OGGI, GIORNO SENZA GIORNALI di Antonio de Martini

OGGI GIORNO SENZA GIORNALI. NE APPROFITTO !
Volevo esprimere la prima critica della mia vita nei confronti di un recente scritto del generale ARPINO che ha negato la nostra sconfitta in Afganistan, quando sono stato azzittato dalla celebrazione ufficiale del Quirinale che ha commemorato la nostra vittoria nella seconda guerra mondiale.
Poi, per la fiducia incrollabile che ho nella razionaloità umana, ho deciso di spendere la mattinata di questo 2 di maggio di fine malattia e di chiusura dei giornali per provare a vedere se ci sono margini di confronto con la narrativa ufficiale o se siamo tutti fermi nel convincimento che una bojata di stato é verità incontrovertibile e io materiale da virus.
In Siria, Libia, Irak e Afganistan la coalizione occidentale NATO, ma in realtà il governo USA e i suoi alleati, hanno subito altrettante cocenti sconfitte a causa della servile applicazione di altrettante strategie sbagliate, tutte partorite unicamente dal centro strategico americano, dotato di formidabili capacità logistiche e di un pensiero militare inadeguato basato su preconcetti e narrative ottocentesche di origine britannica.
Nel solo Afganistan l’operazione é costata oltre duemila miliardi di dollari, tremila morti della coalizione occidentale in un ventennio e oltre ventimila feriti e invalidi.
Naturalmente, nessuno degli obbiettivi dichiarati é stato raggiunto: i militanti di AL KAIDA sono più vivi e vegeti di prima, le elezioni “ democratiche” sono state oggetto di tanti clamorosi brogli da non essere più credibili nemmeno tra i bambini e la corruzione delle elites afgane é scesa nella scala sociale anche a livelli minimi. La coltivazione del papavero ha trovato nuovi e più ricchi sbocchi di mercato.
L’elite talebana é sempre stata al sicuro in Pakistan – Osama docet- per via dell’irredentismo Pashtoun e che i Pachistani coltivano in funzione anti indiana e che gli USA hanno criticato senza incidere sulla realtà.
La frontiera la disegnarono gli inglesi attraversando l’etnia Pashtoun col criterio del divide et impera.
Dopo venti anni si é creata soltanto una parvenza di libertà di stampa ed emancipazione delle donne che scompariranno venti giorni dopo la partenza dell’ultimo militare della coalizione.
L’Italia ha pagato la sua libra di carne con una cinquantina di morti, numerosi feriti e un miliardo annuo di euro di spese. La cooperazione allo sviluppo della nostra ambasciata in loco andò fiera della produzione di olio di oliva – confezionato in quartini e con tanto di tricolore sull’etichetta- per convincere gli agricoltori a rinunziare alla coltivazione del papavero da oppio…
Il generale ARPINO ha scritto parole di semi soddisfazione che mi bruciano dentro: “ abbiamo fatto quel che ci é stato chiesto” che é la moderna versione di “ abbiamo eseguito degli ordini”.
Vorrei chiudere questo “De profundis” alla intelligenza dei signori della NATO facendo notare che dalla Corea, al Vietnam, all’Afganistan , gli Stati Uniti hanno dimostrato di nutrire stima e ammirazione per chi li ha combattuti e, forse, far germogliare un embrione di pensiero militare autonomo – li chiamavamo ammaestramenti da trarre- potrebbe farci riavere la stima meritatamente persa in questo ultimo mezzo secolo.
Per ora siamo “ a Dio spiacenti e a li inimici sui”. Non abbiamo vinto nemmeno usando il metro Mattarella.