Italia e il mondo

Stalin, lo zar_di WS

Questo McMeekin dice cose giuste, ma non le dice tutte.

Non rivela ad esempio l’essenza politica che alimentò la lotta di Stalin per emergere e poi emarginare, fino a sostanzialmente liquidare, la setta mondialista che dominava il partito bolscevico di modo che egli, da “rivoluzionario” non ” di rango”, sostanzialmente era solo un “operativo”, si fece Zar dell’impero di cui i bolscevichi si erano impadroniti.

 In questa sua “trasformazione” operò certamente la sua ambizione personale ma anche quelle “leggi ferree della geopolitica” che fanno sì che una “civiltà” viva trovi sempre una sua “guida”.

 L’altra cosa che non viene detta è che da “zar” del nuovo Impero russo di nome URSS Stalin capì subito la verità di sempre : “la Russia ha solo due amici….”;  il suo “comunismo in un solo paese” era una forma tattica di questa constatazione.

Certo  i congressi del PCUS  parlavano  di   “rivoluzione    comunista”   da esportare in tutto il mondo, ma per  Stalin la cosa  da evitare  era che “tutto il mondo”  ritenesse  l’URSS una vera  minaccia  a “l’ ordine  costituito”.

L’ ulteriore cosa omessa è che Stalin capì subito che la crisi del ’29 portava di nuovo la guerra e che l’ascesa del Nazismo l’avrebbe condotta nella forma di una guerra Germania-URSS.

Dal  che  l’industrializzazione forzata imposta all’URSS in maniera brutale era quindi una esigenza strategica.

 Un processo largamente doloroso e inefficiente, a parte lo sforzo  in ambito militare,  proprio perché il riarmo era l’obbiettivo primario di un sistema, quello comunista, sicuramente disfunzionale , come poi tutti hanno visto.

Ma dal punto di vista dell’ efficacia  geopolitica lo sforzo sicuramente poi funzionò come appunto a posteriori tutti hanno visto.

In più, io  non ho letto il libro di McMeekin, ma da questa intervista ritengo che vi sia omessa anche parte dell’impianto  della partita geopolitica che Stalin dovette giocare affinché l ‘URSS non subisse l’aggressione unita dell’intero mondo capitalista “andato a destra” dopo la crisi del ’29.

In ogni  caso  quella partita la  riporto  qui   per come io l’ho ricostruita dalle mie letture.

Incominciamo  subito  dal fatto  che    Stalin  fu sempre prodigo  nell’offrire buoni  affari al capitalismo americano  affinché esso  avesse  buoni interessi nella sopravvivenza  dell’URSS,  nonostante la dichiarata volontà  dei   vari  fascismi  a  contrastarlo  dappresso ( patto anticomintern ).

 E  quella  ben pagata  collaborazione   fu  fondamentale  per  l’industrializzazione  dell’URSS.

Di converso  Stalin  operò poi  da  subito all’interno   delle   relazioni  europee    per contenere   l’inevitabile  revanchismo   tedesco   sorto con il nazismo, ma  senza mai  trovarvi sponda. Tutti volevano     a parole  contenere   la  revanche  tedesca  ma   tutti  erano     tanto “ russofobi”,   anzi “anticomunisti”  come dicevano allora, da odiare più la Russia   comunista   che la Germania nazista.

Stalin da questo ne ricavò solo  due  certezze: la guerra ci sarebbe  stata    e  sarebbe stata comunque  contro l’ URSS . Si  trattava  solo di capire il come   e il quando.

La cosa  che ovviamente più temeva  Stalin   era  una  “europa unita”  in guerra con l’ URSS con il placet  inglese; l’esito del “patto  di Monaco”  confermava questo incubo.

Ma qualcosa nella primavera  del ‘39  cambiò: la  Gran Bretagna   rifiutò l’appeasement  tedesco.  Perché ?

Io  azzardo l’ipotesi    di un    “Germany  first”  voluto  dal “  Grande kapitale Anglosassone”   e porto a conferma il fatto   ormai  accertato  che  Churchill  , “il mastino”   che prese la direzione   di questa  politica,  precedentemente  lui  era   stato un feroce  antibolscevico,   la prese  dopo  essere  stato salvato  dal  fallimento  dal “generoso  aiuto”  di un banchiere, ebreo per altro.

C’erano insomma  per  il “Grande  Capitale  anglosassone “ motivi  per fare  la guerra  alla Germania prima  che questa  si decidesse a farla  all’URSS .

Ma in contemporanea in quell’estate   il  Giappone invase la Mongolia   impegnando  duramente  l’ Armata  Rossa. Come quindi  credere  che    l’improvviso indurimento inglese non fosse una sceneggiata ?   Stalin quindi per prudenza    si mantenne  sulla difensiva   nell’affare mongolo.

Chi invece     si dimostrò poco prudente  fu Hitler,  il quale  non  resse  le provocazioni polacche  aizzate  dagli inglesi; per risolvere alla svelta la questione , alla  faccia   di quanto  aveva scritto  e detto prima , cercò  la  guerra  ,  ma cautelandosi  con un patto  di non aggressione con L’ URSS.

L’  abile Stalin  ovviamente  accettò;  aveva  trovato il modo di allontanare  la minaccia   tanto temuta.  Ed infatti   subito,   dopo  tanto traccheggio,   Zukov   ne approfittò impegnando  a piena forza  la  sua “guardia  siberiana”   e  sbaragliò i giapponesi in  due  settimane.

Quella   disfatta  lampo    in Manciuria  non  ebbe allora  eco nel mondo ,  coperta  dal ben più forte  rumore  della  guerra in  Europa, ma fu  determinante   a minare     la fiducia  nipponica  nella propria   armata in Manciuria; due anni più tardi, infatti, il Giappone   si vide costretto alla  guerra , scelse la strada del mare   piuttosto   che  quella   della Siberia.

Comunque  Stalin non si illudeva che presto o  tardi  l’ URSS avrebbe  dovuto combattere  con una  Germania che avesse  trovato  dal campo di battaglia  il  tanto  desiderato, da Hitler,    “appeasement”   con l’ impero inglese. Ma    per  quell’ evento  ora aveva  migliorato  la sua posizione  strategica    su  tutto il futuro  fronte , dalla  Finlandia  alla Romania.

Ora il problema  era tutto di Hitler che  non riuscendo a  chiudere la guerra con la GB  si  trovava in una  “disperazione  strategica”  perché vedeva   che  nel  tempo   il rapporto  delle  forze    sarebbe cresciuto a vantaggio  dell’URSS.

E così l’ imprudente  scelse  la via  dell’attacco  all’ URSS   SENZA  aver  fatto pace  con gli inglesi, facendo  quindi   per motivi  strategici quello   che  aveva sempre  dichiarato  di voler fare per  convinzione ideologica: cioè la   cosa  per  cui  era  stato    sollevato   dalle  sale delle birrerie  a quelle  del Reichstag; in questo sorprendendo  uno Stalin     che  non si aspettava una mossa tanto irrazionale.

Il problema di Stalin in quell’ estate    fu  infatti capire    se  gli inglesi  non lo avessero buggerato   e  solo   la  certezza  che  gli USA  sarebbero comunque  presto  entrati in guerra tramite il Giappone lo convinse  a sguarnire   la Siberia lanciando la “guardia siberiana” nella battaglia di Mosca.

Il  resto è storia  certa   che però lascia  non chiarite   alcune   domande  alle quali provo   a dare  le mie   risposte

La prima  è ovvia   ed è stata già dibattuta  a lungo

1)  Datosi lo schieramento  avanzato in  cui  fu sorpresa l’Armata  Rossa , Stalin  stava preparando un attacco    alla Germania per l’ autunno del ‘41 ?

Ris:  Si , ma non  programmaticamente per l autunno  del ‘41 perché non aveva certezza della reale posizione inglese.  Lui avrebbe  sfruttato fino in fondo  il  fattore  tempo a suo vantaggio per  attaccare  al primo sintomo  di un appeasement   anglo-tedesco

La  seconda è meno ovvia, ma è un dato di  fatto   visto  a Yalta  dove      al  “bulldog” inglese  fu messa la museruola.

2)  Cosa  spingeva  Stalin a fidarsi degli USA  laddove sapeva di non potersi  fidare degli inglesi ?

 RIS : la  certezza   che il vero  scopo  strategico  dell’intervento americano in guerra era  appropriarsi  della  posizione  di  dominio che l’ Europa aveva sul mondo, il che  avrebbe lasciato ampi margini all’URSS in Europa in una “divisione del mondo”  che ovviamente e SUCCESSIVAMENTE  nessuno  dei  due  avrebbe   rispettato.

La terza  quindi è  inevitabile  e la risposta   consequenziale      per  quanto  sorprendente

3)   Da  dove passavano  gli oscuri  contatti non  ufficiali  tra Stalin  e  e la  cabala  di Roosevelt ?

RIS: Passavano dal   Walford Astoria  per il tramite   dei grandi  “uomini  d’ affari”  che  avevano  da sempre  interessi in URSS e  contatti  diretti con  alti   esponenti  del PCUS   della  stessa “etnia”.

La quarta   è  anchessa   quindi inevitabile  e la  risposta  innominabile

4)    quale  era  l’ interesse  comune in questo   di  entrambi i gruppi ufficialmente  “ contrapposti” tra ”capitalisti “  e “comunisti”?

RIS :ST di  IS

Cioè  quella  cosa  per  cui     Stalin  si  sentì  poi buggerato  davvero  e  a cui provò a reagire;  ma  era ormai  troppo tardi.

Conclusione: Stalin   fu uno  zar  che   ha  fallito , ma che si difese molto bene. LORO    hanno  duvuto  poi aspettare    altri  quaranta anni  dopo  di lui   per  trovare  uno zar  “coglione”. 

E  se oggi la Russia  è  ancora sulla breccia  molto si deve  all’opera  sua.

Per  questo LORO ancora lo odiano.

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Il cascinale del nostro scontento_de il Simplicissimus

Il cascinale del nostro scontento

Di ilsimplicissimus il 16 ottobre 2025
Non mi occupo quasi mai di cronaca perché tutto ciò che accade ogni giorno ha sempre più i tratti della storia e della terribile storia. Ma in questi giorni  un dramma mi ha colpito non tanto per il fatto in sé, quanto per le reazioni che denunciano la lontananza dell’opinione pubblica da un minimo di realtà e dunque anche dalla possibilità di vedere con chiarezza lo stato reale del Paese in cui vivono. La diffusa percezione di un malessere, di un male oscuro, non arriva mai nemmeno nei dintorni della politica, lievita in un sublimine sempre più incazzato e livoroso che si concreta poi in una sfiducia così totale da tradursi in inazione oppure nella intenzione di andarsene che è  la più perfetta espressione del coraggio dei deboli. Mi riferisco alla vicenda del cascinale del Veronese fatto esplodere dai suoi abitanti e che ha ucciso tre carabinieri, cui sono state immediatamente conferite le ali degli angeli mentre la consueta retorica viene versata a piene mani dalla dispensa dell’informazione. Verrebbe da dire dalla madia per coerenza ambientale .Pochi si sono chiesti come mai ci fosse una specie di esercito con droni, elicotteri, forze speciali, agenti dell’anticrimine della polizia, pompieri e squadre di soccorso sanitario, davanti a un cascinale fatiscente con dentro tre fratelli e qualche mucca: visto che vogliamo a tutti i costi fare la guerra alla Russia non oso pensare quanti uomini avrebbero dovuto essere mobilitati se lì dentro ci fossero stati tre Spetsnaz. Ma al di là dell’ironia, cosa ha provocato questo imponente schieramento di forze di fronte a tre persone che assolutamente non volevano lasciare questa sorta di natio casolare selvaggio e che avevano espresso l’intenzione di distruggerlo piuttosto che lasciarlo? In fondo si trattava di un bene di modesto valore e certamente tra Comune, prefetto, questore, forse pure Regione, si sarebbe potuta trovare una soluzione meno spettacolare e alla fine meno tragica per risolvere questo problema. Ma il fatto è che i tre fratelli avevano acceso un’ipoteca sull’immobile e sul fazzoletto di terra che lo circonda e la banca assolutamente voleva  sloggiarli in fretta, visto che non era stata pagata. Ora i tre fratelli sostengono di non aver mai firmato quell’ipoteca, ma se sia vero o meno lo dirà il processo: il cuore della questione è che l’insieme delle autorità pubblica non si è nemmeno sognata di contrattare una soluzione, per esempio un consolidamento del debito e si è subito messa sugli attenti di fronte all’istituto di credito. Se il casolare fosse stato di proprietà di un privato intenzionato a liberare la costruzione, avrebbe dovuto attendere anni e anni, i poteri pubblici non avrebbero avuto alcuna fretta e non ci sarebbero certamente stati tre morti. Ma di fronte a un modesto debito bancario non si discute e si manda un piccolo esercito, anche sotto la minaccia di un gesto folle. Non voglio certo giustificare chi ha fatto esplodere  le bombole di gas, una pazzia certamente, anche se inferiore a quella di chi vuol far saltare l’intero continente e che oggi piange i tre carabinieri, ma la responsabilità dei tre morti non è soltanto loro, è una responsabilità anche del sistema e delle sue viscere non sempre visibili. Sono le condizioni generali a generare il delirio e non viceversa.Da quanti decenni il sistema bancario – finanziario, completamente slegato da ogni responsabilità generale, agisce esclusivamente in nome dei propri interessi, pretendendo che il pubblico faccia anche da mano armata? Possiamo prendere la data simbolo del 12 febbraio 1981 , quando un accordo fra Beniamino Andreatta e Carlo Azeglio Ciampi, palesemente propiziato altrove, sancì il divorzio fra la Banca d’Italia e il Tesoro gettando di fatto il Paese in pasto alla speculazione internazionale. Da allora il debito pubblico italiano si impennò passando dal 57,7% sul Pil del 1980 al 124,3% nel 1994, a fronte – questo è importante sottolinearlo – di spese dello Stato largamente inferiori a quello di altri Paesi Paesi raffrontabili. Quindi chi vi dice che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, non esprime solo una posizione ideologica, ma vi rifila una palla dal punto di vista tecnico. E da allora inflazione e caduta salariale sono state le ombre di Banco della nostra vita pubblica e sociale, divenute poi un incubo con l’euro.Soprattutto da allora il sistema bancario e finanziario è diventato il vero padrone del Paese e questo emerge chiaramente non solo dalle cronache politiche, ma anche dai fatti di cronaca più apparentemente lontani  da questo empireo del denaro. Chiunque sia stato truffato, scippato, derubato, rapinato, fatto oggetto di violenza in qualsiasi contesto, sa con quanta flemma lo Stato e i suoi cosiddetti servitori, prendano la cosa, ma se una banca rischia anche una cifra del tutto insignificante del suo bilancio, allora vengono messi insieme interi reparti operativi che probabilmente costano alla comunità cifre ben più alte del debito stesso. Ma sopra il cascinale la banca campa.  E sotto crepano i poveracci.

Massimiliano Piatera

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LA STORIA DEI FRATELLI RAMPONI, (ve la dico io com’è la storia vera…)che hanno provocato la tragica morte di 3 Carabinieri ed il ferimento di altri 27. Tutti i media e tutti i politici, compreso Mattarella ed il ministro della difesa Crosetto, hanno descritto i fratelli come dei TERRORISTI e la procura li ha accusati di STRAGE DOLOSA.

Tutto vero, ma nessuno racconta le cause che li hanno portati a questo gesto folle, ci sono delle responsabilità del sistema. Questi 3 contadini vivevano una vita fatta di lavoro e di sacrifici, erano proprietari della casa dove erano nati, possedevano terreni ed allevavano animali, fino a quando nel 2012 uno dei 3 fratelli ebbe un incidente stradale dove morì un ragazzo. Nonostante il Ramponi avesse ragione, l’assicurazione si RIFIUTÒ di pagare la famiglia del ragazzo, perché Ramponi guidava il trattore con i fari spenti (e non credo che andasse in giro con il trattore di notte), condannando al pagamento i fratelli Ramponi. Si trattava di una grossa somma, che i Ramponi non disponevano, quindi furono costretti a chiedere un mutuo in banca, dando in garanzia tutti i loro terreni e la loro modesta casa.

Poi non furono in grado di pagare le rate del mutuo, così la banca si impossessò di tutti i loro terreni, quindi i fratelli Ramponi non potevano più coltivarli e non potevano più allevare animali. Non avevano più niente per vivere e si erano ridotti a sopravvivere in quella loro modestissima casa nella quale erano nati, ma senza acqua, gas e luce (infatti lo scoppio è stato causato da delle bombole del gas). Ma la banca vorace ha voluto impossessarsi anche di quella catapecchia ed il giudice ha disposto l’immediato sgombero, facendo intervenire 30 Carabinieri (con anche i droni) ed i Vigili del fuoco in forze…Bene, ci mancava che mandassero anche l’esercito con le truppe d’assalto, e questo per riuscire a buttare nella strada 3 vecchi. Bene, tutto giusto, ma credo che poi non ci sia da stupirsi più di tanto se questi 3 vecchi disperati siano arrivati a compiere un gesto folle. Ma quel giudice avrebbe mandato 30 carabinieri e tutti quei vigili del fuoco, a sgomberare almeno 1 di quelle molte migliaia di case occupate abusivamente da immigrati clandestini? E la banca aveva davvero bisogno di impossessarsi ANCHE di quella catapecchia, buttando in mezzo ad una strada quei 3 vecchi disperati? E l’assicurazione aveva davvero bisogno di rovinarli, attaccandosi al pretesto dei fanali non accesi, per non pagare? Ecco, allora che tutti i media, che tutti i nostri politici (compresi Mattarella e Crosetto), è giusto che piangano i 3 Carabinieri morti, ma prima di paragonare questi 3 vecchi a dei terroristi pari a quelli di Nassiriya (ho sentito ripetutamente anche questa), magari provare a valutare un po’ più a fondo le cause, non gli farebbe male!

Scegli la tua Apocalisse, di Morgoth

Scegli la tua Apocalisse

Molte sottoculture di Internet, un solo futuro

Morgoth20 ottobre
 LEGGI NELL’APP 

Ho passato l’ultima settimana a osservare l’impennata dei prezzi dell’argento e dell’oro, sperando che le due monete d’argento che ho comprato per combattere Klaus Schwab nel 2021 potessero aumentare di valore. La mia conoscenza dei mercati e delle materie prime è pressoché inesistente; i dettagli più sottili dell’economia occidentale, setacciandoli, sono come leggere le viscere di un corvo morto alla ricerca di segni di buona o cattiva sorte. Avrei potuto, ovviamente, comprare un libro di economia di base, ma questa è l’era di Internet, quindi mi sono limitato a concentrarmi sulla sottocultura che circonda mercati, finanza e banche, e ho consumato contenuti su YouTube.

Sbirciare in una sottocultura di internet sconosciuta è divertente perché, come ogni altra fazione di internet, ha il suo gergo, i suoi meme e le sue divisioni interne. Essendo un tecnofobo, ho naturalmente più affinità per la fazione dell’oro e dell’argento che per i Bitcoin Bros. Eppure, a prescindere dalla fazione del mondo economico a cui si presta attenzione, sembrano tutte preoccuparsi del futuro successo del dollaro e dell’Occidente in generale.

L’opinione generale è che il nostro sistema monetario fiat da Topolino sia destinato al fallimento e che, per scelta o per esaurimento, l’intero edificio stia crollando. È semplicemente una questione di quale forma immagazziniamo la ricchezza mentre tutto crolla. In un’intervista, l’esperto di finanza Alisdair Macleod ha saggiamente ricordato agli estasiati accumulatori di argento e agli amanti dell’oro che, se fossero stati scagionati, avrebbero avuto familiari e amici in difficoltà economiche e avrebbero perso la casa.

In alternativa, la Cina era responsabile del rodeo dell’oro e dell’argento, o le banche centrali in combutta con la Federal Reserve, o lo Stato profondo. Qualunque fosse la micro-narrazione o la tradizione da cui si volesse guardare la situazione, l’esito era sempre disastroso.

Per gli econbros il tempo stringe; il collasso è inevitabile. E potrebbero benissimo avere ragione. I circoli online degli econbros, tuttavia, non vanno confusi con le vere e proprie istituzioni del mondo reale, perché, dopotutto, tutti hanno bisogno dei loro clic e dei loro abbonamenti.

Tuttavia, sbirciando in una sottocultura di internet con cui non si ha molta familiarità, si scopre che ogni sottocultura ha contorni e flussi narrativi simili, e quasi tutte si concludono con esiti distopici difficili da ignorare. Spesso si sovrappongono e convergono, o si completano a vicenda.

Per la maggior parte, sono coinvolto e coinvolto in questioni legate all’identità, all’immigrazione e alla classe politica britannica. Di recente, la conversazione si è concentrata su speculazioni su conflitti civili ed etnici in un futuro non troppo lontano. Di solito, si parla della graduale erosione della popolazione britannica bianca, così come risulta dal censimento, o della riduzione della popolazione nativa a minoranza all’interno del proprio territorio.

Anche in questo caso, il discorso porta verso uno scenario pessimistico per il futuro, ma è più immediato e tangibile nel mondo reale rispetto ai numeri dell’inflazione o alla volatilità dei metalli preziosi sul mercato.

L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, dal nome inquietante, è un altro argomento che ha generato una propria cerchia di ricercatori, teorici e creatori di contenuti. Ancora una volta, ci troviamo di fronte a una serie di “buchi del coniglio” da esplorare. La narrazione centrale è che gli obblighi delle nazioni di tutto il mondo entro il 2030 ci stanno conducendo verso un orrore totalitario fatto di riduzione dei consumi, punteggi di crediti di carbonio e persino sforzi concertati per ridurre la popolazione del pianeta con mezzi nefasti.

È un mondo di una popolazione di servi della gleba vaccinati e microchippati che vive in città da 15 minuti, alimentate (male) da parchi solari e turbine eoliche disseminate su terreni agricoli lasciati inattivi perché mangiamo tutti larve di vermi sintetici.

Come nel caso di coloro che prevedono un crollo finanziario, i nuovi resoconti vengono prontamente consultati per convalidare le teorie e, ancora una volta, potrebbero rivelarsi corretti.

La spinta del governo britannico verso l’identità digitale conferma coloro che da anni ne avevano previsto l’arrivo e costituisce di per sé un complemento alla più ampia visione dell’Agenda 2030. Ora, un’intera comunità si è aggregata attorno ai contenuti, concentrandosi sull’identità digitale e sui vari miliardari, istituzioni e aziende che la promuovono.

Nel frattempo, i canali geopolitici su YouTube hanno trascorso anni a prevedere un’imminente guerra tra Europa e Russia, NATO contro Russia, America contro Cina, o Israele e America in guerra contro l’Iran. Ogni segnalazione di un drone fuori controllo sopra la Polonia o di un bombardamento in Medio Oriente diventa l’inizio della fine.

Esiste una vasta comunità che consuma contenuti che suonano l’allarme sull’Intelligenza Artificiale e sulla nostra incombente dipendenza da essa per i compiti più elementari. Non appena clicchi su un contenuto che descrive il futuro dei film hollywoodiani generati dall’IA e che resuscitano attori e attrici morti da tempo, ti troverai di fronte a ulteriori contenuti su come l’IA ci sterminerà prima che abbiamo la possibilità di reagire, e i modelli attuali ci stanno già mentendo.

Come consumatori di contenuti, possiamo scegliere l’apocalisse della settimana, come se stessimo setacciando un menu. In quale tana del Bianconiglio carica di sventura vi immergerete la prossima settimana?

Naturalmente, puoi mescolare e abbinare i tuoi contenuti catastrofici. Si dice comunemente che ai rifugiati sia permesso di riversarsi nelle isole britanniche perché rappresentano un esercito segreto delle Nazioni Unite pronto a uscire allo scoperto non appena tutti i ragazzi inglesi saranno stati sfrattati sul fronte russo/iraniano/cinese. L’aumento del valore dell’argento e dell’oro preannuncia un sistema che si prepara a ridurre tutti in miseria e a offrirci il reddito di cittadinanza come via d’uscita.

In alternativa, il valore dell’argento e dell’oro è lo stesso; solo che la nostra valuta è spazzatura, ma il gulag digitale del reddito di cittadinanza gestito dall’intelligenza artificiale ci attende comunque.

A meno che l’intelligenza artificiale non sia una bolla da mille miliardi di dollari pronta a scoppiare perché l’offerta energetica non riesce a tenere il passo con la domanda.

Nessuno ha guadagnato nulla da un canale YouTube chiamato ” Nothing Ever Happens TV”, dove il conduttore minimizza ogni crisi e calamità imminente. I grandi numeri sono contenuti in titoli accattivanti e iperbolici come “Scegli la tua Apocalisse”.

Eppure, resta il fatto che c’è qualcosa nell’aria, lo zeitgeist, che segnala esaurimento, decadenza e un semplice trascinarsi verso il baratro. Il neoliberismo e il denaro fittizio hanno reso la vita in tutto il mondo occidentale sempre più priva di significato; le persone sono state ridotte a insiemi di dati e zavorra per gonfiare il PIL.

Il fatto che il sistema attuale, tra tutti i sistemi, sia destinato a scomparire come intrattenimento, completamente monetizzato e super chiacchierato, sembra essere la strada giusta per farlo.

Una matrifagia algoritmica, con un miliardo di creatori di contenuti e consumatori come piccoli ragni che mangiano la loro madre.