riscaldamento artificioso, di Paolo di Remigio

Prestininzi: «I dati ufficiali, condivisi, dicono che dal 1800 circa la temperatura sulla terra ha subito un aumento di 0,9 gradi circa. La data alla quale si fa riferimento è poco significativa: è stata assunta perché al 1800 circa si attribuisce l’inizio delle attività industriali, con immissione di CO2 antropica. In effetti, la temperatura sul pianeta ha iniziato la propria risalita a partire dal 1700 d.C., quando è stato registrato il minimo di temperatura di quella che è stata definita “la piccola era glaciale”, il cui inizio è individuato intorno al 1400 d.C.. Questo indica che il sistema naturale climatico si trova oggi in una fase “calda” che, tuttavia, si attesta ancora su valori inferiori a quelli della fase calda medievale del 1200 d.C. circa, quando si trovava a +1,5; +1,7 rispetto al minimo del 1700 d.C.. Dal 2000 ad oggi, salvo un picco del 2017 dovuto al “Niño”, la temperatura sulla terra è rimasta pressoché costante, anzi è diminuita di circa 0,1 gradi. In ogni caso, la storia della terra, e in particolare quella degli ultimi 4.000 anni, ci dice che le difficoltà maggiori le società le hanno subite nei periodi freddi, con carestie e contrazione demografica. Viceversa, sono i periodi caldi che hanno portato ricchezza e crescita demografica, come ad esempio, la massima espansione dell’Impero Romano.»

Se ben capisco, nel 1200, il secolo di massima fioritura della civiltà medievale, le temperature erano più elevate delle attuali; con il raffreddamento inizia il catastrofico 1300, quello in cui dopo una sequenza di carestie ed epidemie si verificò la grande peste che in pochi anni cancellò dall’Europa un terzo dei suoi abitanti. Interessante l’osservazione che la data di riferimento dell’aumento della temperatura globale è preso non sulla base del ciclo NATURALE di riscaldamento e raffreddamento del pianeta, ma sulla base dell’inizio dell’industrializzazione: un modo per pregiudicare l’osservazione dei dati così da imputare interamente all’uomo ciò che almeno in parte è del tutto naturale.

catastrofismo ambientale e abiezioni globaliste, a cura di Giuseppe Germinario

Qui sotto la traduzione di una lettera-appello sottoscritta da 500 scienziati di varie nazioni, indirizzata all’ONU il cui testo ammonisce sui rischi di strumentalizzazione di una campagna allarmistica, spesso condotta con mezzi abbietti e disgustosi, che tende ad attribuire troppo scontatamente al fattore umano la responsabilità, non dell’inquinamento di parti importanti del pianeta, fatto di per sé innegabile, ma dei prossimi catastrofici cambiamenti climatici.  Una strumentalizzazione dai numerosi risvolti politici ed economici ancora tutti da mettere a nudo. Tra i vari articoli pubblicati da questo sito ne riproponiamo uno di carattere prettamente scientifico e divulgativo utile a cogliere alcuni elementi di base necessari alla comprensione_ Giuseppe Germinario

http://italiaeilmondo.com/2017/06/21/il-riscaldamento-climatico-e-quello-degli-animi-a-cura-di-giuseppe-germinario/

 

Eccellenze,

Non c’è emergenza climatica

Una rete mondiale di oltre 500 scienziati e professionisti esperti del clima e di campi correlati hanno l’onore di inviare alle Vostre Eccellenze l’annessa “Dichiarazione europea sul clima”, di cui i firmatari di questa lettera sono gli ambasciatori nazionali.

I modelli di divulgazione generale sul clima su cui si basa attualmente la politica internazionale sono inadeguati. È pertanto crudele nonché imprudente sostenere la perdita di trilioni di dollari sulla base dei risultati di modelli così imperfetti. Le attuali politiche climatiche indeboliscono inutilmente il sistema economico, mettendo a rischio la vita nei Paesi a cui è negato l’accesso all’elettricità permanente a basso costo.

Vi invitiamo a seguire una politica climatica basata su solida scienza, realismo economico e reale attenzione a coloro che sono colpiti da costose e inutili politiche di mitigazione.

Vi invitiamo inoltre a organizzare con noi ai primi del 2020 un incontro costruttivo di alto livello tra scienziati di fama mondiale sostenitori di entrambe le parti del dibattito sul clima. Questo incontro renderà effettiva l’applicazione del giusto e vecchio principio di buona scienza e giustizia naturale secondo il quale le due parti devono poter essere ascoltate in modo completo ed equo. Audiatur et altera pars!

Rispettosamente,

Gli ambasciatori della Dichiarazione europea sul clima:
Guus Berkhout, professore (Paesi Bassi)
Richard Lindzen, professore (Stati Uniti)
Reynald Du Berger, professore (Canada)
Ingemar Nordin, professore (Svezia)
Terry Dunleavy (Nuova Zelanda)
Jim O’Brien (Irlanda)
Viv Forbes (Australia)
Alberto Prestininzi, professore (Italia)
Jeffrey Foss, professore (Canada)
Benoît Rittaud, docente (Francia)
Morten Jødal (Norvegia)
Fritz Varenholt, professore (Germania)
Rob Lemeire (Belgio)
Viconte Monkton of Brenchley (Regno Unito)

Dichiarazione europea sul clima

Non c’è emergenza climatica
Questo messaggio urgente è stato preparato da una rete globale di 500 scienziati e professionisti. La scienza del clima deve essere meno politicizzata, mentre la politica del clima deve essere più scientifica. Gli scienziati devono stigmatizzare apertamente le incertezze e le esagerazioni nelle loro previsioni sul riscaldamento globale, e i leader politici devono valutare in modo spassionato i benefici e i costi reali dell’adattamento al riscaldamento globale, nonché i costi reali e i benefici attesi della mitigazione.

Un riscaldamento è causato da fattori naturali e antropici
La rilevazione geologica rivela che il clima della Terra varia da quando esiste il pianeta, con fasi naturali fredde e calde. La piccola era glaciale si è conclusa solo di recente, intorno al 1850, quindi non sorprende che oggi stiamo vivendo un periodo di riscaldamento.

Il riscaldamento è molto più lento del previsto
Il mondo si è riscaldato con un ritmo inferiore alla metà di quanto era stato inizialmente previsto, e meno della metà di ciò che ci si poteva aspettare basandosi sull’influsso diretto umano e sullo squilibrio radioattivo. Questo ci dice che siamo lungi dal comprendere il cambiamento climatico.

La politica climatica si basa su modelli inadeguati
I modelli climatici presentano molte carenze e sono difficilmente utilizzabili come strumenti decisionali. Inoltre, probabilmente esagerano gli effetti dei gas serra come la CO2. Ignorano infine il fatto che arricchire l’atmosfera con CO2 è benefico.

La CO2 è il cibo delle piante, il fondamento di tutta la vita sulla Terra
La CO2 non è un inquinante. È essenziale per tutta la vita sulla Terra. La fotosintesi è una benedizione. Più CO2 fa bene alla natura, rende la Terra verde: l’aggiunta di CO2 nell’aria ha portato ad un aumento della biomassa vegetale globale. È anche buono per l’agricolutura, aumentando i raccolti in tutto il mondo.

Il riscaldamento globale non ha necessariamente causato disastri naturali
Non ci sono prove statistiche che il riscaldamento globale stia intensificando uragani, alluvioni, siccità o altri disastri naturali simili, né che li renderebbe più frequenti. Al contrario, le misure di mitigazione della CO2 sono devastanti quanto costose. Le turbine eoliche uccidono uccelli e pipistrelli e le piantagioni di olio di palma distruggono la biodiversità delle foreste tropicali.

L’azione politica deve rispettare le realtà scientifiche ed economiche
Non c’è emergenza climatica. Non vi è quindi motivo di panico e di allarme. Ci opponiamo fermamente alla politica inutile e irrealistica di neutralità carbonica proposta per il 2050. Fino a quando non emergeranno approcci più attendibili, il che certamente accadrà, abbiamo ampio tempo per riflettere e adattarci. L’obiettivo della politica internazionale deve essere quello di fornire energia affidabile ed economica, permanentemente e in tutto il mondo.

http://www.technocracy.news/climate-scientists-write-to-un-there-is-no-climate-emergency/?fbclid=IwAR1H4a1raCVlC8rEW2TwJaewLiBPJi6OevvD3I2ieXQdLaUNjROw3Vnp88w

GROENLANDIA: PANICO! LA CALOTTA POLARE SI STA SCIOGLIENDO- SOLO CHE NON E VERO.   Di Paul Homewood

GROENLANDIA: PANICO! LA CALOTTA POLARE SI STA SCIOGLIENDO- SOLO CHE NON E VERO.

Di Paul Homewood

 

 

Il Washington Post ha aderito alla bufala del caldo record in Groenlandia:

 

 

“La stessa cupola di calore che ha arroventato l’Europa e ha battuto i record nazionali di temperatura in cinque paesi la scorsa settimana si è spostata in Groenlandia, dove sta causando uno dei più grandi eventi di scioglimento mai osservati della fragile calotta di ghiaccio.

 Secondo gli scienziati che hanno analizzato i dati più recenti, alcune misure mostrano che lo scioglimento del ghiaccio è più drastico rispetto a un evento record di riferimento avvenuto nel luglio 2012. Durante quell’evento, circa il 98 percento della calotta glaciale ha subito uno scioglimento della superficie, accelerando il processo di spargimento del ghiaccio nell’oceano.

 Il destino della calotta glaciale della Groenlandia è di fondamentale importanza per ogni residente costiero del mondo, dal momento che la Groenlandia è già il principale contributore dell’innalzamento del livello del mare. Il ritmo e l’estensione dello scioglimento dei ghiacci della Groenlandia aiuteranno a determinare quanto e quando si alzeranno livelli del mare…

 L’Istituto meteorologico danese ha twittato che più della metà della calotta glaciale ha avuto un certo grado di scioglimento martedì scorso, secondo una simulazione del modello al computer, che l’ha resa “la più alta, fino ad ora, di quest’anno”.

 Ma il picco di questo evento di scioglimento dovrebbe ancora arrivare tra  mercoledì o giovedì.”

 https://www.washingtonpost.com/weather/2019/07/31/greenland-ice-sheet-is-throes-one-its-greatest-melting-events-ever-recorded/?utm_term=.d9f16f438ffe

 

 

Nel frattempo, nel mondo reale, le temperature a Nuuk a ovest e Tasiilaq a est raggiungono un picco rispettivamente a 7 ° C e 11 ° C. Il punto più caldo è più a nord a Ilulissat, dove oggi raggiungerà i 16 ° C.

Qui il grafico:

Storicamente parlando non c’è nulla di insolitamente strano in queste temperature:

 

Infatti, la temperatura a Nuuk è in realtà inferiore alla media per il mese di luglio:

La superficie di massa della calotta polare risulta ben al di sopra di quella registrata nel 2012:

E non si fa menzione del fatto che la calotta polare  è cresciuta sostanzialmente lo scorso anno, e anche l’anno precedente:

 

 

Il fatto banale è che la calotta glaciale della Groenlandia si scioglie ogni estate, in particolare quando splende il sole. Questo è quello che fa. E cresce di nuovo in inverno quando la neve cade. In effetti, se non si sciogliesse, continuerebbe a crescere esponenzialmente anno dopo anno.

Inevitabilmente ci sono alcuni giorni in cui il clima è più caldo e più soleggiato del normale, e altri quando fa più freddo. Scegliere i giorni che fanno più comodo per adattarli al credo politico è ridicolo e disonesto.

L’anno scorso Scientific American si lamentava dell’estate perduta della Groenlandia:

La banda di Capital Weather del  Washington Post hanno venduto molto tempo fa le loro anime ai truffatori del riscaldamento globale. Vergognosamente anche gli scienziati della DMI (Danish Meteorological Institute) si sono ora uniti alla banda.

Anche volendo assecondare il pessimismo mediatico, se la calotta polare della Groenlandia continua a sciogliersi a questo ritmo “straordinario” , entro 12.500 anni non ci sarà più.

Sì, avete capito bene. Tra 12.500 anni – circa due volte più avanti nel futuro di quanto sia trascorso dalla prima civiltà del mondo: i Sumeri, nel 4500 a.C. – la calotta glaciale della Groenlandia si dimezzerebbe con conseguenze quasi incalcolabili per quelli di noi che saranno ancora vivi .

Se la Groenlandia dovesse continuare a perdere una massa di ghiaccio ad un tasso di 103 miliardi di tonnellate all’anno, quanto tempo ci vorrebbe per sciogliere la metà della calotta glaciale? Non tutta, intendiamoci, ma la metà. (Si noti che NON sto dicendo che la proiezione di una tendenza attuale è un modo per stimare l’evoluzione futura della calotta glaciale, ma sto semplicemente usandola come un modo per confrontare i numeri statistici.)

Per rispondere alla nostra domanda; se 103 miliardi di tonnellate perse all’anno sono un numero alto, dobbiamo confrontare la perdita annuale di massa di ghiaccio con la quantità complessiva di ghiaccio della calotta glaciale della Groenlandia. La calotta glaciale della Groenlandia contiene circa 2,6 E + 15 (2.600.000.000.000.000) tonnellate di acqua sotto forma di neve e ghiaccio. Quindi, se la calotta glaciale della Groenlandia dovesse perdere 103 miliardi di tonnellate all’anno nel futuro, occorrerebbero circa dodicimila cinquecento anni per perderne metà …

E anche se la perdita salisse a dieci volte la media a lungo termine, ci vorrebbero comunque milleduecento anni per sciogliere metà del ghiaccio della calotta glaciale della Groenlandia. Persino i miei pronipoti da nonni non vivranno abbastanza a lungo per vederlo.