Julian Assange e il silenziamento di Wikileaks! La pista scandinava, di Max Bonelli

Il Governo Britannico con atto vile e proditorio si accinge a concedere l’estradizione del giornalista Julian Assange, cittadino australiano. Qui sotto alcuni antefatti_Giuseppe Germinario

Julian Assange e il silenziamento di Wikileaks! La pista scandinava, di Max Bonelli

Quando Julian Assange decise di provare a trasferirsi in Svezia era già sulla lista nera della Cia. In quell’estate del 2010, la Svezia non doveva sembrare cosi fredda come  l’avevano descritta e poi c’era tanta gente non solo li ma in tutto il nord Europa che lo ammirava, collaborava con lui. Uno di questi era  Ola Bini, un programmatore di fama mondiale, uno degli artefici del sistema Tor Browser che permette di navigare in incognito,  ma non era il solo nord europeo a dargli una mano nel cercare di creare “Internet- pirate bay “ in scandinavia. Arjen Kamphuis olandese suo associato di wikileaks ed anche lui programmatore di alto livello era li a dargli manforte e con esso una miriade di attivisti pseudo anarcoidi della rete che avevano messo in piedi “Pirat partiet “ che due anni prima aveva conquistato il 7,1% dei voti alle europee in Svezia.

Julian avrà pensato che era il posto ideale per dare scacco alla Cia e così il 18 agosto del 2010 fa richiesta di soggiorno in Svezia. Non fanno in tempo a trascorrere 13 giorni che il 1 settembre parte una indagine per violenza carnale a suo carico. Il ragazzone australiano non riesce a contenere i suoi istinti primordiali? No anzi in pochi giorni come si dice a Roma “non sa a chi dare i resti”. Una donna lo invita ad usare il suo appartamento che tanto va fuori per un viaggio, poi ci ripensa ritorna e scatta un flirt, lei che è coscienziosa chiede l’uso del profilattico ma nella foga il simpatico ragazzo australiano  lo prende ma maldestro nel metterlo lo rompe e quindi hanno un rapporto non protetto, lei è tanto turbata che da una festa in suo onore dove un’altra sua amica lo scippa alle sue grinfie. Questo è il sunto della prima violenza. La seconda accade alla scippatrice che una volta portato a casa e consumato  il bello australiano nel sonno scopre che Julian  è un ragazzo generoso ma poco educato da per scontato che dopo la prima non serva chiedere il permesso della seconda e lei annichilita non protesta ed anche li si consuma un altro caso di conturbante violenza. Durante il mese di settembre Julian capisce che essere accusato di violenza carnale nel paese dal “femminismo talebano” come lui lo definì successivamente era cosa non da poco conto anche quando le accuse sono palesemente inconsistenti, si crea un vuoto pneumatico intorno a lui e chiede di poter lasciare la Svezia tramite il suo avvocato, permesso prima accordato e poi nell’arco di una giornata rimangiato dal procuratore svedese e trasformato in un ordine di arresto. Assange è gia in Inghilterra. Nei mesi successivi si hanno una serie di passi giuridici che portano i giudici inglesi a decidere per l’estradizione ed Assange a richiedere invano l’assicurazione alle autorità svedesi di non essere estradato negli USA dove è ricercato per collaborazione  al reato di alto tradimento avendo  permesso a cittadini americani di pubblicare materiale compromettente la sicurezza.

Bisogna capire anche il governo USA che si sbatte da un centinaio di anni per farsi una reputazione da liberatore del mondo e poi arriva un sito dove tutti possono scaricare film di elicotteri dello zio Tom che fanno a pezzi civili con il calibro 30mm, e che diamine un po di privacy, no?

Julian capita la mala parata si rifugia nell’ambasciata ecuadoregna, è giugno 2012, anche lì si vede che Julian sarà un genio dell’informatica ma a geopolitica è un po’ scarso. I paesi dell’America latina non sono il massimo d’indipendenza e sono altalenanti nella loro politica anti americana. Fino a quando il presidente è Rafael Correa, tutto procede per il meglio. Riesce persino a pubblicare le email che la Clinton si scambiava con i suoi collaboratori ed non era proprio il meglio del “politically correct”. La Clinton gli diede la colpa di aver perso le elezioni contro Trump, d’altronde a qualcuno devi dare la colpa se perdi una corsa dove ti danno favorito 10 ad 1.

Nel 2017 a Correa succede Lenin Moreno che è tutto meno che comunista ed una certa propensione alla prostituzione politica e non si fa scappare l’occasione di vendere Julian che nonostante sia stato nominato cittadino ecuadoregno da Correa viene venduto non per 30 denari ma per 3 miliardi di dollari di un prestito del FMI. Questo dicono le malelingue ed a vedere le scene filmate da Russian Today della polizia inglese invitata ad entrare dall’ambasciatore equadoregno ed arrestare Assange 11 aprile del 2019 verrebbe anche da dargli ragione. In questi anni di esilio in una stanza dell’ambasciata Julian era riuscito a far cadere in prescrizione  tre dei capi d’imputazione delle violenze carnali mentre l’ultimo sarebbe caduto in prescrizione alla fine del 2020. Ma Julian non aveva fatto i conti con la costanza anglo-nordeuropea. La giustizia inglese per direttissima lo condanna a 50 settimane di carcere duro nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh per essere fuggito alla sentenza di estradizione. Il carcere duro significa isolamento per 23 ore ed 1 ora di aria. Nessuna possibilità di comunicazione con l’esterno e impossibilità a ricevere visite. I nostri mafiosi pluri omicidi al 41 bis se la passano meglio. La Svezia il 13 maggio ha riaperto i casi delle violenze carnali e si mette in concorrenza con gli USA per la richiesta di estradizione. Qualcuno potrebbe disquisire meglio un brutto processo a Stoccolma che uno pessimo a Washington.

Si e no, un processo in Stati Uniti santificherebbe la sua immagine di eroe anti sistema quello in Svezia sarebbe un atto inquisitorio indirizzato a distruggere il mito ed una volta calpestato questo nella polvere potrebbe il povero Julian essere estradato negli USA.

Il lettore potrebbe pensare “ma Wikileaks, il suo sito giornalistico continua a funzionare a vivere oltre il suo artefice”. Vorrei dire di sì ma vi mentirei, vi ricordate i suoi collaboratori nord europei citati all’inizio dell’articolo?

Ola Bini il programmatore è stato arrestato il 12 aprile 2019 in Ecuador stava per partire per il Giappone per seguire la sua seconda passione dopo l’informatica, lo Ju Jutsu. La motivazione dell’arresto preventivo è che viene ritenuto a capo di una squadra di hacker che stavano tramando di trafugare email riservate del presidente Lenin Moreno ma l’accusa non è ufficialmente formalizzata. Esperto a livello mondiale di  sicurezza informatica era certo una minaccia per chi aveva la coscienza sporca. Inoltre aveva visitato molte volte Assange in ambasciata e risulta che il personale dell’ambasciata ha sequestrato tutti gli strumenti informatici di Assange. Il suo destino è segnato, un coraggioso che si è buttato nelle fauci del lupo ed infatti è stato estradato per interrogatori negli USA e potete scommetterci sopra una bella somma che rimarrà lì a marcire nelle galere del paese che ha come icona la statua della libertà.

Vi chiederete la fine dell’altro collaboratore, l’olandese Arjen Kamphuis?

Anche lui aveva una seconda passione dopo l’informatica, il trecking lo hanno visto l’ultima volta al check in di un albergo a Bodo una ridente cittadina della Norvegia artica famosa per la pesca del salmone e per la natura incontaminata. Ci si mangia un buon pesce e forse per questo ci hanno aperto una base Nato di intelligence cibernetica, il fosforo fa bene al cervello non dimentichiamolo. Sicuramente la base Nato non ha fatto bene ad Arjen, il 20 agosto del 2018 lo hanno trovato a flottare a pancia in giù nelle fresche acque artiche di Bodo. Era scomparso da due settimane, avrebbe dovuto prendere il treno che da Bodo porta a Trondheim e da lì l’aereo  per l’Olanda. “A pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca” lo diceva spesso Andreotti che sui peccati la sapeva lunga.

 

Max Bonelli