DIAMO (UN PO’) I NUMERI, di Antonio de Martini

NUMERATORE E DENOMINATORE. NON È DIFFICILE. È CULTURA ELEMENTARE

Non mi pare una strategia difficile da capire.
Se 9/3 fa tre e si vuole incrementare il risultato(3) si può operare in due maniere:
1) abbassando il denominatore es. 9/2 fa 4,5
2) alzando il numeratore es. 12/3 fa 4

L’obbiettivo del governo è centrare l’opzione 2, ma tutti sono polarizzati dall’abitudine a osservare il calare del denominatore, anche se abbiamo sotto gli occhi la sorte della Grecia costretta a subire i calcoli – poi ammessi come errati
– della trimurti ( BCE/FMI/UE) che trova più facile abbassare il denominatore.

Il governo dovrebbe però rivelarci, per avere la nostra fiducia, come farà a far aumentare la cifra del numeratore.
Che investimenti intende fare?

Il meccanismo di calcolo dei parametri contabili di stato è tanto perverso che il PIL cresce anche se si aumenta lo stipendio a tutti gli statali, si, perché gli stipendi degli statali vanno a incrementare il PIL.

Vi pare una cosa seria?

Intanto accanto agli euroscettici, è nato il gruppo degli italoscettici. Sabotatori che invocano un disastro fingendo di paventarlo.

La verità concreta e illuminante dei fatti è stata calcolata da Giorgio Vitangeli, un giornalista economico serio e di provate capacità: dal 1980 al 2017 l’Italia ha pagato 3.400 miliardi di interessi ai
“mercati. “

Ovvio che non vogliano farsi sfuggire una preda tanto ricca e finanziano gli oppositori.

In pratica, noi italiani abbiamo pagato un anno intero di PIL ogni dieci anni. Un peso insopportabile generato dai DC e dalla sinistra socialista e comunista per rincorrere l’elettorato.

È imperativo per l’Italia rompere questo assedio di usurai anche a costo di un conflitto armato.

Costerebbe di meno.

SIAMO VIVI GRAZIE ALLA BREXIT

Il ministro Tria pochi mesi fa ( tre) fece una dichiarazione incoraggiante.
Disse che avrebbe si aumentato le spese, ma quelle in conto capitale, ossia gli investimenti destinati a rendere.

Mi aspettavo la creazione di un fondo sovrano come quello che in Norvegia hanno stanziato usando la rendita petrolifera.
Finora ha reso il 30/40% annuo e fornisce i mezzi per il reddito di cittadinanza ai cittadini.

Le spese deliberate nel nuovo progetto di bilancio non sono in conto capitale, sono – per carità doverose – ma spese e basta.

L’Italia potrebbe permettersi questa ed altre follie spendereccie se avesse una migliore immagine internazionale e se smettesse di incentivare la gente alla rendita.

Vivere di rendita é una giusta aspirazione individuale e un pessimo esempio sociale ed educativo. Senza intraprendere non si crea ricchezza. Senza deregulation burocratica nessuno intraprende qui in Italia.

Il rimedio per chi deve intraprendere è utilizzare sistematicamente la corruzione per evitare i paletti di controllo che arricchiscono solo i controllori.

Adesso, con le spese aumentate e in assenza di investimenti produttivi ad alto reddito, continueremo ad erodere la nostra credibilità politica aprendo la strada che ci è stata tracciata da altri.

Si illude chi crede che ” usciremo dall’Euro e dalla UE”: ci stanno apparecchiando un destino alla Greca che abbiamo evitato recentemente di poco, grazie all’imprevisto della BREXIT.
I padroni del vapore non vogliono affrontare più di una grana alla volta.

Appena sistemati gli inglesi, toccherà a noi. E siamo in attesa sereni e imprevidenti.