LA CAPUEIDE,

Il sistema dell’informazione ha un ruolo cruciale nelle modalità di condizionamento delle scelte politiche e degli orientamenti. Quando si parla di “opinione pubblica” i più la identificano con gli ascoltatori e i lettori; in realtà sono gli “organi a vario titolo dell’informazione e della formazione dell’opinione”, compresi gli spettacoli di intrattenimento. Le modalità di gestione della crisi pandemica sono dipese in gran parte dalla gestione delle informazioni. Una mistura venefica di allarmismo ed approssimazione che è servita a confondere e condizionare pesantemente. Tra le vittime più o meno consapevoli gran parte del ceto politico, incapace di gestire tempi, rapporti e metodi con il sistema mediatico, quando no consapevolmente connivente. Più che una cupola onnipotente ci troviamo di fronte a dinamiche mosse e sfruttate da centri decisionali i più vari, spesso in conflitto tra loro stessi. Buona lettura_Giuseppe Germinario
LA CAPUEIDE
In questi mesi, grazie al Corriere della Sera e a La7 è diventata il vate del coronavirus, sempre con un occhio attento agli input che arrivano dal Colle. Per lei, scienziata, non esiste il dubbio che è l’anima della ricerca scientifica. Lei ha solo certezze, anche se un giorno è una e un altro giorno è un’altra. Dipende dall’aria che tira.
Il 21 marzo sul Messaggero la Capua fece l’ottimista, esprimendo la “speranza che non ci sarà bisogno del vaccino perché si sarà attenuata la forza del coronavirus, ricordiamoci che nella stragrande maggioranza dei casi chi è infetto è asintomatico”.
Il 25 marzo su La7 prosegue con il mood ottimista: “Il virus sembra allentare la presa. Sono cautamente ottimista, nelle prossime settimane speriamo di vedere il blocco del contagio”. E arriva ad ipotizzare che donne possano diventare il semaforo del via libera: “Il Coronavirus è più aggressivo negli uomini. Si potrebbe pensare di far tornare prima al lavoro le donne”. Idea di poco successo, subito accantonata.
Sempre ottimista, il 31 marzo dice che i “dati spingono all’ottimismo, ma fino a quando non ci sarà immunità di gregge dovremo avere pazienza”.
Il 28 aprile, però, su La7 vira sul pessimismo: “È verosimile una ondata di ritorno”.
Ma il 26 maggio su La7 torna ottimista: “Vi garantisco che se continuiamo ad osservare alcuni comportamenti potrebbe anche non esserci una seconda ondata”.
Il 24 settembre il Presidente Mattarella risponde a Boris Johnson spiegando che noi non siamo come i britannici, perchè “gli italiani amano la libertà, ma anche la serietà”. E subito allineata al verbo mattarelliano, il 29 settembre su La7 la Capua sentenzia che “la seconda ondata arriverà se gli italiani si comporteranno come i britannici”.
E oggi l’Icona del politicamente e sanitariamente corretto nomina l’orrenda formula: “Il vaccino sarà lento, spero nell’immunità di gregge”.
Ascoltando Ilaria Capua torna alla mente il vecchio slogan di un dentifricio: “Con quella bocca, può dire ciò che vuole”. Ma quella era Virna Lisi, ed era una pubblicità di Carosello.