Italia e il mondo

Bosco e conformismo_di Teodoro Klitsche de la Grange

BOSCO E CONFORMISMO

La “famiglia nel bosco”, separata per decisione del Giudice, pone (almeno) due problemi che sono alla radice del diritto.

Il primo è che, a quanto pare, a essere sanzionato è lo stile di vita della famigliola; di converso lo stile di vita normale, che è quello della stragrande maggioranza degli italiani, diventa da facoltativo ad obbligatorio e le relative norme (di cortesia, convivenza, bon ton, e così via) trasformate in giuridiche; come tali lo Stato (e la di esso organizzazione) ne  assicura l’osservanza, anche coattiva. Di questo passo a far osservare il corretto uso delle posate a tavola saranno i marescialli dei Carabinieri.

Ciò non solo sposta vistosamente a danno della libertà il confine tra vietato e permesso, sul quale si fonda il principio c.d. di separazione tra Stato e società civile, ma ancor di più quello del conformismo con un modello di vita che diventa non solo di gran lunga maggioritario, ma anche imposto.

Va da se che fino a qualche decennio orsono gli italiani che vivevano all’aria aperta, a contatto con la natura, consumavano prodotti da loro coltivati (km 0) erano tanti; industrializzazione e successiva prevalenza economica dei servizi ha cambiato una società (in larga misura) agricola, onde il “modello” di vita rurale è divenuto marginale, così che al conformista appare non solo stravagante, ma anche sospetto.

La seconda è che la vicenda ripropone il conflitto tra istituzione e famiglia e istituzione/Stato, ripetuto in tante comunità. A cominciare da quelle dell’antica Roma, dati i vasti poteri riconosciuti al pater familias, limitati progressivamente nel diritto “classico” e giustinianeo. Già nella tragedia Antigone nei due personaggi di Antigone e Creonte, sono state viste tante contrapposizioni. Una delle quali era per l’appunto il conflitto tra il diritto generato dall’istituzione-famiglia (Antigone) e quello promulgato dall’istituzione politica (Creonte).

Nel caso in una materia particolarmente sensibile, come l’educazione e il regime di vita dei figli e, in genere dei componenti la famiglia. Il tutto, senza che i genitori avessero violato alcuna norma (almeno pare) né penale né a carattere pubblico. Il che alla libertà concreta non fa certo bene.

Teodoro Klitsche de la Grange

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