BORRELLI E L’IPOCRISIA, di Augusto Sinagra

Tangentopoli non fu solo questo. Fu molto altro, politicamente anche molto più importante. Ne abbiamo scritto più volte. Fu però anche quanto scritto qui sotto. Non è poco.Ancora dopo una chiosa apparentemente non correlata alla prima_Giuseppe Germinario

BORRELLI E L’IPOCRISIA

Verso chiunque muore va dato lo stesso rispetto. Ai familiari di chiunque muore va manifestata la stessa comprensione.
È morto Francesco Saverio Borrelli. Ne parlo ora con lo stesso rispetto che ho per chiunque muore, anche l’ultimo degli ultimi.
Il solo tacere sarebbe ipocrisia. La morte non deve impedire di dire la verità con riguardo a chi è morto. Diversamente sarebbe mistificazione o atto di bassa politica.
È giusto allora ricordare che Francesco Saverio Borrelli fu artefice, ispiratore e coordinatore di quella vicenda ancora non chiara che fu “Mani pulite”.
Nei confronti dei suoi collaboratori alla Procura della Repubblica e alla Procura Generale di Milano, si è detto che era un buon capo perché “proteggeva i suoi”. Così forse fa un buon “capo” ma non un buon magistrato che deve prevenire e reprimere gli abusi commessi dai “suoi”. E in quell’epoca, in quell’intreccio di vicende giudiziarie e politiche, di abusi ne furono commessi tanti.
Non so se Francesco Saverio Borrelli sia stato artefice consapevole o inconsapevole di quello che è stato definito un “colpo di Stato”. Forse un giorno lo si saprà. Quel che è certo è che le indagini, i processi, le persecuzioni giudiziarie furono smaccatamente “selettive” con franchigia per l’area comunista e i suoi esponenti. E viene ora da ridere a proposito della bufala dei soldi russi alla Lega quando l’allora PCI ricevette finanziamenti dall’URSS per 989 miliardi di lire, e lo sapevano tutti: cani e porci.
Si disse che i “valorosi” magistrati di Milano (la cui Procura della Repubblica ora come allora pretende competenza territoriale universale in spregio del codice di procedura penale), combatterono la corruzione. Il risultato fu che la corruzione è aumentata in modo esponenziale e Partiti, che pure avevano fatto la storia d’Italia, furono disintegrati (la DC e il PSI).
Io non so se Francesco Saverio Borrelli professionalmente sia stato un buon magistrato o meno. Certamente come lui ce n’erano e ce ne sono tanti.
Quel che non gli perdono è la morte in terra d’esilio di Bettino Craxi: il migliore Capo di Governo dal dopo guerra ad oggi per lungimiranza, cura degli effettivi interessi nazionali, attenzione alla classe lavoratrice, che di lui fecero un vero statista.
Mi auguro che Francesco Saverio Borrelli abbia capito prima di morire cosa intendeva il Presidente Bettino Craxi quando diceva che “la libertà vale più della vita”.
Ma una cosa soprattutto non gli perdonerò mai: di avere utilizzato e immiserito nel contesto di una non commendevole lotta politico-giudiziaria le parole del Presidente della Vittoria, Vittorio Emanuele Orlando che dopo la tragedia di Caporetto, dal banco della Presidenza della Camera dei Deputati, rivolgendosi ai ragazzini di diciassette e diciotto anni attestati sulla riva occidentale del Fiume Sacro, gridò disperatamente: “Resistete, resistete, resistete!!!”.
Ecco, questo a Francesco Saverio Borrelli non glielo perdonerò mai.
Ora lui è morto e ora conoscerà la vera giustizia.
Che Dio abbia misericordia di lui.

DIFENDO LUCA PALAMARA!

È notizia dell’attualità che il noto Luca Palamara è stato sospeso dalle funzioni e da metà stipendio dalla Sezione disciplinare del CSM.
Non giudico le ragioni del provvedimento perché non conosco gli atti. Lo trovo tuttavia sommamente ingiusto sul piano di una giustizia che dovrebbe essere uguale per tutti. Altrimenti non è giustizia ma è discriminazione.
Mi riferisco a quell’ineffabile personaggio di Riccardo Fuzio, Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, indagato per rivelazione di notizie e di atti secretati, proprio a Luca Palamara.
A parte la deplorevoleza del fatto che sia stato il coindagato Riccardo Fuzio in quanto “sodale” di Luca Palamara, a chiedere la sospensione dalle funzioni proprio di Luca Palamara, il CSM, che sembra agire secondo criteri che nulla hanno a che fare con la legge e con la giustizia, avrebbe dovuto sospendere dalle funzioni e dallo stipendio anche e soprattutto il detto Riccardo Fuzio non fosse che per le più importanti e sovraordinate funzioni da lui svolte rispetto al Luca Palamara.
Al contrario, è stata accolta la richiesta di prepensionamento dell’ineffabile Riccardo Fuzio ma con decorrenza dal 20 novembre 2019.
Capisco che il Riccardo Fuzio voglia trascorrere le ferie a intere spese dello Stato, ma non si capisce cosa abbia tale soggetto da sistemare prima del prepensionamento, e cioè dal 1° settembre al 20 novembre p.v. (e cioè a ferie “godute”). Mistero!
Non è tutto: Luca Palamara è stato esposto al pubblico ludibrio (cui lui ha dato causa) e viceversa il Fuzio Riccardo ha ricevuto complimenti e ringraziamenti indovinate da chi? Dal solito figlio di Bernardo Mattarella!
E ancora: se la giustizia ha ancora un senso, perché non si svolgono indagini approfondite anche nei confronti di quegli altri grossi personaggi (Magistrati di vertice della Corte dei conti e Ufficiali della Guardia di Finanza e dei Carabinieri) che, come ha dichiarato Luca Palamara al CSM, hanno avuto rapporti con quell’imprenditore Fabrizio Centofanti?
È stata aperta la procedura per la nomina del successore di Riccardo Fuzio: se ne occuperà ancora Luca Palamara o quale altra “cordata” di giudici, politici, trafficanti e marchettari?