TIM_Lo Stato garante della più grande spoliazione mai avvenuta, di Guido Salerno Aletta

Non sarà forse la più grande, ma certamente la più vergognosa e più disastrosa per l’indipendenza e l’autonomia e sovranità stessa del paese. Un vero e proprio fiore all’occhiello dei “patrioti” attualmente al governo e degli “apatrioti” attualmente all’opposizione. Avviata grazie alla perfidia bonaria di Prodi e alla cialtroneria furbesca di D’Alema con la cessione ad italici cavalieri di sventura impegnati al saccheggio delle rendite da posizione dell’Azienda e alla restituzione del debito bancario contratto con l’acquisto, proseguito dopo alterne vicende con il passaggio della maggioranza ad azionisti francesi impegnati a proseguire l’opera con l’aggiunta di farne terreno di sperimentazione ed apprendimento per successivi esperimenti in Francia, si conclude con la separazione definitiva e la cessione della rete infrastrutturale al gruppo statunitense con clausole particolarmente “interessanti”:
rientro entro dieci anni della spesa americana di investimento con il solo introito dei proventi di servizi acquistati da TIM; ammodernamento dell’infrastruttura a carico dello stato italiano; pagamento della quota di debito contratto dal PNRR utilizzato all’uopo a carico dei cittadini. Il prodromo ad un incremento dei costi di acquisto dei servizi a carico dei consumatori e alla probabile lenta liquidazione fallimentare della stessa TIM, sulla falsa riga di ALITALIA. Dopotutto non è nemmeno il fatto più rilevante. Risalta la assoluta non chalance nell’affidamento a terzi esterni, gli Stati Uniti, di una rete dove passano i dati, i controlli e le disposizioni di un intero paese, dalla sicurezza alle attività produttive, alla comunicazione. Non sarà nemmeno più necessario agire per vie traverse e riservate. Un bell’esempio di spirito patriottico e di amor proprio all’autonomia decisionale sia di chi lo ostenta, che di chi afferma di poterne fare a meno alla stregua di un suppellettile. Con l’ENI si è quantomeno riusciti a salvaguardare buona parte dell’attività produttiva, anche se sempre più inserita nel circuito degli interessi statunitensi, con Leonardo si è garantita questa stessa integrazione con la limitazione dei rami di attività, con la chimica si è arrivati alla frammentazione delle attività, con le Poste si è bloccato inizialmente un processo di privatizzazione disastroso inizialmente avviato sulla falsariga di Telecom e proseguito con una gestione più efficiente, ma sostanzialmente orientata a trasferire la gestione del risparmio privato ai fondi esteri e a contenere la riorganizzazione del potenziale logistico e delle comunicazioni e, fortunatamente, a salvaguardare i livelli occupazionali. La cessione di NEtCo e la riduzione di Tim a semplice società di servizi ha rivelato in un colpo tutti i buchi neri di questo immane processo di privatizzazione e dismissione con nessun beneficio, se non momentaneo, per gli attuali soli azionisti superstiti. Certamente un colpo basso agli avventurieri francesi, ma con la soddisfazione di chi, per affibbiarlo, ha preferito privarsi delle proprie mani e del proprio cervello, ammesso che ne sia rimasto qualche traccia. Non rimane che confidare flebilmente sull’esercizio della Golden power. Servi nemmeno in grado di garantirsi il proprio futuro politico da servi. Giuseppe Germinario
Lo Stato, azionista col 16,1%, fa da garante alla più grande spoliazione mai avvenuta : una rete che si ripaga in dieci anni con i soli proventi della ex TIM, ed investimenti tutti finanziati dal PNRR fino al 2028.
Poi, nei dieci anni successivi, solo un terzo di quanto investito con fondi statali.
Ecco come si fanno i profitti : investimenti zero, riduzione del personale e chiusura della rete in rame dal 2030.
E lo Stato fa da garante a questo scempio
Confermata la riduzione dell’indebitamento finanziario attesa dall’operazione

01/07/2024 – 17:41

Facendo seguito a quanto comunicato in data 24 giugno 2024, TIM annuncia di aver perfezionato la cessione di NetCo a Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (“KKR”) mediante il conferimento in FiberCop (società controllata al 58% da TIM) del ramo d’azienda di TIM che comprende l’infrastruttura di rete fissa e le attività wholesale, e la successiva acquisizione dell’intero capitale di FiberCop da parte di Optics BidCo, società controllata da KKR.

L’operazione di cessione di NetCo valorizzata fino a un massimo di 22,0 miliardi di euro comprensivi di earn-out legati al verificarsi di determinate condizioni, permette a TIM una riduzione dell’indebitamento finanziario in linea con quanto già comunicato al mercato (Link, slide 60).

In particolare, il deleverage previsto al closing, al lordo degli aggiustamenti usuali per questa tipologia di operazioni, è confermato in 14,2 miliardi di euro (Link, slide 60).

Sono altresì confermati gli aggiustamenti e i costi di separazione pari a complessivi 0,4 miliardi di euro, in linea con quanto indicato al mercato nell’Addendum al Capital Market Day lo scorso 11 marzo, determinando un netto effettivo pari a 13,8 miliardi di euro. Si segnala inoltre che la componente di cassa corrispondente agli anticipi PNRR relativi a FiberCop, pari a 0,4 miliardi di euro, è stata deconsolidata nel contesto dell’operazione (Link, slide 1).

Si segnala infine, che, a seguito della cessione, i rapporti tra NetCo e TIM sono regolati attraverso un Master Service Agreement (MSA) che ha durata di 15 anni, rinnovabile per ulteriori 15 anni, e i servizi saranno resi a prezzi di mercato e senza impegni minimi di acquisto  (Link, slide 18).

L’operazione consente a TIM di adottare un nuovo modello aziendale che permetterà al Gruppo di competere in maniera più efficace sul mercato Consumer ed Enterprise in Italia, grazie a un maggior focus sulle componenti industriali e commerciali e a una solida struttura finanziaria.

“Il perfezionamento dell’operazione con KKR e MEF è frutto di due anni e mezzo di lavoro, che sono serviti a riallineare la gestione ordinaria di TIM e a individuare quelle soluzioni, industriali e finanziarie, che ci permetteranno di affrontare le prossime sfide che abbiamo davanti”, ha dichiarato Pietro Labriola, Amministratore Delegato di TIM“Raggiungiamo un traguardo che è anche un nuovo punto di partenza: lo abbiamo fatto centrando tutti gli obiettivi che avevamo annunciato e rispettando tutte le tempistiche promesse. Intendiamo continuare su questa strada per far crescere la fiducia dei dipendenti, dei clienti e degli azionisti. Primi in Europa, abbiamo scelto di separare l’infrastruttura dai servizi, per garantire lo sviluppo migliore, sostenibile e più rapido possibile. TIM resterà la Telco di riferimento in Italia, rimanendo l’operatore più infrastrutturato e offrendo servizi innovativi, sia sul fisso che sul mobile, a servizio di famiglie, Pubblica amministrazione e imprese”.

A valle dell’operazione, l’organico totale di TIM scende da 37.065 a 17.281 persone, equivalenti a 16.135 full time equivalent.

Maggiori dettagli sul closing saranno forniti in occasione della conference call di presentazione dei risultati preliminari Q2 2024 che si terrà il prossimo 1 agosto.

CONTRIBUITE!! AL MOMENTO I VERSAMENTI COPRONO UNA PARTE DELLE SPESE VIVE DI CIRCA € 3.000,00. NE VA DELLA SOPRAVVIVENZA DEL SITO “ITALIA E IL MONDO”. A GIORNI PRESENTEREMO IL BILANCIO AGGIORNATO _GIUSEPPE GERMINARIO

ll sito www.italiaeilmondo.com non fruisce di alcuna forma di finanziamento, nemmeno pubblicitaria. Tutte le spese sono a carico del redattore. Nel caso vogliate offrire un qualsiasi contributo, ecco le coordinate:

postepay evolution a nome di Giuseppe Germinario nr 5333171135855704

oppure iban IT30D3608105138261529861559

oppure PayPal.Me/italiaeilmondo

oppure https://it.tipeee.com/italiaeilmondo/

Su PayPal, Tipee, ma anche con il bonifico su PostePay, è possibile disporre eventualmente un pagamento a cadenza periodica, anche di minima entità, a partire da 2 (due) euro (pay pal prende una commissione di 0,52 centesimi)