VITTORIA!!!!, a cura di Giuseppe Germinario

Siamo all’apoteosi!

Lo spegnimento degli altiforni dell’ILVA procede inesorabilmente. Pochi sanno che il loro raffreddamento definitivo può compromettere l’integrità stessa dell’impianto. A giudicare dalla sicumera con la quale Mittal sta procedendo nell’azione legale e alla chiusura dello stabilimento, nel contratto di affitto non sarà stata inserita nemmeno una clausola che obblighi l’affittuario a restituire il bene nella sua piena funzionalità in caso di rinuncia. La ciliegina sulla torta di una serie di atti culminati con la sottoscrizione del contratto di affitto da parte di Renzi, Gentiloni e compagni e completata con la parodia grillina che ha generosamente offerto su un piatto d’argento il miglior pretesto per liquidare definitivamente il problema. Una mistura di connivenze e incompetenze letale. Rimane da chiedersi quale sia stato il supporto professionale dei grand commis di stato a questa tragicommedia. Gli unici ad affermare con spregiudicata sicumera le proprie prerogative sono stati i magistrati i quali, oltre ad attribuire le responsabilità penali e civili sugli antefatti, riescono a dettare dietro le quinte tempi e modi della conduzione futura degli impianti, salvo esporre per le conseguenze al pubblico ludibrio i politici più o meno inetti e consapevoli. Per rimediare parzialmente il danno dovranno andare a Canossa.

Si è cominciato con la liquidazione delle partecipazioni statali, si è proseguito con le cessioni e l’esodo del controllo della grande industria privata (chimica, auto, cavi e pneumatici, elettrodomestici), si sta rinunciando da tempo al prodotto finito; adesso è la volta della migrazione all’estero (Polonia, Repubblica Ceca e ormai anche Francia) della componentistica. Dopo aver addestrato per un paio di anni in Italia tecnici ed operai polacchi e cechi, adesso stanno migrando gli impianti e i macchinari. Cornuti e mazziati. Intanto l’avveniristica FCA (per gli anziani FIAT), la famiglia patriota degli Agnelli di essa proprietaria, hanno già ceduto la Magneti Marelli (batterie) e si accingono a cedere COMAU (automazione industriale). Debora Serracchiani (Partito Democratico)  intanto al di là del tempo continua  a recitare il mantra della “politica che deve assecondare il mercato” Quale? Quello le cui regole e modalità sono stabilite altrove e da altri centri politici?

Il generale Stano, ex comandante appena nominato della base di Nassirya ai tempi dell’attentato, è stato condannato dalla Giustizia Civile a risarcire le famiglie delle vittime dell’attentato. In altri tempi lo Stato avrebbe dovuto risarcire, salvo eventualmente rivalersi nel confronto del proprio funzionario; e in effetti lo ha già fatto. In una situazione di decisione politica, quella di guerra è la più classica delle situazioni discrezionali, il criterio di responsabilità civile diretta del funzionario porta direttamente all’inazione e alla paralisi dell’azione politica. Non è ovviamente un giudizio di merito anche se sono convinto che il generale Stano sia la vittima sacrificale del comportamento poco sportivo dei suoi superiori e dei decisori politici di allora.

Oggettività del mercato e riduzione del politico al diritto sono il binomio che sta portando all’inettitudine e alla paralisi dell’attuale classe dirigente e ceto politico e all’impossibilità di crearne una nuova  ed efficiente sul campo. Crollate le gerarchie e la divisione di competenze rimane lo stillicidio delle contrapposizioni fratricide e delle lotte di potere fini a se stesse.

Tangentopoli da una parte e le dismissioni come salvacondotto nell’Unione Europea in ossequio al mercato sono stati gli strumenti di questo scempio irreparabile e senza fine. E’ l’agonia senza fine di una nazione. Giuseppe Germinario

Qui sotto un articolo di analisi e difesa che tratteggia bene alcuni aspetti

https://www.analisidifesa.it/2019/09/nassirya-se-il-generale-stano-diventa-il-capro-espiatorio-per-i-caduti/?fbclid=IwAR3WR4X9-BJ_RHm4tDVfk7u2oRQ9imVQXSgm8CPy0fPaBkrrjrakJOe1EyQ