mi state leggendo pensa forse che i servizi d’intelligence russi, cinesi e iraniani, non siano informati di questa situazione sopra descritta?

Che non sappiano della debolezza e vulnerabilità delle forze armate USA e della NATO? Che non sia per questo motivo che la situazione sta degenerando in un’escalation che pare senza freni?

Se i russi e i cinesi si muovono ancora con prudenza e senza infierire (la Russia in Ucraina non è ancora in guerra, intendo quella vera), anzi direi che sono indubbiamente loro la controparte saggia e ponderata dei due opposti schieramenti, è perché sanno che per compensare e dissimulare la loro debolezza gli USA potrebbero anche ricorrere alle armi nucleari come atto disperato per non perdere la supremazia ed essere relegati ai margini della Storia e del Mondo, come una ex grande potenza ridotta come un pugile a fine carriera, suonato e rintronato.

In conclusione dobbiamo solo sperare nella saggezza e senso del realismo pragmatico della Russia e della Cina, che proseguano nei loro obiettivi lentamente e ponderatamente, senza cadere nelle trappole tese dagli USA e dalla NATO per farli reagire in modo smodato o quantomeno inappropriato, per giustificare una guerra nucleare, che credo sia superfluo precisarlo, colpirebbe l’Europa in primo luogo.

Ecco perché gli ucraini, che non si puliscono neppure lo sfintere anale senza consultarsi prima con gli USA, stanno bombardando la centrale nucleare di Zaporižžja e la Crimea e sono persino ricorsi alle armi biochimiche. Vogliono esasperare i russi per indurli a usare le maniere forti e giustificare l’intervento NATO con armi nucleari tattiche.

Se la popolazione europea non è disposta a correre questi rischi concreti, farebbe bene a rivoltarsi, non solo a protestare, ma proprio insorgere, contro i loro governi, per mandarli a casa e sostituirli con altri, che seppur sempre al soldo dell’élite dominante (provenendo quasi tutti dalle loro scuole di formazione, corrotti e ricattabili), non siano però disposti a suicidare i loro popoli e se stessi.

Spero sia chiaro a tutti che contro la Russia, la Cina e l’Iran, che ormai hanno consolidato un’alleanza militare, solo dei folli disinformati e ottusi possono pensare di riuscire ad affrontarli e vincere rimanendo indenni. Sarebbe la fine dell’Occidente, non solo come supremazia ma come esistenza in vita. Nella migliore delle ipotesi finiremmo per essere colonizzati da loro, paradossalmente la Storia invertirà i ruoli precedenti.

Fatevene una ragione.

Articolo riproducibile citando la fonte.

 

 

Cav. Dottor Claudio Martinotti Doria, Via Roma 126, 15039 Ozzano Monferrato (AL), Unione delle Cinque Terre del Monferrato,  Italy,

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