Elezioni in Italia! Uno sterile strepitìo_con Augusto Sinagra

Con il degrado progressivo del regime le elezioni politiche stanno assumendo sempre più un carattere grottesco. Una conflittualità sterile tra centri politici tanto accesa quanto incapace di centrare e collocare nel posto giusto i temi e i problemi che dicono di voler affrontare. Per decenni le nostre classi dirigenti e il ceto politico hanno potuto eludere i problemi di fondo, salvo concedersi con qualche figura di spicco e in qualche contingenza favorevole qualche scorribanda trasgressiva. Oggi il tema della collocazione internazionale dell’Italia in condizioni di aperta conflittualità, la visione manichea e catastrofista della crisi ambientale e della conversione energetica, la gestione approssimativa e draconiana nel contempo dell’emergenza pandemica hanno accelerato vistosamente e violentemente il processo di trasformazione delle relazioni internazionali e delle formazioni sociali. La campagna elettorale non tratterà questi argomenti e non includerà le proposte specifiche in questo contesto. Il motivo è che nessuna forza politica intende mettere in discussione i fondamenti di questa postura e le poche voci contrarie raggiungono livelli di inadeguatezza pari solo al volontarismo sterile di cui sono vittima. Ci attendono un periodo di conflittualità verbosa e sterile cui seguirà l’ennesima riproposizione di ammucchiate emergenziali sempre più eterodirette. Una iattura che il paese sta pagando a caro prezzo. Il saldo definitivo del conto è ancora lungi dall’essere compiuto. Intanto, nell’interregno di questa fine anno disporremo di un governo dalle mani libere e dalla testa telecomandata ad agire nella tempesta balcanica incipiente. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Ucraina, il conflitto 10a puntata_con Stefano Orsi e Max Bonelli

Nel caso il video non sia accessibile oppure ostacolato nella visione su You Tube, gli ascoltatori possono accedere al canale di Italia e il mondo su rumble.com , precisamente al seguente indirizzo: https://rumble.com/v1e3hsr-stefano-orsi-e-max-bonelli-ucraina-il-conflitto-10a-p.html, come in calce allo scritto.

Siamo alla decima puntata. A Max Bonelli si è aggiunto Stefano Orsi a completare il quadro e gli spunti analitici di un conflitto della cui narrazione non si riesce a intravedere quale sarà l’ultima puntata. E’ una guerra di logoramento, apparentemente statica; è una delle parti però a manifestare crescenti segni di usura. Lo stesso regime inizia a conoscere momenti di convulsione sino a sacrificare pezzi importanti dei centri decisori. L’evidenza conferma che non è Zelensky a dettare le mosse e i suoi tempi. Il regime, del resto sta esaurendo completamente le proprie risorse e dipende totalmente dal sostegno esterno e da disegni estranei agli interessi del paese. Continuerà la recita almeno sino all’arrivo del generale inverno. Nel frattempo si vedrà sino a quando e sino a quanto i suoi mentori, specie quelli europei, saranno in grado di sostenere lo sforzo e le pesantissime implicazioni del loro impegno. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Ucraina, il conflitto_ 9a puntata Con Max Bonelli

Ad ogni assedio di città, la capacità di resistenza dell’esercito ucraino si affievolisce costantemente. I primi segni di cedimento cominciano ad essere evidenti. E’ evidente che il regime ucraino è disposto a sacrificare la propria popolazione in una azione di resistenza senza prospettive. Ben presto si potrà toccare con mano il livello di popolarità effettiva del regime ben lontano dalla rappresentazione romantica offerta dalla stampa occidentale. Un regime che si alimenta delle risorse offerte da uno stato di guerra permanente per conto terzi sino a compromettere l’integrità di quel che resterà del Paese. Si avviano intanto i preparativi per la grande abbuffata della ricostruzione dell’Ucraina. Ogni paese occidentale ha premurosamente adottato un territorio. Dovranno provvedervi i contribuenti europei con oltre settecento miliardi di investimento. Sapete quale regione è toccata all’Italia? Il Donestk, ovvero come far festa senza l’oste. La grande novità prodotta da questo conflitto sarà di rilevanza sconvolgente: il ruolo di hub della Turchia nelle forniture energetiche all’Europa e di grande cerimoniere di Erdogan nell’area mediterranea. Non a caso, il nostro eroe nazionale insediato a Palazzo Chigi ha scelto di fare mesta anticamera immediatamente al cospetto del sultano. Ha superato di gran lunga l’eroe della commedia italiana, Arlecchino. Altro che servo di due padroni; siamo arrivati ad ossequiarne e contentarne cinque contemporaneamente. Meraviglie di un funambolismo straordinario che meriterà sicuramente il prezzo salato del biglietto che gli italiani saranno costretti a pagare. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Ucraina, il conflitto 8a puntata con Max Bonelli

Siamo alla ottava puntata. La dinamica sul fronte orientale ucraino sta subendo una accelerazione. Ad un parziale ripiegamento in alcuni settori corrisponde la chiusura in sacche di importanti settori dell’esercito ucraino. Il prezzo pagato è comunque pesante, non solo per il numero di vittime e le perdite di materiale, quanto per le perdite tra le truppe meglio addestrate e motivate. Nel frattempo cade un altro punto fondamentale della narrazione occidentale. A giudicare dai comportamenti ormai documentati, le vere truppe di occupazione in quell’area sono quelle dell’esercito ucraino. La sorprendente selettività degli attacchi russi è in gran parte dovuta alle informazioni fornite dalla stessa popolazione. Nel frattempo emergono altre inquietanti verità dai sotterranei dell’acciaieria Azovstal di Mariupol; l’esistenza di forni crematori e la testimonianza della presenza di militari scelti americani, probabilmente cecchini, tra i corpi carbonizzati. Al momento non si può aggiungere altro. Ecco il video: https://vk.com/video-177555762_456256395 

Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti, diritti umani, assetti istituzionali e miserie personali_con Gianfranco Campa

La notizia del giorno proveniente dagli Stati Uniti in grado di scaldare gli animi e scatenare la tifoseria è la decisione della Corte Suprema in materia di interruzione di gravidanza. Problema mal posto. I giudici hanno in realtà sentenziato sulla istituzione di competenza a trattare dell’argomento, così come hanno deciso in analogia sul problema della detenzione personale delle armi. Una questione politica dirimente, molto più divisiva e sostanziale che investe la natura federale degli Stati Uniti. Si tratta quindi di un tema continuamente presente sin dalle origini nel confronto politico di quel paese e che nelle fasi di transizione assume toni conflittuali estremi. E’ uno dei temi che dividono gli Stati Uniti in maniera violenta anche in questi ultimi anni e che è alla base del sorgere e della affermazione del movimento di Trump. La commissione di inchiesta sui fatti del 6 gennaio al Campidoglio ne diventa il corollario quasi obbligato. I dilemmi sulle strategie in politica estera e sulle politiche economiche-sociali in una formazione sociale così polarizzata e squilibrata sono l’humus che alimenta e accende questa diatriba endemica nel corso di questi tre secoli. Chiavi interpretative che consentono di superare il gossip al quale ci sta abituando da anni una stampa istituzionale mai così faziosa e superficiale. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Kaliningrad e Ucraina! Ovvero, la mancanza di senso della tragedia_con Augusto Sinagra

Questa settimana ha conosciuto un fatto di inaudita e provocatoria evidenza: il blocco del transito di merci dirette a Kaliningrad e soggette a sanzioni. Un atto provocatorio, di fatto una dichiarazione di guerra alla Russia, senza alcun fondamento giuridico pur nella logica, essa stessa discutibile, delle sanzioni alla Russia. Una aperta violazione degli accordi di transito che garantiscono l’accesso all’enclave dal territorio russo, sottoscritti negli anni ’90. Il livello delle provocazioni si è ulteriormente alzato; gli agenti sempre più esposti sono gli staterelli baltici e la Polonia, interlocutori privilegiati e maggiormente beneficiati dal sostegno statunitense, in grado di trascinare il resto della NATO e della UE in questa politica avventurista. L’ennesima riprova dell’effettiva ragione di esistere di organizzazioni come la NATO e la UE. Colpisce l’assoluta mancanza di senso della tragedia che dovrebbe guidare scelte così gravi. Per alcuni è vera e propria inconsapevolezza delle implicazioni; per altri puro e semplice cinismo volto ad alimentare un conflitto nel quale sacrificare i propri “amici” europei. In quale categoria dovremo inserire i vari decisori, responsabili di tali condotte? Un utile esercizio necessario a contrastare l’eventuale successo di future probabili operazioni trasformistiche a disastro compiuto. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti! Il nuovo che avanza, il vecchio che annaspa_con Gianfranco Campa

Negli Stati Uniti il dibattito sul confronto geopolitico con la Russia in Ucraina sta coinvolgendo sempre più gli analisti e i decisori; non ha ancora coinvolto seriamente l’opinione pubblica. Diventerà centrale se e quando le implicazioni della sua conduzione appariranno più chiaramente nella economia e nella vita quotidiana degli americani; tanto più che ad essa si aggiungeranno gli enormi squilibri e paradossi creati dal dogmatismo ambientalista e dalla politica di conversione energetica. Un cumulo di contraddizioni che sta preparando le condizioni per una tempesta perfetta. Le prime vittime designate sono i paesi della Unione Europea. Gli Stati Uniti partono comunque da una posizione migliore ed ancora recuperabile, ma rischiano di seguire la stessa direzione se all’acceso confronto politico non dovesse corrispondere una effettiva svolta politica. In questo scenario stiamo assistendo ad un radicale ricambio del ceto politico del Partito Repubblicano e a un ceto politico democratico, per lo più attempato, aggrappato disperatamente alle leve di potere. Il punto di approdo risolutivo saranno le elezioni presidenziali del 2024; in funzione di quella scadenza procede la trappola giudiziaria tesa a liquidare definitivamente Donald Trump. Non è detto che l’eventuale successo della trama, si risolva favorevolmente per le cariatidi attualmente sulla scena. Sarebbe un colpo terribile per gli orfanelli smarriti in Europa. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

 

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Ucraina, il conflitto_7a puntata_Con Max Bonelli

Siamo alla 7a puntata. Il divario di forze tra i due contendenti tende ad allargarsi drammaticamente, non ostante il sostegno del mondo occidentale. L’avanzata dell’esercito russo e delle milizie locali prosegue lentamente, ma inesorabilmente e il regime ucraino rischia ogni giorno di più di cadere vittima della propria propaganda e delle proprie menzogne. Un altro dato, da noi continuamente sottolineato, inizia ad emergere chiaramente: il carattere di guerra civile di questo scontro e con esso le atrocità e le mistificazioni che solitamente accompagnano questo tipo di conflitto. Da qui alla individuazione delle responsabilità pesanti del regime ucraino, il passo sarà breve e con essa il ruolo assunto dagli Stati Uniti quanto meno in questo ultimo decennio. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Stati Uniti, scontro politico e arma giudiziaria_con Gianfranco Campa

L’arma giudiziaria e la sua esibizione ostentata sono diventate sempre più uno strumento dello scontro politico. Non è un’esclusiva di un paese. Negli Stati Uniti sta assumendo connotati caratteristici, particolarmente virulenti e protratti nel tempo. Ciò è dovuto agli assetti istituzionali e al legame diretto degli apparati giudiziari ed investigativi con quello rappresentativo ed esecutivo. Succede quando sono in discussione gli assetti di potere più vitali e l’esito del confronto non riesce a trovare una soluzione di continuità. Il prezzo in termini di credibilità alla fine è altissimo; la capacità di resistenza dei movimenti politici alle lusinghe e alle manipolazioni dei centri decisori predominanti ne sono il corollario più interessante; il crepuscolo irreversibile di una potenza egemone, l’esito sempre più probabile. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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Azzardi ed inganni, assi pigliatutto e due di picche_con Antonio de Martini

La narrazione imposta dai media istituzionali stride sempre più con la realtà, come pure la propaganda enunciata da Zelensky, ma pianificata da ambienti ben più attrezzati, riportata senza contraddittorio. Una chiamata alle armi in Europa senza per altro disporre dei mezzi necessari e senza la convinzione diffusa delle implicazioni di tali scelte. Un quadro dove i politici più spregiudicati e dotati di iniziativa riescono a coprire spazi inimmaginabili sino a poco tempo fa sino a raggiungere una sovraesposizione tale da dover ricorrere quanto prima ad aiuti e sostegni esterni decisivi. E’ il caso della Turchia di Erdogan. Come pure nel versante opposto della passività, è il caso della gran parte dei paesi europei e dell’Italia in particolare. La comoda postura all’ombra dei veri decisori si sta rivelando sempre più controproducente e dannosa oltre che umiliante. Non basteranno i saltimbanchi all’opera a Bruxelles e nelle capitali non dico ad affrontare, quanto nemmeno a percepire la dimensione dei problemi e delle trappole nelle quali stanno cacciando i popoli europei. Buon ascolto, Giuseppe Germinario

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