La Scienza, articolo di Fede, di Elio Paoloni
La Scienza, articolo di Fede
Gli alfieri dell’ateismo “scientifico” sbeffeggiano i fedeli, che accettano supinamente sciocchezze come la Trinità, l’Incarnazione, la Resurrezione, la Transustanziazione e una serie di altre assurdità che vengono definite Misteriperché la nostra povera mente non è in grado di comprenderle. Ma come si fa a credere – ghignano gli adepti della Scienza – a cose che cozzano contro ogni evidenza? Come si può abdicare alla ragione e accettare cose che la Fisica ci insegna essere impossibili? Succede però che i fieri razionalisti si vadano scontrando con scientifiche insensatezze, con un’irrazionalissima Fisica.
Gli viene spiegato che due particelle quantisticamente gemellate (entangled) lanciate nell’universo restano intimamente connesse anche a grandi distanze; e l’atto di osservare una delle due particelle influenza istantaneamente l’altra, non importa quanto lontano questa sia andata, quasi ci fosse tra le particelle correlate una trasmissione di informazione istantanea che se ne infischia della decretata impossibilità di superare la velocità della luce: due fotoni gemelli che “sentono” lo stesso problema contemporaneamente.
Dettaglio curioso: l’entanglement è “monogamo”, e il fotone Y può essere gemellato quantisticamente solo con X o con B, ma non con entrambi. I fotoni sono insensibili alle istanze poligamiche correnti.
Già questa simultaneità appare come una bufala difficile da digerire. Ma c’è di peggio: il mondo quantistico è influenzato da connessioni retrocausali, che operano a ritroso nel tempo: l’equazione d’onda completa (equazione di Klein-Gordon) comporta due soluzioni, una corrisponde alla “semplice” e più familiare equazione di Schrödinger, l’altra descrive la propagazione a ritroso delle onde anticipate: dal futuro verso il passato, in aperto contrasto con la logica comune.
Andiamo avanti: uno degli esperimenti più famosi della fisica quantistica è quello della doppia fenditura, nel quale, secondo le parole di Richard Feynman è racchiuso il “mistero centrale” della meccanica quantistica: un fascio di elettroni lanciati contro uno schermo con due fessure produce una figura d’interferenza (non è importante sapere cosa significa esattamente); gli elettroni devono quindi muoversi sotto forma di onda. Tuttavia, all’arrivo, generano un solo punto di luce, comportandosi quindi come particelle; gli elettroni insomma viaggiano come onde ma giungono all’arrivo come particelle. Fin qui siamo ancora nel campo del quasi ragionevole. Il punto è che il singolo elettrone attraversa i due fori contemporaneamente. Non solo, ha anche una sorta di consapevolezza del passato e del futuro, cosicché ognuno di essi può scegliere di dare il suo contributo alla figura d’interferenza nel punto corretto.
Il comportamento delle particelle, inoltre, viene influenzato dall’apparato sperimentale anche se tale apparato subisce mutazioni mentre esse sono già in viaggio; ciò implica che esse abbiano una sorta di precognizione della futura struttura dell’apparato, prima ancora di attraversarlo nel loro breve percorso.
Siete già sull’orlo della follia? Tenetevi forte: ciò che la particella ha deciso di fare (passare da un solo foro o da entrambi) dipende da una scelta successiva al transito stesso! Infatti nell’esperimento il rilevatore viene inserito dopo che il fronte d’onda è transitato da entrambi i fori. Come dice Wheeler, la “scelta” di un fotone di passare da un solo foro o da entrambi è “ritardata”, cioè avviene dopo che il fotone è passato! Se non è follia questa: una particella cambia il suo “stato” di adesso se le capita qualcosa dopo! Il concetto stesso di tempo sembra perdere senso.
Una breve carrellata di articoli di fede:
– HVT (Hidden Variable Theories): è una “famiglia” di interpretazioni basate sul presupposto che tutte le versioni abituali della Meccanica Quantistica siano incomplete, e che ci sia un livello di realtà sottostante (una sorta di mondo sub-quantistico) contenente informazioni addizionali, presenti nella forma di variabili nascoste, sulla natura della realtà. Realtà sottostante? Variabili nascoste? Ma non c’era già qualche concetto molto antico che poteva venir definito in questi termini?
– De Broglie-Bohm GWI (Guide Wave Interpretation): ad ogni tipo di particella può essere associata un’onda che guida il moto della particella stessa, come un radar guida una nave. Da qui il termine teoria delle onde pilota. A differenza dell’Interpretazione di Copenhagen (non chiedetemi quale sia), tale onda pilota è reale e permea tutto l’universo, guidando qualsiasi particella. Ma va!?
– MWI (Many Worlds Interpretation): proposta da Everett agli inizi degli anni ‘50 e sostenuta da Wheeler, tale teoria consiste nell’idea che ogni qualvolta il mondo deve affrontare una scelta a livello quantistico (ad esempio, se un elettrone può scegliere in quale fenditura passare nel noto esperimento della doppia fenditura), l’universo si divide in tante parti quante sono le scelte possibili. Secondo uno studio del 2014, il comportamento duale della luce, onda-particella, può scaturire dall’interazione tra 41 mondi.
Oh perbacco! Ma tutto ciò è illogico. Cozza contro l’evidenza, infrange le leggi della fisica classica, è privo di senso. Il nostro vocabolario e la nostra sintassi sono insufficienti a rendere il concetto. Dobbiamo fidarci delle interminabili formule che i matematici hanno apprestato, dar credito a strane “osservazioni” avvenute in inaccessibili laboratori.
Questi comportamenti sconcertavano persino Einstein, che non riusciva ad accettare una «misteriosa azione a distanza» e sperava che i fisici potessero trovare un modo per liberarsene.
Lo stesso ideatore del principio d’indeterminazione, Heisenberg, diceva: “Ricordo le lunghe discussioni con Bohr, che ci facevano stare svegli fino a tarda notte e ci lasciavano in uno stato di profonda depressione, per non dire effettiva disperazione. Continuavo a girare da solo nel parco e continuavo a pensare che era impossibile che la Natura fosse così assurda come ci appariva dagli esperimenti”.
E quando Erwin Schrödinger si rese conto del modo in cui la sua funzione d’onda era stata reinterpretata, fino a diventare un’onda di probabilità dai connotati quasi mistici, commentò: “Non mi piace, e non avrei mai voluto avere a che fare con qualcosa del genere!”.
Bryce DeWitt, che aveva perfezionato negli anni ’60 la MWI, descrisse poi su Physics Today lo shock subito contemplando per la prima volta la possibilità che esistessero circa «10100 copie di se stesso, leggermente diverse, che continuano a duplicarsi all’infinito».
Il grande Feynman, riferimento essenziale per la divulgazione della MQ, diceva: “Nessuno capisce la meccanica quantistica”. Ed è la sacrosanta verità. Nessuno può capirla proprio perché nessuno conosce qualcosa che le assomigli. Gli stessi scienziati che la descrivono, illustrano, in fondo, una visione personale di una realtà irraggiungibile per definizione dai nostri sensi. In altre parole, ogni grande fisico cerca di esprimere concetti, ormai consolidati, secondo la propria immaginazione. E tutti gli altri fanno finta di comprenderli o dichiarano onestamente la propria incapacità.
Cosa fa a questo punto il nostro scettico a corrente alternata? Sillaba, serio e compunto come Maurizio Ferrini a Quelli della notte: “Non lo capisco ma mi adeguo”. Oops, che fine ha fatto il nostro senso critico? Esistono dunque cose insensate nelle quali “dobbiamo” credere? Eh sì, questa dannata fisica quantistica ci propone ogni giorno Misteri ai quali non possiamo sottrarci, cose che superano la nostra ragione, scardinano ogni caposaldo della nostra esistenza, tutta la scienza e tutta la tecnica che reggono il tetto di casa, sopra la nostra testa. E i sacerdoti della Dea Ragione, consapevoli della inadeguatezza della loro misera mente, si inchinano ossequienti a codesti Misteri. Mumble mumble, cosa mi ricorda tutto questo?
Lasciatemi raccontare un gustosissimo aneddoto. Quel cascame medioevale di Padre Pio veniva continuamente consultato sulla condizione delle anime dei defunti; e Lui rispondeva: “Non ti preoccupare, è con Dio” oppure “Prega per lui”. Una volta però, dopo aver detto “Tranquilla, il tuo congiunto è in pace” aveva soggiunto “Falla dire, però, qualche Messa in suffragio”. Di fronte a tanta cialtroneria la fedele sbottò: “Ma se mi ha detto che è già in Paradiso!”. E Lui: “Perché, credi che Lassù le cose avvengano secondo i nostri tempi, le nostre meccaniche?”. Il residuato oscurantista, insomma, ignorante come una capra, sepolto in una celletta senza un solo testo che non fosse devozionale, pensava – o meglio vedeva – secondo modernissimi principi di inversione temporale, di connessioni retrocausali, di universi paralleli.