CONCORDANDO CON DAVIDE GIONCO: LA MORTE, I BONOBO, IL DITTATORE SALAZAR, L’ ORDINE DEL DRAGO E  IL MODERNO PRINCIPE   Di Massimo Morigi

 

 

CONCORDANDO CON DAVIDE GIONCO: LA MORTE, I BONOBO, IL DITTATORE SALAZAR, L’ ORDINE DEL DRAGO E  IL MODERNO PRINCIPE

 

Di Massimo Morigi

 

 

Concordo in pieno con Davide Gionco. In Occidente le società antiche precristiane erano basate su un’espressività violenta (vedi Roma precristiana) unita a debole repressione sessuale. Quelle dopo la caduta di Roma avevano mantenuto la violenza espressiva ma, al contempo, avevano accentuato la repressione sessuale. In quelle moderne nate dalla rivoluzione industriale l’espressività violenta pubblica e privata è andata via via scemando (il dominio si è esercitato più direttamente in forme economico-industriali-finanziarie e/o con pratiche culturali apparentemente umanitarie, vedi metafisica e pratica dei diritti umani, vedi metafisica dell’ideologia democratico-democraticistica) e affermandosi una progressiva rimozione ed abolizione della repressione sessuale. Brillante risultato odierno: antropologicamente parlando un edonismo di massa che ha dato origine ad un’ homo sapiens ridotto ad una sorta di bonobo, il simpatico e pacifico primate in cui i legami sociali non sono formati attraverso una violenta conflittualità all’interno del gruppo ma tramite estesi ed apparentemente non violenti legami sessuali che attraversano ed impegnano tutto il gruppo, ma con la piccola differenza nell’uomo che in caso di un pericolo socialmente avvertito, come nella fattispecie del coronavirus, il bonobo umano, privato dell’originale carica aggressiva delle società precristiane, non riesce nemmeno più a mettere in atto la sua entelechia edonistica e si rifugia perciò nell’abulia e nel rifuggire il pericolo e nel rifiutare, infine, anche l’espressività sessuale (ultimo episodio, nelle moderne democrazie industriali occidentali,  di un aggressività modello precristiano, la seconda guerra mondiale. Dopo, le classi dirigenti hanno dovuto mettere in atto una organizzazione sociale che relegasse nell’oscenità il pensiero della morte e portando così a compimento le promesse di immortalità connaturate con l’Illuminismo). Quindi il coronavirus è sì un complotto, ma un complotto tutto particolare, cioè un complotto oggettivo nato dalle nostre debolezze cultural-comportamentali di “moderni”, unito anche, ovviamente, al fatto che di questa situazione se ne approfittano, oggettivamente, chi per strumenti culturali e/o posizione sociale e produttiva non è de facto completamente omologato alla narrazione democraticistica (anzi, dentro di sé, la disprezza di tutto cuore: si rimanda alla nostra individuazione degli agenti alfa-strategici e degli omega-strategici anche per comprendere l’ ultima impotente narrazione-mutazione terrorizzante di questa ideologia), che si è (auto)imposta la nostra società di massa. E se culturalmente per il momento è impossibile uscire da questa situazione di terrore della morte (e di veterodemocraticismo), dal punto di vista politico quello che si può fare è convertire poco a poco le nostre società di massa “bonobizzate” in società dove si faccia largo una maggiore consapevolezza strategica. Politicamente creare un complesso militare-industriale che affronti con consapevolezza le sfide della vita e della morte degli individui e delle società è da incoraggiare (primi timidissimi e contradditori passi in questa direzione dalle mosse del Governo Draghi sulla creazione di una capacità italiana di produrre vaccini e la consapevolezza che le inoculazioni devono procedere anche manu militari, vedremo se alle buone intenzioni seguiranno anche concreti atti ed  efficaci per raggiungere lo scopo: Draghi è un politico-tecnocrate di alto livello, significando questo che come politico di alto livello ha ben presente la totalitaria dimensione strategica della politica ma, come tecnocrate neoliberista gli ripugna con tutto l’animo che questa strategicità percoli dall’alto verso il basso. Insomma Draghi è tutto fuorché il machiavelliano-gramsciano  “Moderno Principe”: è più un novello Salazar defasticizzato  e servito alle masse ottenebrate dalla narrazione democraticistica, piuttosto che il vero Salazar che pur essendo il suo nano gobbo nascosto dentro il tavolo della scacchiera  e  che parimenti era un politico-tecnico di grande valore ma ideologicamente espressamente  autoritario ed antidemocratico). Se quindi dal punto di vista della politique politicienne nulla da eccepire, per ora, a quello che sta cercando di mettere in cantiere il nuovo governo (e il fatto che il nuovo primo ministro si rivolga, per quanto riguarda il recovery plan, a esperti delle maggiori multinazionali, non deve destare alcun scandalo; anzi non è che la dimostrazione del sue conosciute entrature e della sua mentalità strategica. Insomma quello che suscitava il giusto disgusto se tentato dall’avvocato Rocco Tarocco precedente presidente del Consiglio, cioè bypassare i nostri sputtanati ministeri responsabili della spesa, deve essere guardato con favore se tentato dal nuovo presidente del Consiglio dell’Ordine del Drago: noi al contrario di tanti falsi sovranisti, siamo in primo luogo realisti e quindi veramente sovranisti),  per quanto riguarda l’ambito strategico del nostro campo d’azione, cioè il l’azione cultural-politica per porre le basi del “Nuovo Principe”,  è necessario passare da una narrazione dirittoumanistica da fairy tales ad una improntata su una “epifania strategica” che investa sia i singoli sia le formazioni sociali dove questi singoli si trovano a vivere e ad esprimersi. Ma su questo abbiamo già detto e continueremo ancora per molto a dire … Massimo Morigi – 7 marzo 2021

link di riferimento http://italiaeilmondo.com/2021/03/07/per-paura-di-morire-abbiamo-smesso-di-vivere_-di-davide-gionco/