L’ETA’ DELL’EMPATIA, di Piero Visani

RATING SEMI-SILLOGISTICO di PIERO VISANI

Carabiniere morto accoltellato: va beh, ci può stare e – al limite – se l’è cercata.
Presunto colpevole ammanettato e bendato: violenza gravissima, da Stato di polizia, che nega i diritti fondamentali a chi non è ancora stato giudicato da un tribunale
Ergo: la vita NON è un diritto fondamentale, perché “chi muore giace e chi vive si dà (molta) pace”.
E’ morto, fine della storia. La storia dei Diritti Umani, invece, continua spedita e la sua falce cerca nuove vittime innocenti. Ma volete mettere la teoria alle prese con la pratica? Dopo tutto, sì, il carabiniere è morto, ma – a parte che siamo “affranti dal dolore” – mica era un parente o un affine mio…
Comunque – e questo va detto con estrema, assoluta chiarezza – chi ha fatto la foto e chi l’ha diffusa non ha capito NULLA di guerra ibrida e ha colto un unico obiettivo: far dimenticare il collega ucciso e far diventare un eroe il presunto colpevole. Complimenti, ennesima grande impresa di chi combatte (e male, molto male) le guerre passate e SA NULLA di quelle presenti e future! E, a quanto pare, pure se ne compiace.
Continuate così, fatevi del male…

L’ETA’ DELL’EMPATIA

In un’epoca altamente empatica come l’attuale, dove tutte le emozioni (anche quelle da poco, per dirla con Anna Oxa…) suscitano reazioni incredibilmente sopra le righe da parte di persone in preda ad assoluta sovraeccitazione, è del tutto EVIDENTE che la notizia nuova scaccia quella vecchia e che, se la notizia nuova riesce a produrre nuova EMPATIA, viene cancellata buona parte dell’effetto di quella vecchia.
Io non so e tanto meno pretendo di sapere se il ragazzo bendato e ammanettato sia colpevole, e neppure tocca a me stabilirlo. A me tocca capire – questo è il mio compito, anche se della cosa non interessa ad alcuno, visto che da decenni faccio un altro mestiere – come mai AD OGNI AZIONE SUBENTRA MEDIATICAMENTE UNA REAZIONE, spesso non meno efficace, a fini di innesco di emotività, dell’evento precedente.
Quello che mi chiedo – e si tratta di domande cruciali:
1) chi ha fatto le foto?
2) Perché le ha fatte? Pensava di giovare all’Arma? Allora, per essere eufemistici, è incredibilmente ingenuo.
3) Pensava di nuocere all’Arma e di farci un discreto gruzzoletto? Allora è come minimo un infiltrato, che agiva per conto terzi, oltre che per lucro personale.
Nell’ipotesi 2), il fotografante non sapeva NULLA di guerra ibrida e di conflitto mediatico, ma – nell’ipotesi 3) – la conosceva fin troppo bene e stava agendo per conto di ottimi professionisti del settore.
Al di là del dolore per il caduto, tutte le questioni si combattono e si risolvono in quest’ambito, e sono meno complicate della fisica dei quanti, se solo qualcuno avesse voglia di dedicarvisi. Ovviamente per puntare a risultati metapolitici di lungo periodo, perché i sondaggi d’opinione sono ingannevoli e al massimo producono fiammate. NON SERVE AD ALCUNCHé VOTARE IN UNA CERTA DIREZIONE, OCCORRE INVECE PENSARE PERMANENTEMENTE IN QUELLA DIREZIONE E ACQUISIRE VISIONI E VALORI STABILI E STRUTTURATI, NONCHé DOTARSI DI STRUMENTI ATTI A COMBATTERE I CONFLITTI PRESENTI E FUTURI.
In Senato siede un signore che ha avuto un consenso del 42%, poco tempo fa. Quale è la sua credibilità attuale?

ROBERTO BUFFAGNI _CI SEI O CI FAI?

Ho notato che anche nel caso di Carola è uscita una sua foto scattata in questura. L’ipotesi più semplice mi pare questa: che i giornalisti abbiano le loro fonti all’interno delle questure e delle stazioni dei carabinieri, che le suddette fonti si facciano meno scrupoli che in passato a passare informazioni riservate (motivi ce ne sono tanti, dallo svaccamento generale al “chi me lo fa fare” innescato dalla magistratura nelle FFOO). Chi ha scattato la foto al ragazzo bendato è poi molto sciocco, perchè dalla posizione di scatto è facile risalire a lui, infatti pare l’abbiano già beccato.

IL VERO E IL FALSO di Piero Visani

In riferimento alle molte polemiche sull’uccisione del carabiniere a Roma e alla “tempestiva” pubblicazione di una foto che non giova particolarmente alle pratiche adottate dagli inquirenti, mi è venuto in mente il documento che segue, che il professor Virgilio Ilari, senza ombra di dubbio il massimo storico militare italiano attuale, ha pubblicato a pagina 8 del saggio – da lui curato – “Future Wars. Storia della distopia militare”, Roma – Milano 2016.
In esso si riproduce un documento “segreto” dello Stato Maggiore Generale del 21 luglio 1940, in cui, un mese dopo la capitolazione della Francia, il maresciallo Badoglio rimanda al mittente un rapporto sulle tattiche adottate nel corso della recentissima campagna di Francia dalle forze corazzate tedesche, che gli era stato trasmesso dall’Ufficio Operazioni, con la “brillante” notazione: “lo studieremo a guerra finita”. Il documento – chiosa con malizia e ironia lo stesso Ilari – è ovviamente falso, ma “se non è vero, è ben trovato”…
Mi è venuto in mente leggendo certi “dotti” commenti sulla fuoriuscita di una fotografia che non sarebbe mai dovuta uscire dalle “segrete stanze” e mi sono chiesto come queste ultime continuino ad essere occupate non solo dai “marescialli Gargiulo”, ai quali certe sottigliezze non possono essere chieste, ma anche da supergallonati che combattono SEMPRE le guerre precedenti, rinviando forse – come fece il loro illustre predecessore citato qui – l’analisi di quanto accaduto a guerra finita, E OVVIAMENTE PERSA, senza in apparenza rendersi conto che la distinzione tra vero e falso, nella società della virtualità reale, non ha più alcun senso, perché OGGI ” E’ ” SOLO CIO’ CHE APPARE. E se questo accade per trascuratezza o per pura insipienza, cambia davvero poco rispetto agli esiti finali, a meno che non accada per dolo, ipotesi che per il momento non vogliamo prendere in considerazione, per quel microscopico residuo di “carità di patria” che resta a chi scrive.

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