La Svezia pratica la selezione naturale nelle RSA colpite dal Coronavirus, di Max Bonelli

La Svezia pratica la selezione naturale nelle

RSA colpite dal Coronavirus

 

 

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Il buonismo multiculturale e globalista svedese riserva la  soluzione finale per gli anziani.

 

Mi ero ripromesso di non scrivere più niente sul Covid-19, dopo 4 mesi di lavaggio del cervello su scala mondiale è obbiettivamente difficile aggiungere un nuovo tassello a questo enorme mosaico di notizie che nonostante la mole d’informazione non riescono a dare un quadro di verità esaustiva sull’argomento.

Ma i casi della vita vogliono che la mia piccola esistenza sfiori delle situazioni storiche

rappresentate in maniera distorta dai media se non  totalmente censurate. Fu così 6 anni fa, quando fui il primo a scrivere e dimostrare che i cecchini a piazza Maidan in Ucraina erano al servizio delle forze che avevano sostenuto il golpe filo-occidentale contro il governo legittimamente eletto.

Così adesso che per una serie di situazioni famigliari e professionali posso raccontarvi  episodi di vita invece che fredde statistiche interpretate in maniera soggettiva da virologi e giornalisti più preoccupati di non contraddire le decisioni degli amici politici che di trovare un filo di Arianna che porti alla verità.

Ma andiamo per ordine: mia madre causa una serie di patologie importanti non curabili nelle mura domestiche è in RSA a Roma. Il bravo medico internista che ha la responsabilità clinica di circa 30 ultraottantenni allettate, all’inizio di marzo 2020 chiude la RSA alle visite esterne e prova a prevenire il contagio della struttura. Nonostante questo ad aprile il coronavirus entra nella casa di cura e circa due terzi delle vecchiette sono contagiate. Mia madre è tra le fortunate non risulta positiva, ed insieme alle altre negative viene messa in un piano in stanza singola.

Dopo 10 giorni nonostante le tute biologiche del personale risulta positiva, va in crisi respiratoria ma gli viene dato l’ossigeno  e la supera. Oggi sta bene e si è negativizzata, in totale nella struttura sono decedute 2 vecchiette su 30 con una letalità del 7%. Decisamente sotto la media nazionale che si attesta al 14%.

Un risultato più che dignitoso dovuto ad un buon medico che à riuscito a far affluire nella clinica l’attrezzatura necessaria e che ha 40 anni di pratica clinica alle spalle.

Per una persona come me che viaggia (o meglio viaggiava molto) è rassicurante sapere che la propria madre ha al servizio del personale sanitario di primo ordine.

Perchè ho usato l’imperfetto per il verbo viaggiare? Negli ultimi 3 mesi sono rimasto bloccato in Svezia paese dove ho vissuto in pianta stabile per una decina di anni e che continuo a frequentare per consulenze nell’ambito delle farmacie ospedaliere.

Poco male avevano bisogno di farmacisti nella emergenza Covid-19 e quindi non sto con le mani in mano.

La situazione delle RSA svedesi è a dir poco lacunosa ma non credevo fino al punto che vi sto descrivendo.

Ero alla fine di  un mio turno in farmacia ed aiutavo un collega di origine mediorientale che da poco ha acquisito una carica dirigenziale, a distribuire  i farmaci ad un addetto ad una RSA particolarmente colpita dal Coronavirus, il dialogo avvenne più o meno in questi termini.

 

Io: Salve Gustav ecco i farmaci che ci avete richiesto. Volevo poi chiedere se è vera la notizia che da voi sono morte 20 persone per Coronavirus?

 

Gustav: Sì purtroppo è vera.

 

 

Io: Ma quante persone ospitavate nella vostra casa da riposo?

 

Gustav: Una sessantina circa..

 

La curiosità mi pressa a continuare nelle domande

 

Io: Ma non avete provato a dare ossigeno con i respiratori?

 

Gustav arrossendo in viso sotto i capelli fulvi ben pettinati come un soldato:

 

Sai sono molto anziani ed allora parliamo con i parenti …se sopravvivono bene altrimenti è meglio che muoiono senza una lunga degenza in ospedale o lunghe cure.

Non abbiamo respiratori non ce ne sono così tanti quanti occorrono.

 

Collega arabo: Certo, quando sono così vecchi meglio così.

 

Io mi contraggo nei lineamenti a fatica dissimulo la rabbia:

 

Ma è terribile, non vi rendete conto che questa cosa è allucinante!

Vengono lasciati a morire perché anziani?!

E per te che preghi 3 volte a giorno il tuo Allah va tutto bene?

 

Collega arabo: 5 volte al giorno veramente…

 

Io ormai incontenibile:

ancora meglio ma che preghi a fare se non riesci a vedere quanto tutto questo è inumano!

 

Gustav ormai imbarazzato: adesso devo andare..

 

Collega arabo: No tu hai ragione questo paese è senza religione ma che possiamo fare?

 

Io: e non c’è uno straccio di giornalista che pubblica queste enormità!!

 

Finisco il turno penso al mio collega arabo andato via da Bassora, arrivato in Svezia

ha fatto la sua piccola carriera a forza di duro lavoro e tanti signorsì. Per comprare una villa di legno ad 80%sotto mutuo ed una volvo a 90% sotto debito.

Devi farti piacere tutto quando sei strozzato così. Sono contento delle mie mille attività e della frugalità della mia esistenza che mi da la libertà di alzare la voce anche quando non dovrei.

In fondo il mondo neoliberista è questo: ti convincono che devi avere certi status , una villa di 200 metri quadri piuttosto che una baita di 60, od una Volvo ultimo modello magari elettrica piuttosto che un usato che cammina a benzina, in cambio ti ruba la libertà di pensare, parlare e scrivere(se sei un giornalista).

Un mondo così ha bisogno di nuovi disperati pronti a fare il lavoro ad un prezzo più basso di un italiano o di uno svedese e dire sempre di sì a tutto anche contro i propri principi.

I giornali svedesi parlano di una star locale che viene accusata del reato di “commercio di essere umano” facendosi adescare da una prostituta e chiaramente  di Covid-19 che qui durerà più a lungo sia per il clima che rimane sotto i 23 gradi fino ad estate inoltrata sia per la non volontà di trasferire risorse nella sanità.

Le risorse vengono stanziate per le imprese in difficoltà non per gli anziani che sono un peso per la società. Per loro non ci sono soldi ne  posto sui giornali ma solo una  versione scandinava della “soluzione finale” di tedesca memoria.