In medicina le bugie hanno le gambe corte, di Max Bonelli

NB_L’articolo risale al 19 aprile scorso e risente quindi in alcune parti del successivo corso degli avvenimenti. Nell’affrontare un problema come quello della crisi pandemica da Covid 19 le strumentalizzazioni e le manipolazioni sono insite nell’azione politica. Da una parte sono conseguenze di calcoli e gelida pianificazione, dall’altra di dinamiche, spesso sempre più perverse, che inducono a comportamenti reattivi. Vi sono, però, altri fattori determinanti. Nel caso tragico di Camilla, la cui morte pare essere codeterminata da patologie in corso, risaltano anche altri aspetti altrettanto gravi, come l’inadeguatezza e la confusione frutto di disordine istituzionale e scompensi organizzativi. E’ mai possibile che, tra le tante mancanze che non tarderanno ad emergere e a portare all’affossamento e al discredito di gran parte di questa classe dirigente e politica, nel 2021 la sicurezza di un individuo sia legata ancora all’autocertificazione anziché all’accesso digitale alla cartella clinica del paziente da parte del personale sanitario? _Giuseppe Germinario

In medicina le bugie hanno le gambe corte, di Max Bonelli

La vulgata dei vaccini come panacea per l’emergenza covid

sta manifestando tutti i suoi punti deboli complice un governo che non ha saputo indirizzarli sulle vere categorie a rischio ed invece li ha proposti come soluzione a 360 dell’emergenza.

Il lettore abbia la pazienza di esaminare queste semplici cifre estratte da

un sito di statistica collegato all’Istituto Superiore di Sanità. che analizza i macro dati del covid-19 in Italia al 31 marzo 2021.(1).

Da questo sito si può calcolare la letalità (rapporto contagiati -deceduti) per fasce di età. Su un campione di circa tre milioni e mezzo di contagiati. Al 31 marzo risultavano cento seimila deceduti la cui età media era 81 anni.

Con una letalità del 3% ,una delle più alte al mondo.

Se focalizziamo la fascia di età delle persone sotto i 50 anni abbiamo cifre completamente meno drammatiche.

Letalità sotto i 50 anni 0,034% (1188 decessi )e se scendiamo di dieci anni ci sono stati solo 282 morti entro i 40 anni

Letalità sotto i 40 anni 0,008% .

Di questi 164 avevano gravi patologie concomitanti (oncologiche, cardiovascolari etc). Dei restanti 118 abbiamo

80 pazienti di cui non si conosce la storia cllinica e per eccesso di zelo li diamo morti da Covid. Pari ad una percentuale 0,0033% di letalità.

Vuol dire 1 morto ogni 30.000 contagiati sotto i 40 anni che non hanno altre patologie (ammesso e non concesso che gli 80 senza storia clinica erano senza patologie concomitanti).

Il vaccino Astra Zeneca si è attestato su 1 morto ogni 300.000 vaccinazioni secondo le ultime rilevazioni aggiustate ad i decessi di persone che non avevano patologie concomitanti e di cui la storia clinica era nota, con una maggioranza significativa di donne ed uomini sotto i 50 anni.

In realtà sono state scartati a favore dei vaccini tutte le persone che avevano avuto eventi avversi ma che avevano malattie concomitanti che potevano essere collegati agli eventi avveri

Facciamo un esempio semplice se un vaccinato che aveva una storia di patologie cardiovascolare moriva dopo il vaccino per un evento trombotico veniva escluso dalla lista degli eventi avversi da vaccino.

Se si fosse applicato lo stesso principio sui decessi con covid ed avremmo esclusi quelli dove l’evento covid non era predominante come causa di morte avremmo sicuramente altri numeri su tutte le fasce d’età.

Una riflessione viene spontanea perché utilizzare un metodo di conteggio

di eventi avversi più restrittivo per i vaccini?

Considerando che sono terapie fatte in grande affanno e con iter sperimentali accelerati e con i produttori che non si assumono responsabilità ne civili ne penali per l’uso dei loro prodotti, questo doppio standard lascia perplessi.

Come lascia dubbiosi l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari spesso in fasce di età entro i 50anni dove il rischio di letalità da covid-19 è estremamente basso ancor più se si pensa che la vaccinazione non li rende esenti dalla trasmissione del virus ma solo nel migliore dei casi di aver meno rischi di ammalarsi e di eventuali ricoveri ospedalieri.

L’obbligo fa sorgere un quesito etico sulla imposizione di terapie vaccinali che giorno dopo giorno suscitano punti interrogativi da parte degli organi di controllo internazionali con indicazioni di queste alle fasce di età più a rischio e si arriva fino allla sospensione,, come in Danimarca nei confonti del vaccino Astra Zeneca.

La campagna vaccinale del governo è in ritardo sugli anziani dove dati alla mano vale la pena rischiare effetti indesiderati, in quanto il virus risulta pericoloso.

Viceversa si è voluto forzarlo sulle categorie a basso rischio nel tentativo di avere meno ricoveri ospedalieri mentre scrivo è arrivata la notizia che Astra Zeneca è stata sospesa la somministrazione alle forze dell’ordine.

Forse la risposta a questa ricerca insensata della panacea vaccinale sta nel rifiuto nel rivedere il profilo di investimenti a lungo termine nel settore sanitario dove 30 anni da tagli hanno prodotto una incapacità palese a rispondere alle emergenze.

Il governo Draghi impedito dai vincoli europei a rivedere gli scarsi investimenti di lungo respiro nella sanità è costretto a rincorrere scorciatoie se non a raccontare mezze verità dalle gambe corte.

Max Bonelli

(1)

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia

pubblicato il 19 aprile 2021 anche su https://www.lavocedelpatriota.it/in-medicina-le-bugie-hanno-le-gambe-corte/