SALVINI E I NAUFRAGI, di Augusto Sinagra

 

SALVINI E I NAUFRAGI

 

La morte di circa 120 persone al largo delle coste libiche rattrista profondamente. Il naufragio è avvenuto in zona marittima di vigilanza libica. Parlare di omissione di vigilanza e soccorso da parte italiana equivale a dire che l’Italia sarebbe responsabile di ogni naufragio nel mare Mediterraneo. O significherebbe pretendere che la Guardia Costiera italiana debba vigilare le coste di altri Stati e non quelle italiane. E senza dire che la Guardia Costiera italiana continua a portare in Italia “sedicenti” naufraghi. Con questo intendo dire che “naufrago” non è colui il quale si pone nelle intenzionali condizioni di naufragare per poi costringere altri all’obbligo di soccorrere.

Il problema è alla radice e cioè bisogna impedire le partenze. In questo senso continua ad avere pienamente ragione l’assunto del Ministro Matteo Salvini secondo il quale “meno partono e meno muoiono”. E i numeri, infatti, gli danno ragione.

Chi contesta la posizione del Ministro Matteo Salvini è chiaramente in mala fede ed è complice di scafisti e “soccorritori” ben pagati. Oltre che complice di chi sostiene l’immigrazione illimitata e illegale che ha già distrutto lo Stato italiano in tutti i sensi. Questo con la complicità del pampero argentino Giorgio Mario Bergoglio che continua a “mettere le scarpe” negli affari dello Stato italiano, oltre che a stravolgere la religione cattolica.

Non si capisce cosa aspetta un certo Moavero Milanesi (messo lì assieme a Tria e a Trenta dal figlio di Bernardo Mattarella) a convocare il Nunzio apostolico presso lo Stato italiano e consegnargli una nota di protesta per il Capo dello Stato Città del Vaticano con la quale lo si diffida a non interferire negli affari interni dello Stato italiano in violazione degli Accordi lateranensi del 1929 e del 1985.

Quanto alle vittime dei naufragi, se si vuole che cessino è ormai evidente che vi è un solo modo per impedirlo: il blocco navale delle coste libiche.

Si dirà che questo è formalmente un “atto di guerra”, ma l’Italia è in guerra contro scafisti, “soccorritori”, gestori di centri di accoglienza (compresa la Caritas), contro la finanza internazionale e contro l’Unione europea che vuole annichilire politicamente, economicamente, militarmente e, soprattutto, moralmente, il Popolo italiano privandolo di dignità, identità, storia e futuro.

Coudenhove-Kalergi, Rothschild, Rockefeller e tutta la feccia del monetarismo mondialista, non hanno vinto e non devono vincere!